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Il tempo politico

L’Editoriale del Direttore

Il tempo politico

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di Aldo AVALLONE

Si è sempre detto che in politica un anno è un tempo lunghissimo. Da oggi possiamo affermare che in politica un mese è un tempo infinito. Ci siamo salutati il 31 luglio scorso con un governo, seppure precario e con una maggioranza litigiosa, in carica e ci ritroviamo oggi in una situazione del tutto diversa.

Mentre sto scrivendo queste note, non è ancora chiaro lo sviluppo che prenderà la crisi in atto. Appare molto probabile un reincarico a Conte per la formazione di un nuovo governo che avrebbe l’appoggio del Movimento 5 Stelle, del Partito Democratico e del gruppo parlamentare che fa capo agli eletti in Liberi e Uguali, sostanzialmente i rappresentanti di Articolo 1. Salvini, che ha innestato la crisi annunciando una sfiducia mai effettivamente formalizzata, urla all’inciucio, al rovesciamento del volere popolare, chiedendo la fine prematura della legislatura con elezioni anticipate che, secondo lui, lo porterebbero al successo.

Queste annotazioni sono probabilmente superflue per i lettori informati e attentidella nostra testata.In questa sede ci preme rilevare alcuni punti utili a fare chiarezza sulla nostra linea.

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1) Il governo che (se) nascerà sarà pienamente legittimato dalla nostra Costituzione. L’Italia è una Repubblica parlamentare e, se esiste, una maggioranza in Parlamento è assolutamente normale che possa costruire un nuovo governo. Lo scioglimento delle Camere è una prerogativa del Presidente della Repubblica solo nel caso in cui verifichi che non esiste alcuna maggioranza parlamentare. I risultati delle elezioni europee non hanno nessuna influenza sull’iter della crisi.

2) Il giudizio sui 5 Stelle continua a essere fondamentalmente negativo. Si tratta di un movimento populista che ha appoggiato pienamente alcune scelte politiche della Lega assolutamente sbagliate. Ci riferiamo, in primis, alle politiche di accoglienza, non dimenticando quelle fiscali e tutte le altre scelte sulle quali si è appiattito sulle posizioni dell’ex alleato. Pensiamo anche, però, che il Movimento 5 Stelle abbia, al suo interno, anime e sensibilità diverse che si manifestano attraverso un sincero interesse per le fasce sociali più deboli, per l’ambiente, per la legalità. Anche il voto sulla nomina della von der Leyen a Presidente della Commissione europea ha segnato un positivo e sostanziale cambio di rotta rispetto all’Europa.

3) La nascita del governo M5S, Pd, Articolo 1, è un passo difficile ma necessario per fermare l’avanzata della destra. Una destra che non è per nulla liberale ed europeista ma sovranista e portatrice degli istinti più retrivi e antidemocratici. Quando Salvini urla invocando “pieni poteri” pericolosi fantasmi del passato si riaffacciano alle porte del Paese.

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4) Non abbiamo mai pensato che il Partito democratico fosse il rappresentante unico e benemerito della sinistra italiana. Abbiamo ancora vivo nella mente il ricordo del governo Renzi con le scellerate scelte del Jobs Act, della buona scuola e così via. Riteniamo anche, però, che rappresenti tuttora il partito di riferimento per larghissima parte dell’elettorato progressista del Paese. Ci auguriamo che con il cambio di segretario si possa essere innestato un processo di cambiamento che riannodi i fili di un rapporto quanto mai deteriorato tra i vertici e la base.

5) L’ingresso in maggioranza e, forse, nel governo di rappresentanti di Articolo 1 è un fatto molto positivo. Si concreterebbe un progetto politico mai nascosto da Bersani e compagni che riammetterebbe nel gioco politico una parte di sinistra inopinatamente scivolata nel dimenticatoio. E favorirebbe l’inizio di un percorso unitario, certo lungo e faticoso, veramente auspicabile.

6) Il giudizio sull’eventuale futuro governo andrà dato sui fatti. Su quello che riuscirà a realizzare, tenendo presente che si troverà a operare in una situazione economica difficile. Occorreranno circa 25 miliardi per evitare l’aumento dell’IVA e altri ne serviranno per costruire politiche di sviluppo. Probabilmente si potrà contare sull’appoggio dell’Europa e dei mercati che apprezzano la stabilità. Lo spread in questi giorni è al minimo storico e questo rappresenta certamente un

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segnale positivo. È inutile evidenziare che le risorse necessarie andranno recuperate attraverso una razionalizzazione della spesa che non tagli i servizi sociali e una fiscalità che non penalizzi ulteriormente i ceti medio – deboli già colpiti da anni di crisi.

Questa breve riflessione non costituisce certamente un’analisi esaustiva della situazione che richiederebbe ben altri tempi e di ben altri spazi. Ci ritorneremo, seguendo con attenzione gli sviluppi della crisi. Per chiudere consentitemi un breve annotazione personale: guardare la faccia di Salvini durante il discorso di Conte in Senato è stato un piacere impagabile. Auguro a tutti una buona lettura dell’Unità laburista da oggi nuovamente online, dopo la pausa agostana.

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