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Uomo Pazzo
“uomo pazzo, nello stile di Van Gogh”
Nell’opera da me generata attraverso l’intelligenza artificiale ho deciso di rappresentare un uomo pazzo nello stile del celebre pittore Van Gogh.
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L’uomo rappresentato nell’opera è sicuramente un uomo anziano come si può vedere dal colore della barba e dei capelli che sono di colore grigio/bianchi ed è, sicuramente, turbato e lo si nota dallo sguardo perso nel vuoto accompagnato dalla postura del capo inclinato verso la spalla destra e da una mimica facciale molto spenta, che potremmo definire quasi triste come si può ben vedere dalla posizione assunta dalla bocca. Il viso dell’uomo, guardando attentamente lo zigomo in luce, è scavato e sembrerebbe quasi che l’uomo sia denutrito e ciò costituisce un elemento in più che ci aiuta a ricalcare il fatto che l’uomo sia turbato da qualcosa.
Come ultimo dettaglio del soggetto possiamo notare una barba folta e mal curata che insieme al cappello sgualcito ci fanno capire che le turbe dell’uomo si ripercuotono anche sul suo modo di essere e sul suo stile facendolo apparire come una persona sporca e incurante di se stessa.
Come si può ben vedere nell’opera è rappresentato un solo individuo senza che sullo sfondo o al suo fianco ci sia la presenza di oggetti o figure secondarie.
La composizione, oltretutto, non è affatto equilibrata in quanto il soggetto non trasmette armonia e grazia al contrario trasmette il suo stato d’animo all’osservatore, un altro aspetto che va espresso la mancanza di simmetria nell’opera e ciò si può vedere anche osservando la postura assunta dall’uomo.
Di conseguenza possiamo dire che la composizione si concentra nettamente verso il centro dell’opera, in particolare sullo sguardo dell’uomo.
Altro elemento caratteristico e senza ombra di dubbio l’assenza di prospettiva infatti, possiamo dire che l’opera è piatta.
Per quanto riguarda i “tecnicismi” possiamo individuare il punto di fuga e la linea di orizzonte; il primo lo identifichiamo all’altezza dell’occhio sinistro mentre per quanto riguarda la linea di orizzonte possiamo collocarla poco sopra gli occhi, quasi all’altezza della fronte.
La tecnica utilizzata è quella del divisionismo (pointillisme), che consiste nella sostanziale divisione dei colori, ed è una tecnica molto utilizzata dai post-impressionisti in particolare da Vincent Van Gogh.
La pennellata presenta un carattere molto particolare tanto da farla definire “nervosa”,ovvero molto fugace ed imprecisa, la parte destra del volto dell’uomo denota la chiara presenza del chiaroscuro che mostra delle ombre sul volto del soggetto.
Nell’opera vi è l’utilizzo di colori sia caldi sia freddi, l’utilizzo di quelli caldi lo ritroviamo soprattutto nel volto mentre i colori freddi vanno a costituire, seppur con contaminazioni di colori caldi, lo sfondo dell’opera.
L’opera e senza dubbio un opera figurativa e ciò e dovuto alla fatto che il soggetto, al di là della tecnica adoperata, è rappresentato in maniera fedele con qualche lieve distorsione (la parte terminale del cappello e l’orecchio).
L’opera va a toccare il tema della follia, nonché un tema molto presente nell’arte e che ha permesso la realizzazione di opere che sono considerate dei veri e propri capolavori.
Quest’opera permette il collegamento con molte opere d’arte tra le più famose non possiamo non citare “Autoritratto di un uomo disperato” di “Gustave Courbet”, opera nella quale troviamo l’espressione dell’artista folle, altra opera che ci da spunti di collegamento con l’opera realizzata è senza dubbio “L’urlo” di “Edvard Munch” che, nonostante la diversità dei soggetti rappresentati, rappresenta il medesimo tema ovvero quella della follia allo stato puro, come ultima opera, non per importanza, possiamo citare “Il vecchio” di “Pieter Bruegel”, con quest’opera il collegamento non è affatto scontato ma possiamo sicuramente dire che ciò che accomuna i due quadri è il chaos, che da un lato è un chaos visivo e chiaro(Bruegel) e dall’altro è un chaos mentale che imprigiona l’uomo(Gianluigi).
IL quadro richiama la pittura ed i soggetti di Vincent Van Gogh e avendo tratti comuni con esso potremmo, visti anche i tecnicismi, collocare questo meraviglioso quadro all’interno della corrente post impressionista. Riprendendo un’opera di Van Gogh riscontriamo delle analogie sicuramente con “Arte, genio, follia” nel quale vi è anche qui un unico soggetto rappresentato che come nel caso del mio quadro e visibilmente turbato e ciò è evidenziato dallo sguardo assente.
Sempre comparando le due opere troviamo diverse differenze come ad esempio l’uso di diverse tonalità di colore, infatti nell’opera di Van Gogh troviamo la presenza di tonalità più fredde di colore e, un’altra differenza che salta all’occhio, e sicuramente quella dello sfondo in quanto van Gogh dipinge un paesaggio alle spalle del soggetto mentre per quanto riguarda la mia opera ad avvolgere il soggetto c’è un paesaggio astratto. Anche qui vi è l’utilizzo di pennellate veloci e della tecnica pittorica del divisionismo, che ribadisco essere uno degli elementi cardine del post-impressionismo, come si può vedere ad esempio dal colore del viso dell’uomo, inoltre anche i il punto di fuga coincide con lo sguardo del soggetto rappresentato e vi è la quasi totale assenza di chiaroscuro.
Per concludere questa descrizione voglio parlare del messaggio che quest’opera trasmette.
Il dipinto realizzato crea un senso di angoscia e di annichilimento dovuti allo sguardo spento ma persuasivo del soggetto rappresentato, il tutto viene del resto accentuato dall’uso dei colori che attenuano la carnagione del soggetto rendendola più pallida.
Da qui possiamo rilasciare quello che è il vero messaggio di quest’opera ovvero quella che la follia porta al deterioramento del corpo e dello spirito.
Personalmente trovo che questa esperienza sia stata molto piacevole e divertente in quanto mi sono cimentato con interesse e curiosità in un’attività che non sono solito compiere.
Sono molto fiducioso, visto il mio risultato, dell’intelligenza artificiale in ambito artistico ma sono assolutamente d’accordo con Asimov sul fatto che la macchina non potrà mai sostituire l’uomo in quanto priva di sentimenti.
Concludo ribadendo la piacevole esperienza e ci vediamo alla prossima opera d’arte.