M il Magazine n. 3

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1 €

Luisa Beccaria

Fashion Dinasty al femminile

Moda

è l’ora della bella stagione

Sicilia ombelico del mondo


Cover

“Luisa Beccaria” è una maison al… femminile.

La stilista amata dalle Dive,

Luisa Beccaria, sposata con l’imprenditore siciliano Lucio Bonaccorsi di Reburdone, alle sue figlie ha trasmesso

l’amore per il mondo della moda :

Lucilla

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“Mia figlia , a soli anni, già lavora all’interno dell’azienda e si occupa sia della parte stile e comunicazione, sia della parte commerciale. È molto creativa e fattiva. Mia figlia , che di anni ne ha

Lucrezia

22, studia a Londra Design degli Interni e

un giorno potrebbe dedicarsi alla linea homewear. Luna la vedo

proiettata verso l’universo bambino ed oggi è da sé una testimonial, perché sfila per la linea bimbi”.

La “L” iniziale in tutti i nomi di famiglia, anche quelli dei due figli maschi, Ludovico e Luchino.

(nella foto di copertina: Luisa Beccaria con le figlie Lucilla, Lucrezia e Luna; in questa pagina: Lucilla e Lucrezia Bonaccorsi - photo Press Office Luisa Beccaria)


08 LUI

Massimo Giletti

Fashion Book

09/16

LIMITED EDITION

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Biciclette d’Autore

05 17 18 21 23 24 25 26 30 31 32 34 39 40 42 44 46 50

LA CARTOLINA L’Ottimismo - di Agata Patrizia Saccone

TENDENZE I love swapping - di Mariella Caruso

MODA E’ l’ora della bella stagione

07 LEI

Milly Carlucci

MODA Borse in rialzo

NEW OPENING Accessori “de luxe”

DE GUSTIBUS Tutti i colori della granita

STORY I dolci del marine - di Marta Vinciguerra

INPUNTADIPENNA A ciascuno il suo status - di Marco Liorni

AVVENTURA Alcantara, su e giù per la Valle

VIAGGIARE Volare, niente paura!

DIARIO

27 TURISMO

Sicilia, Ombelico del Mondo

Alicudi, il pittore eremita - di Antonella Gurrieri

ARTESICULA Ceramiche, effetto gloss - di Francesca Marchese

STARS Cafiso, un siciliano con Obama

BUSINESS Diversity Management - di Amanda Jane Succi

CIN CIN Le spose più belle del mondo

COPPIA…SCOPPIA Tutti pazzi per amore…della propria casa

INTERNI Loft, stile di vita

MOSTRE Hussein Chalayan, il designer pensatore di Marc George Emerson

EVENTO

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Il mobile, nel Salone



la cartolina

Agata Patrizia Saccone

L’Ottimismo

I

n un periodo assai particolare come questo che stiamo attraversando, dove tutti siamo presi dalla PSICOSI DA CRISI, ritengo che la parola magica per sopravvivere ai bombardamenti dei media sia proprio questa: OTTIMISMO! In fondo non e’ poi cosi difficile concentrarsi per sprigionare energia positiva, basta impegnarsi un po’ di piu’ e lamentarsi un po’ meno. L’arte di godersi la vita, infatti, e’ un merito che non deve ascriversi solo all’alimentazione o al clima, bensi’ alla capacita’ di affrontare il quotidiano con lo spirito giusto, per fronteggiare meglio ogni difficolta’. OTTIMISMO, dunque. Pure i medici, consigliandolo, ormai ne fanno un utilizzo quasi terapeutico. Deve essere un esercizio mentale. Alcuni studiosi sostengono persino che questo sia l’elisir di buona salute: in pratica chi pensa positivo vivrebbe di piu’. In un paesino della Cina, a quanto pare, vivono parecchi uomini centenari che han-

no adottato proprio questa filosofia come FORMULA MAGICA: il piu’ anziano si dice abbia 118 anni! Ebbene, noi siciliani, ad esempio, abbiamo la fortuna di abitare una terra baciata dal sole, laddove ci si puo’ permettere di andare a fare un break al mare gustando una buona granita (possibilmente ammirando i faraglioni), piuttosto che trascorrere la pausa mensa in una fredda e caotica sala. Proprio da questo “miracolo naturale” dobbiamo imparare a trarre il benefico effetto dell’OTTIMISMO. Sfruttando inoltre le mille risorse a nostra disposizione, quelle che ci consentono di non perdersi d’animo. Del resto, fa parte del nostro DNA, siamo abituati a rispondere alla precarietà con la creatività. Allora, cerchiamo di confrontarci bene con la psicosi da crisi. Rispondiamo con un atteggiamento positivo, che ci rende la realta’ sicuramente più piacevole. E poi, come direbbe qualcuno, …. “the show must go on”.

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Milly Carlucci

Camilla Patrizia,

detta Milly.

Bella, elegante, professionale,

volto amato della TV,

padrona di casa delle

stelle che ballano. è campionessa di ascolti & regina sui pattini‌ che ama fare indossare pure ai vip! di Agata Patrizia Saccone

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lei

Gli uomini italiani hanno sfatato il pregiudizio di essere statici e incapaci di buttarsi in una pista da ballo. Sono arrivati in finale dimostrando che, senza sembrare ridicolo, anche un vero maschio italiano può ballare come John Travolta”. Pa-

rola di MILLY CARLUCCI, impeccabile padrona di casa di “Ballando con le Stelle”, trasmissione di successo di Rai Uno. - Signora Carlucci, non può che ritenersi assolutamente soddisfatta anche di questa nuova edizione…? “Un risultato assolutamente insperato, abbiamo fatto più del cinquanta per cento di ascolti. Anche vedere questi personaggi famosi affrontare con grande dignità una gara di ballo, iniziando praticamente da zero, dove serve impegno fisico non indifferente, sicuramente oggi mi rende felice”. - Dicevamo degli ospiti-protagonisti. Abbiamo visto sotto nuova veste il principe Emanuele Filiberto, la grande atleta Valentina Vezzali, una brava comica come Emanuela Aureli… “Credo che si veda chiaramente che l’impegno di tutti è stato totale. Persino quelli un po’ più rigidi, che avevano iniziato in una condizione di quasi immobilità, sono riusciti a regalarci delle coreografie da… quasi professionisti”. - La giuria, odiata e amata dalla gente. E’ vero che Lamberto Sposini, il prossimo anno, potremmo vederlo in pista? “Questa è stata una provocazione della penultima puntata. A me farebbe un immenso piacere, ma credo che lui preferirebbe farsi incatenare ad un albero piuttosto che ballare”. - Con Paolo Belli ormai siete una coppia artistica, nel lavoro, assai affiatata. Le piacerebbe condurre con lui “Domenica In”? “Bene, potrebbe anche essere un’idea, ma per adesso siamo entrambi molto impegnati a pensare come fare di più e meglio per la prossima edizione di “Ballando…” - Tra i maestri ballerini di “Ballando…” c’e’ anche un simpatico siciliano, Raimondo Todaro… “Raimondo lo sto vedendo crescere, da ragazzino è diventato uomo. E’ un ragazzo straordinario, di grande simpatia, semplicità e fascino…fascino latino s’intende, no???”

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lUi

massimo giletti

il Mattatore

D

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a cinque edizioni, il mattatore de “L’Arena” è lui, MASSIMO GILETTI, presenza fissa di “DOMENICA IN” e ospite televisivo, quindi, nelle case degli italiani ogni settimana. “Desideravo inserire nell’appuntamento della domenica di RAI UNO una riflessione su temi di attualità. L’ho voluto fortemente e ha creduto nella mia idea il direttore Fabrizio Del Noce. E’ stata una scommessa vinta!”. - Quattordici anni fa hai lavorato a “MIXER”, un programma a cui sei rimasto legato… “MIXER è il programma in cui sono nato, un rotocalco di approfondimento, informazione e spettacolo dove l’immagine filmata domina sulla parola. Un programma che mi piacerebbe condurre…” - Chissà che allora… “No…figuriamoci! Proprio perché chiedo MIXER, magari mi faranno fare… Sanremo, ma quando avrò 76 anni, come Raimondo Vianello!”. - I programmi come i reality oppure le trasmissioni nostalgiche non fanno invece per te? “Più che altro dobbiamo dire che la televisione oggi ha difficoltà a produrre nuovi programmi da PRIMA serata. Perciò i successi si legano spesso a trasmissioni che rimandano al passato. E questo, ritengo, sia un grande limite per la tv!” - Provieni da una famiglia di industriali, eppure hai scelto di intraprendere la strada del giornalismo… “Ho provato a lavorare nell’azienda di famiglia, ma era un ruolo che mi stava stretto. Volevo vivere altre avventure, ho scelto una strada forse in salita, ma oggi sono contento perché la mia voglia di libertà è stata premiata”. - Della tua vita privata si sa ben poco. Il desiderio di avere un figlio? “Credo che per avere un figlio intanto bisogna avere una moglie, non si possono scindere le due cose!” - Sei un credente e sappiamo della tua grande fede verso Padre Pio, cosa ti affascina maggiormente della sua spiritualità? “Al di là del credere o non credere, ritengo che Padre Pio abbia fatto un miracolo laico. Quello di

realizzare un OSPEDALE in una landa deserta permettendo a migliaia di persone del Sud Italia di non arrivare sino al Nord per cercare la via della guarigione…”


FASHION BOOK

“La

Moda passa attraverso lo

stile che ognuno di noi riesce ad esprimere. Lo stile si può inventare e perfezionare. Il look non è quello che ti viene imposto bensì quello

che ti viene suggerito e da cui riesci a trarre l’essenza estraendone il meglio per coprire il corpo e liberare la tua mente”.

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LUISA BECCARIA Midnight Summer Dream C’è la magica atmosfera di un giardino incantato popolato di fate vestite di tessuti impalpabili, di colori soft, di grazia e leggerezza nella collezione di Luisa Beccaria. Preziosamente poetica. Fluidità e struttura. Linee sciolte e quasi incorporee si alternano a costruzioni più sostenute e enfatizzate. Le silhouette non sono mai statiche. Leggera e delicata anche la palette dei colori: dall’avorio al rosa in diverse tonalità, dall’azzurro chiarissimo al pervinca più intenso, sino al grigio pallido, dalle insolite sfumature ottenute sovrapponendo più strati di tulle o chiffon.

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moda LUISA BECCARIA AUTUNNO INVERNO 2009/2010 Il nuovo sogno Luisa Beccaria racconta una donna dalle mille anime, poliedrica, volubile, ma sempre autentica. Voluttuosa e audace ma anche poetica ed elegante, sognatrice ma allo stesso tempo decisa e contemporanea. La collezione Luisa Beccaria AI 09-10 interpreta tutte queste sfaccettature con una sfilata dove la continua ricerca ha dato vita a pezzi dalla forte personalitĂ , seducenti e mai effimeri. LUCI ed ombre si alternano. Tessuti corposi come il satin, il razmir e il mikado lasciano spazio a impalpabili nuvole di chiffon e tulle.

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moda

MARIELLA BURANI P/E 2009-03-17

Toni Animaliers Avere stile vuol dire rimanere fedeli a se stessi. Le proposte moda Mariella Burani per l’estate prossima hanno tre qualità: sono confortevoli, attraenti ed hanno sex appeal. Contrasti continui, toni dark oppure flash. Ci sono: l’abito a tubo, le gonne spumeggianti, la tradizione dei pizzi, il futuro del disegno al computer; e poi, i fiori, le vegetazioni, gli ANIMALIERS, il fascino dei nuovi look d’evasione e metropolitano. Una collezione destinata a tante donne e tanti paesi.

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moda

Pinko White PE09 La collezione propone una donna dallo spirito eclettico che vive la moda in modo nomadico. Tra anni ’80 e colore, passa dall’allure parisienne ad uno stile tribal chic. Le tinte sono decise: il blu elettrizzante interpreta le linee più pulite, la luminosità delle nuances del cipria tingono i tessuti volatili e leggeri, le tinte brillanti e vitaminiche colorano micro abiti. Sensuale, ammiccante e ironica la donna Pinko vuole una silouette contemporanea. E’ l’icona di una nuova femminilità nel comfort. Arricchisce i classici abiti tubino con alte cinture obi drappeggiate di chiara provenienza orientale. Un scintillio paillettes illumina e colora, gonne francobollo si trasformano da oggetti per l’evening wear a piccoli passepartout di stagione da indossare liberamente.

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moda

Il Surrealismo di

Agatha Ruiz De La Prada AGATHA RUIZ DE LA PRADA, sempre influenzata dall’arte, dedica questa collezione a Dalì e ai pittori surrealisti. E’ una collezione che trae spunto dal passato, reinterpretando le più famose creazioni della STILISTA SPAGNOLA, come il “VESTITO PIANO”, il “VESTITO GABBIA” e il “VESTITO OMBRELLO”: abiti che furono esposti alla Triennale di Milano e in molti altri celebri musei in Europa e in America. La donna di Agatha Ruiz de la Prada è talmente poliedrica che può essere allo stesso tempo una donna-ombrello, la luna, un pesce, uno strumento musicale, una bellissima donna vestita di raso argentato. Gli abiti sono realizzati con i tessuti più disparati, da quelli più classici ed eleganti, come la seta, la garza, il velluto e la lana, a quelli più moderni come i materiali metallizzati (olografici, vernici o trapuntati).

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moda

Custo Barcelona PE 2009. Abito modello bustier senza spalline con drappeggi di seta nei toni del blu elettrico, fucsia, verde bottiglia.

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tendenze

di Mariella Caruso

A

nche Luciana Littizzetto lo fa. Cosa? Lo ‘swapping’. E che è? Solo un tornare indietro alle origini del pensiero economico, esercizio quasi necessario in tempi di crisi. ‘To swap’ in inglese significa barattare e lo swapping oggi rappresenta il nuovo trend dello shopping a costo zero. Soddisfa la voglia di cambiare look, di essere fashion senza mettere mano al portafoglio. Particolare che, in questo particolare momento, non è trascurabile. Anzi. Così per combattere il “caro prezzi” ecco tornare in auge il baratto… ma rigorosamente riservato a capi e accessori ultrafashion e declinato in party chic organizzati strategicamente. Il fenomeno, partito dagli Stati Uniti (DOVE ADESSO NE ESISTE UNA VERSIONE VIRTUALE, VEDERE PER CREDERE IL SITO www.swapstyle.com), è transitato ben presto da Londra dove, a poco più di un anno dall’avvio degli swapping party seriali, il fenomeno è in ascesa, legato a doppia mandata anche al boom della moda vintage. Armadi zeppi che si svuotano e borse Balenciaga, Louis Vuitton, Prada, scarpe Jimmy Choo, abiti e foulard cambiano di mano in un battibaleno permettendo alle signore bene e alle fashion victim di cambiare abito e accessori senza colpo ferire. Da qualche mese la moda degli ‘swapping party’ si sta diffondendo anche in Italia. A fare da apripista, la città della moda, quella Milano da bere che risente della crisi (le boutique del Quadrilatero allettano i clienti storici con promozioni fuori stagione e ipotizzano

di fare campagne sconti particolari legati a periodi fieristici come quello coincidente con il sempre più atteso Salone del Mobile), ma che non vuole perdere il suo appellativo. Tra i più famosi swapping party ci sono quelli periodici dell’Atelier del riciclo: l’affitto del divanetto compreso di consumazione costa 15 euro e durante la serata c’è a disposizione anche una massaggiatrice professionista! Ma spesso ad organizzarsi alla chetichella in case private sono, con il metodo del passaparola, gruppi eterogenei di amiche delle amiche. Il motivo è presto detto. Le catene allungate delle rubriche assicurano che ciò che è ‘swappato’, o passato di mano, non riappaia più volte in appuntamenti mondani frequentati da amici comuni di chi ha barattato dando fondo agli armadi sovraffollati. Ma lo ‘swapping’ ha pure un lato meno fashion e più sociale quando ad essere scambiati sono abiti, giochi e accessori per bambini. I primi ‘swap kid’ italiani sono stati celebrati a marzo con un ottimo successo. Del resto, come ha documentato uno studio del dipartimento di Scienze Economiche dell’Università di Verona, la spesa aggiuntiva mensile per un bambino fino ai 5 anni è di 252 euro, circa tremila euro in un anno. Senza dimenticare che, come rileva l’Istat il primo figlio comporta una diminuzione del reddito familiare tra il 18% e il 45%, con una spesa aggiuntiva tra i 500 e gli 800 euro mensili. Quindi perché non fare di necessità virtù e ‘swappare’ alla luce del sole dando un calcio alla crisi?

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moda

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MODA

1. Si chiama CITY LONDRA il bracciale Rosato. I charms propongono particolari english come la corona, la scatola del thé, la tradizionale cabina ‘telephone box’. 2. Una CAMICIA con rouches in edizione limitata proposta da Naracamicee, in glicine, colore “in” di stagione. 3. La collezione Brooksfield uomo si veste di tessuti fantasia: micro quadretti, pied de poule, righe e tartan reinterpretati nella tonalità e nella tessitura. Molti capi sono realizzati con uno speciale materiale fresco ‘Summer Oxford’. La cartella colori delle proposte per la prossima estate spazia dal giallo al turchese, dal verde, al rosso, senza dimenticare i colori naturali e le tonalità del blu. 4. Il FLOWER POWER distingue l’abito Palladium. Coloratissimi fiori abbelliscono l’intera mise, quasi folk, pratica per tutti i giorni. 5. Arcobaleno di scarpe firmate Stuart Weitzman. E’ il modello ‘BLONDIE’, tutto colori e zeppe. 6. La TUTA è il passepartout per la prossima stagione, capo basic da indossare di giorno e di sera: dai tagli irregolari il modello in seta e raso rosso firmato Salvatore Ferragamo. 7. L’OCCHIALE da sole è un must di stagione: ce n’è per tutti i gusti, ma il design della cat woman è quello che va per la maggiore. Lenti colorate o scurissime, a schermo totale, quelli firmati Sama Eyewear, sunglassess per divi. 8. La signora in giallo, altro colore dell’estate elegante per le bionde e sublime per le brune. Non manca nella COLLEZIONE Dior ispirata alle donne del Masai. 9. In giallo anche i COSTUMI, con un revival degli anni Cinquanta, come suggerito da Michael Kors: culotte, pois, intrecci sexy e oblò maliziosi. 10. Nelle sue mille declinazioni, c’è pure la versione short della TUTA, firmata Sportmax, molto bon ton e stile romantico. 11. Il ritorno agli anni ’80 è sancito dagli OROLOGI: vi ricordate i mitici orologi al quarzo da polso, con quei tipici led? Rieccoli, stavolta però riproposti in vari colori, con cinturini in gomma, vedi il pink power o lo yellow della Timex 80.

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moda

LA PERLA Beachwear LA PERLA P/E 2009 1. Bikini con ricamo di tubicini metallici sulle coppe 2. Costume con motivo a “soutache� che riproduce la silhouette del ponte di Brooklyn

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MODA

BORSE IN RIALZO

Tokyo, London, New York, Paris, Milan... + 7,5% voglia di comprarle

1 - TOD’S, zip-bauletto 2 - LOUIS VUITTON bauletto graffiti speedy 3 - VERSACE 4 - CHANEL 5 - FURLA 6 - GUCCI 7 - MARIELLA BURANI 8 - ARMANI 9 - MARC JACOBS 10 - PRADA 11 - HERMES, Kelly

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new opening

Accessori “de luxe” Bally, Borbonese, Bottega Veneta, Car Shoe, Celine, Christian Lacroix, DonnaKaran, Givenchy, Ralph Lauren, Salvatore Ferragamo: sono alcune griffe esclusive di scarpe e accessori donna le cui prime linee si possono ammirare, esposte come veri oggetti d’arte, nell’elegante boutique MUSUMECI, recentemente inaugurata a Taormina, a pochi passi dal Duomo. Artefice è Mirella Musumeci -fashion editor di Vogue Italia per le pagine di accessori, tendenze e tessuti- che, con il fratello Maurizio, ha creato questa location assolutamente chic, rivolta all’alta fascia di mercato. “La passione per il mio lavoro e la competenza in materia mi hanno spinta a tentare questa nuova avventura” –spiega-. “Così ho deciso di accettare una sfida, quella di riproporre l’identità superba di Taormina, e farlo laddove ho il cuore, nella mia terra e con la mia famiglia”. Tra le peculiarità della boutique, gli artwork, quadri da lei stessa creati con un meticoloso lavoro di ricerca dei tessuti.

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de gustibus

Come

non esistono (più) le mezze stagioni, ebbene non sono (mai) esistite le mezze granite. E’ il momento di sfatare un

mito, legato a quella che è la specialità regina estiva della Sicilia (orientale). La famosa indicazione

della “mezza” granita risale alle origini, quando nel ghiaccio tritato o nella neve veniva spremuto mezzo limone (e non uno intero) con un po’ di zucchero, secondo le preferenze del consumatore. Il bicchiere, però, sempre pieno. Mai, con la granita, ci si abbandona all’ottica del bicchiere mezzo vuoto, tranne se la scelta è farlo poi trasbordare con una massiccia dose di panna. La vera granita, dolce goduria per il palato nelle giornate di caldo afoso, da gustare abbinata alla morbida brioche (alias, bbioscia in dialetto siculo), è comunque una esclusiva di bar e chioschi di Acireale, Catania, Messina, Taormina, Letojanni o Modica soprattutto, le città isolane dove viene preparata secondo la corretta ricetta che non ne fa soltanto un bicchiere di ghiaccio trito con un po’ di sciroppo a determinarne il sapore. Quella è cremolata, tutt’altra cosa. I gusti? Ormai c’è l’imbarazzo della scelta. Tanti, equivalenti ai tanti colori della granita: mandorla, caffè, cioccolata, fragola, gelsi (neri), pistacchio, limone, mandarino, pesca, ananas. Consiglio ai turisti, attenzione agli abbinamenti. Sono concessi, ma non possono essere azzardati. Vanno bene mandorla e caffè o pistacchio e cioccolata oppure fragola e gelsi, ma non avventuratevi in mandorla e limone, ad esempio! Il gusto vuole la sua parte, al di là dell’eventuale colpo d’occhio cromatico.

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D

alle cucine delle portaerei americane a quella di un locale sul lungomare di Riposto, gestito dal nipote Massimiliano insieme con il socio Enrico. Lui è WILBURN RAY, 76enne, ex marine ormai in pensione, che ha fatto la guerra del Vietnam ed è in Italia per amore. Un amore da far scandalo, ai tempi, per una donna con dieci anni di più, di nome Rosaria, diventata poi sua moglie. Lui la conobbe in un bar di Napoli e lei in un primo momento lo allontanò per non alimentare le “malelingue”. Ma poi l’amore trionfò e resiste ancora, dopo 52 anni di matrimonio. Loquace la signora Rosaria, di poche parole WEB (com’è soprannominato), più che mai uniti oggi nel cullare i sogni dell’amato nipote, che dal nonno ha ereditato la passione culinaria. Perciò nipote & nonno è possibile incontrarli insieme, talvolta, nella cucina di “ASTEMIO”, il wine bar più trend della zona del porto turistico di Riposto: Massimiliano Vasta, “il nipote”, è manager e all’occasione cuoco; LUI, “il nonno”, è sempre presente quando bisogna preparare i dolci. Oppure eccolo in prima linea per la festa del Giorno del Ringraziamento, tradizione americana che ha voluto riproporre in riva allo Jonio con tanto di tacchino ripieno a tavola. Wilburn Ray non ha l’aspetto del Rambo. Da

(ex) uomo duro forse sì, ma non certo per i tatuaggi, che riportano i nomi dei suoi due nipoti, Elisa e Massimiliano. Dopo un’infanzia dura e di lavoro per contribuire a mantenere la sua numerosa famiglia (erano in 15 in casa tra genitori e figli), giovanissimo si è arruolato nei Marines per volere del padre, deciso a far valere le regole con un figlio che, dopo un incidente stradale, stava perdendo la retta via, nonostante i brillanti risultati scolastici. La divisa militare indossata, però, non era proprio la “mimetica”. Più che per la battaglia sul campo, la predisposizione è sempre stata per i fornelli. Così, salito sulle navi da guerra, ha potuto vivere nelle cucine come in un suo regno, preparando piatti assai apprezzati da comandanti e generali. E come ogni favola che si rispetti, anche WEB ha cominciato semplicemente pelando patate, per specializzarsi poi in cucina internazionale. Oggi le sue specialità sono i dolci, in special modo la CheeseCake e la Devil Coccolate, nel locale soprannominate ormai le torte del nonno, anche se molti avventori di “ASTEMIO” non sanno che il “nonno” esiste davvero ed è parente di Massimiliano! Per questi dolci, rigorosamente cucinati secondo tradizione americana, si presentano ormai da tutte le parti d’Italia. “La scorsa estate – racconta il giovane Massimiliano Vasta - avevamo ospite un cliente milanese, che, quando ha visto i dolci, ha bisbigliato alla moglie ho un desiderio di quella CheeseCake che abbiamo mangiato due settimane fa a New York. Non credeva possibile che la nostra torta fosse buona come quella mangiata in America, ma una volta assaggiata ne è rimasto entusiasta. Ebbene, quattro mesi dopo è tornato qui a Riposto per mangiarne un’altra fetta!”.

Marta Vinciguerra


inpuntadipenna

A

A ciasc uno il s uo Stat di Marc us o Liorni gata Patr iz

in contatt ia Saccone mi ha o esattam chiesto qu coll en est Questo d aboriamo per il su te come lo siamo v o articolo via Fac ettaglio p e o p re st ig ioso prem ia telefono e sms d book, dove siamo otrebbe g ha saputo ià a io lì anni, da q . ra d e c l c libro che stesso perc uando ho scritto ontare buona part h é o g e su n i d l tanto ci se partecipa e fe l n se o n m so e no d z le fasi de ione alla vita dei n ntiamo, ma essere , probabilmente lo i Facebook: Agata ll Sono le p ’acquisto della su ostri amici. Per eseinsieme sulla stessa avrebbe saputo lo ic a Il bello è cole emozioni ch nuova citycar! N mpio ho seguito in ‘piazza’ facilita la e c importan he poi ti ritrovi a fanno il sale della iente di fondame tempo reale tutte ntale? M ti p a come!? Facebook , a scambiarti opin artecipare anche vita o no? ! a sentime po’; è div non va snobbato, ioni, ad aiutarti. n ti , e m o zioni e pe o almeno erso dai b log sopra amici, foto nsieri più non prim tt a paiono co o filmati che pub utto per la conness di essersi iscritti e b d dove app me in un bollettin licano, passaggi d ione: quello che dic averlo vissuto un o a a Poi ci son iono le news sulla in costante aggior single a ‘in relazio ono e fanno i tuoi o v ti ritrovi in i nuovi ‘amici’ ( q ita dei tuoi amici. namento, come se ne’ e viceversa apu fosse un n lista oppu contatto via Face i ci metto le virgo otiziario book, poss lette ), con re puoi ad to i matrim ono essere dirittura tr i quali pe che sia: i oni con coppie n ovarci il compagn poco più di una r qualche ragione fa so a Tutti di so cial sono solo un te in un social netwo della tua vita! So ccina nuova nella no in fort m li o to e rk z zo do aggio , com ‘Che stai e pensando rnano il loro statu ve si replicano le n e è assolutamente aumeno meno c s o in nor male r ri m q sp u a o e li nde sto rela o i cambiam me un sms; andan momento?’: hai a ndo alla domanda zioni umane. d d is ‘C o poi sull Leggendo enti di status. a pagina posizione una strin he fai?’ oppure Amici ap gh quasi non li entri in un mond p a iono in te etta lunga più o ri , u a mpo reale sc n z iv i o in “Faceboo a staccar m mille mo tutti k sembrava . Tutti nel vortice i! Così mi è venu ndi, e un giorno m ta ” i q , re quelli c ualcosa di nuovo che ho pubblica voglia di scriverc sono accorto che , sco di que he per una qualch di bello, interessanto con Ar mando C i un instant book: e e facendo llo che è questo pa ragione mi colpiv te e divertente. Ho urcio Editore: mi Bennato mi aiutare dalla p zzesco fenomeno dano o mi servivano pensato di coglie– si se vuoi le due tra i massim coterapeuta Paola el ‘social networkin per creare l’affrei esperti d gati all’ete giro, alla i social ne Vinciguerra e da g’. Poi indagando rna quest v l Facebook oglia di recuperare ione dell’essere e d twork - ho scopert sociologo Davide o e si ra ll tanti altri g ’a n p p ifi p p o c arire, alla rti perduti a un mod che però aspetti so ,a o p parziale ( orta ognuno a da di comunicare div ffettività, emozion litudine che c’è in rs parola scrinon vedi negli occ i un po’ di più: v erso, forse innatu i. o ra Il social n tta ti porta a rifletthi la persona con glio dire che c’è u le a prima vista, c n e e u tw re i d o u ia rk n lo in att ghi ), ma a comunicazione g non è p dono già: non supe roprio un imo in più. rficiale, la esempio. più condivisione o vuol dire scherzo, ci sono Ci sono a molto su movimen ‘effetti co nche tanti ti tutti poss quelli legati alla p altri aspetti meno di opinione più llaterali’ che si veono legge ra ri v a c y so re se non a non fars prattutto, positivi e tanti risc pidi e ampi, per se i hi, però: p in tt e rc i g hiott bene hé m devono e ssere premire, non bisogna st le opzioni di priv etti là sopra qua si insiste ac simulacro lc arc e di socialità sse a incontri reali i troppo e eventu y. Poi bisogna stareosa che ali nuovi , altrimen . attenti c ti divente rebbe stra ontatti sui social niante, co me un

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turismo

a l l a d i t u l a S Sicilia

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PH: Natale De Fino


turismo

A

l centro del MediterraISOLA da sempre (nonostante le asserzioni di Virgilio e Dante), eccola, la TRINACRIA! Culla di culture, tavolozza di colori, fusione di sapori, teca di profumi. La Sicilia, pur lontana da Quito (città dell’Ecuador posizionata laddove si delinea la metà del mondo), del mondo è come… l’ombelico! Storia e tradizioni ne attestano l’importanza cruciale, determinata da una collocazione geografica strategica. E se oggi la SICILIA è uno scrigno, i suoi tesori sono frutto del tempo. Patrimoni archeologici, rarità botaniche, unicità paesaggistiche. Le caratteristiche di un luogo esclusivo ci sono tutte per promuovere il TURISMO, nell’Isola regina e nei suoi arcipelaghi, nonostante la crisi non aiuti oggi gli operatori di settore. “Rispetto al 2007 il settore alberghiero, nella sola provincia di Catania, ha registrato un calo del 26 per cento - afferma GRAZIA ROMANO, Presidente dei GIOVANI ALBERGATORI DI CATANIA -. Comunque, noi addetti ai lavori cerchiamo di mantenerci ottimisti. Per fronteggiare la crisi ci adoperiamo con soluzioni alternative. Cito l’ Etna Convention Bureau, un progetto, a capitale pubblico con partecipazione privata, promosso dalla Provincia Regionale di Catania insieme a Federalberghi, che punta all’incremento del turismo congressuale”. “L’estate può far risalire la china - continua la ROMANO -. Nel catanese, per esempio, sono 1300 i posti letto disponibili e per giugno si prevedono 1200 presenze proprio grazie ad un’iniziativa collegata ad Etna Convention Bureau, format promozionato di recente pure alla Bit di Milano”. Per i visitatori che scelgono la SICILIA c’è l’imbarazzo della scelta. Itinerari tutti da consigliare: il capoluogo PALERMO; la perla TAORMINA sopra la baia di GIARDINI NAXOS; la magia di CAPO D’ORLANDO (così battezzata da Carlo Magno); l’arte di CASTEL DI TUSA (resa museo a cielo aperto dal coraggioso mecenate An-

neo,

tonio Presti); il barocco di NOTO, CATANIA, RAGUSA IBLA e MODICA; i miti di ACIREALE e SIRACUSA; le leggende legate a BRONTE e SANT’ALFIO; i castelli di FALCONARA e DONNAFUGATA; i templi di AGRIGENTO e SELINUNTE; le maccalubbe di ARAGONA; le suggestioni di ERICE, MARSALA e MOZIA; la spiritualità di TINDARI e MONREALE; l’atmosfera esotica di SAN VITO LO CAPO; la forza e la maestosità dell’ETNA; e poi ENNA, capoluogo più alto d’Europa…ombelico dell’ombelico, così definita da Callimaco e Cicerone! Infine le … isolette che della Sicilia sono la corona: USTICA (l’isola di Circe); le 7 eoliane LIPARI, SALINA, VULCANO, PANAREA, ALICUDI, FILICUDI E STROMBOLI; le rotte del tonno, FAVIGNANA, LEVANZO O MARETTIMO; le “africane” PANTELLERIA, LINOSA E LAMPEDUSA. Non sorprende, pertanto, che secondo un sondaggio realizzato all’Expo Bit di Milano la Sicilia è la meta turistica ideale degli italiani, tanto da aggiudicarsi il Bit Award 2009.

Foto pagina accanto: Ponte fra Siracusa ed Ortigia; Saline di Marsala; Veduta aerea di Piazza Duomo a Catania. In questa pagina: Grazia Romano, Presidente dei Giovani Albergatori di Catania; la costa di Alicudi.

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avventura

Al can ta ra

su & giù per la Valle

Spirito d’avventura, voglia di vacanza, curiosità da turisti. Alla scoperta della VALLE DEL FIUME ALCANTARA e delle pendici dell’ETNA, si va in QUAD, MOTO e JEEP. Un’escursione che offre l’occasione di un contatto diretto con la natura, alla scoperta di un affascinante itinerario tra il verde della macchia mediterranea e le spigolature del magma eruttivo del più grande vulcano d’Europa. Fino a vivere l’emozione unica del paesaggio delle famose Gole. Un viaggio nel patrimonio geologico, morfologico e naturalistico del luogo. L’ALCANTARA nasce vicino Floresta, ad un’altitudine di oltre 1.200 metri. Il letto fluviale, prima di sfociare in mare nei pressi di Giardini Naxos, si estende per 48 chilometri in un percorso disegnato e variegato dalle eruzioni. Un colpo d’occhio esclusivo, per quanto ogni volta mutevole: dagli angoli suggestivi delle VALLI DELL’ALCANTARA, D’AGRÒ e del NISI agli scorci dell’ETNA, dei PELORITANI e dei NEBRODI. Luoghi tutti da scoprire. C’è l’aspetto naturalistico legato agli scenari vegetativi (Bosco di Mala Botta, Montagna Grande, Portella Mandrazzi, le Pietre dell’Argimu-

sco), al vulcanetto spento di Mojo Alcantara, alla lava che è anche parete delle Gole, al panorama mirabile dalla vetta dei Nebrodi. C’è l’aspetto culturale-religioso per la possibilità di ripercorrere l’antica via dei bizantini con le famose cube, e poi le chiese, i conventi e i monumenti di paesini e borghi antichi. C’è l’aspetto gastronomico per l’opportunità di degustare prodotti tipici della tradizione siciliana. Ad organizzare questi esclusivi tour –che consentono pure di praticare trekking, attività Fluviali e Mountain Bike- è la Alcantara Escursioni, con sede a Francavilla di Sicilia. Basta prenotare per godere di una giornata di vacanza indimenticabile (info@alcantaraescursioni.com ; telefono 333.3766922 - 393.9666314).


viaggiare

Volare?

U

Niente Paura!

na fobia, la paura di volare. Il timore di stare sospesi in aria, a bordo di un AEREO, l’incubo incombente di un attacco di panico, la difficoltà di resistere dentro gli spazi chiusi, la tensione legata alle turbolenze, tutti elementi che inducono un passeggero timoroso a fantasticare negativamente e a vivere uno stato di malessere psico-fisico talmente elevato che il più delle volte poi lo induce a rinunciare al viaggio in aereo. “Chi ha paura di volare solitamente ha un’ansia legata al timore di non controllare la propria vita” –spiega la dottoressa Roberta Moro, psicoterapeuta-. “L’inconscio sceglie un sintomo eloquente. La paura spesso è quella di scardinare regole e abitudini. Una paura che metaforicamente può essere paragonata appunto al concetto di volare alto”. Nascono perciò i corsi per combattere questo vero “terrore”. A CATANIA, la compagnia siciliana low cost WIND JET e la SAC hanno recentemente firmato un protocollo d’intesa con l’Asl3 per un corso denominato “Mamma, ho preso l’aereo”. “A Palermo una analoga iniziativa dell’Asl 6 nata dalla collaborazione tra Wind Jet e Gesap ha ottenuto uno straordinario successo. Alitalia da tempo ha varato similare iniziative. C’è una sezione dedicata alla teoria, con lo psicologo e il comandante che spiegano le tecniche di rilassamento, i disturbi d’ansia, la parte centrale del volo; un’altra parte pratica e concreta, con tanto di decollo. “L’attacco di panico –chiarisce Luca Evangelisti, già responsabile del corso “Voglia di volare” per Alitalia- si scatena solitamente perché si identi-

fica l’ambiente come un’ambiente minaccioso, per cui se ci si prepara molto bene nella fase precedente e si relativizza il pericolo rispetto a ciò che si sta per andare a fare allora l’attacco di panico non scatta”. - Ma la paura di stare sospesi ‘innaturalmente’ in aria? “Il VOLO è una cosa che non abbiamo nel dna, però la paura di volare nelle persone predisposte deriva dalla percezione del rischio completamente diversa dal grado oggettivo di rischio. Concetto, questo, che non riguarda solamente l’aereo: infatti la paura di volare è in ordine la terza fobia specifica, la prima è l’aracnofobia la seconda è la fobia sociale”. - I farmaci possono contribuire a fronteggiare l’ansia? “Il farmaco non è risolutivo, è semplicemente una soluzione tampone, che anzi crea una forma di dipendenza psicologica e di assuefazione, cosicché accade che le volte successive si deve assumere una dose sempre maggiore. No, se si vuole risolvere il problema, il percorso deve essere un altro”. - Ma pochi giorni di corso bastano a cancellare paure cronicizzate? “Statisticamente, il 10% delle persone che si presentano non ha mai volato; il 90% è invece gente che volava ma che per qualche motivo ha poi interrotto; quindi c’è quel gruppo che continua a volare, magari controvoglia, nonostante si imponga di viaggiare… Tra i corsisti abbiamo avuto anche qualche personaggio di fama.I corsi hanno una percentuale di successo del 95% ed oggi sono FELICI DI VOLARE”.

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diario

Alicudi

Il Pittore Eremita di Antonella Gurrieri

A

d Alicudi, ultimo paradiso delle isole Eolie, tutto prende il colore e il sapore antico del mare. Sembra l’isola dei tesori nascosti, un luogo senza tempo. E’ la luce del sole che scandisce i ritmi della giornata. è in questo “scoglio”, selvaggio e lontano, che lavora, da otto anni a un suo dipinto, Marco Tagliaro, pittore eremita. Ho avuto

il piacere di conoscerlo, ne sono diventata amica, e la cosa mi riempie di gioia. Ricevere ogni tanto le sue lettere mi dà il senso del continuo aggiornamento sulla prosecuzione della sua opera, ogni volta un’emozione nuova.

Ad Alicudi, Marco vive in una spelonca. Una “casa” che al calar del sole si illumina di candele e lumini ad olio. Trascorre le sue giornate dipingendo o passeggiando. Nelle pause cibi sani, serene dormite e un po’ di yoga. Oggi ne parlo come di un amico, che ho imparato nel tempo a conoscere. Quando l’ho incontrato per la prima volta, mi trovavo sul posto con una troupe Rai, con me il collega telecineoperatore Orazio Cristaldi. Lo abbiamo raggiunto dopo aver scalato i primi duecento dei 10mila gradini che costellano l’isola. Ad accorgersi per primo di quest’uomo nella caverna è stato proprio Orazio (autore pure di queste fotografie).

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Nelle foto di ORAZIO CRISTALDI panoramica di Alicudi. Nel riquadro il pittore eremita Marco Tagliaro Due particolari dell’attività di Tagliaro nel suo “regno” silenzioso di Alicudi: il pittore all’opera e un particolare del disegno de “LA GROTTA”, la sua opera a cui lavora da 9 anni e che sarà completata nel 2010.

Tagliaro, già da sè, è protagonista di un affresco reale. Somiglia ad un artista d’altri tempi. Corpo smilzo, abiti poveri, poi un particolare che colpisce, il guanto in pelle a mezze dita indossato nella mano destra, quella con cui tiene il pennello. Dal 2000 lavora -riparato da un ombrellone, su una zattera di un paio di metri quadrati ancorata su una roccia e sospesa sopra il mare- ad una tela che, una volta posata, custodisce in uno scrigno in palissandro, rigorosamente chiuso a chiave. L’opera (“La Grotta”) rappresenta un uomo e due donne intenti a sbucciare le fave. All’orizzonte, da un piccolissimo squarcio, si delineano i colori di Alicudi. La tecnica utilizzata da Marco Tagliaro è quella dei maestri del ‘400. Ogni angolo della raffigurazione complessiva viene prima rappresentato in bozzetto, con un metodo di descrizione figurativa reale: “E’ una tecnica lenta –spiega- che va a varie sovrapposizioni di colore, e quindi si costruisce per strati, per velature, in modo da arrivare alla precisione lentamente”. Una breve pausa nella sua spiegazione. Poi mi chiede: “Ti piace?”. La mia risposta, istintiva, è “sì, ma… non ti sembra di aver sprecato troppo tempo della tua vita dietro ad una sola opera?”. Marco mi risponde con umiltà, guardandomi dritta negli occhi (e ne scorgo così le rughe che rivelano i suoi 67 anni): “Avendo dipinto utilizzando tante tecniche negli anni precedenti, mi sono convinto, a un certo momento della mia vita, che vale la pena impegnarsi a fondo. Perché soltanto un vero impegno a fondo verrà poi capito. Questa è la mia eredità, la mia orma su questa terra”. Il quadro dovrebbe essere ultimato nel 2010 e sarà un grande dono di quest’uomo ad Alicudi e alle Eolie tutte.

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artesicula

Ceramiche Ceralacca

gloss

design su pietra lavica

Effetto

L

mattonella serie organico

ucide, brillanti, extrashining. è la PIETRA LAVICA DELL’ETNA a rendere speciali le ceramiche “Ceralacca”: il segreto è tutto nel basalto vulcanico etneo che, elemento vivo, reagisce con lo smalto e regala un effetto-gloss. Il design fa il resto, lasciando spazio alle idee. Volumi e forme si rivestono di creatività, gli ambienti ritrovano una dimensione individuale. Nessun limite alle sperimentazioni, lontano dal concetto di piastrella. Ed ecco che a prendere vita non sono più soltanto tavoli da giardino o pavimenti del bagno: con “Ceralacca” ad essere rivoluzionata è la dimensione stessa dello spazio, e la sua percezione. Le idee nascono a Catania - dall’ingegno dell’architetto Giuseppe La Rocca, dominus dell’azienda - ma prendono forma a Caltagirone, dove sapienti artigiani calatini mettono in pratica le varie creazioni. “La mia ispirazione - spiega l’architetto - è la Sicilia, ecco perché scelgo di valorizzare al meglio il materiale che abbiamo in abbondanza: la pietra lavica, i colori ed i decori della nostra isola”. Un’attività imprenditoriale nata dall’import-export con gli Stati Uniti, ma che in poco tempo ha messo radici alle falde del vulcano, diventando dal 2000 un brand internazionale con un ampio consenso. L’asso nella manica è la versatilità, che si svela nell’acronimo del “Sistema P.O.M.A”, ossia “Piastrelle. Oggettistica.

Metropoli. Arredo”: dalle mattonelle da interno, infatti, è breve il passo verso i rivestimenti più disparati (dalle panche alle piscine, persino - lasciamoci andare con l’immaginazione - alle stazioni della Metro) fino ad innovative forme di living. “Ceralacca - continua Giuseppe La Rocca - nasce da un’esigenza personale: da architetto, ho una dimensione d’insieme che non può fermarsi né alla creazione artigiana né al design concettuale. Così, ho pensato ad una soluzione che potesse favorire le caratteristiche principali della pietra lavica, coniugandola con gli smalti per ottenere effetti particolari”. Come il cotto, infatti, il supporto in basalto si può “ceramizzare”: resiste ad oltre 1.000 gradi e, perciò, risulta molto resistente all’usura. Ma, particolare non indifferente, grazie alla tecnica ideata da “Ceralacca” è molto più lucido, quasi “bagnato”. Si gioca, inoltre, sulla dimensione delle decorazioni: le antiche miniature della nonna diventano extralarge e quindi contemporanee, i piccoli particolari disegnati in punta di pennello rinascono da protagonisti e “vestono” anche inusuali percorsi orizzontali lungo le pareti. Basta dare un’occhiata al catalogo delle proposte (sono pure online su www.ceralaccasrl.it), che spaziano dallo stile eoliano ai decori tipici di Caltagirone, dalla linea “Natura” alle collezioni barocche dalle giganti macchie di colore. “Quest’anno -


artesicula prosegue Giuseppe La Rocca - puntiamo sugli anni ‘70, rivisitando in grande i motivi geometrici tipici ed il classico bianconero, ma abbiamo ideato anche soluzioni più innovative, come i nuovissimi “graffiati”, l’“organico”, i metallizzati, e le linee “optical” e “pixel””. La vecchia mattonella, insomma, è ormai sul viale del tramonto: ma grazie alla ceramizzazione, ritorna ad una vita nuova, mettendo il sigillo alla ceramica. Con “Ceralacca”, appunto.

Francesca Marchese

CERALACCA il il sigillo sigillo alla alla ceramica ceramica 


www.ceralaccasrl.it–
 www.ceralaccasrl.it– ceralacca@ceralaccasrl.it ceralacca@ceralaccasrl.it


limited edition

Cicli Montante

biciclette d’autore

ui è il più giovane Cavaliere del Lavoro in carica nominato in Italia: ANTONELLO MONTANTE (nella foto), imprenditore siciliano di successo (a capo della MSA SPA), DELEGATO DEL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA EMMA MARCEGAGLIA per i rapporti con le istituzioni preposte al controllo del territorio. Già da sé

L

è personaggio da prima pagina, ma in più c’è un fil rouge che lo lega ad una storia singolare, quella della famosa bicicletta “KALOS”, ormai ricercato pezzo da collezione. Una bici

che oggi è un inno al DESIGN, creata negli anni Trenta dal nonno Calogero Montante, appassionato di ciclismo e corridore, fondatore

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limited edition

della «Cicli Montante» a Serradifalco, paese in provincia di Caltanissetta. Lustri e lustri dopo, lo scrittore Andrea Camilleri ha descritto con tanta partecipazione emotiva, in alcune sue pagine, questa bicicletta, da far divampare la fiammella già accesa nel cuore di Luigi Montante, papà di Antonello, di ricreare quel pezzo. “In famiglia già noi coltivavamo il desiderio di ridare spazio alle origini della nostra azienda”. -SPIEGA IL CAV. LAV. MONTANTE- “Un legame che ci deriva dal ricordo e dal lavoro di mio nonno, il quale, sin da giovanissimo, figlio di un imprenditore, anziché essere costretto a lavorare in miniera, potè coltivare la sua passione per il ciclismo e la bicicletta, di cui fu pioniere, fondando dapprima una squadra di corridori e avviando successivamente una produzione artigianale di bici. Erano i primi anni del Giro d’Italia. All’epoca, con la sua tenacia, riuscì persino a far diventare l’azienda il fornitore di biciclette dell’allora Reale Arma dei Carabinieri! Ebbene, poi Camilleri ci ha dato un input, perché ha il merito di

aver rievocato talmente la bicicletta da riportarla alla mente dell’immaginario comune”. Negli anni della guerra la bicicletta era il principale mezzo di trasporto. Talvolta presa in affitto, talvolta prestata. Camilleri, nel ’43, era diciassettenne e viveva da sfollato a Serradifalco, quando un giorno si recò a Porto Empedocle, dopo un bombardamento, alla ricerca del padre, pedalando proprio una bici Montante. Ricordando quei momenti, scrive: “Non c’era più l’asfalto, se l’erano portato via i cingoli dei carri armati e il suolo era letteralmente coperto da frammenti metallici. Pensai che avrei forato almeno un centinaio di volte prima di arrivare. Non forai mai, la bicicletta non subì nessun guasto meccanico. Un miracolo che si ripetè quattro giorni dopo, quando rifeci la stessa strada per andare a dire a mia madre

che papà era vivo. Ma che splendida bicicletta! Robustissima e leggera, elegante, funzionale. Sia gloria dunque alle biciclette Montante!” Perciò, a distanza di tanti anni, lo scrittore ha chiesto di avere una bici come quella che pedalò da ragazzo: “Abbiamo rifatto tutti gli stampi di quel periodo - dice Montante -, pezzo per pezzo, e ricostruito il modello di 70 anni fa. Non è stato affatto facile, un lavoro assai lungo e complesso”. Un lavoro certamente certosino, ma obiettivamente prezioso, perché così è stata ricreata la bicicletta, gioiello da collezione (per questo numerato), che non è possibile comprare. Delle poche in circolazione, una cinquantina sono i fortunati possessori, alcuni citati da Antonello Montante: “Nell’ordine: IL PRESIDENTE DEL-

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limited edition LA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO, ANDREA CAMILLERI, LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO, EMMA MARCEGAGLIA, ROSARIO FIORELLO e altri ancora…”

Un’altra è nel museo di famiglia. Riproduzioni sono esposte in alcuni aeroporti italiani. Le caratteristiche uniche di questa “due ruote” sono: sellino in cuoio, a cui è agganciata una borsina sempre in cuoio contenente il kit per la riparazione delle forature delle ruote e le manopole in pelle cucite a mano, freni a bacchetta, marchio di ottone, numero di matricola. Il modello è accompagnato, inoltre, da: un cofanetto in pelle marchiato MONTANTE, contenente la personal card numerata e personalizzata con i dati del proprietario della bici, la sola che dà diritto alla garanzia; il certificato di autenticità; la penna Montante riprodotta dalla collezione degli anni ‘30; la pergamena di attestazione a firma di An-

drea Camilleri; un libretto contenente la scheda tecnica e la storia della “Kalos”. Alla “Kalos”, nel frattempo, oggi si aggiungono altri modelli di esclusivo design, tra cui spicca l’elegante modello “FASHION MILANO” by Montante, che si ispira al mondo della moda e che avrà certamente anche una sua storia. Una bicicletta di colore rosso sfavillante realizzata con accessori di alta qualità: sella, pompa, catena, manopole, fanalino anteriore e valigetta portaoggetti sono firmata Pineider. Un oggetto de luxe (sintesi perfetta tra uno stile moderno, metropolitano e glamour), il cui costo si aggira intorno a 3.500 euro, che ha fatto il suo ingresso in grande stile nella Esposizione Internazionale del Ciclo e Motociclo di Milano. Un’altra novità della «Cicli Montante» è LUXU-

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RY la più lussuosa bicicletta al mondo comple-

tamente rivista in foglia d’oro 24 carati, 11.000 swarosky, pelle di pitone e radica, di recente presentata al BIKE ASIA di Singapore e alla Fiera del Lusso di Vicenza. Luxury e tutte le bici della collezione Montante rappresentano l’espressione massima dell’eccellenza del Made in Italy interpretando il lusso come la realizzazione di un prodotto di alta qualità, unica soluzione per fronteggiare la crisi. - Cav. Lav. Montante, ci appare propizia la metafora della bicicletta, ovverosia la necessità di pedalare per risollevarci dalla crisi economica. Lei, imprenditore del Sud che ricopre importanti cariche istituzionali, si sentirebbe oggi di essere comunque ottimista? “Io sono ottimista per natura. Ritengo che il Sud sotto questo profilo sia addirittura molto più preparato del Nord. Il Meridione è abituato a convivere con situazioni molto meno agevoli rispetto alle regioni del Settentrione d’Italia. La verità è che giunto il momento di sbracciarsi, non fermarsi, piuttosto continuare ad andare avanti”. A.P.S.


stars

Cafiso: un siciliano con Obama S

ul palcoscenico dell’Eisenhower Theatre, nel giorno dell’insediamento del Presidente americano Barack Obama, c’era pure un siciliano. Francesco Cafiso, 19 anni, di Vittoria, provincia di Ragusa, ex enfant prodige del panorama jazz, ora affermata star. Con il suo inseparabile SAX, accanto a musicisti come Dave Brubeck o Paquito D’Rivera, ha suonato nel concerto organizzato per l’ “OBAMA DAY”, un maxispettacolo cui hanno partecipato, tra gli altri, gli U2 e Beyonce, tanto per citare altre stelle della musica. “A distanza già di un paio di mesi, il ricordo di quel giorno a Washington è sempre vivo nella mia memoria. Soprattutto mi rendo conto adesso, davvero, che ho partecipato ad un evento di portata storica. Tra 40 anni potrò dire: io c’ero!” - Hai suonato, in quello scenario tutto stelle e strisce, con diversi grandi artisti. Hai ormai la consapevolezza di essere anche tu un icona internazionale della musica jazz? “Il piacere di ritrovarmi in quel contesto tutto americano, insieme con grandi personaggi del jazz e dello spettacolo, mi ha gratificato molto. Ho suonato con i miei amici della Lincoln Center Orchestra e con Wynton Marsalis, cosa che mi emoziona sempre. Però, essere considerato un’icona della musica internazionale è un’altra cosa. Il tempo confermerà se è così. E poi, se davvero lo

fossi, non potrei essere io ad affermarlo”. - Con gli occhi di un siciliano (che comunque ha girato il mondo) come consideri la maestosità con cui gli americani celebrano i grandi eventi? “In America è tutto maestoso, a volte esagerato. In Italia siamo abituati a cose più modeste. Gli americani pensano tutto in grande. Certamente, in questo senso, riescono ad essere creativi e a rendere spettacolare ogni avvenimento”. - Hai avuto modo di sentire un commento del presidente Obama sullo spettacolo preparato per lui? “No, non ho sentito nulla in proposito. Penso però, per quello che ho visto, che non si poteva fare di meglio. Anzi, sono sicuro che il Presidente sia rimasto contento. Di certo avrà apprezzato i festeggiamenti a lui tributati dal popolo americano”. - Importanti vetrine per te, eppure hai conservato la modestia del bravo ragazzo siciliano. Come concilii nella vita di tutti i giorni gli impegni con il tuo sax, l’agenda per le tournée, la famiglia e gli amici di sempre? “Come al solito. Non è mai cambiato nulla. Continuo a studiare, a suonare, a incontrare gli amici e a divertirmi. Per quanto mi riguarda non ho nessuna intenzione di mutare vita e atteggiamenti, voglio restare sempre ME STESSO”.

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business

DIVERSITY MANAGEMENT il

È

valore della differenza.

da parecchi anni, ormai, che la disciplina del DIVERSITY MANAGEMENT e del conseguente diversity training ha guadagnato un posto di tutto rispetto nel dialogo quotidiano aziendale. Ma se del DM (diversity management) se ne riconosce l’esistenza, è da chiedersi quanto in concreto esso venga fatto proprio dalla cultura d’impresa, di ogni impresa, pubblica o privata, piccola o grande che sia. Il Diversity management (gestione delle diversità) nasce con lo scopo di estrarre il potenziale positivo rintracciabile nella diversità di chi lavora per l’azienda o l’organizzazione e trasformarlo, attraverso una gestione pianificata e azioni concrete, in realtà produttiva. Le organizzazioni che hanno compreso l’importanza e il vantaggio competitivo che ne deriva, hanno già da tempo iniziato a ridefinire la propria struttura e i propri processi in funzione della creazione di un ambiente sociale e di lavoro che tenga conto del rispetto delle pari opportunità, in riferimento alla diversità di genere, di cultura, di religione, sociale, etnica, ecc. Molte aziende e organizzazioni hanno, infatti, sviluppato con grande successo programmi di diversity management, dimostrando che l’applicazione del concetto (e dei modelli che ne seguono) della valorizzazione delle differenze rappresenta un plus valore e aumenta il successo dell’azienda stessa. Due i fattori fondamentali e necessari

per la riuscita di un programma di DM: il primo è legato alla consapevolezza da parte dell’impresa e del management di cosa sia e implichi la diversità; il secondo si basa sull’acquisizione delle competenze di gestione della diversità da parte dell’azienda. È da qui, infatti, che nasce l’esigenza di avvalersi di chi si occupa di diversity training. Nonostante la disciplina sia principalmente applicata negli Stati Uniti, dove è nata negli anni ’80, anche in Europa le aziende iniziano a sviluppare efficienti programmi di DM, e l’Italia segue a ruota. Ma rispetto alle reali necessità c’è ancora tanto da fare, e il nostro paese è ancora un po’ indietro: rispetto alle colleghe anglosassoni o europee, l’Italia soffre ancora oggi una “diversità geografica interna” che vede una notevole differenza tra l’applicazione del diversity management al centro nord rispetto al centro sud. Le grandi realtà industriali e imprenditoriali sono comunque collocate al nord, già abituato a interagire con realtà aziendali più dinamiche e con una forte cultura d’impresa, capaci già di gestire, grazie a secoli di storia migratoria, relazioni multi-culturali. Il Sud, ahimè, soffre ancora un disagio imprenditoriale difficile da colmare seppur ricco di intelligenze e a parte pochissimi casi emblematici, l’applicazione e la valorizzazione della disciplina del diversity management non si vede affatto. Noi operatori del settore notiamo spesso la mancanza di una

w w w. p r o d u c t i o n m


business normalissima cultura di comunicazione interna, figuriamoci pensare all’applicazione di un programma di DM! Eppure in un periodo storico ed economico come quello in cui viviamo, in cui il fenomeno della globalizzazione e della migrazione di popoli richiama la nostra attenzione quotidianamente, si dovrebbe iniziare a riflettere sullo stravolgimento della composizione sociale, e quindi anche lavorativa, a cui da qui a breve assisteremo. Se il fenomeno non è percepito nel suo pieno oggi, sicuramente lo sarà tra qualche anno, e tra una decina di anni sarà senz’altro più definito e anche interiorizzato. Ma perché aspettare così tanto e non pensare a impadronirsi subito di un sistema che funziona, che permetterebbe alle aziende, anche piccole, di mantenere e addirittura migliorare, la produttività interna? Per quanto banale possa sembrare, gestire la diversità è tutt’altro che semplice. Innanzitutto bisogna definire il concetto di diversità. Cosa è? Ognuno di noi valuta, percepisce e reagisce alla diversità in maniera assolutamente personale. Ciò che è diverso per me non necessariamente lo sarà per un altro, collega o cittadino che sia. Lo stesso principio, applicato in contesti aziendali, fa si che la gestione dell’aspetto vantaggioso del potenziale diversità vari da azienda ad azienda, nel tempo e nei modi. Si tratta solo di scegliere un approccio organizzativo nuovo, che valorizzi la diversità con la consapevolezza di muoversi verso un approccio

etico orientato al risultato. La gestione della diversità attraverso strategie atte a valorizzare una forza lavoro diversificata per età, genere, razza, cultura, consentirebbe all’azienda di essere multiculturale e cross-culturale, capace di contare su un potenziale di innovazione, creatività e allineamento ai valori e alla propria missione più elevati rispetto ad un’azienda monoculturale, in grado di interagire in maniera sempre più competitiva e lungimirante con il suo complesso ambiente esterno. Tutto ciò non è di certo semplice da pianificare e realizzare, in quanto l’organizzazione è una struttura complessa tanto quanto complesso è ogni singolo individuo e la diversità di cui esso è portatore, ma ciononostante i conflitti e le problematiche sociali non possono comunque essere tralasciati o sottovalutati, proprio perché fanno inevitabilmente parte della complessità e dei contesti, siano essi interni che esterni all’azienda. Ecco perché l’organizzazione è obbligata ad affrontare le problematiche legate alla diversità sia internamente, facendo riferimento al management e alla forza lavoro aziendale, così come esternamente, nei confronti dell’ ambiente di azione composto dai clienti, fornitori, comunità locale. D’altronde comunicare e interagire con la diversità è la sfida del futuro.

Amanda Jane Succi (Delegato Regionale FERPI)

odaspettacoli.it


cin cin

Le Spose più belle del Mondo... L’ ABITO DA SPOSA generalmente non manca nella collezione di uno stilista. È per questo che

quando si parla di moda non si può omettere l’argomento sposa. Da molti viene definito come

l’abito per il giorno più bello

della propria vita ed è cosi che gli stilisti decidono di interpretare attraverso lo stile assai singolare di ciascuno

l’abito delle favole. Bianco

o avorio, lungo o corto, con pizzi o lisci, purché vesta una splendida sposa.

Armani, Chanel, Versace, Vivienne Westwood, Karl Lagerfeld, Dior per chi vuole davvero rendere indimenti-

Firmato

cabile il giorno delle nozze. Comunque deve essere scelto a

propria immagine e somiglianza, disegnato e

cucito addosso da uno stilista che vi vagheggia

come voi vorreste.

Mai trascurati gli accessori:

dal velo ai gioielli, dalle scarpe (col tacco alto) ai guanti, dalle calze all’

intimo.

(... contente loro!) 42


cin cin 1

4 • Chi non si sogna il look creato da VIVIENNE WESTWOOD (1) per il matrimonio di Carrie nel film di Sex and the City? Fa parte della collezione Gold Label “Wake up, Cave Girl”. L’abito esalta la femminilità e la sensualità sprigionata da ogni donna. Il top è composto da un corsetto in raso di seta duchesse tinta avorio che dona all’abito una calda nuance color champagne mentre la sottogonna è realizzata in taffetà di tonalità avorio e da ampi strati di seta.

2

• KARL LAGERFELD (4), invece, fa sfilare la sposa acconciata con un originalissmo velo e l’effetto volume è bilanciato dalle maniche e dallo strascico.

5

• CHANEL (5) punta al bianco con una collezione di abiti corti, magari impreziositi da boleri lavorati all’uncinetto e ornati da uno strascico, per dare al modello quel tocco tradizionale che non guasta.

• ARMANI (2) riesce a regalare all’abito bianco la leggerezza e la purezza che questo capo racchiude in sé e al tempo stesso quel senso di femminilità che scopre le gambe, che osa e stupisce.

3

6

• La ricchezza e l’opulenza degli abiti da sposa VERSACE (3) si mescolano a tagli semplici ma di grande effetto, donando alla donna una sofisticata seduzione ed una innata eleganza. Al piede scarpe sostenute da altissimi tacchi, uniche concessioni per una insolita sobrietà.

• DIOR (6) propone linee ampie ed ondulate, in cui si denota una sovrapposizione di tessuti che crea volume e movimento.

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coppia...

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’altra faccia dell’amore. Se da un lato (forse ancora più Lei che Lui, ma non è una regola!) permane il sogno di vivere quello che abitualmente è indicato come “il giorno più bello della vita”, i tempi mutano e con essi le abitudini e le necessità. Il MATRIMONIO segna il passo e la CONVIVENZA prende piede. Numeri alla mano, secondo un’indagine recentemente condotta da un noto istituto di statistica, oggi le UNIONI DI FATTO in Italia stanno eguagliando il numero delle COPPIE SPOSATE. Tiene ancora testa in fatto di matrimoni il Sud, ma probabilmente, specie se la crisi economica non frenerà, nel 2015, nell’intero Belpaese di tradizione cattolica si assisterà al sorpasso. Nelle grandi città del Nord è già così. E segnali in questa direzione arrivano da tutto il mondo: a Manhattan c’è la percentuale di nozze più bassa (26% sul totale), negli Usa i matrimoni sono scesi complessivamente al 49%, in Gran Bretagna il numero di chi va a vivere insieme senza protocollo ha superato gli sposati. I fidanzati preferiscono un legame più elastico, da confermare e consolidare semmai nel tempo, senza mobili e corredo. Il massimo dell’investimento è, eventualmente, il mutuo per una casa, un domani da vendere e dividerne il ricavato. Ma anche questo è un universo mutevole. Aumentano di pari passo, infatti, le coppie che scelgono di vivere –a scanso di equivoci- in DUE diversi ap-

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...scoppia

...della propria casa partamenti. Limitrofi sarebbe il massimo. Rafforza la fiducia (perché si sta comunque l’uno accanto all’altra, quindi si è facilmente “controllabili”), ma è una forma che tutela l’autonomia, salvaguardando nello stesso tempo gli spazi propri di ciascuno. In Italia, oggi opta per una vita in due una coppia su tre, ma quando toccherà alla generazione figlia degli anni Novanta la percentuale potrebbe raddoppiare. Non è soltanto un fatto di costume, poiché gli esperti spiegano che si tratta di una “strategia adattativa”: in un mondo dove i legami “eterni” presuppongono, in caso di “rottura”, cocenti delusioni e contemporaneamente grossi esborsi di denaro, si preferiscono le incertezze che non creano illusioni. A scegliere la coppia “light” sono soprattutto i giovani che hanno studiato e sono lanciati nel lavoro, con una scarsa propensione di immolare subito la carriera a favore della famiglia. E poi ci sono le coppie meno giovani, che sicuramente formano i legami più stabili, quelle dei quaranta o cinquantenni di oggi, alla loro “seconda famiglia”, coloro che hanno scelto l’amore “pensato” seppur spesso con le difficoltà della famiglia allargata. Più che mai, in quest’ultimo caso, perciò il “doppio tetto” è funzionale! Evita tensioni e attriti da un lato, ma soprattutto dall’altro accresce la PASSIONE.

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interni

loft, stile di vita è un’abitazione ricavata da un ambiente unico, normalmente uno spazio (industriale) dismesso, la cui superficie è inferiore ai 150mq, con dotazioni igienico-sanitarie adatte per l’uso come civile abitazione. Un loft può essere suddiviso in sottoambienti mediante pareti mobili o separatori. Nella opzione cambio d’uso con opere murarie o per superfici interne superiori ai 150 mq, è necessario presentare un progetto ed è richiesto il pagamento degli oneri e cioè il pagamento di una quota corrispondente all’aumento di valore e al carico urbanistico che la trasformazione comporta. (Wikipedia)

FLOU • FONTANA ARTE • FLOS • MISURA EMME • POLIFORM • VARENNA • DRIADE • BONA SERRALUNGA • DOLCEFARNIENTE • ELITE • GRANDIABLASCO • STOKKE • FRIGERIO • YD CHRISTIAN FISCHBACHER • DESIGNERS GUILD • SOMMA • MISSONI • SISLEY • BORBON ANNA TORFS • RICHARD GINORI • ROSENTHAL • bergHOFF • BLOMUS • CACHAREL • D HUTSCHENREUTHER • BUGATTI • MEDARD DE NOBLAT • COQUET • WEDGWOOD • ASA •


interni

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i immagina un LOFT e si sogna lo spazio. Basta la parola: è un nuovo stile di vita. I loft nascono negli Stati Uniti e in Gran Bretagna e solo di recente hanno riscontrato interesse in Italia. Non è stato facile far passare il concetto di solaio (letteralmente tradotto) in un tetto da abitare! E’ una casa open, in uno o più piani, da arredare con gusto, senza caricarla di mobili. Al di là dell’esposizione naturale, va valorizzata ogni fonte di luce. Perciò il bianco diventa dominante, tra gli oggetti e nelle pareti. Poltrone, tavoli, librerie, pannelli-scultura, pouf. Meglio un’unica linea: è difficile infatti accostare con successo più materiali in modo che qui possano coesistere senza fare a pugni l’uno con l’altro. Oggetti oltretutto che debbono ben amalgamarsi con il preesistente, che siano colonne, travi in legno, grandi finestre. Solo così si realizza la sintesi perfetta. Perciò tra le quattro mura, se la scelta è intelligente e azzeccata, sarà il trionfo del design. La magia della luce ne disegna

le forme per inventare nuove atmosfere domestiche. Così avviene la trasformazione di un attico, di un magazzino, di un appartamento in una casa che è un loft alla moda, o, per dirla con linguaggio moderno, lounge. Roba da ”bohémien”… E’ il “nido” ideale prescelto dai single, specie se professionisti che lo utilizzano anche come ufficio. Ma oggi è una soluzione che fa appassionare pure le giovani coppie. I progetti dei loft denotano un taglio geometrico, giocato su piani diversi e luci modulate. L’ambiente rimanda al concetto di libertà e di anticonformismo, date le ampie superfici dedicate alla zona giorno/notte e al bagno. Registrati di solito al catasto come C3, se non hanno subito il cambio di destinazione, teoricamente non sono utilizzabili come abitazione. Questo ne condiziona il prezzo (che talvolta diventa accattivante e scatta così l’affare!), ma ne pregiudica un eventuale successivo prezzo di (ri)vendita.

ALDO • CATTELAN ITALIA • ARKETIPO • ROBOTS F • EGO • MAGIS • SMANIA • NYA NORDISKA NESE • BENETTON • ETRO • SIGNORIA FIRENZE DEGRENNE • FABERGE’ • MARIO CIONI • WALD BRANDIMARTE • GREGGIO • TAITU’ • BROGGI

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evento

il mobile,

NEL SALONE “C’è nell’aria una grande fibrillazione perché il Salone 2009 sarà un importante momento di verifica nei confronti della crisi mondiale in cui ci troviamo tutti, che non ha precedenti. –afferma Rosario Messina, Presidente di Federlegno Arredo-. Ne consegue che i consumatori si muovono con maggior cautela, ponderano gli acquisti molto più che in passato e si orientano verso prodotti connotati da un ottimo rapporto qualità-prezzo e da un forte spirito innovativo. Positivo è però il fatto che si avverte contemporanemanente la voglia di novità e il desiderio di evadere da un clima cupo e negativo. Anche se penso che il 2009 continuerà ad essere un anno difficile e “di selezione” per tutti, sono anche convinto che vi saranno spazi per le aziende più propositive. Ottimismo, dunque, nonostante la congiuntura economica mondiale non felice”.

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Rosario Messina patron della Flou e Presidente di Federlegno-Arredo. ph. Alberto Leo


La scorsa edizione fu da record, quest’anno il Salone del Mobile di Milano mira al bis. Appuntamento ormai anche cult e atteso da operatori del settore e amanti del design, il Salone apre le porte del quartiere fieristico di Rho per proporre le più innovative idee in fatto di arredi, complementi d’arredo, prodotti per l’illuminazione e creazioni di giovani designer. Dal 22 al 27 aprile 2009 gli oltre 200mila metri quadrati espositivi sono scenario della 48a edizione del Salone Internazionale del Mobile (la prima risale al 1961!), la 25a di Euroluce, la 23a del Salone Internazionale del Complemento d’Arredo e la 12 a del SaloneSatellite. Variegata la gamma di proposte del Salone Internazionale del Mobile e di quello del Salone Internazionale del Complemento d’Arredo, distribuito nella sua stessa maglia espositiva, che presenta l’arredo domestico totale sia per quanto riguarda le tipologie - dal pezzo unico al coordinato - sia per gli stili - dal classico al design al moderno - oltre a ciò che detteranno le tendenze di domani. Ampia pure la proposta merceologica di Euroluce, il Salone Internazionale dell’Illuminazione, che dall’originario interesse verso il decorativo si è ampliato sempre più verso altri settori quali l’illuminotecnica, l’illuminazione stradale, le sorgenti luminose e i loro sistemi di controllo proponendosi quale esclusivo punto di riferimento per il settore Luce. In sinergia con questa rassegna, uno stimolante programma di iniziative collaterali frutto della collaborazione con le associazioni che rappresentano i lighting designer e il Convegno Internazionale tra le Scuole Universitarie di Design, DESIGNING DESIGNERS, quest’anno dedicato alla luce. Dodicesima volta quella del SaloneSatellite, da sempre catalizzatore di grandi folle, palcoscenico privilegiato per la creatività giovanile. I Saloni, organizzati da COSMIT e FEDERLEGNO-ARREDO, hanno, dunque, tutte le carte per ripresentarsi quale evento principale del Sistema Casa-arredo e del contract a livello internazionale. Per il 2009 si rinnova il sodalizio con il Comune di Milano che per la terza volta offre ai Saloni la prestigiosa sede espositiva di Palazzo Reale per la grande mostra “Magnificenza e Progetto cinquecento anni di grandi mobili italiani a confronto”- con concept di Cristina Acidini e Luigi Settembrini - dedicata alla riscoperta delle origini del made in Italy attraverso una carrellata

di arredi moderni e antichi, che andrà avanti fino al 21 giugno. La luce e la sua infinita spettacolarità saranno le protagoniste di un secondo evento, firmato dall’artista inglese Cerith Wyn Evans: I=N=V=O=C=A=T=I=O=N (I call your image to mind), che avrà come sfondo, fino al 31 maggio, il cortile di Palazzo Reale.


mostre

hussein chalayan,

il designer pensatore di Marc George Emerson

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LONDRA, una mostra rende omaggio al grande stilista sfuggito ai dogmi del fashion-business, Hussein Chalayan, 38 anni, nato a Cipro ma trasferito in Inghilterra da bambino. La retrospettiva è organizzata al Design Museum, dov’è possibile ammirare fino al 17 maggio le opere più significative realizzate dal due volte “British designer of the year”. Si ritrovano le gonne coni-

che che si ripiegano trasformandosi in tavolo, parte del progetto Afterwords che esplora il concetto di “architettura indossabile” ispirandosi al tema dei rifugiati. Ci sono i vestiti luminosi realizzati con Led e cristalli Swarovski e gli abiti con incorporati centinaia di piccoli laser mobili. Ma anche elementi d’arredo come Repose, l’ala di un aereo con incastonata una fila di Swarovski illuminati. Una carriera folgorante e originale quella del giovane stilista di Nicosia, pluripremiato. Il primo riconoscimento, lo STILISTA-DESIGNER-ARTISTA-PENSATORE turco-cipriota lo ha ricevuto appena laureato al Central St.Martin, quando sotterrò gli abiti creati all’università, per riesibirli dopo quindici giorni: la catena Browns comprò in blocco l’intera collezione. Poi si è aggiudicato, tra l’altro, per ben due volte consecutive (1999 e 2000), il premio come “Miglior Designer inglese dell’Anno”, quindi, nel 2006, ha vinto l’MBE per il servizio reso all’industria della moda. In esposizione, oggi, al Design Museum, all’incirca 35 vestiti, uno spaccato del mondo di Chalayan, per come è proposto, molto più di una sfilata di moda. Un mix di architettura, design, filosofia, antropologia, scienza e tecnologia, è stato scritto, con parere critico unanime. Ma il direttore artistico di Puma – che non si definisce né “profondo” né “artistico”, men che meno “concettuale”- è capace anche di realizzare capi basic (che proprio basic non sono mai) e deliziosi abiti da cocktail di una semplicità rara e personalissima. Chicche ai confini dell’eclettismo e della sperimentazione, parole d’ordine delle sue creazioni, costantemente in bilico tra moda e architettura.




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