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Tokio o la Meloni?

Politica

Tokio o la Meloni?

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di Antonella BUCCINI

Cosa ci tiene incollati alla Casa di papel? C’è chi la centellina a “piccole dosi” perché poi “finisce” e chi la tracanna tutta insieme per un’ubriacatura senza effetti collaterali. Non ci dissuadono le ambizioni surreali né le improbabili azioni. Non è tempo perso pianificare un furto di miliardi di euro alla zecca spagnola anzi l’idea è indovinata. In questa terza serie si punta più in alto: la riserva aurea dello Stato. Per chi non ha idea di cosa stiamo parlando chiariamo che la Casa di papel è una serie spagnola Netflix di enorme successo, seguita in tutto il mondo. Il meccanismo narrativo prende spunto da inside man, celebre film di Spike Lee, dove gli ostaggi della rapina in banca si confondono con i rapinatori per le stesse tute indossate. Poi la storia della Casa di papel prende altre strade. I protagonisti, una singolare banda di rapinatori, perseguono notevoli ambizioni in nome del popolo. Proprio così. “Noi siamo la resistenza” dichiara l’ideologo del gruppo tant’è che a un certo punto intonano anche Bella Ciao.

Ma non facciamoci illusioni, in questo caso siamo di fronte a una forma di rivendi-

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cazione spiccia: si ruba allo Stato vessatore per eccellenza.Gli scrupoli sono banditi senza sforzi, anzi, giustizia è fatta.La contrapposizione è elementare ma funziona.

Tutti i personaggi hanno assunto un nome di città che definisce le loro identità. In verità non sappiamo chi sono. Quasi nulla del loro passato, i tratti distintivi sono essenziali eppure efficaci, comunque sufficienti a condividerne i progetti, le reazioni, le intemperanze. Il Professore è il pianificatore delle imprese. Un emotivo ossessivo, attento non solo a elaborare ogni passaggio del progetto ma a prevenire e sceneggiare anche tutte le azioni e reazioni dei nemici: poliziotti, servizi segreti, organi dello Stato. In verità il Professore è un esecutore. L’autentico genio è Berlino, il fratello. Un narciso visionario pronto a scommettere sull’avventura più improbabile come il furto della riserva aurea dello stato spagnolo.

Le donne fanno una gran bella figura. Non hanno le palle perché, vivaddio, le donne non le hanno. Sono forti di loro, insofferenti, coraggiose, imprevedibili. Tokio la più audace e incosciente, Nairobi sentimentale e determinata, Rachel, i- spettrice di polizia, convertita nottetempo alla causa. Ci entusiasmano Tokio che irrompe con la moto nella zecca di Stato facendosi beffe dello schieramento di polizia, Nairobi che organizza un sistema efficientissimo di riproduzione delle banconote ma desidera anche mettere su famiglia con Helsinki a sua volta omosessuale, e ancora Rachel che, attraverso l’amore per il Professo-

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re, prende coscienza. Ce n’è per tutti. Quel tanto di crudeltà per i cattivi, quel tanto di generosità per gli stessi cattivi. Un’equilibrata rapina del secolo. La violenza non produce un vero danno, come quando gatto Silvestro resta indenne da un volo di mille metri. Un dosaggio perfetto che non scontenta nessuno. I nostri eroi non eccedono mai. E il popolo? Il popolo è dalla loro parte, finalmente vendicato, liberato con il male che male non è più.

Oggi Salvini ha tuonato che l’accordo PD - M5S è contro il popolo, ancora! Il capitano come Berlino o il Professore? I nostri eroi sono sognatori ma anche consapevoli di azioni e rischi. Il vice premier è ancora incredulo degli effetti della sua intempestiva fuga dalla manovra di bilancio. I rapinatori partigiani derubano lo Stato, irrompono nella zecca e stampano miliardi di euro. Il capitano Salvini si accanisce sui disperati che vengono dal mare e in tempi lontani i suoi amici inaugurarono a Mantova il parlamento del nord. E le donne? Giorgia (Meloni) come Tokio sulla moto che si avventa sugli immigrati a Lampedusa per salvarci da stupri e violenze? O la Santanché che, in nome del popolo, fa i dovuti distinguo tra bianchi, neri, o- mosessuali e musulmani?

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Non c’è partita. Consegniamoci allora ai nostri eroi novelli Robin Hood, liberiamoci da ogni sospetto di sovranismo surrettizio e lasciamoci andare. Sarà come volteggiare su un aliante ignorando la direzione dei venti o lanciarsi in un bungee jumping senza preoccuparsi della corda che ci trattiene. Va tutto bene ragazzi, ciò che conta è l’impossibile! E per chi ancora centellina le dosi, buona visione!

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