Guglielmo Achille Cavellini

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GUGLIELMO ACHILLE

CAVELLINI COLLEZIONE GIORGIO FOGAZZI

nella sede della

Associazione Artisti Bresciani 20 settembre 15 ottobre 2014

1914 2014


autoritrattoeauto


tostoricizzazione Qualsiasi cosa l’uomo ritenga di avere “fatto”, e qualsiasi immagine produca l’attenzione in natura, e rispetto all’opera umana, è un autoritratto. Questa è una verità, partendo dall’assunto che Dio, il Creatore, è Uno. Il che comporta che non c’è forma la quale non sia Lui, attraverso la dote della cosa creata: il Figlio. L’uomo. Da ciò discende che non ci sono gesti né scelte umani, che non siano espressione dell’uomo in sé; cioè della propria storia. Gac dichiara l’Autostoricizzazione nel 1971. La storia delle sue opere inizia nel 1945, con i paesaggi-autoritratti, e termina nel 1990 con 60 autoritratti collage. Giorgio Fogazzi

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Cavellini e l’Associazione Artisti Bresciani

Giorgio Fogazzi ha scelto di celebrare la ricorrenza del centenario della nascita di Guglielmo Achille Cavellini con la pubblicazione di questo volume e mettendo a disposizione opere dalla sua collezione per una mostra, curata da Ken Damy, e allestita nel salone dell’AAB dal 20 settembre al 15 ottobre 2014. È l’omaggio di un collezionista all’amico artista di una vita, con il quale ha condiviso quotidiane frequentazioni e un intenso interesse per l’arte. Guglielmo Achille Cavellini nel 1947 è stato presidente dell’AAB. Vediamo il contesto di questa sua esperienza. Mentre Brescia stava ancora vivendo le vicende drammatiche della guerra appena conclusa, il 2 giugno 1945 venne approvato lo statuto dell’associazione Arte e cultura (che in seguito diventerà Associazione Artisti Bresciani). Già con la prima mostra, allestita nella sede di via Gramsci, dal

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14 ottobre all’11 novembre del ’45 con 201 opere di 120 artisti, si manifesta evidente la difficile convivenza fra artisti tradizionalisti e modernisti, alcuni dei quali andavano mostrando interesse per le novità che emergevano nella pittura degli anni del periodo pre bellico. È Aequus, Alfredo Gatta, critico del «Giornale di Brescia», a cogliere questo aspetto: «i motivi della pittura odierna restano ancorati alla casetta rustica, al ruscello petulante» e auspica «almeno una più attenta osservazione della pulsante vita». Anche «La verità» organo ufficiale bisettimanale del Partito comunista bresciano, osserva che «non c’è nessun artista che ci presenti un’opera che preluda a nuove concezioni d’arte, che sia la voce o il grido di rinascita verso la nuova era». Il 12 ottobre del 1946 l’AAB organizza una mostra con 150 artisti; per il disegno viene assegnato un riconoscimento a Cavellini. Il catalogo di questa rassegna


rappresenta la mediazione tra innovatori e tradizionalisti e scrive della necessità di «valorizzare l’arte in ogni campo […] senza esclusione di scuola o di tendenza». Ma alcuni giovani artisti (che faceva riferimento a pittori come Birolli, Morlotti, Vedova) lasciarono l’AAB. La dirigenza dell’AAB ricorre a soluzioni all’italiana (diremmo oggi) e, in presenza di tre correnti, il gruppo “A” che rappresenta i modernisti – innovatori, il gruppo”B”, che raccoglie i moderati di centro, e il gruppo “C” cui fanno riferimento gli artisti conservatori – tradizionalisti, decide che i tre gruppi debbano esporre una volta all’anno in tre mostre diverse. è, ovviamente, una suddivisione sommaria; ad esempio nel gruppo “B”, quello dei moderati, troviamo Francesco Carlo Salodini che il critico Fausto Lorenzi definisce «non allineato, testimone di un raro espressionismo surgelato». È questo il contesto, il dibattito, il fermento che porta Achille

Guglielmo Cavellini alla presidenza dell’AAB nel 1947. La sua elezione rappresenta, di sicuro, una scelta sofferta, da alcuni accettata con un po’ di mal di pancia, ma segna anche la cifra di coraggio e apertura che si respirava nell’Associazione di via Gramsci. Ma, si sa, Cavellini è un innovatore radicale, di poche mediazioni, non ha la pazienza di conciliare le differenti anime degli artisti, le diverse scuole di pensiero; Brescia gli va stretta, lascia l’AAB; la sua aspirazione di nuovi orizzonti e contatti lo porta a Parigi, dove, tra gli altri, incontra Birolli e Morlotti. Dalla mostra con opere di Vedova e Santomaso, organizzata nel suo ampio seminterrato nel 1946, ne ha fatta di strada GAC! E oggi, come tanti altri nel mondo, siamo qui a celebrarlo a cento anni dalla nascita. Dino Santina, presidente AAB

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opere in mostra

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opere in mostra Guglielmo Achille Cavellini 5 autoritratti, 1945 matita su carta, cm 23,5x33,5

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Guglielmo Achille Cavellini Autoritratto, 1946 matita su carta, cm 33x24

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Guglielmo Achille Cavellini Autoritratto e omaggio a Gac, 1945-1946 disegno a matita di Gac, fotografato, ingrandito e intavolato da Giorgio Fogazzi nel 2014, cm 40x50

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Guglielmo Achille Cavellini Autoritratto, 1944-1945 olio su tela, cm 44,5x34,5

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Guglielmo Achille Cavellini Senza titolo - cornice, s.d. china e tempera su carta assorbente, cm 48,5x68,5

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Guglielmo Achille Cavellini Autoritratto nel paesaggio, primi anni sessanta dipinto e plexiglas su legno, cm 60x70,5x0,5

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Guglielmo Achille Cavellini Senza titolo, 1965 Cornice in stoffa con rondelle in metallo e acrilico su legno, cm 120x90x5

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Guglielmo Achille Cavellini Cassetta che contiene opere distrutte del 1967, 1967 colori acrilici su legno, cm 107x117

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Guglielmo Achille Cavellini Serie degli oggetti, 1965 legno e lamiere smaltate, cm 49,5x49,5x6,5

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Guglielmo Achille Cavellini Francobollo con autoritratto. Omaggio a Mirò, 1967-1972 plexiglass colorato e colori acrilici su legno, cm 88x99

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Guglielmo Achille Cavellini Francobollo Omaggio a Morandi, 1966 intarsio a colori acrilici su legno, cm 64,5x60,5x8

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Pagina a fronte: Guglielmo Achille Cavellini Francobollo - omaggio a Braque, 1966-1968 intarsio di legno e colori acrilici, cm 186x96


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Guglielmo Achille Cavellini Scala cromatica, 1969/1970 colori acrilici su legno e carbone, cm 124,5x119,5

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Guglielmo Achille Cavellini Omaggio a Morandi, 1970 carbone e colori acrilici su legno, cm 92x77

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Guglielmo Achille Cavellini Francobollo 1^ mostra fotografica con autoritratto, 1967 circa foto a colori acrilici su legno sagomato, cm 102,5x97x6

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