M il Magazine n. 2

Page 1


auguri

SM ELEONORA ABBAGNATO

“Semplicemente auguro un Felice Natale a Tutti. Da Parigi... con tanto affetto!”

MARIO OPINATO

MASSIMO

“Nella speranza che il magico Catania possa girare a 30 punti, auguro a tutti i lettori buone feste.”

KASPAR CAPPARONI E VERONICA MACCARRONE

“Un Augurio speciale di un Felice e Sereno Natale a tutti i lettori da Kaspar Capparoni, Veronica e dal nuovo arrivato Alessandro.”

“Coltivate sempre i che esiste dentro prossimo an

ANTONIO CATANIA E ROSARIA RUSSO

“Lo scorso Natale eravamo in 2, quest’anno siamo in 3. Auguri a Tutti e... bei Regali da Antonio, Rosaria e dal piccolo Mattia Orlando”.

centosessan


auguri

MS SANTO VERSACE

“Da buon meridionale calabrese, orgoglioso di esserlo, auspico che le nostre terre del Sud, baciate dal sole,diventino motore di sviluppo per il turismo e l’economia.”

CATENA FIORELLO

O GILETTI

“Io sostengo l’associazione A.N.C.O.R.A. (www.associazioneancora.it). Aiutateci per costruire una casa che accolga la gente meno fortunata. Anche un euro, sembrerà un milione!”

il giardino dei sogni o di noi.... anche il nno. Ciao”.

CINZIA MALVINI

MARCO LIORNI

“Quest’anno la slitta di Babbo Natale è trainata da elefantini! Buona fortuna a tutti coloro che ne abbiano un certo bisogno...”

nta caratteri

“Mille auguri di Buon Natale a tutti gli amici di Catania (Talenti & Dintorni...)! E un pizzico di rosso e di buona fortuna per il nuovo anno, in attesa di rivederVi tutti nella magnifica città dell’Elefantino!”



la cartolina

Agata Patrizia Saccone

Sognare, l’isola felice

I

SOGNI son desideri...o, più semplicemente, come scrisse qualcuno, frammenti di verità sepolte? Io preferisco definirli isole felici! Quante volte la sera ci ritroviamo ad alzare gli occhi verso il cielo e ammirare la LUNA provando magari a contare le stelle che la circondano proprio come quando eravamo bambini... Oppure ci ritroviamo ad ammirare un tramonto che regala un’effetto ottico quasi surreale. È come se questi colori ci ricaricassero di energia positiva. Sono doni che la vita ci regala, ma dei quali non sempre riusciamo a coglierne l’essenza. Forse perché troppo presi dalla frenesia del tran tran quotidiano: il panico per il crollo delle borse, il desiderio di un figlio che chissà se mai arriverà, lo stress di una vita coniugale magari insoddisfacente e poi lui...“il dio denaro”. Per “questo” (il denaro) i più sono disposti a tutto, davvero persino a vendere l’anima al diavolo! Ed ecco che nascono amicizie, società, matrimoni d’interesse il più delle volte destinati, ovviamente, a fallire. Questo ci fa capire perché la vita non può essere vissuta solo puntando sui beni materiali: nulla dura in eterno, prima o poi li dovremo lasciare. Solo chi è particolarmente sensibile

o chi purtroppo sta per completare un ciclo si sofferma a riflettere su ciò. Eppure tutti abbiamo l’obbligo morale di aiutare i “meno fortunati”. Lo si può fare attraverso una donazione, oppure sostenendoli moralmente regalando loro semplicemente un po’ del nostro affetto. L’isola felice permette di vivere una virtual life, evadere col cuore e con la mente fantasticando su tutto ciò che desideriamo si avveri. Il sogno, seppur per pochi istanti, può sembrare realtà ma, se ci credi davvero, inseguilo e raggiungilo! P.S. Questo è il secondo numero del periodico free press “IL MAGAZINE”. Dato il periodo, abbiamo pensato di realizzarlo come un Inserto Speciale Natale. Ritorneremo la prossima primavera con un nuovo numero ricco di tante novità su personaggi VIP, moda, curiosità, stili e tendenze. Cercheremo via via di sorprendervi sempre più, un po’ come abbiamo fatto finora, con le nostre simpatiche TESTATINE (basta sfogliare le pagine) che rispecchiano lo spirito editoriale di questo progetto: originali, innovative, curiose, (auto)ironiche. Concludo con un Augurio, a tutti Voi, di un 2009 ricco di positività!

5



sommario 2 5

SMS centosessanta caratteri: gli Auguri dei Vip LA CARTOLINA: Sognare, l’Isola Felice di Agata Patrizia Saccone

PERSONAGGI 8 11 12 15

COVER: Raffaella Carrà, la Signora della Fortuna LUI: Carlo Conti, Mister Italia LEI: Alda D’Eusanio, occhi & cuore L’ALTRA: Luciana Littizzetto, A Ruota Libera

17 18

MODA: Mariella Burani, il fascino del fashion COLLEZIONI: Le Dive by Vincenzo Chisari

20 22 23 24

IDEE: 100 idee per Babbo Natale a cura di Francesca Marchese DOLCEZZE: Per le feste INPUNTADIPENNA: Natale in casa Fiorello di Catena Fiorello PRIVéE: Capodanno tra Burlesque e Champagne di Francesca Marchese

26 28 29 32 34 35

LOSAIche: Un inchino Made in Sicily di Antonella Gurrieri EVENTI: Note di Capodanno CIAK: Clamoroso al Cibali - Prima DESIGN: Vado a vivere da solo... CAROSELLO: Quelli che.... il Postal Market TENDEnze: A scuola di circo di Mariella Caruso

36

Sicilia, L’Isola Regina

MODA

INSERTO

SOCIETà

SPECIALE TURISMO

7


Cover

8


9


10


Mister

LUI

ITALIA

N

ei “Migliori anni della nostra vita” ci ha fatto fare un salto indietro nel tempo, facendo uscire dal cassetto dei nostri cuoi ricordi e nostalgie. Un successo. Come quelli che inanella di solito CARLO CONTI, da “Alta tensione” ai “Raccomandati”, da “L’Eredità” a ... “Miss Italia” (dove ha incoronato, quest’anno, l’acese Miriam Leone). Evidentemente funzionano la simpatia e la bravura del toscanaccio di una generazione di vincenti, se ricordiamo la sua amicizia con altri personaggi da prima pagina del mondo dello spettacolo, come Leonardo Pieraccioni e Giorgio Panariello. “I “I migliori anni” giocano sulla nostra memoria, mica poi così tanto lontana! La chiave di volta è stata però far giudicare agli studenti, i giovani di oggi che non hanno vissuto nessuna delle due epoche tra anni ’70 e ’80, le musiche di ieri che sono abituati ad ascoltare quotidianamente nelle radio”. “L’Eredità” obiettivamente si è confermata trasmissione di successo forse addirittura al di sopra delle aspettative. Ritenevo difficile riuscire a battere il record della scorsa edizione e invece quest’anno è andata ancora meglio. Con i “Raccomandati” abbiamo giocato e scherzato su questa strana abitudine, che comunque non è solo italiana. L’idea della segnalazione “sana” è nata 6 anni fa. Ci sono i vip veri che promuovono qualcuno davanti alle telecamere e ci credono così tanto che si mettono al servizio del proprio raccomandato”. - E di T cosa ricordiamo? “La mia fortuna è stata aver fatto per dieci anni Miss Italia nel Mondo, conoscevo bene l’universo Mirigliani, quin-

di sapevo dosare gli elementi. Ho voluto mantenere la grande sacralità all’evento, riservando il giusto spazio alle ragazze, che sono l’elemento fondamentale del programma”. - La vediamo spesso circondato da belle ragazze, come le quattro professoresse de “L’Eredità”... “Le ho scelte bene queste quattro professoresse! Sono riuscito a prendere tutte le tipologie della femminilità di questo meraviglioso mondo (che è quello delle donne) e attraverso lo schermo sono ugualmente apprezzate dal pubblico maschile e femminile”. - La RADIO il tuo primo amore... “Sono stato un pioniere delle prime radio fiorentine, ed è stata un’esperienza fantastica: allora era tutto un mondo da inventare insieme agli ascoltatori, che man mano scoprivano l’FM. Dalla radio passai alla discoteca. Ma furono anche gli anni di DISCORING, nel 1985, con la radio che transitava in tv...” - Mentre il CINEMA? “Divertente. Io e Leonardo (Pieraccioni –ndr), entrambi figli unici, siamo praticamente due fratelli, che ancora si divertono a realizzare cose insieme. È secondario che gravitiamo attorno allo stesso ambiente lavorativo, la nostra amicizia prescinde dal lavoro. Una costante, o quasi, è la mia presenza nei suoi film, per brevissime apparizioni: la curiosità ogni volta consiste nello scoprire in quale parte del film mi trovo. Ma io non potrei assolutamente fare cinema seriamente. Reputo sia giusto dedicarsi a ciò che si sa fare, piuttosto che cimentarsi per avventura in altre cose. Nel tempo non si potrà mai dire tuttavia se farò altro, ma sarà sempre e solo per divertirmi.”

11


Alda D’Eusanio occhi cuore

12


O

cchi magnetici, i suoi. Bucano lo schermo, impressionano le fotocamere, affascinano gli uomini. Alda D’Eusanio, giornalista, “tenace come tutti gli abruzzesi” –precisa lei- è una prima donna del pomeriggio televisivo della Rai 2. Attraverso il suo programma “Ricomincio da qui” ha raccontato storie anche toccanti, come quella di Alessio, il pianista autistico diciannovenne di Palermo, che, grazie alla trasmissione della D’Eusanio è riuscito ad essere ammesso al Conservatorio di Palermo, in una sezione appositamente creata per i diversamente abili (la prima in Italia), dove studierà per diventare musicista. al 19 anni, potesse coronare il suo sogno, quello di frequentare il Conservatorio. Ci è riuscita, Alda D’Eusanio, giornalista e volto noto della televisione nazionale: “Noi abruzzesi siamo tenaci” - ammette- “e quando crediamo in una cosa combattiamo per raggiungere l’obiettivo. Io ho ereditato questo carattere da mio padre!”. Alda è un fiume in piena per la gioia. Alessio è stato accettato al Conservatorio. L’aiuto dei suoi genitori instancabili, Cinzia e Achille, brava gente, è stato indispensabile. Una storia da cui molto probabilmente verrà tratta pure una fiction, un po’ com’è stato per la vicenda di Fulvio Frisone e della mamma Lucia, altra madre coraggio. Alda D’Eusanio è ormai la “madrina” di Alessio, che sabato scorso ha fatto il suo primo concerto suonando magistralmente il pianoforte, a Mondello, dove la presentatrice dagli occhi incantevoli di Rai 2 non ha voluto mancare: “ - Alda, come nascono le storie da raccontare in trasmissione? “Le storie arrivano perché la gente ci cerca. Ce le segnalano tramite email o per telefono. Io conduco un programma che si pone l’obiettivo di risolvere il probelma di una persona. Perciò riceviamo tantissime lettere. Poi con gli autori scegliamo le storie da raccontare, da adottare, selezionando quelle che possono meglio rappresentare un problema vissuto dalla gente”. - Sei tornata recentemente in Sicilia, a Palermo, per assistere al concerto di Alessio. “Un’esperienza bellissima per una storia assai toccante. Alessio nel 2003 e nel 2006 è risultato idoneo alle selezioni per entrare al Conservatorio, dove però non era prevista (prima d’ora) alcuna riserva di posti per studenti portatori di handicap. Ci siamo riusciti a sbloccare la situazione che la burocrazia sembrava rendere insormontabile. La madre Cinzia è convinta che proprio la musica potrà salvare il suo Alessio e per questo da sempre lei e il marito lottano per garantire al figlio un’esistenza normale, incoraggiandolo nel suo immenso amore per la musica. Così assistere al concerto di Alessio, a Mondello, per me è stata l’occasione per tornare in Sicilia, terra bellissima che reputo l’ombelico d’Europa. Sta nel mezzo tra il sud dell’Europa e il nord dell’Africa. Rappresenta la democrazia, la tolleranza, la convivenza tra diverse culture”. - Un passato al Tg2 (una delle telegiornaliste più fa-

LEI mose –ndr), poi autrice e conduttrice di numerosi programmi. La Rai è una costante della tua carriera. L’idea di cambiare? “Sinceramente no, perché in Rai mi sento proprio a casa mia. Ci sono nata e cresciuta professionalmente, è un’azienda alla quale devo molto perché mi ha consentito di crescere, di esprimermi e io ho un’identificazione molto forte con la Rai. Mi hanno già proposto un altro contratto altrove, ma io ho rifiutato”.

13



Luciana Littizzetto

Ve la immaginate LUCIANA LITTIZZETTO nel ruolo della professoressa di musica? Forse no, ma doveva essere quella la sua professione, se non avesse partecipato a quel concorso di cabaret ad Aosta, nel 1991. Chi lo presentava? Provate ad indovinare... FABIO FAZIO! “Fabio non era solo –precisa Luciana- presentava quello spettacolo con Moana Pozzi. Io ho partecipato senza pretese, solo perché mi piaceva. Del resto avevo fatto altri studi, nella mia vita, seguendo un preciso percorso, con la benedizione della mia famiglia, frequentando il Conservatorio. Comunque quella volta vinsi il concorso “Bravo, Grazie!” e da lì è cominciato tutto. Per un po’ ho fatto due lavori, ho tenuto il piede in due scarpe e poi ho scelto quando ho cominciato a guadagnare qualche soldo”. - Il tuo cammino con quello di Fabio Fazio si è incrociato molto spesso, quindi ... “Con Fabio ci siamo ritrovati a “Quelli che il calcio” ed oggi a “Che tempo che fa”. Con lui lavori bene, ti dà libertà di pensiero. Ma non crediate che recitiamo: al 50 per cento lui con me si agita veramente, solo per l’altra metà fa finta. E i suoi momenti di agitazione sono dovuti al fatto che io gli anticipo sì prima gli argomenti, ma non sa mai cosa veramente dirò”. - In “CHE TEMPO CHE FA” prendi spesso posizione, certo con una carica ironica, ma senza veli. La satira ha ancora spazio?

“Oggi il mestiere del comico esige una particolare attenzione. Io non me la prendo mai con le persone in sé, piuttosto con il loro pensiero. Questo fa la differenza, seppure a volte le cose si confondano. Il mio intento è fare una critica, aprire un dibattito: faccio sempre chiaramente intendere come la penso e se in maniera diversa, perché nessuno è detentore della verità. Non mi permetterei mai di dire “sei un cretino” a qualcuno. Io semmai critico l’atteggiamento, però nessuna aggressione. E penso di rappresentare spesso il pensiero della gente comune. Io ho la fortuna, con il mio lavoro, di parlare alla gente commentando quello che leggo sui giornali. In fondo faccio ciò che vorrebbero fare in tanti...” - Nel tuo linguaggio non disdegni di ricorrere a qualche termine dialettale per dare più enfasi ad un concetto. Sempre meglio degli inglesismi, hai detto... “La PAROLA è animata dal SUONO. E’ dal suono che si capisce il senso di una parola. Anche quelle inventate al momento. Per questo spesso le parole in dialetto trovano un loro felice spazio, anche quando sono intraducibili. Lo ritengo un buon sistema per portare avanti e divulgare modi di dire tipicamente regionali. Ad esempio, il vostro termine siciliano ammarronare (lasciare in asso –ndr), di cui mi hai parlato. A me ricorda i marroni! Lo dite forse a chi vi rompe? Oppure quello si dice marronare?”

15


Gran Gala di Capodanno 2009 infoline 095 73 35 100


mariellaburani Una grande ambasciatrice dello stile italiano: questa è Mariella Burani, secondo Peter Lindbergh, il fotografo tedesco che firma le suggestive immagini raccolte nel volume di Carugati dedicato alla stilista di Cavriago, il cui cognome d’origine è Arduini. Coniugata con Walter Burani, due figli nati dal loro matrimonio, Mariella Burani (nella foto) è la firma di Mariella Burani Fashion Group, l’azienda, quotata in borsa, nella cui conduzione è impegnata tutta famiglia. Lei disegna e crea quattro line (Mariella Burani, Burani Collezioni, Notizie, Le Donne), il marito Walter è il Presidente della Società e i figli, Giovanni e Andrea, sono entrambi Amministratori Delegati.. Alle origini di questo Gruppo è una piccola azienda produttrice di abiti per bambina fondata da Walter Burani nel 1960. La sfilata di esordio di Mariella Burani stilista, la cui carriera ha avuto inizio nel 1966, quando disegnava abiti per bambina, è stata sulla prestigiosa passerella del pret-à-porter di Milano Collezioni. Era il 1988. E fu subito successo. “Il mio obiettivo come stilista è fare felici le donne attraverso l’abito –spiega la signora Burani, donna donna bella, forte edeterminata-. Puntare sulla qualità del tessuto, realizzare cose moderne è un modo per accontentare tante donne.” - Le sue donne sono forti, femminili e indipendenti, ribelli e inquiete. Leggendo il libro di Lindbergh si evince chiaramente che l’indimenticata Anna Magnani è la sua donna ideale... “Ho sempre pensato, sin da giovanissima, che le donne debbano essere forti, femminili, indipendenti e inquiete. Andando avanti con l’età mi sono resa conto che debbono avere anche un po’ di razionalità. La libertà vale se si rispetta quella altrui. Il mio stile è ben definito. Debbo ammettere che da quando la mia azienda si è staccata dal fotografo Peter Lindberg il mio lavoro è diventato molto più difficile”. Oggi il Gruppo Burani è presente in tutto il mondo anche con boutiques di proprietà che concorrono a potenziare l’immagine internazionale di Mariella Burani. Il Gruppo è organizzato in 3 divisioni (compresi i marchi in licenza): abbigliamento, che rappresenta il core business del gruppo generando circa il 63% del fatturato, Leather Goods (pelletteria e calzature tra cui Baldinini, Braccialini e Coccinelle) e Fashion Jewellery (Facco, Valente e Rosato), i due settori su cui, sfruttando la potenza del marchio Mariella Burani, al momento è puntata l’attenzione”. - Il suo è un nome emblematico della moda, dello stile e del made in Italy. La Vostra famiglia inoltre oggi forma il gruppo ormai più importante del settore del lusso accessibile, quotato in borsa dal 2000.

moda

Nel rappresentare così la moda italiana nel mondo, sentite un senso di responsabilità maggiore? “La responsabilità la sento e cerco di fare del mio meglio, di andare fino in fondo. Ma è di fondamentale importanza avere la giusta squadra, un team di validi collaboratori. Io mi assumo la responsabilità dello stile, gli altri seguono i tessuti che devono essere assolutamente di alta qualità”. - Della collezione primavera-estate 2009 cosa anticipiamo? “La prossima collezione P/E 2009 sarà un mix di retrò e moderno. Ho realizzato dei capi drappeggiati stretti a pelle e abiti lunghi molto romantici. Fantasia floreale e tinte unite, sandali anni ’30 e scarpe piatte.”

17



19



Per Lui

Montatura da star in acetato nero e rifinita a mano, Sama. € 370,00; Pigiama in pura seta, stile kimono, Julipet. € 350,00; Set barba “Acqua di Parma”. € 209,00; Cronografo in acciaio, D&G. € 217,00; Orologio “Light of Senses”, Swatch. € 120,00; Camicia in pura seta, sagomata, Naracamicie. € 95,00; Girocollo in acciaio e malachite con brillantino, JJ Montenapoleone. € 89,00; Cofanetto con profumo, dopobarba, gel doccia, “Acqua di Parma”. € 82,00; Portalaptop da schiena, Built. € 80,00; Montatura Diesel. € 80,00; Gemelli “Fasten” Swarovski. € 60,00; Gilet nero, Naracamicie. € 59,00; Tirabuchon professionale “Flexi Corkscrew”. € 59,00; Sciarpa, varie fantasie, Naracamicie. € 36,00; Pigiama blu, Intimissimi. € 29,90; Calze in scatola, Calvin Klein. € 28,00; Ombrello con lampadina, H2O. € 25,00; Boxer rossi, Verdissima. € 23,00; Collare antivento 615WB, Tucano Urbano. € 20,50; Papillon, Naracamicie. € 19,00; Set asciugamani, Coincasa. € 13,90; Fascetta salvascarpe, Tucano Urbano. € 8,00.

Per i Bimbi

Pigiama Anne Geddes by Imec, serie Christmas. € 73,00; Occhiali da sole a goccia Rayban. € 124,00; Orologio “Hairy Friend” Swatch. € 43,00; Libro Pop-Up “L’inverno nel regno delle fate” di Bateson/Comfort. € 22,90; Gioco a sei birilli “Il mio primo bowling”, Unicef. € 21,50; Palle Tattili “Sound Balls”. € 18,00; DVD “Baby Einstein”. € 14,90; Libro “Il coraggio di essere io” di Barillà/Bussolati. € 12,90; Romanzo “Twilight” di Stephenie Meyer. € 9,90; Baby Shoes di peluche, Coincasa. € 5,00; Trottoline da gara, Seletti. € 2,50.

Per la Casa

Macchina per baguette, Moulinex. € 129,90; Angelo 2008 Swarovski. € 90,00; Set tre candele Diptyque. € 72,00; Mixer “Click and Mix”, Moulinex. € 69,90 (700w), € 49,90 (450w); Candela Cire Trudon. € 58,00; Petali di sapone monouso, Gianna Rose Atelier. € 40,00; Set completo “I love cooking”, Ballarini. € 39,90; Calendario panoramico 32x68cm, Unicef. € 13,50; Asciugadecanter Pulltex. € 10,90; Saponetta “Bella” alla verbena, Azuleyo. € 6,00.

Per Tutti

Montatura in platino, Cartier. € 2.700,00; Profumo “Armani Prive”, 50ml, Ambre Soie, Cuir Amethyste, Eau De Jade. € 180,00; Occhiali da vista completi, Angiolucci. € 50,00; Telo bagno in microfibra 100gr, “Spaziale Splendy”. € 26,00; Romanzo “Il gioco dell’angelo” di Carlos Ruiz Zafon. € 22,00; Album “Revolution” di G. Allevi. € 19,90; Romanzo “L’indecenza” di Elvira Seminara. € 17,00; Romanzo “Una raggiante Catania” di Domenico Trischitta. € 13,50; Astuccio con zip, CampoMarzio. € 12,00; Puntoline creative, Seletti. € 8,00; Settimanale con mollette “Si Logic”, Seletti. € 6,00; Compilation “Marry Christmas” di Mariah Carrey. € 5,90.


dolcezze

per le feste

TORRONCINI

TORTA SAVOIA

TORTA DELIZIA

DATTERI FARCITI

PANDORO FARCITO

PANETTONE CLASSICO

TORRONE GELATO O DI CAMPAGNA

MANDORLE E NOCCIOLE CARAMELLATE

BUCCELLATI CON FICHI SECCHI E CANDITI

SCORZETTE D’ARANCIA E LIMONE RICOPERTE DI CIOCCOLATO Forse non tutti sanno che Babbo Natale, gli abeti decorati, i festoni, le lucine ed il merchandising sono stati inventati nei primi anni del secolo scorso dalla CocaCola, che adottò il vescovo san Nicola di Mira (antica città dell’odierna Turchia), di cui si racconta che fosse solito fare regali ai poveri. La leggenda di San Nicola è alla base della grande festa olandese di Sinterklaas (il compleanno del Santo) che, a sua volta, ha dato origine al mito ed al nome di Santa Claus nelle sue diverse varianti. Ebbene, il Santa Claus nordico vestito da vescovo e con il mantello verde, fu trasformato dalla Coca Cola in un vecchio barbuto e con il pancione vestito di rosso, divenuto l’amato idolo di intere generazioni.


inpuntadipenna

natale

c

in asa fiorello

di Catena

Fiorello

ale in casa ilippo – “Nat F e D o d ar u iglia è facile media di Ed ella mia fam lo della com d to e ti al o at N im ss al della ndo nosciuti ce nelle case rché pensa as e n p e ichiamo il co lo ch so a – ic 31 nfusione tip ritta nel 19 sapori e la co i Cupiello”, sc , ri lo co i Natale. passionalità, uesta parola ale come il ci e sp a associare la st eciale che q fe sp a n e u e il ia b g o g ste iù n arteciquando si fe nel senso p nso della p ” d se e u l n S e o l d e rr d e so “t e te e st gen ancora tto molto e o è un Natal parteniamo di un conce casa Fiorell i ap te d tà e ar al p al re at fa N é in Il ne” perch un buon noi Fiorello care. “Terro familiare, e e c’è sempre e ch n e io d n e u i cr possa signifi d e e ch simbolo ne che ami estinzione!) festa come e alle perso avviamo all’ m ci e si é pazione alla h in rc ti e p an RIBÙ enti import ( parlo di T ividere mom d n a una tribù co e a li ig sario, di stare in fam a casa di Ro ra o . o ri rn ca tu motivo per iù a zo i affetti p , Nicoletta... i per il pran arte dei tuo nita, Nicola A SARA, e po , A ca li M e M g che fanno p A n A M sa, i, ma alla iccolini di ca cena tutti d ente con no p si i m n ia ca il si co g fi , vi e iù m la p Per sa mia. Insie a chi non è r Nicola, ndo anche i Anna o a ca pensiero pe d sa , n n e e u p p p i re rs p se m iu va o G i è se licità ritr ù! Perché c’ rsi deve a lu he infinita fe e parte lass per certi ve e ch al ch u a, q che bello! C li a ig d m isfatto di questa fa reno e sodd te “vivente” ar p ci guarda se re p m nate, rà se i, sms, telefo is IO PADRE sa rr .M so a. .. i, iv re al tt p g fe m se ni, re e e forza af de: “Ma ro: panetto ità di union mi e ci chie te n olto al vost e m g a ta li ig an T questa capac m ! ale asso lia al vostro il nostro Nat na, assomig u rt fo r e Per il resto, p E atale! IANI?” ca e babbi n o, dei MARZ ll re ?” e auguri, musi io F al i at o N n o te il ola pure “Ma che siam come passa ’, chiamiam : e o n ll so u n re e m io p o F é ‘c i h vo vita volte, perc bile. o la nostra sorridere a il più appeti con orgogli re p o m ic d se n a ve Mi viene da m ri i, r questo questi temp siamo, e pe speciale di o ss lu No, non lo n u à, alit ancora ambite... iva! La norm miei fratelli i vv te ; e e le , m si e e al ra B su rm o no lezza di uno verso le io amatissim Natale...ogn la consapevo neiro, nel m al Ja d e o d at io n R ag a Però dopo p odanno do è accom cina e silen rò il mio Cap d’ amore vi ovi nel mon tr ia si sc e a u n Io trascorre q u n e m abile i, ovu e lo segue co io inespugn nuno di no p g ch o m , a ri te M ca n . i u o so a, su li non ostra famig l’affetto dei a fatto: la n pre con sè h m ci se e ta vi ar rt la o vi p che ella ta. o più bello lli e brutti d al e g b re ti n il e o m cc o im ziosa. E rifugiarsi ne di noi può o n u n g o dove

R

23


24


U

n Capodanno da vivere sulle orme di... Dita Von Teese. Originale no? In borsa reggicalze e biancheria intima sexy, per le più “intraprendenti” ventagli di piume. A Roma c’è addirittura chi va a scuola di BURLESQUE. Spogliarsi

con humor, tra glitter e paillettes, sembra essere infatti l’ultima mania delle italiane. A scatenare l’entusiasmo su sketch ammiccanti e numeri di soft strip, sarebbe bastata una semplice e-mail, il passaparola poi ha fatto il resto. Obiettivo, “sedurre divertendo, giocare col proprio corpo senza volgarità”. Non occorre essere giovani né magre, slanciate o “siliconate”, come –interpellata- ha precisato Lily, insegnante di burlesque: “L’artista burlesque deve saper innanzitutto incantare con lo sguardo”. Del resto è lo SGUARDO il primo elemento di magnetismo per riuscire a SEDURRE. Quindi, dato il periodo, sarebbe bene “allenarsi” per uno speciale “cin-cin” all’anno nuovo, da festeggiare celando sotto gli abiti una lingerie speciale, auspicio di belle sorprese per il 2009! Si può –volendo- anche scegliere di mostrarne un’anteprima, con qualche lembo sexy che “si dichiara” sotto l’abito. Dalle giacche possono far capolino corsetti sofisticati, con un gioco di velluto, perle e macramè; oltre che push-up in gel ad effetto luce tempestato di swarovski. Insomma, come tradizione vuole, per l’intimo di Capodanno VIETATO ARROSSIRE: è questo il momento perfetto per fare scintille e sentirsi incredibilmente seducenti. Specie oggi che pure sulle passerelle è esplosa la voglia di femminilità. Via libera, quindi, a tutte le frivole voluttà, esplosive e provocanti o dal fascino indimenticabile: pizzi pregiati (Chantilly, Dentelle de calais, macramè), corsetti, parigine, coulottes, guepier. Allora sbizzarriamoci: il colore che non tramonta è sempre il NERO, per l’occasione il ROSSO (anche se mai full color), magari con gioielli swarovski abbinati ai ninnoli. Senza età i must-have in camera da letto: in lungo o appena sopra le ginocchia, c’è un grande ritorno delle sottovesti,

come le camicie da notte in chiffon di seta nera e spalline sottili sottili da far scivolare con nonchalance (incredibilmente chic quelle proposte da Christies). Più hot le “parigine”, le mini sottovesti in tulle e pizzi effetto tattoo. O - ma questo è riservato a chi pregusta follie - il pagliaccetto nero in seta e pizzo che si annoda al collo, appena arrivato dalla city per Myla London. Sotto vanno abbinate le calze, semplicissime: nere, con una larga banda in pizzo e sempre autoreggenti, pure col reggicalze.

E se c’è già chi si strugge per la decisione se indossare perizomi o rassicuranti coulottes, la moda accorre con un delizioso stratagemma: si chiama “COULOTTE A TENDINA” e mette tutte d’accordo in uno string a vita bassa con un’ampia fascia in pizzo a coprire i fianchi. F.M.

25


losaiche

Quando, con la troupe della Rai, andai ad intervistarlo nella sua azienda, a San Marco D’Alunzio, non immaginavo di essere la prima giornalista ad interessarsi della realtà che era riuscito a creare nel piccolo borgo medievale che conta appena 1.300 anime e oltre venti chiese. Era il febbraio del 2007. Un anno dopo, in una sera di pieno inverno quel servizio improvvisamente mi rese la giornalista più ricercata d’Italia. Colleghi di tutte le testate fecero capo a me per rintracciare “LUI”, l’uomo che nel giro di appena 48 ore è riuscito a realizzare, su commissione della maison Dior, l’abito per Madame Carla Bruni Sarkozy. “LUI “ è Filippo Miracula, 46 anni, messinese di Frazzanò, un comune del parco dei Nebrodi. Ieri sarto oggi imprenditore di successo, Filippo, 14 anni or sono, nel deserto dell’imprenditoria tessile (la Sicilia), ha creato la SAN LORENZO CONFEZIONI, oggi isola felice. In tre lustri la sua azienda è cresciuta e oggi conta 120 dipendenti che ogni anno producono oltre 60mila capi con un fatturato che ha superato i 4milioni di euro. “A 14 anni frequentavo la scuola la mattina e durante il pomeriggio lavoravo come sarto – ci racconta Filippo Miracula - finite le scuole medie ho continuato a fare il sarto; a 17 anni mi sono trasferito in Svizzera; a 20 mi sono sposato; a 22 ho iniziato la mia attività. A 24 anni sono rientrato in Sicilia: potevo scegliere Milano, ma ho preferito tornare nella mia terra.

26

Così è dalla Sicilia che ogni giorno sfido il mondo!” Sì, sfida il mondo dell’haute couture. E lo può ben dire. Oggi la SAN LORENZO CONFEZIONI produce le prime collezioni di Dior, Armani, Ferré, Versace, Agnone , Zegna, Burberry, Valentino e chi più ne ha ne metta. L’azienda, che opera nel business to business, è così in grado di produrre capi d’Alta Qualità per griffes nazionali ed estere. Un piccolo esercito di sarti, artisti del taglio, ricamatori ogni giorno lavora per produrre capi perfetti destinati a vestire le donne più raffinate del mondo. “Oggi abbiamo i grandi brand che si appoggiano a noi – spiega Miracula -. Il nostro lavoro parte dalla progettazione dei capi, creiamo il prototipo, quindi il campionario della produzione e andiamo avanti fino alla realizzazione finale del capo confezionato. Poi ogni capo viene stirato manualmente, collaudato e spedito in tutte le boutique del mondo.” Una isola felice, quindi, nonostante la crisi del comparto. Pecualirità di questa impresa al profumo di agrumi: meticolosità artigiana e perfetta organizzazione. Qui il concetto di globalizzazione è concepito come grande risorsa, ma l’obiettivo comune con le grandi firme è sempre la valorizzazione del Made in Italy. In tutti questi anni Filippo Miracula e il suo team hanno lavorato sodo, nel silenzio del rigoglioso verde dei Monti dei Nebrodi . Poi, come una folata di vento, improvviso ecco arrivare l’ordinativo che è valso la notorietà : Realizzare l’abito grigio, in grisaglia leggera, firmato Christian Dior, per la visita ufficiale nella terra della regina d’Inghilterra della prima donna francese Carla Bruni è stata una bella sfida. “E’ stato l’amministratore della Christian Dior a telefonarmi – mi ha raccontato con una punta d’orgoglio Filippo Miracula - mi ha detto subito che avevo i minuti contati per confezionare un abito importantissimo, per una donna davvero speciale. Poi ha precisato che sarebbe stato indossato da Carlà. Non ho avuto esitazioni e nel giro di 48 ore il vestito è stato realizzato e spedito a Parigi. Pochi giorni dopo, quel sobrio abitino grigio indossato con grande eleganza da Madame Bruni-Sarkozy era sulle copertine di riviste e quotidiani di tutto il mondo. “ Un capriccio della moda per un inchino davvero “impeccabile”, quello dell’ex-supermodella italiana alla sovrana d’Inghilterra . Un inchino grigio perla firmato made in Sicily.


27


28


CIak

na frase proverbiale “Clamoroso al Cibali”, pronunciata da Sandro Ciotti il 4 giugno 1961 quando il Catania battè l’Inter per 2-0. Da quel giorno è entrata a far parte del gergo calcistico e anche nel linguaggio comune quando c’è da riferirsi a qualcosa di incredibile. Quella frase oggi è diventata il titolo di un film, un CORTOMETRAGGIO scritto dal bancario catanese (con il pallino del cinema), Sergio Zagami. Il corto, girato al Massimino a fine settembre, viene presentato a Catania in occasione della serata di gala del Telethon, organizzata al Teatro Massimo Bellini con la direzione artistica della Production Moda e Spettacoli. Presente tutto il cast e l’autore, che, soddisfatto del lavoro, si dice straordinariamente colpito dell’attenzione dei media ed entusiasta di un progetto, il cui fine benefico, ripaga anche dello stress.

La storia è quella di un arbitro, Pier Luigi Tosti, erede di una famiglia di severi giudici, padre e nonno. Il suo sogno era però fare il calciatore, come disegnava continuamente su libri, diari, quaderni e foglietti. Anziché studiare vagheggiava dribbling e gol. Scoperto dai genitori, un monito più d’altri colpì il ragazzo: “Sei figlio e nipote di giudici, quindi al massimo potrai diventare un giudice di campo: UN ARBITRO!”. La scena a questo punto cambia e si trasferisce allo stadio Cibali di Catania. La voce del telecronista: “...ecco l’arbitro, il signor Pier Luigi Tosti chiamato ad arbitrare una delle partite più delicate del campionato...Mancano soltanto pochi secondi alla fine della partita e il Catania vede sfumare questa grossa opportunità per centrare la promozione, il pareggio è insufficiente considerato i risultati degli altri campi ma... che sta succedendo... l’arbitro Pier Luigi Tosti s’impossessa del pallone, con una finta si libera di un giocatore... si avvicina alla porta.... evita anche il portiere e con uno splendido diagonale manda il pallone in rete. Ma attenzione... l’arbitro si ferma... mette il fischietto in bocca...indica il centro del campo e convalida il goal. Clamoroso. Clamoroso al Cibali! “ Sulla maglietta, sotto la divisa nera alzata durante l’esultanza, un solo messaggio, il pensiero di tutta la sua vita: “LIBERATI DA TUTTO, REALIZZA IL TUO SOGNO”.

29


30


31


design

Se si pretendesse una risposta istintiva, forse, non si direbbe. Ma in realtà basta soltanto pensarci un nanosecondo: tra i single, nel progettare la propria casa, chi pensa innanzitutto alla CAMERA DA LETTO sono le donne. Il motivo è di carattere psicologico: è lì che il gentil sesso vuole creare l’ambiente più confortevole, quel clima romantico dove coccolarsi, anche in totale solitudine. Il maschio invece è pragmatico: poco propenso ad ospitare, probabilmente per camuffare il personale disordine, opta piuttosto per investire nell’arredo del SOGGIORNO e dell’area giorno di intrattenimento. Locale, questo, quanto più hi tech possibile. In sintesi lo spirito del progetto per l’ uomo single è una CUCINA-SOGGIORNO allargata dove mangia, dorme, incontra gli amici, ascolta la musica. Nella casa della donna single, che si culla nel suo talamo, la cucina rappresenta più uno spazio di accoglienza. In entrambi i casi la zona pranzo non è ben identificata... Comunque esiste il nodo comune che condividono i single

32

di ambo i sessi: la necessità di ottimizzare gli spazi! Mentre, se si finisce con lo scegliere la convivenza, anche parttime, allora bisognerà pensare a soluzioni ingegnose, oltre che riscoprire un margine di spirito di adattamento. Indipendentemente da come vorranno vivere la propria casa i single incalliti, ecco alcune idee utili per arredare il proprio “rifugio”. Per la ZONA GIORNO, fondamentale il divano, meglio che si divida in due. C’è una lista, inoltre, di regali intelligenti (o di acquisti da fare) ideali per l’arredo: contenitore e seduta, Candy di Calligaris, che colora ambienti piccoli, o una comoda panca Kyo-co di Dessiè. E poi, l’apri e chiudi Rotor, tavolino da salotto a piani girevoli, sui quali mettere piatti e bevande diverse. Oppure gli Alternative, tavolini personalizzabili, antigraffio. To- Fit è invece un mobile contenitore dai cassetti colorati. Nei pressi, starebbe bene posizionato Bridge di Magis, un attaccapanni modulare, che si adegua agli ospiti.


interni

Casa per Single La libreria è da parete, magari a piani colorati e componibili. Per illuminare più zone contemporaneamente, Danese propone Brazil, lampada da terra con un braccio regolabile in altezza e orientabile e uno mobile, posizionabile liberamente nello spazio. Per il relax, poi, cosa meglio di un tavolo Pocket-Biliardo! Per la ZONA NOTTE, abbiamo detto della cura per l’arredamento della camera da letto da parte dell’universo femminile. Un bel letto FLOU è il principale suggerimento per tutti, sul modello c’è l’imbarazzo della scelta, basta andare a vedere. Diversa tra uomo e donna l’esigenza dell’armadio: appendini a go-go per LUI e per le sue camicie, ampio spazio alle scarpiere per LEI. Soluzioni salvaspazio sono quelle della serie Rally, dai portafoto agli appendiabiti, senza ingombro e per infinite soluzioni.

La gestione domestica: lavare i panni e cucinare sono le attività che, più delle altre, mettono in conflitto persone con gusti ed esigenze diverse. Geniale pertanto l’idea di Candida, portabiancheria con due scomparti per separare gli indumenti. Per stendere gli indumenti in casa c’è Fan, stendibiancheria a parete con bacchetta a scomparsa, da posizionare sopra il calorifero o la vasca. Ed Eclissi è un’idea per asciugare senza ingombro i panni, grazie alla sua rota-

zione su valvole per un’apertura dello stendi bucato posizionato a parete, ottenendo fino a 7 metri di vestiti asciutti in poche ore. In cucina, pensato per i giovani che vivono in case piccole in cui la cucina è quasi inesistente, l’ideale è Free, il multifunzionale senza fili, che mixa, trita, frulla e monta. Multiplo è invece un elettrodomestico che

permette cinque tipi di cottura (a vapore, frittura, bollitura, arrosto e bassa) e, grazie a cestelli a temperatura differenziata, la preparazione contemporanea di pietanze diverse. Per facilitare la preparazione assecondando gusti diversi c’è l’ HOS 556 X, con 37 ricette preimpostate e 10 programmi di cottura. Attenzione ai rifiuti, siate ecologicamente corretti: per i volenterosi il riciclo diventa facile con i contenitori Ecotrio, colorati e poco ingombranti.

33


CAROSELLO

Quelli che...IL POSTAL MARKET Se lo sapesse la nonna! Anche a volerglielo raccontare, prima dovrei spiegarle che mi sono collegato al sito e ho trovato questa immagine. Sembra una lapide! Le dovrei semmai spiegare che sono andato in edicola e non l’ho più trovato. Oppure che neppure a noi, ormai, arriva a casa. Un tempo lo si raccomandava persino al portiere: “Quando arriva il Postal Market me lo metta da parte perché non ci entra nella cassetta”. Già, il Postal Market. Quel librone più pesante del libro di antologia o di un sussidiario, ma così gioioso da essere attuale per essere sfogliato durante tutta una stagione. Ne arrivavano due numeri l’anno, autunno-inverno e primavera-estate. Roba da non crederci, oggi, ma all’epoca il Postalm Market era addirittura in per l’acquisto dei vestiti. Un po’ come ora può essere yoox su internet. Innegabile il fashion style di questa testata d’altri tempi. Impossibile, forse, spiegarlo adesso, ad una nuova generazione. Quelli che...il Postal Market siamo noi che viaggiamo tra i 40 e i 50. Quelli che... andavano ad osservare l’abbigliamento uomo-donna, quelli che... si fermavano ad indugiare sull’intimo rischiando di diventare ciechi, quelli che... sceglievano tra i giocattoli e l’utensileria. Era un grande magazzino, pure di qualità. Ce lo avevi in casa, tutto per te, sei mesi l’anno e poi altri sei mesi. Sceglievi una cosa, compilavi a penna un modulo, lo mettevi in busta chiusa, lo affrancavi con un francobollo di poche lire (già...la LIRA!) e aspettavi che qualcosa accadesse, nel giro di quindici giorni. Poi finalmente l’arrivo del plico, il rito dell’apertura, l’effetto sorpresa, perché quella cosa poteva anche non piacerti, una volta ricevuta. Rara eccezione. Perché...ogni pacco portava con sé una buona dose di euforia/ Sì, quelli che...il Postal Market lo chiedevano a mamma e nonna, conoscevano a memoria pure la canzoncina dello spot: “Con Postal Market, sai, uso la testa ed ogni pacco che ne arriva è una festa”, recitava il ritornello tormentone. Chi non se lo ricorda? E allora, ecco il motivo per cui oggi abbiamo voluto celebrare questo mito del costume italiano, cambiato come cambiano le abitudini, al passo con i tempi. Potrebbe sembrare un rimpianto pensare che Postal Market poteva anche diventare la prima azienda di e-commerce con l’avvento di internet. Questione di lungimiranza, non avuta, della multinazionale che ne gestiva l’attività. Nessun rimpianto, è semplicemente finita un’epoca. Dimenticare mai, però: meglio immaginare e ripensare a noi, anni fa, quelli che...il vintage...

34


tendenze

MILANO - La piccola tenda a strisce bianche e rosse compare in mezzo ai palazzi regalando un tocco di colore inusuale allo scorcio di Milano tra via Solari e via Stendhal, lungo i Bastioni di Porta Volta. Inusuale come quello che accade ogni giorno là sotto dove stanno di casa piroette, salti, birilli, corde e trapezi e dove chiunque abbia voglia di imparare l’arte circense -rigorosamente senza animali– può trovare asilo. La tenda a righe di via Solari, infatti, è la sede della ‘PICCOLA SCUOLA DI CIRCO’, ad oggi, sicuramente la più «anziana» tra le realtà italiane di questo tipo. Formalmente si tratta di un “centro permanente di vita associativa a carattere volontario senza scopo di lucro che opera per fini sportivi, ricreativi e culturali”, di fatto è un luogo dove sviluppare fantasia, allegria e amore per il proprio corpo che diventa mezzo di espressione e di armonia con gli altri. L’arte circense unisce una grande intensità di sforzo e preparazione (come succede negli sport agonistici) ad una singolare capacità di concentrazione (comune a pratiche come lo yoga, il free climbing o il parapendio). Dal 1994, anno in cui fu fondata da Claudio Madia e Camilla Peluso, gli iscritti di Milano sono sempre cresciuti: se all’inizio fu l’entusiasmo di un gruppetto di bambini delle elementari decisi a diventare elementi di una piramide umana, oggi sono in 400 (e non solo bambini) a voler imparare l’antica arte del circo e della giocoleria per poi portarla in giro nei teatri, di strada e non, oppure conservarla come un dono prezioso. Ai 400 associati si dedicano con passione diciotto insegnanti, tutti diplomati Isef o laureati in Scienza Motorie, affiancati dagli stessi professionisti del circo. La cosa più bella è la trasversalità artistica che pervade ogni centimetro cubo d’aria che si respira sotto la tenda a strisce bianche e rosse. Il patrimonio dell’ARTE CIRCENSE, del resto, è sintesi della creatività e della ricchezza di insegnamenti tratti dal continuo viaggiare. Non esistono abilità che non siano riconosciute come caratteristiche di alcuni popoli (ad esempio, l’acrobatica è cinese, il trapezio volante dei sud americani, il contorsionismo è mongolo), ma che allo stesso tempo non siano state condivise da quei popoli con tutti gli altri. Le tecniche insegnate sono apparentemente uguali per tutti, ma poi ogni forma d’arte diventa indipendente, propria e personalissima. Ed è questa la prima regola che s’impara sotto il tendone di via Solari, che però qualcuno vorrebbe vedere smantellato per fare spazio a un parcheggio.

Invece, chissà, forse proprio perché il circo rappresenta una parte molto forte dell’immaginario socio-culturale ed è sempre stato il luogo di incontro di differenti culture, la ‘Piccola scuola di circo’ di Milano ha fatto proseliti. Nel Registro Nazionale Corsi e Scuole di Piccolo Circo (scuole che offrono corsi annuali e in molti casi anche campi estivi) si contano diverse realtà in città come Milano, Torino, Pisa, Firenze e Roma. Ma ciò che più colpisce è la presenza di una SCUOLA SICILIANA, Giglio Circus, nella provincia messinese, in contrada Baronia a Capo Milazzo. Per saperne di più –si dice in giro- basta andare a Gigliopoli, altra città di...bambini spensierati!

35


36


Speciale TURISMO

I

dati lasciano ben sperare. Anche perché per la SICILIA il TURISMO è davvero settore trainante. E considerato che il Mediterraneo è la principale area turistica mondiale allora il suo “ombelico”, l’isola Trinacria, in futuro non potrà non costituire sempre più il fulcro d’attrazione e d’interesse. Ne è convinto pure l’assessore regionale al Turismo, Titti Bufardeci: “Tra le regioni del sud Italia, la Sicilia e’ seconda dopo la Campania per presenze e arrivi. Il flusso va distinto tra movimento di stranieri e connazionali. Siamo all’ottavo posto se consideriamo solo la fetta di mercato estero. Dal 1995 al 2006 la Sicilia non e’ riuscita a conquistare grosse fette di mercato estero: in questo arco di tempo i turisti stranieri sono passati appena da 38,5% al 39,1%, mentre il centro nord e’ riuscito a con-

quistare un aumento del 4%. Molti però sono gli italiani che decidono di venire in visita, soprattutto lombardi (13.9%), laziali (8,6%) e campani (8,2%)”. Luoghi simbolo come l’Etna o i templi di Agrigento sono soltanto due cartoline della Sicilia. Di grande richiamo sono in special modo gli arcipelaghi, impropriamente chiamate isole minori se non esclusivamente per la loro estensione. Quattordici paradisi d’incontaminata bellezza, a cui bisogna aggiungere Mozia (che a volte la bassa marea unisce alla costa di Marsala) e la disabitata Lampione nelle Pelagie. Le Eolie, le Egadi, le Pelagie sono mete ambite, dove fanno tappa, specie in estate, molti turisti e numerosi vip. Basta dare uno sguardo al largo e vedere ancorati elegantissimi yacht, tanto da far pensare che la Sicilia può tranquillamente puntare al primato nella nautica da diporto nel Mediterraneo. Sarà forse perché si respira sempre quell’aria che sa di mitologico, ma è davvero irresistibile il fascino esercitato da luoghi come USTICA (l’isola di Circe); le 7 eoliane LIPARI, SALINA, VULCANO, PANAREA, ALICUDI, FILICUDI E STROMBOLI; oppure, nelle rotte del tonno, FAVIGNANA, LEVANZO O MARETTIMO; o le “africane” PANTELLERIA, LINOSA E LAMPEDUSA. Ospiti illustri sono soliti soggiornare in questi luoghi e non mancano coloro che hanno deciso in queste isole di comprar casa o investire qualche risorsa, tra silenzi, profumi e mondanità. Le ISOLE NELL’ISOLA. Un ulteriore patrimonio di ricchezza, che rende davvero inestimabile il tesoro proprietà della Sicilia, forziere che custodisce storia e cultura attraverso reperti archeologici, paesaggi suggestivi, tradizioni e manifestazioni uniche. Lo spirito d’accoglienza dei siciliani rende, poi, magica ogni vacanza nell’isola e nei suoi dintorni. Basterebbe quindi allargare la proposta, per rendere meno “mordi-e-fuggi” il turismo siciliano. C’è già la naturale cordialita’ tipica dei siciliani e sul piano degli interventi infrastrutturali c’è tutto l’impegno del governo regionale per

37


una svolta di qualità. Sono state attivate tutte le procedure per spendere le risorse comunitarie disponibili per la ricettività alberghiera, con quasi 400 milioni di euro impegnati a favore degli operatori del settore. Negli ultimi cinque anni i posti letto negli alberghi siciliani sono aumentati di 22.500 unità. In particolare, sono aumentati del 123% i posti letto nelle strutture a 5 e 4 stelle. Paesi Bassi, Belgio e Danimarca sono i paesi che negli ultimi tempi hanno “scoperto” la Sicilia, terra unica ricca di cultura e di eccellenze. Diventa prioritaria così l’idea di aumentare le proposte e rivolgersi, con magiore attenzione, al Nord Europa (recuperando anche i visitatori tedeschi) senza trascurare i turisti dell’estremo Oriente. Tre segmenti strategici, valore aggiunto per il rilancio in grande stile, come concorda l’assessore Bufardeci, sono “NAUTICA, CONGRESSUALE E GOLF”. Una risorsa su cui puntare ritenuta fondamentale è il GOLF, sport che è traino ideale di un turismo di qualità. La recente approvazione degli articoli del disegno di legge per semplificare la realizzazione dei campi da golf in Sicilia non potrà che incrementare quest’offerta, rivolta soprattutto ai mercati internazionali. L’idea è di legare il brand turistico della Sicilia ai circuiti internazionali del golf. Il campo di golf già esistente a Castiglione di Sicilia, nel territorio etneo, è già una perla, assolutamente singolare: immerso nel verde e tra i noccioli, in un’oasi di serenità, i golfisti hanno la possibilità di giocare in un contesto elegante, al sole di Sicilia, dov’è possibile ammirare da un lato il mare azzurro di Taormina, perla dello Jonio, dall’altro l’Etna fumante ed innevato, che, altra unicità, in inverno si trasforma in pista da sci per offrire l’emozione unica di scivolare lungo le pendici laviche di un vulcano in piena attività.

38

“Per il turismo siciliano è una grande opportunità - afferma l’assessore Bufardeci -. La Sicilia ha delle enormi potenzialità ed è proprio per questo che stiamo lavorando con grande impegno per creare un sistema di eccellenze che renda competitiva la nostra offerta sul mercato mondiale”. E’ stato inoltre di recente firmato un protocollo d’intesa per la conduzione a sistema del turismo siciliano, presente il sottosegretario della Presidenza del Consiglio con delega al Turismo, Michela Vittoria Brambilla. Il protocollo prevede la realizzazione di un polo formativo regionale per l’eccellenza, investimenti per la mobilità turistica e la rete dei trasporti, il potenziamento di sistemi di ospitalità diffusa, la creazione di circuiti commerciali per l’extra ricettivo, l’incremento della dotazione tecnologica, interventi per i sistemi museali e culturali, sviluppo del turismo congressuale.




Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.