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1.3. Le origini del gruppo di ricerca

20 approccio ludico. Gli studenti e le studentesse, divisi in gruppi che diventano squadre, portano avanti delle esperienze laboratoriali di tipo cooperativo (cooperative learning), nelle quali sfidano se stessi, mettendo alla prova le loro conoscenze e competenze, ma si sfidano anche tra loro: non tanto perché “vinca il migliore”, ma perché, nel confronto, si possa crescere e migliorare insieme.

PhL è un possibile metodo, come evidenzia il corsivo utilizzato per l’articolo indeterminativo, metodo che non si pone come esclusivo o assoluto, ma che il o la docente di filosofia può adottare, per una serie di motivazioni (che di seguito tenteremo di riportare), che hanno trovato corpo in molti insegnanti di filosofia, in primis nelle tre fondatrici del gruppo, e autrici di questo volume.

Si tratta di una strada ben definita, con il suo codice, i suoi segnali, le sue norme (che vanno seguite da chi vuole percorrerla), ma che ben si presta all’utilizzo da parte di qualsiasi insegnante, indipendentemente dalla sua formazione e dalla sua impostazione filosofica. PhL è, infatti, una mediazione didattica da usare insieme (e non in alternativa) a quelle tradizionali (lezione frontale, studio, verifica ecc.). Questo quaderno si propone come un utile strumento, da inserire nella borsa da viaggio del docente, viandante ludico, ovvero nella borsa di qualsiasi insegnante voglia dinamicamente mettersi in gioco: mettendo in gioco la sua didattica e la sua classe di studenti e studentesse.

Questa è la ragione per cui il testo è fondamentalmente composto da questa (breve) prima parte, in cui si offrono indicazioni e ragioni per l’utilizzo del metodo PhL (come nasce, con quali finalità, come inserirlo nella programmazione ecc.) e dalla (cospicua) seconda parte, composta da 180 schede operative, che possono essere direttamente usate per giocare nelle proprie classi.

Pur presentandosi come volume a sé, è integrato e integrabile con un altro Quaderno Loescher dal titolo “Philosophia ludens” per le scuole di ogni ordine e grado. Manuale di base per gli insegnanti (2023)2, dove vengono presentate una serie di questioni teoriche, con le quali non abbiamo voluto appesantire questo strumento, già di per sé molto ampio. Nelle note di questa prima parte indicheremo di volta in volta i temi approfonditi nell’altro testo.

1.3. Le origini del gruppo di ricerca

PhL nasce agli inizi degli anni duemila come Laboratorio di ricerca sulla didattica della filosofia, per iniziativa di un gruppo formato da una docente universitaria, la professoressa Annalisa Caputo – già insegnante nelle secondarie

2. Annalisa Caputo (a cura di), “Philosophia ludens” per le scuole di ogni ordine e grado. Manuale di base per gli insegnanti, , Loescher, Torino 2023.

superiori – e da due docenti di liceo, la professoressa Annamaria Mercante e la professoressa Rosa Maria Baldassarra, entrambe già anche dottoresse di ricerca. Sin dalla sua origine, dunque, il gruppo è caratterizzato da due aspetti: l’esperienza di studio/lavoro nel mondo accademico e in quello della scuola; la convinzione dell’efficacia di questo lavoro circolare, che si dà, si può dare tra teoria e pratica, tra ricerca universitaria e insegnamento liceale. Questa convinzione si innesta su una scuola di pensiero (iniziata nell’Università degli Studi di Bari dal professor Giuseppe Semerari e portata avanti dal professor Ferruccio de Natale), che abbraccia il presupposto che la filosofia sia ontologicamente “esperienza dialogica”3 .

Durante il quadriennio 2008-2011, le prime ricerche hanno trovato una forma strutturata in un Progetto d’Ateneo (Uniba), guidato dal comune maestro Ferruccio De Natale.

Il risultato teorico-empirico di questo decennio ha fatto da base per un prosieguo fruttuoso del lavoro di ricerca-azione, che ha prodotto negli anni successivi diversi risultati: • pubblicazione di articoli e testi4; • ampliamento del progetto di ricerca prima con Philosophia ludens per bambini (a partire dal 2015), poi con le scuole secondarie inferiori, gli istituti tecnici, e in generale con classi e indirizzi dove la filosofia non è curriculare5; • corsi di formazione per docenti presso diverse università e associazioni nazionali, oltre che presso numerose scuole6; • presentazioni e riconoscimenti del metodo anche fuori dall’Italia, in convegni e riviste internazionali7; • un’associazione intitolata Il gioco del pensiero, con la creazione di un sito

3. Ricordiamo almeno: G. Semerari et al., Dentro la storiografia filosofica. Questioni di teoria e di didattica, a cura di G. Semerari, Dedalo, Bari 1984; Id. (a cura di), Pensiero e narrazioni, Dedalo, Bari 1995; F. De

Natale (a cura di), Forme di scrittura filosofica. Elementi di teoria e didattica, FrancoAngeli, Milano 2001;

Id. (a cura di), L’insegnamento della filosofia oggi, Stilo, Bari 2004. Fondamentali per la nascita di Philosophia ludens sono stati anche l’esperienza didattica di Historia Ludens, guidata dal prof. Antonio

Brusa (Università degli studi di Bari) e la pratica del “con-filosofare” sviluppata con attenzione dal prof. Mario De Pasquale. 4. Ricordiamo almeno A. Caputo, con la collaborazione di A. Mercante e R. Baldassarra, Philosophia ludens. 240 attività per giocare in classe con la storia della filosofia, edizioni la meridiana, Molfetta 2011; e F.

De Natale et al., Un pensiero in gioco. Storie, teorie ed esperienze di didattica ludica in filosofia, Stilo, Bari 2011. 5. Sulla filosofia fuori dei licei rimandiamo al Quaderno Loescher “Philosophia ludens” per le scuole di ogni ordine e grado. Manuale di base per gli insegnanti, cit. 6. Per sinteticità rimandiamo all’elenco dettagliato presente nella home page universitaria: https:// www.uniba.it/it/docenti/caputo-annalisa/ricerca/attivita-di-ricerca. 7. Ricordiamo, per l’area tedesca: A. Caputo, Philosophia ludens: Spielerische Laboratorien für höhere Schulen, in “Zeitschrift für Didaktik der Philosophie und Ethik”, 4, 2015, pp. 88-96; in Spagna: Ead., Philosophia ludens, in E. Ingala et al., Diotima o de la dificultad de enseñar filosofia, Esoclar y Mayo, Madrid 2016, pp. 323-333; in Brasile: Ead., Philosophia ludens per bambini, in Filosofía e educação em errâncía: ínventar escola, infâncías do pensar, a cura di A. Rodrigues, S. Berle, W. Kohan, Nefi, Rio de Janeiro 2018. 21

omonimo, assorbito dal 2015 all’interno della rivista internazionale

“Logoi” (www.logoi.ph)8, che prevede sempre un fondamentale e corposo contributo di PhL all’interno della sezione didattica della rivista stessa.

Ricollegandosi al fascino che la filosofia ha sempre avuto nei confronti del gioco9 e sollecitata dalle sperimentazioni didattiche sorte negli anni novanta in Italia, PhL non ha mai smesso da un lato di scavare nelle sue matrici e nei suoi fondamenti critico-teorici, dall’altro lato di sperimentare, confrontandosi continuamente con le novità scolastiche e tentando di rispondere di volta in volta alle richieste e alle emergenze didattiche ed educative (in generale) e della filosofia (in particolare). Basti citare due esempi: la didattica per competenze10 e la didattica a distanza legata al periodo di lockdown durante la pandemia Covid-1911 .

Dopo vent’anni di lavoro, PhL non è più solo un laboratorio di ricerca, ma un metodo verificato, con una proposta solida per i licei e anche un percorso che parte dalle primarie e arriva alle secondarie superiori (nei diversi indirizzi), aperto a nuove sfide e a “pro-getti” futuri12 .

Detto questo, possiamo spostarci verso la prima domanda fondamentale.

22

8. La rivista on-line internazionale “Logoi.ph” (www.logoi.ph) raccoglie le proposte e i materiali legati a Philosophia ludens, nella sezione specifica di ogni fascicolo dedicata alla didattica ludica (ormai più di 50 articoli). Rimandiamo alla bibliografia finale per quanto riguarda i licei. Una bibliografia completa anche in relazione alle altre fasce d’età è nel Quaderno Loescher Philosophia ludens per tutti, cit. 9. Cfr. su questo il già citato F. De Natale et al., Un pensiero in gioco, dove si possono trovare due capitoli dedicati alla ricostruzione del rapporto tra gioco e filosofia, all’interno del pensiero occidentale. 10. Rimandiamo a A. Caputo, Ripensare le competenze filosofiche a scuola, Carocci, Roma, 2019. 11. Per quanto concerne la didattica digitale a distanza, la parentesi del Covid è stata una ulteriore palestra di sperimentazione del metodo didattico PhL, che si è posto diverse questioni: se PhL potesse essere utilizzata anche durante una didattica on-line, mantenendo i suoi ontologici caratteri; se PhL potesse, nella distanza, aiutare ad “avvicinare” gli studenti tra loro e con l’insegnante. Le risposte sono state positive, sebbene restiamo convinte che PhL esprima la sua maggiore efficacia in situazioni di didattica in presenza. Per approfondire la questione vedi R. Baldassarra, A. Mercante,

Giocare con la filosofia anche ‘a distanza’? Una prima riflessione su Philosophia ludens ai tempi del Covid, in

“Logoi.ph”, vi, 16, 2020, pp. 265-280. 12. Nel Quaderno Loescher “Philosophia ludens” per le scuole di ogni ordine e grado. Manuale di base per gli insegnanti, cit., mostriamo la “verticalità” della proposta PhL (dalle primarie all’esame di stato), indicando anche, in connessione con i più recenti orientamenti ministeriali, la possibilità della costruzione di un curriculum legato all’educazione alla cittadinanza: un percorso verticale dal primo al secondo ciclo di istruzione, connesso alle competenze europee per l’apprendimento permanente.

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