INDICE
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PREMESSA
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PRESENTAZIONE
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LA LEZIONE DEI VIAGGI
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Il primo viaggio in Europa
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Morton and Lenore Weiss House
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Il secondo viaggio in Europa
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Il terzo viaggio in Europa
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DI ALCUNE OPERE E PROGETTI
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U.S. Consulate Chancellery and Residence, Luanda, Angola
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Meeting House - Salk Institute, La Jolla, California
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Indian Institute of Management, Ahmedabad, India
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Sher-e-Bangla Nagar, Capital of Bangladesh, Dhaka
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Suhrawardy National Hospital, Dhaka
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LO SPAZIO SULLA SOGLIA: CONCLUSIONI
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BIBLIOGRAFIA
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RINGRAZIAMENTI
01 LA LEZIONE DEI VIAGGI
- Plymouth, 3 maggio 1928 - Londra, maggio1928 - Oxford, maggio 1928 - Amsterdam, giugno 1928 - Amburgo, giugno 1928 - Kobenhaum, estate 1928 - Stokholm, estate 1928 - Helsinki, estate 1928 - Riga, estate 1928 - Saarenaa, estate 1928
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- Berlino, estate 1928 - Venezia, ottobre 1928 - Vicenza, ottobre 1928 - Verona, ottobre 1928 - Milano, autunno 1928 - Bologna, autunno 1928 - Firenze, autunno 1928 - San Gimignano, autunno 1928 - Assisi, 1928 - Spoleto, 1928
- Roma, 1928-29 - Positano, 1929 - Amalfi, 1929 - Capri, 1929 - Paestum, 1929 - Parigi, marzo 1929 20 aprile 1929, partenza da Parigi
LA LEZIONE DEI VIAGGI
IL PRIMO VIAGGIO IN EUROPA
Il 3 maggio del 1928 Louis Kahn arriva a Plymouth, Inghilterra: per il ventisettenne architetto americano è l’inizio di un lungo viaggio di formazione in Europa1. Dopo la laurea alla Scuola di Architettura della University of Pennsylvania e dopo al(1928 - 1929) cune esperienze in studi di architettura come disegnatore, Kahn era riuscito a mettere da parte risparmi per permettersi questa importante esperienza, fondamentale dopo la formazione Beaux Arts ricevuta alla scuola di Philadelphia sotto gli insegnamenti di Paul Cret2, per crescere sia come disegnatore che come architetto e per innalzare il suo status sociale3. Dopo una breve permanenza in Inghilterra, dove disegna edifici storici di Londra, Oxford e Canterbury, mostrando una particolare attenzione verso l’ambiente circostante, Kahn si sposta in Belgio, dove ritrae edifici contemporanei in modo sistematico. In Olanda, grazie anche a lettere di presentazione, incontra i maggiori architetti contemporanei della scuola di Amsterdam quali Piet Kramer, J. F. Staal e Hendrick P. Berlage 4 e visita le opere di W. M. Dudok a Hilversum e il sanatorio di Duiker, rimanendo affascinato dall’architettura con inflessioni tradizionali e dalle recenti espansioni urbane. Spostatosi in Germania si interessa dell’architettura espressionista del Chilehaus di Fritz Höger ad Amburgo, che puntualmente registra nei suoi taccuini. Dalla Germania raggiunge i paesi del nord Europa visitando le città più importanti di Danimarca, Svezia e Finlandia, dove visita le opere di Eliel Saarinen fino ad arrivare a Latvia in Estonia, suo paese natale, per un brevissimo soggiorno nella casa della nonna. Rientrato nuovamente in Germania si sposta in Cecoslovacchia, poi in Austria da cui raggiunge ai primi di ottobre del 1928 l’Italia, dove resta per cinque mesi. Attraverso gli schizzi è possibile ricostruire un itinerario del soggiorno italiano, che da Venezia, via Verona, giunge a Milano, tocca Bologna, Firenze, San Gimignano, Assisi, Spoleto e Roma, per poi scendere a sud nella costiera amalfitana, a Positano, Amalfi, Ravello e Capri5. In marzo Kahn lascia l’Italia per spostarsi a Parigi, dove si ferma per un mese e dove incontra un suo compagno di studi universitari, Norman Rice, a quel tempo al lavoro nello studio di Le Corbusier. IL PRIMO VIAGGIO IN EUROPA (1928 - 1929)
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LA LEZIONE DEI VIAGGI
4. Louis I. Kahn, Portico di Ponte Vecchio, Firenze, Italia, circa 1930, acquerello su carta, 17,1x19,4 cm, Collezione privata, da The paintings and sketches of Louis I. Kahn, a cura di Jan Hochstim, Rizzoli, New York, 1991, p. 112.
IL PRIMO VIAGGIO IN EUROPA (1928 - 1929)
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Diversamente, la fotografia del peristilio di un tempio di Atene [50], riesce a definire lo spazio capace di modulare la luce sia lateralmente attraverso le aperture fra le colonne, sia dall’alto attraverso le forature tra gli architravi, configurandosi come spazio di mediazione tra interno ed esterno. Nella raffigurazione simbolica delle statue delle cariatidi [14] le imponenti sculture diventano esse stesse limite e confine tramite il quale si intravede il panorama estendersi verso lo spazio solo accennato, ma ben nitido nella individuazione del recinto. Anche nella rappresentazione grafica di un interno [15], tratta durante il viaggio in Egitto, ogni elemento decorativo e di ornato perde importanza rispetto alla sequenza dei piani, fino a condurre il campo visivo all’obiettivo più distante. È di nuovo la scelta del punto di vista, nella fotografia di un interno italiano [16], a caratterizzare una modalità di percezione del rapporto tra spazio interno ed esterno, tra l’ombra della sottile sfocatura del volume interno e la solare lucentezza dell’esterno acceso dalla luce mediterranea. L’attenzione che Kahn riserva alla soglia e che come egli ben osserva, nell’architettura antica assume una consistenza di spazio tridimensionale, in alcuni schizzi che raffigurano antiche rovine romane diventa addirittura paradigmatica: i paramenti murari, per mezzo di un’alternanza di luci e ombre, travalicano la loro natura di diaframma bidimensionale a favore di una plasticità che prefigura una volontà di spazio. In un primo schizzo Kahn ritrae un muro in laterizio costruito con la tecnica ad archi di scarico, solcato da una serie di aperture di diversa forma e misura, la cui profondità è evidenziata dalla spessa ombra tracciata a carboncino [17]. Come osservato da Maria Bonaiti il disegno condensa in pochi essenziali tratti «il lascito della lezione romana»22 che si sostanzia nella forza del muro e nella potenza del chiaroscuro. In un secondo schizzo che ritrae un interno con statua, attribuito al periodo di permanenza in Egitto, ma più verosimilmente riferito ad un interno di una rovina romana, ancora una volta gli effetti della luce evidenziano il concatenarsi degli spazi, le relazioni e i contrasti tra zone in ombra e zone illuminate [18]. 36
LA LEZIONE DEI VIAGGI
13. George E. Patton, Interno del Partenone, Atene, Grecia, 1951, diapositiva, AAUP, Louis I. Kahn Collection, University of Pennsylvania and Pennsylvania Historical and Museum Commission, (030.V.F3.10).
IL SECONDO VIAGGIO IN EUROPA (1950 - 1951)
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INDIAN INSTITUTE OF MANAGEMENT, AHMEDABAD, INDIA
Nel 1962 Kahn fu chiamato dal governo del Pakistan per realizzare il complesso di edifici per la Capitale Nazionale legislativa dell’est Pakistan, l’attuale Bangladesh, a Dacca (oggi (1962 - 1974) Sher-e-Bangla Nagar). Nello stesso anno fu coinvolto dall’architetto indiano Balkrishna Doshi nella progettazione dell’Indian Institute of Management ad Ahmedabad, in India, commissionato dal National Institute of Design (NID). Già dal 1961 l’architetto aveva progettato un edificio religioso per la comunità ebraica di Philadelphia, la sinagoga Mikveh Israel, dove aveva portato alle estreme conseguenze la ricerca sulle strutture cave, come pozzi di luce per l’interno, creando delle torri cilindriche che fungevano da stanze-finestra che circondavano l’intero perimetro del santuario. Il progetto, che rimanda agli schizzi eseguiti da Kahn ad Albi, non fu mai realizzato. È proprio nelle esperienze legate ai paesi asiatici che Kahn riuscirà a realizzare in modo pienamente maturo un sistema di spazi di transizione tra interno e esterno dell’edificio completamente integrato alla struttura. Lo stesso Kahn, descrivendo l’edificio scolastico per l’Indian Insitute of Management nel corso di una conferenza tenuta a Yale nel 1963 e successivamente pubblicata sulla rivista dell’ateneo nel 1965, afferma come la soluzione ricercata in India per introdurre la luce all’interno dell’edificio appaia migliore di quella proposta a Luanda: “là ho posto un muro di fronte per schermare il sole e modificare il riverbero luminoso, mentre qua la soluzione è parte integrante”24. Le difficili condizioni climatiche del sub-continente asiatico spingono Kahn ad indagare ogni possibile soluzione per controllare e modulare gli elementi naturali attraverso lo spazio della soglia. A tal proposito come per Le Corbusier25, anche per Kahn la conoscenza del luogo e delle sue tradizioni sono di fondamentale importanza, come conferma Doshi, parlando di Kahn: “egli ha studiato INDIAN INSTITUTE OF MANAGEMENT, AHMEDABAD, INDIA (1962 - 1974)
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DI ALCUNE OPERE E PROGETTI
41-42. Louis I. Kahn, dormitori dell’Indian Istitute of Management di Ahmedabad, foto © Cemal Emden.
INDIAN INSTITUTE OF MANAGEMENT, AHMEDABAD, INDIA (1962 - 1974)
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50. George E. Patton, Interno di un colonnato, Atene, Grecia, 1951, diapositiva, AAUP, Louis I. Kahn Collection, University of Pennsylvania and Pennsylvania Historical and Museum Commission, (030.V.F3.13). 51. Louis I. Kahn, Doppio spazio deambulatorio del Suhrawardy National Hospital, Dhaka, 1974, diapositiva, AAUP, Louis I. Kahn Collection, University of Pennsylvania and Pennsylvania Historical and Museum Commission, (030.V.E.17.19).
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LO SPAZIO DELLA SOGLIA: CONCLUSIONI
LO SPAZIO DELLA SOGLIA: CONCLUSIONI
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