PRESENTAZIONE
A cavallo tra il XIX ed il XX secolo, le grandi capitali europee comin ciano a diventare città di servizi, perché i loro assetti economici si fondano sulle infrastrutture che offrono, e che da una parte devono soddisfare la domanda interna dei loro cittadini, e allo stesso tempo sono legate a un ruolo competitivo e di immagine, che proprio l’affermazione della metro poli impone nello scenario nazionale ed internazionale. Roma, nel tenta tivo di diventare metropoli attraverso la designazione a Capitale, può fare affidamento non solo sul prestigio della sua storia antica e recente, ma anche e soprattutto sul patrimonio che contiene, e certamente in forma più compiuta rispetto ad altre capitali come Londra, Parigi o Vienna.
La nuova capitale d’Italia deve affrontare un cambiamento molto complesso e radicale, e cercare di trasformarsi il più rapidamente pos sibile da città burocratica e industriale a città di servizi. Questo è un momento cruciale per la storia di Roma, in cui cambiano molte cose, a partire dal suo rapido incremento demografico, che porta la città a raddoppiare la sua popolazione in pochi decenni1. Un nuovo paradigma sostiene la definizione e la gestione delle funzioni pubbliche statali e cit tadine, tra le quali quella degli impiegati laici, che sono la conseguenza diretta di una organizzazione liberale dello stato. A questi poi si associa no, come fa notare Italo Insolera, i muratori di origine contadina, diret tamente connessi all’organizzazione speculativa dell’urbanizzazione. E di conseguenza il suo tessuto abitativo centrale riservato alle élite è in qualche modo esposto ai giochi della rendita e del capitale finanziario. E nel cuore della città “…la speculazione convenzionata raggiunse qui guadagni inimmaginabili nelle altre città europee e divenne l’unico stru mento di ampliamento e di trasformazione della città”2
Interessante notare che Roma assume subito il ruolo di luogo di in vestimento e di insediamento della nuova classe dirigente borghese, tra clero e aristocrazia.
7PRESENTAZIONE ORAZIO CARPENZANO
38 IL PALAZZO DEL MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
39I TRE EDIFICI PER L’EDUCAZIONE NAZIONALE
del ministro delle Finanze Quintino Sella a cui è dedicato il monumento di Ettore Ferrari. Dopo la realizzazione delle prime sedi lungo l’asse che unisce porta Pia al Quirinale, luogo ricco di valenze simboliche per la nuova nazione, una seconda serie di edifici per la pubblica amministra zione aveva trovato collocazione in diverse zone della città14, a seguito di una complessa istruttoria compiuta dalla commissione Peano (191011)15. Gli incarichi di progettazione affidati direttamente dal Ministero dei Lavori Pubblici erano assegnati ai più affermati esponenti della scena professionale e culturale romana. Tra gli altri viene varata la realizzazio ne del ministero degli Interni al Viminale commissionato a Manfredo Manfredi, architetto cui era stato assegnato il completamento del Vit toriano dopo la morte di Giuseppe Sacconi, insieme a Pio Piacentini e Gaetano Koch, di quello della Marina (1914-28) tra il Lungotevere e la via Flaminia disegnato da Giulio Magni, e di quello di Grazia e Giustizia su progetto di Pio Piacentini nel rione Regola.
Gli anni Dieci sono un decennio di diverse e contrastanti tendenze del la cultura architettonica italiana. Nel 1914 mentre la rivista “Lacerba” pubblica il Manifesto dell’architettura futurista, a Roma Gino Coppedè
52 IL PALAZZO DEL MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
realizza il quartiere di piazza Mincio, un esempio di esotico eclettismo coniugato a un gusto liberty (1915-27).
Gli anni che precedono la prima guerra mondiale sono caratterizzati, nell’architettura romana, da una sperimentazione linguistica che porterà all’inizio degli anni venti a quel lessico vernacolare che è stato definito con il termine di “barocchetto”, maniera espressiva che troverà la sua massima affermazione nei quartieri giardino Aniene e Garbatella.
Un diverso orientamento rivolto a un monumentalismo celebrativo connota invece l’architettura ufficiale di Stato sia nella capitale che in aree periferiche del Regno dove la presenza dello Stato è rafforzata dalla costruzione di nuove sedi istituzionali. È il caso del complesso di edifi ci pubblici realizzati a Reggio Calabria e a Messina nella ricostruzione dopo il terremoto del 1908. Le due città dello Stretto devastate dal si sma assumono una nuova identità pubblica grazie ai progetti per i nuovi municipi, le prefetture, i tribunali, dovuti a esponenti del professionismo locale e soprattutto romano16. La costruzione di questi edifici è coeva al palazzo dell’Istruzione di Roma, per il quale viene adottato un modello di contratto desunto proprio da quelle esperienze.
53
Veduta
prospettica (Archivio di Stato di Terni, 244/5168). CESARE BAZZANI E LA VICENDA DEL PALAZZO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
PIEMONE
Ditta ing. G. Gianoli e fratello, Torino. Lavorazione meccanica di graniti e pietre dure stabilimento a Crusinallo, cave al lago maggiore.
LOMBARDIA
Impresa di Anacleto Cirla e Figli (A. Cirla& F.), Milano. Cave e laboratori di Graniti. Casa fondata nel 1847.
Ditta G.B. Tanzini, Milano.
Fornitura vetro
Ditta Francesco Villa di Angelo Bombelli& C., Milano. Società per le costruzioni in ferro.
VENETO
Ditta di Venini e C., Murano. Vetri soffiati muranesi
LIGURIA
Giovanni Prini, (Genova, 1877 –Roma, 1958) scultore, decoratore e illustratore.
TOSCANA
Bernardo Morescalchi (Carrara, 1895-Antignano, 1975), scultore, medaglista.
Ditta Pasquale Franci, Siena. Lavori artistici di ferro battuto Volterrano Volterrani, detto Narcisio (Carrara, 1891-Roma, 1963), scultore. Gino Mazzini (Siena, 1878-Roma, 1954), scultore.
EMILIA-ROMAGNA
Ernesto Vighi (San Secondo Parmense, 1894 – Parma, 1950), scultore.
MARCHE
Giuseppe Tonnini (Loreto, 1875Roma, 1954), scultore.
LAZIO
Società cooperativa “Arte Nuova”, fra muratori, stuccatori ed affini, Roma.
Società anonima cooperativa “Unità” tra stuccatori muratori ed affini, Roma.
Cooperativa artistica, stuccatori, muratori “Ars et Labor”, Roma
Impresa Umberto Morelli, Roma
Ditta Mazzini & Cordoni, Roma
Impresa Arcieri Ernesto, Roma
Ditta Luigi Bucci, Roma
Impresa Cav. Ernesto Prosperi, Roma
Impresa Luigi Pettinelli, Roma
Impresa Martinetti e Bondani, Roma
Publio Morbiducci, (Roma, 1889Roma, 1963), scultore
Società anonima cooperativa “Jacopo Vassalletto”, Roma. Fra operai lavoratori in marmo ed in ogni altro genere di pietra. Costituita il 23 ottobre 1900
Fonderia Artistica Caldarelli &Ridolfi, Roma.
80 IL PALAZZO DEL MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
Distribuzione geografica e tipologia delle ditte e delle maestranze coinvolte nella costruzione del palazzo del Ministero della Pubblica Istruzione (R. Leone).
1. Roberta Tessitore, Per una storia della costruzione del Palazzo della Pubblica Istruzione, in Il palazzo dell’istru zione. Storia, arte identità culturale, “Annali dell’istru zione”, 1-3, 2005, pp. 3-58, in part. p. 24.
2. Sull’architetto si veda Mario Manieri Elia, Bazza ni, Cesare, in “Dizionario Biografico degli Italiani”, Treccani, Roma, 1970, vol. 7; Loretta Mozzoni, Angela Montironi, Un architetto del Ventennio: Cesare Bazzani, Grafiche D’Auria, Ascoli Piceno, 1985; Michele Giorgini, Valter Tocchi (a cura di), Cesare Bazzani: un accademico d’Italia, Electa/Editori Um bri Associati, Perugia, 1988.
3. Va sottolineato che per il Palazzo del Ministero della Pubblica Istruzione, grazie al contributo del MIUR (si veda nota 1 di pag…), sono state finanziate varie borse di collaborazione che han no portato al coinvolgimento di giovani architetti, in particolare: l’arch. Paolo Marcoaldi per l’or ganizzazione della documentazione d’archivio e il ridisegno di opere con riferimento ad architetti del primo Novecento a Roma; l’arch. Gabriele Tedesco per la ricerca storico-archivistica sul can tiere di costruzione del Palazzo del MIUR, opera di Cesare Bazzani, con specifico riferimento al les sico ed allo studio dei cementi decorativi; l’arch. Rossella Leone per la ricerca relativa ai materiali e alle tecniche costruttive delle opere architettoni che di Bazzani; l’arch. Valentina Mancini per l’or ganizzazione della documentazione grafica d’ar chivio e il ridisegno degli elaborati grafici relativi al palazzo del MIUR (piante, sezioni, sezioni-pro spetti, prospettive, assonometrie e particolari); l’arch. Riccardo Bulzoni che ha curato il regesto della documentazione sul palazzo, conservata nell’Archivio di Stato di Roma, e ha intrapreso il ridisegno di alcuni elaborati di Bazzani. Inoltre, va precisato che le ricerche degli architetti Tede sco, Leone e Mancini sono state coordinate dal Prof. Antonio Russo. Infine, grazie alla collabo razione tra il MIUR e la Facoltà di Architettura, è stato possibile sviluppare sul Palazzo del MIUR due tesi magistrali in Architettura UE, discusse nell’a.a. 2019-2020, dal titolo: 1) Il Palazzo del Ministero della Pubblica Istruzione: dalla ricerca storica al progetto di valorizzazione (relatori Prof. N. Santopuoli, Prof. O. Carpenzano; correlatore arch. G. Tedesco; laureanda Valentina Mancini); 2) Riqualificazione energetica di un edificio mi nisteriale (relatore Prof. F. Mancini; correlatore Prof. N. Santopuoli; laureanda Iris Jaupi).
4. Roberta Tessitore, op. cit., p. 21.
5. Ivi, pp. 49-55, dove è riportato tra gli altri il giu dizio critico nei riguardi dell’edificio da parte di Marcello Piacentini del 1921, quando ancora il palazzo era in costruzione.
6. Si veda per un quadro generale, Gian Paolo Con soli, Susanna Pasquali, Roma: l’architettura della capi tale, in Amerigo Restucci (a cura di), Storia dell’ar chitettura italiana. L’Ottocento, Electa, Milano, 2005, pp. 230-271, in part. pp. 252-256 e nota 117 alle pp. 268-269 con ampia bibliografia su Roma Ca pitale; si veda anche Roberta Tessitore, op. cit., pp. 3-20; Francesco Giovanetti, L’architettura nei ministe ri di Roma capitale, in Giovanna Tosatti (a cura di), Roma Capitale 1870-1911. I Ministeri di Roma Capitale, l’insediamento degli uffici e la costruzione delle nuove sedi, Catalogo della mostra (Roma, febbraio – marzo 1985, Palazzo Barberini), Marsilio, Venezia, 1985, pp. 79-92.
7. Gian Paolo Consoli, Susanna Pasquali, op. cit., p. 252.
8. Roberta Tessitore, op. cit., p. 25.
9. Ivi, p. 23.
10. Michele Giorgini, op. cit., p. 163.
11. Roberta Tessitore, op. cit., p. 24.
12. Si veda il saggio sul cantiere in questo volume.
13. Definite «strutture a blocchi verticali» da Rossana Bossaglia, Dopo il liberty: considerazioni sull’eclettismo di ritorno e il filone dell’architettura fantastica in Italia, in Silvana Macchioni (a cura di), Studi in onore di Giulio Carlo Argan, Bonsignori, Roma, 1984, vol. II, pp. 209-219, in part. p. 210; citata in Roberta Tessitore, op. cit., pp. 52 e 53, dove è riportata anche la critica coeva all’inaugurazione del palaz zo in cui è scritto: «la nessuna demarcazione dei piani che non giova all’organicità» delle facciate, si veda Una visita al nuovo palazzo del Ministero della P. I., in “Corriere Scientifico Letterario”, n. 11, 16 dicembre 1928.
14. Si veda il caso su progetto di Carlo Murena di scusso in Sabina Pompei Carbonara, Al crepuscolo del barocco. L’attività romana dell’architetto Carlo Murena (1713-1764), Viella, Roma, 2008, p. 66, fig. 23.
15. Sulla soluzione della sala tetrastila in generale si veda Fulvio Lenzo, Architettura e antichità a Napoli dal XV al XVIII secolo. Le colonne del tempio dei Dioscuri e la chiesa di San Paolo Maggiore, L’Erma di Bretschnei der, Roma, 2011, pp. 271-272, con bibliografia.
16. Per un quadro storico su questa soluzione si veda Natalina Mannino, Fortuna critica di un lemma archi tettonico inconsueto: il gruppo tetrastilo del duomo norman no di Palermo: prime riflessioni, in “Quaderni dell’Isti tuto di Storia dell’Architettura”, numero speciale, 2019, pp. 427-434.
17. Si veda il saggio sul cantiere in questo volume.
18. Roberta Tessitore, op. cit., p. 27.
19. Tra le prime scale di questo genere in Italia si ricorda quella della Pilotta di Parma di Simone Moschino, della fine del Cinquecento.
20. Si veda il saggio sul cantiere in questo volume.
21. Si veda il saggio sul cantiere in questo volume.
22. Un esempio a Roma di palazzo con il cortile ca ratterizzato dalle due facciate laterali uguali e le due principali diverse nel loro impaginato è il Pa lazzo della Consulta di Ferdinando Fuga.
23. Archivio di Stato di Roma (ASR), UGC, MPI, b. 980, cancelli all’ingresso principale (disegno) 8 aprile 1927; Renato Minore, op. cit., p. 4.
24. ASR, UGC, MPI, b. 975, fasc. n. 3, n. 4053, 13 agosto 1927. Stessa azienda che si era occupata della fornitura di vetrate in ferro tipo brevettato Bombelli, per gli accessi alle latrine comuni ed alle scale secondarie dell’edificio, con atto di accetta zione del 29 maggio 1925 e verbale di ultimazio ne del 10 febbraio 1926. Nel 1929 si occupò delle scaffalature in ferro per gli Archivi. ASR, UGC, MPI, b. 975, fasc. n. 3.
25. ASR, UGC, MPI, b. 975, fasc. n. 3, 3 settembre 1927.
26. ASR, UGC, MPI, b. 975, fasc. n. 3, 4 novembre 1927.
27. ASR,UGC, MPI, b. 975, fasc. n. 3, 14 novembre 1927.
28. ASR,UGC, MPI, b. 975, fasc. n. 3, 11 gennaio 1928.
29. ASR, UGC, MPI, b. 975, fasc. n. 3, 20 gennaio 1928.
30. ASR, UGC, MPI, b. 975, fasc. n. 3, 5 aprile 1928.
31.
ASR, UGC, MPI, b. 975, fasc. n. 3, 4 aprile 1928.
32. ASR, UGC, MPI, b. 975, fasc. n. 3, 25aprile 1928.
33. ASR, UGC, MPI, b. 975, fasc. n. 3, 26aprile 1928.
34. ASR, UGC, MPI, b. 975, fasc. n. 3, 7 maggio 1928.
35. ASR, UGC, MPI, b. 977, fasc. 6, n. 99, 25 agosto 1927; Monica Pignatti Morano, Progetto per l’illu minazione del Palazzo. Catalogo dei corpi illuminanti, in Gabriele Borghini (a cura di), Palazzo dell’Istruzione. Storia, arte, identità culturale, in «annali dell’Istruzio ne» (N.S. 1-3, 2005), Le Monnier, Firenze, 2005, pp. 141-142.
36. ASR, UGC, MPI, b. 977, fasc. 6, n. 99, «Perizia della spesa occorrente per la illuminazione festiva e per l’impianto dei parafulmini», 24 agosto 1927.
37. ASR, UGC, MPI, b. 977, fasc. 6, n. 99, 2051, 29 marzo1928; Monica Pignatti Morano, op. cit., p. 141. Nel settembre dello stesso anno la cooperati va veniva avvertita che uno dei due stemmi lumi nosi non funziona regolarmente. Si pregavano con la massima urgenza le riparazioni. ASR, UGC, MPI, b. 977, fasc. 6, n. 99, 11 settembre 1928.
38. ASR, UGC, MPI, b. 977, fasc. 4, 7 febbraio 1928.
39. ASR, UGC, MPI, b. 977, fasc. 4, 8 giugno 1928. All’inizio di agosto del 1927 venne fatta la richiesta da parte dell’Ufficio del genio civile ad alcune ditte di un preventivo per «due disegni riguardanti i tipi di alcuni bracci da eseguirsi per l’illuminazione festiva esterna dell’edificio» tali bracci dovevano essere eseguiti in ferro battuto, con attacchi alle pa reti previsti in bronzo, «dovendo i medesimi essere applicati nella pietra da taglio». La ditta doveva effettuare lo studio definitivo al vero dei bracci, essendo i tipi inviati semplicemente indicativi, e trasmettere lo studio unitamente al preventivo di spesa per il lavoro ultimato e completo di fiamma in vetro giallo chiaro (ASR, UGC, MPI, b. 980, n. 3849, 2 agosto 1927). La ditta senese di Pasquale Franci, rispose alla fine dello stesso mese allegando il preventivo fatto «in conformità del progetto del professor Bazzani da noi sviluppato al vero». ASR, UGC, MPI, b. 977, fasc. 6, n. 99, 31 agosto 1927. Attualmente non presenti in facciata.
40. ASR, UGC, MPI, b. 977, fasc. 4, 20 agosto 1928.
41. ASR, UGC, MPI, b. 977, fasc. 4, 3 agosto 1928. At tualmente non sono più presenti gli anelli inferiori in bronzo.
42. ASR, UGC, MPI, b. 980, fasc. 1, 20 ottobre 1928.
43. ASR, UGC, MPI, b. 977, fasc. 4, 19 settembre 1928.
44. ASR, UGC, MPI, b. 977, fasc. 4, 17 settembre 1928.
81
IL LINGUAGGIO ARCHITETTONICO E L’APPARATO DECORATIVO
Vista di scorcio dell’andito di ingresso al palazzo, posto a una quota rialzata rispetto al piano stradale, raggiungibile da due rampe carrabili disposte parallelamente ai fianchi della facciata e da una scalinata disposta perpendicolarmente in asse. È evidente il rapporto tra l’ordine ionico di semicolonne architravate che definiscono le aperture all’andito, e l’impostazione su alti piedistalli dell’ordine di paraste corinzie giganti che qualifica la parte centrale della fronte principale del palazzo, secondo lo stesso sistema di ordini “intersecati” sperimentato da Michelangelo nel palazzo dei Conservatori sul Campidoglio.
Loggia centrale posta subito sopra l’accesso all’andito del palazzo. La piccola loggia si qualifica per una maggiore definizione rispetto alle limitrofe aperture della parte centrale del corpo principale della facciata, definendo un’ulteriore gerarchia anche nell’impaginato di questa parte del palazzo.
113
ITINERARIO FOTOGRAFICO
L’ordine ionico dell’andito si qualifica per l’originale varietà e per l’evidente qualità esecutiva, in particolare: foglie e frutti d’alloro, allusivi simbolicamente alla funzione del palazzo, invadono l’echino e affiorano dalle volute. La scelta del capitello con quattro facce uguali e con volute disposte a quarantacinque gradi risolve in più punti il problema del capitello ionico angolare.
116 IL PALAZZO DEL MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
ITINERARIO FOTOGRAFICO