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Libri e libellule - Il 2020 in libri. Storie per l'anno sospeso
di Beatrice Tomasi
Il 2020 in libri. Storie per l’anno sospeso
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Siamo arrivati alla fine dell’annus horribilis. Per festeggiare, ecco una piccola lista di libri che, per temi trattati e generale atmosfera di inquietudine, potranno farvi esclamare, una volta finiti, “ehi, fanno proprio 2020!”.
La tarda estate di Luis Ruffato (La Nuova Frontiera) è un romanzo dai contorni malinconici, il racconto – in prima persona – di un uomo che sta cercando, dopo una lunga assenza dalla sua città natale, tracce del suo passato, in un presente irriconoscibile.
Pubblicato in Spagna per la prima volta nel 2002, ma uscito in Italia quest’anno, La vita alla finestradi Andrés Neuman (Einaudi) sembra scritto apposta per il lockdown: il protagonista Net affida il racconto della sua vita alle lunghe email per Marina, misteriosa presenza del mondo virtuale che lascerà senza risposta i dubbi e le ansie del protagonista. Oltre che dalle finestre di Windows, Net scorge la vita da quelle della sua casa, ed è staccando gli occhi dallo schermo che riesce ad afferrare il significato di ciò che lo circonda.
Al centro del mondodi Alessio Torino (Mondadori) è all’opposto delle atmosfere ipermoderne di Neuman: una villa in collina rimasta fuori dal tempo, abitata da personaggi che sembrano usciti dai romanzi di Volponi o Faulkner. Damiano, il protagonista, percepisce in maniera ancestrale la natura intorno a sé, e si fa paladino della sua difesa e di quella della sua sgangherata famiglia, resistente e desideroso di riscatto.
Altri Giorni terribili sono quelli dell’americana A.M. Homes (Feltrinelli): una raccolta di racconti sull’America di oggi, in cui si indagano, con cinismo e spiazzante umorismo, le dinamiche relazionali di un Paese spezzato.
Per chiudere con un po’ di dolcezza, ci pensano Maria Loretta Giraldo e Ilaria Urbinati con le Storie di quando eravamo lontani (Librì Progetti Educativi), un libro dedicato ai più piccoli – con bellissime illustrazioni – in cui il magico Contastorie ci racconta il lockdown dal punto di vista dei bambini, le loro emozioni, le loro speranze.
BREVI CRONACHE LIBRARIE
di Carlo Benedetti
Racconti fiorentini con la scusa di un libro
Una volta scavalcata la spalletta di Ponte alle Grazie pensò che qualcuno sarebbe arrivato di corsa. Le pietre nocciola puntavano Ponte Vecchio come una prua. Rimase in piedi a occhi chiusi mentre il sole disegnava i soliti fosfeni sotto le palpebre. Che ore sono? La strada alle sue spalle era deserta. Si sentivano le campane del Duomo e una melodia che non aveva mai ascoltato con la stessa attenzione. Immaginò le onde sonore, molecole d’aria spinte le une sulle altre, che viaggiavano sulle vie svuotate, rimbalzando contro le facciate dei palazzi, per arrivare fino al suo timpano, al martello, all’incudine e alla staffa, trasformate in segnali elettrici. E tutto per cosa? Afferrò la ringhiera dietro di sé e percepì quanto fosse porosa, instabile. Non esisteva nessuna ringhiera, ma solo una precaria conformazione di atomi che avevamo deciso di chiamare ringhiera. Se sapessimo aspettare abbastanza a lungo diventerebbe qualcos’altro. Tutto esiste come un temporale che accade e smette di accadere. Come un bacio dato e dimenticato. Dove finiscono i baci? Inspirò e si tuffo con un carpiato elegante. La corrente lo tirò giù in un nero freddo, schiumoso. Si ripeteva che, se fosse rimasto immobile, non gli sarebbe potuto succedere niente. Se fosse stato davvero solo, terribilmente solo, sarebbe sparito. Che sono gli altri a farci esistere. L’acqua lo fece riemergere una decina di metri più avanti e spiaggiò di schiena sui ciottoli duri. Non si vedeva nessuno, ma era ancora qui.