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Pausa di riflessione Fabio CHIAVOLINI

Pausa di riflessione

Fabio CHIAVOLINI

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l’Editoriale dell’Editore

Quando ho iniziato a scrivere questo editoriale, le statistiche della nostra piattaforma di pubblicazione davano alcuni importanti risultati. Poi è intervenuto l’aggiornamento mensile e mi si sono strabuzzati gli occhi. Abbiamo una media, dal Numero Zero al Numero 33, di 39.586 lettori utenti unici abituali – che, cioè, leggono tre o più numeri de l’Unità Laburista al mese: di questi, mediamente 9.315 leggono l’intero numero, mentre gli altri leggono due o più articoli del numero stesso. E non conteggiamo, nel novero, i lettori occasionali di un intero numero o di un singolo articolo.

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Una cifra enorme, che ci rafforza nella decisione che abbiamo preso. Perché, da oggi, l’Unità Laburista interrompe le pubblicazioni per due mesi. Siamo una testata online aperiodica ma, per lungo tempo, siamo riusciti a garantire due o più numeri a settimana. L’Unità Laburista è nata come un prodotto artigianale e volontaristico: non abbiamo sponsor, non pubblichiamo pubblicità, non abbiamo finanziatori – né palesi, né occulti – il lavoro svolto da ognuno di noi è stato sinora assolutamente gratuito e volontario. Ciò andava bene per la testata degli esordi, quella che faceva 6-8.000 lettori utenti unici medi e, quando superava i 10.000, si faceva festa: oggi, un numero da 25.000 lettori utenti unici viene redazionalmente giudicato un mezzo fallimento. Quella testata degli esordi poteva permettersi di fare un po’ quel che voleva: questa testata, con una tale diffusione di massa (e non possiamo assolutamente sapere quanti numeri vengano ricondivisi autonomamente dai lettori via mail, app di comunicazione ed altri canali social) ha tutto un altro portato. Da una grande diffusione, una grande responsabilità – parafrasando un noto detto. Il problema è che ogni numero deve passare necessariamente da chi vi sta scrivendo, che ne fa editing, grafica, impaginazione e viralizzazione: per motivi personali, il tempo a mia disposizione è sempre minore e, quindi, la testata ha dovuto ridurre le uscite prima ad una alla settimana, poi ad una ogni dieci giorni e, ultimamente, ad una ogni quindici giorni (e non posso farmi aiutare dalla mia Redazione personale, per motivi troppo lunghi da spiegare): un impegno gravoso, di cinque/sei ore per ogni numero più sei/sette ore sparse nella settimana per la gestione tecnica della piattaforma, per il quale trovare un sostituto – che sia disposto a prestare gratuitamente la propria opera per quella che è a tutti gli effetti una mezza settimana di lavoro – è impresa difficile, di questi tempi.

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In taluni casi, numeri programmati per una data si sono dovuti spostare in là di alcuni giorni, costringendo alcuni dei giornalisti ad un’attualizzazione degli articoli che erano già stati scritti. No: una testata come l’Unità Laburista non si può permettere di operare in condizioni siffatte: i lettori non hanno contezza di queste difficoltà – ma noi sì. Pensate cosa succederebbe se m’infortunassi durante il mio quotidiano viaggio andata-ritorno di cinque ore per Milano o se – facciamo le corna – mi beccassi il SARS-CoV2: la testata si fermerebbe, senza una spiegazione e di colpo. Meglio, allora, prendere atto che siamo arrivati alla più classica delle “crisi di crescita” e sospendere le pubblicazioni ora che siamo al massimo della nostra crescita sostenibile (ed anche qualcosa oltre). Ci fermiamo per due mesi: in questo tempo tratteremo forme di funding etico che siano in grado di sostenere l’ulteriore crescita della testata, la sua trasformazione in periodico, l’assunzione di un editor/impaginatore professionista ed un minimo di rimborso dignitoso delle spese ai giornalisti (che in questo momento non ricevono nemmeno quello e se le pagano ogni di tasca propria). I contatti per reperire tali fondi sono già in essere: speriamo bene. In poche parole ed usando – ahimè! – l’arido gergo amministrativo: l’Unità Laburista deve trasformarsi da un prodotto giornalistico artigianale ad uno industriale, in primis per rispetto dei propri utenti. Se riusciremo nell’intento, torneremo a pubblicare e siamo certi che troveremo lì tutti i nostri affezionati lettori. Altrimenti, ci resterà la soddisfazione di aver dimostrato come un pugno di Compagne e Compagni, determinati e qualificati professionalmente nonché politicamente, siano stati in grado di reggere un anno di pubblicazione di una testata che ha saputo parlare in chiave laburista a tutte le anime della Sinistra, ivi inclusi (e so-

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prattutto) gli “abitanti del bosco” e le Sardine. Comunque, non sarà stato poco. Augurateci in bocca al lupo: noi proveremo, con tutte le nostre forze, a ridarvi l’Unità Laburista nel minor tempo possibile, più forte e libera che mai. Arrivederci a presto. Laburisti sempre!

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