Lungarno n. 84 - maggio 2020

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CinematograFICA

Una start-up per la parità di genere di Valentina Messina

“E

ravamo quattro amiche al bar, che volevano cambiare il mondo”. Prendere in prestito i versi di Gino Paoli e declinarli al femminile mi sembra più che lecito se servirà a introdurvi un progetto speciale, che ha a che fare con una storia di amicizia, uguaglianza di genere e di amore per il cinema. È la storia di quattro amiche, che insieme hanno dato vita a CinematograFICA, start-up sociale che si occupa di diffondere la parità di sesso attraverso il cinema. Come? Organizzando rassegne tematiche con bambini e adolescenti, mostrando loro che un’uguaglianza sì, è possibile, specie se dagli schermi rimbalza nelle loro teste, si accende nei dibattiti e poi si applica alla vita reale. Quando le incontrai in un bar del centro,

con le teste chine sui computer, io entravo per uno Spritz, loro erano al quinto giro di tè verde e biscotti, impegnate a discutere del nuovo progetto che di lì a poco avrebbe preso forma. CinematograFICA diffonde informazioni, stimola discussioni, dà voce alle minoranze e approfondisce aspetti della vita meno conosciuti anche grazie al cinema con il lavoro di Claudia, la toscana affascinata dal Medio Oriente che, con varie esperienze di vita tra Siria, Marocco e Tunisia, ha poi scoperto che il femminismo si poteva studiare; Dafne, napoletana con sangue iraniano, cresciuta a panuozz e biglietti aerei che ha fatto della sua passione un mestiere (lavora nel turismo didattico); Daniela, aquilana d’origine ma pellegrina per vocazione, dopo aver rubato il meglio degli anni trascorsi tra Barcellona e Bologna,

si specializza in organizzazione di eventi culturali e infine Simona, dalle profondità del mare della Sardegna fino alla facoltà di media e giornalismo. Tutte con background differenti, tutte legate dall’amore per il grande schermo. “Stiamo lavorando per costruire con maggior dettaglio e intensità i nostri contenuti e essere ancora più motivate a operare nel mondo del dopo” – dicono le ragazze. Quando riapriranno gli spazi aerei, quando si tornerà a una pseudo-normalità, torneremo anche a parlare di Cinematografica e di Firenze, la città che le ha fatte incontrare, che ha fatto da sfondo nei momenti felici, un porto sicuro a cui tornare e da lì poter ripartire.

Film e dibattiti per scoprire l’uguaglianza

DJ SETS/SET ON THE DJ’S? di Riccardo Morandi

L

a tesi è questa: viviamo in mondo dove tutti devono forzatamente dire o fare qualcosa. L’espressione è diventata un obbligo, la sensibilità una velleità, il pubblico il più vasto possibile. Il mezzo, facile a dirsi, è l’agenzia di stampa personale, ovvero i social network. Cosa dire, quindi? Leggere un libro è cosa lunga, come parlare di cinema. Ci vuole un canale, che universalmente funzioni: la musica. Suonare uno strumento? No, complesso. Dobbiamo studiare, fare, confrontarsi: e poi chi va più ai concerti, specialmente adesso? Niente da fare. Ma c’è qualcuno che è il re della musica, senza mai avere suonato. Colui che un tempo metteva i dischi, ma da qualche anno magicamente suona. Intendiamoci, non stiamo qua sminuendo l’idea di Dj. Anzi. L’animare e fare tendenza in un club, anticipare i successi, capire, è una virtù incredibile. Chi ha visto il dancefloor dalla consolle sa che è una bella fatica. Bella, ma fatica. Ma in un dancefloor, appunto. Dove è importante il volume, dove i cambi sono fonda-

mentali, dove intuisci dai movimenti quello che sta succedendo. Sono pochi quelli che lo fanno, e le loro capacità sono indiscusse. Poi d’un tratto, scorrendo lo smartphone in quarantena, rivedi lui. Il tuo compagno delle medie, che si comprava Discomania MIX Summer 97, che dopo pochi anni si faceva chiamare ROLANDO MIX e che metteva i dischi ai compleanni di 25enni che manco il cane ci andava, dove c’erano solo i cugini dei cugini. Lui ti manda un invito a un evento SOCIAL, ti colleghi e lo trovi a regolare inutilmente i medi ed i bassi nella cameretta dove l’avevi lasciato anni fa. In sottofondo Gigi D’Agostino gracchiante (che mica siamo alla Royal Albert Hall di Londra) e lui sudato, 4 visualizzazioni in diretta. Ha i vinili, però, attenzione. Perché l’importante è il supporto a sto prezzo, non quello che c’è inciso. Non so voi, io trovo decine di ROLANDO MIX in giro sui social, quotidianamente, alle ore più assurde, magari fra una call di lavoro e l’altra, al pomeriggio. Erano meglio i compleanni dove non c’era il cane, almeno un prosecco lo trovavi.

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