Speciale Wedding 2019/2020

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Speciale Il matrimonio perfetto, in media, costa circa 24.000,00 Euro Servono circa 24mila per coronare il sogno di una vita: un business miliardario che per le aziende del settore è destinato a crescere

Prof. Davide Arcidiacono

n sabato di fine settembre. Pomeriggio inoltrato, le lancette segnano le 17. Ci sono 114 invitati che aspettano di lanciare il riso agli sposi. Lei, 32 anni, di bianco vestita. Lui, 35 anni, completo

U

con papillon. Si sono appena giurati amore eterno e si preparano a festeggiare con famiglia e amici. È questo l’identikit del matrimonio perfetto “all’italiana”. Nel 2016 – ultimi dati disponibili dell’Istat – ne sono stati celebrati 203.258, meno rispetto a dieci anni prima (245.992), ma comunque in ripresa sui 194.377 del 2015. Il matrimonio tricolore negli anni è cambiato. Non ci sposiamo più come facevano i nostri nonni, ma nemmeno come facevano mamma e papà. Anzi, c’è una notizia: i nostri nonni hanno ripreso a sposarsi. Negli ultimi dieci anni il numero di persone che ha detto “sì” dopo aver spento 70 candeline è aumentato del 55,7% (dati Sposa Italia su base Istat). Passando da 1.906 del 2005 a 2.967 del

2015. Un giro d’affari miliardario. In media in Italia il costo di un matrimonio è di 23.970 euro. La stima è di Matrimonio.com, piattaforma vetrina per gli operatori del settore (la ricerca ha coinvolto oltre 2.400 aziende del settore e ha raccolto più di cinquemila questionari da coppie). A conti fatti le nozze muovono un business di 4miliardi e 872milioni. C’è differenza tra nord e sud. Al settentrione per il grande giorno in media si spendono 22.103 euro, nel mezzogiorno si raggiunge quota 30.337 euro. In media gli invitati sono 114. E per ciascuno la coppia paga 210 euro. Anche in questo caso, c’è un gap tra nord e sud. Nello specifico: 221 euro al nord, 220 al sud (dove è maggior il numero di invitati, in media 138) e

229 euro al centro. “Spendiamo tanto”, commenta Davide Arcidiacono, docente di Sociologia dei consumi all’Università Cattolica di Milano. “Quello delle nozze è un ambito ancora ostentativo. Dove paradossalmente chi ostenta di più, ha meno disponibilità economica. L’upper class è più minimal. Alla less is more. Investe nella qualità, nella scelta dei materiali, fiori, stilisti”. In ogni caso non è raro che oggigiorno “ognuno paghi per i propri ospiti”. Nemmeno 50 e 50, si fa la conta: quanti sono i tuoi e quanti i miei. E ciascuno degli sposi versa per i propri. È l’effetto di un cambiamento nel “modo di vivere questi acquisti”, osserva Arcidiacono. E aggiunge: “Prima erano di pertinenza femmi-

nile. Erano una scelta negoziata all’interno della famiglia della sposa. Con un’asse femminile madre della sposa-sposa”. Ora invece “la partecipazione alle scelte è condivisa, c’è un rapporto più negoziale tra lui e lei. Lui mette del suo anche economicamente e in ogni caso vuole avere voce in capitolo”. Inoltre da quando, nel maggio 2016, la legge Cirinnà ha introdotto in Italia le unioni civili, ne sono state celebrate circa 6 mila. ratori del settore, è un business dalle grandi potenzialità. Perchè la legge “ha ampliato il mercato matrimoniale a chi non era un target“, spiega Arcidiacono. Tanto che il 48% delle imprese intervistate da Matrimonio.com prevede un aumento del fatturato, dal 5% al 20%.


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