Gli spazi in sequenza di Luigi Moretti

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Copertina di Edilizia Moderna n. 43, dicembre 1949.


Indice 07 11 19 27 33 39 45 51 55 60

Ricostruire Milano Un nuovo modo di abitare La città che sale Il ‘rito ambrosiano’ Flessibilità di funzione Un frammento di città Sequenze cinematografiche Controllo di scala Spazio e architettura parametrica Note bibliografiche


S. (Luigi Moretti), “Ricerche di architettura. Sulla flessibilitĂ di funzione di un complesso immobiliare urbanoâ€?, in Spazio, anno 3, n. 6, dicembre 1951-aprile 1952, p. 44.


Ricostruire Milano Il bombardamento su Milano del 15 agosto 1943 da parte dell’aviazione inglese lascia più di mille morti e annienta un quarto del patrimonio edilizio esistente alla vigilia della guerra. Edifici di valore architettonico e simbolico per la città come Santa Maria delle Grazie, il Teatro alla Scala e l’Ospedale Maggiore sono seriamente danneggiati. L’obiettivo di chi lavora nella città negli anni immediatamente successivi alla guerra è quello di ricostruire, subito e meglio di prima. Una ricostruzione estesa a tutti i settori della vita della città e perseguita con la proverbiale instancabilità. Nel giugno del 1946 gli italiani hanno scelto di sostituire la monarchia con la repubblica, e i milanesi a favore sono stati più del doppio di quelli contrari. In primavera, le prime elezioni amministrative cittadine hanno portato ad una giunta DC-PSI-PCI presieduta dal Sindaco Antonio Greppi, avvocato socialista. In campo edilizio la prima emergenza spinge a dedicarsi alle situazioni meno gravi e quindi più rapidamente sanabili. Lo strumento nazionale di pianificazione è la Legge Urbanistica del 1942, praticamente non ancora applicata per il sopraggiungere della guerra, che ha reso difficile qualsiasi iniziativa edilizia ancora prima delle nuove emergenze causate dai bombardamenti. I Commissariati per gli Alloggi, istituiti nel dicembre 1944 con lo scopo di requisire gli appartamenti disponi-

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Fotogrammi da La Notte, regia di Michelangelo Antonioni, produzione Nepi Film (Roma) – Sofitedip e Silver Film (Parigi), 122’, 1961 .



Arnold BÜcklin, Die Toteninsel (L’isola dei morti), terza versione, 1883, e i volumi del complesso nello skyline di corso Italia (foto dell’autore).


Un frammento di città Più della metà della volumetria (79.000 metri cubi su una superficie di 2.100 metri quadrati) è concentrata nel fabbricato alto 48 metri, dimensione che supera quella consentita dal Regolamento Edilizio, una concessione ottenuta a conguaglio della cubatura di una tradizionale soluzione a cortili chiusi. La concessione edilizia per questo fabbricato viene presentata nel 1950 e regolarmente approvata l’anno seguente21, mentre solo il 29 novembre 1951 verrà approvato il Piano di Lottizzazione di tutto il complesso22. Il 6 maggio 1952 la Società Immobiliare Sant’Eufemia vende la proprietà alla S.p.A. “Perennia” con sede in via Rugabella 13 che, in seguito, venderà alla Società Palmolive. Viene presentata una nuova serie di disegni in sostituzione dei precedenti, e il 5 marzo dell’anno seguente viene riapprovato il Piano di Lottizzazione23. La nuova licenza24 è caratterizzata da lievi modifiche nella disposizione dei tramezzi interni e dal collegamento di quattro piani tra i due corpi A e B, in origine staccati al di sopra del primo piano, unico livello previsto inizialmente con destinazione d’uso ad uffici. Per la richiesta di un maggiore numero di uffici, nella realizzazione verranno adibiti a questa destinazione i primi sei piani sopra il terreno, lasciando i restanti sette piani superiori alle abitazioni. Nella seduta del 21 gennaio 1954 la Commissione Edilizia approva i tipi, e la licenza per costruzione di “fabbricato

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stadio a orecchie) e poi si trovino le giustificazioni di carattere scientifico44. Nell’area lombarda Moretti realizza ancora tra il 1955 e l’anno successivo una struttura in cemento armato che ospita la portineria e l’accesso al parcheggio sotterraneo della Società Anonima Pellami a Induno Olona, interessante per il disegno e la interpretazione del luogo, su una curva all’imbocco della Valganna. L’architetto degli edifici pubblici monumentali della Roma anteguerra si è inserito nell’ambiente pragmatico e professionale della Milano del dopoguerra. In questa città gestisce la considerazione che gli deriva dal suo passato da parte dei colleghi più in vista – Muzio, Ponti, Gardella – e trova consenso per la sua capacità di trattare con gli amministratori pubblici. Guido Canella ne contestualizza una “innata attitudine a conciliare la ricerca architettonica d’avanguardia a certe attese di comportamento moderno” da parte della parte più giovane e spregiudicata intellettualmente della media borghesia, dedita ad una “modernità ammiccante, allora chiamata eccentricità”45. Sta di fatto che l’abilità dimostrata con le realizzazioni milanesi nel superare i vincoli del Regolamento Edilizio rimarrà oggetto di invidia e ammirazione da parte degli architetti milanesi della generazione successiva, alla ricerca di una qualità possibile degli interventi nel tessuto della città speculativa.

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Copertina di Charles Conrad per Spazio n. 7, dicembre 1952-aprile 1953.



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