Lungarno n. 83 - aprile 2020

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CONTRO L'AUTOMOBILE

Intervista ad Andrea Coccia di Michele Baldini

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La ballata di Sant’Orsola Intervista a Benedetto Ferrara di Matteo Chiapponi foto di Benedetto Ferrara

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enedetto Ferrara ci racconta tutto sul suo primo romanzo e ci svela il suo progetto futuro. Ti aspettavi questo riscontro dai lettori al primo tentativo? “Sono contento perché ci ho messo tanto di me stesso e il pubblico ha apprezzato. La cosa che mi dà più soddisfazione è che ci sono lettori che mi dicono 'mi sono divertito tanto' e altri che mi dicono 'mi sono commosso tanto'”. Perché proprio Sant’Orsola? “A Sant’Orsola ci sono entrato da bambino, era il centro sfrattati dove abitava una mia compagna delle scuole elementari ed è rimasto l’unico grande 'buco nero' del centro storico fiorentino. Rappresentava una sorta di favela, un mondo distante dal mio e dal quale ho imparato ad ascoltare”. Parlaci dei personaggi bizzarri che popolavano il circolino davanti Sant’Orsola. “La maggior parte sono realmente esistiti. Lavorando da ragazzo come barista al circolo entravo in contatto con persone di vario tipo, dal politico al pappone, dall’alco-

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lizzato al campione di biliardo, al poeta. Era un’umanità che con i suoi lampi di saggezza sapeva insegnare. Ed io a questa umanità sono grato”. E Pierabdul? “Lui è frutto della mia immaginazione. A lui voglio bene perché mi ha permesso di dare quel lato surreale che ho sempre amato negli autori con i quali sono cresciuto”. La musica è centrale nel ritmo del racconto... Sbaglio? “È vero, è la mia passione da sempre. Avendo poi studiato sceneggiatura da ragazzo penso a ciò che sto raccontando in chiave cinematografica. Ogni scena ha una sua colonna sonora. A volte però ci deve essere silenzio. Sarebbe bello scrivere il silenzio, qualcuno più bravo di me ci è pure riuscito…”. Nel numero di marzo abbiamo promosso l’istituzione di una “Giornata della musica di strada”. Tu come la vedresti? “La musica è la vita di una città. Se organizzata bene può essere interessante a patto di non cadere nel cliché inserendola nel contesto della Firenze turistica”. Progetti futuri? “Quando convivi per mesi, anni con i tuoi personaggi poi ti mancano, non li puoi abbandonare”.

ndrea Coccia è un giornalista freelance e tra i fondatori di Slow News. Collabora con Linkiesta e proprio a marzo è uscito un suo volumetto per Eris Edizioni dal titolo Contro l'automobile. La presentazione era in programma ad aprile, ma tutto è sospeso. Chi meglio di te può darmi una prospettiva originale a questo particolare momento? “La mia sensazione è che questa epidemia non sia lo Tsunami, quanto piuttosto il mare che si ritrae prima dell'onda e che quella sarà il vero disastro. La crisi economica e industriale che vivremo rischia di sconvolgere l'intera società consumista”. Così come saturo è il mercato a quattro ruote. “Per quanto riguarda le auto, che di questa società sono il simbolo e il cuore, questa crisi travolge un settore già in difficoltà da decenni, che quest'anno ha già perso cifre allucinanti, che sta in piedi grazie agli aiuti di stato, che non ha prospettive di ripresa e che aveva già raggiunto il picco e saturato il mercato. Ci sono circa 1 miliardo di auto in circolazione. Una quantità che è pari a quella delle auto prodotte negli ultimi 15 anni. Ne siamo invasi, tanto che la storica promessa di libertà e di autonomia su cui i produttori hanno basato quella che io definisco una inception sta rivelando tutta la sua falsità: se tutti hanno la macchina nessuno si muove più. E infatti per la maggior parte del tempo saliamo su una cosa progettata per andare veloce, lontano, in tanti e per trasportare pesi, ma ci andiamo lenti, vicino, da soli e spostando la nostra borsa con computer”. E chi non ne può fare a meno allora? “È vero, oggi è impossibile per chi non vive in città fare senza. Ma è successo perché abbiamo accettato di legarci mani e piedi a qualcosa che non controlliamo e che ci ha resi dipendenti, come una droga: non sappiamo più ripararle, non ne produciamo il carburante, ormai non le possediamo nemmeno più realmente, visto che con il leasing sempre più diffuso ci abboniamo alla macchina come ci abboniamo a Netflix”. Lentezza contro accelerazione, da che parte stare? “Non è una sfida tra lentezza e accelerazione, ma tra crescita infinita ed esponenziale ed equilibrio e non è una questione di scelta, perché la crescita esponenziale è un'illusione, non esiste nell'universo. La natura funziona o per ascese e declini, o per bilanciamento. Abbiamo scommesso sul primo modello, ma dobbiamo prepararci al declino”.


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