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L’Es-senza

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Panta Rei

Panta Rei

“Cavalletto senza tela, solo cornice che fa intravedere il prato nello sfondo, stile olio su tela, alla maniera di Manet.”

L’opera “L’Es-Senza” è un dipinto olio su tela realizzato alla maniera di Manet. L’opera si presenta come un’enigmatica immagine di un cavalletto posto di spalle in una distesa verde. Nel complesso, “L’Es-senza” è un’opera d’arte che invita lo spettatore a riflettere sulla natura dell’arte stessa e sulle modalità attraverso cui essa viene creata e percepita.

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Il titolo riassume, difatti, come l’artista abbia voluto concentrarsi sull’elemento fondamentale dell’arte, ovvero il supporto (il cavalletto stesso) sulla quale essa viene creata. L’Es è per Freud una delle tre istanze della psiche umana (analizzate nella sua teoria della psicoanalisi), e rappresenta la parte più creativa, primitiva, istintiva e pulsionaria della personalità. Rapportata all’arte, l’Es può essere fonte di creatività, ma in questo caso (l’es-senza) l’artista non lascia intravedere l’opera, per cui, emerge più il rapporto conflittuale che l’Es ha nella società, in quanto, la nostra primitività non sempre è conforme al rigore e alla morale. A tal proposito va ricordato come l’impressionismo nasca dal rifiuto dell’accademismo, fuori dalle regole pittoriche ed etiche. La pittura di Manet, primo grande esponente dell’impressionismo ha infatti rappresentato un’importante innovazione per il XIX secolo, proprio per la sua capacità di sfidare le convenzioni artistiche dell’epoca. L’opera “L’Es-Senza” è un dipinto olio su tela realizzato alla maniera di Manet. L’opera si presenta come un’enigmatica immagine di un cavalletto posto di spalle in una distesa verde. Nel complesso, “L’Es-senza” è un’opera d’arte che invita lo spettatore a riflettere sulla natura dell’arte stessa e sulle modalità attraverso cui essa viene creata e percepita.

Ora l’artista non è più interessato alla rappresentazione della realtà, quanto alle sensazioni che essa suscita, proprio all’impressione. È per questo che egli deve essere il più rapido possibile nell’esecuzione del dipinto, al fine di evitare che le condizioni che determinano in lui tali impressioni vengano meno, senza però escludere una certa accuratezza e raffinatezza nei dettagli. Il cavalletto, difatti, appare nitido e dettagliato, con i suoi particolari elementi ben distinguibili, ad apparire morbido e quasi sfumato, è invece il prato nello sfondo (che crea un effetto di profondità e tridimensionalità) in quanto per questi artisti, la realtà è soggetta ad un’evoluzione continua e non costituisce un elemento definitivo, bensì un incessante e frenetico divenire.

A tal proposito è possibile comparare un dipinto di Curbet, massimo esponente del realismo, per sottolineare come invece, la natura veniva rappresentata in precedenza, e cioè in modo statico e dettagliato.

Quanto detto chiarisce il motivo per il quale molti pittori impressionisti, sentendosi attratti dall’esperienza di Corot e dalla scuola di Barbizon prediligono anch’essi dipingere en plein air, all’aria aperta. La scelta di porre il cavalletto immerso in una distesa verde, dove l’erba cresce spontanea, è proprio data dall’uso di questa tecnica. Gli impressionisti, infatti, fuggono dal chiuso degli atelier, preferendo le rive del fiume Senna, anche perché un punto fondamentale della loro pittura, risiede nell’uso della luce e del colore.

È la luce che determina la percezione dei vari colori, capace quindi di definire le forme, i volumi e le superfici degli oggetti, ma la luce è anche in grado di definire emozioni e atmosfera, è così che gli impressionisti potevano rappresentare oggetti e paesaggi in modo realistico, ma allo stesso tempo evocativo, suggestivo e poetico.

Così la scelta di seguire la tecnica pittorica di Manet, in quanto ad egli si deve il coraggio di aver spezzato il predominio della pittura accademica per una pittura volta alle emozioni e alla libertà espressiva. Difatti, la sostanziale differenza rispetto ad ogni altra forma di pittura, risiede nel diverso modo che gli impressionisti hanno di porsi in rapporto con la realtà esterna. Essi, si resero conto che tutto ciò che si percepisce attraverso gli occhi continua aldilà del nostro campo visivo.

L’intento dell’ opera è proprio quello di far risaltare questa continuità, seguendo la tecnica del dipinto nel dipinto, in quanto il limite imposto dal cavalletto posizionato di spalle, implica l’osservatore ad immaginare, evocare, progettare e realizzare altre opere che completino la mancanza apparente del quadro. Leopardi credeva che l’immaginazione fosse una forza liberatrice, capace di far sognare mondi alternativi, offrendoci una via di fuga dalla realtà quotidiana e dalle sue limitazioni.

L’es-senza sebbene a primo impatto possa suscitare tranquillità, equilibrio, armonia e quiete, suggerite dall’immediatezza della visione, dalla semplicità del soggetto, quasi in un vivace realismo, in realtà nasconde mistero, incertezza, ed angoscia. Il quadro è dinamico, seppur non ci sia nessun soggetto in azione, è la nostra mente che vaga alla ricerca del dipinto o dell’artista stesso... ma è necessaria questa ricerca? In alcuni casi, la consapevolezza che un quadro sia stato creato da un artista di grande fama o importanza storica può aumentare il valore percepito e condizionare la nostra reazione di fronte ad essa.

Il valore di un’opera d’arte non deve essere determinato dall’artista che l’ha creata, ma dalla qualità delle emozioni che essa suscita. Un dipinto può essere considerato bello anche se non ha un significato o un senso particolare. Molti artisti creano opere d’arte che sono intese come espressioni puramente estetiche, senza alcun significato o intenzione specifica di comunicare un messaggio o un’idea.

L’Es-senza o l’Essenza, difatti, vuole comunicare proprio questo: l’opera d’arte è l’arte in sé.

L’opera è stata realizzata dalla piattaforma DALL-E 2, un sito di intelligenza artificiale, di facile ed intuitivo utilizzo. Ho apprezzato particolarmente l’opzione di generare varianti partendo da un’opera generata in precedenza, in quanto mi ha permesso di arrivare al risultato definitivo, che più si atteneva alla didascalia imposta. Inizialmente la mia idea era quella di un cavalletto con al di sopra una cornice, senza la tela, che lasciava intravedere il paesaggio nello sfondo, per cui è stato necessario generare numerose varianti, talvolta modificando anche l’input.

Tuttavia, il risultato ha superato l’idea, mi ha sorpreso: il cavalletto girato, la visione dell’opera negata, hanno lasciato spazio a riflessione e immaginazione. Ho trovato poi molto realistici la riproduzione dei filoni artistici e delle tecniche pittoriche. Si tratta di un sito completo e sviluppato correttamente, aggiungerei più tentativi di ricerca per dare la possibilità di lasciarsi trasportare dalla creatività.

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