Collana Alleli / Research
Comitato scientifico
Edoardo Dotto (ICAR 17, Siracusa)
Emilio Faroldi (ICAR 12, Milano)
Nicola Flora (ICAR 16, Napoli)
Antonella Greco (ICAR 18, Roma)
Bruno Messina (ICAR 14, Siracusa)
Stefano Munarin (ICAR 21, Venezia)
Giorgio Peghin (ICAR 14, Cagliari)
Questo volume è stato pubblicato con il finanziamento della “Sapienza” Università di Roma (Ricerca di Ateneo 2017, Feelings and the city. Affective spaces in changing contexts, Responsabile scientifico Stefano Catucci) Responsabile scientifico per l’area torinese: Paola Gregory
ISBN 978-88-6242-784-5
Prima edizione settembre 2022
© LetteraVentidue Edizioni © Paola Gregory © Rosalba Belibani © I corrispettivi autori
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Graphic design: Francesco Trovato, Gaetano Salemi
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www.letteraventidue.com
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a cura di Paola Gregory Rosalba Belibani Il contesto emotivo di due siti deindustrializzati a Torino: Officine Grandi Motori e ThyssenKrupp Vol. 3
GREGORY
PAOLA
INTRODUZIONE
La recente pandemia globale da Covid-19, successiva a oltre un decen nio di crisi economica e sociale particolarmente grave in Italia, ha acuito esponenzialmente l’esigenza di guardare in modo diverso alle forme di vita urbana e di intervenire sui processi di cambiamento. Lo svuotamento degli spazi pubblici, sottratti alle routine della nostra quotidianità, e la paralisi di tutte le manifestazioni intrinsecamente connaturate al dinami smo della città contemporanea richiedono, più che mai oggi, un profondo ripensamento delle (seppur labili) certezze dei nostri schemi cognitivi e interpretativi dei processi in atto, di cui, pur percependo la presenza di un senso e di una direzione, non possiamo più avere un reale controllo.
Il presente studio, sebbene formalizzato solo oggi, parte diverso tem po prima dell’esplosione della pandemia, sovrapponendosi in seguito ai pesanti effetti che il virus – e forse anche il suo immaginario – ha portato nella vita di ciascuno di noi. Ciò nonostante le premesse dalle quali si sono sviluppate le nostre riflessioni (confluite nel volume collettaneo The Affective City, 2021, che ne elabora alcuni inquadramenti teorici generali) appaiono oggi ancor più pregnanti: guardare alla città come spazio affetti vo, luogo di dinamiche sociali, e non solo come espressione tangibile, de terminata, quantificabile e misurabile dei suoi aspetti fisici e tecnici, geo metrici e formali, politici e amministrativi, ci sembra un ribaltamento di prospettiva necessario per recuperare quella dimensione condivisa dello spazio vissuto, di tradizione fenomenologica, che proprio la pandemia sembra aver messo sotto scacco. Oggi molte persone vivono, più o meno consciamente, un sentimento di espropriazione e alienazione del sé che porta progressivamente a una fragilità identitaria, a una insicurezza che talvolta può anche trasformarsi in vero e proprio malessere psichico. Ciò ha incrementato un senso di paura, di isolamento, di indifferenza o anche di aggressività e violenza che può minare alla base la stessa idea di città, radicata da sempre in quel sentimento di condivisione e appartenenza che definisce la nostra individualità in relazione agli altri.
Seguendo la basilare spiegazione data da Richard Sennett (2006, p. 46), secondo cui la città (pur nel riconoscimento delle possibili differenze se mantiche e concettuali) è “un insediamento umano in cui degli estranei ten dono a incontrarsi”, ci si domanda se e come la città contemporanea – messa alla prova dalle grandi trasformazioni urbane, oltreché dall’insieme delle comunicazioni mediatiche e in particolare dei social network fortemente implementati dalle restrizioni dovute al Coronavirus – sia capace di incen tivare la nostra capacità di interazione sociale e parallelamente quale sia il grado di influenza reciproca che l’ambiente costruito può avere sulla nostra psiche, sulle nostre esperienze vissute e sui nostri processi di socializzazione.
Consapevoli di non poter offrire risposte certe e men che mai gene ralizzabili alle questioni sollevate, il metodo seguito dal gruppo di lavoro è volutamente sperimentale e non sistematico, affidato all’esplorazione
6/7INTRODUZIONE
PAOLA GREGORY
Figg. 6 – Scatti di una città sospesa: Ex-Officine Grandi Motori – Novem bre 2021 (foto di A. Nemiz, P. Gre gory, dove non indicato).
Da sinistra a destra, dall’alto in bas so: Fronte di Pietro Fenoglio su Via Damiano; Fronte di Vittorio Bonadè Bottino su Corso Vercelli (lotto sud di Via Cuneo); Vista dall’alto dell’intera area: com’era/com’è Anni’60 (CDS 5) / 2017 (Google, Data SIO, NOAA, US Navy, GEBCO, Landsat/Copernicus); Lingottino di Giacomo Matté Trucco (da Via Cuneo); Basilica di Giacomo Matté Trucco (da Via Cuneo); Inter no dell’edificio di Pietro Fenoglio (da Via Cuneo).
32/33LUOGHI DELLA DISMISSIONE TORINESE
Fig.
San Francisco
visitato il 20 Aprile
di Christian Nold, 2021, (http://www.sf.bio
ROSALBA BELIBANI
9 –
emotional map
mapping.net/,
2022)
dei partecipanti sulla loro relazione con i luoghi attraversati forniscono la necessaria integrazione e sono discussi per individuare le criticità, i problemi da affrontare con urgenza e stimolare proposte di miglioramen to. Nold è uno studioso attento all’ambiente e usa l’empatia dell’ insider, ovvero l’esperienza di coloro che vivono abitualmente i luoghi e che a questi legano la propria identità. Le mappe emozionali di Christian Nold sono il risultato cartografico di emozioni associate al territorio attraverso simboli e disegni, sensazioni, ricordi rilevati in uno spazio noto o esplo rato. Le mappe emozionali costituiscono, inoltre, uno strumento utile per progettare collettivamente bottom up una città più sostenibile.
7. La città, un paesaggio emozionale
Interessanti esperimenti di biomapping e di psicogeografia hanno ri guardato alcune città in esperienze significative e con risultati singolari.
1. La San Francisco emotional map di Christian Nold è stata realizzata coinvolgendo i cittadini e impegnandoli in una descrizione del ricordo e in discussioni proattive. La mappa è un esempio dell’utilizzo del disposi tivo BioMapping. I partecipanti sono invitati a passeggiare per la città con il dispositivo, ad annotare le descrizioni delle loro percezioni ed emozioni derivanti da stimoli esterni. Le note scritte permettono di interpretare in un secondo momento la qualità delle registrazioni del dispositivo, posi tive o negative, e di arricchire la mappa nella versione finale. Ad un pri mo livello di lettura la mappa mostra uno spazio sensoriale di esperien ze vissute dove le reazioni personali provengono da input visivi, uditivi, olfattivi e tattili. La mappa suggerisce inoltre che i luoghi siano vissuti attivamente attraverso l’interazione con altre persone. Infine, la forma e i colori che rappresentano le reazioni emotive identificano i limiti dell’ac cessibilità agli spazi pubblici (Careri, 2006).
2. Le Mappe per la città di Roma realizzate dai dottorandi all’interno di un Seminario di Dottorato in Architettura – Teorie e Progetto della Sapien za, dal titolo “Urban Innovation Center e progetto urbano: ruoli, strategie e nuove forme del progetto”, mostrano le letture emotive di parti della città. Per costruire la propria mappa i dottorandi hanno avuto il compito di per correre un’area della città al fine di rilevare luoghi e temi di progetto secon do un’analisi percettiva emotiva. Il compito assegnato ai dottorandi è parti to dalla tecnica dell’esplorazione psico-geografica, la cui sintesi consiste in:
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MAPPARE LO SPAZIO INTANGIBILE
SECONDO TRANSETTO
9. corso Principe Oddone, ore 10.25
“Spina 3” si contraddistingue per la sua figurabilità visiva cui sembra non corri spondere un’atmosfera propria. L’assen za di persone fa emergere le architetture e i loro dettagli. Gli alti isolati sono sol levati su dei plinti vegetali che separano la strada dagli ingressi alle abitazioni. Il raccordo di questi salti di quota è de mandato a una fitta geometria di rampe e scale, la cui applicazione normativa non sempre convoglia i flussi reali. Cer co un varco per andare dall’altra parte, ma mi rassegno a fare il giro, salire, at traversare il ponticello e riscendere più o meno al livello in cui mi trovavo prima.
10. Envi Park e Parco Dora, ore 10.45
l’Envi Park rompe in qualche modo la logica dello zoning vista poco fa. I bas si volumi, come zolle sollevate, lasciano emergere i percorsi per negativo. Questo diaframma volumetrico agisce effettiva mente come un punto di compressione tra la città e il Parco Dora: al percorso stretto e ombreggiato (anche dalla ve getazione) segue una vasta dilatazione sulla prateria illuminata dal sole. Vol tandomi a sinistra, il ventaglio metallico del ponte strallato mi indica la strada da seguire.
DANIELE FREDIANI
11. corso Mortara e Tettoia dello Strip paggio, ore 11.00
Superato il caotico svincolo di corso Mortara, dove alcuni irrazionali salti di quota derivano dell’emersione in super ficie di esigenze infrastrutturali sotter ranee, al centro di una vasta spianata svetta la tettoia dello strippaggio. La sua dimensione è amplificata dalla presso ché totale assenza della figura umana. La tettoia è un complesso sistema di scale e passerelle, affacci nel vuoto e svolte inat tese. La struttura ha un carattere ludico che mi invoglia a esplorarla. Dal basso arriva il fruscio di due skater lanciati in velocità sulla superficie libera del suolo.
12. parco di via Nole, ore 11.35
Una volta scavalcata via Borgaro, la pas serella sospesa che parte dalla tettoria dello strippaggio mi conduce verso una propaggine del Parco Doria, stretta tra l’ hortus conclusus di via Nole e gli alti edifici residenziali di via Val Della Tor re. Per la prima volta, in questo spazio verde intimo e protetto, compaiono fa miglie con bambini intenti a giocare sul prato. Alcuni anziani si sono ritrovati qui. L’invaso ben misurato di questo prato verde favorisce la socialità tra fre quentatori abituali. Nonostante il posto sia piacevole vado via rapidamente, sen tendomi forse un intruso.
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TOPOGRAFIE DELLA SOTTRAZIONE
FASE 3. Mappare/rappresentare
La terza e ultima elaborazione grafica, invece, rappresenta le emozioni che i cittadini torinesi nutrono nei confronti di alcuni luoghi significativi dei due quartieri Lucento e Aurora. Il principio adottato per l’interpreta zione dei dati dei questionari è stato quello del colore e del disegno grafico. L’impianto della mappa ricorda il funzionamento di una matrice: in alto, i cerchi colorati rappresentano una delle emozioni riportate nei questiona ri, da ognuno si dipanano dei filamenti che collegano l’emozione al luogo urbano verso il quale essa viene percepita. Il numero dei filamenti corri sponde al numero di volte che quell’emozione specifica è stata selezionata in relazione al luogo. Sulla sinistra, sono riportati i nomi dei luoghi e la dimensione del testo deriva dalle preferenze espresse in merito a quale fos se il luogo che si riteneva essere più rappresentativo del quartiere (cfr. cap. precedente); il colore del testo, invece, restituisce con immediatezza l’emo zione primaria prevalente associata a quel determinato luogo. Nel testo si è deciso di tralasciare l’interesse, per rendere maggiormente confrontabile la valenza (positiva/negativa) relativa ai diversi luoghi del quartiere.
STABILIMENTO OGM /Aurora
Dalla mappa emerge che il luogo considerato più rappresentativo del quartiere Aurora è il Cecchi Point_Casa del quartiere e l’emozione preva lente che suscita è la gioia associata all’ interesse.
Le emozioni suscitate dall’ex-OGM sono il disgusto e la rabbia associate alla vergogna ma anche in questo caso il livello di interesse per il luogo è ele vato. Ciò può risultare coerente con una duplice lettura del vuoto urbano: da un lato come “spazio bianco” che costituisce un’opportunità di ripen sare e ridisegnare un nuovo immaginario spaziale per il quartiere Aurora; dall’altro come “buco nero” che si presenta nella sua attuale ‘mutilazione’
EX