M il Magazine n. 6

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NINA ZILLI & KABALLà

canzoni d’autore

luoghi

la piramide della trinacria

SCATTI

La speranza di Haiti

MODA sotto il Sole Style


Giorgio Armani Un abito

Giorgio Armani ha la forza del taglio e

della costruzione, essenziale nel suo

rigore

e al tempo stesso, per quel particolare equilibrio che nasce dal bilanciamento dei contrasti,

è esuberante,

espansivo, sontuoso.

Tra colori e rimandi,

corposità dei tessuti

seta con stecche

(raso, taffettà,

ricoperte da chiffon doppio che sostengono la struttura) ed eleganza della broderie. In estate

tutto è corto e si arresta sempre

sopra il

ginocchio, anche l’abito da sera che non ha mai dato una tale impressione di

leggerezza e geometrica

modernità, accentuata dalle scarpe basse.


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28 SCATTI

Stefano Guindani “Quei sorrisi poveri di Haiti”

Auguri!

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ON LINE

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FASHION BOOK

Primavera/Estate 2010

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STILISTI Maurizio Pecoraro, cultore del dettaglio

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MODA

I love shoes

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MODA

Gocce d’Inverno

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TENDENZE

Dress Sharing, rent-à-porter

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NEW OPENING EVENTO

Red Bull F1 Show Run a Napoli

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LUI Kaballà, note d’autore TECNOLOGY

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Effluvio di Bacco

Compro sul Web

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40 CINQUESENSI

EDITORIALE

L’Energia del Futuro

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ISTITUZIONI

Il Viceministro Adolfo Urso

“Puntare sul Made in Italy”

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ISTITUZIONI L’Assessore

Regionale al Turismo Regione

Sicilia, Nino Strano

“Invito nell’Isola del Mito”

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LA CARTOLINA

La Piramide sui Nebrodi

38° Parallelo

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ECONOMY

Una Banca per lo Sviluppo

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CULTURA

Palazzo Valle, cornice del bello

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SMS

I Phone 4G

MAPPE

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Percorsi D’Arte

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LEI Nina Zilli, voce soul

36 INTERNI DESIGN

The event is back



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online

...N

on soltanto navigo su Yoox, Privalia e Saldiprivati.com (da poco fusa con Born4shop), dove posso fare sempre affari acquistando capi griffati scontati fino al 70%! Compro pure con spirito solidale scegliendo, ad esempio, www.eforpeople.com, il portale di ecommerce no profit sostenuto dalla Fondazione Altagamma, presidente Santo Versace. Gli oggetti più gettonati tra capi di abbigliamento moda, gioielli, design e arredamento sono venduti a prezzi quasi stracciati: «Il connubio tra lusso e solidarietà funziona, ma non fermiamoci qui: cliccate, cliccate, cliccate…», invita il numero uno di Altagamma, forte degli oltre 300mila euro raccolti, circa 4300 articoli venduti e 6.400.000 pagine visitate. Altra storia il viaggio nel cyberspazio della moda di lusso, alla scoperta degli store online “diretti” delle grandi firme. Louis Vuitton, anche in questo, è antesignano, visto che sulla rete è già dal 1995, tempi pioneristici per l’era di internet. Con una differenza, tra ieri e oggi: adesso basta qualche click ed è disponibile l’esclusivo servizio su misura Mon Monogram, attraverso il quale sarà possibile ordinare una borsa veramente unica, con tanto di iniziali stampate nella tela Monogram. Basta andare nel sito www.louisvuitton.com e cercare su ‘PERSONALIZZAZIONI’ il link per avviare le procedure. Anche sul sito www. ralphlauren.com si può fare shopping. Non è d’obbligo trovarsi davanti ad un computer, si può essere ad esempio anche in aeroporto, messi lì ad ammazzare il tempo: è sufficiente disporre dell’applicazione per Iphone e così acquistare diventa un gioco. Una vera e propria mania, quella dello shopping digitale. Ha contagiato tutti, da Diesel a Versus, fino a Furla, il cui negozio virtuale funziona a meraviglia. Gli stilisti cavalcano l’onda e sul web puntano a 360 gradi. E’ gara al sito più fashion, che sia versatile però, accessibile ovunque e comunque, su Iphone o Android mobile devices. Obiettivo avere in streaming pure le sfilate, per ampliare la platea senza avere più confini. Dolce&Gabbana hanno voluto il live in streaming durante l’ultima settimana della moda. E da ora in poi lo streaming -appunto- sarà la comune parola d’ordine nell’ambiente, quando ci sarà da presentare nuove collezioni. Pure la Camera Nazionale della Moda si è adeguata e a febbraio scorso ha attivato il servizio su www.cameramoda.it/mmd.

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moda

EMPORIO ARMANI (P/E 2010) SENSO DI LIBERTà C’è un pensiero forte al centro di questa collezione: un senso di libertà che dà energia, una voglia di gioco che diventa allegria, divertimento. Lo spirito libero domina questa collezione sicuramente metropolitana, con un’interpretazione insolita delle stampe: fantasie grafiche multicolor e a fiori stilizzati nei toni fucsia, rosso, corallo, arancio dei giardini italiani, delle passeggiate a mare del sud.

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moda

EMPORIO ARMANI (P/E 2010) AL MARE IN ALLEGRIA Colori e disegni ricorrono anche su bikini e costumi da bagno che accentuano l’allegria del vestire d’estate.Segno irrinunciabile di stagione: gli occhiali tondi, e le collane in plexi e a fascia di fili di tessuto

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moda

GIORGIO ARMANI (P/E 2010) LE FORME DELLA CONTEMPORANEITà

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Body Art come linguaggio del corpo, incontro tra la performance e il gesto: un riferimento che accende la creatività, una scintilla che, trovato il suo percorso, cambia natura. Diventa colore, linea, forma. Abito. Tutto è corto e si arresta sempre sopra il ginocchio, anche l’abito da sera. Giacche lineari dai bordi impunturati giocano sui grafismi, mescolando sofisticate sfumature neutre. Ma è nelle forme mutanti che si esprime la ricerca del nuovo, con tutine che sembrano abiti a portafoglio, modelli sorretti da bretelle-copriseno, pantaloni corti che l’arricciatura rende simili a gonne, camicie a tre strati a motivi scacchiera, con una sola spalla.


moda

VERSACE (P/E 2010) DONNA CHIC E FATALE E’ eccentrica, sexy, vivace ma mai aggressiva la donna vestita da Donatella Versace per la primavera estate 2010. E’ chic e tecno con un retrogusto romantico, pronta a mettere in evidenza la forma fisica e la propria sensualità. Negli abiti c’è un gioco di stampe dai colori freschi e fluo, dal pesca al mandarino, al giallo, al rosa, al turchese. Per non parlare della trama metallica, tanto cara a Gianni Versace, che si trasforma in piccoli triangoli pronti a diventare motivo decorativo. Ciò che colpisce di più sono le scarpe, 16 centrimenti di tacco con il plateau centrale che sfida la forza di gravità.

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moda

LUISA BECCARIA (P/E 2010) SEDUZIONI FEMMINILI Dolci tonalità e linee fluide per la donna ideata da Luisa Beccaria per la bella stagione 2010. Evocata la diva hollywoodiana anni ’50, con bustier o monospalla con volant, drappeggiati come petali di fiori e con nuvole di tulle multistrati seducono con grazia. Abiti in sangallo e pizzo o in canapa di lino per il giorno, in tessuti croccanti ricchi e brillanti per gli abiti da cocktail e in tafta per la sera. Le tinte sono romantiche, in una palette di lilla, avorio, rosa, grigio azzurro, oro e argento, alternati a cromatismi più acquerellati.

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moda

FERRE’ (P/E 2010) ELEGANZA La trasformazione è il principio cardine della nuova collezione Gianfranco Ferré, disegnata dai direttori creativi Tommaso Aquilano e Roberto Rimondi, metaforicamente tradotta dall’evoluzione del baco in farfalla, dalla materia ripiegata su se stessa, poi liscia e seducente, dalle forme e nuance naturali che degradano verso una leggera evanescenza fino ad ispirare totalmente la nuova stagione.

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moda

PIANURA STUDIO (P/E 2010) AROUND THE WORLD Collezione dedicata alle giramondo hippiechic: pantaloni da odalisca e calzari ultra-flat, ma anche beach walk divas in mini-abiti scivolati o shorts baloon declinati in stampe floreali rotte dalle inserzioni grafiche dei top in jersey e dalle geometrie cromatiche a contrasto che rinnovano i panama ed i costumi da bagno. Tante le varianti di look: giacchine, gonne e bermuda remboursè si declinano in varietà che ricordano le serre tropicali, in cui il verde acido spesso incontra i pastelli ed il viola acceso, da abbinare a top e chemisier in seta o cotone.

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moda

DSQUARED2 (P/E 2010) TRASPARENZE E PVC Per il giorno: sexy shorts in jeans o cotone cerato, abbinati con disinvoltura a sovrapposizioni di t-shirt, canotte e costumi interi con ricami di formiche in cristallo, insetti in paillettes e pietre cangianti, camicie scozzesi e stivaloni. Per la sera: abiti in chiffon e seta duchesse dai volumi importanti, finemente plissettati e decorati con maxi spille in cristallo. In alternativa, micro abiti drappeggiati “effetto corteccia” percorsi da insetti e libellule dai colori smeraldini o decorati con origami fatti a mano d’ispirazione floreale. Completano i look da sera stivaletti e saldali in PVC borchiati. Sulle spalle: gilet e giubbottini in jeans rivestiti in PVC, parka dai colori fluo e giacchini multitasca in pelle dai dettagli biker. Maxi mantelle antipioggia multicolore. Accessori da campeggio da portare come maxi charms appesi alla cintura. Gioielli luminosi, collane e bracciali, composizioni d’insetti in cristallo fumè scintillano contrastando con l’opacità dei fiori di pelle che decorano anche le cinture. Plastic maxi e mini zaini, trasparenti con dettagli fluo e borchie, pochette in pelle impunturate con fiori. Cappellini con visiera e copri orecchie antipioggia in nylon o d’ispirazione militare.

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moda

CANGIARI In Calabria nasce CANGIARI, il nuovo fashion brand etico e sociale i cui capi sono realizzati prorprio nella regione calabra con materiali pregiati, lavorazioni artigianali di alta qualità e importanti contenuti di impegno civile. CANGIARI è un progetto patrocinato dal Comune di Milano e dalla Camera della Moda. La collezione trova ispirazione e si realizza grazie alla voglia di valorizzare la secolare sapienza artigianale calabrese, riscoprendo antiche tradizioni quali la lavorazione al telaio e i ricami fatti a mano che alternano motivi di ispirazione bizantina ad altre lavorazioni ed applicazioni ormai quasi scomparse come il chiacchierino per realizzare abiti e capi che apportano nuovi significati e nuove interpretazioni a dettagli di tradizione. Gli abiti, testimoni di incroci di epoche e di idee, dalle linee scivolate o a clessidra, assecondano il corpo senza mai scoprirlo e prendono ispirazione dal paesaggio locale e dai suoi contrasti. Un affresco disintegrato dal tempo avvolge il corpo in un melange di rosa, azzurro, beige emarrone, declinati su base ecrù. Lo zefiro spira sui tessuti leggeri, come l’organza e la crepe di seta, stravolgendone i volumi e negandogli specularità. L’asimmetria entra nelle bluse adornate da monili di chiacchierino, nelle gonne a portafoglio inverso, nello scollo a cappuccio. Tessuti di ginestra, sete grezze e lini pesanti, sono impreziositi da pieghe sartoriali e decori tradizionali, dando vita a prodotti di intensa eleganza cosmopolita. I colori sembrano rubati agli affreschi bizantini e al panorama che li circonda. Dal bianco ottico al castagna, passando per il senape, con accenni di magenta e azzurro ceruleo. Per il debutto del brand creato un allestimento che rappresenta le due anime di CANGIARI: da un lato la denuncia e la lotta contro la realtà generata dalla ‘ndrangheta, e dall’altro il rinnovamento e il cambiamento che trovano radici e nuova energia nella riscoperta della tradizione.

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DAKS (P/E 2010) THE GREAT BRITISH EXPEDITION Paesaggi incontaminati, colori e profumi del continente africano, meta ambita ricca di spazi unici, modellano la collezione DAKS dal gusto elegante e moderno al tempo stesso, per una donna globetrotter assolutamente attuale. I colori hanno come base le tinte naturali del beige, del bianco, del verde oliva e del marrone mescolati a sfumature delicate di rosa, giallo e arancione. Per dare un tocco di glamour alla collezione femminile, si gioca invece con toni luminosi come l’oro antico e l’argento, che creano trame brillanti.

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Maurizio Pecoraro (P/E 2010) TENEREZZA E SEMPLICITà

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Capi d’abbigliamento dai tessuti leggeri, linee semplici e colori scandinavi, che vanno dal cipria a colori polverosi in generale. Abiti leggeri in crepe di seta de chine, drappeggi in verticale resi meno cadenti da una fusciacca, spalle e décolleté con macro fiori in chiffon. Bermuda da cavallo sceso, culotte a vita alta, ma anche shorts e gambe sempre in vista sia di giorno che di notte. I materiali utilizzati sono i migliori, la lavorazione è particolare, come per le corolle ricamate su rete di cotone, frange, fiori, lurex gessato abbinato allo chiffon e oro ed argento come accessorio.


Maurizio Pecoraro

stilisti

CULTORE del dettaglio U

no stile senza tempo, in cui domina l’eleganza. La firma di Maurizio Pecoraro (nella foto) si distingue nelle sue collezioni, pensate per una donna apparentemente semplice ma invece di temperamento. Pecoraro è tra gli stilisti più apprezzati del panorama internazionale. Nato a Palermo, si è formato tra Milano e Parigi. “Nonostante io ami profondamente la mia terra, tant’è che ci ritorno volentieri tutte le volte che posso vacanze incluse, non la racconto con i miei abiti – TIENE A PRECISARE-. Altri stilisti hanno percorso la strada della sicilianità a tutti i costi, saccheggiando tutto ciò che c’era da prendere. Perciò oggi qualsiasi spunto ispirato alla Sicilia rischia di rivelarsi ripetitivo, proprio perché si tratta di qualcosa di già visto…” - I dettagli, la sartoria artigianale, la cura del particolare contraddistinguono le tue creazioni. Qual è il denominatore comune di ogni collezione che disegni? “Cerco sempre di puntare sulla manualità per far sì che certe tradizioni si mantengano nel tempo”. - Per quanto non sia una tradizione la moda in Sicilia (almeno intesa come barnum, mentre di fatto quest’isola è culla di artigiane maestre nell’arte del ricamo) credi da siciliano che nell’isola si possa creare una vetrina interessante? “In Sicilia ci sono delle maestranze abbastanza singolari, ma è difficile che il Sud possa diventare vetrina della moda, perché da Milano in sù il fashion ha un’importanza globale, altrove perde quasi di significato. Fortuna che in Sicilia ho delle clienti che apprezano il mio stile e mi sono particolarmente affezionate”. - Molte star internazionali e personalità di prestigio amano i tuoi abiti. Da siciliano a siciliana, hai vestito pure la rockstar di casa nostra, Carmen Consoli, a Sanremo. Immagini sempre qualche outfit esclusivo su una donna che ammiri in particolare? “Carmen la adoro come persona e come talento artistico: una donna così va rispettata. Alcuni giorni fa sono stato ad un suo concerto a Ragusa, ho incontrato pure sua madre. Ci conosciamo da qualche anno, ma il nostro rapporto si è mantenuto formale fino a quest’ultimo spettacolo. Dopo esserci rivisti

qualcosa è cambiato ed abbiamo abbattuto finalmente ogni barriera di formalismo” - Come vesti la “TUA” donna nella primavera/ estate e come la vestirai nell’autunno/inverno? “Per la P/E troviamo una palette di colori pastellati, ma palesemente sporcati dal grigio polveroso. E’ come se il fango l’avesse investita con tante lavorazioni di ricamo e paillettes iridescenti. La mia donna ha le gambe nude…del resto è piacevole vedere una bella donna con le gambe scoperte, a prescindere dall’età”.

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moda

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GOCCE

d’inverno Ferrè

versace

N° 21 (alessandro dell’acqua)

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Nero, pelle e pellicce sono gli elementi scelti dagli stilisti come comune denominatore per le collezioni dell’ AUTUNNO-INVERNO 2010/11. Un ritorno all’eleganza e alla femminilità, al gusto e alla raffinatezza, sinonimi inequivocabili di un ritorno al passato. Dsquared2 punta alla seduzione attraverso abiti aderenti: “Ci diverte -spiegano i gemelli Dean e Dan Caten- rendere le nostre sfilate degli spettacoli, motivo per cui puntiamo molto sulla scenografia sfruttando al massimo la nostra fantasia e la nostra creatività. Rosso e nero, per noi, sono colori che evocano il potere e sono le tinte predominanti della nostra collezione”. Decisamente più classica e dallo stile discreto è la collezione Gianfranco Ferrè disegnata da Tommaso Aquilano e Roberto Rimonti. Per Giorgio Armani atteggiamenti che procedono per nuance e sfumature e che definiscono uno stile ed un gusto inconfondibile, essenziale di forma e colore che dal nero entra nel mondo carico di energia del rosso corallo e dell’arancio tibet. Briosa, dalle tonalità che vanno dal nero al blu elettrico intersecati da tinte sgargianti come l’arancio e il giallo con un tocco di rosso, verde smeraldo e bianco è la collezione firmata Versace. “Sono una donna del sud, -afferma Donatella Versace- per me i colori sono fondamentali trasferiscono buon umore e ottimismo, per questo non mancano nelle mie collezioni”. Alessandro Dell’Acqua decide invece di dare un nuovo nome alla sua linea, N°21 un numero che in qualche modo si rifà a una cifra (o una data) per lui importante. Abiti per il giorno. Una collezione di “piccoli pezzi” da mischiare a proprio piacere. Uno stile senza fronzoli. Lo stilista siciliano Maurizio Pecoraro va controcorrente. La sua è una sartorialità ridefinita con pizzo di lana, gambe sottili in camoscio strech, gessato iperfemminile, pelliccia superlight. Il tutto infintamente chic. Contorni spigolosi, appuntiti di modelli che generano da accostamenti e rotazioni di forme geometriche per Missoni. Per Luisa Beccaria una collezione dedicata a una donna intensa, passionale e ultra femminile.

missoni

pianura studio

iceberg


tendenze

dress sharing

rent-a-porter

Q

di Mariella Caruso

ual è il sogno ricorrente di ogni fashion addict? E qual è quello di ogni donna sempre in bilico tra l’organizzazione del proprio lavoro e quella della vita domestica? Avere un abito nuovo e pulito da indossare ogni mattina senza preoccuparsi di doverlo lavare e stirare. Un sogno che un’imprenditrice di Brescia, la ‘modellista’ Vittoria Bono, ha pensato di realizzare strizzando l’occhio pure all’ambiente e al portafoglio. Come? Inventandosi il dress sharing, ovvero un guardaroba in condivisione tra più donne che, settimanalmente, possono scegliere tra un vasto assortimento di abiti di diversi stili. Come in uno ‘SHARING’ (o ‘condivisione’ per usare un termine nostrano) qualunque, alla fine della settimana, gli abiti vengono riconsegnati ma senza l’impiccio di doverli lavare e stirare. A questa piccola grande incombenza penseranno gli operatori di eGo, acronimo di “Ecologico.guardaroba.organizzato”. Così si chiama il primo dress sharing italiano. Nato come start-up a Brescia nel 2008, qualche mese fa – dopo il successo tra le signore della ‘Leonessa d’Italia’ – eGo è arrivato anche a Milano, città capitale della moda forte dello slogan ‘Vestirsi è solo un piacere’. Prezzi (quasi) modici che si aggirano sui 120/130 euro al mese più l’iscrizione al servizio, tanti modelli diversi divisi in svariati stili - dal glam al dandy, dal folk al classico, dal casual al romantico, dallo sport al tecnico - per soddisfare le esigenze di buona parte delle donne che così liberano spazi nei propri armadi ed evitano di fare il bucato, almeno per se stesse. La gestione del dress sharing è molto semplice. Si va ad inizio stagione, si provano i capi (che vanno, orientativamente, dalla 40 alla 48) e si scelgono quelli che

andranno a far parte del proprio guardaroba. Ogni settimana si cambia: si riportano gli abiti infilati nella busta della biancheria sporca e si ritira il ‘cambio’ fresco di lavanderia. L’intuizione di Vittoria Bono è arrivata dall’abitudine (difficile trovare qualcuna che non l’abbia mai fatto) delle donne di scambiarsi qualche capo d’abbigliamento. E’ bastato poco, poi, per trasformare questo ‘innocente vizio’ femminile in un business formato esportazione approfittando delle debolezze, degli equilibrismi, dell’attenzione all’ambiente e pure di quel passaggio da una taglia a un’altra (leggasi, per esempio, effetto yo-yo in prossimità della bella stagione) che, prima o poi, tutte le donne sperimentano. La debolezza è quella di volere un guardaroba sempre alla moda, gli equilibrismi sono quelli del tempo da dedicare a shopping, lavo e stiro e, non ultimo, il portafoglio: provate a comprare quattordici capi alla moda per rinnovare il vostro armadio ad ogni cambio di stagione. L’attenzione all’ambiente la spiega la fondatrice di eGo, Vittoria Bono. «Il progetto si pone come l’alternativa al sistema consumistico dell’abbigliamento: il concetto di possesso viene trasformato in utilizzo condiviso dando vita così all’era dell’accesso in cui stiamo vivendo. Il futuro ci chiede di essere più responsabili e sensibili verso noi stessi ed il nostro pianeta, così da costruire per le generazioni presenti e future una società culturalmente attenta alla vita e all’ambiente, una nuova economia fondata sull’ecosostenibilità». Il tutto, a patto naturalmente, che piacciano gli abiti di Vittoria Bono. Che, a fine stagione, vengono venduti in saldo con priorità per le clienti che, magari, portandoli se ne sono innamorate.

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new opening

H&M RADDOPPIA A CATANIA

CT Sephora, 1000 metri quadri di bellezza È il beauty store Sephora più grande d’Europa quello inaugurato lo scorso febbraio a Milano. Un concept innovativo destinato a trasformare per sempre il mondo della Profumeria: design dinamico e dislocazione su tre livelli, dove scoprire migliaia di novità introvabili altrove. Accanto ai grandi classici della cosmetica e alle marche di nicchia esclusive, si possono sperimentare i molteplici servizi dedicati alla bellezza, grazie agli innovativi Beauty Bar, per un immediato up-dating del look o per una consulenza di beauty routine personalizzata.

H&M, il marchio svedese famoso per il suo business concept “moda e qualità al miglior prezzo”, a distanza di un anno l’uno dall’altro ha aperto a Catania due punti vendita in altrettanti centri commerciali. Dopo il “Katané” tocca a “Porte Di Catania”. Quest’ultimo si estende su una superficie di 1.500 mq dove, su un unico piano, si sviluppano le collezioni per tutta la famiglia: capi per tutti i giorni e completi coordinati per la donna, capi casual ed eleganti per l’uomo e una vasta gamma di accessori. Completano le collezioni il reparto intimo, il reparto sport e la cosmetica. Ampio spazio alla moda per i più giovani, dal neonato al BAMBINO, con un’ampia offerta di capi comodi, allegri e realizzati in diversi colori.

pa IN RINASCENTE CELEBRATO IL DENIM

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MI

Negli spazi interni del department store La Rinascente prendono forma le NEW DENIM SPECIES. Un progetto realizzato in collaborazione con un team di studenti dello IED Moda Lab e IED Design di Milano e Venezia con l’obiettivo di individuare nuove tecniche di lavorazione e di utilizzo del denim. Anche a Palermo, teatro della recente apertura di un nuovissimo punto la Rinascente, in mostra le sculture dello IED e le creazioni di TV BOY, artista e professore di direzione artistica e illustratore all’IDEP di Barcellona, arrivato in persona nel capoluogo siciliano.


new opening

EVENTO DEBORAH PER IL NUOVO PUNTO VENDITA LA GARDENIA Centro Commerciale “Le Porte di Catania”

La Gardenia festeggia la nascita del nuovo punto vendita presso il più grande centro commerciale della Sicilia “Le Porte di Catania”. Anche Deborah, uno dei marchi presenti nelle profumerie La Gardenia, ha pensato alle partecipanti attraverso omaggi esclusivi e sedute personalizzate di manicure. Testimonial d’eccezione, Miss Deborah 2009 Mirella Sessa, seconda classificata a Miss Italia, che si è concessa simpaticamente alla folla rilasciando autografi e facendosi fotografare insieme alle clienti. Il punto vendita si propone come un vero e proprio “atelier di bellezza” che intende offrire alle proprie clienti un vasto assortimento di prodotti e la presenza costante dei maggiori marchi internazionali, un punto di riferimento per le donne che desiderano essere al passo con i trend e le innovazioni proposte dal mondo della moda.

CT UNA, lifestyle hotel

Si definiscono “personality hotel”, sono strutture dotate di un loro inconfondibile carattere, una identità fuori schema per viaggiatori del mondo alla ricerca di emozioni, atmosfere elettriche e ambientazioni uniche. è la dimensione degli hotel boutique, un mix di hitech internazionale e atmosfere legate alla millenaria cultura del territorio per far vivere esperienze multisensoriali in una dimensione architettonica di rottura impeccabilmente chic. UNA Hotel One è il progetto di una società che si muove in ambito immobiliare amministrata da Annibale Linguanti, un eclettico manager italo americano che parte da Siracusa per lanciare un nuovo concept dell’industria alberghiera. Gli spazi del One sono segmentati in 5 aree di business ognuna delle quali rappresenta un mondo. Hotel, Active, Dream, Clinical Beauty, lounge bar/ restaurant. Design audace in atmosfera vitale e cosmopolita. 1000 mq di benessere a 360° su complessive 44 camere di albergo incluse 2 junior suite. Nella bella stagione SKY ROOF è lo spazio open air degli aperitivi show coking più cool della città. Per tutti gli ospiti, ormai, un saluto che è un must: “Benvenuti nel nostro mondo” .

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scatti

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Guindani, fotografo Nikon Professional Service, è l’autore del volume edito da Electa, pensato per finanziare “Francisville – la città dei Mestieri” progetto della Fondazione Francesca Rava – N.P.H. Italia Onlus. Alla luce della terribile tragedia del 12 di gennaio scorso, parte dei proventi di questo progetto editoriale andrà pure alla Onlus per la ricostruzione di Haiti.


scatti

Stefano Guindani

“quei sorrisi poveri di haiti”

I

l progetto è frutto di un approfondito lavoro fotografico dedicato ai bambini di Haiti ed è il risultato di una serie di viaggi compiuti da Stefano Guindani prima che il terremoto devastasse il paese, già povero. Una serie di scatti, raccolti in un libro i cui proventi saranno devoluti in beneficenza. I testi sono delle siciliana Francesca Adamo e di Claudio Marra. “Il libro è nato tra dicembre 2008 e novembre 2009 –racconta Guindani- . Per realizzarlo sono andato ad Haiti ben sette volte. Ho fotografato la speranza di questa gente, espressa attraverso i sorrisi di persone che, nonostante le condizioni precarie in cui vivono, riescono a gioire della vita”. - Stefano, hai ritratto il volto povero del paese quando il devastante terremoto non c’era ancora stato. Adesso le condizioni sono peggiorate. Basterà la mobilitazione mondiale di quest’ultimo periodo per dare un aiuto a questa gente? “Credo che la mobilitazione sia l’unico aspetto positivo di questo disastro. Finalmente qualcuno si è accorto di Haiti ed ha capito che è uno dei posti peggiori al mondo dove si possa vivere. L’Italia si sta adoperando tantissimo per gli aiuti, con concretezza anche nella quotidianità: basti pensare che al momento l’unico ospedale pediatrico (peraltro unico in tutti i Caraibi) rimasto in piedi è proprio quello italiano, a Pourt au Prince, costruito dalla Fondazione Francesca Rava”. - Sei tornato ad Haiti di recente? Ci ritornerai? “Sono stato ad Haiti sino allo scorso novembre perché volevo seguire i riti woo-doo per il giorno dei morti, riti che mi hanno permesso di fotografare. Ora non so quando vi ritornerò, l’unica certezza è che voglio tornarci per ritrarre la rinascita e non la tragedia”. - C’è un momento, una storia, un aneddoto oppure un’emozione rimasta indelebile in questa esperienza che hai vissuto tra la gente di Haiti? “La prima volta che andai ad Haiti ho dormito in un ospedale pediatrico. Fu proprio lì che conobbi Anglad, un bambino con il volto deturpato da una massa

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scatti

sotto l’occhio e che fino ad allora era stato ricoverato nel reparto di oncologia. Era diventato la nostra mascotte, la sera stava sempre con noi. Vedendo le condizioni di quel bambino, decisi di parlare con il direttore generale dell’ospedale di Haiti, Roberto Dell’Amico, primario di pediatria a Pordenone, insistendo e convincendolo ad operare in Italia Anglad. Ebbene, il bambino è stato operato in Italia, dove è rimasto per quattro mesi, e si è scoperto che fortunatamente non si trattava di un tumore. Il suo viso è stato quasi totalmente ricostruito ed oggi conduce una vita normale. E’ una storia che mi commuove, sento di aver contributo attivamente a questa causa anche se la Fondazione ha provveduto ad affrontare tutte le spese. Io ho pure adottato a distanza un bambino disabile che riesce a ballare sulla carrozzella e ogni volta che vado a trovarlo mi trasmette una tale voglia di vivere davvero contagiosa”.

“In nessun paese dell’emisfero occidentale i bambini, già prima dei recenti drammatici eventi, correvano più rischi di morire durante la prima infanzia di quelli nati ad Haiti: nelle aree rurali non hanno accesso nemmeno ai servizi basilari, spesso il centro sanitario o la fonte d’acqua più vicini – oggi neppure accessibili – distano ore”.

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lei

Nina Zilli

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ll’anagrafe è Maria Chiara Fraschetta, il nome d’arte è Nina Zilli. Ha entusiasmato a Sanremo aggiudicandosi il Premio della critica Mia Martini, il Premio Sala Stampa RadioTV e il premio Assomusica per la migliore esibizione live tra gli artisti in gara nella sezione giovani con il brano “L’uomo che amava le donne” di cui è co-autore il catanese Pippo Rinaldi, alias Kaballà: “Lavorare con Pippo è fantastico. L’idea del brano che ho presentato a Sanremo è nata facendo zapping alla tv, un giorno in cui trasmettevano il film “L’uomo che amava le donne”, che a me piace tantissimo. E’ partita così, dato che le coincidenze non sono mai casuali, la stesura della canzone. Ma prima di registrare e con gli arrangiamenti già pronti ho avuto qualche remora e ho deciso di affidarmi ad un grande maestro come Kaballà. Abbiamo rivisitato il brano in un’ora!” - Sarà questa frequentazione di siciliani che ha contaminato qua e là il tuo modo di parlare, tra il serio e il faceto? “Qualcuno ha scritto su internet che ho origini catanesi. La cosa mi inorgoglisce, ma non è così, sono piacentina. Il motivo per cui intercalo spesso incisi in dialetto siciliano è perché ho tanti amici in Sicilia. E

poi gli accenti mi divertono moltissimo, specie interpretarli”. - E questo nome d’arte, Nina Zilli? “Zilli è il cognome dei miei nonni e siccome sono cresciuta nel loro paesino sin da bambina per tutti ero una Zilli e non una Fraschetta. Persino mio padre lì è sempre stato uno Zilli! Il nome Nina invece l’ho adottato perché ho sempre ammirato la mitica Nina Simone, un’artista jazz strepitosa”. - Un meticoloso lavoro di ricerca alla base della tua formazione musicale… “Il mio amore per la musica è scoppiato in tenera età. La scuola lirica appartiene al passato. Nel tempo ho cambiato i gusti, prediligendo lo stile musicale anni ’50-’60, sia italiana, sia americana, sia jamaicana”. - Un altro singolo, a parte quello presentato a Sanremo, è “50 mila”, scelto per la colonna sonora del film “Mine Vaganti”. Ma al cinema pensi di approdare un giorno pure come attrice? “Amo tantissimo il cinema e mentre guardo gli attori non smetto mai di pensare quanto sia difficile recitare. Io oggi non sarei in grado di coprire un ruolo, ma se qualcuno me lo proponesse accetterei solo a condizione di avere prima il tempo di frequentare una scuola specifica e prepararmi adeguatamente”.

“L’exploit di Sanremo non ha cambiato la mia vita, se non che ho tantissimi impegni in più rispetto a prima. Sono molto felice perché mi sento fortunata di aver potuto realizzare il mio sogno, dato che nella vita non sempre fare delle scelte e seguire la propria strada è possibile per tutti”.

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lui

Note d’Autore Kaballà

è

tra gli autori più apprezzati del panorama musicale nazionale, Pippo Rinaldi, in arte Kaballà, catanese doc trapiantato a Milano. L’ultimo successo lo ha firmato per Nina Zilli, rivelazione dell’ultimo Sanremo: “Il Premio della critica lo avevo già ricevuto pure qualche anno fa con il brano “Crudele” cantato a Sanremo da Mario Venuti -racconta-. è un premio assai ambito dagli artisti. Ma mi preme sottolineare che il brano “L’uomo che amava le donne” ha sfiorato il primo posto ufficiale tra le nuove proposte. Ma in tv ormai dettano legge i talent show, che determinano poi le scelte”. - Un’accusa al televoto, inadatto per una kermesse come Sanremo? “Il sistema della giuria popolare è un business, difficilmente poi corrisponde al vero successo discografico. Per Sanremo in realtà sarebbe opportuno affidar-

si prevalentemente ad una giuria tecnica, altrimenti la rassegna canora rischia di uniformarsi alle regole dei talent show”. - Kaballà è una firma ormai conclamata, in calce ai brani di interpreti di successo… “In questo periodo sono abbastanza oberato di lavoro. Le case discografiche mi cercano e questo mi lusinga non poco. Dovrei avere la forza ed il coraggio di fermarmi un po’ e trovare così il tempo per portare avanti un mio progetto che mi vedrà impegnato in prima persona pure sulla scena e che avrei già pronto”. - Qualcosa magari che vedremo in Sicilia in anteprima? “In Sicilia torno spesso e ce l’ho nel cuore. Tanto che nel frattempo continuo a portare in giro il mio spettacolo denominato “viaggio immaginario nella Sicilia della memoria” ”.

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“The Event is back�

interni

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Photo (www.cosmit.it) Saverio Lombardi Vallauri - Luciano Pascali - Alessandro Russotti - Dario Fumagalli - Carola Merello


design

L

a magica atmosfera di festa legata al Salone del Mobile di Milano si vive dentro e fuori il centro fieristico di Rho. ‘The event is back’. E’ la parola d’ordine, nel capoluogo meneghino, condivisa dagli operatori del settore e da chi sposa generalmente il design, vedi stilisti e boutique. Nelle vie del centro è tutto un susseguirsi di happening, party e cocktail. Mentre la Fiera, dov’è boom di presenze, sancisce il trionfo della creatività. I designers con lungimiranza guardano al futuro e segnano le nuove tendenze dell’arredamento. Che sia il lifestyle del bagno o la novità da cucina poco importa. Va bene osservare tutto, l’outdoor e l’interno.

Salta agli occhi la polifunzionalità dei mobili, sempre più spesso trasformabili e adattabili in diversi ambienti: poltrone a soffietto che diventano letti, tavolini che diventano sgabelli, tavoli che si aprono, si alzano, si allergano e si abbassano. Pezzi d’arredo e di design da sfruttare in casa, in giardino, in terrazza e in balcone. Non è solo una tendenza invece il ricorso ad arredi eco-compatibili. La spagnola Agatha Ruiz de la Prada ha personalizzato, ad esempio, alcuni pezzi con i suoi motivi preferiti attraverso un sistema di stampa ecologica diretta sul materiale che permette di “vestire” ogni elemento d’arredo con una grafica di volta in volta differente. Vanno invece a braccetto tecnologia & innovazione con il ricorso a materiali ultraresistenti che si prestano ad essere modellati nelle fogge più diverse, totalmente “al servizio” della creatività e dei capricci dei designer. Nel bagno, luogo più intimo della casa, la tecnologia tocca le cabine doccia, idromassaggi e impianti sauna. Cura dei particolari, inoltre, per la porcellana sanitaria, i radiatori, i rivestimenti, la rubinetteria sanitaria, le vasche. Da Eurocucina scaturisce invece la variegata proposta di idee di qualità, dalle cucine

in laminato plastico a quelle in legno, metallo, muratura e laccate, oltre ai vari complementi d’arredo. Un comparto, quello delle cucine, che ha resistito meglio alla crisi del 2009, e perciò spunto di una valutazione di ROSARIO MESSINA (nella foto), presidente di Federlegno-Arredo e patron della Flou: “Il settore del mobile, come altri, ha dovuto affrontare una bufera che non esito a definire grave. –dichiara-. Non è confortante che il Governo abbia fatto poco per sostenere le imprese del nostro settore, che hanno dimostrato grande senso di responsabilità se pensiamo che alcuni imprenditori hanno intaccato il patrimonio personale per evitare che la crisi ricadesse sui lavoratori. Le mie esternazioni sulla delusione che gli incentivi governativi siano stati dati solo alle cucine (pur comparto importante del made in Italy) lasciando scoperto il resto del settore, che però costituisce il 90%, era un risentimento non frenabile in risposta al durissimo attacco manifestato da gran parte dei 2.500 imprenditori Federlegno-Arredo. Mi auguro che il miglioramento sia della situazione del debito corrente che di alcuni indici attestanti la ridotta gravità del debito pubblico inducano il Governo a cogliere l’opportunità di allargare, sia pure per un periodo limitato, gli incentivi di “rottamazione” all’intero settore del mobile-arredo, da sostenere a tutto campo per evitare la perdita di tanti posti di lavoro”.

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ph. A. Carbone - uva di Solicchiata (Marranzano)

cinquesensi


cinquesensi

Effluvio di

BACCO

Il vino rosso siciliano si abbina bene al pesce azzurro del Mediterraneo! Lo hanno stabilito gli enologi dell’Istituto regionale della Vite e del Vino al Vinitaly 2010. Hanno assaggiato alcuni tra i migliori rossi isolani ritenuti adeguati per essere accostati ad un piatto a base di pesce (tradizionalmente legato al “bianco”) e li hanno selezionati. Crolla così un caposaldo, ma in compenso la novità stuzzica nuovi appetiti… A Verona, per la kermesse che ogni anno richiama intenditori da tutto il mondo, presenti 260 aziende vitivinicole siciliane pronte ad offrire degustazioni ideali per meglio gradire le peculiarità del singolo prodotto. Ogni bottiglia è diversa dall’altra per vocazione territoriale. La Sicilia, ancora una volta, anziché un’isola, sembra un continente. Vini dell’Etna, vini dei Nebrodi, vini del siracusano, vini del trapanese, vini eoliani, vini panteschi. A rendere omaggio allo stand siciliano a Verona, tra gli altri, anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che nell’arcipelago eoliano, a Stromboli, è solito trascorrere le proprie vacanze. Quindi conoscitore della qualità. Per l’assessore regionale all’Agricoltura, Titti Bufardeci “il vino è la sintesi perfetta delle eccellenze siciliane”. L’idea è istituire un marchio unico denominato semplicemente ‘SICILIA’. Un brand che identifica subito l’Isola e si trasforma in veicolo di promozione attraverso il circuito di Bacco, tour enoturistico che l’assessore regionale al Turismo Nino Strano mira ad inserire nella mappa del Mito.

*** Altro traguardo importante conquistato dalla Sicilia del vino di qualità è il Concorso Mondiale di Bruxelles organizzato quest’anno in aprile a Palermo. Per Leonardo Agueci, presidente dell’Istituto della Vite e del Vino della Regione Siciliana, “è il segno di una maturità raggiunta e riconosciuta alla Sicilia enologica, occasione che consente ai produttori d’ec-

cellenza isolani di aggiornare il patrimonio di relazioni e di conoscenze che questo Concorso porta in dote alla nazione ospitante”. Tra gli appuntamenti nel catanese, da segnare invece in agenda il 3° Congresso Mondiale di Viticoltura di Montagna in programma a Castiglione di Sicilia dal 13 al 15 maggio 2010 e l’iniziativa “ Grappoli di Notte” prevista a Piedimonte Etneo.

*** Gustare il vino, sì, ma con la dovuta moderazione. Per apprezzare meglio il piacere del bere di qualità. Norme comportamentali spiegate nel progetto sperimentale della Provincia regionale di Catania ‘Wine in Moderation’, rivolto ai giovani. L’intento è diffondere la cultura dell’autocontrollo come atteggiamento “cool”. Spiega il presidente Giuseppe Castiglione: “L’educazione a un rapporto corretto nei confronti di cibo e bevande alcoliche rappresenta un’azione di prevenzione primaria. Il nostro obiettivo e’ quello di promuovere una condotta consapevole nell’assunzione di cibo e bevande, favorendo la cultura del consumo responsabile come norma sociale, prevenendo quindi i comportamenti eccessivi e i rischi ad essi collegati”.

*** “HAPPY HOUR WINECODE: VINI DI SICILIA A PORTATA DI CELLULARE”: non è solo una questione di

moda, bensì un modo moderno scelto dalle cantine siciliane per consentire al degustatore una sorta di viaggio virtuale nel vigneto d’origine ancor prima che stappi la bottiglia. Con il sistema di mobile coding WINECODE dedicato al mondo dell’enologia, provenienza e curiosità sono accessibili ovunque e in qualsiasi momento tramite il telefonino. L’utilizzo è semplice, basta avere un telefono di nuova generazione dotato di fotocamera. Tramite un software gratuito, scaricabile dal sito www.winecode.it, è sufficiente inquadrare il codice che si trova sulla bottiglia per poter sapere immediatamente tutto su quel vino!

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istituzioni

“PUNTARE SUL MADE IN ITALY” “C

redo che la formazione, la qualità e la creatività siano gli elementi che stabiliscono il destino del made in Italy che all’estero viene sempre apprezzato come prodotto di alta qualità”. Il viceministro allo Sviluppo Economico Adolfo Urso (nella foto) è perentorio quando insiste sulla potenziale forza propulsiva del Made in Italy, etichetta in grado di sbaragliare la concorrenza su ogni campo a tutto vantaggio delle imprese nazionali, specie se medie o piccole. - Ritiene che l’etichettatura obbligatoria dei prodotti creati nella Unione Europea, e in particolar modo in Italia, sia davvero uno strumento efficace per contrastare la contraffazione senza essere sopraffatto dalla concorrenza a basso prezzo? “E’ sicuramente uno strumento importante per combattere la concorrenza sleale di coloro che vogliono far credere che i loro prodotti siano realizzati in Italia, invece sono fabbricati in Cina o in India Così si confonde solo il consumatore del principale mercato che per noi è l’Unione Europea. Lo strumento può essere decisivo per contrastare il dilagare della falsificazione, anche se bisogna agire congiuntamente sul piano internazionale affinchè si costringano i paesi d’origine dei contraffattori a rispettare le regole degli altri mercati”. - La moda è simbolo del Made in Italy: il Sud si affaccia ad un mercato interessante con l’apertura dell’area di libero scambio. Creare una vetrina della moda sul Mediterraneo in Sicilia, isola che sta al centro, può rappresentare una

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risorsa economica per incrementare turismo di lusso ed interesse di investimenti, magari facendo l’occhiolino all’Arabia Saudita? “Certamente. Ci sono ormai degli stilisti affermati pure in Sicilia, ma è difficile realizzare un’industria della moda in una realtà che comunque non ha una grande tradizione in questo campo rispetto ad altre aree del paese. Se, però, si dovessero trovare delle sinergie tra gli stilisti, i produttori di abbigliamento e di tessile, le strutture fieristiche che esistono nell’isola per realizzare una vetrina della moda in Sicilia che si affacci sul Mediterraneo, ebbene avrà sicuramente un nostro supporto. Ma deve abbracciare pure l’intera area del Medio Oriente e del Golfo Persico che, come sostengo da tempo, sarà l’area più importante di sviluppo del made in Italy nei prossimi anni” - Lei è ottimista su una ripresa del comparto moda: lo ha detto a Milano, poco prima della settimana della Moda, ed ha incoraggiato gli imprenditori di settore a puntare sulla creatività per risorgere. Basterà? “La creatività è un valore aggiunto soprattutto per la qualità italiana. Il Polimoda di Firenze, dove sono stato di recente, ad esempio, è una grande realtà che da 25 anni forma i migliori stilisti, tecnici e designer della moda italiana ed internazionale. Per uscire dalla crisi è comunque necessario percorrere la strada delle riforme, sia istituzionali che sociali, ma soprattutto economiche (cioè relative al fisco) perché è importante ridurre i costi fiscali che gravano sul mondo del lavoro”


istituzioni

“Invito nell’isola del MITO” “È

la seconda volta che ricopro il ruolo di assessore regionale al Turismo, in Sicilia. La prima volta fu alla fine degli anni novanta, periodo in cui il trend nazionale ci offriva grandi opportunità. Oggi siamo in un periodo di forte recessione ed il TURISMO, considerato purtroppo uno dei rami velleitari dell’economia in quanto destinato ad una soddisfazione quasi ludica, sta subendo una forte contrazione. I dati dell’ultimo trimestre del 2009 e l’inizio del 2010, tuttavia, lasciano ben sperare. Dobbiamo saper sfruttare il nostro brand che è unico al mondo, proponendolo con grande senso di ospitalità”. NINO STRANO (nella foto), tornato da meno di un anno in assessorato, a Palermo, punta molto sull’immagine della Sicilia. In Germania, durante la recente ITB di Berlino (la principale fiera di settore nel mondo), ha presentato, accompagnato tra gli altri da Matteo Marzotto, presidente dell’Enit, la prima carta turistica di Palermo ‘Addiopizzo Travel’, in versione tedesca dopo quella in inglese, coorganizzata dall’associazione Addio Pizzo e patrocinata dall’Ambasciata tedesca in Italia. “Vogliamo aggiungere una nuova perla al tradizionale appeal dell’Isola e così PROMUOVIAMO LA SICUREZZA DEL TURISTA. E’ un’iniziativa concreta per dare un’immagine reale della Sicilia, quella di una societa’ civile libera che lotta contro la criminalita’ organizzata e il malaffare. L’educazione ed il senso civico sono essenziali. Non basta che solo gli addetti al settore siano preparati nell’accogliere il turista, ma devono esserlo anche il barista, il taxista, il posteggiatore e così via”. - I posti letto ormai non mancano, ma bisogna ade-

guare anche la politica dei prezzi… “Una terra come la Sicilia deve puntare pure sul turismo d’elite. La Sicilia oggi conta ben 120 mila posti letto, oltre quelli non qualificati, che ci pongono tra le prime regioni d’Italia, e siamo collocati al secondo posto per ciò che riguarda porti turistici, campi da golf, aereoporti…” - Da Berlino a Milano. Nelle principali borse del Turismo è stato presentato il ‘MITO IN UN’ISOLA DI LUCE’. “E’ un vero fiore all’occhiello il ritorno del “Circuito del mito”, una serie di eventi, spettacoli e mostre legate tra di loro dal binomio turismo-cultura. Manifestazioni che sfruttano l’appeal internazionale del sacro e della bellezza artistica dei luoghi piu’ suggestivi dell’isola: dai teatri antichi alle cattedrali o persino un cratere spento dell’Etna, location che saranno scenario di spettacoli concertistici e teatrali, congressi e mostre d’arte visiva di grande richiamo turistico. Una novità, quest’anno, sarà la Tosca al teatro antico di Siracusa a fine giugno”. - CULTURA, ENOGASTRONOMIA E CINEMA sono comparti che si muovono in sinergia per la nuova politica di programmazione turistica. Ma ci sono anche lo SPORT E LA MODA… “Lo sport è talmente importante che non vorrei venisse messo in minoranza rispetto ad altri settori. Quest’anno non abbiamo in programma soltanto i mondiali di scherma ma anche quelli di pallavolo. Ritornerà il Giro d’Italia e poi si terrà nel mese di ottobre un open di golf a livello mondiale con i primi 150 giocatori del mondo. Eventi clou, cruciali per la promozione del territorio. Altro intento è puntare sulla moda ad alti livelli, elemento su cui voglio scommettere, settore che oggi vede tantissimi siciliani emergere”.

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la cartolina

la Piramide

sui Nebrodi

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photo Gae Gagliano


38° PARALLELO

LOCATION

L

a PIRAMIDE - 38° PARALLELO è l’ultima opera (in ordine di tempo) che arricchisce Fiumara d’arte, il parco scultoreo più grande d’Europa e che sorge in Sicilia, nei pressi di Tusa. La maestosa scultura è stata realizzata dall’artista Mauro Staccioli, su idea di Antonio Presti (nella foto), anima e cuore pulsante di questa culla dell’arte. Denominata “38° Parallelo” per la sua collocazione su un’altura nel territorio di Motta d’Affermo (in provincia di Messina), stesso parallelo sul quale, nell’altro emisfero, passa il confine tra Corea del Nord e Corea del Sud, quasi a voler riequilibrare la tensione conflittuale di un luogo con la sacralità dell’Arte. L’inaugurazione, il 21 marzo 2010, giorno dell’equinozio di primavera, scelta simbolica quanto evocativa per quel che la Piramide rappresenta: le ore di luce e di buio sono uguali, metafora del delicato equilibrio di forze opposte e contrarie. Il significato di questa opera è infatti la perfetta sintesi dell’universale, di coesistenza degli opposti. “Il TRIANGOLO è l’immagine a tre punte di cui immagino che i vertici siano Arte, Religione e Filosofia. E’ la Sicilia”. – afferma Staccioli - “Mi interessava creare un luogo al tempo stesso universale e particolare dove l’uomo potesse soffermarsi a pensare per riflettere sul senso dell’esistenza: quesito senza risposta, forse, ma tangibile, un luogo laico di riflessione sull’essere e lo stare nel mondo di oggi”. L’artista recupera due forze opposte: l’orizzontalità attraverso la spirale -che segna il ciclo vita/morte- e la verticalità dell’asse cielo/terra che nascendo dal centro della spirale, si ricongiunge al vertice della Piramide. Una sintesi perfetta tra l’immanenza e la trascendenza. E ammonisce la coscienza degli uomini: “La nostra

società ha smarrito ogni senso di bellezza, di dignità – sottolinea Antonio Presti – E non mi sembra casuale che in questo momento riaffiorino, come incubi della storia, i conflitti, le ingiustizie, gli scontri razziali. Quando il Potere sceglie come suo valore la mediocrità, è incapace di progettare il Futuro, trascinando verso il basso la società del proprio tempo, consegnandola inesorabilmente a uno stato di implosione emozionale”. Due anni e mezzo di lavoro per edificare quest’imponente struttura alta 30 metri, realizzata con centinaia di lastre, costruita in acciaio corten, uno speciale materiale che a contatto con l’aria si ossida e assume un colore bruno intenso. Al tramonto i raggi del sole calante accendono di rosso l’acciaio bruno e la luce penetra all’interno della scultura attraverso un taglio sullo spigolo orientato a Nord-Ovest, in direzione di Cefalù. Al crepuscolo la Piramide rende la sua funzione di “eremo laico che invita l’Uomo al risveglio della Coscienza”. L’opera ha un suo movimento interiore e “parla” poichè le giunture d’acciaio, rese incandescenti dall’esposizione al sole, risuonano quando la temperatura del metallo si abbassa, restituendo quelle che PRESTI ama definire “sonorità cosmiche, vibrazioni di Conoscenza”. La struttura è un tetraedro cavo. Il centro si completa con delle antiche pietre “ferrose”, corrose dal mare prima che le acque si ritirassero dall’altura, ritrovate durante gli scavi di sbancamento e ricomposte per la realizzazione della spirale all’interno dell’opera. La Piramide è quindi come nutrita dalla stessa terra rossa e ferrigna su cui sorge ed esprime al suo interno la ricerca e il raggiungimento di un equilibrio. La Piramide guarda il mare e le isole Eolie, sullo sfondo gli scavi archeologici dell’antica città di Halaesa. Sarà accessibile all’interno solo il 21 giugno di ogni anno, in coincidenza con il solstizio d’estate. Ancora una volta una scelta simbolica: il 21 giugno è infatti il giorno più lungo dell’anno e le ore di luce superano quelle del buio. Chi parteciperà annualmente al rito della Piramide sceglierà sempre il trionfo della luce.

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economy

una banca

per lo sviluppo

“Le difficoltà per una giovane banca territoriale sono soprattutto di carattere operativo, per il giusto rapporto che l’istituto e gli uomini che lo gestiscono debbono instaurare proprio con il contesto in cui operano”. FABIO SCACCIA (nella foto), imprenditore catanese del settore farmaceutico già presidente provinciale di Confindustria ed oggi presidente della neonata Banca Sviluppo Etneo, racconta com’è nata l’idea: “L’idea è maturata nel 2006. Ricordo che quando mi chiesero di tuffarmi in questa avventura, pur difficilissima, non esitai ad accettare. Il comitato promotore era presieduto dal dottor Francesco De Simone, che oggi è il direttore generale della banca. Oggi reputo la costituzione della Banca Sviluppo Economico un grande risultato per la città e sicuramente si tratta di una delle più belle realtà sorte a Catania in un momento tanto complesso per la nostra regione”. - Quest’istituto di credito è stato creato a distanza di tanti anni dalla fondazione di una banca tutta siciliana. Un passo coraggioso… “Senza dubbio. In molti erano scettici, proprio perché la Banca d’Italia da oltre un trentennio non autorizzava l’apertura di una banca S.p.A. siciliana. Ebbene, l’autorizzazione è arrivata e ne siamo rimasti entusiasti. Il comitato promotore lavorava al progetto già da due anni, il percorso è stato lento ma ci siamo riusciti!” - Un primo sportello a Catania, un secondo a Misterbianco. Quale la prossima apertura? “Dopo Catania, avremmo dovuto aprire a Modica, ma alla fine abbiamo optato per Misterbianco perché intanto vogliamo radicarci nella provincia etnea. Ovviamente il nostro obiettivo è quello di diventare una banca regionale, per cui presto copriremo altre provincie. Gli utenti sono contenti, ci danno fiducia (tant’è che già al primo anno abbiamo raccolto oltre 30 milioni di euro) e siamo persino presenti alla Camera di Commercio di Catania, dove disponiamo di uno sportello all’interno della tesoreria”. - A quali richieste vuole rispondere questo istituto bancario? Chi è il potenziale cliente? “La nostra è una banca ordinaria che si rivolge a tutti, dal grande imprenditore all’artigiano, puntando mol-

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tissimo sui giovani. La peculiarità di questa banca è che ha, per lo più, capitali della provincia etnea. Il nostro obiettivo è rappresentare un sistema quanto più vicino al territorio cercando di assisterlo per aiutarlo a crescere. Ricordiamoci infatti che molte regioni del nord Italia sono cresciute proprio grazie alle banche territoriali” - E Banca Sviluppo Economico cosa offre di più rispetto agli altri istituti bancari? “Il nostro cliente trova innanzitutto degli interlocutori con cui instaurare un rapporto di fidelizzazione, cosa che purtroppo nelle grandi banche non avviene più poiché le fusioni societarie comportano freuqenti cambiamenti anche nell’ambito del personale. Ciò garantisce assistenza e di conseguenza maggiori chance di risoluzione dei problemi”. - La crisi attanaglia il Sud: le piccole e medie imprese rischiano di chiudere se non hanno credito. Si è detto che questo periodo può fungere da selezione naturale per segnare la strada solo alle aziende che hanno prospettive di crescita. Non è un gioco al massacro? “Si, purtroppo è vero. Nel territorio siciliano, ad esempio, operano in buona parte piccole aziende che contano una media di 10-12 dipendenti. Già le medie e grandi hanno grosse difficoltà, le piccole quindi hanno assoluto bisogno di essere sostenute per non essere fagocitate dalla crisi”.


cultura

Alfio Puglisi Cosentino

“PALAZZO VALLE, cornice del bello”

U

n palazzo del Settecento, opera di Giovan Battista Vaccarini, nel cuore di Catania, in via Vittorio Emanuele, a pochi passi da piazza Duomo. Un’antica dimora sopravvissuta a terremoti, guerra e incuria, per anni abbandonata a se stessa e risorta grazie all’impegno di un imprenditore catanese, Alfio Puglisi Cosentino (nella foto a destra), amante dell’arte, che l’ha restaurata e trasformata in museo. Palazzo Valle (nella foto in basso) oggi è un gioiello tornato a risplendere ed è sede della Fondazione Puglisi Cosentino. Ultimamente ha ospitato uno degli eventi culturali di maggior successo, la cui eco è risuonata a livello internazionale, la mostra d’arte contemporanea di due maestri del novecento artistico, Burri e Fontana. “è vera arte – commenta compiaciuto il mecenatee le opere dei grandi maestri stanno bene ovunque. Burri e Fontana sono tra le massime espressioni dell’arte contemporanea e per la prima volta sono stati messi a confronto all’interno di uno stesso spazio. Ci vuole tempo a capire l’astratto che li caratterizza per chi si affaccia all’arte moderna, ma il risultato ripaga l’impegno”. - Un contesto barocco come Palazzo Valle che apre le porte all’arte moderna. Come si sposa il classico con l’arte moderna degli artisti del XX e del XXI secolo? “Ritengo che l’arte contemporanea in un contesto classico si possa maggiormente esaltare, per cui il connubio è decisamente vicente”.

- Palazzo Valle è diventato la casa dell’arte a Catania. Una scommessa già vinta dalla Fondazione o c’è ancora tanto da lavorare per far innamorare questa città dell’arte? “La Fondazione ha degli scopi che vanno ben oltre il recupero di un bene immobile cui è stata data nuova vita come Palazzo Valle. Le mostre di Burri e Fontana sono chiaramente espressione dell’indirizzo che è stato dato alla Fondazione, ma ne seguiranno altre altrettanto prestigiose”. - Per un imprenditore diventare mecenate dell’arte nella propria città cosa comporta? “Applicare gli stessi principi dell’imprenditore nell’arte, cioè gestire in modo corretto e oculato nella fattispecie il bene sociale, prendere le dovute decisioni quando necessario”. - Accetterebbe l’incarico di Sovrintendente del Teatro Massimo Bellini? “No, non accetterei perché l’opera musicale non è nel mio dna e poi… ho già cosi tante cose da fare!” - Si è creata una sinergia tra la Fondazione Puglisi Cosentino e il Museo Riso di Palermo… “Questa iniziativa è stata fortunatamente voluta da Renato Quaglia che segue, insieme ad Antonella Morelli, le attività di Museo Riso. Per il progetto «Le Città del Mediterraneo» è previsto, per giugno, l’arrivo a Palermo e Catania delle biennali di arte giovani di Atene, Istanbul e Marrakech, che proseguirà poi nel 2011. Il Museo Riso ospiterà una sezione della Biennale marocchina e la Fondazione Puglisi Cosentino di Catania le Biennali di Istanbul ed Atene. Offriremo ai siciliani una vasta creatività di mostre che stanno tra il moderno ed il contemporaneo”.

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a cura di Gaetana Gagliano

Catania

Arte Contemporanea di Rosanna Musumeci

La galleria è stata fondata nel 1999 a Catania. Fin dall’inizio l’attività è stata dedicata all’esplorazione di forme sperimentali di ricerca nelle arti visive, tra fotografia, video, performance e net-art. Nel realizzare i progetti è sempre prevalsa la volontà di rottura rispetto a valori acquisiti e tradizioni, privilegiando piuttosto l’innovazione e la sperimentazione. Questo orientamento si è sviluppato attraverso una programmazione in grado di uscire dagli schemi classici, rivolgendo una particolare attenzione alla visione curatoriale e proponendo, tra l’altro, serie considerevolmente lunghe di rassegne in galleria e altrove. Molti dei più interessanti giovani artisti siciliani, con una proiezione internazionale, sono passati dalla galleria arte contemporanea. Adesso ha aperto una nuova sede a Bruxelles, e la sede catanese si è spostata nella sua casa-galleria.

Bocs (via Grimaldi 150)

BOCS, box of contemporary space, è uno spazio esterno al circuito espositivo tradizionale. è il primo “artist run space” a Catania, ufficialmente costituito. Un contenitore “crudo” e versatile, dove al suo interno le produzioni artistiche interagiscono a 360°. BOCS è infatti uno spazio gestito da artisti, lasciato allo stato grezzo dal punto di vista architettonico ma ricco da un punto di vista progettuale di enormi potenzialità. Lo spazio cresce e si modifica grazie alle collaborazioni, agli interventi e alle sperimentazioni dei vari artisti che, di volta in volta, verranno ospitati in residenza o che presenteranno un loro progetto. BOCS vuole essere una risposta alla carenza di spazi destinati agli artisti emergenti, ampliando il raggio d’azione locale verso l’estero puntando così ad un proficuo scambio culturale. Lo spazio espositivo è situato all’interno dello storico quartiere portuale di Catania che si sta lentamente riqualificando anche grazie alla nascita di diverse realtà legate al mondo dell’arte contemporanea. Fino al 15 maggio 2010: Veronica Tanzi, residenza

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Gate21 (via Oliveto Scammacca, 21c)

GATE21 è un’associazione culturale fondata da un gruppo di artisti siciliani con l’intenzione, rimanendo nei loro luoghi di origine, di affermare la propria presenza sul panorama artistico contemporaneo. Una voce concreta e strutturata, polo di convergenza delle energie dispiegate sul territorio, che eviti lo spostamento fisico delle persone per favorire la migrazione di opere e di idee. Ha ospitato una rassegna di video arte ‘VIDEO SICILIA’ curata da Renato Bianchini.


cultura Castello Ursino

Sede del museo civico, ha più volte ospitato eventi di arte contemporanea.

Fondazione Puglisi Cosentino a Palazzo Valle (via V.Emanuele, 120) Sede di prestigiose esposizioni temporanee, l’accesso alla Fondazione Puglisi Cosentino avviene attraverso il maestoso portone che si apre su via Vittorio Emanuele, nel centro storico di Catania. L’atrio accoglie il visitatore con due opere permanenti di Giovanni Anselmo e di Jannis Kounellis, storici esponenti dell’arte povera. La corte interna, destinata alle opere scultoree, ospita un grande pilastro elicoidale in metallo, dello stesso Jannis Kounellis. Fino al 15 maggio 2010: la mostra ‘Burri e Fontana, materia e spazio’.

Galleria Gianluca Collica (via Musumeci,129)

Ha rappresentato, per molti anni, una delle poche realtà siciliane valide e accredidate nel sistema internazionale. Negli ultimi anni ha contribuito alla collezione Brodbeck che ha costituito la base per la costituzione della fondazione. Oltre ad aver seguito i più importanti artisti internazionali, nel territorio siciliano segue i più interessanti e promettenti giovani artisti. Fino al 30 aprile 2010: “di’væn” nuovo soggetto artisti: Federico Baronello, canecapovolto, Filippo Leonardi, Carmelo Nicosia, Paolo Parisi, Piero Zuccaro. a cura di Francesco Lucifora

Fondazione Brodbeck (via Gramignani, 93)

Palazzo della Cultura Ex Convento S. Placido (Via Museo Biscari 11 e Via V.Emanuele 121)

Sede degli uffici della direzione cultura del comune di catania, è uno spazio dove hanno spesso sede iniziative per promuovere l’arte e la cultura, tra le più importanti la rassegna di video arte VIDEO SICILIA. Dal primo aprile sarà ospitata la mostra, a cura di uno dei più interessanti collezionisti di catania, Filippo Pappalardo, di opere della sua collezione che si riferiscono ad artisti catanesi dal dopoguerra ad oggi. Fino al 21 aprile: ARTE A CATANIA DAL DOPOGUERRA AI GIORNI NOSTRI, dalla Collezione dei Rotariani

Inaugurata con la personale di Michael Beutler la Fondazione, voluta dal collezionista Paolo Brodbeck, sorge all’interno di una ex fabbrica di liquirizia di inizio ‘900 sita, con i suoi circa seimila metri quadrati d’ampiezza, nel centralissimo quartiere San Cristoforo di Catania (considerato socialmente“a rischio”), riconvertita dopo più di un anno di lavori in uno spazio espositivo dedicato all’arte contemporanea. In particolare il suo progetto più significativo Fortino1 riguarda le residenze e le produzioni di arte contemporanee e si estende su un orizzonte temporale di 4 anni. Fino al 30 aprile 2010: “Una mucca senza faccia rotola nel cuore” Diego Perrone per Fortino 1, a cura di Giovanni Iovane e Helmut Friedel. Durante la mostra nei locali della Fondazione sarà presente un’installazione di Giuseppe Lana. Le visite si effettuano su prenotazione al numero +390957233111

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sms

Un tam tam scatenatosi nella rete annuncia l’uscita mondiale dell’iPhone 4G tra GIUGNO E LUGLIO 2010. Solo rumors, ad oggi, successivi alla presentazione della versione 4.0 del sistema operativo di Apple per le sue piattaforme mobili, chiaramente con funzioni specifiche a seconda dell’hardware utilizzato. Una delle innovazioni più richieste dell’OS4 è il multitasking. Si possono far funzionare più applicazioni contemporaneamente e la gestione di programmi e file è organizzabile in cartelle. Regola che, a quanto pare, varrà in toto per la nuova versione del telefonino della mela che ha cambiato il mo(n)do di concepire il cellulare. Si rincorrono così le voci sulle novità di quest’ultimo prodotto Apple. Le indiscrezioni? Innanzitutto la fotocamera con risoluzione di 5-megapixel. Quindi la batteria, più duratura per resistere alle prestazioni di un nuovo chip e di uno schermo con risoluzione superiore. Ma si parla pure di un touch-sensitive sul retro del telefono, di 64 gb di memoria, di notifica push delle email con tutti i fornitori di posta elettronica, di tecnologia RFID per fungere da portafoglio digitale, di possibilità del copia-incolla. Ricerca ossessiva della perfezione? Si vedrà... Piuttosto, aspettiamo di conoscere il prezzo, su cui c’è davvero il massimo riserbo. La leggenda narra che potrebbe essere contenuto in 499 euro.

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Bruno Euronics, rivenditore ufficiale Apple per la Sicilia, offre alla propria clientela l’intera gamma di prodotti e accessori Apple, sia di informatica che di telefonia. Leader nella tecnologia all’avanguardia, Bruno Euronics possiede un vasto assortimento di prodotti e di servizi rivolti a soddisfare le esigenze del cliente, che da oggi può contare anche sull’opportunità di ordinare il proprio Mac con delle caratteristiche personalizzate. Inoltre, da Bruno Euronics sono sempre a disposizione aree dedicate con possibilità di prova dei prodotti e assistenza al cliente con personale altamente specializzato. Sempre attento alle novità del mercato, anche in occasione dell’uscita in Italia del nuovo gioiello della casa di Cupertino, l’IPAD, Bruno Euronics metterà a disposizione della propria clientela un’area interamente dedicata alla novità dell’anno, dove potrete scoprire le caratteristiche estremamente innovative di questo prodotto, che è già candidato ad essere il prossimo oggetto del desiderio!



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