Ernesto Morales, Il giorno come la notte

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ERNESTO MORALES IL GIORNO COME LA NOTTE


ERNESTO MORALES IL GIORNO COME LA NOTTE



ERNESTO MORALES IL GIORNO COME LA NOTTE A cura di Curated by Karin Reisovรก


ERNESTO MORALES IL GIORNO COME LA NOTTE AS THE DAY SO THE NIGHT 15 marzo March 10 maggio May 2015 A cura di Curated by Karin Reisová

Organizzazione Organisation Areacreativa42 Associazione culturale

Un particolare ringraziamento a Special thanks to Laura Gaido Private Banker - Banca Generali

Sede della mostra Exhibition seat Areacreativa42 Casa Toesca via Ivrea 42, Rivarolo (Torino), Italy

Si ringraziano inoltre per l’aiuto nell’organizzazione della mostra We would also like to thank for helping in the organisation of the exhibition Stefania Ravotti e Sergio Manca

Ufficio stampa Press office Elisabetta Chiono Traduzioni Translations Davide Romano Grafica Graphics Claudio Ruffino Crediti fotografici mostra Exhibition photo credits Rocco Fatibene Elena Datrino Photostudio Crediti fotografici artista Artist photo credits Paolo Bacino Stampa Printing Lizea Arte Edizioni

AMBASCIATA DELLA REPUBBLICA ARGENTINA IN ITALIA


Sommario

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Contents

Il giorno come la notte As the day so the night Karin Reisová

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L’equinozio nella pittura di Ernesto Morales The equinox in Ernesto Morales’s painting Jennifer Raduloviç

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Dipinti Paintings

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Opere su carta Works on paper

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Biografia Biography

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Mostre Exhibitions

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IL GIORNO COME LA NOTTE K A R I N R E I S OVÁ

Avevamo deciso da mesi di realizzare la mostra e, al ritorno dal suo viaggio in Asia, Ernesto Morales ha iniziato a dipingere in modo febbrile. Ha creato le sue opere senza miei condizionamenti se non quelli legati allo spazio della Casa Toesca che le doveva accogliere. Quando i lavori sono arrivati in galleria, il progetto mostra era pronto: una raffinata sorpresa. L’ho condiviso e ci sono entrata dentro. Ho avuto cura di questa mostra come di un “unicum” e letteralmente l’ho accudita, custodita, condivisa e ne sono stata responsabile perché l’artista me l’ha affidata, affidandomi se stesso. Il progetto ha le sue basi forti ed ogni volta che lo riprendo si rivela e stupisce. Mi piace l’intelligenza creativa di Ernesto Morales, la sua sensibilità, l’emotività che genera il suo lavoro ed il rigore nel suo modo di far pittura. Inoltre in questi lavori c’è una maturità nuova. Nella mostra, a partire dal titolo, il fascino è nella rappresentazione di luoghi senza tempo, tesi all’assoluto ed il rapporto tra la complessità della vita e la tela su cui questa complessità si dispone sotto forma di segni e simboli. Il lavoro di Ernesto Morales fa parte del mio viaggio nel mondo dell’arte che è tracciato dall’aspirazione ad una autodeterminazione individuale, al di là delle mutilazioni imposte dalla società. Lavorare nel sistema dell’arte per me è credere nel lavoro di un artista e proporre opere che, pur “stando in piedi da sole”, cominciano una vera vita nell’imprevedibile gioco di interrogazioni e risposte suscitate dai visitatori; credere in un’arte che, in un contesto di complessa transizione sociale tra il dominio delle nuove tecnologie e la molteplicità dei codici culturali, va oltre alla ragione e parla direttamente al cuore e all’anima dello spettatore.

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AS THE DAY SO THE NIGHT K A R I N R E I S OVÁ

We decided to organise the exhibition months ago and, since his return from a trip to Asia, Ernesto Morales began painting feverishly. He realised his works without any impositions from myself except those related to the exhibition space of Casa Toesca where they will be shown. When the works arrived at the gallery, the exhibition project was ready: it was a pleasant surprise. I shared it and enjoyed it. I curated this exhibition as a “unicum” and I literally cared for it, preserved it, spread the word about it and I feel responsible because the artist has entrusted me with his work and himself as well. The project has strong bases and every time I reexamine it, it reveals itself and surprises me once more. I like the creative intelligence of Ernesto Morales, his sensitivity, and the emotions generated by his works, the rigor of his painting technique. There is a new maturity in these works. In the exhibition, starting from its title, it is fascinating the representation of timeless places tense toward the absolute and the relation between the complexity of life and the canvas on which this complexity finds a form with signs and symbols. The work of Ernesto Morales is part of my journey in the art world, characterised by the aspiration to an individual self determination, beyond the mutilations imposed by society. Working in the art world is to believe in the work of an artist and showing art works that, while “standing alone”, start a real life in the unpredictable game of questions and answers raised by the visitors; believing in an art that, in a context of complex social transition between the domain of new technologies and the multiplicity of cultural codes, is beyond any reason and speaks directly to the heart and soul of the observer.

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L’EQUINOZIO NELLA PITTURA DI ERNESTO MORALES JENNIFER RADULOVIC

Polveri grigie di città rarefatte, impalpabili perché in movimento, perché migranti. Notti luminescenti che squarciano l’oscurità e ombre profonde che sovrastano il giorno. Il segreto, come un arcano alchemico che si lascia intravedere solo a metà, è la luce: luce che compone le figure, luce che tratteggia i contorni, luce che brucia lo sguardo in un’atmosfera continua di aurora borealis e di crepuscolo traslucido, in una miscela primordiale che risulta inesauribile. È il crepuscolo, soprattutto. Una tensione ideale – una Sehnsucht direbbero i tedeschi – che, se non trae la propria scaturigine da nodi irrisolti, è mossa da un effluvio nostalgico, da un anelito all’infinito, da un soffio d’eternità. Il crepuscolo dura solo poco istanti: prima è ancora tramonto, dopo è già tenebra. Ci vuole pazienza per poterlo catturare nella gabbia del colore. Ma il crepuscolo è fatto di giorno e di notte, di luce e di ombra, e queste trovano l’equilibrio perfetto, il bilanciamento più equo, come in un sortilegio di ancestrale memoria, solo durante l’equinozio. Ed è appunto ispirandosi a questa congiuntura astrale, all’equinozio – che vede il giorno e la notte spartirsi con perfezione il proprio dominio di luce e oscurità soltanto due volte l’anno – che Ernesto Morales, artista argentino, nato però nella Montevideo capitale dell’Uruguay, ha composto con pazienza e riflessione le opere di questa collezione che vuole risalire alla scaturigine della cosmogonia e immortalare universi paralleli. Un ciclo pittorico straordinario, contraddistinto da una ricerca interiore profonda, un’indagine senza sosta che dalla propria individualità si allarga man mano a scrutare il mondo, la vita e le ere della storia con armonica spontaneità. E così l’equinozio, quello di primavera, diviene per Morales lo strumento interpretativo grazie al quale egli si riferisce

a una nuova rinascita, alla mitopoiesi, all’età classica in un percorso simbolico. Ma Equinozio è per il creativo bonaerense – classe 1974, con alle spalle già un solido percorso – un tema trasversale a tutta la sua produzione che annovera periodi molto differenti, ora per la prima volta in una prima sistematizzazione globale. E così, come in un’epifania di introspezione e di memoria personale, in queste tele infinite rientrano tutti i temi della ricerca di una vita: dalle fumose architetture urbane fagocitate da una nebbia diurna abbacinante, passando per le misteriose e inquietanti visioni del bosco, sino agli sgargianti paesaggi puntellati da bovini (un esplicito tributo alla sua terra, all’Argentina) per approdare alle notti di luce di galassie ricamate di stelle, di universi immensi e paciosi sotto ai quali si colgono talvolta le lievi reminescenze telluriche di strade infinite che spariscono sotto la volta ultrauranica. Ma la ricerca non finisce qui e le barriere tra dimensioni parallele si infrangono, i veti tra elementi si sgretolano sotto il pennello meta-cosmico dell’artista e, man mano, in questi oceani astrali fluttuano animali marini o sbocciano rose di luce con petali di luna. Si esprime così la pittura di Ernesto Morales, un dottorato in Arti Visive presso l’Academia de Bellas Artes di Buenos Aires – che pochi anni dopo guiderà come direttore – e l’elezione come sua residenza di Torino con la sua sensibilità culturale, gli orizzonti protesi alle Alpi e gli ampi spazi del suo atelier che è studio e fucina di creazione. L’aspetto peculiare dei suoi lavori, rigorosamente eseguiti a olio su tele di grandi dimensioni, era stata apparentemente la monocromia dentro la quale la luce, in un prestigio di creazione, riverberava soluzioni inedite, propagando il colore fino ai profili della tela, nel netto rifiuto di costrizioni spaziali, ma in Equinozio si manifesta un superamento raffi-

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nato, indice di grande maturità spirituale, prima ancora che artistica e analitica. Il colore è permeato da un allure di sconvolgente nettezza e pathos sensoriale e così si scopre che l’artista argentino si fa demiurgo e con piacere materico, quasi carnale, si dedica incessantemente per mesi, talvolta per anni, alle stesse tele che porta avanti contemporaneamente. Come un alchimista o uno speziale, le sue albe sono fatte di mortaio e pestello, di polveri e minerali che sapientemente trasforma in colori – colori unici, quindi, e autoprodotti – questi poi saranno le note della sinfonia, i numeri primi della combinazione, la formula segreta per creare il giorno e la notte. E questi colori si fondono, giocano e litigano tra loro, si inseguono e si annientano, si esaltano arroganti strato sopra strato, e si scopre così – poco alla volta, con emozione soffusa – che quel blu che brucia gli occhi in passato è stato un viola, un rosso, forse un giallo, in una continua sovrapposizione densa e materica che ha dato carne e corpo alla creazione, alla creatura. Ma sarebbe un errore cercare un elemento principale, un muro portante o un simbolo ricorrente, perché la più grande peculiarità di Equinozio è la sua attitudine corale, il rapporto dialogico a più voci che si è instaurato tra il prima e il dopo, tra l’essere e il divenire, tra i primordi e il futuribile. Ed ecco allora che il dorato – grande novità di questa collezione e pigmento di oro qui utilizzato da Morales – è un’allusione alla figura di Flora: oro che accende le stelle o si sdraia vanesio sulle tele o ne irradia i profili, ambendo all’infinito. Si ritrovano così pianoforti elegantemente seduti nei boschi e il riferimento è stavolta alla musica celeste di Pitagora, ma c’è anche l’uovo cosmico, da cui tutto si origina e la cui forma è un tributo alla perfezione, la sfera, le rondini e poi i Metamorphoseon libri di Ovidio, l’Aleph di Borges, la sezione aurea, la sequenza di Fibonacci riportata sulla tela.

E come la pittura si era composta a strati, così anche la lettura della tela si stratifica in un domino di scoperte, aprendo ventagli di suggestioni inaspettate. Il contenuto non si esaurisce in un’ammirazione unica e ogni nuova contemplazione consente di rinvenire un nuovo particolare, ma soprattutto un ulteriore punto di vista. È questo un elemento fondamentale e straordinario di Equinozio: non vi è impressa la prospettiva tracciata dall’autore, che costringerebbe lo sguardo e l’attenzione di chi osserva verso caratteri focali e di fuga decisi anticipatamente, non vi è un solo punto di luce, un solo schematico centro ideale del dipinto. La staticità è annientata a favore del moto cinetico che crea vortici, fa vibrare gli alberi, increspa il cielo, infiamma di vento la luce, ma sopratutto che fa pulsare le stelle, forse grazie alla commistione stratificata di oro e porpora. L’opera, restando in piano, scardina la bidimensionalità, si fa portatrice di un significato universale, si plasma e si piega al suo contemplatore, allo stato d’animo occasionale, alla singolare luce o alla collocazione del momento: la rosa in alto sarà il punto focale, ma poi no, si pensa essere la strada tratteggiata alla base, la scritta che corre sul fondo, la linea che si avverte a lato, forse invece è il fiore avvolto da materia rarefatta e impalpabile o l’uovo di oro e creazione appeso al cielo della notte, ma esso è giorno e non notte ed ecco che di nuovo si è capovolto il centro, si è mossa la linea… Giorno e notte non sono più separati, ma si compenetrano della stessa essenza e, seppur in nuce o in quiescenza, appaiono l’uno nell’altra in ogni momento. Il tempo perde la sua diacronicità e si assiste dal vivo alla Creazione dell’Universo. Per mezzo di una figurazione che si fa evanescente, Ernesto Morales è capace di dare riferimenti strutturali e allo stesso tempo di dissolverli,

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così l’amante del figurativo legge i suoi lavori attraverso gli stilemi figurativi e, a sua volta, il sostenitore dell’astratto li recepisce quale fonte di astrazione. Troppo semplicistico sarebbe piegarsi alla dicotomia e, infatti, l’universalismo linguistico di Morales non si ferma qui, perché mentre offre qualcosa di nuovo e originale – soddisfacendo i più intransigenti “negazionisti” della secolare tradizione pittorica che si fanno scudo con uno spasmodico inno alla novità – non rinuncia alle citazioni dotte di un illustre passato artistico. Che siano riferimenti voluti o sostrati istintuali partecipi di un inconscio collettivo di junghiana memoria, nelle tele di Morales si ritrovano le notti londinesi di John Atkinson Grimshaw, le brume germaniche di Ernst Ferdinand Oehme, gli alberi del magiaro József Rippl-Rónai. Non rinnega nulla, pertanto, l’artista argentino che non ha bisogno di creare una frattura coi paesaggisti ottocenteschi, i “surrealisti” medievali o la pittura metafisica del Novecento per produrre suggestioni inedite e personalissime. Pur inchinandosi alla tradizione, mentre cita qualcosa di antico fa sempre qualcosa di nuovo, oltrepassando la sterilità della mimesi affine a se stessa e rientrando così – fuor di dubbio – nell’arte contemporanea in senso lato, nell’innovazione, nell’avanguardismo più che postmoderno, oltre moderno, o meglio ancora metamoderno. La grande magia di

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Equinozio sta pure nella perfetta collocazione delle tele nei superbi ambienti di Casa Toesca che le hanno ospitate per questa personale: Morales, infatti, oltre ad aver dipinto le trenta opere, le ha inscritte in un preciso progetto curatoriale da lui studiato nei dettagli. Non è stato quindi adattato un materiale a un ambiente, ma esso è stato creato e collocato appositamente per fondersi con quell’ambiente, per esserne luce e guida, cuore e anima. E se è vero che l’arte è in qualche modo l’espressione più autentica dell’anima che le ha dato vita, sicuramente all’affermazione del talentuoso argentino contribuisce pure la sua personalità coniugata a un’ottima preparazione culturale e a una spiccata sensibilità intellettuale. Inneggiando alla poesia di Rilke, ritrovandosi accartocciato sulla lingua un pensiero di Borges, attento all’esoterismo di un Goethe e del suo Faust, strizzando l’occhio al tardo Medioevo di Bosch, Morales porta la mitologia, la poesia, la letteratura tutta sulla tela. E ora, dopo essersi sublimati nell’epifania cosmogonica e metatemporale di Equinozio si vorrebbe già strappare all’artista la formula alchemica della prossima serie ma non resta che attendere e vedere quale mondo, quale universo emergerà dall’oceano che è cielo e che è terra di Ernesto Morales.


THE EQUINOX IN ERNESTO MORALES’S PAINTING JENNIFER RADULOVIC

Grey dust of rarefied cities, impalpable because they’re moving, migrants. Luminescent nights that pierce obscurity and deep shadows that overcome the day. The secret, like an alchemic arcane only partially visible, is the light: light defining shapes, light drawing the outlines, light burning the eyes in an atmosphere of continuous aurora borealis and trans lucid dusk, in an inexhaustible primordial mix. It’s the dusk, mainly. An ideal tension – Germans would call it a Sehnsucht – which if it doesn’t draw its own origin from unresolved tangles, it’s moved by a nostalgic effluvium, by a yearning to the infinite, by a breath of eternity. Dusk lasts only few instants: before it’s sunset, later darkness. It takes patience to lock it in the cage of the colour. For dusk is made of day and night, light and shadow, finding perfect, rightful balance, as in a sorcery of ancestral memory, only during the equinox. Taking inspiration from this astral conjunction, the Equinox – when day and night perfectly share their dominion of light and darkness, twice a year – Ernesto Morales, Argentinean Artist, born in Montevideo, capital of Uruguay, patiently composed the works of this collection, that aims at going back to the origin of cosmogony, immortalising parallel universes. An extraordinary painting cycle, characterised by a profound personal research, a restless investigation that from its own individuality widens to scan the world, life and historical eras with harmonic spontaneity. So the Equinox, the spring one, becomes an interpretative tool used by Morales to refer to a new rebirth, to mythopoeia, to classical age in a symbolic journey. Equinox is, for the artist from Buenos Aires – born in 1974 and with a solid artistic path – a transversal theme to his entire production characterised by completely different periods, now for the

first time in a global systematisation. So, as in a personal introspective epiphany and personal memory, in these endless canvasses converge all the themes of a lifelong research: from the foggy urban architectures devoured by a dazzling daytime fog, through the mysterious and disquieting visions of woods, to the gaudy landscapes full of cows (an explicit tribute to his country, Argentina), to the nights full of the lights of star full galaxies, of limitless and quiet universes under which it’s sometimes possible to see the slight telluric reminiscences of never ending roads that disappear under the celestial vault. The research doesn’t end here though and the barrier between parallel dimensions breaks, the refusal between elements crumbles under the metha-cosmic brush of the artist and, little by little, sea animals float in these cosmic oceans or roses of light blossom moon petals. So is the art of Ernesto Morales, PhD in Visual Arts at the Academia de Bellas Artes of Buenos Aires – which he directed few years later – and the election of Turin as his residence, with its cultural sensibility, the skyline of the Alps and the wide spaces of his atelier that is a studio and smithy of creations. The peculiar aspect of his works, rigorously executed with oil on canvasses of generous dimensions, was apparently the monochrome in which light, in a prestigious creation, reverberated yet unseen solutions, spreading colour till the edge of the canvass, in a clear refusal of dimensional constraints, but in Equinox there’s a sophisticated overcoming sign of great maturity: spiritual first, then artistic and analytical. Colour is permeated by an allure of incredible clarity and sensorial pathos, so the Argentinean artist becomes demiurge and with material, almost carnal, pleasure incessantly dedicates himself for months, some-

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times years, to the same canvasses that he realises at the same time. Like an alchemist or an apothecary, his dawns are made of mortar and pestle, of mineral powders that he expertly transforms in colours – homemade unique colours then – these will then be the notes of the symphony, the prime numbers of the combination, the secret formula to create the day and the night. These colours blend, play and fight, chase and annihilate each other, arrogantly exalted layer upon layer, finding out then – little by little and with a diffused emotion – that the blue that burns the eyes used to be a purple, a red, perhaps a yellow, in a continuous dense and material overlap which gives flesh and structure to the creation, to the creature. It would be a mistake looking for a principal element though, a bearing wall or a recurrent symbol, as the main peculiarity of Equinox is its coral attitude, the multi voice dialogic relation created between the first and then, being and becoming, ancestral and futuristic. And so the gold – innovation of this collection – it’s a reference to Flora: gold lighting the stars up or lying down on the canvasses or brightening their outlines, aspiring to the infinite. Pianos, elegantly placed in the woods, can be found and the reference is to the celestial music of Pythagoras, but there’s also the cosmic egg, from which everything originates, and its shape is a tribute to perfection, the sphere, the swallows and then the Metamorphoseon libri by Ovid, the Aleph by Borges, the golden section, the Fibonacci sequence transferred on the canvass. As the painting was made of layers so the canvass reading stratifies in a dominoes of discoveries, opening fans of unexpected suggestions. The subject doesn’t deplete itself after a single observation and each new contemplation leads to the discovery of a new particular, but most of

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all of a new point of view. This is a fundamental and extraordinary element of Equinox: there’s no evidence of a fixed perspective imposed by the artist forcing the eye and the attention of the observer towards a predefined focal point, there isn’t a unique point of light, a unique ideal centre of the painting. Stillness is annihilated favouring a kinetic movement that creates vortexes, makes the trees vibrating, ruffles the sky, inflames the light with wind, but most of all makes the stars pulsating, perhaps thanks to the stratified commingling of gold and purple. The painting, being on a single plane, unhinges two-dimensionality, becomes carrier of a universal meaning, shapes itself according to its observer, to the occasional mood, to the current illumination or position: the rose at the top becomes the focal point, but then perhaps does the road sketched at the bottom, then the writing below it or the line traced close to it, perhaps the flower engulfed in rarefied and impalpable matter or the golden egg hanged at the night sky, but that is the day and not the night and again the centre has been reversed, the line moved… Day and night are not separated anymore, but they permeate the same essence and, although in nuce or in quiescence, they appear to be one inside the other at the same time. Time loses its diachronicity and we can witness the Creation of Universe. Through a figuration that becomes evanescent, Ernesto Morales is able to give and at the same time to dissolve structural references, so who loves figurative art reads his works through stylistic figures and those who support abstractionism perceive them as a source of abstraction. It would be too simplistic to bow in front of the dichotomy, so the linguistic universalism of Morales doesn’t end here, because while it offers something new and original – satisfying the more intransigent “deniers”


of the secular pictorial tradition that shield themselves with a spasmodic hymn to innovation – it doesn’t renounce erudite quotes of a wellknown artistic past. Whether they are wanted references or intellectual substrates shared by a collective unconscious from Jung, in the paintings of Morales we can find the London nights by John Atkinson Grimshaw, the German mists by Ernst Ferdinand Oehme, the trees by the Magyar József Rippl-Rónai. The Argentinean artist doesn’t deny anything then, and he doesn’t need to create a fracture with the ladscapers of the ’800, with the medieval “surrealists” or with the metaphysic painting of the ’900, to produce suggestions that are both new and personal. Even if he bows to tradition, while he refers to something old he always does something new, going beyond the sterility of the mimesis akin to itself and joining – without doubts – contemporary art in a wider sense, innovation, but more than postmodern avant-gardism it should be considered meta-modern. The wonderful magic of Equinox is also the perfect placement of the paintings in the superb exhibition space of Casa Toesca where they’ve been hosted for this personal exhi-

bition: Morales not only painted thirty paintings but he included them in a very well thought and refined curatorial project. Materials haven’t been adapted to an environment, but they have been created and placed appositively to become part of it, to be light and guide, heart and soul. If it’s true that art is in some way the most authentic expression of the soul, his personality, an impeccable cultural preparation and a bright intellectual sensibility contributed to the artistic consecration of this talented artist. Referencing to Rilke’s poetry, finding a thought by Borges lingering on the tongue, interested in Goethe’s esoteric Faust, winking to the late Middle Age of Bosch, Morales brings mythology, poetry and literature on the canvass. And now, after having been sublimated in the cosmogonist and metatemporal epiphany of Equinox, one desires to snatch the alchemic formula of the next series of this artist, but we can only wait and see which world, which universe will emerge from the ocean that is sky and earth of Ernesto Morales.

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DIPINTI PAINTINGS


Equinozio I, 2015. Olio e polvere d’oro su tela

Oil and golden powder on canvas, 120 Ă— 150 cm



Equinozio II, 2015. Olio e polvere d’oro su tela

Oil and golden powder on canvas, 120 × 150 cm



Equinozio III, 2015. Olio e polvere d’oro su tela

Oil and golden powder on canvas, 120 × 150 cm



Equinozio IV, 2015. Olio e polvere d’oro su tela

Oil and golden powder on canvas, 100 Ă— 120 cm. Collezione privata



Equinozio V, 2015. Olio e polvere d’oro su tela

Oil and golden powder on canvas, 80 Ă— 120 cm



Equinozio VI, 2015. Olio e polvere d’oro su tela

Oil and golden powder on canvas, 120 Ă— 160 cm (dittico). Collezione privata Cerrato



Equinozio VII, 2015. Olio e polvere d’oro su tela

Oil and golden powder on canvas, 60 × 80 cm



Equinozio VIII, 2015. Olio e polvere d’oro su tela

Oil and golden powder on canvas, 40 × 80 cm



Equinozio IX, 2015. Olio e polvere d’oro su tela

Oil and golden powder on canvas, 40 × 80 cm



Equinozio X, 2015. Olio e polvere d’oro su tela

Oil and golden powder on canvas, 30 Ă— 40 cm. Collezione privata


Equinozio XI, 2015. Olio e polvere d’oro su tela

Oil and golden powder on canvas, 30 Ă— 40 cm. Collezione privata


Equinozio XII, 2015. Olio e polvere d’oro su tela

Oil and golden powder on canvas, 100 × 120 cm



Equinozio XIII, 2015. Olio e polvere d’oro su tela

Oil and golden powder on canvas, 120 × 150 cm



Il delfino sul ponte, 2015. Olio u tela

Oil on canvas, 100 Ă— 150 cm



Il cigno e l’equinozio, 2015. Olio e polvere d’oro su tela

Oil and golden powder on canvas, 100 × 100 cm



La fenice e l’equinozio, 2015. Olio e polvere d’oro su tela

Oil and golden powder on canvas, 100 × 100 cm




OPERE SU CARTA WORKS ON PAPER


Equinozio XIV, 2015. Olio e polvere d’oro su carta

Oil and golden powder on paper, 35 × 50 cm


Equinozio XV, 2015. Olio e polvere d’oro su carta

Oil and golden powder on paper, 35 Ă— 50 cm. Collezione privata Private collection


Equinozio XVI, 2015. Olio e polvere d’oro su carta

Oil and golden powder on paper, 35 × 50 cm


Equinozio XVII, 2015. Olio e polvere d’oro su carta

Oil and golden powder on paper, 35 × 50 cm


Equinozio XVIII, 2015. Olio e polvere d’oro su carta

Oil and golden powder on paper, 35 × 50 cm


Equinozio XIX, 2015. Olio e polvere d’oro su carta

Oil and golden powder on paper, 35 Ă— 50 cm


Equinozio XX, 2015. Olio e polvere d’oro su carta

Oil and golden powder on paper, 35 × 50 cm


Equinozio XXI, 2015. Olio e polvere d’oro su carta

Oil and golden powder on paper, 35 Ă— 50 cm


Equinozio XXII, 2015. Olio e polvere d’oro su carta

Oil and golden powder on paper, 35 × 50 cm


Equinozio XXIII, 2015. Olio e polvere d’oro su carta

Oil and golden powder on paper, 35 × 50 cm



BIOGRAFIA BIOGRAPHY



L’artista argentino Ernesto Morales nasce nel 1974 a Montevideo (Uruguay). Inizia la sua carriera artistica a Buenos Aires, dove ha vissuto fino al 2005. Nel 2006 dopo un periodo iniziale in Francia stabilisce il suo studio in Italia, prima a Roma, e dal 2011 a Torino.

The Argentinian artist Ernesto Morales was born in 1974 in Montevideo (Uruguay). He began his artistic career in Buenos Aires, where he lived until 2005. In 2006 after a short period spent in France, he moved to Italy, first to Rome and, in 2011, to Turin.

Il suo percorso artistico internazionale lo ha portato a realizzare mostre in musei e gallerie in vari Paesi, tra i quali Stati Uniti, Italia, Francia, Germania, Spagna, Cina, Singapore, Malesia, Thailandia, Argentina, Brasile, Messico e Uruguay, Nel 2009 e nel 2010 realizza due mostre antologiche, la prima presso il Museo de Bellas Artes di Buenos Aires e la seconda presso le Scuderie di Palazzo Santa Croce a Roma (IILA, Istituto Italo-Latino Americano). Nello stesso 2010 rappresenta l’Argentina per le celebrazioni del Bicentenario della Repubblica con una grande mostra personale presso il Complesso Monumentale della Commenda di Pre’ a Genova. In tale occasione viene pubblicato il volume monografico “Il Tempo della Distanza” che raccoglie il suo lavoro in Italia. Nel 2011 la Repubblica dell’Uruguay gli dedica una mostra presso l’Istituto Cervantes di Roma. Nel 2014 realizza un ciclo di importanti esposizioni nel Sudest asiatico, a Singapore, a Bangkok e a Kuala Lumpur.

His international artistic path led him to hold several institutional and private exhibitions in countries all over the world, including the United States, Italy, France, Germany, Spain, China, Singapore, Malaysia, Thailand, Argentina, Brazil, Mexico and Uruguay. In 2009 and 2010 he held two retrospective exhibitions: the first at Museo de Bellas Artes in Buenos Aires and the second at the Stables of Palazzo Santa Croce in Rome (IILA, Istituto Italo-Latino Americano). In 2010 he represented Argentina during the celebrations of the Bicentennial with an important solo exhibition at Complesso Monumentale della Commenda di Prè in Genoa. In this occasion his book “The Time of Distance”, a retrospective of his work in Italy, was also published. In 2011, the Republic of Uruguay organised a major exhibition of his work at the Cervantes Institute in Rome. In 2014 he created a cycle of important exhibitions in Southeast Asia, Singapore, Bangkok and Kuala Lumpur.

Formazione. Dopo un intenso periodo formativo trascorso a Buenos Aires, nel 1999 ottiene il titolo di Professore di Pittura e nel 2005 il Dottorato in Arti Visive presso l’Academia de Bellas Artes. Dal 1999 al 2006 insegna Pittura e Storia dell’Arte LatinoAmericana presso l’Universidad de Buenos Aires, e svolge l’incarico di Direttore dell’Academia de Bellas Artes de Buenos Aires.

Formation. After an intense formative period in Buenos Aires he obtained the title of Professor of Fine Arts in 1999 and a Ph.D. in Visual Arts at the Academia de Bellas Artes in 2005. From 1999 to 2006 he taught Painting and Latin American Art History at the Universidad de Buenos Aires, and was nominated Head of the Academia de Bellas Artes of Buenos Aires.

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MOSTRE PERSONALI SOLO EXHIBITIONS

2015 Il giorno come la notte, a cura di Karin Reisovà, Casa Toesca Areacreativa42, Torino, Italia. Astrolabio da viaggio, Andrea Ingenito Contemporary Art, Milano, Italia.

Il tempo della distanza, Galleria Russo - Asso di Quadri, Milano, Italia. Project room, Galleria Raffaella De Chirico Arte Contemporanea, Torino, Italia. Cielos italianos, Espacio Ayala&Suarez, Buenos Aires, Argentina. Viajes, testo critico di Luciano Caprile, Marina Genova Aeroporto, Genova, Italia.

2014 Path towards the East, ArteExpo 2014, Kuala Lumpur. Invisible Bridges, Sabiana Paoli Art Gallery, Forme Art, Singapore. Oblivion, Studio Gebbia e Bortolotto, Areacreativa42, Torino, Italia.

2010 Genova Buenos Aires - Le città dei ritorni, testi critici di Massimo Sgroi e Luciano Caprie, Complesso Monumentale della Commenda di Pre’, Genova, Italia. Tiempos migrantes, per il Bicentenario della Repubblica Argentina, testo critico di Lorenzo Canova, Scuderie di Palazzo Santacroce IILA, Istituto Italo Latino Americano, Roma, Italia. Vacas Migrantes, Galleria Interno Ventidue Arte Contemporanea, Roma, Italia.

2013 Nebulose - Ut pictura poesis, a cura di Chiara Canali, Hernandez Art Gallery, Milano, Italia. Otherness, a cura di Massimo Sgroi, Galleria Art & Co, Caserta, Italia. Il fantastico differente, a cura di Massimo Sgroi, L’Art Gallery, Parma, Italia. 2012 En el bosque, Spazio Darc con Interno Ventidue, Il Sole Arte Contemporanea, Roma, Italia. El otro, el mismo, a cura di Chiara Canali, Hernandez Art Gallery, Milano, Italia. En el sueño de Polifilo, testo critico di Roberto Mastroianni, Galleria Raffaella De Chirico Arte Contemporanea, Torino, Italia. Desde el tiempo, Espacio Ayala&Suarez, Buenos Aires, Argentina. Mari migranti, a cura di Marzia Capannolo, Castello di Rapallo, Rapallo, Italia. 2011 Vientos del exilio, Per il Bicentenario della Repubblica dell’Uruguay, Istituto Cervantes, Roma, Italia.

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2009 Ciudad de memorias, testo critico di Victor Fernandez, Museo de Bellas Artes Benito Quinquela Martin, Buenos Aires, Argentina. 2008 Le città dell’esilio, testo critico di Lorenzo Canova, Galleria Il Sole Arte Contemporanea, Roma, Italia. Città ritrovate, Pisa e Buenos Aires, testo critico di Lorenzo Canova, Palazzo Fiumi e Fossi, Pisa, Italia. Identidades, Galleria Palazzo Mazzatosta Arte Contemporanea, Viterbo, Italia. La città della distanza, testo critico di Gianmaria Nerli, Spazio Odradek, Roma, Italia. L’identità ritrovata, Angelo Mai, Roma, Italia. La città della distanza, Galleria Picagallery, Napoli, Italia. Sguardi sostenibili: San Potito, Comune di San Potito, Caserta, Italia.


2007 Despertares, Minimalismo Italiano, Roma, Italia. Al Infinito, Istituto Cervantes, Milano, Italia. Sogni Urbani, testo critico di Lauretta Colonnelli, Galleria Il Sole Arte Contemporanea, Roma, Italia. Le città, Spazio Guazzolini, Roma, Italia. Al Infinito, Università per Stranieri di Siena, Siena, Italia. L’America, Studio Enrico Pulsoni, Roma, Italia. Tango, Circolo Arca, Roma, Italia. 2006 Al Infinito, Centre Culturel Bellegarde, Toulouse, Francia. Al Infinito, Ambasciata Argentina, Roma, Italia. Al Infinito, La Maison d’Americhe Latine, Parigi, Francia. Paintings, Università di Bologna, Bologna, Italia. Al Infinito, Regione Piemonte, Torino, Italia. L’America, Cultura y media, Centro Cultural General San Martín, Buenos Aires, Argentina. Paintings, Fondation Argentine de la Cité Internationale Universitaire, Parigi, Francia. Al Infinito, L’IHEAL Istituto Superiore sull’America Latina, Parigi, Francia. L’America, Université de Pau et des Pays de l’Adour, Bayonne, Francia. L’America, Università Maimónides, Buenos Aires, Argentina.

2004 Flores y Cartografias, Centro Cultural Gral. San Martín, Buenos Aires, Argentina. Fotopinturas, Ragonza Art Gallery, Buenos Aires, Argentina. Itinerarios urbanos, Galeria Spacio Giesso, Buenos Aires, Argentina. 2003 Espejos ausentes, Galeria Spacio Giesso, Buenos Aires, Argentina. Huellas sonámbulas, Galeria Pabellón IV, Buenos Aires, Argentina. Despertares, Espacio Bs. As. News, Buenos Aires, Argentina. Pinturas, Galeria Geba, Buenos Aires, Argentina. 2002 Identidades, Centro Cultural Recoleta, Buenos Aires, Argentina. Señales invisibles, Casa della Provincia di Salta, Buenos Aires, Argentina. 1998-2001 Intersecciones, Galleria Humberto Primo, Buenos Aires, Argentina. Orillas, Galleria Sur, Buenos Aires, Argentina. Miradas urbanas, Galleria Espacio de Arte, Buenos Aires, Argentina. Signos de ciudad, Galleria Sur, Buenos Aires, Argentina. Murales in spazi pubblici urbani, Argentina.

2005 Rituales de la memoria, Museo de Bellas Artes, Salta, Argentina. Movimiento, Centro Cultural Recoleta, Buenos Aires, Argentina. Rituales de la memoria II, Museo de Bellas Artes Irureta, Tilcara, Argentina.

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MOSTRE COLLETTIVE GROUP EXHIBITIONS

2015 Il porto nascosto - Art City, Arte Fiera - Palazzo Baraccano, Areacreativa42, Bologna, Italia. Arte Genova - Art Fair, Andrea Ingenito Arte Contemporanea, Genova, Italia. NAF Napoli Arte Fiera, Andrea Ingenito Arte Contemporanea, Napoli, Italia. PaviArt - Art Fair, Andrea Ingenito Arte Contemporanea, Pavia, Italia. 2014 The pursuit of excellence, Central Embassy, Bangkok, Thailandia. Beyond the value of diversity, Aota Art, New York, Usa. La forma Attraverso, a cura di Marzia Capannolo, Palazzo dell’ex Casinò, Stresa, Italia. Dark side of beauty, a cura di Francesca Canfora, Paratissima 10, Torino, Italia. Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri, a cura di Lorenzo Canova, Aratro Museo d’Arte Contemporanea, Campobasso, Italia.

A whisper in the sound of silence, a cura di Massimo Sgroi, Museo d’Arte Contemporanea, Caserta, Italia. Affordable Art Fair, Galleria Raffaella De Chirico Arte Contemporanea, Milano, Italia. 2011 L’intreccio dei viaggi - LVI Premio Città di Termoli, a cura di Lorenzo Canova, Termoli, Italia. ArteFiera Bologna, Galleria Russo - Asso di Quadri, Bologna, Italia. Bergamo Arte Fiera, Galleria Russo - Asso di Quadri, Bergamo, Italia.

2013 Link Art Fair Hong Kong, Galleria Art&Co, Hong Kong, Cina. Amor sacro, a cura di Luca Barreca, Ex Scuderie del Castello dei Ventimiglia di Castelbuono, Palermo, Italia. A private sight, a cura di Massimo Sgroi, Museo d’Arte Contemporanea, Caserta, Italia. Ouvertures d’ateliers d’artistes, Association Chateau de Servieres, Marsiglia, Francia.

2010 Cologne Art Fair, Galleria Changing Role, Colonia, Germania. Collezione, a cura di Lorenzo Canova, Aratro Museo d’Arte Contemporanea del Molise, Molise, Italia. Concerto per Musica di Camera, Galleria Interno Ventidue Arte Contemporanea, Roma, Italia. Carte e identità, Galleria Art Sinergy, Roma, San Benedetto del Tronto - Ascoli Piceno Guastalla - Reggio Emilia, Italia. Ramificazioni, Galleria Memoli Arte Contemporanea, Milano, Italia. Linea Minima, Galleria Il Sole Arte Contemporanea, Roma, Italia.

2012 A whisper in the sound of silence, a cura di Massimo Sgroi, Palazzo Zenobio, Venezia, Italia. Contemporary Art Abroad, a cura di Massimo Scaringela, Museo di Scienze Naturali, Torino, Italia. ArtVerona, Galleria Raffaella De Chirico Arte Contemporanea, Verona, Italia.

2009 Nuovi cantieri in corso, a cura di Lorenzo Canova, Aratro Museo d’Arte Contemporanea del Molise, Molise, Italia. Dimora collettiva, Galleria Il Sole Arte Contemporanea, Roma, Italia. Across, Galleria Ingresso Pericoloso, Roma, Italia. Incontri ravvicinati, Galleria Il Sole Arte Contemporanea, Roma, Italia.

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2008 Urban, DozGallery, Milano, Italia. In pensiero, Galleria Sala Uno, Roma, Italia. Quattro, Galleria Camaver Kunsthauns, Sondrio, Italia. Big Small 2, Galleria Il Sole Arte Contemporanea, Roma, Italia. Orizzonti e frontiere, Festival Internazionale di Cinema DERHUMALC, Buenos Aires, Argentina. 2007 Contemporaneo Argentino, Hotel de Russie, Roma, Italia. Big Small, Galleria Il Sole Arte Contemporanea, Roma, Italia. Orizzonti e frontiere, Festival di cinema Crocevia degli sguardi, Torino, Italia. Al Infinito, Festival Internazionale di Cinema sull’America Latina, Toulouse, Francia. 2006 Pintura Urbana, Centro Cultural Recoleta, Buenos Aires, Argentina. Su tela, Galleria Il Sole Arte Contemporanea, Roma, Italia. El Jardín de las delicias, Galleria Murvi, Buenos Aires, Argentina. Poeticas de ciudad, Galleria Humberto Primo, Buenos Aires, Argentina. 2005 Giuria del Premio di Pittura, Museo Quinquela Martín, Buenos Aires, Argentina. Abran los paraguas, Galleria Giesso, Buenos Aires, Argentina. Voces visibles, Centro Cultural Recoleta, Buenos Aires, Argentina. 2004 Tango, Centro Cultural de la Cooperacion, Buenos Aires, Argentina. Giuria del Premio di Pittura, Museo Quinquela Martín, Buenos Aires, Argentina.

Expotrastiendas IV, Fiera di arte contemporanea, Buenos Aires, Argentina. Fiera d’arte contemporanea, Museo de Arte Moderno de Mendoza, Mendoza, Argentina. ArteBA 2004, Fiera di arte contemporanea, Galleria Transarte, Buenos Aires, Argentina. 2003 Premio di Pittura, Salón Municipal Manuel Belgrano, Buenos Aires, Argentina. Panerótica y Estrategias, Galleria Giesso, Buenos Aires, Argentina. 1° Premio di Pittura, Universidad del Museo Social, Buenos Aires, Argentina. Expotrastiendas III, Fiera d’arte contemporanea – Galleria Giesso, Buenos Aires, Argentina. 2002 Pinturas, Casa Cultural della Provincia di Salta, Buenos Aires, Argentina. Retratos perifericos, Galleria Espacio de Arte, Buenos Aires, Argentina. Crisis, Galleria Humberto Primo, Buenos Aires, Argentina. 2001 Visiones encontradas, Galleria Solido, Rosario, Argentina. Vidas perdidas, Galleria Espacio de Arte, Buenos Aires, Argentina. Sur ⁄ versión, Centro Cultural de la Cooperacion CCC, Buenos Aires, Argentina. 1998-2001 Dialogos, Universidad Buenos Aires, Buenos Aires, Argentina. Pintura joven, Galleria Bs As News, Buenos Aires, Argentina. Sin fronteras, Centro Cultural de la Cooperacion, Buenos Aires, Argentina. Desencuentros, Universidad del Museo Social Argentino, Buenos Aires, Argentina. Signos y materias, Centro Cultural Andre Breton, Buenos Aires, Argentina. Arquitecturas de ciudad, Galleria Humberto Primo, Buenos Aires, Argentina.

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L’associazione culturale Areacreativa42 è nata nel 2008 ed ha sede a Casa Toesca, nel centro storico di Rivarolo Canavese (Torino). L’impegno è di promuovere e valorizzare l’arte storica e contemporanea, con particolare attenzione alle nuove generazioni attraverso mostre, eventi, workshop, percorsi educativi e residenze d’artista. La dimora settecentesca di Casa Toesca si articola in più aree intorno ad un incantevole giardino e cinque sale espositive accolgono le mostre su due livelli della casa padronale. L’attività di Areacreativa42 si è consolidata nel tempo e all’estero, sino a giungere ad importanti collaborazioni con curatori, enti, ambasciate, istituti di cultura ed altre associazioni. Molte sono state le mostre e gli eventi organizzati in altre sedi ed in ultimo la III Edizione del Premio Internazionale Carlo Bonatto Minella (ART PRIZE CBM 2015-2016) che si svolgerà a Rivarolo, Torino, Praga e Londra.

The Cultural Association Areacreativa42 was born in 2008 and it’s located at Casa Toesca, in the historic centre of Rivarolo Canavese (Turin). The purpose of Areacreativa42 is to promote and value historic and contemporary art, with a particular attention to new generations, by creating exhibitions, events, educational paths, workshops and artist residencies. The eighteen-century house Casa Toesca is composed of several areas around an enchanting garden and five showrooms over two floors in the main house. The activity of Areacreativa42 has been consolidated during the years, in Italy and abroad, with important collaborations with curators, embassies, artistic institutions and other cultural associations. From 2010, Areacreativa42 has organised the international ART PRIZE CBM (Premio Biennale Carlo Bonatto Minella) that in its III Edition will be in Rivarolo, Turin, Prague and London.


Finito di stampare nel mese di maggio 2015 presso Lizea Arte Edizioni, Acqui Terme (Alessandria)


A R E A C R E AT I VA 42 progetti per l’arte


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