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Intervista a Elly Schlein, una don

Politica

Intervista a Elly Schlein, una donnacoraggiosa, ecologista e progressista

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Aldo AVALLONE

Una giovane donna magrissima con un’enorme energia, una lucida visione politicae una capacità di coinvolgere fortemente chi le sta intorno. Questa è la mia prima

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impressione su Elly Schlein, , la candidata che ha ottenuto il maggior numero di preferenze alle ultime elezioni regionali, neo vicepresidente della Giunta regionale dell’Emilia Romagna. Oggi sotto la luce dei riflettori, Elly ha alle spalle una lunga esperienza politica cominciata nel mondo studentesco già nel 2011. Europarlamentare Pd nel 2014, ha abbandonato il Partito l’anno successivo in dissenso alla linea politica del segretario Renzi. Ha dei trascorsi in “Possibile” di Pippo Civati e ha corso alle ultime regionali in una lista unitaria “Emilia-Romagna Coraggiosa Ecologista e Progressista” formata da Articolo Uno, Sinistra Italiana, èViva e realtà politico-associative locali. Ho avuto la fortuna di incontrarla lo scorso 8 febbraio a Napoli, in occasione di un’iniziativa elettorale a sostegno di Sandro Ruotolo candidato unitario della sinistra in un’elezione suppletiva per un collegio senatoriale cittadino. Prima dell’incontro, Elly ha risposto cortesemente alle domande dei giornalisti presenti. Sollecitata a dare un giudizio sulla candidatura di Ruotolo ha affermato che: «credo che candidature come queste servano a rimotivare tanti che si sono sentiti lasciati un po’ a margine in questi anni dalla politica. Sicuramente veniamo da anni di fratture profonde dentro il campo progressista della sinistra e anche ecologista, è il momento di provare a ritrovare una sintesi, per questo mi piace molto il fatto che ci sia questo fronte unitario a sostegno di Sandro, la trovo una cosa preziosa. Le piazze partecipate che si stanno muovendo fuori dalla politica ci chiedono fondamentalmente di ritrovare chiarezza di visione del futuro su temi fondamentali su cui andiamo davvero giocarci la responsabilità che abbiamo presso le prossime generazioni, pensiamo al tema della solidarietà ai migranti, al tema della parità di genere, al tema dell’emergenza climatica che sta mobilitando i più giovani. Ecco ci chiedono chiarezza della visione quindi di ritrovare unità, sì ma nella coerenza delle posizioni».

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Nella prossima primavera in Campania, come in altre regioni italiane, si voterà per il rinnovo del Consiglio regionale. Su questo tema, Elly ha dichiarato di conoscere poco la situazione locale ma ha voluto ricordare come sono state vinte le elezioni in Emilia: «Posso dirvi cosa è stato per noi vincente: una coalizione ampia, articolata, che ha visto la lista di Bonaccini, che ha avuto anche il supporto di Renzi, Calenda e anche di persone che hanno posizioni politiche distanti, diverse dalle mie, il Pd ma anche appunto sul lato sinistro c’eravamo noi con Emilia Romagna coraggiosa che è insieme una lista civica e politica ecologista progressista e femminista. Io credo che sia stata una vittoria di coalizione, con un significativo risultato di Stefano Bonaccini candidato che ha governato molto bene e che ha saputo anche raccogliere un voto disgiunto, addirittura da un centro moderato che gli ha consegnato una responsabilità ancora maggiore per il prossimo mandato. Ma anche il fatto che la nostra lista ha raccolto un 4% di consensi in tempi record e ha consegnato a me la responsabilità di essere la più votata della regione credo che dia un segnale piuttosto chiaro su quello che serve. Da noi i cinque stelle hanno fatto la scelta di andare da soli, a me dispiaciuto. Vedremo quali scelte faranno nelle prossime elezioni regionali».

A nome dell’Unità Laburista ho chiesto a Elly cosa pensi di un eventuale scioglimento del Pd e della creazione di un nuovo soggetto socialista, laburista, inclusivo a sinistra. «Penso che il Pd definirà autonomamente qual è il processo che vorrà avviare. Sicuramente chi come me sta fuori guarda con interesse a quello che si muove dentro al Pd, ai tentativi che sta facendo Zingaretti.

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Guardo con interesse anche a quello che si muove fuori, cioè le Sardine che s’incontreranno a marzo. Quello che possiamo dire noi è che frequentando in punta di piedi le piazze più belle di quest’ultimo anno di grande mobilitazione spontanea, mi pare che l’unico modo di riaggregare l’intero campo progressista, ecologista e della sinistra sia quello di fare delle scelte coraggiose sui temi sui quali le persone ci chiedono chiarezza, cosa facciamo sui decreti sicurezza, che cosa facciamo sull’emergenza climatica e sui quei diciannove miliardi che ancora vanno ogni anni a sussidi ambientalmente dannosi, cosa facciamo sulla grande evasione ed elusione fiscale delle multinazionali, legali in Europa. Perché quando parliamo di diseguaglianze, dobbiamo anche chiarire che mentre la destra si fa forte di prendersela sempre con gli ultimi arrivati forse è anche un modo di distogliere l’attenzione su chi si è arricchito anche in questi anni di crisi profonda nel nostro territorio. Quindi se la sinistra ritrova chiarezza l’intero campo si può ricostruire, secondo me lo si può fare riaggregandosi e lasciando da parte le logiche di partito, le logiche identitarie, i personalismi. Credo che quelle piazze siano così piene perché se oggi uno di vent’anni si vuole mobilitare in politica da un lato trova grandi contenitori con delle contraddizioni, il partito democratico, il movimento cinque stelle, dall’altra parte si gira e nel nostro lato trova cinque o sei sigle divise soltanto dal nome ma che magari hanno la stessa visione del futuro ed è difficile distinguerle. Quindi un processo di riaggregazione complessiva non può che coinvolgere sicuramente anche il partito democratico a patto che sia disposto a rimettersi profondamente in discussione nei metodi con cui si sta insieme e nella chiarezza della sua proposta».

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