Piero Cattaneo - Riflessi materici

Page 1



Cattaneo mentre compone nell’argilla una sua lastra morfologica, 1976


Piero Cattaneo Riflessi materici Dal 19 aprile al 28 maggio 2016

Cortina Arte

Via Mac Mahon, 14 interno 7 - Milano www.cortinaarte.it artecortina@artecortina.it

Catalogo a cura di: Veronica Riva Ufficio stampa: A.C.R.C. Crediti fotografici: Archivio Piero Cattaneo Maurizio Grisa Ringraziamenti: Erica Bernardi, Alessandro Cattaneo, Marina Cattaneo Bolis, Stefano Cattaneo Impaginazione e stampa: Li.Ze.A. In collaborazione con:

Con il Patrocinio di:


Piero Cattaneo Riflessi materici

A cura di Stefano Cortina Testo critico di Claudio Cerritelli

Cortina Arte Edizioni


Piero Cattaneo, Michel TapiĂŠ, Francesca Cattaneo, Renzo Cortina, aprile 1969


Piero Cattaneo, nel segno della continuità di Stefano Cortina Due elementi costituiscono la sostanza di questa mostra: la scultura a cui da sempre la Galleria Cortina è legata e la continuità con il lavoro e la memoria di mio padre che la fondò nel 1962, cinquantaquattro anni fa. La scultura ha da sempre svolto un ruolo protagonista nelle vicende espositive della Galleria e nella mia personale crescita culturale e professionale. Da Luciano Minguzzi a Henry Moore, da Marcello Mascherini a Francesco Messina, da Lorenzo Pepe a Umberto Milani, Quinto Ghermandi, Augusto Murer, Giò Pomodoro, Carlo Ramous, Pietro Scampini, Miguel Berrocal, Novello Finotti, Maria Papa Rostkowska, Agenore Fabbri sino al recentissimo (lo scorso febbraio) Kengiro Azuma, senza scordare i pittori scultori quali Bruno Cassinari, Elvio Becheroni, Lanfranco, Ernesto Treccani, Gualtiero Mocenni, Roberto Crippa e Gianni Dova (portato da mio padre alla terza dimensione), i tanti giovani presentati in questi anni. E ho citato solo i principali. Il legno, la creta, il marmo. Ma il bronzo rimane il materiale dove la scultura può maggiormente esprimere la propria dirompente forza rappresentativa. E Piero Cattaneo, con il suo personalissimo percorso di ricerca ne è stato un grande interprete, non limitandosi alla rappresentazione figurale ma esplorando i recessi della forma e del tempo. Le sue opere sono simboli e archetipi di architetture passate fuse in un unicum oltrepassante la modernità rendendo così le sue icone tridimensionali attuali, appunti di storia tra lo ieri e il domani. Oltre a questo Cattaneo significa per me il continuum tra la Galleria di mio padre e la mia e il perpetuarsi di una stima e rispetto reciproco instauratosi tra Renzo Cortina e Piero Cattaneo nel 1969 in occasione della sua prima personale nella nostra Galleria di Via Fatebenefratelli e confermato ora da chi ne ha raccolto le eredità morali, io e la famiglia Cattaneo in special modo nella persona della figlia Marcella, storica dell’arte, conosciuta anni fa e con la quale concludiamo ora un progetto nato al tempo del nostro incontro. L’apporto della famiglia Cattaneo è stato determinante stante la cura e l’attenzione posta nel preservare e comunicare l’opera di Piero. In ultimo vorrei evidenziare un fatto importante per la Galleria. Questa è la quarta mostra, la prima postuma, di Cattaneo alla Cortina. Ognuna in una sede diversa, Via Fatebenefratelli, Verona, Piazza Cavour, Via Mac Mahon. Ciò rappresenta un piccolo record, nessun artista infatti è stato ospitato nelle quattro sedi storiche della Galleria nelle 715 mostre finora allestite. Ritengo questo un segno più che tangibile della stima che mio padre ed ora io abbiamo riposto nell’opera di questo grande artista. 7


Autoscatto 1992 davanti alla scultura Metastorie 8


Piero Cattaneo, rilievi e riflessi materici di Claudio Cerritelli

Premessa

Nel primo periodo del suo percorso di ricerca Piero Cattaneo trasforma le radici figurative dell’immagine selezionando le tensioni strutturali del corpo anatomico attraverso il trattamento essenziale della forma, sempre più autonoma dai canoni realistici. A questo processo di sintesi l’artista perviene con la pratica del disegno e l’esercizio del segno puro, strumenti di appropriazione immediata del dinamismo figurale, mezzi intuitivi per esplorare l’orizzonte della pittura e della scultura portandosi oltre i vincoli iconografici del ritratto, della figura e del paesaggio. Renzo Cortina, Francesca Cattaneo, Piero Cattaneo, Questa fase copre il lavoro di un decenGiorgio Kaisserlian alla mostra Espaces abstraits, 1969 nio (1947-1957), si tratta di un progressivo e coerente processo di disgregazione della forma come nucleo sottoposto alla trasfigurazione dei suoi tratti riconoscibili, alla destrutturazione del tessuto plastico e pittorico. Contrazioni e tensioni esprimono nuove dinamiche costruttive, schiacciamenti e torsioni della forma, modificazioni del ritmo strutturale della materia, progressive compenetrazioni tra superficie e profondità. Il volume perde la certezza dei contorni, la massa assume accenti informi, la materia vibra con stratificate aggregazioni, la definizione del soggetto si identifica con il rivelarsi emozionale della forma. Cattaneo è cosciente di dover trasformare il lessico acquisito in nuove possibilità plastiche, tenta altri sviluppi di ricerca (1957-1960), non smarrisce i valori interiori della materia, anzi ne amplifica il respiro vitale elevando la visione costruttiva verso una tensione architettonica che diventa la necessaria svolta linguistica del suo percorso. All’inizio degli anni Sessanta l’artista concepisce la scultura come “luogo ideale” per accogliere presenze fantasmatiche, segni sepolti nei meandri dell’arcaico, forme primordiali disseminate nei territori dell’inconscio, sedimenti ancestrali, reperti di mappe immaginarie, impronte di geografie interiori, tracce del vissuto rivolte al futuro. Una nuova dimensione dell’immaginario affiora lentamente dal paesaggio sconfinato della memoria, dai relitti corrosi dal tempo, dal grembo di forme racchiuse nelle profondità della 9


materia che Cattaneo preleva e rende visibili attraverso sensibili stratificazioni tattili. La scultura inizia a diventare aggregazione di frammenti di varia origine, dimora simbolica dei percorsi segreti della conoscenza, luogo di decantazione di umori esistenziali e labirinti mentali. Nel corso di questa trasformazione, persiste la presenza della figura, avvolta da inestricabili intrecci vegetali, ramificazioni di arbusti sovrapposti alle pieghe della superficie, inquieta metamorfosi tra uomo e natura, piani di racconto in reciproca mutazione. Si tratta solo di un approccio transitorio, un ultimo affiorare di pulsioni contrapposte, peraltro già segnato da elementi architettonici che impongono nuove dinamiche strutturali. In questo periodo di travaglio creativo, Renzo Cortina davanti alla Galleria di Via Fatebenefratelli Cattaneo sceglie di operare direttamente durante la mostra del 1969. con la fusione in bronzo, una tecnica che valorizza la dimensione “atemporale” dell’opera, la sua emblematica sospensione rispetto a implicazioni di ordine naturalistico.

La scultura come ricercare umanistico Le opere scelte per questa mostra prendono avvio da questa fase di orientamento maturata negli anni Sessanta, in relazione alle forme sperimentali della scultura italiana, impegnata a ridefinire il campo d’azione delle valenze plastiche e le loro relazioni con l’architettura e con la dimensione ambientale. La posizione di Cattaneo è lontana dalle enunciazioni di tendenza, si attesta a distanza sia dagli stereotipi della fenomenologia di massa sia dalle rigorose strutture minimaliste, preferendo l’esplorazione di configurazioni originali, rispondenti al desiderio di compenetrare gli stili del passato e i nutrimenti del presente. L’artista immagina la scultura come spazio di ricerca umanistica che modifica i dati culturali in nuovi processi d’invenzione, “Ricercari” è infatti l’efficace definizione per designare l’assimilazione di frammenti iconici del passato, reperti dell’antico trasformati in segni d’utopia contemporanea, tramiti per riattivare i valori perduti della sensibilità. Questo bisogno di autenticità si lega al desiderio di una purezza incorrotta, lo stupore poetico delle forme si rivela attraverso la combinazione di molteplici tracce iconologiche, 10


simbologie culturali, ritrovamenti che rivivono come nuovi frammenti d’esistenza. La metafora dell’immagine “umanistica” rimanda al valore etico della ricerca, alla dimensione non solo formale dell’arte, all’impegno di comunicare attraverso la fisicità della materia una visione spirituale dell’uomo-artista, in cammino verso il proprio destino creativo. Nel corso di questo processo ideativo (1967-1975) le opere assumono molteplici movenze costruttive, variazioni strutturali che oscillano tra singole unità e più complesse accumulazioni segniche e materiche. Nel corpo di ogni scultura si alternano accenti plastici e calibrati vuoti, linee incise nell’ombra e luminose superfici, relazioni complesse tra i codici architettonici e i piani di raccordo con lo spazio circostante. Nelle opere di piccola e media dimensione Cattaneo racchiude i medesimi impulsi plastici presenti nelle grandi sculture, nulla va perduto degli alfabeti spaziali e delle variazioni morfologiche che costituiscono i caratteri fondamentali della costruzione scenica. Dominante è l’impatto frontale, la sovrapposizione serrata dei frammenti, la sospensione enigmatica dei piani, l’irregolare discontinuità dei bordi, il fluire dei contorni che delimitano le forme. Il bilanciamento dei frammenti corrisponde al progetto di sintetizzare le fasi di stratificazione e montaggio esaltando il divenire simultaneo di forme aperte e chiuse, direzioni rettilinee e improvvise curvature, sviluppo continuo di connessioni e contrapposizioni. L’assimilazione di differenti elementi iconici e geometrici nello stesso contesto costruttivo viene attuato con un procedimento tecnico che Cattaneo mette a fuoco in modo personale, si tratta di una elaborazione che vale la pena di descrivere, seppur sommariamente. L’artista parte dall’intuizione di una forma ideale, un disegno a china e acquarello su carta prelude al lavoro sulla creta, piano di morbida consistenza su cui viene inciso il tracciato grafico. Su questa superficie di argilla perfettamente stesa l’artista fa scorrere a più riprese la cera fluida che si rapprende creando l’impronta in negativo della creta, matrice del modello finale a tutto tondo che, dopo un’operazione di scomposizione e assemblaggio delle singole parti, si trasforma nella fusione in bronzo a cera persa, come un bassorilievo o lastra a “stiacciato” dove ogni differenza è superata nell’unità dell’immagine plastica. Naturalmente, questa è soltanto una descrizione essenziale del complesso processo temporale necessario alla costruzione dell’opera, esplicitazione approssimativa rispetto del paziente e minuzioso esercizio di conduzione tecnica di tutti i passaggi che consentono di tradurre il progetto preparatorio nella scultura vera e propria. Ogni opera è il punto d’arrivo di un processo non replicabile, infatti il rifiuto del cosiddetto ‘multiplo’ è per Cattaneo il modo per affermare la qualità irripetibile della forma plastica, evitando che l’oggetto scultoreo possa essere prodotto in serie. Nel laboratorio dell’artista si sperimentano scritture segniche, stratigrafie discordanti, accenti chiaroscurali, procedimenti analitici, tensioni visionarie, anche aspetti surreali e metafisici, desideri di sorprendere il lettore costruendo mondi fantastici, immagini di mera11


viglia, incanti costruttivi. La modulazione di elementi architettonici è fonte di spaesamento, l’identità della scultura coincide con la “poetica del frammento”, intesa non come nostalgia del passato ma azione destinata a farsi nucleo d’energia vitale, tramite per ipotetici scenari immaginativi del futuro. Basta osservare le diverse opere del “ricercare” per farsi un’idea di come il linguaggio del frammento sappia funzionare con calcolata libertà nel contesto Inaugurazione della mostra personale al Museo della di riferimenti classici, gotici e barocchi, Scienza e della Tecnica di Milano, 1976; al centro di con infinite variazioni di dettagli iconici: spalle Carmelo Strano archi, volute, lesene, colonne, capitelli, rosoni. Il repertorio degli elementi chiamati a recitare in queste costruzioni immaginarie si accresce con lo scopo di rendere ancor più risonante la compostezza dei dettagli decorativi che s’incastrano tra rilievi e cavità. L’operazione avviene come un crescendo compositivo di tondini, listelli, anelli, borchie, cornici spezzate, presenze simultanee assemblate e stagliate su piani retrostanti, anche dorati. In questo minuzioso esercizio di equilibri eloquenti, Cattaneo diversifica il trattamento dei singoli incastri, infonde un diverso peso segnico al “croma” totale, gioca sulla tensione dei ritmi contrapposti, capta la magia del vuoto che s’insinua nei percorsi tattili delle superfici. I meccanismi costruttivi messi in atto nelle opere dei primi anni Settanta indagano varie ipotesi strutturali, i canoni volumetrici sono infranti, le superfici sono non solo fittamente segnate ma traforate e trasformate dagli squarci provocati dai suoi stessi elementi costitutivi. L’intenzione di Cattaneo è di coinvolgere le attese dello spettatore con andamenti sorprendenti, accumuli sospesi sulla vertigine del vuoto, tripudi di forme compresse e dissestate, come un delirio creativo controllato dalla mente.

Oltre le strutture canoniche In Cassa Armonica (bronzo unico, 1970) la capacità di erigere con stile perentorio la colonna quadrangolare si congiunge all’esigenza di addentrarsi nelle segrete misure del modulo plastico, cogliendo armonie e contrappunti tra segni incisi, rilievi di linee, fratture e brecce nella parte mediana dell’opera, per poi richiudersi nella forma unitaria della struttura. Sul tema iconografico della colonna l’artista torna a più riprese nel percorso successivo, accentuando altre caratteristiche volte a esaltare i contrasti luminosi tra la superficie e le frantumazioni interne, con effetti di forte vibrazione tra queste polarità percettive. 12


Diverse variazioni nascono dalla dimensione affermativa del ciclo “Struttura canonica” (1971-1972), si tratta sempre di perseguire l’esercizio di rottura delle forme, di indagare da diversi punti di vista la destabilizzazione dell’unità plastica, cogliendo il fragore fisico e sonoro che accompagna increspature, aggetti, stridori concavi e convessi. Nello svolgimento simultaneo di questi anni l’attenzione di Cattaneo si rivolge spesso all’idea di scultura come “Pagina aperta” (1974), con cadenze ritmiche che evocano nell’ambiente reciproci attraversamenti tra interno ed esterno. Nella struttura della “pagina” l’artista introduce un elemento apparentemente estraneo alla consolidata scrittura plastico-spaziale e al conseguente alfabeto simbolico, si tratta di uno spigolo aggettante tra due piani lisci ed esigui, una linea che divide nettamente il racconto dell’opera. Il senso di questa contrapposizione è appena accennato, a ben vedere può considerarsi l’origine di un meccanismo costruttivo che già nelle successive “tavole arcane” o “colonne a base quadra” (1975) assumerà una più forte e dichiarata evidenza. Nel contrasto tra superficie liscia e spaccatura si avverte l’esigenza di interrompere, frangere, traumatizzare la perfetta volumetria stravolgendo il canone del modulo plastico, come avviene in Quadrato interrotto (1979), e in altre opere dedicate a parallelepipedi e cubi. La volumetria primaria è sottoposta a continue interruzioni, scarti, infrazioni, situazioni di calcolate interferenze, incursioni disgregative che servono a evidenziare le dinamiche interne della materia, attraverso la deformazione o sottrazione di una parte di essa. L’idea è sempre quella di porre in risalto l’inquietudine dell’immagine interiore, il tormento conoscitivo che sfugge al primato della razionalità, il fermento debordante delle forme frantumate, dei segni permutanti, delle stesse simbologie iconografiche che in precedenza affioravano sulla superficie della scultura. Questa dialettica interno/esterno trova riscontro –seppur in modo differente- in una serie di quadri a pastiglia (“segnificati”) realizzati intorno alla metà degli anni Settanta, opere parallele alle sculture coeve che portano lo stesso titolo, ma anche collegate alla concezione delle “pagine” e dei “murali”. Si tratta di composizioni bidimensionali giocate sul contrasto bi-cromatico (bianco-nero, bianco-rosso, bianco-blu) e sulla conseguente ambiguità tra rilievi segnici e fondi monocromi, tra superfici frastagliate e colori piatti, con un senso di sospensione tra citazioni iconografiche Rossana Bossaglia alla presentazione della personale al e azzeramenti cromatici, in sintonia con Museo della Scienza e della Tecnica di Milano, 1976, con le morfologie delle grandi sculture. Francesco Ogliari e Cattaneo 13


Cattaneo intento ad ultimare la cera Murale, 1975 14


E’ significativo che questo momento di ricerca, talvolta considerato marginale rispetto al più impegnativo versante dei bronzi, sia valorizzato nell’ambito di questa mostra. In quanto indica un aspetto non trascurabile della sensibilità creativa di Cattaneo, qualcosa che fa pensare a quel crinale tra pittura e scultura che sta a fondamento della sua formazione, un aspetto che riemerge in questa fase con esiti di palpitante qualità cromo-plastica. Queste tavole polimateriche sono mappe di geografie interiori che affollano la memoria dell’artista, significazioni aperte alle incursioni di un’alterità possibile, suggerita dagli sconfinamenti delle proiezioni plastiche nei fondali di luce cosmica che spingono il lettore a guardare oltre i confini del visibile. La sensibile scrittura segnica è condotta sulla tenera epidermide del gesso che l’artista incide, muove, scalfisce, solleva con minime pressioni che suggeriscono sottili vibrazioni luminose del bianco su bianco. In queste ricerche emerge una componente lirica e fantastica che la duttilità della materia porta verso una luminosità leggera e aerea, tale da sublimare in immagine unitaria l’incanto dei valori pittorici, plastici, decorativi, come elementi dello stesso processo di trasfigurazione segnica.

Rilievi del bronzo e riflessi d’acciaio Procedendo alla ricerca di nuove compresenze espressive, Cattaneo va gradualmente sostituendo -nel corso degli anni Ottanta- i frammenti decorativi con oggetti meccanici e relitti del mondo industriale, in un processo di reinvenzione oggettuale che esalta la volumetria primaria che si disgrega per corrosione interna. Il carattere dell’acciaio promette fermezza e tenacia, il suo impiego non subisce ossidazione e corrosione, la luce si espande nell’ambiente quando la superficie è lucida e ben cromata. Questo tipo di epidermide metallica consente di creare corpi plastici compatti e -al tempo stesso- dotati di effetti vibratili, la lamina lavorata industrialmente offre la possibilità di determinare tensioni multiple al suo interno, soprattutto in relazione ad altri materiali. Cattaneo sposa l’acciaio al bronzo per indagare la confluenza di opposte tensioni, gioca sul contrasto tra il piano riflettente e la matericità del corpo plastico, infatti le aggregazioni del bronzo si rispecchiano nella superficie lucente dell’acciaio dilatandosi illusivamente in uno spazio che sconfina nell’ottica di una prospettiva infinita. I volumi geometrici sono segnati da incrinature che svelano stratificazioni interne, si tratta di lacerazioni, fratture, affioramenti di forme instabili, immerse nel divenire discontinuo della materia. La perfezione della struttura è intaccata dal flusso inquieto e magmatico che si addensa nelle fratture che segnano pilastri, parallelepipedi, volumi di diverso spessore e ingombro spaziale. Il tema dell’infrazione occupa la riflessione dell’artista in sintonia con l’esigenza di liberarsi dai vincoli volumetrici (Infrazione aperta, Struttura libera, 1982), nel corpo strutturale ben 15


definito si arrovellano ingranaggi tecnologici e masse deformate, ammassi plastici e gorghi materici. I riflessi del bronzo sull’acciaio accentuano l’espansione nell’ambiente delle forme disgregate, gli effetti fluidi della luce suggeriscono il legame stringente tra piani lucenti e cumuli di oggetti che debordano oltre le misure stabilite. La sospensione tra la solidità plastica dei volumi e la proliferazione di frammenti diversi accompagna le ragioni creative che Cattaneo coltiva come necessaria estensione dell’immagine nella luce ambientale. In “Riflesso aperto” (1984), la morfologia della fusione in bronzo viene amplificata attraverso l’alternanza tra punti di osservazione reale e illusiva, la profondità si raddoppia e lo sguardo è coinvolto nella “iterazione continua” delle aggregazioni. Il controllo della visione è sottoposto alle movenze suggerite dal rispecchiamento del bronzo, la tensione verticale si accresce risucchiata verso l’alto, il fermento delle stratificazioni è bloccato dalle lastre d’acciaio che lo inglobano. Il ritmo ossessivo del ricercare plastico contraddistingue tutte le opere di questa fase, la visione respira in sintonia con i procedimenti della costruzione plastica attraverso la mutevolezza armonica che fonde insieme i caratteri antichi e quelli contemporanei. Si tratta di inconfondibili modi costruttivi con cui Cattaneo raggiunge l’originalità del suo mondo poetico, un equilibrio formale fondato sulla magia delle contrapposizioni, sulla sinergia tra dettagli infinitamente piccoli e il peso trasfigurante della visione totale. Costante è il senso di ascesa che avvolge bronzo e acciaio, luce su luce, fitto frangersi di elementi architettati con misure avvolgenti, impeti crescenti, spezzati alla base e risalenti verso il culmine della struttura. Il fremito delle vibrazioni si espande dentro e fuori i perimetri delineati, si proietta oltre i bordi marcati, in questo modo i riflessi dell’acciaio creano molteplici cangianze, sconfinamenti, tensioni invadenti, effetti imprevedibili, dinamiche che vanno incorporando ciò che sta intorno. Ondulazioni lucenti creano energie sempre diverse nella messa in scena delle opere, le lamine d’acciaio funzionano come quinte teatrali, piani di raccordo delle direttrici orizzontali e verticali, la loro posizione è sempre studiata per favorire i necessari spostamenti dello sguardo. Questa metodologia creativa non si sviluppa attraverso certezze ma inseguendo il dubbio della forma, l’interrogazione delle forze in gioco come tracce per andare incontro a percorsi ipotetici, spazi problematici che fluttuano all’interno di universi probabili. Nelle opere degli anni Novanta Cattaneo torna a privilegiare solo il bronzo, come sempre la memoria del vissuto è una guida preziosa per “ricercare” nuovi assestamenti delle forme, scavi materici entro strutture astratte, dislocazioni di elementi difformi, sommovimenti continui dell’assetto spaziale, sempre disposto a trasformarsi in corso d’opera. Una delle strutturazioni preferite è quella che s’innalza da un blocco statico, una base primaria che è già scultura, modificandosi in modo eterogeneo con ripetuti spostamenti 16


rispetto all’asse portante, svettando fino al culmine dei suoi movimenti. Questo fervore di forme molecolari genera impulsi visionari, mescolanze di umori metafisici e surreali, tutto sembra crescere senza mete obbligate, sogno e realtà oscillano sulla soglia del possibile. Il repertorio iconografico del passato ritrova la sua ragione d’essere nel progetto di un’arte che non si appaga di ciò che ha raggiunto, vuole sempre trasmettere l’emozione dell’ignoto, rivelando energie inespresse e forze nascoste attraverso il magnetismo delle metamorfosi corporee. La mostra si chiude con una scultura del 2000, l’unica a tutto tondo tra quelle scelte per quest’occasione, essa invita a erigere lo sguardo seguendo le ultime evoluzioni della scultura, immagine simbolicamente aperta verso il futuro, sintesi di uno straordinario percorso di ricerca. Del resto, per Cattaneo la scultura è sempre stata strumento di vita, esperienza creativa ininterrotta, desiderio di trasmettere con intelligenza tecnica e sensibilità materica le inesauribili forze del pensiero che esprimono il suo inconfondibile mondo poetico.

Posizionamento della scultura Concetto di liberalità - Espansione 1985-1986

17


Interprete fotografata nello studio, 1973


Opere

19


Ricercare opera 16, 1967-1968 bronzo, cm 79x30x23,8

Ricercare opera 8, 1967 bronzo, cm 72,5x37,7x28 20


21


Struttura canonica opera III, 1971 bronzo, cm 58x33x17,5

Cassa armonica 1969-1970 bronzo, cm 193x45x18 22


23


24


Struttura canonica VII, 1971 bronzo, cm 51,5x17,7x15

Pagina aperta, 1974 bronzo, cm 63,5x88x14,5 25


26


Colonna a base quadra, 1975 bronzo, cm 122x27x27

Quadrato interrotto n 2, 1979 bronzo, cm 49x49x13 27



Riflesso aperto 1984 bronzo e acciaio inox, cm 51x19x24,5

Senza titolo, 1986 bronzo e acciaio inox, cm 59x19x24,5 29


30


Senza titolo, fine anni 80 bronzo, cm 50x14,1x14,2

Senza titolo, 1991, bronzo e acciaio inox, cm 46,8x25,6x12,2 31


Senza titolo, 1991 bronzo, cm 74,5x15,2x13,1

Senza titolo, 2000 bronzo, cm 71,5x16,4x16,4 32


33


Segnificato bianco e rosso, 1975 pastiglia e acrilico su pressato, 84,5x84,5 cm 34


Segnificato bianco e blu, 1976 pastiglia e acrilico su pressato, 84,5x84,5 cm 35


Segnificato bianco e nero (1), 1975 pastiglia e acrilico su faesite, 79x79 cm 36


Segnificato bianco e nero (3), 1975 pastiglia e acrilico su faesite, 79x79 cm 37


Segnificato bianco e nero (5), 1976 pastiglia e acrilico su faesite, 79x79 cm 38


Apparati

39


Autoritratto 1947 olio su tela, 42x35,7 cm 40


Piero Cattaneo note biografiche a cura di Marcella Cattaneo Il 2 dicembre 1929 nasce a Bergamo, ultimo di cinque figli, Piero (Pierantonio) Cattaneo. Il padre Damiano, cavaliere dell’ordine di Vittorio Veneto, è un operaio specializzato della Società Orobia di Bergamo, la madre Teresa Ferrari, sostiene e favorisce la naturale predisposizione alla musica e all’arte del figlio. Durante le scuole elementari, frequentate con profitto sotto la guida del maestro Paolo Benedetti che intravede nel bambino una spiccata sensibilità al disegno, riceve dal Comune di Bergamo un riconoscimento per un suo elaborato artistico. Assecondando il volere del padre, si iscrive poi alla scuola tecnico industriale Filippo Corridoni di Bergamo, distinguendosi nelle materie di “meccanica” e “diseFamiglia Cattaneo 1930. Il padre Damiano con Lodovico gno tecnico”. Nello stesso periodo frequenta (1923), la madre Teresa con Piero (1929), Emiliana (1925), lo studio del pittore Giovanni Bressanini. Nel Mansueto (1916) e in secondo piano Aldo (1914) luglio del 1947 è ammesso all’Accademia Carrara di Belle Arti di Bergamo. Questa esperienza formativa avvenuta sotto il segno della direzione sapiente di Achille Funi rappresenta per il giovane Cattaneo un momento di grande slancio e stimolo creativo. Sotto la guida del pittore ferrarese - e per la sezione di plastica e di modellato sotto Gianni Remuzzi - apprende e si esercita nello studio anatomico dei corpi, nella costruzione del campo pittorico e inizia a prendere atto delle ricerche e delle sperimentazioni artistiche portate avanti in Europa durante i difficili anni del secondo conflitto mondiale. Nel 1948 la Commissaria Carrara lo ritiene meritevole di Menzione Onorevole e del premio “G. B. Agliardi” di lire 500. Sul finire del 1949 la consapevolezza di aver raggiunto una certa padronanza artistica e necessità di natura economica lo spingono ad abbandonare i corsi all’Accademia e a trovare un primo impiego presso il celebre Istituto Italiano d’Arti Grafiche di Bergamo: inizia qui la sua professione di illustratore, mai abbandonata lungo tutta la sua lunga carriera, con risultati notevoli al punto da segnalarsi come uno dei più importanti illustratori italiani per l’infanzia, più noto con lo pseudonimo di Picca/Pikka, derivato dall’unione del proprio nome Piero e del soprannome della moglie Francesca, Kikka. Inizia a frequentare in modo assiduo il capoluogo lombardo, allora centro catalizzatore delle ricerche artistiche più innovative a livello nazionale; diviene, a insaputa dei genitori, uno dei Boys di Wanda Osiris, giovani e promettenti attori e ballerini della futura scena italiana. Ospite di un caro amico, scomparso prematuramente, Sergio Berizzi, si reca in Sardegna, appassionandosi alla cultura e all’arte nuragica e alla natura così incontaminata dell’isola d’ora in avanti sua terra d’adozione. Lascia la casa paterna e lo “studio” approntato nel laboratorio del padre Damino in via Broseta n.115, per trasferirsi nel primo vero studio in via San Bernardino n.33. Nel dicembre del 1952 inaugura alla Galleria della Rotonda di Bergamo, diretta da Nino Zucchelli, la sua prima mostra personale insieme all’amico pitto-

41


re Mario Signori, presentandosi con 6 sculture, 5 pitture e 3 xilografie1. Nel 1954 termina la sua esperienza presso le Arti Grafiche, si sposta in un nuovo studio, in Piazza Pontida n. 32 ed esegue le sue prime commissioni artistiche: tramite l’architetto Franco Nosengo, realizza per la facciata del Cimitero di Strona (ora provincia di Biella) la figura di Christus resurgens, scultura grande al vero in pietra artificiale - cemento bianco e graniglia di marmo bianco di Carrara. Si dedica alla decorazione di alcuni ambienti di negozi commerciali e di ristorazione nel centro di Bergamo. Nello stesso anno partecipa al concorso per gli altorilievi della Caserma dei Vigili del Fuoco in via Codussi, venendo segnalato con elogio per il gruppo/bozzetti presentato con il motto “Salve”. Nel 1954 si iscrive al Cineclub Bergamo - tessera n. 0923 -iniziando un percorso all’interno del mondo cinematografico che poi proseguirà con la frequentazione del Gran Premio Bergamo Internazionale del Film d’Arte e sull’Arte ideato e diretto da Nino Zucchelli nel 1958, frequentazione che continua con assiduità anche quando a partire dal 1971 il Festival si Piero 28 ottobre 1946 trasferisce, non senza polemiche, nella città di San Remo, cambiando la denominazione in Mostra Internazionale del Film d’Autore. Nell’ottobre del 1955 realizza le scenografie della “Sonnambula” di Vincenzo Bellini per il Festival Autunnale dell’opera lirica “Teatro delle Novità” del Teatro Donizetti, un esperienza che rinsalda una passione verso la musica e il teatro coltivata sin da piccolo2. Nell’anno successivo si presenta con una nuova personale alla Galleria della Torre, in Piazza Vittorio Veneto: Piero Cattaneo 1955, con 6 sculture, 2 sculture vetrate e 14 disegni3. Il critico Tito Spini gli riconosce un posto preminente tra i giovani artisti della città, “conquistato per cultura specifica, per eccezionale abilità tecnica e per controllato gusto”4; l’amico pittore Alberto Vitali, fa pervenire il proprio augurio e il proprio affetto a “Piero, amico incomparabile”5. Il 25 aprile dello stesso 1956 sposa Francesca Lorandi, insegnante di lingue straniere; un legame intenso e duraturo, da cui nasceranno Ludovica nel 1962, Johanna nel 1964, Andrea nel 1971 e Marcella nel 1972.

1 - Sculture: 1 Tersicore, 2 S. Cristoforo, 3 Il cane, 4 Il toro ferito, 5 Una donna grassa, 6 Richiamo; Pitture: 1 Figura che beve, 2 Il tavolo rosso, 3 Il pesce, 4 Ambiente Veneziano, 5 La lucerna; Xilografie: 1 I mietitori, 2 I mungitori, 3 Gatti in amore. 2 - Nel 1937 debuttò nel coro delle voci bianche della Carmen di Bizet rappresentata al Teatro Donizzatti; mezzo soprano Gianna Pederzini e scenografie del pittore marchigiano Dante Montanari.

42


Progetta di trasferirsi in una nuova abitazione ai piedi del Colle della Maresana al confine della città di Bergamo. In collaborazione e con il sostegno dell’architetto Franco Nosengo realizza la villetta residenziale “La Kikka”in via Silvio Pellico. Probabilmente suggestionato dalle soluzioni architettoniche del grande architetto finlandese Alvar Aalto, concepisce parte della copertura delle mura esterne in mattoni. Le aperture di luce sono a volte delimitate da elementi fissi in legno d’andamento verticale mentre la fonte principale in facciata, destinata ad illuminare in doppia altezza il soggiorno e l’altana riporta in esterno un andamento geometrico di sapore neoplastico6. Cattaneo non si limita a studiare la disposizione degli interni ma disegna gran parte dell’arredamento e dei punti luce dell’abitazione coinvolgendo Casa studio, Bergamo 1956 anche lo scultore pesarese Nanni Valentini, conosciuto molto probabilmente tramite l’amico artista Ulrico (Schettini) Montefiore, per la realizzazione della cappa, del piano-braciere del camino e del vaso-contenitore di corredo in grés. Nel 1957 entra a far parte del Gruppo Bergamo, in qualità di artista più giovane del gruppo, ritenuto unanimemente una delle più belle promesse. Dopo una prima presentazione ufficiale nel mese di gennaio presso la Galleria omonima, anch’essa intitolata alla città in via XX Settembre 79 - I° piano, il Gruppo, cappeggiato dal critico Tito Spini, allestisce un importante mostra nel capoluogo lombardo, alla Galleria San Fedele; accanto ai pittori Mario Cornali, Egidio Lazzarini, Raffaello Locatelli, Trento Longaretti, Erminio Maffioletti, Giuseppe Milesi, Rinaldo Pigola, Luigi Scarpanti e Alberto Vitali si evidenziano i due scultori Elia Ajolfi e Piero Cattaneo “il quale presenta due interessanti gruppi in legno e un autoritratto in bronzo dorato, di gusto arcaico e prezioso, che sa trarre partito anche dalle tarlature del legno e dalle corrosioni del metallo”7. Nel 1958 Piero e Francesca lasciano l’abitazione provvisoria di via Broseta 67 per trasferirsi definitivamente in via Silvio Pellico 20. L’edifico è suddiviso in due piani: il primo a destinazione abitativa e il pianterreno adibito a studio con una parte a doppia altezza. Gli interessi del giovane artista si rivolgono ora al complesso processo della fusione in bronzo, sperimenta le prime fusioni a cielo aperto con impressioni di elementi vegetali. Nel marzo del 1961, con il fratello Mansueto deposita presso lo studio tecnico brevet-

3 - Scultura: 1 Autoritratto, 2 Dormiente, 3 Torso romantico, 4 Il toro, 5 La vacca, 6 L’uomo e la bestia; Sculture vetrate: 1 Gallo (scultura da giardino) 2 Vetrata scultura n. 1; Disegni: 1 Grande testa, 2 Studio per il toro, 3 Nudo n.1, 4 Nudo sdraiato, 5 Testa equestre, 6 Studio per La vacca, 7 Torso orizzontale, 8 Gallo, 9 Nudo n. 2, 10 Nudo n.3, 11 Nudo n. 6, 12 Testa di toro decorata, 13 Piccolo toro, 14 Testa d’uomo. 4 - Tito Spini, Luigi Scarpanti e Piero Cattaneo alla Galleria della Rotonda e della Torre, L’Eco di Bergamo, 28 marzo, p. 3 5 - Carte d’Archivio. Lettera di Alberto Vitali recapitata alla Galleria della Torre nel 1956. 6 - L’omaggio al grande architetto era poi esplicitato in esterno dalla presenza a ridosso della facciata di tre grandi betulle, tipica pianta finlandese. 7 - Marco Valsecchi, Undici bergamaschi, Il Giorno, 22 marzo 1957, p. 11.

43


ti, il “Giocattolo didattico-ricreativo a base di piastrine sinottiche, per apprendere facilmente le lettura, scrivere e comporre parole, ad uso delle scuole materne e d’ordine elementare” a testimonianza di un attenzione verso il mondo dell’infanzia che continuerà e perdurerà nel campo dell’illustrazione. Pone termine all’imponente monumento dedicato ai fratelli Levo e Duccio Reggiani per il Cimitero evangelico di Bergamo (1961-1962) e realizza il noto e ambito trofeo delle “Valli Bergamasche”, uno dei riconoscimenti più prestigiosi del motociclismo a livello internazionale dedicato alla memoria dei fratelli Reggiani. Per la fusione del trofeo l’artista si rivolge ancora alla fonderia Battaglia di Milano8; nel frattempo sta predisponendo, nel proprio studio, il primo forno di fusione a cera persa di Bergamo e Abitazione studio in via Silvio Pellico. Interni e arredi dell’intera provincia. La costruzione del forno e disegnati dall’artista. la messa a punto di un processo tecnico che sia in grado di soddisfare le proprie esigenze formali e costruttive, tarda a giungere, con complicazioni tali da perdere in fusione l’attività di quattro anni. Nel 1967 realizza i primi bronzi unici, eseguiti senza il ricorso a saldature di elementi post fusione, a dimostrazione di una padronanza tecnica ormai raggiunta. Si presenta nel capoluogo lombardo nel 1969 con questa nuova produzione, in una personale alla Galleria Cortina, presentato da Franco Russoli: è un successo di critica e di pubblico. Nel 1971 si aggiudica con l’opera Ipotesi di struttura III del 1970 il primo premio per la scultura alla rassegna internazionale di scultura e pittura “Michelangelo d’Oro” di Massa. Nel 1973 vince il concorso per la realizzazione di una opera in bronzo destinata alla nuova scuola media Salvo D’Acquisto del Comune di Pontoglio (Brescia). Esegue per il Circolo Numismatico Bergamasco la medaglia per il 4° Centenario della nascita di Michelangelo Merisi, dove al recto, raffigurante il “Bacchino malato” di Caravaggio, Cattaneo contrappone al verso la suggestione di una propria e specifica architettura linguistica. Nel 1974 partecipa con l’opera Pagina aperta al Premio Brunellesco di Firenze, ottenendo il I premio per la scultura, a cui fa seguito nel 1975 il conseguimento del II Premio per la scultura a “Presenze 53 Fiera Internazionale” di Milano. Nello stesso anno viene nominato socio attivo per la Classe di Lettere ed Arti dell’Ateneo di Scienze Lettere ed Arti di Bergamo,

8 - Per il XVI edizione delle “Valli Bergamasche” Cattaneo esegue, come da nota dattiloscritta del 20 maggio 1964: n. 2 modelli in cera (medio e piccolo) della scultura trofeo, n. 2 disegni basamento n. 1 modello in gesso – medaglia e disegni preparatori, n. 1 modello in gesso con veduta Bergamo per il rovescio della stessa fornito n.7 trofei medi in bronzo compreso fusione - ritocchi – rifinitura sul getto dall’artista personalmente eseguita fornito n. 13 trofei piccoli compreso fusione e finitura come sopra.

44


già Accademia degli Eccitati, prestigiosa istituzione culturale le cui origini risalgono al 1642. Il 1976 si apre con l’inaugurazione di una importante e suggestiva mostra allestita negli spazi del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica di Milano. Giuseppe Marchiori, personaggio che ha segnato la storia della critica e della cultura artistica italiana, lo presenta in un monografia edita da Rino Fabbri Editore di Milano. Tra i due si instaura un rapporto sincero, fatto di stima e comprensione anche quando poi verranno coinvolti nei dissesti della casa editrice. Nel 1980 si misura con un nuovo medium espressivo, predispone i bozzetti per la com- Francesca con Johanna, Ludovica e Piero all’esterno plessa opera della decorazione del catino e dello studio, 1971 dell’abside della chiesa di Albegno (Treviolo, Bergamo). Il grande affresco di 9 metri di altezza x 7,5 di larghezza, viene terminato nel 1982. Così lo ha ricordato Don Luigi Pagnoni: “Dei nostri tempi da segnalare gli affreschi di Piero Cattaneo per l’esaltante Resurrezione nell’abside della chiesa parrocchiale di Albegno, opera di eccezionale impegno per vastità e per intensità tematica”9. Per la stessa chiesa realizza nel corso del 1981 l’altare, l’ambone e il fonte battesimale. L’impegno nel campo dell’arredo liturgico lo coinvolge in modo assiduo per tutti gli anni Ottanta, un ambito in cui Cattaneo riesce ad esprimere il concetto spirituale con tutta la sua portata emotiva senza venir meno alla propria ricerca linguistica: dal tabernacolo per la Chiesa della Fondazione di Santa Maria Ausiliatrice di Bergamo (Gleno), del 1981, alla mensa e all’ambone per la Chiesa del Monastero di Matris Domini del 1985, a quelli per la Chiesa di Sant’Andrea a Sforzatica (Bergamo) del 1987. Con la stessa partecipazione indaga il difficile rapporto che lega l’uomo alla sua condizione terrena e temporale lasciandone prova in numerosi monumenti funebri che si staccano per libertà espressiva e intensità partecipativa; in una lettera inviata alla commissione tecnico artistica del Cimitero Civico di Bergamo, lo scultore espone in modo fermo ed esemplare la sua posizione: “come è nel mio costume etico, mi sono sempre proposto l’impegno di rinnovare l’iconografia del monumento funebre, dalla tomba Sibella di 25 anni fa alla più recente tomba Von Wuster Redaelli; così pure in questa occasione la tomba Carrara-Ruggeri rappresenta un fatto nuovo nel panorama dei monumenti cimiteriali; chiedo perciò alla commissione la possibilità di esprimere pienamente le mie intuizioni estetiche non ostacolandone l’integrità”10. Numerose sono gli interventi nel Cimitero della città di Bergamo e tutti si distinguono per singolarità iconografica e forza evocativa, come l’opera dedicata all’amico Nino Zucchelli (1994), estremamente innovativa, anche nella laicità delle forme prime in grado di trasmettere un messaggio di ricerca e di speculazione. Nel 1985 Cattaneo affronta alcuni degli interventi a carattere ambientale più impegnativi, si tratta di opere per lo più realizzate in fusione unica, il che, datene le dimensioni, già ne rivela la grande peculiarità e perizia. In Concetto di liberalità - Espansione del 1985-1986, scultura concepita per lo spazio verde dell’Istituto

9 - d.l pagnoni, L’Alleluja di Pasqua nell’arte bergamasca, L’Eco di Bergamo, 22 aprile 1984, p.5. 10 - Carte d’Archivio, Lettera indirizzata alla Commissione tecnico-artistica del Cimitero di Bergamo, 13 maggio 1983.

45


Ultime fasi di lavorazione della cera Murale, 1975


bancario Credito Bergamasco, le superfici bronzee acquistano un dinamismo finora sconosciuto nel percorso di Cattaneo: si riscontra una libertà di movimento delle masse che pare voglia contraddire la natura stessa della materia; con Opus pro Dino Sestini, (1985-1986) questo aspetto è ancora più accentuato, fatto certamente determinato dalla destinazione specifica della scultura dedicata alla figura dell’industriale Dino Sestini e alle sue grandi passioni che lo videro protagonista nel campo automobilistico e della motonautica. Accanto a questi prestigiosi incarichi Cattaneo si cimenta per la prima volta nella realizzazione di una fontana, Urbana III (1985), destinata ad arredare la “piazza - corte” di un nuovo complesso residenziale in Borgo Palazzo a Bergamo. L’opera in bronzo e acciaio inox tirato a specchio commissionata per edifici a residenza convenzionata e che ha rappresentato allora un fatto abbastanza eclatante, è oggi purtroppo abbandonata all’incuria e al vandalismo. L’idea di aprire idealmente la massa plastica per dilatarla all’infinito nello spazio lo sollecita a tal punto da dedicarsi quasi esclusivamente, a partire dai primi anni Ottanta - è del 1982-1983 la prima scultura in bronzo e acciaio inox tirato a specchio, Riflesso oltre - a questa indagine sulla forma riflessa: l’acciaio specchia l’oro del bronzo in una iterazione di forme continua. Nel 1992 è la città di Bergamo a fare da scenario alle opere dello scultore: l’antico chiostro quattrocentesco di Santa Marta, di proprietà della Banca Popolare di Bergamo e situato nel cuore del centro piacentiniano, viene adibito per la prima volta a luogo espositivo. Rossana Bossaglia, che da anni segue l’attività dell’artista, gli dedica un’importante monografia. Il legame tra i due è per così dire suggellato da Civetta Superstar, un bronzo realizzato appositamente dall’artista per la mostra a lei dedicata, “Civetteria” tenuta nel 1978 alla Galleria dei Bibliofili di Milano; una esposizione nata da un fatto storico, così scrive la stessa Bossaglia “…durante la notte che precedette la mia nascita una civetta cantò ininterrottamente sul davanzale di casa (e mia madre ne traeva grande sgomento, dimenticando di interpretare come si conviene l’omaggio, in quei frangenti, dell’uccello di Minerva), ecco che, più la mia nascita si fa lontana, più vorrei fissare il senso dell’auspicio”11. Nel frattempo numerose commissioni sia per residenze private sia per importanti realtà imprenditoriali, lo vedono impegnato: dalla realizzazione scultorea per il gruppo cremonese Arvedi del 1992, all’opera Rhapsody del 1995 per la Hewlt Pakard di Stezzano ora Freni Brembo, “un racconto che attraversa in modo atemporale l’esperienza dell’operosità umana… congiungendo nella stessa espressione motivi plastici del passato con elementi tecnologici della nostra attualità, creando un insieme di grande suggestione e tensione intellettuale”12. Due committenze a cui lo scultore si è sempre dedicato con grande passione e slancio sino all’ultimo: del 2003 è il Tavolo solare in collezione privata e dello stesso anno è Remembering, scultura realizzata per celebrare il centenario dell’attività della ditta Ferretti. Nel 2002 si tiene l’ultima grande esposizione antologica dell’artista: nel suggestivo ottocentesco Teatro Sociale di Bergamo Alta si susseguono, cadenzati da limpide garze che scivolano dall’alto, i momenti salienti di una vita che ha fatto dell’arte strumento di espressione del proprio tempo. Piero Cattaneo muore a Bergamo il 10 giugno 2003, lasciando testimonianza della sua lunga e significativa attività attraverso numerose opere conservate presso collezioni private, istituzioni pubbliche e musei italiani. Il 5 ottobre 2013, a dieci anni dalla scomparsa dell’artista, l’Associazione a lui dedicata, promuove e realizza una grande ed innovativa mostra antologica in cinque sedi espositive di cui due all’aperto, segnando per sempre la storia della cultura artistica della città di Bergamo: l’Accademia Carrara di Belle Arti, la Fondazione Adriano Bernareggi, la GAMeC - Galleria d’Arte moderna e Contemporanea di Bergamo, il loggiato di Palazzo della Ragione e il Palazzo della Provincia, hanno reso testimonianza dei diversi momenti creativi dell’artista, un grande omaggio all’uomo e all’artista Cattaneo.

11 - Civetteria, 33 artisti +1 per Rossana Bossaglia, Edizioni Can Bianco, Pistoia, 1983. 12 - Cartiglio apposto dall’autore all’opera Rhapsody, 1995. 47


Processo di lavorazione della scultura in bronzo

Su di un piano di plastilina (87x200 cm circa) dell’altezza di circa 15 cm l’artista imprime nella morbida argilla (plastilina) le forme poi le rifinisce sia con gli appositi strumenti “a levare” sia con le proprie dita.

Si tratta di un lavoro che dura più giorni anche perché ogni scrittura per impressione non è casuale, l’artista sta già accordando e predisponendo il suo disegno morfologico –formale.

48


Ecco perchĂŠ la plastilina deve essere bagnata e tenuta umida con il ricorso ad una copertura in cellofan. L’artista inoltre come è ben visibile nelle immagini soprastanti per rendere maggiormente evidente il disegno delle forme ricorre all’utilizzo di borotalco, per enfatizzare il chiaroscuro dei volumi .

Poi il piano di lavoro viene inclinato per far defluire la cera in eccesso, mentre l’artista passa con un pennello imbevuto di cera tutta la superficie per assicurarsi una presa precisa della stessa. Una volta solidificatasi la cera, questo strato che riporta in positivo il disegno formale impresso nella plastilina, viene sollevato.

49


Il processo successivo vede quest’ultima superficie in cera frangersi per ricomporsi in una struttura tridimensionale secondo le esigente dell’artista. I diversi elementi piani e ancora in cera vengono saldati tra di loro attraverso il ricorso ad appositi strumenti che resi incandescenti fondono con il loro calore la cera e attuano in questo modo la saldatura/fusione delle parti.

50


A questo punto segue il processo di fusione. Una volta realizzata la scultura in cera vengono posizionate sulla stessa secondo un preciso calcolo e perizia tecnica delle canule in cera (veri e propri ceri bianchi da chiesa per intenderci), si tratta dei canali d’alimentazione, attraverso cui passerà il getto del bronzo.

51


Cattaneo con l’opera Ipotesi di struttura III, 1970


Mostre personali 1952 Piero Cattaneo - Mario Signori, Galleria della Rotonda, Bergamo. 1956 Piero Cattaneo 1955, Galleria della Torre, Bergamo.

1952, Galleria della Rotonda, Bergamo

1969 Piero Cattaneo, presentazione di Franco Russoli, Galleria Cortina, Milano. 1970 Piero Cattaneo, presentazione di Giorgio Kaisserlian, Galleria d’Arte Moderna Viotti, Torino. 1971 Piero Cattaneo, presentazione di Marco Lorandi, Galleria d’Arte Giovio, Como. 1972 Piero Cattaneo, presentazione di Marco Lorandi, Centro Internazionale d’Arte “M. Buonarroti”, Massa.

1956, Galleria della Torre, Bergamo

1973 Piero Cattaneo, Galleria Schreiber, Brescia. 1974 Piero Cattaneo, Galleria d’Arte Cortina, Verona. 53

1969, Galleria Cortina, Milano


1976 Giuseppe Marchiori, Cattaneo. Sculture in bronzo dal 1967 al 1975, Museo della Scienza e della Tecnica, Milano. 1977 Cattaneo, Galleria Cortina, Milano. 1978 Piero Cattaneo sculture in bronzo dal 1970 al 1977, Galleria Lorenzelli, Bergamo.

1970, Galleria Viotti, Torino

1980 Piero Cattaneo. Sculture recenti 1978 1980, Galleria Lorenzelli, Bergamo. 1981 Piero Cattaneo. Sculture in bronzo 1974 1980, Galleria dello Scudo, Verona. 1983 Cattaneo sculture recenti, Galleria Pagani, Milano. 1984 Piero Cattaneo, Galleria Pagani, Legnano. 1989 Piero Cattaneo la ricerca del segno. Segni e disegni dal 1949 al 1989, presentazione di Marco Lorandi, Centro Culturale San Bartolomeo, Bergamo.

1971, Galleria Giovio, Como

Piero Cattaneo, Galleria Pagani, Legnano. 1992 Rossana Bossaglia, Cattaneo, Chiostro di Santa Marta, Bergamo. 54

1972, Centro Internazionale d’Arte “M. Buonarroti”, Massa


2002 Marcella Cattaneo (a cura di), Piero Cattaneo. Metastorie 50 anni di scultura, presentazione di Rossana Bossaglia, Teatro Sociale, Bergamo. 2013 Marcella Cattaneo, Claudio Cerritelli (a cura di), Piero Cattaneo. La costruzione della forma, Accademia Carrara di Belle Arti, Fondazione Adriano Bernareggi, GAMeC - Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, Loggiato di Palazzo della Ragione, Palazzo della Provincia, Bergamo, Torino.

1973, Galleria Schreiber, Brescia

2016 Piero Cattaneo, Riflessi materici, Galleria Cortina Arte, Milano. 1974, Galleria Cortina, Verona

1976, Museo della Scienza e della Tecnica, Milano

55


1978, Galleria Lorenzelli, Bergamo

1981, Galleria della Scudo, Verona

1983, Galleria Pagani, Milano

1992, Chiostro di Santa Marta, Bergamo

2002, Teatro Sociale, Bergamo Riflessi materici

1977, Galleria Cortina, Verona

Piero Cattaneo Riflessi materici

Piero Cattaneo

Cortina Arte dal 19 aprile al 28 maggio 2016

2013, Accademia Carrara di Belle Arti, Fondazione Adriano Bernareggi, GAMeC, Loggiato del Palazzo della Ragione e Palazzo della Provincia, Bergamo

Cortina Arte Edizioni

Cortina Arte

ISBN: 9788896630587

Via Mac Mahon 14, cortile interno n째 7 - Milano www.cortinaarte.it artecortina@artecortina.it

2016, Cortina Arte, Milano

56

In copertina Colonna a base quadra, 1975 bronzo, cm 122x27x27


Mostre collettive 1949 Premio di Pittura e Scultura Città di Bergamo, Galleria della Rotonda, Bergamo. 1950 Mostra della Caricatura, Gioventù Studentesca, Bergamo. VI Mostra Italiana d’Arte Sacra per la casa cristiana, Angelicum dei Frati Minori, Milano.

1951, Angelicum dei Frati Minori, Milano

1951 VII Mostra Italiana d’Arte Sacra per la casa, Angelicum dei Frati Minori, Milano, aprile maggio; Brasile, luglio - agosto. 1952 Ia Mostra Nazionale del disegno e dell’incisione contemporanea, Saloni del Palazzo Comunale, Forlì. 1954 Mostra d’arte figurativa di artisti bergamaschi e trentini, Museo Civico di Riva del Garda. 1955 5a Mostra Giovanile Internazionale di arti figurative - Biennale dei giovani, Palazzo Attems, Gorizia. 1957 Gruppo Bergamo, prima mostra, presentazione di Tito Spini, Galleria Bergamo, Bergamo. I Mostra Internazionale dell’Autoritratto Premio “Tavolozza d’oro” 1957 Carlo Mocche57

1952, Saloni del Palazzo Comunale, Forlì


ti Legnano, a cura della Galleria d’Arte Contemporanea del Grattacielo - Milano, Circolo della Stampa, Palazzo Serbelloni, Milano Seconda Mostra di Primavera, Palazzo dell’Arte, Cremona. VI Premio Nazionale di Pittura Città di Gallarate, Biennale 1957, Palazzo Matteotti, Gallarate. 1968 IV Mostra Internazionale di Scultura all’Aperto, presentazione di Raffaele De Grada, Fondazione Pagani - Museo d’Arte Moderna, Legnano-Castellanza. 1970 VI Mostra Internazionale di Scultura all’Aperto, presentazione di Raffaele De Grada, Fondazione Pagani - Museo d’Arte Moderna, Legnano-Castellanza. 9a Rassegna internazionale della piccola scultura, Galleria Pagani, Milano. 1973 IX Mostra Internazionale di Scultura all’Aperto, presentazione di Miklos N. Varga, Fondazione Pagani - Museo d’Arte Moderna, Legnano-Castellanza.

1957, Galleria Bergamo, Bergamo

1957, Palazzo dell’Arte, Cremona

1974 IV Premio Internazionale “Brunellesco” Rassegna di Arti Visive, Sotterranei del chiostro della Basilica di San Lorenzo, Firenze. 1977 Gruppo Artistico Valbrembo 77, Suoni & 58

1957, Premio Città di Gallarate, Palazzo Matteotti, Gallarate


Immagini, Centro Culturale San Bartolomeo, Bergamo. XIII Mostra Internazionale di Scultura all’Aperto Sissa Pagani, Fondazione Pagani Museo d’Arte Moderna, Legnano-Castellanza. 1978 Rossana Bossaglia (a cura di), Civette, gufi, barbagianni and company, Galleria dei Bibliofili, Milano.

1973, Museo d’Arte Moderna, Castellanza

1979 Premio Internazionale “Seregno - Brianza”, poesia - pittura - scultura 1978, Rotonda di Via Besana, Milano. Scultura a Desio, presentazione di Roberto Sanesi, Casa Natale Pio XI, Desio. 1981 Gli artisti bergamaschi per la salvaguardia del chiostro di San Fermo in Bergamo. Mostra collettiva benefica di pittura, scultura e grafica, indetta dalla Libera Associazione Cittadina per la tutela di San Fermo, Galleria “La Garitta” del Circolo Artistico Bergamasco, Bergamo.

1979, Rotonda della Besana, Milano

1982 12 artisti per la Chiesa di San Bartolomeo in Bergamo, testi di Gian Alberto Dell’Acqua, Gian Maria Labaa, Padre Paolo Domenico Venturelli, Centro Culturale San Bartolomeo dei Padri Domenicani, Bergamo. 1984 Materia e Spazio. Momenti della ricerca plastica internazionale contemporanea. 90 scultori a Udine, presentazione di Giorgio Segato, 59

1979, Casa Natale di Pio XI, Desio


Centro Creart - Centro Internazionale Arti Visive, Udine. 1ª Mostra Internazionale della piccola Scultura, presentazione di Giorgio Segato, Comune di Castellanza, Fondazione Pagani, Castellanza. XIX Mostra internazionale di scultura all’aperto Sissa Pagani, presentazione di Carlo Belloli, Fondazione Pagani - Museo d’Arte Moderna, Legnano - . II Biennale di Scultura “V. Schiavio”, Pinacoteca “V. Schiavio”, Comune di Veleso, Como.

1983, Civetteria, catalogo della mostra

L’artista e la sua verità nell’arte, presentazione di Giuseppe Frangi, Trento Longaretti, Sale de Il Conventino, Bergamo. 1985 2ª Mostra internazionale della piccola scultura - 1ª Mostra internazionale di scultura all’aperto, Comune di Castellanza, Fondazione Pagani, Castellanza. 1986 Arte sacra in San Simpliciano. 6a rassegna, Basilica di San Sempliciano, Milano. 1987 3ª Mostra Internazionale della piccola Scultura - 2ª Mostra Internazionale di Scultura all’Aperto, Comune di Castellanza, Fondazione Pagani, Castellanza. Mostra d’Arte lombarda Contemporanea, Benaglia-Gandola-Honnergger-Cattaneo, Palazzo Scuole, Comune di Ponte di Legno, Brescia. 60

1984, Fondazione Pagani, Castellanza


(1887 - 1987) Centenario della nascita di Le Corbusier. Pensiero Progettuale a Bergamo, ACF, Bergamo. 1989 4ª Mostra Internazionale della piccola Scultura - 3ª Mostra Internazionale di Scultura all’Aperto, Comune di Castellanza, Fondazione Pagani, Castellanza. 3 Arti - 3 Comuni. Albavilla, Civenna, Veleso. Civenna: I Concorso Nazionale di scultura “Giovanni Tavani”, Grafica Marelli, Como. Mario Marchiando-Pacchiola (a cura di), L’Arte e il Mistero Cristiano, testi di Vittorio Moreno, Piero Viotto, Collezione Civica d’Arte, Pinerolo, Torino.

1984, Centro Internazionale Arti Visive, Udine

1991 1a Mostra Internazionale di Scultura all’Aperto e della piccola Scultura, Città di Legnano. 1994 Scultura Italiana nella sua continuità, Cascina Grancia di Lainate, Milano. 1995 Francesco Rossi (a cura di), La medaglia contemporanea in Italia, Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, Bergamo. 1996 Francesco Rossi (a cura di), Maestri e Artisti. 200 Anni dell’Accademia Carrara 1976 - 1996, Ex Monastero di Sant’Agostino, Bergamo. 1999 Dialogo fra generazioni, mezzo secolo di scultura italiana, introduzione di Rossana Bossaglia, 61

1995, Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, Bergamo


Giardini Malaspina, Pavia. Biennale Internazionale dell’Arte Contemporanea, II Edizione, Firenze. 2001 Rencontre Européenne de Sculpture, Espace Bourdelle, Montauban. Dante Alighieri nella medaglistica contemporanea, presentazione di Vittorio Lorioli, Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo.

1996, Ex Monastero di Sant’Agostino, Bergamo

2002 M. Cristina Rodeschini (a cura di), Arte a Bergamo 1945 - 1959, Palazzo della Ragione, Bergamo. 2002-2003 M. Cristina Rodeschini (a cura di), Arte a Bergamo 1960 - 1969, Palazzo della Ragione, Bergamo. 2003 Simone e Carmen Pagani (a cura di), Omaggio a Enzo Pagani. Collettiva di piccola scultura, Pagani Museo d’Arte Moderna, Castellanza.

1999, Giardini Malaspina, Pavia

2004 Téchne, le forme dell’arte. A.I.A.M. XI mostra della medaglia e placchetta d’arte, Museo Numismatico, Palazzo Massimo alla Terme, Roma, Ed. Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, Roma. 2005 M. Cristina Rodeschini, Marcella Cattaneo, Vittorio Lorioli (a cura di), Raccolta Lorioli, Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo. 62

2001, GAMeC, Bergamo


2006 Da 1 a 100 le medaglie del Circolo Numismatico Bergamasco, Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo. Un senso per l’arte, Ex Chiesa di Sant’Agostino, Bergamo. 2007-2011 Adriana Bortolotti, Vittorio Lorioli (a cura di), Giuseppe Garibaldi nelle medaglie del Museo Storico di Bergamo, Museo Storico, Bergamo. 2009 Esposizione Universale. I temi nelle medaglie della Collezione GAMeC, Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo. Artecon. Arte e storia nel metallo durevole. Medaglie della Lorioli Fratelli dal 1919 e del Circolo Numismatico Bergamasco dal 1964, Museo d’Arte Contemporanea di Luzzana - Donazione Meli.

63

2001, Espace Bourdelle, Montauban


Collana: “I Quaderni” 1 Emilio Tadini - 1967-1973 (esaurito) 2 Roberto Crippa (esaurito) 3 Sandro Martini (esaurito) 4 Meloniski da Villacidro (esaurito) 5 Marcello Dudovich (esaurito) 6 Alessandro Savelli (esaurito) 7 Eugenio Carmi (esaurito) 8 Giancarlo Cazzaniga - Jazz men (esaurito) 9 Gaetano Fracassio (esaurito) 10 La Galleria Cortina, 40 anni (esaurito) 11 Aldo Cortina (esaurito) 12 Franco Rognoni (esaurito) 13 Aldo Carpi (esaurito) 14 Gabriele Poli (esaurito) 15 Il disegno italiano del ‘900 (esaurito) 16 Giancarlo Cerri (esaurito) 17 Carlo Ferreri (esaurito) 18 Marcello Dudovich 19 Giovanni Cerri 20 Giuseppe Guerreschi 21 Giancarlo Cerri (esaurito) 22 Giuseppe Banchieri (esaurito) 23 Flora Bravin 24 Luciano Minguzzi 25 Giancarlo Cazzaniga - Cieli (esaurito) 26 Asco (Franco Atscho) 27 Dadamaino - Antologica 28 Henri Chopin 29 Emilio Tadini - 1958-1966 30 Claudio Onorato

31 Õki Izumi (esaurito) 32 Maria Mulas 33 Giovanni Cerri 34 Maria Papa - Un destino europeo 35 Ester Negretti (esaurito) 36 Gabriele Poli (Parigi) (esaurito) 37 Karel-Zlin 38 Dadamaino - Gli anni ’50 e ’60 (esaurito) 39 Antonella Gerbi (esaurito) 40/1 Rosanna Forino (Milano) 40/2 Rosanna Forino (Parigi) 41 Carlo Ferreri (esaurito) 42 Lanfranco (Parigi-Milano) 43 Karel-Zlin (Parigi-Milano) (esaurito) 44 Clemens Weiss (esaurito) 45 Frédéric Léglise 46 Fuelpump (Fabio Valenti) 47 Giancarlo Cazzaniga - Naturalia (Parigi) 48 Maria Papa - La materia nell’anima 49 Dadamaino - Gli anni ‘70 50/1 Lorenzo Pietrogrande (Berlino) (esaurito) 50/2 Birgit Borggrebe (esaurito) 51 Agenore Fabbri 52 Giuseppe De Luigi 53 Eugenio Carmi (Parigi) (esaurito) 54 Sandro Sanna 55 Giovanni Cerri (Parigi) 56 Iler Melioli 57 Maurice Henry (Parigi-Milano) (esaurito) 58 50 e oltre, la Galleria Cortina 1962-2013 64


59 Aurelio Gravina (Berlino) (esaurito) 60 Apollonio, Dadamaino, Morandini, Tornquist 61 Brigitta Loch (esaurito) 62 Dario Zaffaroni 63 Ariel Soulé 64 Antonio Mignozzi (Parigi-Milano) 65 Dadamaino - Gli anni ’80 e ‘90 66 Chiara Smirne (Berlino) 67 Michaele Brull, Rinetta Klinger, Ulrike Stolte 68 Patriarca 69 Clemen Parrocchetti 70 Dadamaino, Maria Papa (Parigi) 71 Roberto Crippa 72 Sandro Vadim 73 Franco Vasconi (Parigi-Milano) 74 Giovanni Cerri 75 Dario Zaffaroni (Francoforte) 76 Paul Torsten 77 Antonio Mignozzi (Berlino) 78 Ideo Pantaleoni 79 Dino Buzzati (Parigi) (esaurito) 80 Kengiro Azuma (esaurito) 81 Dadamaino (Francoforte) 82 Piero Cattaneo

65


Finito di stampare nel mese di Aprile 2016 presso la litografia Li.Ze.A. in Acqui Terme (AL) Stampato in 600 esemplari PRINTED IN ITALY 2015 Li.Ze.A. - Acqui Terme




Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.