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Manuel Otero Marti

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Cabane Arpitettaz

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La sua realtà allo specchio

di Ruggero Biamonti

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Èun vulcano Manuel Otero Marti, argentino di nascita, giramondo per vocazione e ardore culturale. Nella sua vita ha studiato in Italia e negli Usa, ha vissuto in Angola e ha un solido rapporto con il Brasile. Per lui il viaggio è scoperta dell’altro, continuo incanto delle diverse lingue e culture che si sono susseguite nei suoi spostamenti, ma soprattutto un mezzo per giungere all’essenza delle cose e di se Il libro è divertente, ma non troppo. L'ho stesso. Recentemente è uscito il suo libro Realtà scritto tre anni fa – allora il Covid-19 non c'era allo specchio (Montabone Editore), un viaggio di – ed è nato in contemporanea con un progetto consapevolezza personale della protagonista, artistico. Racconta una storia d'amore tra un una donna che fugge dal mondo sovrastato da uomo e una ragazza, che sono chiusi in un relazioni virtuali per rifugiarsi in un universo posto e non hanno relazioni con l'esterno se inconscio, che la aiuterà però a ritrovare ciò che non solo attraverso il virtuale. Una situazione anela. assurdamente attuale. Poi uno dei personaggi Manuel ci ha parlato della sua ultima creazione intraprende un viaggio onirico, per trovare la letteraria, e siamo riusciti anche a strappargli sua realtà: ci porta in questo viaggio che svela qualche dettaglio sul futuro e sul secondo libro. molte cose delle donne, un tema importante in questo momento. C'è anche una forte critica al virtuale.

Iniziamo parlando di te. Come ti definiresti? Manuel Otero Marti è...?

Mi definisco argentino, perché sono nato lì. Però in realtà ho vissuto in molti posti: sono metà francese e metà spagnolo e ho vissuto in Africa quando ero piccolo, in Angola. Mi ha cresciuto una tata brasiliana, a casa parlavo molte lingue: mio padre era spagnolo, ma galiziano del nord, quindi parlava dialetto. Sono andato a fare il college in America, poi sono tornato a vivere in Brasile e infine in Italia: il Paese in cui ho vissuto più a lungo.

Uno dei personaggi intraprende un viaggio onirico, per trovare la sua realtà

Di recente è uscito "Realtà allo specchio", il tuo romanzo. Vuoi parlarcene?

Credit: Manuel Otero Marti #manueloteromarti | @manueloteromarti www.theessence.it

Il virtuale che influisce sulle nostre vite, dunque. Tu scrivi: “Il vissuto forma la parte più importante della propria personalità e fortifica l'anima”. Quindi c'è una differenza tra virtuale e vissuto. Cosa è più importante?

Il sogno di una persona è il motore, ciò che ti spinge. Il vissuto di una persona invece è ciò che determina quello che sei.

Ormai noi viviamo sui social, noi andiamo sui social, anzi, sono loro che entrano nella nostra vita. Come gestirli per non farci sopraffare?

Io non permetto che i social prendano il sopravvento sulla mia immagine, sulla mia vita. La gente che ti guarda sui social dice: “Okay questa persona sta benissimo” e magari tu non stai bene per niente! Quello che traspare agli altri è quello che gli altri vorrebbero vedere di te, ma a questo punto la gente si aspetta sempre di più non sapendo come veramente ti trovi. C'è anche il fatto che la gente si abitua e in un certo senso ti idealizza. Qui torniamo a parlare della differenza fra apparenza ed essenza. Penso che sia un tema che ti è molto caro visto che hai creato The Essence Project, una performance realizzata a Roma, con un significato particolare: un ritorno all'essenza.

Un ritorno all'essenza perché nella vita non si può essere qualcosa che non si è e non si sarà mai. Io mi sono dovuto svestire e togliermi le vesti di ciò che io credevo d’essere realizzando che ormai non lo ero più, così tornando alla mia vera essenza. Soprattutto l’atto del togliersi le vesti. Spesso per buona parte dell'esistenza si desidera raggiungere un obiettivo, perché in quel momento si ritiene che tutta la tua felicità dipenda da quello. Ma poi ti svegli, ti rendi conto che è apparenza. Ti rendi conto che l'apparenza non va più d'accordo con quello che tu sei…

Tu cosa hai fatto in questo lockdown? A parte tante cose che sappiamo, un libro e molto altro. Hai scavato ulteriormente in te?

Molto, ho trascorso il lockdown in un posto di montagna, un luogo meraviglioso. Ho approfittato del tempo a disposizione per consolidare il progetto The Essence Project: l'idea originale era svestirmi nel museo davanti a 500 persone, togliendomi, in un gesto simbolico, le catene del passato. Quella era l'idea che attualmente si è evoluta con le istallazioni materiali, con le quali le persone possono interagire. La prima parte del lockdown mi ha insegnato che le persone non erano soddisfatte, nonostante avessero tutto il necessario intorno a loro per esserlo. Quello che io ho cercato di fare in quel primo periodo è stato raggiungere la consapevolezza di ciò che mi circondava. The Essence Project ha come idea principale: tu diventi una persona più sicura. Dacci qualche dettaglio sul tuo libro...

Realtà allo specchio, il mio primo libro, è un romanzo particolare che non ha dialoghi, né capitoli, né riferimenti temporali. È onirico, molto scorrevole e con pochi personaggi. Questo nuovo romanzo è molto diverso, diviso in capitoli, con tantissimi dialoghi e personaggi e molti accenni storici. È una storia molto particolare che ho a cuore. Rappresenta la condivisione di quello che è stato il mio vissuto per poterlo trasmettere agli altri. Sono passato dall’astratto al molto particolare. È un libro molto fiorito, molto buffo, malinconico ma molto diverso dal precedente”

Più tradizionale più formale, diviso in capitoli con dialoghi e personaggi più definiti... quindi sei passato dal generale al particolare. Il titolo non si sa... forse prossimamente?

Lo specchio è scorrevole, facile da leggere ma un po' onirico. Quello nuovo è un po' più lungo però è molto colorito. Bisognerà aspettare un po' per conoscere il titolo!

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