Lungarno n. 83 - aprile 2020

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Riciclare la stoffa in maniera creativa di Marianna Piccini

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Una semplice t-shirt necessita di circa 2.650 litri di acqua e 150 grammi di pesticidi

prile è il mese della Fashion Revolution, una rivoluzione che nasce per promuovere un tipo di moda innovativo, fair trade, ed ecosostenibile che rispetti sia le persone che l’ambiente. Una semplice t-shirt necessita di circa 2.650 litri di acqua e 150 grammi di pesticidi, eppure siamo così abituati a trovarla in negozio a pochi euro che non ci rendiamo bene conto del percorso che sta dietro. Fashion Revolution vuol quindi essere in primis una presa di coscienza di ciò che significa acquistare un capo di abbigliamento. Ogni anno l’85% dei vestiti prodotti, pari a 11 milioni di tonnellate, finisce in discarica e questo visto il grande impatto che hanno non è molto sostenibile per il pianeta. Il primo passo per un consumo più consapevole, dopo lo scegliere brand più ecologici, è quello di riciclare in maniera creativa la stoffa in modo da sfruttarla fino alla fine della sua vita! Eccovi quindi un velocissimo tutorial per trasformare una maglietta in

una comoda borsa di stoffa per la spesa. Prendete una vecchia t-shirt che non usate più e tagliatele via le maniche e il collo. A questo punto tagliate sul fondo delle striscioline larghe circa 2 centimetri e lunghe 5 centimetri che poi annoderete insieme per creare il fondo della borsa. Un altro riciclo creativo semplice e veloce è quello di creare degli Scrunchies, ovvero degli elastici per capelli, con la stoffa avanzata. Tagliate un pezzo di stoffa di 8 centimetri per 40 centimetri e giratelo con la parte buona verso l’interno. A questo punto piegate la stoffa a metà dal lato lungo e cucite lasciando aperti i due lati corti. Ora rigirate la stoffa facendola passare all’interno del tubicino che si è creato e inserite al suo interno un filo elastico spesso almeno 0,5 centimetri e lungo circa 10 centimetri. Cucite l’elastico insieme e poi cucite unendo tra di loro i due lati corti rimasti ancora aperti. Esistono tantissimi modi per riciclare la stoffa, con un po’ di fantasia si riescono a creare cose fantastiche che aiutano nel loro piccolo anche a salvaguardare l’ambiente.

Indovinello fintocolto: è gigante, puzza ed è unico in Italia. Cos'è? di Walter Tripi

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iberamente tratto da una storia vera. Vi chiamate Odoardo Beccari, siete un naturalista fiorentino sull'isola di Sumatra a fine '800. Non siete lì per caso: fin da giovanissimi la vostra curiosità verso il mondo che si può vedere e toccare vi ha spinti in viaggi avventurosi, esplorazioni strabilianti, svariate litigate a causa del vostro caratterino e pure qualche incontro memorabile. Charles Darwin, per dire. Siete, dicevamo, sull'isola di Sumatra, e avete davanti una infiorescenza gigantesca. È qualcosa di mai visto: può essere alta fino a tre metri, ha una forma fallica particolarissima e fiorisce grazie al lavoro delle mosche quindi...ehi, ma puzza proprio di carogna! Dovete quanto prima comunicare lo straordinario rinvenimento ai vostri illustri colleghi ma, a ben pensarci, con quelli fiorentini avete litigato troppe volte: fate qualche pacchettino di semi e lo inviate a tutti gli altri. Il portento sarà acclamato in Inghilterra, negli Stati Uniti e oltre, ma non nella vostra città natale. Così imparano, quei toscanacci maledetti. Nonostante questo, tornerete nella città del Giglio e sarete pure nominato Direttore del Giardino dei Semplici, salvo poi dimettervi perché... beh, s'è già detto: son toscanacci maledetti e voi avete troppo da fare. Decenni dopo un altro Direttore dei Semplici vi vorrà omaggiare e si procurerà qualcuno di quei semi, affinché dove voi avete lavorato possa trovarsi quella piantona altissima, che fiorisce senza preavviso o programma e che puzza di carogna: la prima volta, a Firenze, succederà nel 2002. Qualcuno, proprio a causa dell'afrore, lo chiamerà “Fiore Cadavere”. Il Giardino dei Semplici continuerà ad ospitarlo ma anche ad essere una meraviglia di piante medicinali e alberi secolari: è pur sempre il terzo orto botanico più antico al mondo. Voi nel frattempo, vi siete spenti senza aver mai smesso un solo giorno di studiare, ricercare, scoprire. D'altronde, siete i ritrovatori dell'Amorphophallus titanum, l'inflorescenza più grande in natura.

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