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Sedici anni… pag Consigli di lettura per l’estate

SEDICI ANNI, stretti in questa realtà

“Preferirei che non esistesse al mondo nemmeno la città più bella che io abbia mai visto. Preferirei perderti nel bosco che per un posto fisso” Del verde, Calcutta

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Tutti hanno un posto felice, un luogo delle vacanze, ad esempio, la propria città natale, il parco dove da bambini ci divertivamo senza preoccupazioni.

Il mio posto felice è errante: dieci persone sono la mia casa. Le nostre risate insieme costituiscono le fondamenta; le lacrime sono i muri graffiati e sporchi; i ricordi costruiti insieme sono il pesante portone di legno che chiude il freddo e le tenebre fuori; le canzoni intorno al fuoco sono il porticato; le fotografie le finestre e le tende ricamate. Credo di essere gelosa di quello squarcio nel mondo perché, dopo averlo costruito passo passo, protetto dalla pioggia e talvolta dalla grandine, temo che qualcuno con le sue scarpe sporche di “umanità”, contamini il mio piccolo paradiso. Non ho dubbi che quello là fuori sia un mondo altrettanto affascinante… ma per qualcun altro, perché, nonostante sia spesso costretta ad adattarmi a quella realtà e conviverci, continuo a sognare quella casa.

Guardatemi pure come se fossi pazza, perché sono consapevole di non poter essere compresa. Non potete capire come io veda in un fuoco che intossica i polmoni e i vestiti, in un pasto mezzo crudo o scotto, in un prato infestato dagli insetti, in dieci persone con cui contendermi l’ultimo biscotto… il mio posto felice. È un’altra dimensione: mi strappa da questa, che mi sta e mi è sempre stata stretta.

Potrei elencare innumerevoli esempi di momenti magici e a tratti surreali, ma vi racconterò di un singolo istante deludentemente banale, di un sabato sera quando, secondo le aspettative, saremmo dovuti essere a qualche festa con musica e luci variopinte. Ciò mi avrebbe sicuramente resa felice, ma mai quanto ritrovarci, con lo stomaco appesantito da una porzione troppo abbondante di pizzoccheri, a scambiarci uno sguardo di sfida e correre all’impazzata, sotto le luci fioche dei lampioni e il buio della notte.

Ilaria Piceni, 3DL

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