2 minute read

Palati Fini: Spaghetti alle vongole “fujute

Next Article
Oroscopo

Oroscopo

testo e illustrazione di Marta Staulo

Spaghetti alle vongole “fujute”

Advertisement

L’immaginazione è l’attitudine che più abbiamo sviluppato in questi mesi. Abbiamo immaginato il futuro, soluzioni a problemi nuovi e come sostituire ciò di cui abbiamo sentito la mancanza, delle cose perdute come di quelle mai avute. Questa è una ricetta di illusioni e mancanze, che trova la base nella composizione di profumi che ingannano, con una forte componente di creatività e pur sempre con un estenuante mal di mare, laddove mal indica un vuoto incolmabile che solo congiunti sul litorale potrebbero riempire. L’odore del mare è il cuore di tutto, pur essendo il mare il grande assente, perché l’ingrediente principale sono le vongole - ahimè - scappate (“fujute”, in napoletano), per non dire invece che non ci sono state mai. Dopo aver pensato per anni che la ricetta si rifacesse alle ostrichette curiose del poemetto “Il Tricheco e il Carpentiere” in Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò (Lewis Carrol, 1871), ho dovuto accettare l’amara realtà di una notte di fame davanti a un frigo vuoto, quando hai in casa solo aglio, olio, pomodori e prezzemolo e ti manca il mare da morire. Ti manca così tanto che mentre sei a fumare alla finestra e l’acqua bolle ti convinci che sa di mare persino l’odore dell’Arno che senti, con il vento migliore e la giusta dose di irrazionalità della fame di mezzanotte.Anche se cosa ne sarà di questa estate non ce lo diranno le viscere di un pipistrello, potrai immaginarla solo se ti immedesimi in quella vongola, trovando il pretesto per scappare dove vorrai con la stessa inventiva di chi ha dato nome a questo piatto.

A TUTTA BIRRA

di Andrea Bertelli

Fase 3

“E poi ci troveremo come congiunti nei pub,A bere birre con la mascherina,O forse non ci troveremo mai, In questa riapertura piena di guai” Ci siamo, ecco ci alla tanto attesa riapertura dei rubinetti. Spero nel frattempo ognuno di voi sia riuscito a trovare il modo più opportuno per placare la sua sete, qualsiasi essa sia. In questo caos di congiunti, brindiamo alla riapertura con una birra coraggiosa, l’unica che osò sfidare il Reinheitsgebot, e che secondo antiche ballate, rendeva gli uomini più forti e le donne più belle. Oggi è identificata come la birra di Lipsia, ma la Gose prende il nome dal fiume che attraversa Goslar, cittadina poco ad ovest della capitale della Sassonia. Importante centro minerario, famoso per le sue cave di sale. La caratteristica speciale di questa birra è proprio la sua leggera sapidità, dovuta al sale e all’alto tasso di minerali contenuti nell’acqua del luogo. Per produrre la Gose viene usata una gran quantità di malto di frumento, come per le Weiss. La birra ha una spiccata acidità dovuta ai batteri lattici, usati in fermentazione e contiene sale e coriandolo. Generalmente non è molto alcolica (ABV 4-4,5%) e il suo colore varia dal giallo paglierino al giallo arancione. Il profilo aromatico presenta sentori agrumati di limone e note speziate. Il corpo leggero e il finale secco, leggermente sapido e acidulo la rendono una birra perfetta per l’estate estremamente dissetante e beverina. “Fase 3 al mare,Speriamo di brindare,Mantenendo le distanzeee” Scusa Giuni.

This article is from: