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Visita al Vittoriale degli Italiani

“Io ho quel che ho donato”

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Il giorno 10 maggio, noi classe 4^A AFM, insieme alla 5^A, ci siamo recati al Vittoriale degli italiani. Parliamo proprio della casa di Gabriele D'Annunzio, scrittore, politico e patriota italiano. La sua abitazione si presenta maestosa e imponente: è circondata infatti da un grandissimo giardino. Al suo interno, oltre alla casa vera e propria, si possono trovare diversi elementi che hanno caratterizzato la sua vita… Innanzitutto, abbiamo cominciato il nostro tour visitando l'ambiente naturale: il frutteto, il roseto, ma ciò che ci ha colpito maggiormente sono state le cascate e le varie fontane, il cui suono trasmette molta tranquillità e serenità. Oltre a questi componenti vitali e naturali, possiamo trovare anche la dimensione più oscura della morte. Infatti ci siamo interessati al ricordo fune-

bre di D'Annunzio: il punto più alto del giardino è il mausoleo, innalzato da piani circolari che ricordano i gironi dell'inferno. Qui, nel punto centrale, si trova la tomba di D'Annunzio accerchiata da quelle di cari e parenti. Inoltre nel giardino abbiamo visto che il poeta ha dedicato uno spazio anche alle lapidi dei suoi cani. Infine, ultima ma non per importanza, ci teniamo a citare la nave che domina la scena nel giardino, in ricordo della prima guerra mondiale. La Prioria, invece, è stata l’ultima casa di Gabriele d’Annunzio, dove il Poeta ha trascorso i suoi ultimi 17 anni di vita, dal 1921 al 1938. All’ingresso si trova una colonna di pietra che aveva la funzione di separare le due sale d’attesa, quella per gli ospiti graditi a sinistra e quella per gli

ospiti non graditi a destra; in quest’ultima accolse anche Mussolini. Sin dalla prima stanza, si nota subito la presenza di una grande quantità di libri, infatti, in tutta l’abitazione, i volumi sono più di 33mila. L’intera casa è avvolta nella penombra, perché d’Annunzio nel 1916 durante un atterraggio mal riuscito con l’aereo, perse la vista dall’occhio destro e non sopportava più la luce del sole, infatti, le finestre sono per la maggior parte composte con dei vetri colorati per filtrare la luce. Sono presenti molti oggetti orientali, che non si riferiscono a una particolare passione del poeta, ma a una moda dell’epoca. Parlando di oggetti, non si può non fare riferimento ad una malattia di cui d’Annunzio soffriva e che riguardava proprio gli oggetti: l’“Horror vacui”, ovvero la paura degli spazi vuoti; per questo il poeta tendeva a riempire tutti gli spazi della casa, riempiendola di oggetti spesso molto strani e ambigui, che avevano il ruolo di esaltare la sua personalità. Proseguendo la visita della Prioria, dopo aver visitato la stanza della musica e la biblioteca, si arriva nell’ala più privata dell’abitazione, quella non accessibile agli ospiti. Un particolare che si nota subito è la presenza di una vera e propria farmacia, dato che il Poeta era ipocondriaco, ovvero un malato immaginario. Nella sua camera da letto era presente solo un piccolo letto da una piazza e mezza, in quanto D’Annunzio era alto solamente 1.58m. All’epoca non esistevano letti matrimoniali, infatti la sua compagna dormiva in una stanza diversa.

Una particolarità della casa sono sicuramente i bagni, che sono completamente blu notte. Nel bagno personale del Poeta sono conservati addirittura 900 oggetti, la maggior parte molto bizzarri. In alcune stanze sono presenti pelle di animali, tra cui possiamo trovare quelle di ghepardi, la corazza di un armadillo e il guscio della sua tartaruga Carolina, che visse per molti anni nei giardini del Vittoriale, prima di morire forse in seguito a un indigestione. L’unica stanza della casa che aveva il lusso di essere illuminata era la cucina, perché d’Annunzio non la frequentava, ma si faceva preparare tutto dalle cuoche. La visita della Prioria si conclude con la sala d’attesa degli ospiti graditi, molto accogliente, e la sala da pranzo per gli ospiti, dove a capotavola era presente proprio il guscio della tartaruga Carolina come monito per i commensali ingordi. Uscendo dalla casa è possibile visitare il Museo d’Annunzio Eroe per rendersi ulteriormente conto di come il Poeta si sia costantemente impegnato a costruire il mito di se stesso, il mito di una vita inimitabile. Pietro Galafassi, Alessia Terrazzino, Valeria Verzeletti, 4°AAFM

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