M il Magazine n. 7

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vini di sicilia

Profumo e sapore nel bicchiere

MODA Il nuovo ciclo di “Catania, Talenti & Dintorni�


anni di Ermanno Scervino. ENNIO CAPASA per COSTUME NATIONAL. I dieci

ICEBERG con la famiglia Gerani.

CRISTINA TARDITO con il suo marchio Kristina Ti.

Philippe Plein nome internazionale in grande ascesa.

il nuovo concetto di eleganza del brand CANGIARI. Sono le firme di prim’ordine premiate dell’undicesima edizione di , il gala che è vetrina esclusiva della grande moda nel Sud Italia.

“Catania, Talenti & Dintorni”


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EDITORIALE

La scommessa

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FASHION BOOK

Autunno/Inverno 2011

19

TENDENZE

House Concert

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NEW LOOK

INTERVIEW

Tecnologia per tutte le tasche

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ARTE

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“Le città del Mediterraneo”

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COOL

Valentino & le musée de Paris

Bottle Sharing

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DOSSIER ISTITUZIONI

AUTORITà PORTUALE CATANIA

In aumento le navi da crociera

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DOSSIER ISTITUZIONI

REGIONE TURISMO

Palcoscenico Sicilia

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LA CARTOLINA

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25 EVENTO CATANIA, TALENTI & DINTORNI (XI)

Protagonista il Made in Italy

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ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA Il compleanno dell’ARS L’isola (è) Bella

DOSSIER ISTITUZIONI

Una striscia di cultura tra mare e cielo DE GUSTIBUS Verde Pistacchio

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CINENOSTRUM

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DOSSIER ISTITUZIONI

PROVINCIA REGIONALE DI CATANIA

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L’anno di Scola

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SOLIDARIETà

Fondazione Rava “con i bambini di Haiti”

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PASSAPAROLA

Park Art

SCATTI

48

Appunti di viaggio

DOSSIER

ISTITU ZIONI

Regione Agricoltura La viticoltura dell’Etna



editoriale

Agata Patrizia Saccone

C

La scommessa

ostruire questo ponte ideale tra Catania e le capitali della moda è stata una scommessa lanciata ormai undici anni fa. La politica dei piccoli passi è stata la scelta forzata da adottare, ma pian piano l’obiettivo è stato raggiunto. Difficile all’inizio credere che la grande moda potesse interessarsi della Sicilia. E abbiamo così cominciato dai “talenti”. Poi, via via, del Gala di Catania, di questa importante vetrina, si è sempre più parlato negli ambienti e così nomi illustri si sono accostati all’evento. Anche la Camera Nazionale della Moda Italiana, con il presidente cav.Mario Boselli, ha risposto con entusiasmo al nostro invito e il decennale dello scorso anno è stata una nuova occasione per festeggiare insieme un indimenticabile compleanno. Oggi “Catania, Talenti & Dintorni” è un marchio registrato, un evento di cui –con orgoglio, posso dire- si parla in tutto il mondo. Mi farebbe maggiormente felice, però, che se ne parlasse ancora di più in Sicilia, visto che la manifestazione costituisce un traino turistico, economico e culturale non indifferente se si considerano le presenze, gli overbooking in più alberghi, il ritorno commerciale per gli operatori, la cartolina splendida che della città e dell’intero comprensorio ne fanno le televisioni e i giornali.

Eppure non è semplice far capire l’entità e la valenza di un evento come questo, quanto impegno richiede e quanta forza lavoro richiama. Con enormi sacrifici riusciamo a metterlo su, fiduciosi di far arrivare il messaggio “che di eventi simili questa regione ha tanto bisogno”. La Sicilia è la porta del Mediterraneo, è la hall dell’Europa, e vestita di bello mette meglio in risalto i suoi esclusivi tesori. La MODA viaggia a braccetto con i luoghi di cultura: oltre la cornice meravigliosa del Rettorato e di piazza Università a Catania per la serata di gala, abbiamo scelto la sede della Fondazione Puglisi Cosentino, il settecentesco Palazzo Valle di Catania, quale location per la conferenza stampa, in concomitanza con la Biennale del Mediterraneo. La MODA va di pari passo con la promozione dei prodotti tipici e l’abbinamento al vino di Sicilia, così cool in questo periodo, è un matrimonio perfetto. La MODA è lo specchio dove riflettere le bellezze dell’isola da mostrare ai turisti. La MODA è una tradizione sartoriale (di cui forse non tutti sanno) da recuperare e su cui puntare, perché il tessile di qualità qui si può produrre e gli esempi non mancano. Basta che ci creda un po’ di più pure la classe politica. Noi scommettiamo che è così come la pensiamo, i risultati finora ci danno ragione!

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interview

&

Valentino le musée de Paris di Agata Patrizia Saccone

E

1. Valentino Garavani a Taormina Film Fest, in occasione della proiezione del film “VALENTINO THE LAST EMPEROR” 2. La modella Veruschka, famosissima negli anni ’60, con abito di Valentino 3. Un giovanissimo Valentino Garavani, a metà degli anni ’50, mostra uno dei suoi abiti 4. La regina Farah Diba con abito Valentino in partenza per l’Iran, nel 1979 5. Jackie Onassis con abito Valentino 6. Lo stilista e le sue modelle vestite di rosso Valentino

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legante, Valentino Garavani. Nell’inconfondibile charme, che lo avvolge e ne distingue la figura. Più che l’ ultimo imperatore (parafrasando il titolo del film-documentario “VALENTINO THE LAST EMPEROR”, che racconta la sua vita) è un eterno principe. Lo scettro lo detiene con la classe che lo contraddistingue, emblema di uno stile che ne ha fatto il numero 1 della moda. Basta pronunciarne soltanto il nome: VALENTINO. Il desiderio di raccogliere in un museo il suo archivio storico lo ha realizzato a Parigi, dentro un vecchio granaio poco lontano dal castello di Wideville, la residenza preferita del «maestro» sul territorio francese. Qui ha raccolto bozzetti, disegni, fotografie, abiti, libri e quant’altro ricordi la sua straordinaria escalation. - L’ha delusa il fatto che la città di Roma non abbia mantenuto la promessa di dedicarle un Museo? “Nella mia casa di Parigi ho messo assieme in un’enorme stanza ciò che reputo opportuno esporre al fine di raccontare la mia carriera. Quando ho lasciato la sartoria mi sono portato via casse intere di lavoro realizzato durante gli anni. Mi son detto che potevo sistemare non solo i miei disegni ma anche le fotografie e gli abiti. ho lasciato tanti di quei libri, tanti documenti, tanti di quei disegni che non credo passeranno inosservati ma andranno molto lontano. Li metterò a disposizione dei ragazzi che studiano moda e che avranno così la possibilità di visitare e vedere quello che ho fatto durante la mia vita”. - Lei crede nel talento dei giovani fashion designer per perpetuare il Made in Italy? “Purtroppo oggi i giovani stilisti, che lavorano per le varie aziende di moda, hanno spesso le ali tarpate in termini di creatività poiché si sta sempre più espandendo il mercato del pronto moda, a basso costo, che inevitabilmente punta al business tralasciando la cura dei dettagli. Così ci sarà sempre meno haute couture”.


- Non è il caso del marchio Valentino, però, dove le firme sono adesso Maria Grazia Chiuri e Pier Paolo Piccioli, per quasi dieci anni suoi collaboratori… “Hanno cominciato nel 1999 creando una linea di accessori che interpretava lo stile della Maison Valentino. Loro disegnavano le borse, hanno lavorato a stretto contatto con me e sono felicissimo che oggi siano loro i direttori creativi, due ragazzi che ho visto crescere e su cui ho puntato. Ne sono molto fiero e sono certo che riusciranno a fare emergere il loro estro e me lo dimostreranno per quel che saranno capaci di fare per la Valentino” - Come nasce l’idea di un docu-film sulla sua vita e perché ha deciso di realizzarlo? “Non ho deciso di realizzarlo, mi è stato chiesto quattro anni fa da Matt Tyrnauer se volevo fare un documentario sulla mia vita. La mia risposta è stata di sì, nonostante i miei innumerevoli impegni di lavoro quotidiano. Poi tutto è partito, la camera da presa ha cominciato a stare dietro di me e me ne rendevo conto relativamente, tant’è che quando ho visto il film per la prima volta ho notato delle cose che a me non piacevano. E’ stata un po’ colpa mia perché non ho focalizzato ciò che volevo e scisso ciò che non volevo. Quindi è venuto fuori un Valentino a volte aggressivo, ma non lo sono. Alla fine comunque l’ho accettato e il film ha avuto un grosso successo ovunque. Eravamo tutti convinti che avrebbe vinto l’Oscar. In America alle tre del pomeriggio le sale erano piene. Questo mi ha dato enorme soddisfazione”. - Un film che viene indicato come l’ultimo atto della sua carriera: è davvero così oppure dall’ ultimo imperatore dobbiamo aspettarci altre sorprese? “Dopo 45 anni di carriera, pur essendo dispiaciuto della mia scelta di lasciare, sono sicuro di averlo fatto nel momento più giusto. Adesso mi sto cimentando in altro, infatti lo scorso Capodanno ho realizzato i costumi teatrali per l’Opera di Vienna e credo che farò ancora cose inerenti al teatro, mia passione”. - Non passerà mai di moda il rosso Valentino delle sue collezioni. Resta il suo colore preferito? “Fa parte di quei colori che mi danno molta gioia, il rosso è un colore che amo molto e…porta pure bene, offre le due possibilità”.

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moda

ICEBERG (A/I 2011) Woman Suggestioni dai primi anni ‘60 fino agli anni ‘20: viaggio a ritroso tra epoche e mondi contrastanti. Echi di atmosfere hitchcockiane. Il fascino distante di una donna che veste jacquard, macro pied de poule, gazar stampa floreale e mouliné in tutte le sfumature del bianco e del nero. La metamorfosi è graduale evoluzione, gioco di identità e trasformazione: dall’algida sensualità, alla conquista di una bellezza nuova, androgina e sfuggente. Un mutamento che è anche liberazione: camicie over da uomo, boxer, pantaloni tagliati sotto maxi shirt o maxi pull, mini tuniche in crepe de chine, canadesi agugliate, giacche dalle spalle spioventi, gonne dai fianchi pronunciati, maglie di jersey di cotone pesante foderate di pelo, cappotti, abiti e mini-bolero di montone impreziositi da bordi di perle. I colori: rosso cupo, taupe e nero.

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moda

CoSTUME NATIONAL (A/I 2011) “Un nuovo concetto di morphing. Unire organico e inorganico, tradizione sartoriale e ricerca: ho portato questa idea fino alle trame dei tessuti con una nanotecnologia che rende tutto vivente, fonde la materia in modo che ogni capo diventi un organismo in continua trasformazione. Natura/futuro, il Walden di Thoureau/L’Androide di Asimov”. (Ennio Capasa)

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moda

ERMANNO SCERVINO (A/I 2011)

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Cappe con doppio collo in vernice, mantelle con frange in camoscio, piumini in matellassĂŠ degradĂŠ con balze in mongolia a dettagli in vernice, cappotti in maglia lavorata a mano con balze di frange effetto pelliccia, pelliccia in calgan e mongolia con ricami in vernice. Minidress in organza verde militare con rouches e volant, in doppio crepes con maniche in organza trasparente in maglia. Dettagli: collari in vernice, in maglia, in panno double e in camoscio, lavorazioni tridimensionali di fettucce a taglio vivo intrecciate, dettagli e applicazioni in vernice, silhouette geometriche. Colori: nero, militare e ardesia off white e viola. Accessori: stivali alti in vernice e camoscio borse in maglia lavorata a mano guanti in vernice e camoscio.


moda

KRISTINA TI (A/I 2011) “Le gambe in costante tensione, i capelli raccolti a bandeaux, le braccia che si flettono in virtuosismi tecnici. Dal mondo della danza, rispettoso dell’impostazione classica quanto aperto alla modernità e alla sperimentazione, si muove la mia collezione per il prossimo inverno. Coreografata come una scuola da ballo d’altri tempi, tra specchi, sbarre e parquet consumato, la mia passerella presenta moderne Odette-Odile, il Cigno bianco e il Cigno nero, che racchiudono in sé la conflittualità presente in ogni donna”. (Cristina Tardito)

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moda

CANGIARI (A/I 2011) La donna CANGIARI veste antichi sapori, quelli che provengono dalla tradizione delle “maestre� che tessono cantando nenie come fossero mantra. I capispalla hanno vezzi che richiamano la sartoria maschile, con lunghezze che, coprendo il ginocchio, annullano e paradossalmente enfatizzano le forme. I pantaloni crociera allungano la silhouette, le gonne con pinces, ora interne ora esterne, assecondano i corpi rimandando alle anfore di Seminara. Le giacche-gilet che, partendo dalle spalle, accennano il punto vita, le cappe e le cinture che assicurano il corpo in chiave cocooning. I ricami definiscono trame ad occhio di pernice o spigati, esaltano cuciture taglio vivo e illuminano dettagli da ricercare. I colori naturali sono quelli del mare e della terra: ruggine, rame, glicine, ottanio e carta da zucchero.

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PHILIPP PLEIN (A/I 2011) PHILIPP PLEIN è giovane, sexy, rock, ma di lusso. Uno stile fresco e deciso con la tradizionale manifattura italiana e un gusto europeo. Per la nuova campagna Couture autunno/ inverno 2010, lo stilista tedesco ha trovato la testimonial in Mischa Barton, attrice e modella 24enne, che ha raggiunto il successo con la serie TV “O.C. California”, nuovo volto del marchio del lusso svizzero. PHILIPP PLEIN Womenswear Couture per il prossimo autunno inverno propone una collezione sofisticata, ultracontemporanea. Grande ricerca sui materiali, in particolare pelle, pitone e pellicce. Decori, stampe, applicazioni preziose e originali. In cinque diversi temi.

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tendenze

marta sui tubi

HOUSECONCERT L di Mariella Caruso

o hanno fatto Cristina Donà e i Marta sui Tubi. Ma anche la cantautrice newyorchese Kaki King e i palermitani Pan del Diavolo, un gruppo che fa musica punk-folk. Divisi nelle declinazione armonica ma uniti dagli HOUSE CONCERT. Ognuno di questi artisti si è esibito in un house concert, ovvero un concerto organizzato in casa: cachet simbolico, niente merchandising. E’ uno dei nuovi modi di fare musica, molto intimista. Il contrario del sogno assoluto di ogni artista: esibirsi davanti a migliaia di persone. Eppure, il fenomeno degli House concert, nato negli Stati Uniti e in rapida diffusione nel resto del mondo, raccoglie molti estimatori. Un pubblico alla ricerca di spazi diversi dove ascoltare gli artisti facendo quattro chiacchiere, un modo alternativo per stare insieme. Gli ingredienti sono semplici: un cortile, una terrazza, una mansarda, una cantina, un salotto messi a disposizione da un ‘presenter’; il passaparola sui social network e la voglia di passare una serata in una maniera diversa. La musica è rigorosamente unplugged perché le amplificazioni nei luoghi privati non sono ammesse. Il luogo rimane rigorosamente segreto fino a 24 ore dall’esibizione. Una precauzione per evitare che il numero dei partecipanti sia superiore alla capienza della casa che ospita il concerto. Le formule sono

diverse: ci sono alcuni casi in cui i partecipanti, oltre al prezzo simbolico – solitamente una decina di euro - di partecipazione per il cachet all’artista (che, più che altro, si diverta e prova la sua musica davanti ad un pubblico vero), portano da casa ‘food and beverage’ come in una serata tra amici. In altri casi, quelli più strutturati l’insolito ticket di partecipazione ha un costo più alto ma dell’intrattenimento gastronomico se ne occupa l’organizzatore in prima persona. Tra gli organizzatori specializzati c’è Salotto live (www.salottolive.it) ma anche il gruppo creato su Facebook da Tania Varuni, legata a Giovanni Gulino cantante dei Marta sui Tubi, è attivissimo. Si chiama Secret Concerts, la musica dove non te l’aspetti e Tania Varuni ne è presidente. Ed è scontato che gli artisti più gettonati sono naturalmente i Marta sui Tubi (nella foto), radici siciliane di Marsala trasferite a Bologna. Ci si iscrive a una newsletter e si ricevono le proposte, oppure si può anche diventare ‘presenter’ e proporre una location. Quella ideale deve contenere tra le 45 e le 80 persone. Gli orari sono molto tradizionali dalle 21 e mai fino a più tardi della mezzanotte perché gli house concert sono una cosa ‘fighissima’, come direbbero gli adolescenti, ma i rapporti di buon vicinato non lo sono da meno.



new look

TECNOLOGIA per tutte le tasche C

i sono abbastanza tasche, in una giacca del nuovo millennio, quanti sono gli accessori hi tech ormai indispensabili nella vita quotidiana. L’ultima mania è ancora una volta scatenata da Apple, con l’iPad. Per contenere la magica tablet, la moda si è ingegnata. Perché l’oggetto di culto deve avere una custodia di culto. Meglio se griffata. Del resto la Apple ha in gran parte ceduto il mercato degli accessori per i suoi computer portatili e per i cellulari, l’unico gadget ancora in vendita nei negozi Apple e’ un “guscio” nero per proteggere l’Ipad e tenerlo in piedi su un tavolo, prezzo 39 dollari. Pertanto da Gucci a Luis Vuitton hanno pensato a creare delle fodere ad hoc, che diventeranno –è una previsione che non rischia smentite- il regalo di Natale più richiesto e più atteso. Le custodie firmate Gucci sono prezzate circa 230 dollari, quelle LV sono già nei negozi a 320 dollari e presto arriveranno anche quelle in pelle di coccodrillo, che però costeranno piu’ dello stesso computer stesso, circa 1.850 dollari! Per chi invece l’iPad lo vuole “indossare” allora non ci sarà che da scegliere giacche e giubbotti con i tasconi su misura. Ci sono le giacche a vento Pretto (on line si trovano a 100 dollari) e la linea Scottevest, società americana che ha ideato la jacket ideale per portare praticamente tutto, ideale per i reporter, basta guardarla ai raggi X e scoprire che dentro va tutto, iPad, iPod, iPhone etc etc….




arte

è

“Others (Altri)” il titolo della mostra che, a Catania dal 7 luglio e a Palermo dall’8 luglio (fino a novembre 2010), presenterà installazioni, video e residenze promosse dalle tre più interessanti nuove Biennali d’arte del Mediterraneo. OTHERS nasce dalla collaborazione tra il Riso, il Museo d’Arte Contemporanea della Sicilia e la Galleria d’Arte Moderna di Palermo, e la Fondazione Pu-

glisi Cosentino, di Catania. A Catania, la Fondazione Puglisi Cosentino ospitera’, della Biennale di Atene, opere di 18 artisti selezionati da “XYZ” (Xenia Kalpaktsoglou, Poka-Yio ed Augustine Zenakos, codirettori della Biennale d’Atene). Sempre a Catania, negli spazi di Palazzo Valle, la XI Biennale internazionale di Istanbul proporrà 26 artisti, selezionati da Ana Devic, Natasa Ilic, Sabina Sabolovic e Ivet Curlin (Collettivo WHW – What, How & for Whom). Palermo invece accoglie una selezione di video, film, tele, sculture d’architettura e sceniche di 26 artisti selezionati per la III Biennale internazionale d’arte di Marrakech da Abdellah Karrou. OTHERS -che costruisce il primo organico rapporto di collaborazione culturale tra Palermo, Catania, Istanbul, Marrakech e Atene- organizza anche un programma di scambi artistici. A Catania negli spazi messi a disposizione dalla Fondazione Brodbeck, lavoreranno Mohamed El Baz (Casablanca), Nazim Hikmet Richard Dikbas (Istanbul) e Vassilis Patmios Karouk (Atene). Al Riso saranno Sebastiano Mortellaro a Rabat, Domenico Mangano ad Atene e Barbara GurrieriGroup ad Istanbul, giovani artisti che fanno parte del programma SACS/ Sportello per l’Arte contemporanea in Sicilia. Il progetto “Le città del Mediterraneo” (che coinvolgerà, dal 2010 al 2012, alcune delle principali città del Mediterraneo), è realizzato nell’ambito di un accordo tra L’ASSESSORATO AI BENI CULTURALI DELLA REGIONE SICILIANA e della Campania insieme al Ministero per lo Sviluppo Economico.


25


album...

2007

Santo Versace

2008

2008

Matteo Marzotto

Eleonora Abbagnato

2007

Unrath & Strano

2008

Rita Airaghi (dg Fondazione Ferrè)

2009

Alda D’Eusanio

2008

Antonio Catania

2007

First (Emanuele Farneti)

Cinzia Malvini e Marco Liorni

2004

Catena Fiorello

2007

Rosario Messina

2009 Cento elefantini Edmondo Conti (Endemol Italia) consegnati in dieci anni. Il Premio “Catania, Talenti & Dintorni” è oggi un riconoscimento assai ambito. Nelle foto, solo alcuni degli illustri personaggi che lo hanno ricevuto.

2004

Mario Boselli (Pres. Camera Moda Italiana)


...album

2008

Silvana Giacobini (Diva & Donna)

2004

L’Italia sul 2

2009

Dean e Dan Caten (Dsquared2)

2000

Tiziana Lodato

2005

Custo Barcelona

2005

Roselina Salemi (Anna)

2006

Donatella Finocchiaro

2007

2006

Massimo De Luca

Francesco Cafiso

2003

Simona Rosato

2005

2006

Kaspar Capparoni

Paolo Buonvino

2007

Nara Camicee (Mario Pellegrino)

Velvet (Michela Gattermayer)

Luisa Beccaria

2008

Teresa Mannino

2008

2009

2009

Kledi Kadiu

2000

Mario Venuti

Un Gala che ha reso il capoluogo etneo capitale della moda nel Sud Italia, la cui eco risuona durante le fashion week di Milano, Parigi e New York con lo slogan “Dopo Catania, la moda va in vacanza”.


eventi Si apre il nuovo ciclo di “Catania, Talenti & Dintorni”

Protagonista il MADE in ITALY foto a destra), presentatore di punta della Rai per la prima volta qui nelle vesti di padrone di casa. Insieme a loro Francesco Lamiani, giornalista sportivo di Dahlia eccezionalmente prestato alla moda, per insignire dell’ambito elefantino d’argento famosi fashion designer e autorevoli personaggi del mondo del giornalismo, del cinema, della musica, della televisione e della solidarietà. Ancora una volta, scenario del Gala della Moda “Catania, Talenti & Dintorni”, abbinato all’omonimo premio internazionale, è piazza Università: grazie anche alla sinergia con l’Ateneo catanese, il Palazzo del Rettorato diventa scenografia naturale. In passerella, riprese dalle telecamere di Fashion Tv e de La 7, le collezioni autunno-inverno 2010/2011 di griffes di prim’ordine. Un segnale di continuità voluto dalla Production Moda e Spettacoli, che in dieci anni ha fatto conoscere “la moda a Catania e Catania alla moda”, risvegliando un settore trainante dell’economia locale e valorizzando nello stesso tempo il cuore barocco della città etnea, attrattiva turistica unica specie se vestita di bello. Nulla lasciato al caso, persino la scelta della location per la conferenza stampa (moderata dalla giornalista di Panorama Antonella Matarrese), quest’anno organizzata nello storico Palazzo Valle di via Vittorio Emanuele, altro luogo di cultura e sede della Fondazione Puglisi Cosentino. Marco Ognissanti

L

’undicesima edizione di “Catania, Talenti & Dintorni” rappresenta di fatto il voltapagina della kermesse di moda divenuta in un decennio la più importante del Sud Italia. Un nuovo ciclo, su cui la Production Moda e Spettacoli diretta da Agata Patrizia Saccone è pronta a scommettersi. Dopo l’edizione gold del decennale (la più internazionale, finora tra quelle messe in scena), quest’anno evento dedicato prevalentemente al made in Italy, una scelta adottata per mantenere e semmai incentivare il rilancio dello stile italiano. Con Cinzia Malvini (nella foto in basso), giornalista de La 7 da tempo affezionata madrina della manifestazione, sul palcoscenico la novità è Amadeus (nella


Sabato 24 Luglio 2010 servizio speciale trasmesso su

programma condotto da Cinzia Malvini


cool

BOTTLEsHARING piccoli lussi in tempi di crisi

D

a molti giudicata come l’uovo di Colombo in tempi di crisi economica, eccola che si diffonde l’ultima curiosa novità tra gli intenditori di vino, chiamata Bottle Sharing. Se n’è ampiamente parlato al Vinitaly, ma in modo più informale di recente è stato argomento di discussione tra appassionati nella tenuta sull’Etna del cantante dei Simply Red, Mick Hucknall, che, com’è noto, produce in queste vigne il suo vino “Il Cantante”, coinvolto nell’impresa dall’entusiasmo dell’enologo Salvo Foti. In cosa consiste: è un’allegra condivisione della bottiglia di vino, meglio se “importante”, in un locale con altri sconosciuti avventori. L’originale idea nasce a seguito di esigenze magari diverse tra loro: vuoi perchè gli amici di tavolo sono astemi convinti; vuoi per i sempre più ristrettivi limiti imposti agli automobilisti dall’etilometro nascosto dietro l’angolo; vuoi perché in coppia difficilmente si consuma un’intera bottiglia (è risaputo, il vino accende il desiderio ma ne impedisce la realizzazione!);

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vuoi perché il direttore di banca non ti ha ancora concesso il mutuo per acquistare quella bottiglia di Sassicaia della Tenuta San Guido del 2005 proposta a 900 euro; vuoi perché la tentazione di scoprire etichette particolari, vini di nazioni lontane o produzioni locali di alto lignaggio, spesso potrebbe esser repressa da acuti sensi di colpa. È possibile spendere, ai giorni nostri, senza rimpianti circa 50 euro per una bottiglia che poi dovremo abbandonare sul tavolo ancora mezza piena? Forse no, meglio davvero far ricorso al nuovo SUPEREROE, il BOTTLE SHARING, ovverosia, appunto, la condivisione della BOTTIGLIA DI VINO. Scelta economica, ecologica, eticamente corretta, persino glamour e con una dose d’ironia che non guasta. E così, tra gli indirizzi cult dei migliori ristoranti, scatta il successo di un bere consapevole ma di qualità. A dire il vero per chi volesse risparmiare già da tempo era possibile trovare le mezze bottiglie, onestamente dall’aspetto un po’ triste, del resto con il loro mezzo litro scarso comunicano più solitudine che goliardia! In alternativa si è diffuso anche il vino a calice, purtroppo però bisogna concentrarsi per scegliere tra una vastissima disponibilità di ben tre o persino quattro etichette, per giunta di profilo non eccelso. Perciò il bottle sharing appare come la soluzione ideale: non trascuriamo il lato conviviale dell’operazione, poiché condividere una bottiglia significa anche condividere emozioni, sensazioni, persino cultura. E poi, volendo esagerare e trovandosi in sintonia con i “vicini”, ci si potrebbe persino incamminare in un percorso per la selezione del miglior vino per ogni singola portata… Per far funzionare bene il gioco però, bisogna fare i conti con l’oste (sì,sempre lui!): soltanto se ha la sensibilità e perspicacia di individuare i clienti dotati di gusti e desideri simili, con un po’ di spirito d’avventura, potrà far godere tutti i suoi ospiti del piacere della piccola scoperta di un calice importante ad un prezzo conveniente. E a guadagnarci saranno veramente tutti!

“La vita è troppo breve per bere vini mediocri” (J. Wolfgang Goethe)


dell’ETNA

dossier istituzioni

“Il vino siciliano è da tempo entrato nelle migliori cantine grazie a prodotti come il Nero d’Avola o i vini dolci, la Malvasia o il Passito, ma oltre a questi sono moltissimi i vini isolani che vantano certificazioni DOC o DOCG che possono rappresentare una eccellente sorpresa per la cena, non c’è da stupirsi visto che la Sicilia è la regione italiana con il più grande patrimonio vitivinicolo di tutta la nazione”

Assessorato Regionale delle Risorse Agricole e Alimentari Dipartimento Regionale degli Interventi Infrastrutturali per l’Agricoltura

La viticoltura

Fotoservizio: Fernando Famiani

31


AGRICOLTURA

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agricoltura

I

l massiccio etneo è un continente per variabilità ambientale e biologica: altezza, clima, esposizione e suoli ne fanno un’Isola nell’Isola. Infatti salendo dal mare troviamo agrumi, olivi, noccioli, pini, castagni, faggi e betulle: la vendemmia del vitigno più diffuso, il Nerello Mascalese, va da fine settembre all’inizio di novembre. La vite spazia da 400 a 1.000 metri s. l. m., area in larga parte ricadente all’interno della DOC Etna. Il Polifemo dell’Odissea beveva vino negli antri etnei, ma solo dal 1700 ai primi del ‘900 produzione e commercio del vino determinano il progresso economico e sociale dell’area: si bonificavano boschi ed incolti per far posto ai vigneti, dalla pianura della costa jonica alle pendici dell’Etna. I muretti a secco e l’architettura rurale caratterizzano il territorio: è un felice esempio di come l’elevata antropizzazione del territorio crei un paesaggio agricolo integrato con l’ambiente: tutto si mimetizza grazie all’uso della pietra lavica ed ai corpi di fabbrica che seguono le curve di livello: queste opere permettono ancora oggi di individuare le aree ove la vigna era presente. Fra gli anni ’50 e ‘60 ai vigneti subentrano colture più redditizie: agrumeti nella pianura irrigua e noccioleti in collina, solo dagli anni ‘90 si riscopre la viticoltura etnea: gli imprenditori locali “sopravvissuti” vengono affiancati da nuovi investitori - locali e non - le attente politiche territoriali, con risorse finanziarie pubbliche, contribuiscono in maniera significativa.

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agricoltura

Il “caso Etna”, perla della prestigiosa vitivinicoltura siciliana, non è “cosa nuova”, ma affonda radici nell’antica cultura viticola di un popolo e nella vocazione del territorio: in questo contesto il Dipartimento Regionale per gli Interventi Infrastrutturali dell’Assessorato Regionale delle Risorse Agricole ed Alimentari con le sue strutture periferiche del Distretto Etna (SOAT di Acireale, Bronte, Castiglione di Sicilia, Catania, Giarre, Paternò, Pedara e Zafferana Etnea), opera con progetti Regionali (Valorizzazione dei vitigni autoctoni siciliani) e specifici (Viticoltura di montagna: il caso Etna). I nostri migliori vitigni, individuate le migliori selezioni e controllate dal punto di vista sanitario, stanno ormai per concludere l’iter per l’omologazione. Inoltre, grazie all’attività dell’Unità Specializzata in Viticoltura di Marsala, le micro vinificazioni dai vitigni selezionati individuano le caratteristiche enologiche. Altra linea di attività prevede la “zonizzazione” del territorio della DOC Etna, ovvero la mappatura dei vari microam-

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bienti di coltivazione. Le stazioni agrometeorologiche della rete SIAS (Servizio Agrometeorologico Siciliano, del nostro Dipartimento) supportano i monitoraggi che i Tecnici delle SOAT effettuano sullo stato fitosanitario dei vigneti e sull’andamento della maturazione delle uve; tramite seminari e corsi si diffondono le “migliori pratiche” colturali, coinvolgendo imprenditori, operatori e studenti. Le principali manifestazioni di settore che si svolgono sul territorio, come la “Vinimilo” di Milo, la “Festa della Vendemmia” di Piedimonte Etneo e “Calici di stelle” di Castiglione di Sicilia, ricevono adeguato supporto. Inoltre nel Castello di Castiglione di Sicilia ha sede una delle due Enoteche Regionali e presso la locale SOAT opera un laboratorio dell’Istituto Regionale della Vite e del Vino dedicato alle aziende vitivinicole del territorio, oltre a fornire la certificazione ufficiale delle produzioni della DOC Etna (DOP - Denominazione di Origine Protetta con le recenti norme comunitarie).


L’Assessore regionale alle Risorse Agricole Titti Bufardeci

“L’uva siciliana ha il predominio sulle tavole italiane e se si considera che il nostro Paese è il leader mondiale nella produzione di uva da tavola, si capisce come le condizioni climatiche siciliane siano le più favorevoli per dare quel gusto fresco e inconfondibile di varietà come l’Uva Italia”

“Dopo

i Premi al Vinitaly

adesso la svolta per eccellere”

“Dobbiamo essere orgogliosi quanto realisti, gioire per i premi di qualita’ ai nostri vini, senza dimenticare il grande impegno da mettere in campo per rilanciare il settore vitivinicolo e la nostra agricoltura in generale”. è il commento dell’Assessore regionale alle Risorse Agricole TITTI BUFARDECI (nella foto) dopo i premi assegnati alle aziende siciliane del settore vinicolo protagoniste al Vinitaly, concorso enologico internazionale collegato alla fiera veronese. Le aziende siciliane si sono aggiudicata due Gran Medaglie d’oro, una medaglia d’oro, tre medaglie d’argento, una medaglia di bronzo e 117 gran menzioni e il premio ‘Vinitaly Regione 2010’ conquistato dalla cantina sociale Viticultori associati di Canicatti’. Al concorso enologico internazionale hanno partecipato quest’anno 3.646 vini di 27 nazioni. “I premi fanno piacere perche’ dimostrano tangibilmente l’eccellenza della nostra produzione - continua Bufardeci - ma non sono sufficienti. Ora serve una svolta, nel segno della responsabilita’ politica per traghettare le nostre imprese fuori dalle secche della crisi economica. L’amministrazione regionale dedichera’ tutta l’attenzione possibile a questo settore che rappresenta un asset fondamentale per lo sviluppo sociale ed economico dei territori. Il settore vitivinicolo va armonizzato e coniugato con le chances offerte dal nostro paniere agroalimentare, con le bellezze naturalistiche e museali delle nostra terra per un modello di sviluppo moderno e compatibile con la tutela e la valorizzazione dell’ambiente”.

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AGRICOLTURA

“Il

VINO punta di diamante dei prodotti tipici

Ritengo che dobbiamo impegnarci nel promuovere adeguatamente i nostri prodotti facendone conoscere le caratteristiche”. Il professor SALVATORE BARBAGALLO (nella foto), Dirigente Generale della Regione Siciliana Assessorato Risorse Agricole e Alimentari - Dipartimento interventi infrastrutturali per l’Agricoltura, è convinto che la ricchezza della Sicilia passi anche attraverso l’agricoltura.

- Le risorse agricole, i prodotti tipici sono volàno dell’economia isolana. Nonostante il pregio, la Sicilia ha difficoltà a competere nel mercato internazionale. Perché? “Il problema dell’agricoltura siciliana è legato alla globalizzazione dei mercati. Il mercato estero è fortemente competitivo rispetto al nostro, dato che produce a costi più bassi. Noi dobbiamo puntare sulla qualità dei prodotti esaltandone le peculiarità delle produzioni tipiche. La valorizzazione avviene attraverso sia la tutela della salute dei consumatori, essendo il nostro un prodotto di qualità, sia cercando degli accordi di filiera che permettono di avere una collocazione sul mercato a prezzi adeguati”.

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siciliani” - Cosa differenzia i nostri prodotti da quelli di paesi vicini, che siano quelli del Nord Africa oppure di Spagna o Grecia? “La qualità dei prodotti è legata sia ai mezzi di produzione così come alle regole che la Comunità Europea impone. Noi ci uniformiamo a queste regole per cui tutti i nostri prodotti hanno degli standard di qualità che permettono di eccellere”. - Sono troppo alti i costi di produzione, considerato che poi si sommano ai costi di trasporto? “Il problema in generale delle infrastrutture costituisce un problema di collocazione dei nostri prodotti. Per far crescere l’agricoltura è importante migliore anche altri settori tra cui i trasporti, basti pensare ai prodotti che si producono nel ragusano e che devono attraversare il territorio nazionale o internazionale. Se avessimo delle infrastrutture migliori in Sicilia, crescerebbe anche l’agricoltura facendo diminuire cosi il divario tra le regioni del Nord e quelle del Sud, dove sui costi incide fortemente il trasporto” - Il vino oggi è una punta di diamante: da alcuni anni, in particolare il vino dell’Etna, viene assai apprezzato e richiama investimenti. La differenza la fa il gusto e quindi la qualità? “Negli ultimi anni c’è stata una valorizzazione del settore vitivinicolo siciliano che si è sviluppata pian piano in tutta la Sicilia. Oggi abbiamo una grande valorizzazione della viticoltura dell’Etna con vini di elevato pregio che possono essere realizzati in un ambiente unico grazie al suolo e al clima. Nuovi investimenti dovranno farsi nei prossimi anni per aumentare la capacità di produzione di vino imbottigliato. La promozione del settore vitivinicolo è importante: associato alla moda, alla musica o al turismo si rivela ancor più vincente. Poi, il fatto che anche certi personaggi del mondo dello spettacolo investano in questo settore rappresenta un ulteriore veicolo per potenziare il settore”.


In aumento

S

ono tutti in positivo i dati di traffico merci e passeggeri del porto di Catania nel 2009. La percentuale maggiormente in crescita riguarda il traffico passeggeri in aumento rispetto allo scorso anno del 32,03 per cento, sono stati infatti 385.584 i passeggeri in sbarco- imbarco da traghetti, crociere e catamarani. Il Porto di Catania ha cambiato il suo volto da quindici anni a questa parte, ovvero da quando è entrata in vigore la riforma avviata dalla legge 84/94 che ha istituito nei principali scali nazionali le Autorità Portuali. Riforma certamente fra le più riuscite questa, che ha consentito una crescita costante del traffico via mare, un potenziamento delle infrastrutture ed un livello crescente di investimenti sia pubblici sia privati sulle vie del mare. Anche il porto di Catania si è giovato di questa riforma, ed i risultati positivi sono chiari ed evidenti ancora oggi, che lo scalo etneo ha superato le circa 4,5 milioni di tonnellate di merce l’anno movimentate contro le appena 1,5 milioni di tonnellate del 1994. Nell’ultimo anno è cresciuto anche il numero degli approdi delle navi da crociera, un dato che ogni anno supera il precedente. Il porto di Catania diventa sempre più punto di riferimento nel Mediterraneo per le più i portanti compagnie del settore non solo europee, anche l’americana Royal Caribbean sta valutando la possibilità di investire nello scalo etneo. Nelle scorse settimane i vertici della società statunitense hanno compiuto un sopralluogo al porto di Catania al fine di stabilire l’eventuale realizzazione e gestione di una stazione marittima, così come già avviene in altri porti italiani e nel Mediterraneo in particolare. La compagnia americana opera nel nostro Paese in quattordici scali marittimi e le previsioni per i prossimi anni sono di totale espansione. Anche il settore dei

containers ha aumentato la propria presenza nello scalo etneo registrando un incremento negli ultimi anni, che oggi ci ha fatto raggiungere gli oltre 15000 Teus movimentati. Le rinfuse secche da esempio, hanno fatto registrare notevoli incrementi anche nel 2009. “La crisi- dice il presidente dell’Autorità portuale di Catania Santo Castiglione (nella foto) - ha colpito tutti i settori dell’economia mondiale e nazionale. Il porto etneo, nonostante il nostro territorio sia fortemente provato, è riuscito ad aumentare tutti i dati di traffico, questo anche grazie ad importanti accordi sottoscritti con le più importanti compagnie dello shipping. Anche sul piano infrastrutturale il lavoro sino ad ora realizzato ci soddisfa molto”. Entro l’anno sarà completata la ristrutturazione dell’edificio storico della Vecchia Dogana per oltre 11 milioni di euro che, con i suoi 4000 mq coperti ospiterà il cuore del waterfront etneo: un centro culturale, ricreativo, turistico commerciale e servizi, per consentire di iniziare il percorso di riconquista del mare. A tal proposito è stato raggiunto un importante obiettivo: Catania, dopo Napoli e Roma diventa Città del gusto. Un progetto che vede protagonista il Gambero Rosso, che avvierà nel porto etneo un percorso di formazione e specializzazione per conoscere ed approfondire tutti gli aspetti legati al mondo del cibo e del vino. I corsi e i seminari si terranno nell’edificio della Vecchia Dogana ma ci saranno anche degustazioni e incontri con i più grandi produttori italiani. Nei prossimi mesi inizieranno i lavori della darsena traghetti, l’infrastruttura portuale più importante della Sicilia orientale per traghetti e containers, del costo di 100 milioni di euro. La darsena consentirà di incrementare del 90% la movimentazione dei traghetti sia merci che passeggeri nel porto di Catania e la creazione di un terminal da oltre 60.000 TEU/ anno. L’opera, che prevede la costruzione di oltre 100.000 mq. di piazzali operativi e 1.100 m.l. di banchine per l’ormeggio di navi Ro-Ro, ha ottenuto, unica nel panorama nazionale odierno, l’autorizzazione allo sversamento in mare del materiale proveniente dal dragaggio del fondale da parte del Ministero dell’Ambiente.

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dossier istituzioni

Autorità Portuale

Porto di Catania


Assessorato Regionale Turismo

Palcoscenico Sicilia O

ltre 130 spettacoli nel cartellone del “Circuito del Mito”, una serie di concerti e mostre in Sicilia promossi dall’Assessorato regionale al Turismo. Gli eventi, legati tra di loro dal binomio turismo-cultura, sfruttano l’appeal internazionale della bellezza artistica dei luoghi piu’ suggestivi dell’Isola. Un appeal che la Sicilia vuole esternare anche attraverso la MODA, settore che oggi vede tantissimi siciliani emergere, e poi tramite lo sport. “Tra le discipline, puntiamo sulla SCHERMA” –afferma l’assessore Nino Strano (nella foto) - “I campionati italiani assoluti di quest’anno e i mondiali dell’anno prossimo saranno sicuramente un successo che portera’ un importante ritorno economico e di immagine per la Sicilia. Coniugare sport, turismo e cultura e’ una formula che pochi altri luoghi nel mondo possono vantare. Quanti altri, infatti, potranno avere come “pedana” il teatro greco di Siracusa? Il teatro e la scherma, due classici della bellezza”. Scherma e non soltanto. In Sicilia, da quest’anno, si apre un percorso di grandi eventi sportivi, iniziando con il girone dei mondiali di pallavolo, un master internazionale di golf, gli europei challenge di hockey. Una “full immersion” nella civilta’ mediterranea la consente, da quest’anno, la crociera Voyages to Antiquity, con i suoi nove itinerari toccati dalla nave Aegean Odyssey, che propone, infatti, per la prima volta il periplo della Sicilia con tappe a Palermo, Cefalu’, isole Eolie, Taormina, Siracusa, Agrigento e Trapani. “Siamo felici - ha spiegato l’assessore Strano - di questa iniziativa tanto attesa. Il progetto Voyages to antiquity conferma la validita’ di un’idea che era li’, semplice, a portata di mano, ma nessuno l’aveva “raccolta”, quasi una sorta di “uovo di colombo” che, siamo certi, avra’ grande successo. E’ un progetto che certamente non potra’ che valorizzare non soltanto la Sicilia, ma anche le citta’ toccate dalle sue tappe”.

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Circuito del Mito 2010. Torna la manifestazione, nata da un’idea del maestro Franco Zeffirelli, che ha segnato un solco indelebile nella preparazione e nella programmazione del segmento del turismo culturale in Sicilia. Si tratta di una serie di eventi, spettacoli, concerti e mostre, legati tra di loro dal binomio turismo – cultura che ha avuto un’anteprima il 25 giugno con l’inaugurazione di “Fabrizio De Andrè: La mostra”, per chiudersi ad ottobre. Sotto la direzione artistica di Giancarlo Zanetti, sono oltre 150 gli spettacoli, da Tony Bennett ai Deep Purple, da Diana Kroll a Pino Daniele, a Uto Ughi, fino a Elton John, che sfruttano l’appeal internazionale della bellezza artistica dei luoghi più suggestivi della Sicilia, dal teatro antico di Taormina, al tempio di Segesta, al castello di Milazzo, per un cartellone di grande richiamo turistico. La Sicilia è pronta, insomma, a una nuova sfida per diventare capitale della cultura in tutta l’area del Mediterraneo. On. Nino Strano


Taormina

la cartolina

L’isola (è) a l l Be

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Assemblea Regionale Siciliana

dell’ARS

25 MAGGIO 1947 / 25 MAGGIO 2010: 63 anni dopo la prima seduta dell’Ars, è tempo anche di riflessioni. Lo Statuto siciliano è un patrimonio dell’Isola ma 64 anni di distanza dalla sua approvazione forse è ancora ancora poco conosciuto persino dagli stessi abitanti della Trinacria. “Non credo che il problema dei siciliani sia tanto quello di conoscere lo Statuto –AFFERMA IL PRESIDENTE DELL’ARS, FRANCESCO CASCIO (nella foto)-, quanto piuttosto quello di verificare nella realtà quotidiana gli effetti reali di questa speciale autonomia. Credo che le prerogative che esso ci offre vadano utilizzate per garantire quanto più possibile misure volte al rilancio di questa terra. Come, ad esempio, la fiscalità di vantaggio che, nell’ottica dell’autonomia tributaria della regione, è un punto strategico su cui incidere a favore del nostro tessuto economico. L’autonomia va resa operativa attraverso il coraggio e la capacità di interloquire con i vari livelli istituzionali e soprattutto con lo Stato centrale, oltre che con l’Unione Europea, affinché sia riconosciuto alla Sicilia il suo giusto peso. Non chiediamo assistenzialismo, ma piuttosto di poter produrre sviluppo e per poterlo fare, occorre ci vengano forniti gli strumenti per gareggiare a parità di condizioni con le altre regioni d’Italia. Penso ad esempio agli investimenti infrastrutturali che ancora seguono logiche viziate da un certo strabismo, che, purtroppo, fa correre Nord e Sud a due velocità diverse!” - Si è celebrato l’evento anche illustrando il primo Rapporto sullo stato dell’attività legislativa e parlamentare. Presidente Cascio, come commenta la novità? “Si tratta di un’iniziativa particolarmente significativa per il Parlamento Regionale Siciliano, perché costituisce una novità assoluta per la nostra istituzione, rispetto, invece, al piano nazionale, dove questo documento è già da tempo una concreta realtà. Con questo strumento abbiamo fotografato in dettaglio l’attività legislativa e parlamentare sotto i profili quantitativi, qualitativi e contenutistici. Si è svelato, così, un quadro caratterizzato dal rinvigorimento del ruolo legislativo, dell’efficienza e della trasparenza: un

obiettivo a cui ho lavorato sin dal mio insediamento”. - I dati presentati prospettano un elevato numero di leggi portato avanti in Parlamento. Al di là dei numeri, cosa rivela questa attività legislativa? “Sfogliando le pagine di questo rapporto emerge più di una condizione per respingere al mittente alcune delle accuse susseguitesi talvolta in questi mesi, che ingenerosamente hanno additato il Parlamento come un organo lumaca. Il documento, infatti, rileva non solo che la produzione legislativa complessiva, in meno di due anni, si è attestata a quota 53 leggi, ma, altresì, che un numero rilevante di esse è frutto di iniziativa parlamentare. Un risultato conseguito grazie ad un novero esteso di azioni conducenti in modo univoco al duplice risultato di efficienza, efficacia e qualità del lavoro svolto in Aula e prima ancora in Commissione”. - Ha avuto modo recentemente di confrontarsi pure con il presidente della Provincia autonoma di Bolzano. Questi incontri offrono input interessanti alle regioni italiane a Statuto speciale, nel senso che da simili circostanze potrebbero nascere rapporti di sinergia per sfruttare al meglio le prerogative di cui godono? “ Certamente, soprattutto, in un momento in cui dobbiamo vigilare, affinché i cambiamenti legati alla riforma federale rispettino le particolari peculiarità delle regioni ad autonomia speciale. Per quel che attiene la Sicilia, in particolare, accanto al trasferimento delle competenze deve affiancarsi anche un altrettanto adeguato trasferimento di risorse, altrimenti il federalismo si tradurrà in un boomerang”.

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dossier istituzioni

Il compleanno



di cultura tra mare e cielo

la crescita civile e sociale di una comunità, oltre che per il migliore sviluppo economico di un territorio». “Puntare sulla cultura – conclude – significa altresì costruire un’economia intorno alla sua produzione e al suo consumo; significa accrescere localmente occupazione e reddito, esternalità e innovazione. Nel progetto della Provincia regionale di Catania si punta da un lato all’efficienza, al rigore e alla trasparenza nella prassi amministrativa e, nel contempo, si punta sempre più, appunto, sulla cultura quale leva d’attrazione turistica, proponendo spettacoli e manifestazioni di alto livello, come quelli inseriti nel cartellone di Etnafest 2010. Abbiamo scelto di concentrare le nostre risorse sulla qualità più che sulla quantità degli eventi”.

dossier istituzioni

C

’è un fil rouge che attraversa tutte le attività della Provincia Regionale di Catania: la visione concreta della realtà e le prospettive di rilancio. Rilanciare un territorio riscoprendo e valorizzando il suo lato culturale è uno degli investimenti migliori che un Ente pubblico possa fare. Forse, è l’investimento più importante per creare un’immagine “nuova”. «Stiamo puntando al risveglio culturale della nostra provincia – dichiara il Presidente, GIUSEPPE CASTIGLIONE (nella foto) –, un territorio meraviglioso, vulcanico per natura, ma soprattutto per idee ed intelligenze, che merita attenzione da parte delle Istituzioni ed un’offerta culturale degna della storia di questa città e del suo hinterland”. “Abbiamo la fortuna, oltre che la responsabilità, di disporre di uno straordinario patrimonio di beni artistici, museali, paesaggistici, di professionalità e competenze, di un patrimonio di culture e tradizioni che costituiscono in gran parte la nostra identità, ma siamo ancora molto indietro rispetto all’assunzione della cultura come uno dei fattori di sviluppo, come una delle molle che acquistano sempre più centralità nella strategia complessiva di rilancio di un paese moderno. – aggiunge Castiglione, che è anche presidente dell’UPI – Nel mio mandato amministrativo voglio creare le condizioni per una svolta importante; investire in cultura è una necessità per

Provincia Regionale di Catania

Una striscia

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de gustibus

Verde PISTACCHIO 44


de gustibus

G

elati, creme e dolci di ogni tipo. Ma anche primi piatti, arancini, salsiccia, panettoni natalizi e colombe pasquali, splendide torte, ed anche il famoso “pesto”. Tutti rigorosamente a base del miglior pistacchio del mondo, ovvero quello tipicamente verde che si produce a Bronte dove si produce rigoglioso traendo vantaggio dal clima e dalle risorse che gli conferisce la nera lava dell’Etna. Non a caso ormai in tutto il mondo è risaputo che il miglior pistacchio del mondo si produce a Bronte, patria naturale del prezioso frutto verde di origine mediorientale introdotto dai Romani e valorizzato dagli arabi (fristach, lo chiamavano i musulmani all’epoca della dominazione della Sicilia, frastuca è uno dei termini dialettali siciliani), vero e proprio patrimonio della gastronomia. Primato acquisito sin dal 1860, quando interi pascoli e terreni incolti furono trasformati in pistacchieti, e la pianta coltivata è diventata il fulcro di tutto il sistema agricolo ed economico di una ristretta area dell’etna. A questo suo tesoro Bronte, ogni anno dedica la Sagra, che è la splendida vetrina dell’ ”Oro verde” come lo chiamano qui. Una sagra che grazie al sindaco Pino Firrarello negli ultimi anni ha fatto raggiungere al pistacchio una fama ed una notorietà che hanno valicato i confini nazionali, richiamando l’attenzione dei media di tutto il mondo, migliaia di visitatori cu-

riosi e soprattutto golosi di piatti prelibati e di antiche ricette e facendo raddoppiare il prezzo. Quali sono le caratteristiche di questo prezioso frutto che fa parte del paniere dei prodotti tipici dell’Etna? Il pistacchio conteene molte proteine (18-23%), olio (50-60%), vitamine ed altre sostanze non azotate (15-17%), fra i quali, (e qui i brontesi ne vanno veramente fieri) prevale il principio attivo della fecondità. Il frutto ha quindi un valore nutritivo molto alto ed il suo valore in calorie è doppio di quello del burro. Il pistacchio, inoltre, è assai pregiato e ricercato anche per il suo sapore aromatico e gradevole in pasticceria, in gelateria e per aromatizzare ed insaporire molte vivande. Ma è chiaramente in cucina e pasticceria che il Pistacchio di Bronte diventa un Re. Se da una parte, infatti, la fama delle Pennette al Pistacchio ha fatto il giro della Sicilia per la loro bontà, non meno prelibata è la pasta fresca fatta in casa realizzata con la farina di pistacchio. I dolci naturalmente la fanno da padrone: paste, torte e gelati sono resi ancor più gustosi con il prezioso frutto dell’Etna che è servito negli anni anche ad inventare prelibatezze nuove. Il dolce del pistacchio ed il salato dei secondi piatti più tradizionali riescono a sposarsi nella salsiccia di pistacchio, ormai richiestissima. E pure la mortadella migliore si condisce con il pistacchio, che se è di Bronte è sinonimo di grande qualità.

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cinenostrum

L’anno di SCOLA

Una settimana con Ettore Scola a Cinenostrum, la rassegna cinematografica organizzata ad Acicatena, giunta alla VI edizione, fortemente voluta dal sindaco, on. Raffaele Nicotra. Scola, regista, tra i maestri del cinema italiano, firma di film indimenticabili come Brutti, sporchi e cattivi o Una giornata particolare, ha lavorato con i più grandi attori italiani, da Sofia Loren a Marcello Mastroianni, da Nino Manfredi a Ugo Tognazzi, da Vittorio Gassman a Stefania Sandrelli. Il suo capolavoro, “C’eravamo tanto amati”, è datato 1974: il film ripercorre un trentennio di storia italiana attraverso le vicende di tre amici, l’avvocato Gianni Perego (Vittorio Gassman), il portantino Antonio (Nino Manfredi) e l’intellettuale Nicola (Stefano Satta Flores), tutti innamorati di Luciana (Stefania Sandrelli). Nel film, dedicato a Vittorio De Sica, compaiono anche Marcello Mastroianni, Federico Fellini e Mike Bongiorno nella parte di loro stessi, oltre ad Aldo Fabrizi e Giovanna Ralli. Altro film che ripercorre un lasso di tempo di 80 anni è “La famiglia”, del 1987. Pellicole intramontabili anche “Splendor” e “Che ora è”, entrambi con Mastroianni e Massimo Troisi. Prima proiezione alle terme di Santa Venera il 17 luglio.

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solidarietà Fondazione Francesca Rava - N.P.H. Italia Onlus

“Con i bambini di HAITI”

N

el sorriso restituito ai bambini poveri rivive il sorriso di Francesca Rava, la sua voglia di donare vita, la sua fiducia nell’amore universale e nella condivisione fraterna. A lei è intitolata la Fondazione costituita nel 2000 e portata avanti dalla sorella Maria Vittoria (nella foto). La mission è l’aiuto all’infanzia in condizioni di disagio in Italia e nel mondo tramite adozioni a distanza, progetti, volontariato. La Fondazione rappresenta in Italia N.P.H. - Nuestros Pequeños Hermanos (I nostri piccoli fratelli), una delle più importanti e serie organizzazioni internazionali fondata nel 1954 in Messico da Padre W. B. Wasson e presente in 9 paesi dell’America Latina con case orfanotrofio che accolgono attualmente oltre 3.500 bimbi. N.P.H. ha salvato dalla strada nel tempo oltre 25.000 bambini. Attualmente la Fondazione Francesca Rava N.P.H. Italia Onlus è particolarmente impegnata nel portare cure e speranza in Haiti, paese in emergenza quotidiana dove già da prima del terremoto 1 bambino su 3 moriva prima dei 5 anni, 1 su 2 non andava a scuola, il 70% della popolazione non aveva lavoro. E nelle ore più drammatiche subito dopo la calamità e nella fase attuale di intervento sanitario e di ricostruzione, le strutture e i volontari di N.P.H. hanno consentito di dare un fondamentale contributo agli aiuti internazionali. L’OSPEDALE PEDIATRICO N.P.H. SAINT DAMIEN è una struttura d’eccellenza realizzata su progetto tecnico italiano ed inaugurata nel 2006. Unico sull’isola, è il più grande dei Caraibi, assiste 25.000 bambini l’anno ed è dotato di 2 sale operatorie, pronto soccorso, radiologia con digital x-ray machine, laboratorio di analisi, farmacia, cancer centre, terapia intensiva, degenza. Medici italiani hanno eseguito al Saint Damien delicate operazioni chirurgiche pediatriche mai effettuate nel paese. Dà lavoro a 260 haitiani. L’ospedale, realizzato con criteri antisismici, è stato solo parzialmente danneggiato dal terremoto e per molti giorni è stato l’unico ospedale operativo sul posto. Il Saint Damien è stato la base della Protezione Civile Italiana che accanto ad esso ha installato il suo ospedale da campo. Di recente è stato aperto d’emergenza un reparto di maternità, con 12 letti, una sala parto, un’area neonatale con 8 incubatrici. La Fondazione dal terremoto non ha mai cessato

di inviare medici, infermieri specializzati, fisioterapisti volontari al Saint Damien: il direttore sanitario dell’Ospedale è il pediatra dr Roberto Dall’Amico. 5 cliniche mobili formate da un team di medici, infermiere e ostetriche hanno operato ogni giorno per 3 mesi nei quartieri più disperati, tra cui Cité e Soleil, Delmas e nelle tendopoli di Port au Prince, assistendo circa 100-180 pazienti al giorno soprattutto bambini. ALTRI INTERVENTI PER IL TERREMOTO: presso il centro di riabilitazione Casa dei Piccoli angeli la Fondazione ha avviato un programma di applicazione protesi che ha consentito già a 120 bambini amputati a seguito del terremoto di ricominciare a camminare. Nella Casa orfanotrofio N.P.H. a Kenscoff, sulle montagne sopra Port au Prince, vivono 600 bambini, molti di loro rimasti orfani a seguito del terremoto. N.P.H. Haiti ha già acquistato con fondi provenienti dall’Italia un terreno per la costruzione di un nuovo orfanotrofio che accoglierà fino a 500 bambini. I programmi di distribuzione alimentare ogni giorno assicurano tonnellate di cibo. Dieci anni di impegno e tante altre cose ancora da fare. Tra i progetti, a parte l’assistenza sociosanitaria: education e formazione professionale; attività con le scuole; lotta all’abbandono neonatale con il progetto ninna ho in partnership con KPMG, che informa le mamme in difficoltà sulla possibilità di partorire in anonimato e prevede una rete di culle per la vita presso ospedali in tutta Italia. I recapiti: Fondazione Francesca Rava – N.P.H Italia Onlus ha sede a Milano, tel. 0254122917 www.nphitalia.org

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scatti

di Massimo Pantano

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scatti

APPUNTI DI VIAGGIO Siamo sul lago Turkana, al confine tra Etiopia e Kenya, la nostra meta è Loiyangalani, villaggio di pescatori abitato dalla tribù dei Turkana. Dopo tanto deserto e 2500 chilometri percorsi a bordo

del nostro “truck” , io rimango a bocca aperta nel vedere quella distesa d’acqua all’orizzonte, conosciuta come “il mare di Giada”. Comincio a scorgere le prime capanne dei pescatori sulle sponde del lago, alcuni di loro ci vengono incontro facendoci segno di caricarli a bordo, ancora l’accampamento principale è lontano. Ad attenderci troviamo un tedesco, a dire il vero un po’ strano, che gestisce il lodge. La gente è molto interessata a noi, si avvicinano curiosi, molti ridono, cercano di capire da quale lontano mondo veniamo. Dopo che la guida ci dà l’ok per entrare nel villaggio, mi perdo tra le capanne, faccio subito amicizia con delle donne, facendo vedere i loro figli sul display della macchina fotografica. Mi offrono del the, con un sorriso riesco ad essere accolto nelle loro case. Loro sono di un’etnia dai lineamenti molto belli e così mi sento all’interno di un set, visto che la mia specialità sono i ritratti. Faccio centinaia di scatti, non percepisco più il caldo e la sete. Da queste parti, da dicembre a marzo, le temperature possono raggiungere persino i 58°C. Scendo sulle rive del lago dove i pescatori si imbattono contro il persico del Nilo (ne è stato pescato uno da 46 Kg!). Quello che più mi colpisce è vedere tanti bambini soli, piccolissimi e già al lavoro: chi trasporta l’acqua nelle capanne, chi pascola il gregge fino al crepuscolo. Osservando questi bambini “abbandonati” dal mondo, provo una grande tristezza per un senso di impotenza che mi pervade. Spero che da lassù, qualcuno possa proteggerli……

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passaparola

Park Art Si chiama Park Art l’ultima frontiera dell’arte. Arte on the air, realizzata in musei all’aperto che poi sono i parcheggi a pagamento con gli stalli blu. Un progetto di guerrilla creativa urbana, nato per promuovere l’estro di una community vogliosa di riappropriarsi dello spazio cittadino. In pratica l’artista paga con le schede apposite l’area solitamente adibita a parcheggio, per una o più ore, ma per farne un uso alternativo. O meglio dire, espositivo. Pagando il suolo pubblico si diventa possessori di uno spazio fisico, poco importa se poi piazzi l’automobile oppure un’opera d’arte. Le strisce blu così diventano gallerie all’aperto, a disposizione della gente che avrà il piacere di godere della visione di una scultura, di un quadro o di quant’altro. Per un tempo determinato. Poi l’Arte si sposta, in un altro angolo della città, creando ancora curiosità e stupore. Fino ad ora il progetto è stato già realizzato a Città del Messico, Lima, Parigi, Genova, Milano, Roma, Torino, , Imperia, Bassano del Grappa, Bologna e Firenze. Attesa per la “prima” in Sicilia, data da destinare. La volta buona forse sarà l’evento in contemporanea che alcuni fautori della ParkArt intendono organizzare coinvolgendo le community delle maggiori città del mondo. Per saperne di più esiste il sito www.parkart.tk




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