Progettare antico pensare contemporaneo

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INDICE


INTRODUZIONE

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Il progetto inter-storico tra scienza urbana e invenzione architettonica. Archeologia, tipo, museo, città Orazio Carpenzano

PROGETTO ARCHEOLOGICO

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Trama urbana, emergenze monumentali Per un’archeologia contemporanea PROGETTARE NELLA STORIA

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Per l’antico, su l’antico, con l’antico Progettare per l’antico Progettare su l’antico Progettare con l’antico LA CITTÀ STORICA DI KROTON

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Progettare con l’antico: due architetture F Carlo Moccia, Torre del porto F Gianfranco Neri, Fronte a mare sul porto APPENDICE

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3 x 2 Progetti di archeologia contemporanea Progetti per l’antico F Riconfigurazione del Torrione di Forio F Recupero di Santa Maria delle Grazie a Fiaiano Progetti su l’antico F Ricomposizione della torre di Sant’Angelo F Craco, da città fantasma a città spaziale Progetti con l’antico F Rigenerazione del porto d’Ischia F Un tempio moderno a Cordoba

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

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INTRODUZIONE

Il progetto inter-storico tra scienza urbana e invenzione architettonica. Archeologia, tipo, museo, città Orazio Carpenzano

È dalla notte dei tempi che il progetto di archi- H D. Fiori, C. Floris, F. Gallo, Progetto di tettura, oltre a occuparsi di nuovi manufatti, offre un sistemazione della via dei apporto significativo all’esistente intervenendo sul Fori Imperiali e dell’area Tempio della Pace, costruito. Attraverso l’innesto del progetto, edifici di del Laboratorio di Sintesi epoche passate o manufatti archeologici riappaiono Finale in Progettazione Architettonica e Urbana, sulla scena urbana e ci interrogano sul loro destino. prof. O. Carpenzano, tutor Sappiamo che le fonti e i dati dell’archeologia sono F. Balducci, a.a. 2019-20. molteplici: tra essi, quelli più importanti arrivano dalla Terra che li ha custoditi. Gli ambiti del rinvenimento testimoniano la presenza dell’uomo attraverso tracce più o meno consistenti che, attraverso accurate ispezioni, consentono talvolta di procedere a ricognizioni sistematiche. Nei luoghi di scavo, l’applicazione di tecniche di analisi spaziale permette di fornire importantissime indicazioni sull’assetto morfologico e paesaggistico di alcuni siti dell’antichità. È così che riappaiono paesaggi e strutture insediative, manufatti ed ecofatti e, soprattutto, si costruiscono i documenti, ossia quelle informazioni utili a elaborare ipotesi ricostruttive che contemperano l’uso di fonti materiali con il supporto di fonti scritte (leggi, iscrizioni, epigrafi, opere letterarie e narrative, ecc.), fonti iconografiche (disegni) e poi, certamente, parte delle testimonianze orali. Insomma, se scoprire il manufatto richiede alcune competenze, conservarlo e comunicarlo al pubblico, innestandolo nella vita contemporanea dei territori e delle città per trasferirlo nel più ampio concetto del Patrimonio, richiede ulteriori e diverse capacità. I legami di un luogo con la Storia possono evidentemente affievolirsi, ma le relazioni di senso e di forma che connettono edifici o città di epoche diverse,

Introduzione

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PROGETTARE NELLA STORIA

Progettare con l’antico

Progetto con l’antico sottintende la possibilità di H Carlo Aymonino, Colosso, Roma, 1982-84. istituisce un confronto paritetico tra reperti storici e nuovo intervento. Tale rapporto può assumere connotazioni dialettiche, all’interno di un dialogo che prevede il misurarsi di passato e presente in termini attivi, anche in presenza di rilevanti distacchi temporali, dimensionali e strutturali tra le parti. Questa procedura, fatta propria dagli artefici del Rinascimento e giunta con differenti accentuazioni a Giovanni Battista Piranesi e all’Illuminismo, è stata recuperata in periodo fascista con forti asserzioni strumentali, per poi essere progressivamente accantonata fino a diventare impraticabile, soprattutto a partire dagli anni Settanta del secolo trascorso. Si è soliti affermare che il flusso della continuità storica che ha segnato il corso millenario delle vicende umane si è interrotto con la nascita e lo sviluppo della disciplina archeologica e con la conseguente diffusione di una visione idealizzata del passato. L’esaltazione dei criteri estetici nel giudizio sull’antichità rispetto a quelli storici, ovvero la considerazione dei reperti antichi innanzitutto come documenti illustrativi, più che come strumenti di civiltà e cultura, ha diffuso un sentimento dolente della loro “inarrivabilità”; una condizione esemplarmente espressa dal celebre disegno di Johann Heinrich Füssli La disperazione dell’artista davanti alle rovine antiche. La frattura che ne è conseguita ha favorito la diffusione di uno stato di soggezione del nuovo rispetto all’antico, come effetto della percezione di una sua inadeguatezza. Il passato, che i classicisti avevano eletto a mito rassicurante e positivo, come un modello valido anche per il presente, dagli artisti romantici in poi è stato visto come un mondo grandioso ma irrimediabilmente perduto, che lasciava spazi minimi di lavoro. Questo sentimento di frustrazione e impotenza, con i dovuti aggiornamenti, è giunto fino ai tempi attuali.

Progettare con l’antico

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LA CITTÀ STORICA DI KROTON

F Carlo Moccia Torre del porto

Una torre sul mare, collegata alla terraferma da un Carlo Moccia, Torre del porto, 2006; con porticato, prevede di riqualificare l’area dell’ex depo- Alessandra Dentamaro, sito carburanti, sul luogo di congiunzione tra il por- Calogero Dentamaro, Oricchio, Porzia to vecchio e quello nuovo di Crotone, per ospitare il Lucia Pietrantonio, Cecilia G. nuovo Museo d’arte contemporanea. Susca. La ristrutturazione del water-front fornisce una risposta a due problemi principali che riguardano l’identità del Mediterraneo: la capacità di pensare la città come un insieme organico e l’utilizzo della pietra come suo materiale identitario, dotato di una propria disciplina costruttiva. L’ipotesi progettuale prevede l’edificazione di una torre che richiama la presenza dei bastioni del castello, all’interno di un sistema di architetture che discende fino al porto. Questo sistema architettonico è collegato, proprio sull’area occupata dal deposito di carburanti, da un lungo porticato concepito come l’elemento di accesso al Museo di arte contemporanea ospitato nella torre, al di là del molo foraneo, proiettata sul mare aperto, quale punto di riferimento per i naviganti, come il mitico faro di Alessandria d’Egitto e il frontone del tempio di Hera Lacinia a Capo Colonna.

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Progettare antico pensare contemporaneo


Progettare con l’antico: due architetture

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APPENDICE

3 x 2 Progetti di archeologia contemporanea

Un architetto operante ha il dovere di far seguire alle ipotesi teoriche elaborate dalla lettura del lavoro di altri autori, una presa di posizione attraverso i propri progetti. L’autore del presente testo non si sottrae a tale “obbligo“, ma lo assume per verificare quanto enunciato, nella convinzione che proprio da tale verifica possano derivare nuove idee e, perché no, emergere contraddizioni utili anche a correggere la rotta nel prosieguo del proprio lavoro. A partire da tale convincimento, si vogliono presentare sei progetti, elaborati in tempi e occasioni diverse, che hanno in comune una lettura del rapporto antico/nuovo basata sui termini di un’architettura che non si assoggetta al ruolo di semplice supporto di ciò che le preesiste, ma che assume su di sé gli oneri e i rischi nel denunciarsi come una Opera, con pari dignità di quelle del passato. In particolare, i sei progetti qui presentati sono inquadrati nelle tre categorie enunciate – progetti per l’antico, progetti sull’antico, progetti con l’antico –, al fine di verificare come tale classificazione possa produrre applicazioni differenti alle diverse scale dimensionali e tematiche.


PROGETTI SU L’ANTICO

F Ricomposizione della torre di Sant’Angelo Antonello Monaco, Ricomposizione della torre, Sant’Angelo (Napoli), 2001; con Jesús Iniesta del Oro.

I resti murari angolari della torre antica, sconquassati da remoti eventi bellici e abbandonati sulla vetta del promontorio proteso sul mare, sono ricomposti nel progetto in maniera figurata: non più a definire l’originario volume chiuso e compatto, ma a conformare una struttura aperta, costituita da quattro settori angolari rivolti verso l’esterno e proiettati sul vuoto panoramico. L’apparato spaziale, governato da una chiara geometria proporzionale, è costituito da due sistemi: un cubo basamentale cavo, in cemento armato, che affonda nel terreno per 74

radicarsi al luogo, contenente gli elementi di comunicazione verticale; quattro settori angolari in acciaio, sollevati dal suolo per definire altrettanti settori panoramici sospesi nel vuoto e rivolti verso i quattro punti cardinali. L’insieme definisce un meccanismo spaziale dinamico, una sorta di girandola esposta ai venti e alle intemperie, come un nuovo segnale che domina il territorio. O una postazione di osservazione del paesaggio che conferma l’insita vocazione delle torri costiere, quali presidi di controllo ambientale.


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