L’idea di unità di quartiere

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L’idea di unità di quartiere

La ricostruzione della piccola dimensione

È ormai maturo e futuribile il pensiero cellulare che riguarda la progettazione della città per cellule, nuclei, parti o unità definite, policentriche e polifunzionali. Tutta la ricchezza della tradizione passata rivolta alla piccola scala può essere messa in campo per promuovere nuove esperienze critiche e progettuali in alternativa alla prassi corrente di organizzazione della forma urbana.

MATERIALI IUAV 13

Collana edita a cura dell’Università Iuav di Venezia

Comitato scientifico

Fernanda De Maio (coordinatrice)

Silvana Annicchiarico

Emanuela Bonini Lessing

Monica Centanni

Gabriele Monti

Stefano Munarin

Luca Ortelli

Josep Parcerisa Bundò

Antonio Pizza

volume valutato nell'ambito della call di Ateneo 2023

ISBN 978-88-6242-945-0

Prima edizione maggio 2024

© Iuav

© LetteraVentidue Edizioni

© testi e immagini: i rispettivi autori

Tutti i diritti riservati

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Progetto grafico: Giulia Martimucci, Francesco Trovato, Stefano Perrotta

LetteraVentidue Edizioni Srl

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L’idea di unità di quartiere

La ricostruzione della piccola dimensione

Indice

Prefazione

Introduzione

La città cellulare

Una ossessione urbana

Conclusioni Fonti

Benno Albrecht
006 011 021 191 223 228
Iuav | Materiali
Giulia Piacenti | L'idea di unità di quartiere

La città cellulare

Il destino delle grandi metropoli preoccupa gli intellettuali interessati alle questioni urbane già a partire dall’800.

In questo secolo, gli architetti gettano le basi del pensiero cellulare a partire da ipotesi che guardano al ripristino del rapporto compromesso fra campagna e città causato dall’industrializzazione. «Ma i bambini, le donne, i lavoratori della città possono venire in campagna solo raramente. Come igienisti e utilitaristi, dobbiamo quindi portare la campagna da loro»1 – scriveva Geddes.

Si introducono i concetti di ‘breathing places’2, ‘free breathing places’3, ‘Luftreservoirs’ (serbatoi d’aria)4, ‘healthy cities’5, ‘cities of health’6, o ancora ‘rus in urbe’7, ‘rurisville’8, ‘gartenstadt’9, ‘garden city’10, ‘garden villages’11. La concatenazione semantica di questi termini denota il rapporto che intercorre fra il tema della salute e il ruolo della campagna o del giardino all’interno delle città o dei villaggi.

Nelle healthy cities così come nelle garden cities il risanamento igienico va di pari passo con un risanamento formale, e anche morale, della città, attuato attraverso l’introduzione di aree verdi di cintura (green belt) o cunei verdi (green wedges).

Questi dispositivi progettuali sono applicati in modo transcalare, alla grande e alla piccola scala. L’unità strutturale del disegno delle fasce verdi della Londra di Loudon [001.GB.1829] è adattata alla scala di Victoria [004. XX.1849] e Queen Victoria Town [005.GB.1854]; i cunei di Fritsch [014.DE.1896] sono ingranditi fino a ricoprire l’area della Grande Berlino nei progetti presentati al concorso del 1908 di Eberstadt, Mohring e Petersen [020.DE.1910] , Hermann Jansen e Josef Brix.

È l’applicazione alla piccola scala che offre maggiori possibilità di sperimentazione di uno stesso dispositivo, come si può osservare nel gruppo

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Iuav | Materiali
Giulia Piacenti | L'idea di unità di quartiere Tutte le immagini presenti in questa sezione sono inserite al puro scopo documentale.

ESEMPI

I seguenti esempi sono identificati da una stringa es.

001.GB.1829

L’anno corrisponde alla data di progetto del caso studio dedotta dai documenti scelti per illustrare i progetti o dalla data di pubblicazione dei volumi in cui sono pubblicati.

Il codice ISO 3166-1 alpha-2 indica la nazione in cui il caso studio è realizzato o immaginato. Se i progetti non sono spazialmente collocati è riportata la dicitura “XX”.

Un numero progressivo riordina i casi studio secondo l’ordine cronologico.

42 > 43 La città cellulare

001.GB.1829

002.AU.1837

John Claudius Loudon Hints for Breathing Places for the Metropolis

Colonel William Light Plan of the City of Adelaide

Il piano per la città di Londra di John Claudius Loudon (1783-1843), landscape gardener e scrittore di orticoltura, rappresenta la metropoli inglese secondo uno schema ad anelli concentrici dove fasce di campagna di mezzo miglio di spessore si alternano a fasce di città di un miglio di profondità. Le fasce inoccupate di campagna, definite “breathing places”, dettano la regola trasformativa della città esistente e rappresentano l’idea di pianificare l’ambiente a una scala maggiore, urbana e territoriale.

Il piano del colonnello William Light (1786-1839) per Adelaide e il suo satellite North Adelaide è rilevato dall’Osborn come uno dei precedenti all’idea di Howard di una cintura verde agricola inviolata attorno alle città. La città principale, a sud, e i suoi sobborghi si trovano su entrambi i lati del fiume Torrens (Karrawirra Parri) circondati e separati da un parco. Il disegno viene pubblicato nel famoso libro di Howard Garden Cities of Tomorrow (1902), e sarà successivamente fonte di ispirazione per Le Corbusier nella progettazione di Chandigarh.

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003.GB.1844

Robert Paxton

People’s Park

Il People’s Park di Birkenhead, vicino a Liverpool, viene disegnato nel 1844 da Joseph Paxton (1803-1865), architetto del Crystal Palace di Hide Park a Londra. Lo schema è una sorta di primo sobborgo giardino. Case a schiera, disposte in fila o a mezzaluna, circondano un parco centrale animato da laghi sinuosi e attraversato da strade serpeggianti carrozzabili e percorsi intimi e riservati per i pedoni.

004.XX.1849

James Silk Buckingham

Plan of a Model Town

Victoria, la città ideale disegnata dal viaggiatore e giornalista inglese James Silk Buckingham (1786-1855), è contenuta in un quadrato di un miglio di lato e nella dimensione sociale di 10.000 abitanti, superata la quale avrebbe generato colonie alla maniera di Tiro. All’interno della città l’edificato si organizza in file di edifici alternate a fasce libere che hanno funzione di strada o di spazio verde. Le fasce verdi, dove trovano posto gli edifici pubblici, hanno uno scopo che ha a che fare con la ventilazione e l’igiene e, similmente a Loudon, sono definite “free breathing places”.

44 > 45 Esempi

Plan of the City of Adelaide La cintura verde agricola progettata dal Colonnello William Light separa Adelaide dal suo satellite North Adelaide.

002.AU.1837

069.DE.1933

Walter Christaller

Organizzazione territoriale degli insediamenti

La teoria delle località centrali del geografo tedesco Walter Christaller (1893-1969), proposta nella sua tesi di dottorato del 1933 intitolata Le località centrali della Germania meridionale, descrive un modello matematico per una organizzazione territoriale distribuita ed equilibrata degli insediamenti secondo una struttura geometrica a maglia esagonale. Il modello serve ad anticipare la distribuzione dell’offerta di beni e servizi che definisce le centralità e la gerarchia delle località di una data regione o nazione.

070.US.1934

Thomas Adams

Portion of Ideal Town Showing Local Centers + Parks

Il diagramma del 1934 di Thomas Adams (1871-1940), l’architetto inglese che aveva ricostruito Hydrostone in Nuova Scozia, Canada e che aveva lavorato al piano regionale di New York, mostra una pianificazione basata sul superamento del modello della città tradizionale. Le strade principali convergono verso la scuola superiore e dividono la città in diverse unità, ciascuna delle quali contiene una serie di centri secondari. Le scuole elementari sono collocate al centro di ogni quartiere in modo che i bambini possano usare percorsi sicuri. Da queste scelte deriva il sistema pedonale di greenway che corre attraverso i quartieri invece che lungo i loro bordi.

Giulia Piacenti | L'idea di unità di quartiere

071.US.1934

Thomas Adams & Walter Baumgartner

Theoretical Pattern of a Neighborhood Unit

072.FI.1935

Eliel Saarinen

The Art of City Building

Il diagramma del 1934 di Thomas Adams (18711940) e Walter Baumgartner, uno studente della School of City Planning della Harvard University che aveva collaborato al libro The Design of Residential Areas, rappresenta uno schema astratto di neighborhood unit che indica una distribuzione teorica di aree destinate a parco e ad altro uso. La scuola si posiziona al centro del quartiere mentre le aree commerciali sono collocate ai suoi bordi, quasi a costituirne le porte, in controtendenza rispetto alla più comune localizzazione delle aree commerciali all’incrocio delle linee di traffico.

L’articolo The Art of City Building, il cui titolo evoca il più celebre volume di Camillo Sitte, presenta il metodo di Eliel Saarinen (1873-1950) per la ricostruzione delle città odierne in gruppi di piccole città. Il metodo implica in primo luogo l’analisi del passato, del presente e del possibile futuro della città; in secondo luogo la sintesi delle componenti sociali, economiche, politiche e culturali; in terzo luogo, la proiezione di un programma fisico di sviluppo futuro basato su questa sintesi. Il metodo pratico per ottenere il controllo della città futura è l’acquisto e l’uso di aree marginali alle città esistenti, progressivamente rivendute sotto condizioni imposte dal governo della città stessa che si occupa della sua pianificazione futura.

82 > 83 Esempi

città giardino di Ebenezer Howard. Alcuni valori, che da queste teorie derivano, sono ricorrenti: i 15 minuti a piedi, il mezzo miglio di raggio e una popolazione di numero compreso fra 3000 e 12.000 abitanti7 che garantiva il funzionamento della scuola elementare. Alcuni numeri compaiono già prima che si parli propriamente di neighborhood unit. Il mezzo miglio di raggio che corrisponde alla distanza percorribile in 15 minuti a piedi è una dimensione pedonale e antropomorfa di quasi tutti i centri medievali. È celebre, ad esempio, il miglio storico di Edimburgo. Il numero di 5000 è individuato invece da Kirkpatrick Sale, a partire da evidenze antropologiche delle tribù preistoriche e della società maya, come magic number, un numero ricorrente che corrisponderebbe a una dimensione desiderabile per i raggruppamenti umani8.

Lo studio della parte nelle sue dimensioni denota la messa a punto di un dispositivo tecnico di ottimizzazione. L’unità di quartiere costituisce infatti la “minima unità di organizzazione”9, ovvero il minimo insieme progettabile nella città a cui siano riconducibili tutti i ragionamenti sull’organizzazione degli aggregati maggiori.

Le questioni di tipo architettonico, urbano, ecologico, politico, amministrativo, giuridico, educativo, sociale e di vita familiare – che prima interessavano la scala della città – devono ora commisurarsi alla dimensione introdotta dalla nuova unità progettuale.

La risoluzione dell’organizzazione della piccola parte introduce un procedimento applicabile alle scale di programmazione successive, fino a un limite che resta ancora sconosciuto e che varia, come vedremo nelle tavole dei confronti di scala. Questo limite è definito “unità massima di aggregazione”10.

Giulia
| L'idea
unità di quartiere Iuav | Materiali
Piacenti
di

TAVOLE

194 > 195 Una ossessione urbana

178.RO 1960

autore: Alexandru Budisteanu, Romeo Rau

anno: 1960

unità: microraionul dimensione sociale: 40 0 0-12.00 0 abitanti

059.US.1929

autore: Clarence Perry

anno: 1929

unità: neighborhood unit dimensione sociale: 5.00 0 abitanti

053.RU.1925

autore: Nikolay Alexandrovich Miljutin

anno: 1925 unità: –dimensione sociale: –

015.GB.1898

autore: Ebenezer Howard

anno: 1898 unità: ward dimensione sociale: ca. 5.00 0 abitanti

| L'idea di unità di quartiere 2165 2165 2640 3136 3282 5949 2984 7239
Giulia Piacenti

119.SE.1945

autore: Stockholm City Planning Administration

anno: 1945

unità: –

dimensione sociale: 1 0 0 0 abitanti

160.SE.1952

anno: 1952

unità: –

dimensione sociale: cellula centrale ca. 6.30 0 abitanti

064.GB.1930

autore: Arthur Trystan Edwards

anno: 1930

unità: zone

dimensione sociale: –

045.GB.1923

autore: George Lionel Pepler

anno: 1923

unità: –

dimensione sociale: 5.00 0 - 6.00 0 abitanti

196 > 197 Città di quartieri 2640 7920 2952 5298 1366 4420 2700 7440 0 0 5 km 0 4 miles 15000 feet 10000 1/4 1/2 3/4 1 2 3 5000 1 2 3 4

Nonostante i discorsi sull’unità di quartiere autonoma e autosufficiente e del funzionamento della città per parti, gli esempi dimostrano che la costruzione della città cellulare non avviene secondo un processo di addizione di parti ma per sovrapposizione di layer successivi: prima le strade e le infrastrutture, poi i servizi e le abitazioni.

I diversi e allungati tempi di costruzione aumentano l’incidenza di modifiche in corso d’opera come la mancata realizzazione di servizi, il sottodimensionamento o la scomparsa degli spazi aperti, la realizzazione di cellule non messe a sistema con il resto dell’organismo urbano.

1. Piano di sviluppo di Karkh, Baghdad, Minoprio & Spencely & P. W. Macfarlane, aprile 1957. Archivio privato.

2. Piano di sviluppo di Russafa, Baghdad, Minoprio & Spencely & P. W. Macfarlane, gennaio 1957. Archivio privato.

Iuav | Materiali
Giulia Piacenti | L'idea di unità di quartiere

3. Piano di sviluppo per Kuwait city, Minoprio & Spencely & P. W. Macfarlane, giugno 1951. Archivio privato.

4. Piano di sviluppo dell’area C, una nuova unità di quartiere di Kuwait city, Minoprio & Spencely & P. W. Macfarlane, aprile 1952. Archivio privato.

210 > 211 Una ossessione urbana

Arezzo area 101 ha indice mq/mq 1,2

Modena area 114 ha indice mq/mq 2,1

Emilia area 131 ha indice mq/mq 1,44

Iuav | Materiali
Giulia Piacenti | L'idea di unità di quartiere Reggio
216 > 217 Fonti
Harlow - Mark Hall South area 62,7 ha indice mq/mq 0,3
MATERIALI IUAV 13 € 25

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