magiclake winter 2008

Page 1


A destra, alcuni degli organizzatori con il sindaco di Como, Stefano Bruni e il presidente degli Industriali, Ambrogio Taborelli. Sotto, Li Edelkoort Right, some of ComON organizers with Como’s Mayor, Stefano Bruni and Unione Industriali President, Ambrogio Taborelli. Below, Li Edelkoort mo. «Credo innanzitutto che sia importante sottolineare come dei giovani imprenditori tessili di successo abbiano voluto investire nella creatività, perché tessuti e macchinari sono disponibili ovunque, ma è la creatività che fa la differenza e della creatività ci sarà sempre bisogno», spiega Guido Tettamanti, coordinatore generale del progetto per l’Unione Industriali di Como. Anche la scelta dei designer è stata a suo modo creativa. «In alcuni casi si tratta di giovani provenienti da nazioni non certo vicine alla moda tradizionale, ragazzi che ignoravano l’esistenza del distretto serico comasco e che sono rimasti stupiti per il nostro grado di innovazione industriale», aggiunge Tettamanti. I designers provengono da Italia, Francia, Olanda, Finlandia, Norvegia, Regno Unito, Stati Uniti, Slovenia, Romania, Lituania, Bielorussia, Corea del Sud e Giappone. La speranza è che in un prossimo futuro possano lavorare con il prodotto made in Como. Ma chi ha creato ComON? Un pool di giovani imprenditori del settore tessile capeggiati dal vicepresidente dell’Unione Industriali, Simone Tettamanti (Neoseta), con lui Michele e Cristina Viganò (Seterie Argenti), Massimo Colombo (Colombo), Paolo Noseda (Tesso), Andrea Taborelli (Tessitura Taborelli) e Tomaso Vaghi, noto promoter comasco (Motus Comunicazione). Sono stati coinvolti in ComON anche istituti superiori e università del territorio e della Lombardia, per circa 500 studenti complessivi. La sfida futura per ComON è allargare il proprio raggio d’azione a 360° verso altri settori produttivi, a iniziare magari dal legno-arredo, e verso altre forme d’arte e cultura.

132

Como has inflamed Creativity Inspiring balance for the first ComON exhibition Thirty young people, but already well-established designers from thirteen different countries, shows, parties, conventions with a trendmaker of the Li Edelkoort kind and provocations for the week of creativity. All this has been and will be ComON, i.e. the experiment that has awakened the creative spirit of the administrative centre on Lake Como. From 12th to 19th October, Como was the protagonist of a real festival of inspiration and fantasy even outside the sector for which the first ComON exhibition has been conceived, i.e. the one of fashion and textile. Nine designers have been also able to continue their stay on Lake Como by attending a five-week training course at a company within

the silk district. The initiative has come to maturity in the bosom of the Gruppo Filiera Tessile from the Employers’ Association in Como and it has been supported by the Chamber of Commerce of Como, by the Silk Experimental Station, by the Cia (Hotel Entrepreneurs’ Association) and by the Municipality of Como. Twenty-five sponsors, including the nine realities that have given hospitality to the trainees. ComON closet up over one month ago, but the organisers’ enthusiasm is still very high. “First of all, I believe it is important to underline how young successful textile entrepreneurs have decided to invest in creativity because fabrics and machines are available everywhere, but it’s creativity that makes difference and there will always be a strong need for creativity” explains Guido Tettamanti, the general project coordinator for the Employers’ Association in Como. The selection of designers has also been creative in its own way. “In some cases, they are young people coming from countries surely not close to the traditional fashion, and ignoring the existence of the silk district in the Como area, who were astonished by our industrial innovation level”, adds Tettamanti. Designers come from Italy, France, Holland, Finland, Norway, the United Kingdom, the United States, Slovenia, Romania, Lithuania, Belorussia, South Korea and Japan. Hopefully, they can work with the Made in Como product in the near future. But who has created ComON? A pool of young entrepreneurs of the textile sector, headed by the Vice-Chairman of the Employers’ Association, Simone Tettamanti (Neoseta), together with Michele and Cristina Viganò (Seterie Argenti), Massimo Colombo (Colombo), Paolo Noseda (Tesso), Andrea Taborelli (Tessitura Taborelli) and Tomaso Vaghi, a well-know promoter from the Como area (Motus Comunicazione). Secondary schools and universities on the territory and in Lombardy have been also involved in ComON, for the total amount of about 500 students. The future challenge for ComON is to extend its range of action to other production sectors, maybe starting from wood-furniture, and to other forms of art and culture.

133



TERRITORIO

AMBROSOLI

Da 85 anni la casa del miele di Massimo Moscardi

A sinistra, l’amministratore delegato Paolo Ambrosoli Left, director Paolo Ambrosoli

Un’azienda con solide basi che vengono da una lunga tradizione e che guarda avanti puntando sulla qualità e su un nome che da 85 anni è sinonimo di leadership. Il marchio Ambrosoli è il più importante in Italia nella commercializzazione del miele. La ditta ha sede a Ronago, dove nel 1923 fu ufficializzata, con l’iscrizione alla Camera di Commercio, l’attività di Giovan Battista Ambrosoli, che trasformò il suo hobby dell’apicoltura in una vera attività imprenditoriale. Gli alveari erano la sua passione e quella che era una produzione di miele riservata alla famiglia diventò sempre più importante. Così iniziò a espandere l’attività, portando in giro gli alveari in località dove c’erano piante e fiori con determinate caratteristiche, per la cosiddetta “apicoltura nomade”. Negli anni successivi c’è stata una crescita costante, con una diversificazione della produzione, con le caramelle, la cera “Ambra” per i pavimenti e con le pagliette di lana d’acciaio per la pulizia della casa. Oggi i prodotti che escono dall’azienda di Ronago sono miele, caramelle e cera. E anche se i tempi sono cambiati, determinate tradizioni non sono state scalfite. Ad esempio tutti i dipendenti risiedono vicino al posto di lavoro, in modo che a mezzogiorno possano mangiare a casa con i familiari. Un principio che è sempre stato caro a Giovan Battista Ambrosoli. E le macchine per

136

timbrare il cartellino non sono mai state utilizzate. Prima di tutto il rapporto è basato sulla fiducia e sulla passione delle persone, un’ottantina, impegnate nella ditta. È cambiata invece l’origine del miele. «Attualmente ci approvigioniamo da apicoltori italiani e stranieri – spiega Roberto Ambrosoli, responsabile della direzione amministrativa e finanziaria – Dall’estero, in particolare, il prodotto arriva dall’Ungheria e dell’Argentina». La produzione di miele Ambrosoli è di circa 6 milioni di unità di vasetti all’anno. A questi va unita la somma di 8 milioni di monoporzioni per bar e alberghi. Le caramelle che escono dalla struttura di Ronago ammontano a circa 2 milioni di chili annuali. Ambrosoli è leader nella vendita di miele sul mercato italiano. All’estero esporta anche in America, Giappone, Cina e, in Europa, ha un buon mercato nella vicina Svizzera. Luca Ambrosoli, responsabile della direzione acquisti, spiega il lavoro che viene svolto in azienda. «Il miele che arriva viene filtrato e miscelato per raggiungere il giusto equilibrio di sapore e di profumo. È in questa fase che viene creato il prodotto che è diventato famoso e che si è imposto sul mercato: l’attenzione alla qualità è uno dei punti cardine del nostro lavoro». «Il nostro auspicio – prosegue – è che aumenti il consumo di miele in Italia, che attualmen-

te è più basso rispetto alla media degli altri Paesi. Di recente c’è stata comunque una crescita: attualmente si parla, nel nostro Paese, di circa 400 grammi nei dodici mesi». Ma c’è un discorso che è caro a Roberto Ambrosoli, quello della moria delle api. «Mutamenti del clima, malattie e inquinamento – afferma – hanno portato a una situazione molto difficile, visto che il problema riguarda pure l’intero ecosistema. La mancanza dell’impollinazione, infatti, può mettere in crisi la crescita di molti frutti». Una situazione che sta generando difficoltà tra gli operatori del settore, con un conseguente aumento dei prezzi (da un anno all’altro si parla di +45%). «Purtroppo è un problema di cui non si parla diffusamente – sostiene di nuovo l’imprenditore – ma su cui noi vogliamo sensibilizzare l’opinione pubblica». La qualità dei prodotti e la fiducia dei consumatori consolidata nel tempo sono due elementi su cui l’Ambrosoli ha sempre puntato e punterà nel futuro. E non va dimenticato l’impegno nel settore sportivo dove sostiene la squadra di calcio del Ronago, la formazione dell’Hockey Como e la società ciclistica Remo Calzolari. Nel recente passato è stata sponsor del Calcio Como, nonché fornitore ufficiale della Nazionale di sci. Un’azienda proiettata sul mercato italiano ed europeo, ma che non ha mai dimenticato il suo legame con il territorio.

137


AMBROSOLI

The House of Honey for 85 years

The Ronago firm founded in 1923 is now the Italian leader in this sector This well established business based on a long tradition is looking ahead as it emphasises quality and a name which for 85 years has been synonymous with leadership. The Ambrosoli brand is Italy’s biggest producer of honey. Based in Ronago Giovan Battista Ambrosoli’s firm was first officially registered with the Chamber of Commerce in 1923, thus transforming his hobby of beekeeping into a real business. His hives meant everything to him and what had been honey production for the family just grew and grew. The business thus expanded and the beehives were sited where there were trees and flowers with certain characteristics for so-called ‘nomadic beekeeping’. The next few years were to see constant growth including product diversification with sweets, ‘Ambra’ floorwax and wirewool house cleaning pads. The Ronago company now markets honey, sweets and wax. And although times have changed, certain traditions have been upheld. For instance all the staff live nearby, so that they can have their midday meal at home with their families; this principle was always dear to

138

Giovan Battista Ambrosoli’s heart. No clocking on has ever taken place; the relationship with the firm’s eighty employees is above all based on trust and passionate dedication. The origin of the honey has however changed. “We are currently supplied by Italian and foreign beekeepers”, explains administrative and financial manager Roberto Ambrosoli. “In particular our foreign suppliers are Hungary and Argentina”. Ambrosoli turns out about 6 million jars of honey a year, to which 8 million single portions for bars and hotels have to be added. The Ronago premises turn out about 2 million kilos of sweets a year. Ambrosoli is the Italian market leader in honey sales. Foreign markets include America, Japan, China and Europe – in particular in neighbouring Switzerland. Luca Ambrosoli who is in charge of purchasing explains what goes on in the company. “The incoming honey is filtered and mixed so as to obtain the right balance of taste and odour. This phase creates the product which has become famous and has cornered the market: attention to quality is pivotal to our work”. “We would love”, he goes on, “honey consumption to go up in Italy where it’s currently

Sotto, la produzione delle caramelle al miele Below, honey candies production

lower than the average in other countries. Anyway there has been a recent upswing: Italy’s consumption is said to have gone up by 400 grammes over the last 12 months”. But one subject is dear to Roberto Ambrosoli’s heart: the extermination of bees. “Climate change, disease and pollution”, he claims, “have led to a very difficult situation seeing that the problem concerns the whole ecosystem. Pollination failure may in fact upset the growth of many fruit trees”. This situation is difficult for sector operators and has led to price hikes (said to be of 45% over a year). “Unfortunately it’s not exactly a talking point”, claims the businessman again. “But we’re trying to raise the public’s awareness of the problem”. Product quality and long-term consumer confidence have always been and will continue to be the keys to Ambrosoli’s success. And not to be forgotten are such sporting commitments as its backing for Ronago’s football team, Hockey Como and the Remo Calzolari cycling club. Until quite recently it sponsored Calcio Como, as well as being the official purveyors to the National Ski Team. A company with Italian and European markets in its sights which has never forgotten its ties with its homeland.

139


140

141


PEOPLE A sinistra, Maurizio Giunco Sotto, la regia di Etv Left, Maurizio Giunco Below, Etv’s stage direction

MAURIZIO GIUNCO

Quando i cittadini FANNO la Tv! «Per creare un’emittente locale di successo è necessario fare un salto indietro nel tempo…» di Daniela Tanzi

142

«In un mondo dove tutto ruota intorno al futuro e alla tecnologia, per creare e proporre una Tv locale di successo, è necessario fare un salto nel passato e tornare alle origini delle prime piccole televisioni». Maurizio Giunco, una laurea in ingegneria industriale, è il signore incontrastato della realtà televisiva comasca. Una vaga somiglianza con Michael Douglas, due occhi azzurri penetranti, una parlantina sciolta e un carisma innato. Potrebbe benissimo essere un attore ma, lui, i programmi preferisce crearli. E se di programmi vogliamo parlare, viene naturale chiedersi quali siano stati i suoi esordi. «Mi sono sempre interessato di fotografia e cinematografia a livello dilettantistico – spiega Giunco – Alla mia cresima mi fu regalata una cinepresa 8 mm e da allora ho iniziato a fare le prime esperienze montando i filmati come si faceva un tempo, tagliando e incollando la pellicola». Qualche anno più tardi, inizia la vera avventura di Giunco che lo porterà a creare quella

che ora è Espansione Tv. «Erano gli inizi degli anni Ottanta – continua Giunco – insieme a un amico che aveva un’agenzia di pubblicità già affermata aprimmo un centro media, una concessionaria pubblicitaria televisiva chiamata Espansione. Avevo un accordo con Radio Studio 105 e per la Tv con Canale 5. Terminata l’esperienza con la concessionaria pubblicitaria, mi ritrovai con diversi clienti non interessati alla pubblicità nazionale bensì a quella locale. Per rafforzare la loro campagna, e colmare il vuoto a livello locale, decisi con un caro amico e alcuni imprenditori comaschi di aprire e fondare una Tv. Era il 1982, nasceva Espansione Tv». Fino al 2004, è stato Socio fondatore e Amministratore Delegato di Nuova Antennatre Spa. Come mai ha deciso di abbandonare l’incarico? «Non ho abbandonato l’incarico, ho venduto le azioni assieme ai miei soci nell’operazione. Antennatre è una tv locale con un’area di copertura pluriregionale. Ciò rende impossibile la realizzazione di una chiara identità territo-

riale del mezzo. In poche parole, venendo a mancare uno stretto contatto con una specifica realtà locale, Antennatre viene percepita come una rete nazionale generalista. Una Tv di questo tipo difficilmente potrà continuare a esistere anche perché con l’avvento del digitale terrestre, Internet e con il satellitare l’offerta televisiva sarà sempre più numerosa e ben strutturata. Ho detto addio a una Tv generalista che ben poco mi dava, e parallelamente ho potuto dedicarmi maggiormente a Etv, una televisione con le gente e dalla parte della gente». Lei, oltre a essere l’editore di Espansione Tv, aver fondato ed essere il presidente e amministratore delegato del “Corriere di Como”, è anche il presidente dell’Associazione Nazionale delle Tv locali della Federazione Radio Tv e lo sarà fino al 2011. Dal suo punto di vista, esiste il programma doc di una Tv locale? «La Tv locale deve concentrare tutti i suoi sforzi sull’informazione, deve poter comunicare con il suo pubblico, deve essere un mez-

143


zo che esprime un contatto stretto e forte con il territorio e soprattutto deve ricercare sempre delle motivazioni per essere vista e apprezzata. Le Tv di una volta sono un valido esempio. Non dobbiamo confondere la televisione locale con quella nazionale. Sono due realtà completamente diverse». Negli ultimi anni, su Etv, ha creato tre programmi in diretta: Il “Dariosauro”, “Trenta Denari” e la “Rassegna stampa”, con tre conduttori: una scelta voluta, una casualità o le donne passano troppe ore al trucco? «Se al momento giusto trovi la persona che abbia la faccia per quella trasmissione poco conta che sia uomo o donna. Il Dariosauro ha un format tutto sommato “banale”, un uomo che, alla scrivania, risponde al telefono e commenta un tema d’attualità. La particolarità è aver riportato la Tv al passato con la scelta d’andare in onda in bianco e nero, quando cioè l’assenza del ritmo frenetico della nostra società e del bombar-

damento mediatico a cui siamo sottoposti ci consentiva maggiori spazi di riflessione e confronto. Dario Campione, il conduttore, è magnetico, la sua intelligenza è stimolante e la sua vasta cultura delinea un personaggio di grande spessore, un simpatico tuttologo mai saccente. Trenta Denari, titolo scelto da Mario Rapisarda, direttore di Etv oltre che del “Corriere di Como”, parte da un’idea semplice: un dibattito tra quattro personaggi in studio, con le linee telefoniche sempre aperte. La scenografia è particolare; uno scorcio di quello che è stato lo scandalo più grosso di Como ovvero la Ticosa, ma che rappresenta anche la rinascita! Il conduttore Emanuele Caso è a volte pungente, ma perfetto per questo tipo di programma. Ultimo ma non ultimo, anzi, è proprio il caso di dire, la prima trasmissione della giornata è la Rassegna Stampa con Davide Cantoni, preparato e instancabile. In tutti e tre i programmi il telefo-

MAURIZIO GIUNCO

When TV is run by THE Citizens themselves “To set up a successful local television station you have to go back in time...“ Sopra, Maurizio Giunco con Roberto Giovannini e Fedele Confalonieri, presidente di Mediaset Above, Maurizio Giunco, Roberto Giovannini and Fedele Confalonieri, Mediaset president

144

“In a world where everything is geared to the future and technology, you need to go back to the origins of early local television if you want set up a successful local TV station. With a degree in industrial engineering Maurizio Giunco is the undisputed Lord of Como television. Looking vaguely like Michael Douglas with two piercing blue eyes, the gift of the gab and natural

no è sempre presente; è il mezzo più immediato per avvicinare il pubblico alla tv». Maurizio Giunco è un temerario non solo nell’ambito lavorativo, ma anche nel tempo libero. È istruttore subacqueo e ha un brevetto di pilota civile di aereo e di elicottero. «Sia quando si vola in cielo con l’aereo o con un altro mezzo, sia quando ci si trova sott’acqua, si è sospesi in un elemento insolito. Vivere per qualche ora in un altro ambiente è piacevole, ci si sente rigenerati, quasi come nuovi». Avrà sicuramente il suo sogno nel cassetto… «Un giorno vorrei andare sulla Luna. Negli anni ‘90 cercavano un team italiano, io mi ero proposto, ma alla fine hanno consentito l’accesso solo ai militari dell’aeronautica. Per quanto riguarda il mio lavoro, mi piacerebbe fare una Tv che per molte ore al giorno trasmetta solo ed esclusivamente informazione». Inutile chiedersi quale dei due desideri sia il più abbordabile…

charisma, he could easily be an actor; but he prefers actually producing programmes. And while we’re talking about programmes, it’s only natural to ask how it all started. “I’ve always had an amateur interest in photography and the cinema”, Giunco explains. “When I was confirmed I was given an 8-mil movie camera and from then on I began experimenting with editing films as you used to by cutting and joining film”. A few years later Giunco’s real adventure began which eventually led to his setting up what is now Espansione Tv. “It was in the early 80s”, Giunco goes on, “together with a friend who was already running a successful advertising agency when we opened a media centre, a TV advertising dealership called Espansione. I had an agreement with Radio Studio 105 and one for TV with Canale 5. After my experience with the advertising dealership, I ended up with several customers who were interested in local rather than national advertising. To back their campaign and fill a local gap I decided, together with a dear friend and various local businessmen, to set up a TV station. It was 1982; Espansione Tv was born”. Up until 2004 you were a Founder Member

and CEO of Nuova Antennatre Spa. What prompted you to give up the post? I didn’t give up the post; I sold my shares together with my partners in the business. Antenna Tre is a local TV station providing multi-regional coverage. That makes its geographical identity too vague; in a nutshell, lacking specific localtarget contacts Antennatre is looked upon as a generic national network. A station of this type is unlikely to stay in business also because the advent of terrestrial, internet and satellite digital TV, means that there’ll be more and more well-structured programmes on offer. So I said farewell to a generic TV station with next to no returns, and at the same time I was able to put more into Etv, a TV station with the people and on the people’s side”. In addition to being the Espansione Tv Controller, you founded and are President and CEO of Corriere di Como as well as being President of the National Association of Local TV Stations of the Radio and TV Federation until 2011. In your view, is there such a thing as DOC local TV programming? “Local TV must put information before all else; it must be able to communicate with its audience; it must be a vehicle 100% in touch with the local area and above all constantly give people reasons to watch it and enjoy it. Early TV stations are a good example of this. We mustn’t mix up local with national television – they’re worlds apart”. Over the last few years you’ve put out three live programmes on Etv: Il Dariosauro. Trenta Denari and Rassegna Stampa with three presenters: a conscious choice, a chance occurance, or do women spend too long on makeup or at the hairdresser’s? “If the right face turns up at the right time for a certain broadcast it doesn’t matter whether it’s a man or a women; Il Dariosauro’s format is basically ‘trivial’: a man at a desk answering the phone and commenting on current affairs. The ‘hook’ consisted in taking TV back to the past by transmitting in black and white, i.e. to a less hectic time in our society when we weren’t subjected to media bombardment and had more time for reflection and dialogue. The charismatic host Dario Campione is a person of stimulating intelligence as well as being a cultural heavyweight – a genial know-all who’s never a smart alec. Trenta Denari was a title chosen by Mario Rapisarda, a director of both ETV and Corriere di Como, based on a simple idea: a debate between four personalities in the studio, with a phone-in right through the programme. The set is highly original: a glimpse of Como’s biggest ever scandal, namely Ticosa – but with overtones too of its rebirth! Host Emanuele Caso’s occasionally caustic style suits this kind of programme perfectly. Last but not least (and I really mean it) is the first broadcast of the day, Rassegna Stampa with the clued-up and indefatigable Davide Cantoni. All three programmes lean heavily on the phone; it’s the most immediate way to get TV audiences involved”. Maurizio Giunco isn’t just a workaholic, but

lives life to the full in his spare time too. He’s a scuba instructor and has a civil aeroplane and helicopter flying licence. “Whether you’re flying in the sky in a plane or some other means of flying or whether you’re under water, you’re suspended in an unfamiliar element. Living for a few hours in a different environment is pleasurable, you feel regenerated... like new”. You must have some secret wish... “I’d like to go on the moon one day. In the ‘90s they were looking for an Italian team and I applied, but in the end applications were restricted to Air Force personnel. On the work front I’d love to provide an all-news TV service broadcasting most of the day”. It’s no use wondering which of the two wishes will be granted...

In alto, Maurizio Giunco in versione chitarrista – la musica è una delle sue passioni – durante un recente concerto in piazza Volta, a Como. Sopra, il presidente di Etv con l’ex ministro delle Telecomunicazioni, Maurizio Gasparri Top left, Maurizio Giunco playing guitar – the music is one of his passions – during a recent concert in Como’s piazza Volta. Above, Etv’s chairman with the former Minister of Telecommunications, Maurizio Gasparri

145


PEOPLE

SERGIO POZZI

50 IDEE

per l’abitare contemporaneo

di Emanuele Caso

La bellezza dell’architettura al servizio dell’uomo e del paesaggio. Con questo spirito nasce il progetto “50 idee per l’abitare contemporaneo”, iniziativa editoriale lanciata dalla rivista “Tale&a” che vedrà la luce nella primavera del 2009. A delineare lo spirito del progetto è Sergio Pozzi, direttore editoriale della stessa Tale&a. «Lo spunto di partenza – dice Pozzi – nasce dall’osservazione di ciò che accade troppo spesso in questi anni nel campo delle costruzioni. Non mancano i professionisti coraggiosi, preparati e attenti a tutte le migliori soluzioni possibili, però accade frequentemente che sul territorio nascano interventi datati e senza un vero spirito innovativo e contemporaneo». Da qui, dunque, il tentativo di ridurre il gap tra le due realtà. «Lo scambio delle conoscenze e delle intuizioni, insieme con il confronto tra diversi progetti veri e propri, è un momento essenziale per stimolare la crescita di qualunque settore, a maggior ragione nell’abitare – sottolinea Pozzi – Affiancare 50 idee differenti che abbiano nell’estro e nella ricerca della bellezza il denominatore comune può essere a nostro avviso una via utile e affascinante». L’obiettivo dell’iniziativa è dunque offrire

146

nuovi stimoli a tutte le parti in causa, dai progettisti ai committenti fino alle imprese. «La selezione delle 50 idee che danno anche il titolo all’operazione – prosegue Sergio Pozzi – interesserà i migliori progetti di case d’abitazione monofamiliari o plurifamiliari, realizzate o non realizzate, elaborati da professionisti delle due province di Como e Lecco. Il risultato che speriamo di raggiungere è duplice: da un lato valorizzare e far conoscere lo stato dell’arte delle migliori pratiche progettuali dei professionisti lariani. Dall’altro lato mettere a disposizione di privati, investitori e imprese progetti architettonici coraggiosi e innovativi, introducendo in tal modo nuovi valori nel costruito e creando anche potenziali occasioni di collaborazioni professionali» Un’apposita commissione – costituita da due rappresentanti degli Ordini degli architetti di Como e di Lecco e presieduta dal celebre architetto portoghese Francisco Aires Mateus, – selezionerà i 50 migliori lavori tra tutti quelli pervenuti entro il termine del 30 novembre scorso. A ognuno dei progetti saranno poi dedicate 3 pagine nella rivista finale che ne conterà 200 e sarà acquistabile nelle edicole e nelle librerie delle due province.

147


ADVERTISING

Nelle pagine precedenti, Sergio Pozzi e il progetto dello Studio bp architettura ingegneria di Michele Bollini e Gianluca Pietra (Como-Pavia) (foto Luca Romanoni). A destra, il progetto dell’architetto Bassano Pini di Canzo (foto Marco Besana) e quello di Arturo Montanelli dello Studio Ardea di Lecco (foto A. Muciaccia) Sotto, i progetti dell’ingegnere architetto Franco Gerosa di Lambrugo (foto Filippo Simonetti) e dell’architetto Marco Castelletti di Erba (foto Filippo Simonetti)

SERGIO POZZI

50 IDEAS

for contemporary living The beauty of architecture in the service of man and the landscape. This is the spirit giving rise to the “50 idee per l’abitare contemporaneo” project, an editorial initiative launched by the Tale&a magazine and issued in spring 2009. Sergio Pozzi, the editor-in-chief of Tale&a, is charged to outline the spirit of the project. “The starting idea - says Pozzi - arises out of the observation of what is too often happening in the field of building in these years. Qualified professionals are not missing: corageous and

148

attentive to all the best possible solutions, but it often occurs that obsolete actions are carried out on the territory without showing a real innovative and contemporary spirit”. This has therefore given rise to the attempt at reducing the gap between the two realities. “The exchange of knowledge and intuition, together with the comparison between the various real projects, is an essential step to stimulate the growth of any sector, even more so in dwelling - underlines Pozzi - In our opinion, it can be useful and fascinating to place 50 different ideas one close to each other, the common denominator of which is inspiration and search for beauty”. As a consequence, the initiative is intended to offer new incentives to all parties to the case, ranging from designers to building contractors through customers. “The selection of the 50 ideas also giving a title to the operation - continues Sergio Pozzi - will affect the best projects

of single- and multi-family houses, either built or not, accomplished by professionals from the two provinces of Como and Lecco. The result we hope to achieve is a double one: on one side to enhance the state of art of the best project-related practices of professionals from the Lario area and to make it known; on the other one to put courageous and innovative architectural projects at private citizens’, investors’ and companies’ disposal by adding new values to the already-built and by creating potential opportunities of professional cooperation” A special commission - composed by two reprsentatives of the Associations of Architects from Como and Lecco and chaired by Francisco Aires Mateus, a famous Portuguese architect - will select the 50 best works among those received by 30th November. Each project will be dedicated 3 pages of the 200-page final magazine sold by the kiosks and bookshops of the two provinces.

Centro Porsche Como recently presented its customers with the new generation of 911s, namely the new 4-wheel drive models Carrera 4 and Carrera 4S in both the Cabriolet and Coupé versions. These models stand out for their engines’ avant-garde technical features, but the transmission and drive guarantee even higher standards in terms of driving pleasure and low consumption. The precision and rapid reaction of the new electronic 4-wheel drive make for an intense driving experience, especially regarding one’s interaction with the new Direct Fuel Injection–DFI engines and the revolutionary double clutch gear Porsche Doppelkupplung (PDK) option. This new generation of 911 models is moreover striking for its sober but effective frontal design revamp and its LED lighting technology. All the latest generation of Carreras have standard LED Bi-Xenon headlights and daytime lighting. The new Porsche Communication Management (PCM) with its simple intuitive touch screen has improved navigation system management. To showcase this Stuttgart gem, Centro Porsche Como had a night based on the number four: 4 techno-zones with the new vehicles’ specialist mechanics, 4 suits of cards with conjurors and Blackjack, square tables, a 4-different-helpings-per-course dinner... and – for the grand finale – a 4 S cabrio made its entrance among the ecstatic guests. An innovative event for an innovative car.

Inner Strenght in Fourth the New 4 and 4S at the Centro Porsche Como

On the previous pages, Sergio Pozzi and the draft of Michele Bollini, Gianluca Pietra, Study bp architecture engineering (Como-Pavia) (photo Luca Romanoni). Right, architect Bassano Pini project (Canzo) (photo Marco Besana) and that of Arturo Montanelli of Ardea Study in Lecco (photo A. Muciaccia) Below, Franco Gerosa’s project (Lambrugo) (photo Filippo Simonetti) and the one by architect Marco Castelletti (Erba) (photo Filippo Simonetti)

FORZA INTERIORE ALLA QUARTA Le nuove 4 e 4S al centro Porsche Como Il Centro Porsche Como ha di recente presentato ai suoi clienti la nuova generazione delle 911, ossia i nuovi modelli a trazione integrale Carrera 4 e Carrera 4S sia in versione Cabriolet sia Coupé. Si tratta di modelli che si distinguono per le soluzioni tecniche d’avanguardia riguardanti il motore, ma ancora la trasmissione e la trazione garantiscono standard ancora più elevati in termini di piacere di guida ed economia dei consumi. La precisione e la rapidità di risposta della nuova trazione integrale a gestione elettronica offrono un’esperienza di guida intensa, soprattutto nell’interazione con i nuovi motori a iniezione diretta (Direct Fuel Injection–DFI) e con il rivoluzionario cambio a doppia frizione Porsche Doppelkupplng (PDK) opzionale. La nuova generazione dei modelli 911 si distingue, inoltre, per una sobria ma efficace rielaborazione del design del frontale e per l’impiego della tecnologia LED nel sistema di illuminazione. Tutte le Carrera di ultima generazione sono equipaggiate, di serie, con fari Bi-Xenon e luce diurna con tecnologia LED. Il nuovo Porsche Communication Management (PCM) con touch screen semplice e intuitivo migliora la gestione del sistema di navigazione. Per lanciare i gioielli della casa di Stoccarda, il Centro

Porsche Como ha organizzato una serata all’ insegna del numero quattro: 4 aree tecniche con particolari meccanici delle nuove vetture, 4 semi di carte con prestigiatori e Blackjack, tavoli quadrati, cena a base di 4 pietanze per ogni portata… e, per il gran finale, una 4 S Cabrio cha ha fatto il suo ingresso tra gli ospiti estasiati. Un evento innovativo per un’auto innovativa.

149


PEOPLE

TIZIANO TESTORI

Implantologia

made in Como

Il dottor Tiziano Testori con alcuni modelli tridimensionali e alcuni studi di progettazione implantare computerizzata Dr. Tiziano Testori with some three-dimensional models and design studies computerized implant

di Daniela Tanzi foto Roberto Crippa

Quando si incontrano personaggi del calibro di Tiziano Testori, comasco, medico chirurgo specialista in Odontostomatologia e Ortognatodonzia, nonché docente di Implantologia presso la New York University, responsabile del reparto di Implantologia dell’Istituto Galeazzi, Clinica Odontoiatrica (direttore prof. R. Weinstein) e autore di numerosi libri in campo chirurgico impiantare, viene naturale chiedersi: «Il mio sorriso sarà all’altezza della situazione?». Con il dottor Testori, abbiamo cercato di capire le differenze sostanziali e le realtà che riguardano il mondo dell’odontoiatria in l’Italia e nel resto del mondo e abbiamo scoperto situazioni davvero interessanti. Testori, di recente è entrato a far parte dell’associazione Amici di Como. Lui stesso spiega: «Sono molto orgoglioso

150

di essere comasco e di far parte di Amici di Como. Questo è dovuto anche al fatto che l’associazione annovera fra i sostenitori punti di eccellenza mondiale del made in Italy e pur essendo all’estero spesso non tralascio mai di mostrare alcune immagini del nostro lago che è apprezzato e conosciuto in tutto il mondo». Ma come decide di diventare medico chirurgo specialista in Odontostomatologia? «Mi sono avvicinato all’Odontoiatria nel 1981 perché nel mondo medico i posti universitari e ospedalieri seguivano la logica della lottizzazione clientelare e, non volendo sottostare a questa logica, ho optato per una piccola specialità con un risvolto chirurgico e libero professionale e sono emigrato a Odontostomatologia». Lei è spesso all’estero per lavoro. Quali

sono le differenze sostanziali che ha potuto riconoscere tra le varie università? «Da noi l’università è molto politicizzata e la meritocrazia conta relativamente. È notizia fresca – ricorda Tiziano Testori – che la migliore università italiana è al 192esimo posto dopo Bombay e la Corea. I nostri ricercatori sono fra i più “vecchi” in termini di età del mondo accademico mondiale e vengono frustrati dalla mancanza cronica di fondi e dal sistema clientelare delle nomine. Nel mondo anglosassone esiste invece più meritocrazia e si devono produrre dei risultati per avere i fondi per la ricerca. Le scuole di specialità costano enormemente di più rispetto a quelle italiane. Da noi, gli studenti vogliono il prima possibile il famoso “pezzo di carta”. In Italia si fa poca ricerca di base per la mancanza cronica di fondi; tuttavia, ci sono centri di eccel-

lenza riconosciuti a livello internazionale». Quali sono le novità nel campo dell’implantologia? «Le novità in campo dell’implantologia sono molte soprattutto per quanto riguarda la ricerca. L’11 ottobre, in qualità di presidente della Società Italiana di Chirurgia Orale ed Implantologia, con tutto il consiglio direttivo, abbiamo organizzato una Consensus Conference sulle ricostruzioni ossee ed è stato fatto il punto della situazione attuale: cosa si può utilizzare attualmente e quale sarà il futuro. L’altra novità è rappresentata dall’ausilio che può essere fornito da programmi computerizzati e modelli stereolitografici che riproducono fedelmente le strutture ossee in cui vengono posizionati gli impianti guidati da dime chirurgiche. Forse – aggiunge Testori – la più grande novità in campo implantare è

la richiesta di una etica e corretta formazione professionale per i giovani e una corretta informazione per i pazienti che sono i fruitori finali delle nostre conoscenze in un settore come quello medico».

151


TIZIANO TESTORI

Implantology

Made in Como

When you meet personalities of the calibre of Tiziano Testori – Como doctor and specialist surgeon in odontostomatology and orthodontics, as well as Professor of Implantology at New York University and Head of the Implantology Department of the Galeazzi Institute’s Dental Clinic (Director Prof R.Weinstein), and the author of numerous books on surgical implanting – it’s only natural to wonder: “Dare I smile at him?” Together with Dr Testori we attempted to understand the basic differences and situation regarding dentistry in Italy and the rest of the world; we made some really interesting discoveries. Testori has just recently joined the Amici di Como association. He himself elucidates: “I’m very proud to be Comascan and a member of Amici di Como; this is also due to the fact that the association includes exponents of Made in Italy’s world excellence, and despite my often being abroad I never fail to show people pictures of our lake which is known and appeciated the world over”. But how did you decide to become a surgeon specialising in odontostomatology? “I went into dentistry in 1981 because in the medical world university and hospital posts were governed by a string-pulling lottery system which I rejected by opting for a small specialist area with surgical and freelance implications, and I went over to odontostomatology”. You’re often abroad for work. What differences have you noticed between the various universities? “Over here Univerities are politicised and merit goes largely unrewarded – it’s just come out that the best Italian University is in 192nd place after Bombay and Korea. In terms of age our researchers are the ‘oldest’ in the international

152

academic world, and they’re frustrated by the chronic lack of funds and the old-boy network appointments’ system. The Anglo-Saxon world on the other hand is more of a meritocracy where you have to get results to warrant further research funding. Specialist schools cost far more than those in Italy. Over here students want to get their hands on that famous ‘piece of paper’ as soon as they can. In Italy little basic research is conducted due to the chronic lack of funding; however there are internationally recognised centres of excellence”. What’s new in the field of inplantology? “There’s a lot of news on the implantology front in particular concerning research. On 11th October as President of the Italian Society of Oral Surgery and Implantology, I – together with the Executive Board – organised a Consensus Conference on bone recontruction and the current situation was reviewed: what can be used at the moment and what the future holds. Another innovation is represented by the aid provided by computerised programs and stereo-lithograph-

ic models which faithfully reproduce the bone structures into which implants guided by surgical templates are placed. Perhaps the greatest new aspect in the implants’ field is the need for an ethical code and proper professional training for young people, and proper information for patients who are the final consumers of our expertise in such a sector as medicine”.


PEOPLE Sotto, Arrotino, olio su tela, cm 120x60, 1974 e Al lavatoio, olio su tela, cm 100x60, 1982 Sotto, Monte Goi, olio su tela cm 22x25 1948 Below, Arrotino, oil on canvas, 120x60 cm, 1974 and Al lavatoio, oil on canvas, 100x60 cm, 1982

RICORDANDO

LUCIANO RONCORONI Un impressionista sempre ATTUALE di Da.Ta.

154

Below, Monte Goi, oil on canvas 22x25 cm 1948

Amava dipingere a ogni ora del giorno, aveva una grande mente fotografica. Osservava un volto, un paesaggio, un soggetto ed era in grado di riproporlo in breve sulla tela. Era definito dai critici d’arte “impressionista mnemonico”. Era ottimista e sapeva cogliere e valorizzare gli aspetti più semplici della vita. Maria Giulia Gueglio ricorda così, il marito e pittore Luciano Roncoroni (1913-1993), e attraverso il suo racconto e la testimonianza di moglie ripercorriamo l’attività di Luciano Roncoroni rispolverando quadri, dipinti e lavori non ancora dimenticati. Roncoroni era un impressionista, i suoi quadri sono un’esplosione di colori e di luce. La famiglia era il suo punto di riferimento, non solo nella vita reale ma anche il soggetto

preferito nei suoi lavori. I suoi dipinti sono uno spaccato di vita quotidiana, momenti che potrebbero benissimo venir riproposti ancora oggi: la giovinezza, uomini che giocano a carte, un falò in piazza, la passeggiata lungo i giardini del nostro lago, un gruppo di pescatori e tante zone suggestive di Como. Luciano lavorava nel suo studio-galleria nonché abitazione in via Cecilio, a Como, è stato membro dell’Accademia Tiberina di Roma, dell’Accademia Italia e dell’Accademia Internazionale Burckhardt Akademie St. Gallen, in Svizzera. Il suo percorso artistico è segnato da una lunga serie di mostre sia a Como sia all’estero: America, Svizzera e Germania. Tornando al tema dei dipinti, c’è una particolarità da sot-

tolineare: le figure, i personaggi che nei lavori di Roncoroni non hanno volto, sono figure che hanno e vogliono comunicare un significato universale che va al di là delle apparenze e dell’individualità. Le donne sono sempre slanciate, con abiti che potrebbero fare invidia agli attuali stilisti. Con l’inizio degli anni Settanta, Luciano comincia a rappresentare le figure in controluce, i personaggi si levano da un’aura luminosa. E sempre dal racconto di Maria Giulia, traspare il carattere dolce e buono di Luciano. «Era incapace – spiega la moglie – di rappresentare gli aspetti negativi della vita. Era legato alle cose semplici, agli amici, alla famiglia. Io spesso sono stata la sua musa ispiratrice, scriveva anche poesie in dialetto dedicate al

155


Alcuni oggetti innovativi per la casa esposti al Macef Lab Some innovative household accessories exposed to Macef Lab

I tre custodi del lago

PULITO

di Andrea Bambace e Laura Bernasconi (C.R.E.A.)

La Provincia di Como grazie ai battelli spazzini difende l’ecosistema dei bacini lariani

114

Chi si occupa di “coccolare” i laghi? “Spazzello”, “Bat Spaz” e “Alghé”. Nomi curiosi e simpatici – sono stati scelti dai bambini – per identificare i tre battelli spazzini del lago che hanno il compito di tenere pulire le acque lacustri. Già, perché il lago è un ambiente delicato, e non basta puntare sull’educazione all’ecologia per salvaguardarlo. Bisogna occuparsi anche di ripulirlo da tutte le sostanze – naturali e non – che, riversandosi nell’acqua, mettono a rischio il corretto equilibrio di flora e fauna. Il compito, in carico all’amministrazione provinciale, viene assolto da speciali battelli spazzini: il primo si chiama Bat Spaz, staziona presso la darsena di Villa Geno a Como e si occupa proprio della pulizia del Lario. Il secondo, Spazzello, è più piccolo di Bat Spaz ed è stato concesso in comodato d’uso al Comune di Como; Alghé, una barca sfalciatrice, opera invece sui laghi briantei e sul Lago di Piano e provvede al taglio della vegetazione lacustre. I nomi sono stati dati ai battelli dai bambini delle scuole della provincia di Como attraverso diversi concorsi ideati dal C.R.E.A., Centro di Riferimento per l’Educazione Ambientale della Provincia di Como. Gli spazzini

dei laghi servono anche a combattere il fenomeno chiamato “eutrofizzazione”, che dipende da fosfati e nitrati contenuti in alcune sostanze inquinanti (ad esempio i detersivi). Si tratta di un problema comune anche nei piccoli laghi, dove il fosforo e l’azoto alimentano le alghe e i canneti causandone una crescita eccessiva. E una flora troppo rigogliosa, quando si decompone, toglie all’acqua l’ossigeno necessario per la sopravvivenza dei pesci. Ecco perché occorre aiutare i laghi a “respirare” tagliando la vegetazione in eccesso. Il compito dei battelli spazzino è anche raccogliere rami, detriti e foglie che vengono portati nei laghi dalla piena di fiumi e torrenti. Non è un compito facile: basti pensare che nel 2006 un solo battello nel primo bacino del Lario aveva raccolto quasi 230mila chilogrammi di materiali. Nell’anno precedente (2005) erano stati recuperati 167.460 kg. La Provincia opera quindi con tre battelli spazzini, in zone d’intervento strategicamente individuate in rapporto all’esigenza di provvedere con la massima efficienza all’intercettazione dei flussi di detriti trascinati dalle ordinarie correnti lacustri. Nella flotta provinciale trova posto anche un quarto na-

tante (Harvester), che si occupa della pulizia del Ceresio. L’opera di bonifica dei battelli spazzino è stata regolamentata con i Comuni territorialmente interessati dalle operazioni attraverso la stipula di una convenzione. In condizioni ordinarie, la Provincia di Como provvede allo scarico dei detriti galleggianti raccolti con il proprio battello spazzino presso il punto di approdo in una località concordata con il Comune con cui è stata stipulata la convenzione. I Comuni convenzionati s’impegnano invece a garantire, nell’ambito del servizio pubblico di raccolta rifiuti, il regolare smaltimento dei detriti raccolti dalla Provincia di Como con il proprio battello spazzino. Questi Comuni garantiscono inoltre la permanenza della disponibilità di uno spazio di stazionamento in acqua del natante provinciale, con oneri conseguenti a carico della Provincia di Como. Quando capita d’estate di vedere uno specchio d’acqua pulito e luccicante, quindi, bisogna pensare che è anche opera dei battelli spazzini che, da una parte, difendono un ecosistema delicato, dall’altra donano ai laghi un aspetto ancor più piacevole.

115


TERRITORIO

The three wardens of the clean

LAKE

This is how the Province of Como employs skimmer boats to defend the Lariano lakes ecosystem

Who “pampers” the lakes? It’s “Spazzello”, “Bat Spaz” and “Alghé”. Funny and nice names - chosen by children for identifying the lake’s three skimmer boats whose task is that of keeping the lacustrian waters clean. Yes, because the lake features a delicate environment and ecology education alone is just not enough for safeguarding it. The lake must also be scavenged to remove all the substances - natural and not natural - which, when spilt in the waters, put the correct equilibrium of flora and fauna at risk. This task, which is care of the Provincial ad-

116

ministration, is carried out by special skimmer boats: the first, called Bat Spaz, is moored at Villa Geno in Como and is precisely assigned to Lake Lario cleaning. Spazzello, the second one, is smaller than Bat Spaz and has been granted to the Council of Como in commodatum; whereas, Alghè, a mowing boat, works on the Brianza lakes and on the lake of Piano, cutting down lacustrian vegetation. The boats were named by the children of the schools of the Province of Como through various competitions created by C.R.E.A., the Reference Centre for Education and Environment of the Province

of Como. Lake skimmers also fight against the so called “eutrophication” phenomenon, which is caused by the phosphates and nitrates contained in some polluting substances (e.g. detergents). It is a problem which affects also small lakes, where phosphorous and nitrogen feed the weeds and the canes promoting their excessive growth. And too lush flora, when decomposed, deprives the water from the oxygen necessary for the survival of fish. It is for this reason that it is necessary to help lakes “breathe” by cutting excessive vegetation. Skimmer boats are also in charge of the col-

lection of branches, debris and leaves which are carried into the lakes by rivers and streams floods. It is no easy task: just think that in 2006 one boat alone gathered as much as nearly 230 thousand kilos of material in the first part of Lake Lario. Kg. 167,460 were collected during the previous year (2005). So, the Province can rely on three skimmer boats to cover different intervention zones, strategically defined in relation to the need to carry out maximum efficiency interception of the debris flows carried by usual lacustrian currents. The main provincial fleet also includes a fourth

watercraft (Harvester), which is employed to clean Lake Ceresio. The clearing work performed by skimmer boats has been regulated with the Municipalities which are included in the area object of such operations, by drawing up a special rate agreement. Under routine conditions, the Province of Como provides to the tipping of the floating debris, collected with their skimmer boat, at a landing point situated in a locality defined with one of the Municipalities member of the agreement. In return, the Municipalities commit to guarantee, in the ambit of public waste collection service,

regular disposal of the material collected by the watercraft. The same bodies also guarantee the provincial vessel a permanent mooring space, whose expenses are borne by the Province of Como. So, each time you happen to see a clear and shiny lake in summer, just remember that part of the merit goes to the skimmer boats which preserve their delicate ecosystem making them look even lovelier.

117


TERRITORIO

La sede del CFP CFP school

Alessandro Fermi, assessore alle Politiche attive del Lavoro, Formazione professionale, Attività economiche e Università Alessandro Fermi, Assessor for Active Labour Policies, Professional Development, University and Economic Activities

PROGRAMMA P.A.R.I. e 411 Testi e foto di Sabina Napoli (Uff. staff Assessore Fermi)

118

Il Settore Lavoro della Provincia di Como, in collaborazione con la Regione Lombardia e con l’assistenza tecnica di Italia Lavoro Spa, promuove sul territorio il Programma P.A.R.I. finanziato dal Ministero del Lavoro. «Nell’edizione 2007, che ha dato un ottimo risultato di 117 assunzioni – riferisce con soddisfazione l’Assessore alle Politiche attive del Lavoro, Formazione professionale, Attività economiche e Università, Alessandro Fermi – P.A.R.I. si rivolgeva a uomini e donne disoccupati over 40. Quest’anno, l’Assessorato alle Politiche attive del Lavoro ha proposto un nuovo Programma d’Azione per il reinserimento lavorativo di donne con contratti di lavoro part-time dal 40% al 90% del normale orario, con assunzioni a tempo indeterminato o determinato di almeno 12 mesi, oppure di 6 prorogabili, offrendo alle imprese comasche agevolazioni, incentivi e doti formative fino a 5mila euro. Altro progetto di rilievo del Settore Lavoro, è il Programma 411, con

il quale la Provincia di Como mette a disposizione del disoccupato una Dote da utilizzare per usufruire di servizi necessari all’inserimento lavorativo (voucher formativi, tirocini, borse lavoro etc..). Da giugno a oggi sono stati attuati più di 370 piani personalizzati che hanno già dato un risultato di oltre 115 assunzioni».

P.A.R.I. and 411 PROGRAMS The labour sector of the Province of Como, in collaboration with the Region of Lombardy and with the technical assistance of Italia Lavoro Spa, is promoting P.A.R.I. (the Re-employment Action Program) in its territory, financed by the Ministry of Labour. “In 2007, which gave us an excellent result of

117 job placements - reports the Assessor for Active Labour Policies, Professional Development, University and Economic Activities, Alessandro Fermi - P.A.R.I. focused on assisting unemployed men and women over 40. This year the Department of Active Labour Policies has proposed a new Action Program aimed at job placement for women who have part-time work contracts (40%-90% of normal working hours), assisting them in obtaining contracts that are indefinite, fixed at 12 months or extendable at 6 months. The program offers businesses in Como tax breaks, incentives and training grants of up to 5,000 Euros. Another major project for the Labour Sector is the 411 Program, with which the Province of Como offers unemployed individuals a grant that can be used for necessary job placement services (training vouchers, internships, scholarships, etc...). From June up to now, more than 370 personalized plans were created, which have already yielded a result of 115 job placements”.

119


ADVERTISING

TERRITORIO

Petazzi Costruzioni

un’impresa di SUCCESSO Fondata come impresa artigiana da Andrea Petazzi nel 1960, grazie alla spiccata personalità e allo spirito imprenditoriale del titolare, Petazzi Costruzioni ha saputo diventare nel tempo un’impresa di successo. La passione, l’ambizione, la determinazione e il desiderio di affermazione del fondatore sono stati stimoli e insegnamenti preziosi per i figli Celestino e Maddalena, oggi insieme alla guida di un’azienda che, diventata Srl e passata dai 50 dipendenti degli anni ‘90 agli attuali 100, si impone fra le realtà più competitive nel mercato dell’edilizia. Forte di una politica costantemente orientata all’innovazione e alla ricerca di nuove soluzioni tecniche e organizzative e, dal 2000, anche della certificazione di qualità ISO 9001, Petazzi Costruzioni ha come principale impegno la costruzione della qualità attraverso la cura dei particolari. Le sue realizzazioni sono garantite, frutto di continui investimenti in ricerca e sviluppo e della condivisione con i partner di tutte le conoscenze tecnologiche. Know how e non solo: fiore all’occhiello dell’impresa sono infatti le sue risorse umane, un team di persone qualificate e motivate attivo in un contesto stimolante nel quale ogni collaboratore si sente parte integrante del tutto, pronto a crescere professionalmente e a dare sempre il meglio di se stesso, con lealtà e trasparenza. Così Petazzi offre un servizio completo, instaurando con il cliente un rapporto di fiducia che va dal progetto sino all’ultimo dettaglio.

In alto, villa ristrutturata a Menaggio e, sotto, la piscina che fa parte del complesso A destra, la ristrutturazione di una delle ville di proprietà di George Clooney a Laglio

Sopra l’assessore Alessandro Fermi con gli studenti del Centro di Formazione Professionale. A pagina 122 gli studenti con S.E. Mons. Diego Coletti vescovo di Como Assessor Alessandro Fermi and Centro di Formazione Professionale students. On page 122 students with Como’s Bishop, Diego Coletti

Formazione PROFESSIONALE Rivolgendo il pensiero ai giovani che intendono utilizzare un percorso formativo per inserirsi in tempi brevi nel mondo del lavoro, pur mantenendo la possibilità di rientrare in percorsi scolastici ed universitari, i ragazzi hanno a disposizione una dote formativa che finanzia l’intero corso triennale finalizzato a una qualifica, a un mestiere e a un lavoro. Tali corsi, presenti in Provincia di Como, riguardano settori che rispecchiano i bisogni del tessuto produttivo del nostro territorio: mec-

120

canico, elettrico-elettronico, alimentare e della ristorazione, servizi all’impresa, estetica e benessere, edilizia, legno arredo, turismo, tessile, agricoltura, commerciale e addetto alle vendite. I Centri di Formazione Professionale in Provincia di Como, formano giorno per giorno le nuove leve del lavoro, accompagnandole sino alla loro prima assunzione. Il risultato, al termine dei percorsi formativi, vede l’80% di essi, dopo 6 mesi dagli esami, già positivamente inserito in azienda.

Up, villa restored in Menaggio And below the swimming-pool belonging to the complex. On the right the restoration of one of the Villas owned by George Clooney in Laglio

Petazzi Costruzioni

A successful COMPANY Founded as an artisan company by Andrea Petazzi in 1960, thanks to the owner’s great personality and entrepreneurial spirit, Petazzi Costruzioni has been able to become a successful company all over the time. The founder’s passion, ambition, will and wish to make a reputation have been precious incentives and precepts for Celestino and Maddalena, his children currently leading a company

p

e

that has turned into a limited liability company. The number of employees has increased from 50 units in the ‘90ies to 100 at present and the company has now established as one of the most competitive realities on the building market. Relying upon a policy constantly directed to innovation and to the search for new technical and organisational solutions as well as upon the ISO 9001 quality certification acquired in 2000, Petazzi Costruzioni’s main commitment is to build up quality by paying great attention to details. Its accomplishments are guaranteed as the result of constant investments in research and development as well as the sharing of all technological notions with the partners. Know how and not only this: as a matter of fact, the company’s pick is represented by its hu-

t

a

man resources, a team of qualified and motivated people active in a stimulating context, within which every single collaborator feels as an integral part of the whole, ready to grow up professionally and to do his/her own best, in a loyal and transparent manner. Petazzi can offer a complete service by establishing with the customer a relationship of trust, ranging from the project to the last detail.

z

PETAZZI COSTRUZIONI Via per la Grona 18 Frazione Loveno - Menaggio (CO) Tel. 0344 32812 - www.petazzi.it

z

i 121


ADVERTISING

Petazzi Costruzioni

ristruttura Villa Giuseppina a Griante per il magnate Nurlan Kapparov A Griante il progetto di ristrutturazione di un’imponente villa d’epoca per il magnate kazakhstano. All’ingresso si innalzano sei massicci pilastri a sostenere un portico rivestito da coppi. La facciata è abbellita con decori che addolciscono l’austerità dell’edificio e ne impreziosiscono le finiture; le singolari finestre strette e lunghe dominano il giardino. Annessi alla villa sono stati realizzati una nuova piscina con cascata in roccia, una palestra e un centro benessere.

Petazzi Costruzioni is restoring Villa Giuseppina at Griante for magnate Nurlan Kapparovper At Griante, the project intended to restore an impressive ancient villa for the Kazakhstan magnet. Six massive pillars are erected at the entrance to support a bent tile covered porch. The façade is embellished by decorations softening the austerity of the building and embellishing its finishes; unique narrow and long windows dominate the garden. A new swimming-pool with a rock cascade, a gymnasium and a fitness centre have been attached to the villa.

PETAZZI COSTRUZIONI Via per la Grona 18 Frazione Loveno - Menaggio (CO) Tel. 0344 32812 - www.petazzi.it

Professional TRAINING Addressing the needs of youth who want to use professional training to quickly enter the workforce, while at the same keeping the possibility open for returning to university, a training scholarship is available that finances an entire three-year course with the goal of a qualification, a trade and a job. These courses, in the Province of Como, cover fields that reflect the needs of the productive make-up of our area: mechanical, electric-electronic, food and catering, business services, beauty and wellness, construction, wood furniture, tourism, textiles, agriculture, marketing and sales. The Professional Training Centres in the Province of Como prepare new workers daily, working side by side with them up to their first recruitment. The result at the end of training is that 80% of them, 6 months after exams, have been successfully placed in a company.

122

p

e

t

a

z

z

i 123


94


TERRITORIO

In queste pagine, il Mosaico con i cervi alla fonte proveniente dagli scavi di via Perti On these pages, the Mosaico con i cervi alla fonte from excavation on Via Perti

Appunti di Storia dell’Arte

L’ICONOGRAFIA di COMO PALEOCRISTIANA

Testo Roberta Brucato foto Mattia Vacca Prima del d.C. 313, con l’editto di Costantino, le dottrine cristiane trovano diffusione clandestina tramite i ricchi fedeli coinvolti nell’evangelizzazione che mettono a disposizione le loro abitazioni quali luoghi di culto e di assemblee, le Domus Ecclesiae, ovvero le case dell’assemblea. La fede nella resurrezione del corpo porta i cristiani all’abbandono della pratica della cremazione in favore della inumazione dei defunti in luoghi di sepoltura sotterranei, le catacombe, dal II al V secolo, affiancati ai cimiteri in superficie, koimeteria, luoghi di riposo. La produzione artistica della prima cristianità a noi giunta consiste in prevalenza in immagini di carattere funerario, poiché quelle di valore didattico e gli arredi della liturgia nelle domus ecclesiae sono andate completamente perdute. Tutti gli oggetti legati al culto dei morti erano i fondi d’oro, vetri dipinti ottenuti dai fondi di coppe o bicchieri che portavano incisi su una sottile lamina d’oro dei soggetti religiosi; anche i gioielli e i cucchiai d’argento con nomi cristiani e le lucerne di terracotta raffiguravano le tipiche iconografie del Buon Pastore o di Giona, dalla funzione protettiva o di esempio per il loro proprietario. L’arte cristiana primitiva mira alla trasmissio-

96

ne dei nuovi contenuti religiosi adottando un linguaggio figurativo che si ispira sia alla cultura pagana sia a quella orientale giudaica. Maggiormente ispirate al Vecchio Testamento sono le rappresentazioni parietali degli episodi di Salvazione dei Giusti, che prefigurano la salvazione degli uomini da parte di Cristo, come il Diluvio o Daniele nella fossa dei leoni. Alcune scene sono invece tratte dalla mitologia pagana greco-romana antica dove l’eroe è rappresentato come il salvatore o con soggetti bucolici che, svuotati del significato originario, assumono valenze cristiane. L’arte perde l’originaria interpretazione oggettiva della realtà in favore della lettura simbolica e allusiva della stessa: a ragione infatti si parla di arte romana cristianizzata, di stili elaborati della cultura romana e rinnovati nei significati. In tale arte cristiana delle origini si innesta anche l’aniconismo di matrice giudaico orientale: sui dettami dell’Antico Testamento si fonda il divieto di rappresentazione realistica di Dio e dunque si deve riprodurre la divinità con immagini allusive, simboli. Successivamente, ai simboli si affiancheranno le raffigurazioni dirette del Cristo, imberbe o con la barba (tradizione siriana), ad esempio. L’acquisita libertà di rappresentazione del Cri-

97


sto rafforza la natura insita nel Cristo – divina e umana insieme – e trasmette il messaggio evangelico con la narrazione dei fatti salienti della sua vita. Quando nel V secolo la cristianità sarà baluardo del mondo “civilizzato”, il sodalizio tra Impero e Chiesa sarà testimoniato nei mosaici che decorano le basiliche, riprendendo l’iconografia romana imperiale della traditio. Presso le principali vie di accesso alla città di Como sono documentate presenze paleocristiane: antiche epigrafi in San Carpoforo, nella scala che scende nella cripta, con un tratto di pavimento in opus sectile di marmo bianco e nero; la Basilica Apostolorum, dedicata a Pietro e Paolo sotto la romanica Sant’Abbondio; la Basilica dei Santi Cosma e Damiano, sotto l’area della piccola chiesa romanica all’interno dell’area di Sant’Abbondio. Tutte queste basiliche furono cimiteriali, lungo un percorso viario già usato per le sepolture in epoca precristiana. Testimonianze artistiche paleocristiane a Como sono però poche e controverse, con sporadici episodi di sculture, pitture e mosaici. Esempio più importante è certamente il Mosaico con i Cervi alla Fonte proveniente dagli scavi di via Perti. Si tratta di un’opera d’arte in un contesto religioso, un’aula per la preparazione dei catecumeni vicina alla chiesa di Sant’Eufemia, oppure un’opera pagana posta in un triclinium di una domus patrizia, dato il soggetto con immagini maschili con il tirso e dunque con un riferimento al culto di Bacco? La tesi di significato cristiano sembra la più plausibile, data l’immagine dei cervi affrontati, simboli di rinnovamento alla vita. Infatti, spesso le immagini paleocristiane ricorrono all’allegoria attraverso le figure degli animali, premessa di simboli di virtù e di vizi dei bestiari medievali. Ad esempio: l’agnello=sacrificio di Cristo, il pavone=eternità, la colomba=l’anima. Per indicare Cristo prevalgono immagini aniconiche come il pesce (ikthus), l’agnello inteso come Cristo vittima sacrificale, e soprattutto il CHI-RO (ΧΡ lettere greche) racchiuso normalmente in un clipeo, uno scudo a forma circolare come il contorno dei ritratti romani a rilievo, volendo significare che il ritratto del volto di Dio è inesprimibile. Un’immagine inequivocabilmente paleocristiana è la figura di un pesce realizzato a mosaico in un’abside del battistero dell’Isola Comacina, scoperta nel 1958. Ed anche i pavimenti in opus sectile, di marmi di Varenna (neri) e Musso (bianchi) lavorati ad intarsio o a mosaico, con motivi aniconici esagonali, a triangoli, a rombi e rettangoli per la Basilica dei SS. Apostoli e per San Fedele. L’unica testimonianza di affresco ci giunge dal sotterraneo di Sant’Abbondio, nel giro absidale a nord, probabilmente del IV-V secolo, senza immagini ma con una successione di riquadri a finto marmo grigio e finto porfido; spesso infatti la tecnica dell’affresco e dello

98

A destra, un reperto nel Museo Civico di Como, sotto, una lapide paleocristiana nella Basilica Apostolorum Right, an exhibit in Como’s Museo Civico, Below an early Christian tombstone in the Basilica Apostolorum

stucco venivano impiegate quali surrogati più economici degli intarsi marmorei e delle sculture. In età barocca la scagliola sostituirà l’intarsio di marmo nei paliotti d’altare e il nostro territorio annovera splendidi esempi provenienti dalle maestranze intelvesi.

BIBLIOGRAFIA F. Cani, G. Monizza, Como e la sua storia- Dalla Preistoria all’attualità, Nodo Libri, Como, 1993 I. Nobile De Agostini, La sezione romana del Museo Archeologico di Como, guida all’esposizione, Musei Civico, Como, 2006 A.A. V.V., Como nell’antichità, Società Archeologica Comense, Como, 1987

History of Art notes

Como’s Early CHRISTIAN ICONOGRAPHY Before Constantine’s 313 AD edict, Christian doctrine would be spread secretly by wealthy believers involved in evangelism opening their homes for worship and meetings (called Domus Ecclesiae), i.e. meeting houses. Faith in the resurrection of the body led Christians to give up cremation in favour of the burial of the deceased in underground sepulchres (catacombs) from the 2nd to the 5th century AD, adjoining ground-level graveyards (koimete-

ria) – resting places. Early Christian art work still intact tends to consist of funereal depictions, as those of didactic worth or liturgical furnishings in domus ecclesiae have been lost for ever. All the artefacts connected with the cult of the deceased were fondi d’oro, painted glass obtained from the bottoms of cups or glasses bearing religious inscriptions on thin layers of gold; jewels and silver spoons too were inscribed with Christian names and earthenware oil lamps would depict such typical icons as the Good Shepherd or Jonah, the function of which was to protect or give a good example to their owners. Early Christian art sought to communicate new religious knowledge by using pictographic language of pagan or Eastern Judaic inspiration. Of mainly Old Testament inspiration are the mural depictions of episodes of the Salvation of the Righteous heralding Christ’s salvation of mankind such as the Flood or Daniel in the lions’ den. Some scenes depict the ancient Greco-Roman pagan mythology where the hero is represented as the saviour, or they use pastoral subjects which, emptied of their original meaning, take on Christian values. The art loses the original objective interpretation of reality in favour of symbolic writings and allusions thereof; for this reason we talk about Christianized Roman art and the styles created by Roman culture, renewed in their meanings. In original Christian art, aniconism from Jewish Eastern Europe is also included: the prohibition of realistic images of God is based on the dictates of the Old Testament, therefore, divinity must be reproduced with allusive, symbolic images. Following the symbols were direct depictions of Christ, with a beard (Syrian tradition) or without. The freedom to represent Christ reinforces the inherent nature in Christ - divine and human at the same time - and sends the evangelic message with the narration of facts from his life. When Christianity was a bulwark for the “civilized” world in the fifth century, association between the Empire and the Church was witnessed in the mosaics that decorated the basilicas, resuming the iconography of imperial Roman tradition. At the main access roads to Como, early Christian presence has been documented: ancient epigraphs in San Carpoforo, on the stairwell that descends into the crypt, with a stretch of

opus sectile floor in black and white marble; the Apostolorum Basilica, dedicated to Peter and Paul under the Romanesque Sant’Abbondio; the Basilica of Saints Cosmas and Damian, under the small Romanesque church in the area of Sant’Abbondio. All of these basilicas were cemetery-oriented, a long road already used for tombs in the preChristian era. Paleochristian artistic evidence in Como is rare and controversial, with sporadic sculptures, paintings and mosaics. The most important example is definitely the mosaic of the Deer at the Fountain, from excavations on Via Perti. Is it a work of art in a religious context, a hall for the preparation of catechumens near the church of St. Euphemia, or the pagan Triclinium of a patrician domus, given the subject with male images with Tirso and therefore a reference to the cult of Bacchus? The Christian thesis seems the most plausible, given the image of the deer, a symbol of life renewal. In fact, Paleochristian images often include animals as symbols of the virtues and vices of medieval bestiaries. For example: the lamb = the sacrifice of Christ, the peacock = eternity, the dove= the soul.

Representing Christ are aniconic images such as the fish (ikthus), the lamb as Christ’s sacrificial victim, and most of all the CHI-RO (Greek letters XP), normally enclosed in a clipeus, a circular shield shaped in the contour of Roman relief portraits, to signify that the portrait of the face of God is ineffable. A clearly Paleochristian image is that of a mosaic fish in the apse of the baptistery on Comacina Island, discovered in 1958. Not to mention the opus sectile floors in marble from Varenna (black) and Musso (white) made in inlays or mosaic, with hexagonal, triangular, rectangular and diamond aniconic motifs for the Basilica of SS.Apostoli as well as San Fedele. The only evidence of frescoes comes to us from beneath Sant’Abbondio, in the round northern apse, probably from the fourth or fifth century, without images but with a succession of grey faux marble panels and finished porphyry. The techniques of fresco and stucco were often used as more affordable substitutes for marble inlays and sculptures. In the Baroque age, canary grass substituted marble inlays in the façade of the altar. Our territory contains some splendid examples of Intelvesi works.

99


A sinistra, il castello di Rezzonico, sotto, quello di Vezio Left, Rezzonico Castle, below, Vezio Castle

CASTELLI DAL CIELO C’è un modo per conoscere il territorio comasco e tutti i suoi segreti: fare un giro con l’idrovolante 100

Testo Cesare Baj e Fr anco Bartolini foto Franco Bartolini

Nelle stampe dell’Ottocento la “vista a volo di uccello” indicava la visione dall’alto di un elemento di interesse paesaggistico, storico o architettonico. Dal Novecento questa visione la possiamo avere facilmente salendo a bordo di un aereo. A Como questa esperienza la possiamo fare grazie all’Aero Club Como e alla sua flotta di idrovolanti. Questi, partendo proprio dalla passeggiata a lago, ci conducono lungo i rami del Lario ad ammirare i paesaggi più suggestivi, le ville, gli antichi borghi, le chiese e i monasteri e, tra l’altro, i molti castelli e le torri che furono costruiti sulle alture più significative. Il giro via terra dei principali castelli del territorio lariano richiederebbe giorni e, in molti casi, consentirebbe di osservare solo le mura esterne, dato che l’accesso all’interno è quasi sempre impossibile. Con l’idrovolante possiamo invece osservare quasi tutti i castelli del territorio in un volo di meno di un’ora, avendo anche la possibilità di osservare le strutture architettoniche e di valutare in tutto il loro significato le ragioni strategiche della localizzazione di queste costruzioni. Osservando dall’alto il Castello di Vezio, per fare un esempio, possiamo capire immediatamente perché sia stato costruito proprio in quel luogo e, sempre in un istante, possiamo abbracciare con lo sguardo l’ampio territorio che poteva essere controllato dalla

guarnigione che vi era insediata. Dall’alto è anche facile valutare i punti forti e quelli deboli e immaginare i problemi sia dei difensori sia degli assalitori. Infine è interessante osservare le trasformazioni che i castelli hanno subito nei secoli, che risultano particolarmente evidenti nella visione dall’alto. Alcuni castelli sono quasi intatti. Di altri esiste solo qualche resto e di altri ancora sopravvive solo la forma, essendo state sostituite le strutture architettoniche originarie da altre più recenti strutture. Descrivere tutti i castelli e le torri del Lario sarebbe un’impresa. Qui di seguito si riportano notizie relativamente ai castelli più importanti. Castello Baradello Ha oltre duemila anni di storia il Castello Baradello, già Castrum Baractelia, che nel 197 a.C. il console romano Marcello conquistò, senza colpo ferire, insieme con altri castelli del Lario. Situato su una delle cime della Spina Verde era baluardo contro le invasioni barbariche. Fu al centro della guerra decennale Milano-Como e venne demolito con la vittoria dei Milanesi nel 1127. La ricostruzione del 1156 è merito di Federico I, il Barbarossa. Gli ultimi restauri per impedire il cancro delle sue pietre di arenaria, estratte dalle vicine cave, sono appena terminati.

101


TERRITORIO

Sotto, il Castello di Monguzzo e il Castello Baradello

Sotto, il castello di Nesso, a sinistra, quello di Lierna

Below, Monguzzo Castle and Baradello Castle

Below, Nesso Castle, left Lierna Castle

Il castello di Bellagio Sopra Villa Serbelloni, già reggia di Marchesino Stanga, segretario privato di Ludovico il Moro, che ospitò anche Leonardo da Vinci, sorgeva un castello, da cui si dominavano i tre rami del Lago di Como. Lo si fa risalire a Teodorico, re degli Ostrogoti. Il castello di Lierna Oggi è una penisola, dopo i lavori del 1880 per la strada militare dello Stelvio e il riempimento antiesondazioni del lago. Ma sull’isola sorgeva un castello, da cui deriva la denominazione di “Castel” tuttora posseduta dalla località. Il castello di Monguzzo Il fortilizio di Mons Acutuà è tra quelli voluti da Berengario (IX secolo) per creare una serie di sbarramenti, anche di borghi rurali fortificati, alle devastanti calate degli Ungari. Monguzzo è legato soprattutto alle scorrerie e alle conquiste di Gian Giacomo de’ Medici, detto il Medeghino, l’Attila del Lario, fratello di papa Pio IV e zio di Carlo Borromeo. Il castello di Nesso Non un vero castello, bensì un recinto turrito, cioè, secondo l’architettura medievale, privo

102

di torre isolata, con torrette lungo le mura sporgenti, per utilizzare il tiro incrociato. Il famoso Anonimo Cumano lo data all’epoca della guerra Como-Milano (XII secolo). Il castello di Vezio È più piccolo rispetto ad altri castelli lariani, ma vale la visita, anche perché è sede di una falconeria con rari esemplari, tra cui un barbagianni. Vezio è noto anche come il Castello di Teodolinda e la leggenda dice che il fantasma della regina cristiana dei Longobardi si aggiri tra le mura nelle notti senza luna. Il castello di Rezzonico Castello di proprietà privata, inaccesibile al pubblico, databile comunque originariamente al Mille, fu più volte rimaneggiato, soprattutto nello stile dell’Ottocento romantico.

CASTLES FROM THE AIR There’s a good way to get to know the Como area and all its secrets: have a spin in a sea plane In 19th century prints a “bird’s-eye view” meant looking down from above at some feature of scenic, historical or architectural interest. Since the 20th century we’ve been able to enjoy this view quite easily by boarding a plane. And in Como we can have this experience thanks to Aero Club Como and its sea plane fleet. The latter – taking off right from the promenade along the lake – takes us down the branches of the Lario to see the most evocative lakescapes, villas, ancient hamlets, churches and monasteries, and (among other things) the many castles and towers that were built on the most strategic heights. An overland tour of Lake Como’s main castles would take days and in many cases would only enable you to view the outer walls, as access to

the inside is almost always impossible. In a sea plane on the other hand we can view nearly all the local castles in just under an hour, in addition to being able to observe architectural features and appraise the full significance of the strategic reasoning behind the siting of these constructions. By looking down from aloft onto Vezio Castle for instance, it’s immediately obvious why that site was chosen; and with just another quick look appreciate the extensive area of land that could have been controlled by the garrison within. From above it’s easy to weight up strategic strengths and weaknesses too and imagine the problems facing both the defenders and attackers. And lastly it’s interesting to notice the transformations the castles have undergone over the course of the centuries, which are particularly striking from above: some castles are virtually intact, whereas others are just remains; then again of others only the basic form survives, as the original architecture has been replaced by other more recent structures. To describe all of the Lario’s castles and towers would be a major undertaking, so there follows some information on the more noteworthy or significant castles.

103


Sotto, il promontorio di Bellagio Below, Bellagio’s Cape

Baradello Castle Castello Baradello boasts over two thousand years of history; formerly Castrum Baractelia it shared the fate of other Lario castles being overrun without any blood being shed by the Roman consul Marcellus in 197 AD. Sited on one of the heights of the Green Ridge it served as a bulwark against barbarian invasions. It was at the centre of the Milan-Como ten years’ war and was demolished by the victorious Milanese in 1127. It was rebuilt in 1156 thanks to Frederick I, known as Red Beard. The last restoration work to prevent its locally quarried sandstone blocks from crumbling away has just been completed. Bellagio Castle Above Villa Serbelloni (the former court of a Marquess’s son Stanga, Ludovico il Moro’s private secretary, where also Leonardo da Vinci stayed) stood a castle dominating the three branches of Lake Como. It is attributed to Theodor the King of the Ostrogoths.

104

Lierna Castle Today it’s a peninsula after the work in 1880 on the Stelvio military road and the filling-in work to stop the lake flooding. But a castle used to stand on the island, and to this day the locality is named ‘Castel’. Monguzzo Castle The small fortress of Mons Acutuo was one built at the instigation of Berengario (9th century), so as to create a series of barricades including fortified rural hamlets against the havoc wreaked by the Hungarians. Monguzzo is associated in particular with the forays and conquests of Gian Giacomo de’ Medici (known as the Medeghino), the Attila of Lake Como, Pope Pius IV’s brother and Carlo Borromeo’s uncle. Nesso Castle Not really a castle, more a turreted palisade; i.e. in keeping with mediaevale architecture lacking a keep, but with protruding turrets along its walls for cross-fire by archers. The renowned

Anonimo Cumano dates it back to the time of the Como-Milan war (12th century). Vezio Castle Smaller than other Lariano castles it’s worth a visit, also because of its falcon reserve housing such rare birds as barn and screech owls. Vezio is also called Teodolinda’s Castle, and legend has it that the Christian Queen of the Longobards haunts the walls of the castle on nights without moonlight. Rezzonico Castle This privately-owned castle (not open to the public) originally dates back however to the year 1000 and was renovated many times, above all in 19th century romanesque style. Aero Club Como Tel. 031 574495 info@aeroclubcomo.com www.aeroclubcomo.com

105


ARTE

Banca BSI SA e Collezione Peggy Guggenheim: sinergia vincente Banca BSI SA, quale istituto finanziario specializzato nella gestione patrimoniale e nei servizi destinati alla clientela privata e istituzionale, pone la massima attenzione nello stabilire e nel mantenere costanti le relazioni con i clienti offrendo una gestione globale con prodotti efficaci e di alto livello. Allo stesso tempo la passione, l’apertura mentale e la serenità, trovano una precisa corrispondenza anche nelle attività extrabancarie, a carattere scientifico e culturale, che la banca promuove. La lunga tradizione di mecenatismo svolta dai fondatori è oggi portata avanti dall’attuale direzione, che ha deciso di investire in un patrimonio non più strettamente finanziario: ad esempio BSI ha scelto, a partire dal 2000, di creare una collezione d’arte propria della banca. In generale BSI non si limita oggi a svolgere un ruolo di mecenate, ma sviluppa con rigore la componente ideale, organizzativa e di comunicazione degli eventi che la vedono protagonista non solo nel mondo dell’arte contemporanea, ma anche della musica classica e dello sport, sostenendo attività di rilievo che valorizzano il territorio in cui l’istituto bancario opera. Inserendosi oggi il mecenatismo nel contesto delle politiche aziendali, il confine tra mecenatismo e sponsoring è sempre più esiguo. Nasce così la volontà di approcciare la cultura attraverso uno spon-

BSI AG Bank and the Peggy Guggenheim Collection: a winning combination As a bank specialising in asset management and services for private and institutional clients, BSI AG does its utmost to establish and maintain good relationships with its clients, offering a global asset management service with world-

106

soring di tipo attivo, vale a dire attraverso un impegno costante e continuativo con responsabilità di impatto culturale e artistico e un coinvolgimento nelle diverse iniziative fin dalla loro progettazione, con un impegno che si protrae a medio-lungo termine. La pressione della concorrenza porta inoltre gli istituti, finanziari e non, a concentrare le sponsorizzazioni in pochi ma esclusivi, creativi e originali eventi a livello nazionale e internazionale con l’obiettivo di accrescere il coinvolgimento emotivo del pubblico. In questo contesto si può intendere l’accordo fra l’istituto bancario e la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia. Sponsorizzare l’Istituto culturale significa condividere la passione per la cultura, la promozione della comprensione e dell’interesse per l’arte, per l’architettura e per le altre manifestazioni che

arricchiscono il patrimonio della conoscenza artistica. Credere nella comunicazione culturale come forma di comunicazione aziendale innovativa è la base del rapporto di collaborazione fra i due istituti. La Collezione Peggy Guggenheim (di proprietà della Fondazione Solomon R Guggenheim che la gestisce insieme al Museo Solomon R. Guggenheim di New York, al Guggenheim Museum Bilbao e al Deutsche Guggenheim Berlin) è il museo più importante in Italia per l’arte europea ed americana della prima metà del ventesimo secolo. Ha sede a Venezia presso Palazzo Venier dei Leoni, sul Canal Grande, in quella che fu l’abitazione di Peggy Guggenheim. Il museo fu inaugurato nel 1980 e ospita la collezione personale di arte del ventesimo secolo di Peggy Guggenheim, ma anche i capolavori della Collezione Gian-

ni Mattioli, il Giardino delle sculture Nasher e mostre temporanee. L’intesa va anche vista nel contesto dei progetti di sviluppo e crescita della Collezione Peggy Guggenheim e nella volontà da parte della Banca di elevare il grado di notorietà nei mercati di riferimento grazie al posizionamento prestigioso e alla differenziazione del marchio. Philip Rylands, Direttore della Collezione Peggy Guggenheim, commenta: “Ciò che ho notato sin dal primo incontro con BSI è stata una chiara armonia di intenti; non solo una superba cultura organizzativa e il senso per gli affari, ma anche l’aspirazione a collezionare, esporre e promuovere l’arte, che ci accomunano. È questa armonia di intenti, di missione, che rende la nostra partnership con BSI esemplare, superba, della quale siamo davvero orgogliosi”.

Sopra © Fondazione Solomon R. Guggenheim, New York. Collezione Peggy Guggenheim sul Canal Grande, Venezia A sinistra © Collezione Peggy Guggenheim, Venezia. L’Angelo della città, Marino Marini, 1948 sulla terrazza Marino Marini. Foto Andrea Sarti/CAST1466

ingly fine one. Companies have begun to view culture in terms of active sponsorship – that is, a constant and ongoing involvement, taking responsibility for an initiative’s cultural and artistic impact, participating in each stage right from its inception, and remaining committed for the medium to long term. Moreover, competitive pressures are prompting both financial and non-financial companies to focus sponsorship on just a few exclusive, creative and original events at national and international level, with the aim of increasing the emotional engagement of the public. The agreement between BSI and the Peggy Guggenheim Collection in Venice is one such initiative. To sponsor such an institution means sharing a passion for culture, and promoting an understanding of and an interest in art, architecture and everything else that adds to the general fund of artistic knowledge. The co-operation between the two institutions is founded on a belief in cultural communication as an innovative form of corporate communication. The Peggy Guggenheim Collection (owned by the Solomon R Guggenheim Foundation, which manages it in addition to the Solomon R Guggenheim Museum in New York, the Guggenheim Museum Bilbao and the Deutsche Guggenheim Berlin), is the most important museum in Italy for European and American art of the first half of the 20th century. The collection is housed in the Palazzo Venier dei Leoni, on

the Grand Canal in Venice, which was Peggy Guggenheim’s home. The museum was opened in 1980, and contains Peggy Guggenheim’s personal collection of 20th-century art, as well as masterpieces from the Gianni Mattioli Collection, the Nasher Sculpture Garden, and other, temporary exhibitions. The agreement is just one of the Peggy Guggenheim Collection’s development and growth projects, and reflects BSI’s desire to raise its profile on its main markets through its prestigious positioning and distinctive brand image. Philip Rylands, Director of the Peggy Guggenheim Collection, commented: “From our very first meeting with BSI I realised that we had much in common: not only an excellent organisational culture and business sense, but also a drive to collect, exhibit and promote art. It is this shared vision and mission that makes our partnership with BSI so wonderful, and we are truly proud of it”.

Above © Solomon R. Guggenheim Foundation, New York. Peggy Guggenheim Collection on Canal Grande, Venice. Left © Peggy Guggenheim Collection, Venice. L’Angelo della città, Marino Marini, 1948 on Marino Marini terrace. Photo by Andrea Sarti/CAST1466 class products. At the same time, the bank’s passion, open-mindedness and composure are reflected in the non-banking scientific and cultural activities it promotes. The long tradition of patronage established by the bank’s founders is today continued by the present management, which wanted to invest also in a portfolio of non-financial assets: this led to the creation of BSI’s own art collection in 2000. These days, BSI is no longer content merely to act as patron, but is an active participant in the creative, organisational and promotional aspects of events that have led the bank to become a leading light not only in the world of contemporary art, but also in classical music and sport, through the promotion of high-profile activities that have close links to the local area. Placed in the context of corporate strategies, the line between patronage and sponsorship has become an increas-

INFO Per ulteriori informazioni: For further information: Corporate Communication BSI SA Tel.: + 41 (0)91 808 2021 Email: chantal.stampanonikoeferli@bsibank.com www.ch.bsibank.com/BSI-Moments

107


TERRITORIO

AMICI DI COMO

Tra impegni e eventi di Elisabetta Comerio foto Carlo Pozzoni

Sopra Palazzo Terragni. Nella pagina a fianco, un momento della presentazione dell’undicesimo numero di Magic Lake a Palazzo Terragni. A destra, il consigliere di Amici di Como, Giovanni Sacchi e lo staff della TBM Service con l’ospite d’onore, l’attore Jerry Calà Above Palazzo Terragni. On the right page a moment of eleventh Magic Lake edition presentation in Palace Terragni. Right, Giovanni Sacchi, one of Amici di Como director and the TBM Service staff together with the actor Jerry Calà, special guest

Incontriamo in questo numero Giovanni Sacchi, consigliere di “Amici di Como” e AD della SCA Mercedes. Attraverso le sue parole, cerchiamo di capire perché un imprenditore e un’azienda decidono di associarsi a questa realtà comasca. «Quando anni fa sono entrato in contatto con Amici di Como, ho subito compreso le

70

potenzialità di questo “gruppo di amici”. L’associazione, fin dall’inizio, ha operato per il nostro territorio, per tutte quelle particolarità che lo caratterizzano, per cercare di valorizzare e riportare l’attenzione di tutti sulle tante ricchezze racchiuse tra il nostro lago e le nostre valli. Ma la mia scelta è stata anche quella di essere in prima linea, impegnando-

71


A sinistra, il comandante provinciale della guardia di finanza, dottor Rodolfo Mecarelli. Sotto, in senso orario, Daniele Brunati, Silvio Santambrogio, Jerry Calà e S.E. dottor Sante Frantellizzi Left, the provincial commander of the guard of Finance, Rodolfo Mecarelli. Below, clockwise, Daniele Brunati, Silvio Santambrogio, Jerry Calà and S.E. Sante Frantellizzi mi in qualità di consigliere, per essere parte attiva in questa realtà, facendomi portavoce di tanti associati e cercando di costruire, promuovere, sostenere in prima persona i diversi progetti di “Amici di Como”». Potrebbe allora essere la persona giusta per fare un bilancio di questo anno. Un 2008 che ha visto molto impegnata l’associazione nei più diversi ambiti. «“Amici di Como” negli ultimi anni ha dimostrato di avere una marcia in più. Un’accelerazione, quella dell’associazione, sia in termini di crescita sia in termini di progetti portati a termine. Potrei elencare una serie di eventi, iniziative, appuntamenti sostenuti nell’ultimo anno. In primo luogo vorrei citare il progetto che ha visto coinvolta la Como Nuoto, sostenuta in un momento particolare, e ora “lasciata” nelle fidate mani di un’azienda associata, Menphis. Inoltre, come non dedicare due parole agli spettacoli della compagnia “I Legnanesi”, organizzati per la raccolta fondi a favore di Como Cuore e Croce Azzurra Como. E ancora l’impegno per la rivista “Magic Lake”, un magazine in crescita, che sta dimostrando di essere un prodotto di qualità, capace di creare attorno a sé un folto gruppo di affezionati lettori. Poi l’evento “Una goccia di Lago per il Darfur”, l’esclusiva serata benefica che ha coinvolto il nostro nuovo amico George Clooney. Il 2008 non potrebbe concludersi poi in modo migliore che con la XV edizione della Città dei Balocchi, di cui “Amici di Como” è major sponsor. Non si può dimenticare l’ultimo appuntamento con S.E. Vescovo di Como che lo scorso 18 novembre ci ha onorati della sua presenza alla serata che ha avuto luogo al Centro di Formazione Professionale. Grazie all’associazione e alla disponibilità

72

dimostrata da Monsignor Coletti, abbiamo potuto vivere questa preziosa ed indimenticabile esperienza».

Magic e gli Amici a Palazzo La presentazione dell’undicesimo numero di “Magic Lake” ha avuto luogo nelle sale di Palazzo Terragni, patrimonio architettonico della nostra città, grazie alla disponibilità del comandante della Guardia di Finanza di Como, il colonnello Rodolfo Mecarelli. Daniele Brunati, editore della rivista, ha confermato l’impegno profuso, fin dal primo numero, per la diffusione, attraverso le pagine della stessa, di quello che i nostri imprenditori realizzano, degli eventi che caratterizzano il territorio, delle persone che ne fanno la storia e dei paesaggi che lo rendono così speciale.

Autorevoli e significativi gli interventi nel corso della serata. Sono intervenuti S.E. Sante Frantellizzi, prefetto di Como e affezionato lettore, il colonnello Rodolfo Mecarelli, comandante provinciale della Guardia di Finanza, Mario Pittorelli e Silvio Santambrogio, rispettivamente presidente e consigliere dell’Associazione “Amici di Como”. La presentazione si è conclusa con uno speciale e sincero saluto a un amico del nostro lago, della rivista e dell’associazione, Bruno Abbate, recentemente scomparso. Un suo grande amico, Gerry Calà, presente alla serata, nel suo intervento ha più volte sottolineato la bontà di questa persona e il suo legame speciale con il nostro territorio. Per concludere l’attore, ha recitato una poesia scritta appositamente per Bruno Abbate dopo la sua scomparsa.

73


Un momento della presentazione dell’undicesimo numero di Magic Lake A moment of eleventh Magic Lake edition presentation

AMICI DI COMO between commitments and events In this issue, let’s make the acquaintance of Giovanni Sacchi, Amici di Como’s advisor and Sca Mercedes’s Managing Director. Let’s try to understand through his words why an entrepreneur and a company decide to join this reality of the Como area. “When I came into contact with Amici di Como some years ago, I immediately understood the capacities of this “group of friends”. From the very beginning, the association operated for our territory and for all its peculiarities in order to try to enhance and draw everybody’s attention on the wealth enclosed between our lake and our valleys. But I have also decided to be in the front line and to act as a director in order to actively take part in this reality, by acting as the spokesman of many members and by trying to accomplish, promote and support the various Amici di Como’s projects in the first person”. He might be the right person to weigh in the balance for this year. In 2008, the association has been very busy in the most various fields. “Amici di Como has proved to have one gear

74

more in the past few years. The association has gained speed in terms of growth and accomplishment of projects. I might list a series of events, initiatives and appointments that have gained support during the last year. First of all, I would like to mention the project involving Como Nuoto, which has been supported in a special moment and now “left” in the reliable hands of Menphis, a membercompany. Moreover, it is worth spending two words for the shows set up by the “I Legnanesi” company and organised for the raising of funds in favour of Como Cuore and Croce Azzurra Como. And the commitment to Magic Lake, a magazine that is growing and proving to be a product quality gathering a large group of affectionate readers around itself. Then the “Una goccia di Lago per il Darfur” event, an exclusive charitable evening that involved our new friend George Clooney. 2008 could not end in a better way, i.e. with the 15th Città dei Balocchi exhibition, the major sponsor of which is Amici di Como. We can not forget the last appointment with His Excellency Bishop in Como, who honoured us on 18th November by attending the evening that took place at the Centro di Formazione Professionale. The association and Monsignor Coletti’s availability enabled us to live this precious and unforgettable experience.

Magic and Amici at Palazzo Terragni The presentation of the eleventh Magic Lake issue took place in the halls of Palazzo Terragni, the architectural estate of our town, thanks to Colonel Rodolfo Mecarelli, i.e. the Como Customs Service Commander. Daniele Brunati, the editor of the magazine, confirmed his obligation - undertaken from the first issue - to use its pages to disclose our entrepreneurs’ accomplishments, the events characterising the territory, the people making its history and the landscapes making it so special. Authoritative and significant were the contributions His Excellency Dr Sante Frantellizzi, Prefect in Como and devoted reader, Colonel Rodolfo Mecarelli, Provincial Commander of the Customs Service, Mr Mario Pittorelli and Mr Silvio Santambrogio, respectively President and Director of the Amici di Como Association supplied during the evening The presentation ended with a special and sincere greeting the magazine and the association extended to Bruno Abbate, a friend of our lake, who has recently died. A great friend of his, Gerry Calà, who also attended the evening, often underlined the kindness of this person and his special link with our territory. In the end, the actor recited a poem that has been specifically written for Bruno Abbate after his death.


MONSIGNOR

Diego Coletti

Un NUOVO AMICO tra gli Amici 76

Alcuni momenti della serata degli Amici di Como con S.E. Monsignor Diego Coletti al CFP Some moments of the evening organized by Amici di Como with Bishop Diego Coletti at CFP

77


Il 18 novembre tutti gli associati di “Amici di Como” hanno avuto l’onore di cenare con monsignor Diego Coletti, vescovo della Diocesi di Como e Sondrio da quasi due anni, nelle sale del Centro di Formazione Professionale di Como. Un appuntamento che l’associazione ha fortemente voluto per presentare a S.E. i progetti passati e futuri e la filosofia di “Amici di Como”. In questa occasione, alla presenza del consiglio direttivo, è stato consegnato a monsignor Coletti un riconoscimento molto speciale: la tessera d’argento di socio onorario dell’Associazione. Durante la serata S.E. il vescovo ha avuto parole entusiastiche riguardo il concreto impegno e i risultati raggiunti in questi anni da “Amici di Como”. L’associazione ha presentato poi a Sua Eccellenza l’importante opera di restauro nella quale “Amici di Como” sarà impegnata per i prossimi tre anni. Un’iniziativa che rientra in un più ampio progetto di valorizzazione del patrimonio culturale della nostra città. Un sincero ringraziamento a tutto il personale del CFP e agli associati Magistravini e Sapori di Terra Sapori di Lago e alla ditta Ratti Flora per la preziosa e concreta disponibilità dimostrata.

78

Sotto, S.E. Mons. Diego Coletti con il consiglio direttivo degli Amici di Como

Sotto, foto di gruppo per gli Amici di Como con S.E. Mons. Diego Coletti dopo la serata

Below, Bishop Diego Coletti with Amici di Como’s Governing Council

Below, photos of the group Amici di Como with the bishop Coletti after the evening

Monsignor

Diego Coletti A NEW FRIEND among Amici

Il presidente di Amici di Como Mario Pittorelli e il coordinatore Daniele Brunati consegnano la targa di socio onorario a S.E. Mons. Diego Coletti Amici di Como’s chairman, Mario Pittorelli Como and coordinator Daniele Brunati giving the silver card honorary membership of the Association to Bishop Coletti

All Amici di Como’s members received very special Christmas wishes on 19th November. As a matter of fact, the association had the honour to meet Monsignor Diego Coletti, bishop of the Como and Sondrio diocese for over one year, in the rooms of the Centro di Formazione Professionale in Como. An appointment that the association has strongly wished to present a SE projects past and future and the philosophy of “Amici di Como.” On this occasion, at the presence of Amici di Como Governing Council, was handed to Bishop Coletti a very special recognition: the silver card honorary membership of the Association. During the evening S.E. Bishop used enthusiastic words about the concrete efforts and achievements made by Amici of Como in these years. The association also presented the important work of restoration in which Amici di Como will be committed for the next three years. A project started a few months ago, in-

volving four paintings, depicting four saints Bishops of Milan, and two altarpieces, belonging to the picture of the Dome. One initiative that is part of a broader project to develop the cultural heritage of our city.

Lo staff di Amici di Como con Mons. Lorenzo Bataloni, arciprete del Duomo di Como The Amici di Como’s staff with Monisgnor Lorenzo Bataloni, Duomo di Como archpriest

79


80


L’impegno di AMICI DI COMO per L’ARTE prosegue Durante la serata l’associazione ha presentato a Sua Eccellenza l’importante opera di restauro nella quale “Amici di Como” sarà impegnata per i prossimi tre anni grazie alla partnership con la Fondazione provinciale della comunità comasca onlus. Un progetto, partito recentemente, che interessa quattro tele, raffiguranti quattro Santi Vescovi di Milano, e due pale, appartenenti alla quadreria del Duomo. Un’iniziativa che rientra in un più ampio progetto di valorizzazione del patrimonio culturale della nostra città. Monsignor Diego Coletti, al quale è stato consegnato un libro sullo stato dell’arte, ha riconosciuto l’importanza dell’impegno di “Amici di Como”, attiva da diversi anni nella tutela delle ricchezze del nostro territorio. S.E. Monsignor Diego Coletti, Giovanni Anzani e il restauratore professor Gian Maria Casella

Bishop Diego Coletti, Giovanni Anzani and the restorer, prof Gian Maria Casella

AMICI DI COMO donorship with ART goes on During the evening, the association showed His Excellency the important restoration work that will engage Amici di Como for the next three years thanks to a partnership with Fondazione Comasca. The project started some months ago involves four canvases depicting four Bishops from Milan and two pieces belonging to the picture gallery of the Cathedral. An initiative falling within a wider project intended to enhance the cultural wealth of our town. Monsignor Diego Coletti, who was delivered a book on the state of art, acknowledged the importance of Amici di Como’s commitment, which has been protecting the wealth of our territory for many years. Tela raffigurante san Carlo prima e dopo della pulitura

82

Canvas depicting san Carlo before and after cleaning


AMICI DI COMO Main sponsor della CITTÀ DEI BALOCCHI

Pierluigi Ratti e la pista del ghiacchio della Città dei Balocchi, in piazza Cavour In occasione dei quindici anni dalla nascita della Città dei Balocchi abbiamo deciso di intervistare colui che ha tenuto a battesimo l’evento, il presidente del Consorzio Como Turistica, Pierluigi Ratti. «Il Consorzio Como Turistica, fin dall’inizio, ha creduto fortemente nel progetto Città dei Balocchi. Quindici anni fa un gruppo ristrettissimo di persone si è impegnato per organizzare a Como una manifestazione che potesse unire gli aspetti culturali, didattici, ludici e sociali in una serie di eventi e iniziative gratuite e per tutti. Questi sono stati gli ingredienti che hanno reso la manifestazione un vero successo e, che hanno contribuito a rendere la Città dei Balocchi l’evento più longevo del territorio». Il presidente ha voluto sottolineare gli aspetti a lui più cari, che rappresentano il cuore della manifestazione. «La manifestazione nasce con il desiderio di illuminare la nostra città, e per questo motivo è stato creato il Progetto Luce, un’iniziativa che è mutata e cresciuta in questi anni, per vestire il centro di Como di un abito natalizio. Non possiamo poi dimenticare l’aspetto didattico della kermesse che con il Progetto Scuole ha permesso e permette a tantissimi bambini di prendere parte ad attività sempre nuove e coinvolgenti. L’educazione civica, poi, insegna ai bambini l’importanza del mondo delle divise. In tutti questi anni alcuni dei nostri giovanissimi visitatori sono anche stati insigniti del titolo di “Sindaco” e “Assessore”. Questo vuol dire trasmettere ai cittadini del futuro quel senso civico fondamentale per vivere al giorno d’oggi». Presidente, che tipo di evento vuole essere la Città dei Balocchi? «La Città dei Balocchi è la manifestazione per

84

Pierluigi Ratti and the Città dei Balocchi’s ice-rink in Piazza Cavour le famiglie. Unendo la tradizione alla contemporaneità, dà ai giovani visitatori l’opportunità di vivere l’incantesimo delle fiabe, come quello di affrontare tematiche molto attuali e, allo stesso tempo, offre agli adulti la possibilità di riscoprire antichi sapori e usanze enogastronomiche grazie al Mercatino di Natale. Come non citare poi la pista del ghiaccio, così attraente per i visitatori di tutte le età. La presenza della struttura ghiacciata di piazza Cavour porta, in riva al nostro lago, un angolo di montagna, di Natale, di magia. La Città dei Balocchi ha fortemente favorito, poi, la promozione del nostro capoluogo. Ha richiamato la televisione a Como, tra le trasmissioni ne ricordiamo alcune della Rai, quali “Sereno Variabile” e “Il Treno dei Desideri”, o di Canale 5 come “Verissimo”, portando le immagini del nostro capoluogo oltre i confini provinciali e regionali. Nelle ultime edizioni, il Consorzio Como Turistica ha stretto una fortissima collaborazione con l’associazione “Amici di Como”. L’augurio è che da oggi si possa creare un gruppo forte, che ama la città di Como ed il territorio e che vuole continuare a promuoverlo». Invitiamo i lettori di Magic Lake a scoprire gli eventi della manifestazione sul sito www.cittadei balocchi.it

AMICI DI COMO CITTÀ DEI BALOCCHI’S MAIN SPONSOR On occasion of the 15th anniversary of Città dei Balocchi, we have decided to interview Mr Pierluigi Ratti, the one who has stood as godfather to the event, i.e. the Consorzio Como Turistica

Chairman. “Consorzio Como Turistica has strongly believed in the Città dei Balocchi project from the very beginning. Fifteen years ago, a very small number of people undertook to organise in Como an exhibition that could combine cultural, educational, entertainment and social aspects in a series of free events and initiatives suitable for everybody. These ingredients have made the event a real success and contributed to make Città dei Balocchi the oldest event on the territory. The Chairman wished to underline his mostloved aspects representing the heart of the exhibition. “The exhibition is intended to illuminate our town. This is the reason why we created Progetto Luce, an initiative that has changed and grown up in the past few years to put on the Como a Christmas dress. We can not forget the educational aspect of the kermess, the ‘Progetto Scuole’ (School Project) of which has enabled and is still enabling many children to take part in always new and interesting activities. Civics teaches children the importance of the world of uniforms. Some of our very young visitors have been also made a “Mayor” and an “Alderman” in the past few years. This means conveying the citizens of the future the public spirit that is absolutely necessary to live nowadays” Chairman, what kind of event does Città dei Balocchi wish to be? “Città dei Balocchi is the event for families. By combining tradition with contemporaneity, it gives young visitors the opportunity to live the charm of fairy tales and to deal with very topical themes while enabling adults to rediscover ancient oenogastronomic tastes and customs thanks to the Christmas Market. Noteworthy is also the ice-skating rink that looks so attractive for the visitors of all age. The presence of this facility on Cavour square brings a corner of mountains, Christmas and magic on the shore of our lake. Città dei Balocchi has strongly favoured the promotion of our provincial capital. It has drawn the TV to Como, thus giving hospitality to some Rai or Canale 5 programmes, such as “Sereno Variabile”, “Il Treno dei Desideri” or “Verissimo” and broadcasting the images of our provincial capital beyond provincial and regional borders. Consorzio Como Turistica has established a very strong cooperation with Amici di Como’s association in the past few exhibitions. We hope to create a strong group loving Como and its territory and wishing to promote it”. Città dei Balocchi’s calendar: www.cittadeibalocchi.it


EVENTI

GEORGE E GLI AMICI Tutte le immagini in esclusiva della serata al Menaggio & Cadenabbia Golf Club Testo Elisabetta Comerio foto Carlo Pozzoni

Per una sera George Clooney è stato ospite, padrone di casa, anfitrione, invitato. Ma sempre protagonista assoluto e ricercatissimo. Lui, il mito dei miti, la star delle star, il simbolo di Hollywood, è stato un Amico a 360°. Un sorriso, una battuta, uno sguardo di quelli che solo lui sa fare, un accenno di danza, un brindisi in compagnia: questo è stato il nuovo “Amico di Como” per i pochi fortunati che lo hanno visto all’opera quella sera al Golf Club di Menaggio & Cadenabbia. Chi si aspettava una persona riservata e inavvicinabile ha avuto modo di ricredersi: quelle ore trascorse in compagnia di amici hanno riflesso un’immagine di George Clooney completamente diversa dagli stereotipi che qualche volta lo accompagnano. È stato simpatico e cortese, giocherellone e disponibile, entusiasta e propositivo. Ha apprezzato il vino bianco che gli hanno servito (lui che, notoriamente, ama solo i rossi a tavola), ha gradito la cucina e i dolci, è stato protagonista di un simpatico siparietto con il coordinatore di Amici di Como, Daniele Brunati, ha ballato per diverse ore quasi senza fermarsi mai. Non si è fatto mancare niente e niente ha fatto mancare al suo pubblico che lo ha eletto, ancora di più, a proprio beniamino. Un inedito George Clooney, che ha conquistato davvero tutti. La sensazione, insomma, è stata quella di trovarsi in compagnia non tanto dell’attore hollywoodiano più ricercato, ma del simpatico amico di famiglia che mette allegria e vivacizza la serata. E che fino all’ultimo si è “concesso senza freni”: la serata si è chiusa solo quando se ne è andato a notte fonda.

86

87


88

89


George and the Amici All the images of the exclusive evening at the Menaggio & Cadenabbia Golf Club

George Clooney has been guest, householder and host for one evening. Always absolute protagonist and in great demand. The myth of the myths and the star of the stars, the Hollywood symbol has been an all-round Amico. A smile, a witty remark, a glance, one of those he is the only one able to take, sketching a dance-step, drinking a toast in company: this was the new “Amico di Como” for the few lucky people who saw him at work that evening at the Menaggio Golf Club. Who expected to meet a reserved and unapproachable person had the chance to change their mind. The hours spent in the company of friends reflected an image of George Clooney completely different from the stereotypes accompanying him sometime. He was nice and kind, funny and ready to talk, enthusiastic and ready to make proposals. He appreciated the white wine he was offered (even if it is well-known that he loves drinking red wine only), food and sweets, he was the protagonist of a nice gag with Daniele Brunati, Amici di Como’s coordinator, and danced almost non-stop for many hours. He wanted for nothing and so did for his public, who appointed him as his favourite showman once again. In brief, a new George Clooney, who was able to win over all of us. We had the feeling that we were not so much in the company of the Hollywood actor most in demand, but of a nice family friend who can make you merry and enliven an evening. And he “devoted himself without restraint” to the very end. The evening ended when he went away late at night.

90

91


92

93


TBM Service Editore Amici di Como La scomparsa di un padre provoca dolore e mancanza nei figli. Dopo la morte del Vescovo Emerito di Como S.E. Alessandro Maggiolini, moltissimi hanno sentito questo vuoto e lo testimonia il grande concorso di folla ai suoi funerali celebrati in una Cattedrale colma di fedeli, così come l’incessante flusso di persone che hanno voluto salutarlo in Duomo e che hanno partecipato alla veglia funebre. Vogliamo ricordare le qualità di questo grande personaggio del nostro tempo. Alessandro Maggiolini è stato prima di tutto un maestro. Non ha mai smesso di insegnare le verità della fede con ogni mezzo, a costo di sembrare inopportuno, sentendo su di sé la grande responsabilità della conduzione della Chiesa di Como, sempre in sintonia con il Papa. Maggiolini si arrabbiava, tuonava contro tutto ciò che poteva in qualche modo ridurre la grandezza del messaggio cristiano, era consapevole dei pericoli che minacciano la fede del suo tempo e desiderava in ogni modo proteggere il suo popolo. Oltre a essere apostolo coraggioso della fede, egli ha testimoniato la bellezza e la gioia di essere cristiano, con un grande entusiasmo che ha dimostrato anche nei momenti più difficili della sua malattia. La folla di persone che gli hanno voluto bene fino alla fine ha riconosciuto in lui altre grandi doti, quali la capacità di ascolto, di comprensione e di misericordia. Se il ruolo istituzionale lo obbligava a gridare la verità al cospetto di tutti, quando affrontava i singoli casi non c’era nessuno che tornasse a casa senza la gioia del perdono e una speranza per il futuro. Passava le poche ore che gli erano concesse dalla grave malattia nel confessionale, a portare conforto a tante anime tormentate. Non giudicava le singole persone, ma proponeva rimedi alla loro sete spirituale. È così che vogliamo ricordarti, vescovo Maggiolini, vicino alla tua gente che hai amato come te stesso. Addio.

TBM Service Editore Amici di Como The loss of a father causes sadness and loss in children. After the death of the Bishop Emeritus of Como SE Alessandro Maggiolini, many felt this emptiness and it was demonstrated in the large crowd at his funeral, celebrated in a Cathedral filled with people, as well as the incessant flow of people who wanted to say goodbye to him in the Cathedral and who had attended the wake. We wish to remember the quality of this great person of our time. Alessandro Maggiolini was first of all a teacher. He never stopped teaching the truth about faith by any means, at the cost of sounding inappropriate, feeling a great responsibility to lead the Church of Como, always in tune with the Pope. Maggiolini would get angry, thundering

26

ca, quando – anche dopo un periodo di relativa assenza o di quiescenza – si avverte che il fratello vescovo Alessandro non c’è più. Non è più qui. Non è più a nostra disposizione. Tanto più che, in questi ultimi due anni, il vescovo Alessandro è rimasto in mezzo al suo popolo e ha continuato, anzi riscoperto, la bellezza dell’amministrazione del sacramento della Penitenza, questo atto di misericordia che il Signore ci invita, come preti e vescovi, a mettere a disposizione dei nostri fratelli. Mi ha parlato di questa sua esperienza bella, positiva, che gli faceva anche superare le fatiche e qualche rischio per la sua salute. Me lo ha confidato proprio nell’ultimo incontro avuto con lui, durante il quale abbiamo condiviso un momento molto fraterno e quasi commovente, quando ci siamo scambiati l’un l’altro la benedizione del Signore e abbiamo, pur brevemente, pregato insieme. Questa assenza del vescovo Alessandro ci deve far meditare, quindi, sull’importanza di non sottovalutare la bellezza delle relazioni fraterne che viviamo nella Chiesa, la loro importanza per la vita cristiana. E ci invita a confermare la certezza che queste relazioni fraterne, e non altro, saranno il tessuto eterno che ci avvolgerà tutti quanti in Paradiso. Vale quindi la pena di prenderne massima cura in questa tappa terrena della nostra esistenza, nell’attesa di poter rivivere in pienezza quell’incerto inizio di amore fraterno che pure cerchiamo di commisurare sull’amore di Cristo per noi, che lo Spirito Santo ci dona la grazia di cominciare a vivere quaggiù. against anything that could in any way reduce the magnitude of the Christian message. He was aware of the dangers which threatened the faith of his time and wanted to protect his people. In addition to being a courageous apostle of faith, he has witnessed the beauty and joy of being Christian, with a great enthusiasm that he has shown even in the most difficult moments of his illness. The crowd of people who loved him have seen his other gifts, such as his capabilities for listening, understanding and mercy. If the institutional role required him to shout the truth in front of everyone, when he faced individual cases there was nobody who returned home without the joy of forgiveness and hope for the future. He spent the few hours granted to him by his illness in the confessional, bringing comfort to many troubled souls. He didn’t judge a single person; rather he proposed remedies for their spiritual thirst. This is how we want to remember you, Bishop Maggiolini, close to your people who you loved as yourself. Goodbye..

Roberto Formigoni Presidente della Regione Lombardia Piango la morte di mons. Sandro Maggiolini, un vero testimone di Cristo, che mi ha onorato della sua vicinanza e della sua personale amicizia. L’ho conosciuto quando ero giova-

ne e frequentavo l’università: era un uomo che sapeva distinguere il bene e il male. La sua azione pastorale, portata avanti con tenacia e passione, è stata la manifestazione di una fede radicata, sempre salda nella difesa dell’evidenza della verità. Ricordo monsignor Maggiolini come un uomo straordinario, innamorato di Cristo. È stato una grande figura della nostra epoca. Esprimeva le proprie idee ma non ha mai ferito nessuno, perché conosceva le debolezze degli uomini. Ci mancherà la sua voce libera e provocatoria, il suo spirito lucido e arguto, in un tempo in cui il relativismo continuamente intacca i fondamenti della convivenza e del bene comune.

Roberto Formigoni President of the Region of Lombardy “I weep for the death of Msgr. Sandro Maggiolini, a true witness of Christ, who honoured me with his closeness and friendly personality. I knew him when he was young and went to university. He was a man who knew how to distinguish between good and bad. His pastoral action, pursued with persistence and passion, was the manifestation of a rooted faith, always steadfast in protection of the evidence of the truth. I remember Monsignor Maggiolini as an extraordinary man, in love with Christ. He was a great figure in our time. He expressed his ideas but never harmed anyone,

because he understood the weakness of man. We will miss his free and provocative voice, his bright and witty spirit, at a time when relativism continually undermines the foundations of coexistence and the common good”.

S.E. Monsignor Diego Coletti Vescovo della Diocesi di Como e Sondrio Ho incontrato per l’ultima volta il vescovo Alessandro nei giorni che hanno preceduto la sua scomparsa. Ora, senza di lui, siamo tutti più poveri: la Chiesa di Como, la stessa comunità cittadina e diocesana, il mondo della comunicazione e della cultura. È stato un uomo dalla grande passione culturale. In lui, giovane prete, per molti anni assistente e docente dell’Università Cattolica, subito si è manifestata un’attenzione particolare al mondo degli studi e della cultura alta. È stato poi coraggioso e determinato difensore della fede. Noi chiamiamo il nostro patrono sant’Abbondio “assertore dell’Incarnazione del Verbo”, perché venne incaricato da papa Leone I di consegnare la sua lettera a Flaviano al Concilio di Calcedonia. Ecco, credo che il vescovo Alessandro abbia rivestito questo ruolo di “assertore e difensore della fede” in modo molto deciso, molto forte. C’è, però, un elemento che forse si conosce di meno del vescovo Alessandro: è la sua sensibilità, la sua tenerezza, che, a volte, veniva

coperta da qualche moto di indignazione e di aggressività, giustificate dall’importanza dei valori in gioco. Ma bastava superare tale soglia – come è successo anche a me in questi due anni – e si trovava una persona estremamente sensibile, dolce, aperta alla cordialità più fraterna. Questo è forse un aspetto che il “grande pubblico” non conosce, ma che i molti che lo hanno potuto avvicinare hanno apprezzato e vissuto con lui. Se non temessi di essere accusato di esagerazione, farei, davanti al mistero della morte di un vescovo, un paragone con l’aria e con l’acqua. Mi spiego. Noi respiriamo e beviamo per mantenerci in vita, quasi senza accorgerci della importanza e della preziosità di questi elementi per la nostra vita corporale. Solo quando ci venissero a mancare – nel deserto o in un momento di asfissia – ci accorgeremmo dell’importanza vitale del nostro rapporto con questi elementi della natura. Credo che alla morte di un vescovo, una Chiesa locale si accorga di quanto sia legata alla presenza e alla testimonianza di questo uomo che, come diceva Paolo VI nel suo “Pensiero alla morte”, è stato «strappato al suo nativo, gretto egoismo, dall’amore alla Chiesa». Il vescovo Alessandro è stato un uomo che ha dedicato la vita ad annunciare il Vangelo e a prendersi cura della fede e della libertà d’amore dei suoi fratelli e delle sue sorelle. Ci si rende conto di tutto questo quando man-

S.E. Monsignor Diego Coletti Bishop in Como and Sondrio I last saw Bishop Alessandro some days ago. Now, his disappearance has made us all poorer: the Church in Como, the same municipal and diocesan community, the world of communication and culture. He was a man having a great cultural passion. As a young priest who worked as an assistant lecturer and teacher at the Università Cattolica for many years, he immediately paid special attention to the world of studies and high culture. He was a courageous and resolute defender of the faith. We call our patron Sant’Abbondio “supporter of the Incarnation of the Word” because Pope Lion I charged him to deliver his letter to Flaviano at the Calcedonia Council. Well, I think that Bishop Alessandro has played this role as a “supporter and defender of the faith” in a very resolute and strong manner. However, there is one element of Bishop Alessandro that is not very well-known, i.e. his sensitivity and tenderness, which was sometimes covered by some gesture of indignation and aggressiveness, justified by the importance of the values at stake. You just needed to cross this threshold - as it has also happened to me in these two years - to discover a person extremely sensitive, gentle and open to the fraternal warmth. This is perhaps an aspect not well-known to the

27


“great public”, but well-appreciated and experienced by many people who have been able to approach him. If I did not fear of being accused of exaggeration, I would draw a comparison with air and water before the mystery of the death of a Bishop. I try to explain myself. We breathe and drink to keep ourselves alive, almost without realising the importance and preciousness of those elements for our bodily life. Only when we should lack them, we would realise the vital importance of our relationship with these natural elements. I believe that - when a Bishop dies - a local Church will realise its link with the presence and witness of a man who has been “snatched from his native and mean egoism by the love for the Church”, just to use Paulus VI’s words in his “Pensiero alla morte”. Bishop Alessandro devoted all his life to announce the Gospel and to take care of his brothers’ and sisters’ faith and freedom of love. One will realise all this as soon as all this lacks, when one feels after a period of relative absence and dormancy that brother Bishop Alessandro is no longer alive. He is no longer here. He is no longer at our disposal. All the more so since Bishop Alessandro remained amidst his people in the past two years and continued - or better - rediscovered the beauty of the administration of the sacrament of Penance, this deed of mercy Lord requires us - as priests and bishops - to put at our brothers’ and sisters’ disposal… He talked with me about this nice and positive experience, which induced him to overcome some efforts and risks for his health. He confided it to me just when we last met, when we shared a very brotherly and even touching moment, when we exchanged God’s blessing and prayed together, even if for a short time. This absence of Bishop Alessandro shall make us meditate on how important it is not to underestimate the beauty of the brotherly relationships we experience in the bosom of the Chruch as well as on their significance for a Christian life. And it induces us to confirm the certainty that these brotherly relationships and nothing else will be the eternal tissue that will wrap all of us in Paradise. It is therefore worth taking the greatest care of it during this earthly stage of our existence, awaiting to fully experience the uncertain beginning of brotherly love we are trying to adapt to Christ’s love for us and we start to experience in this world by the grace of the Holy Spirit.

Monsignor Enrico Bedetti Vicario generale del vescovo Un uomo molto schietto e preparato, capace di sentimenti d’amicizia – così lo ricorda monsignor Enrico Bedetti, vicario generale del vescovo Maggiolini dal 1989 – Era altruista e anche negli ultimi istanti della sua vita il suo pensiero e le sue apprensioni erano per gli altri. Mi mancherà un punto di riferimento, con lui condividevo le preoccupazioni e gioie ovviamente come sacerdote e prima

28

Nelle pagine di questo servizio, alcune immagini di Monsignor Alessandro Maggiolini. Sopra, un momento dei suoi funerali come credente. Ora, questo rapporto è cambiato, ma non è cessato.

Monsignor Enrico Bedetti General Vicar of Bishop A very frank and prepared man, capable of feelings and friendship - this is how Monsignor Enrico Bedetti, General Vicar of Bishop Maggiolini since 1989, remembers him - He was altruistic, and in the last moments of his life, his thoughts and worries were for others. I will miss him as a point of reference. I shared in his worries and joys, of course as a priest but first as a believer. Now this relationship has changed, but it hasn’t ceased.

Monsignor Lorenzo Bataloni Arciprete del Duomo Il vescovo Maggiolini è stato una grande persona, diretta, di compagnia, con un grande amore per la Cattedrale – aggiunge Monsignor Lorenzo Bataloni, arciprete del Duomo di Como – Tutti i giorni e la domenica, per ben due volte, era sempre presente in Duomo per le confessioni. Una settimana prima di lasciarci, mi aveva espresso il desiderio di continuare a confessare, ma in una zona del Duomo più riparata, dove non ci fossero troppe correnti d’aria. Amava la città, le vie del centro e si fermava

On the pages of this article, some images of Monsignor Alessandro Maggiolini. Above, a moment of his funeral spesso a chiacchierare con la gente. Era un uomo di compagnia, aveva la battuta sempre pronta. La sua ultima lezione è stata forse la più lunga e significativa; ha affrontato la malattia senza essere di peso a nessuno. Non ha mai dato segni di sofferenza, e fino all’ultimo ha avuto parole di conforto per gli altri. Un grande insegnamento per tutti.

Monsignor Lorenzo Bataloni Archpriest of the Cathedral of Como Bishop Maggiolini was a great person, direct and sociable with a great love for the Cathedral - adds Monsignor Lorenzo Bataloni, archpriest of the Cathedral of Como - Every day and twice on Sundays, he was always present in the Cathedral for confessions. A week before he left us, he expressed his desire to continue to confess, but in a more sheltered area of the Cathedral, where there would be less drafts. He loved the city and the streets in the centre. He would often stop to chat with people. He was a sociable man and always had a wisecrack ready. His last lesson was perhaps the longest and most significant. He faced his illness without leaning on anyone. He never showed signs of suffering, and, up until his last moment, he had words of comfort for others. A great lesson for all.


EVENTI

di Elena Massari

PRESEPE NOSTRO

Ritorno alle tradizioni sacre tra le vie di Caslino d’Erba 30

Alcuni presepi esposti nelle precedenti edizioni del concorso “Presepe Nostro” Some cribs showed in ‘Our Crib’ (Presepe Nostro) last competition

Presepi dei caslinesi per i caslinesi e non solo, dal momento che a vederli arrivano anche dagli altri paesi, e non importa la distanza. Quelli di Caslino, da Natale all’Epifania, si gustano con gli occhi e con il cuore, all’insegna di un pensiero semplice e infinito: “Pace in terra agli uomini di buona volontà”, come si legge sulla capanna del presepe, voluto da san Francesco d’Assisi. Nello spirito che anima il Forum Franciscanum, nell’intento di divulgare i principi della vita di san Francesco, come ogni anno dal 1998, la Fondazione Gennari bandisce il concorso “Presepe Nostro” che coinvolge l’intera popolazione di Caslino d’Erba. Ripercorrendo il senso religioso e morale

delle parole del santo, ogni rione di Caslino d’Erba concorre alla realizzazione e all’allestimento di un presepe creato secondo i propri liberi intendimenti, la propria ispirazione creativa e la propria interpretazione del sacro evento. Nella suggestiva scenografia di un paese arroccato, che si dipana tra le strette strade acciottolate del centro, colmo di angoli curiosi e segreti, che portano in se stessi quel senso di antico e nativo che già di per sé fa rivivere lo spirito tipico del Natale. Così, immersi in quest’atmosfera sacra, da un decennio ogni rione sceglie il luogo più adatto, tra nicchie naturali, androni di cascine e porticati esterni, per rendere fruibile a

31


PRESEPE NOSTRO

Our Crib Back to the sacred traditions along the streets of Caslino d’Erba tutti la propria opera, per coinvolgere la popolazione e per condividere con lei lo spirito natalizio. Alla giuria tecnica, presieduta dall’editrice Giancarla Mursia, si affianca la giuria popolare, che valuta le opere esposte prendendo in considerazione l’ambientazione, la scenografia, l’originalità dell’insieme, l’equilibrio fra tradizione e innovazione e il complessivo effetto estetico. La premiazione avviene, come di consueto, nei primi giorni di gennaio. L’occasione permetterà ai vincitori dell’anno precedente (per il 2007 era stato il presepe realizzato dal rione “Madonna della Neve” allestito dagli Amici di Peter Pan) di consegnare il premio. “Il Dono” è una statua di bronzo eseguita dallo scultore Luigi Turati e che viene ceduta al nuovo rione vincitore, il quale lo custodirà fino alla realizzazione della prossima edizione. Perché non concedersi allora una visita e una passeggiata tra le vie di Caslino, proprio a fine dicembre? Immersi nella magica atmosfera degli alberi e dei presepi incantati, si potrà vivere un paese che si veste di luce e di spirito natalizio.

32

Caslino cribs for Caslino folk – and others too, seeing that they’ll be flocking in from other villages as well no matter how far away. From Christmas to Epiphany Caslino’s cribs are a feast for eyes and hearts, with that one simple but timeless message: “Peace on earth to men of goodwill”, as can be read on the hut of the crib in keeping with the wishes of St Francis of Assisi. With that same spirit that animates the Forum Franciscanum in its intent to spread the principles of St Francis’s life (as it has every year since 1998), the Gennari Foundation will be holding an ‘Our Crib’ (Presepe Nostro) competition involving the whole village of Caslino d’Erba. Harking back to the religious and moral significance of the saint’s words, each of Caslino d’Erba’s neighbourhoods will compete to produce and fit out a crib reflecting its own ideas and creativity, and its own interpretation of the Sacred Event. All this to the evocative backdrop of a village perched high up which unwinds itself through the cobbled streets of its centre, with its many curious and secret nooks all enhancing that ancient, native feel which alone is enough to re-evoke the typical spirit of Christmas. Thus

imbued with this holy atmosphere each neighbourhood has, for the last ten years, gone through its natural nooks, farmhouse entrances and ouside porches, so as to find the most suitable visitor-friendly crib site to get people joining in and share the festive spirit with them. A panel of experts chaired by publisher Giancarla Mursia will be joined by a lay jury who will be judging the work on display from the point of view of setting, scenic design, overall originality, balance between tradition and innovation and the overall aesthetic effect. Prize-giving will as usual take place early in January. Last year’s prize-winners (in 2007 it was a crib made by the neighbourhood ‘Madonna della Neve’ prepared by the Amici di Peter Pan) will be giving the prize. ‘The Gift’ is a bronze statue crafted by the sculptor Luigi Turati which is handed over to the new winning neighbourhood who will hold it until the next edition. So why not treat youself to a visit and a stroll through the streets of Caslino at the very end of December? As you soak up the magic atmosphere of enchanted trees and cribs, you’ll be able to experience a village lit up by lights and Christmas spirit.




38

39



TERRITORIO

Il vecchio ponte di Visino Visino’s ancient bridge

La VALLE delle SORGENTI

Tra boschi e speroni rocciosi nella verde Valbrona Testo Daniela Giunco foto Viviana Dalla Pria La Grigna è lì che sembra di toccarla e lo sguardo spazia in quell’immensità di azzurro e di riflessi d’argento Lassù, in Grigna, i fianchi delle torri di calcare sono puliti come d’estate, ma nell’oscurità delle loro profonde corrugazioni, nei canali, s’è insediato il ghiaccio. Il lago è lì sotto, ma non lo puoi vedere: presenza silenziosa a fare da specchio al cielo. Ci si inoltra nel verde, ora cupo, ora smagliante e in alto spiccano, solide presenze nell’aria, le cime dei Corni di Canzo. Le bianche case dei quattro borghi della valle sono lì ad attenderti: Visino, Candalino, Osigo, Maisano formano il comune di Valbrona in un’ampia vallata, ricca di pendii, di boschi e di acque dove si può passeggiare accompagnati da una guida che ti parla di leggende, cascate, fossili e musei di questi luoghi. E nei borghi le case di pietra, le chiese dai ricchi ornati, i palazzi testimoni di passati splendori raccontano la storia di questi borghi. Visino è la porta d’accesso, posto all’ingresso della valle, salendo da Canzo. Era un tempo suo presidio e difesa. Ce lo ricorda una piccola torre, quello che

42

oggi resta di un forte sopra una collinetta situata dove finivano le paludi; c’era anche un castello, sopra il paese, di cui oggi non resta traccia se non nelle antiche carte. La strada principale divide Visino in due zone distinte: la pianura, un tempo paludosa e il nucleo storico, più elevato. Spicca, a segnare la divisione, il bel ponte di origine medievale sul torrente Foce. Lì vicino, la chiesa di San Michele, santo guerriero di antica memoria longobarda, è di fondazione antica (secolo XIII) e racchiude al suo interno tesori d’arte pittorica. Tra i dipinti del Morazzone (Sant’Antonio da Padova con Bambino), del Magatti (San Carlo in penitenza) e dell’Appiani (Vergine con Bambino) riluce l’acceso cromatismo delle splendide tavole del Borgognone: immerse nel fondo dorato si stagliano l’elegante figura di san Michele, così dolce nel viso e così deciso nell’atto di sguainare la spada e l’ascetica figura di san Giovanni, rivestita di un panneggio di un rosso sgargiante. Terra di memoria militare e religiosa, Visino: di qui passava l’antica strada, a presidio del territorio si costruirono prima le torri e poi le dimore nobiliari che hanno nomi esotici, nomi di casate venute da lontano: i De Her-

43


Sotto, alcune delle fonti di Valbrona Below, two Valbrona’s fountains

ra, i Gorio, famiglie potenti; di loro parlano i palazzi, testimoni dei fasti che il passare del tempo divora. E poi, nel corso dell’Ottocento, fu la modernità delle attività manifatturiere a segnare il territorio. La presenza abbondante di acqua garantiva la forza motrice degli opifici: filatoi, setifici, mole pubbliche sorsero imponenti a dare pane e lavoro: gente buona e laboriosa, gli abitanti della valle, soprannominati i “panisciat” (per via di una specie di polenta molle, fatta qui con il latte), ma amanti del risparmio, come tutti i montanari, tanto da meritare il motto: ci vogliono tre signori di Milano per fare un povero di Maisano. Le corti rurali antiche hanno conservato la lobbia, il grigliato di legno che si eleva oltre il piano terreno e circonda la casa. Serviva anche per l’essiccazione delle pannocchie di mais e ne portava a compimento il processo di maturazione. Manufatti di una struggente semplicità, a volte un po’ più complicati, ma mai di pura imitazione. Ci pensava il fuoco, ogni tanto, a rinnovare le lobbie e a produrre cambiamenti che l’indole umana non avrebbe facilmente introdotto. Oggi, a conservarle e preservarle, ci sono una nuova sensibilità nei confronti della bel-

44

lezza dell’ambiente e la coscienza della sua fragilità. Grazie ad esse la verde Valbrona continuerà ad affascinare il turista e ad essere per i suoi abitanti una serena dimora.

The Fontains VALLEY Among the Woods and Crags in green Valbrona The Grigna mountain is so close you could touch it as your eyes pan round that immense expanse of blue and reflections of silver. Up there on Grigna the sides of the limestone stacks are as pristine as they were in the summer, but the dark reaches of their deep corrugated gullies are in the grip of ice. The lake is there below, but hidden from sight: a silent presence acting as a mirror to the sky. Pressing on through the green – now tenebrous, now dazzling – you see high above you

the dramatic solidity of the peaks of the Corni di Canzo. The white houses of four hamlets in the valley are there waiting for you: Visino, Candalino, Osigo and Maisano make up the municipality of Valbrona in a wide valley, with its abundance of slopes, woods and areas of water where you can walk with a guide who will tell you about the legends, waterfalls, fossils and museums of the locality. And in the hamlets themseves the stone houses, the churches adorned by wealthy patrons, and buildings testifying to former splendours all tell of the the hamlets’ history. Visino is the gateway standing at the entrance to the valley as you climb up from Canzo. It used to be its garrison and defence. Evidence of this is a small tower, all that remains today of a picciol forte which used to stand on a tor at the end of marshland; there used to be a castle too (above the village), the only evidence of which may be found on ancient maps. Visino is split by the main road into two distinct areas: a formerly marshy plain and the higher historic hub. Acting as an endorsement of this division is the fine mediaeval bridge over the Foce Brook. Nearby stands the 13th century church of St Michele – a warrior saint of ancient Longobard memory – within which pictorial art treasures are to be found. Morazzone’s paintings include ‘St Antonio da Padova con Bambino’; Magatti’s


Sotto, la chiesa di San Michele a Visino e alcuni scorci di Valbrona In basso a sinistra, San Rocco a destra particolare di una lobbia Below, Saint Michele Church in Visino and some Valbrona’s perspectives Bottom left, Saint Rocco right of a particular Lobbe

‘St Carlo in Penitenza’; and Appiani’s ‘Vergine con Bambino’; the illuminated chromatism of Borgognone’s splendid canvasses shines: the elegant figure of St Michele is silhouetted in a gold background, with his gentle face but determined act of drawing his sword; and the ascetic figure of St Giovanni draped in gaudy red apparel. A land of military and religious reminiscence, Visino: the old military road used to go through here; and here in order to protect the area, first towers and then dwelling places were built for noble families from far away with exotic names; such powerful families as the De Herras and the Gorios whose past glories, testified

46

to by palatial buildings, are ravished by time. Then later in the 1800s it would be the turn of modern manufacturing to scar the land. The abbundant supply of water provided the driving force for the factories: spinning works, silk mills and communal grindstones rose potently to provide bread and employment: the valley dwellers were fine, hard-working folk, nicknamed ‘i panisciat’ (on account of a type of soft polenta made here with milk), who in keeping with mountain people were nevertheless thrifty to the point that it was said of them: “It takes three gentlemen from Milan to make one pauper from Maisano”. The old rural courtyards still have lobbie,

the wooden griddles constructed above the ground floor going round the house. Among other things they would be used to dry and help ripen corncobs. The way the lobbie were built was simplicity itself; they might sometimes be a little more complicated, but were never crude imitations. Every so often a fire would see to updating them and introduce changes that idle human nature would never have bothered with. These days their conservation and preservation is ensured by our new awareness of the beauty of our surroundings and their fragility. Thanks to this, green Valbrona will continue to entrance visitors and be a peaceful place for its inhabitants to live in.

47


PEOPLE

MARIO BOSELLI

Un imprenditore prestato alla MODA di Daniela Tanzi

48

49


Sopra, il prefetto di Milano, Gian Valerio Lombardi e Mario Boselli durante la cerimonia di consegna delle onorificenze dell’ordine “al merito della Repubblica” (© Canio Romaniello Olympia Gruppo Olycom) e Mario Boselli con i figli Mario Boselli, comasco, classe 1941, ama definirsi un imprenditore prestato alla moda. Un percorso singolare e interessante, il suo. Il Cavalier Boselli, presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana, presidente di Centrobanca e membro del Consiglio di gestione di Ubi Banca, svela notizie e curiosità sulle ultime tendenze in fatto di abbigliamento senza tralasciare i suoi gusti personali. «Giungo alla Camera della Moda attraverso un percorso particolare; come presidente di Pitti (1995-2002), ero stato chiamato nel 1998 da Santo Versace alla vicepresidenza con altri tre colleghi. Quando Santo si è ritirato, a metà del suo mandato, nell’ottobre 1999, ho preso il suo

50

Above, Milano’s Prefect Gian Valerio Lombardi and Mario Boselli during the giving ceremony of “Knight of the Republic” award (© Canio Romaniello / Olympia Gruppo Olycom) and Mario Boselli with his sons posto in quanto vicepresidente vicario; sono stato infine eletto dall’assemblea per tre volte». Mario Boselli è da sempre nel settore moda come egli stesso racconta: «Ho iniziato nel 1959 nell’azienda paterna, di antica tradizione serica, la Carlo Boselli di Garbagnate Monastero, ora “Marioboselli Yarns & Jersey” gestita dai figli Carlo e Federico. Già dal lontanto 1586, era attiva una produzione di seta. Nel 1956, l’azienda è stata rifondata da mio padre Carlo Boselli per la produzione di fili artificiali e sintetici. Agli inizi degli anni Settanta alla produzione di fili è stata aggiunta quella del tessuto a maglia di altissimo livello (jersey e interlock). Poi all’inizio degli anni

2000 la linea di prodotti finiti con tecniche seamless e tradizionali hanno completato la gamma. Le due attività che ora mi occupano maggiormente sono la presidenza della Camera della Moda e quella di CentrobancaUbi. Riguardo alle mansioni, sono le classiche di un presidente piuttosto operativo». Pochi sanno le reali funzioni della Camera della Moda. «La CNMI – spiega Boselli - è il punto di riferimento non solo per quanto riguarda la “Settimana della Moda” a Milano, ma anche per i giovani stilisti di talento e per tutte quelle iniziative nazionali e internazionali volte a valorizzare lo stile, il costume e la moda italiana. Dal 1958, anno della sua fondazione, la

Camera della Moda ha promosso lo sviluppo della moda italiana ottenendo traguardi e successi importanti. La sua attività di tutela, coordinamento, supporto e potenziamento dell’immagine sia in Italia sia all’estero le ha assicurato il ruolo di indiscussa protagonista sullo scacchiere internazionale del fashion, contribuendo anche al consolidamento delle alleanze con Parigi, Londra e New York. Mi piace ricordare che il 2008 è un anno importante per la Camera nazionale della Moda Italiana, che ha compiuto ben cinquant’anni». Qual è la sua opinione sulle ultime sfilate di Milano Moda Donna? «È impossibile fare una sintesi di cosa si è visto sulle passerelle. Si può solo affermare che

la creatività è stata apprezzata da buyers e stampa e l’offerta è stata, come è logico che sia, articolata e ricca. Proprio in questo sta la forza del made in Italy». È più vanitoso l’uomo o la donna in fatto di abbigliamento? «È una bella gara, l’uomo sta rimontando posizioni». Ha un suo “cavallo di battaglia”, nell’armadio? «Il completo, o meglio una serie di completi in varie gradazioni di grigio e blu. È di fatto una divisa che mi deve consentire di essere “a posto” da mattina a sera e nelle varie occasioni di lavoro, in Camera della Moda, in banca e nelle situazioni sociali».

Qual è il futuro della moda made in Italy? «Partiamo dal presente. Il settore della moda italiana è, come per tutte le attività economiche, assai incerto e comunque preoccupante data la situazione di recessione mondiale, mentre ritengo che si possa essere assolutamente ottimisti per il dopo crisi, fase che speriamo possa verificarsi fra 3-6 mesi, in quanto i fondamentali del settore sono ottimi e alcune situazioni recenti (cambio euro/dollaro, calo delle materie prime, petrolio compreso, ritorno di produzioni in precedenza localizzate in Cina e in altri Paesi a bassi salari) possono rendere la ripresa forte e duratura».

51


Sotto, il cavalier Boselli con il Primo Ministro britannico Gordon Brown e un evento della Camera della Moda presentanto da Martina Colombari Below, Cavalier Boselli with British Prime Minister Gordon Brown and a Camera della Moda event submitted by Martina Colombari

MARIO BOSELLI

A Businessman on loan to FASHION Comascan Mario Boselli born in 1941 loves to define himself as a businessman on loan to fashion. His is a unique and interesting journey. Sir Mario, President of the National Chamber of Italian Fashion, President of Centrobanca and member of the Executive Board of Ubi Banca, gives us the low-down on the latest clothing trends as well as his own personal tastes. “I got into the Chamber of Fashion by an unusual route; as Chairman of Pitti (1995-2002) I’d been asked by Santo Versace to be Deputy Chairman with three other colleagues. When Santo resigned half way through his mandate in October 1999, I took over his post as deputy chairman in a vicarious capacity; in the end I was voted for three times by the board”. Mario Boselli has always been involved in the fashion sector as he explains himself: “I started off in 1959 in my father’s company with a long silk tradition, ‘Carlo Boselli di Carbagnate Monastero’ – now ‘Marioboselli Yarns & Jersey’ run by his sons Carlo and Federico. Way back in 1586 silk was being produced. In 1956 the company was refounded by my father Carlo for the manufacture of artificial and synthetic yarns. In the early ‘70s yarn manufacturing was supplemented by that of high-quality jersy and interlock fabrics. In the early 2000s product lines finished with seamless and traditional tecniques completed the range. My two main current spheres of activity are the presidency of the Chamber of Fashion and that of CentrobancaUbi – my duties are those typical of a fairly proactive president”. Few people know what really goes on in the Chamber of Fashion. “The Cnmi, explains Boselli, “is a reference vehicle not only for Milan’s ‘Fashion Week’, but also for talented young stylists and all national and international ventures aimed at boosting the image of Italian style, tradition and fashion. Since its foundation in 1958 the Chamber of Fashion has promoted the development of Italian fashion achieving its objectives and enjoying great success. Its work of tutelage, coordination, support and image enhancement both at home and abroad has guaranteed its undisputed pivotal role on the international fashion scene as well as contributing to the consolidation of links with Paris, London and New York. I like to remember 2008 as a big year for the National Chamber of Italian fashion which celebrated its 50th anniversary!” What’s your opinion of recent Milano Ladies’ Fashion parades?

52

“It’s impossible to sum up what was seen on the catwalks in two words. All you can say is that creativity was appreciated by buyers and press alike, and that what was on offer was – as it should be – varied and rich. That’s what ‘Made in Italy’ is all about”. Are men or women more vain about their dress? “ It’s quite a contest – men are making a comeback!” Do you have a piéce de rèsistance lurking in the closet? “A suit, or rather a set of suits in various shades of grey and blue. It’s a de facto uniform I feel ‘at home’ in from morn till night and whenever I work in the Chamber of Fashion, at the bank or in social situations”. What does the future hold for ‘Made in Italy’

fashion? “Let’s start from the present. The Italian fashion sector is (together with the economy in general) in a very uncertain and anyway worrying state due to the world recession; but I’m convinced we can be totally optimistic about the postcrisis phase in – hopefully – 3-6 months, inasmuch as the sector has excellent foundations and other recent factors (euro/dollar exchange rate, the drop in the price of raw materials including oil, the return home of manufacturing based in China and other countries paying low wages) should all make for a strong, long-lasting upswing”.

53


TERRITORIO

Associazione Palma gli ANGELI CUSTODI per i malati terminali di Anna Campaniello

54

«Volontari e benefattori ci hanno permesso di arrivare fin qui. Ora attendiamo un passo importante dalle istituzioni»

Garantire una vita dignitosa e di qualità fino all’ultimo respiro, anche quando la medicina si arrende e la cura diventa solo «un mantello che ripara, avvolge, riscalda, tra silenzi, parole, sguardi e gesti di rispetto e sollievo». È quello che fanno ogni giorno, da oltre 15 anni, medici, infermieri, professionisti e volontari dell’Associazione “Antonio e Luigi Palma”, nata per assistere i pazienti malati di cancro in fase terminale. Sono già 250 gli uomini e le donne che, gratuitamente, a casa propria, hanno ricevuto le cure e soprattutto l’amore e l’attenzione indispensabili al termine dell’esistenza terrena. Il numero delle persone assistite è cresciuto in maniera esponenziale negli ultimi anni, passando dalle 28 del 2004 alle 75 del 2007, pari a più di 6mila giorni trascorsi dagli operatori e dai volontari dell’Associazione Palma accanto ai malati. «La scelta privilegiata ogniqualvolta questo è possibile è senza dubbio l’assistenza a domicilio – sottolinea il presidente, Angelo Palma – In questo modo infatti è possibile essere vicini e aiutare anche i familiari della persona malata. La nostra associazione garantisce le terapie mediche, effettuate da uno speciali-

sta in cure palliative, da un infermiere professionale e da un operatore socio-assistenziale, per lenire il dolore in modo qualificato. Ma ci occupiamo anche della componente più umana e mentale dell’intero nucleo familiare, grazie alla presenza di uno psicologo, di volontari appositamente formati e, per chi lo desidera, di un sacerdote». La nota dolente è quella economica. La convenzione con l’Asl copre circa un terzo delle spese complessive sostenute dall’Associazione, pari nel 2007 a 127mila euro. Nasce da qui la necessità di promuovere iniziative di sensibilizzazione e manifestazioni benefiche che permettano anche di raccogliere fondi. L’ultima in ordine di tempo, mercoledì 29 ottobre, è stato il concerto benefico “Mozart, Quartetti con flauto”, organizzato nella Sala Bianca del Casino del Teatro Sociale di Como. Un evento che ha riscosso un notevole successo e che ha avuto come protagonisti i giovani musicisti Mattia Petrilli, Igor Cantarelli, Matteo Amatasi, Gregorio Buti, che hanno eseguito i “Quartetti con flauto e archi” di Wolfgang Amadeus Mozart. «Più aumentano i pazienti assistiti più si allarga il deficit della nostra associazione

55


Sopra, un momento dell’evento di ottobre (foto Carlo Pozzoni). A pagina 54, Angelo Palma Above, the last event in October (photo by Carlo Pozzoni). On page 54, Angelo Palma

– spiega Palma – Siamo già stati ricevuti dai vertici dell’Asl e anche della Regione, che conoscono perfettamente la situazione e che hanno promesso un impegno diretto. L’augurio è che prendano al più presto decisioni che possano permetterci di risolvere questo grave problema. L’attività insostituibile dei nostri volontari e i molti amici e benefattori ci hanno permesso di arrivare fin qui e a tutti va il nostro ringraziamento, ma ora serve davvero che anche le istituzioni facciano un passo avanti importante».

56

Palma Association GUARDIAN ANGELS for the Terminally Ill “Volunteers and benefactors have got this far – now it’s up to the authorities to do something...”

Guarantee a dignified quality of life to one’s last breath, even when medicine has given up and treatment is no more than “a cloak which shelters, wraps and warms, amidst silences, words, glances and gestures of respect and relief”. For over 15 years that’s what doctors, paramedics, professionals and volunteers of the Associazione ‘Antonio e Luigi Palma’, founded to care for terminally ill cancer patients, have been doing. Already 250 men and women have received free treatment and above all love and indispensable attention at the end of their lives on earth,


Il concerto nella Sala Bianca del Casino del Teatro Sociale (foto Carlo Pozzoni) The Teatro Sociale Sala Bianca Casino concert (photo by Carlo Pozzoni)

58

in their own homes. Over the last few years the number of people being cared for has grown exponentially, from 28 in 2004 to 75 in 2007 – meaning Associazione Palma operators and volunteers spent 6000 days close to sick people. “The preferred course of action whenever possible is definitely home care”, emphasises the president Angelo Palma. “This way we can effectively be close to and help the sick people’s families as well. Our Association undertakes medicinal therapy provided by palliative specialists, professional paramedics or social assistance operators, in order to relieve pain skilfully. But our care also entails the more human and mental aspects facing the whole family unit, thanks to the presence of psychologists, specially trained volunteers and, when requested, members of the clergy”. The painful part is the funding; an agreement with Asl covers about a third of the total costs incurred by the Association, which in 2007 amounted to 127,000 euros. So it’s imperative

to raise awareness as well as funds from benefit events. The most recent was on Wednesday 29th October: a charity concert ‘Mozart, Flute Quartets’ held in the White Hall of the Casino in Como’s Teatro Sociale. This event was highly successful and Wolfgang Amadeus Mozart’s ‘Quartet for Flute and Strings’ was performed by the young musicians Mattia Petrilli, Igor Cantarelli, Matteo Amatasi and Gregorio Butti. “The more patients we help, the more our Association runs into debt”, Palma explains”. “We’ve already established contact with the higher echelons of Asl as well as the Regional Authorities, who know exactly where we stand and have committed themselves to direct action. Let’s hope they act immediately to enable us to tackle this serious state of affairs. The invaluable contribution made by our many friends, volunteers and benefactors have got us where we are – and we’re grateful to them all. But now it’s time for the authorites to take a big step forward as well”.

59


ADVERTISING

IGOR MITORAJ BIANCONERO

Eros, Venus, Icarus, Centaurus translated into sculpture relics – no works are completely intact

IGOR MITORAJ BIANCONERO

Eros, Venere, Icaro, Centauro tradotti in sculture che sono reperti Nessuna opera ha una forma intatta

60

La Galleria d’Arte Contini presenta nella sua sede di Venezia, fino al 13 aprile 2009, la personale del maestro Igor Mitoraj. Esposte opere inedite, realizzate dall’artista appositamente per questa mostra. In contrapposizione cromatica e materica sculture in marmo bianco di Carrara, nero del Belgio e opere in bronzo patina nera, esaltate da un allestimento che risulterà altamente suggestivo. Presente anche una serie di icone su fondo oro per la cui realizzazione Mitoraj ha utilizzato l’antica tecnica pittorica a encausto di cui erano maestri i Greci e i Pompeiani. Grande conoscitore del mondo classico arcaico, Mitoraj si ispira per le sue opere a personaggi mitologici facilmente riconoscibili: Eros, Venere, Icaro, Centauro, che traduce in sculture che sono come reperti: nessuna delle sue opere presenta infatti una forma intatta. La classicità è il referente principale di Mitoraj, un mito forse tramontato ma non finito, un richiamo costante per la civiltà occidentale, un indissolubile componente del nostro Dna, un elemento che anche il più sfrenato modernismo tecnologico non riesce a sradicare completamente. Igor Mitoraj nasce nel 1944 da madre polacca e padre francese; trascorre la giovinezza a Cracovia dove frequenta l’Accademia di Belle Arti sotto la guida di Tadeusz Kantor, che lo avvicina ad artisti contemporanei quali Warhol, Lichtenstein, Merz e Klein. Nel 1968 giunge a Parigi e prosegue gli studi all’École Nationale Superieure des Beaux-Arts. Nel 1976 vince il “Premio scultura”a Montrouge e nel 1979 giunge a Pietrasanta, in Toscana, il paradiso degli scultori. Qui scopre che il marmo, la terracotta e il bronzo sono i suoi materiali e decide, nel 1983, di aprire uno studio dividendo la sua vita tra l’Italia e la Francia. Nel 1986 partecipa alla XLII Biennale d’Arte di Venezia. Nell’arco di pochi anni le sue opere vengono esposte in molti Paesi in numerose personali e in grandi esposizioni nei musei di tutto il mondo. Sue opere monumentali, per citarne solo alcune, si trovano al British Museum e al Canary Wharf a Londra, Bamberg, Cracovia, La Défence di Parigi, Museo degli Uffizi e Giardino di Boboli a Firenze; piazza del Carmine e Teatro alla Scala di Milano, piazza Monte Grappa e piazza Mignanelli, porte della Basilica di Santa Maria degli Angeli a Roma. Il catalogo, curato direttamente dall’artista, è corredato da immagini realizzate dal fotografo Giovanni Ricci-Novara, il quale ha saputo cogliere il lato “magico” e più espressivo di ogni opera colpendola con un raggio di luce che ne esalta la bellezza.

Up until 13th April, 2009 the Contini Art Gallery’s Venice branch will be holding a personal exhibition of the master Igor Mitoraj; first-time exhibits crafted by the artist specially for this exhibition. Contrasting chromatic and material scuptures in white Carrara and black Belgian marble, and works in black patina bronze highlighted by a highly evocative setting. There are also a series of icons on a gold background where Mitoraj used ancient pictorial and encaustic tecniques inspired by Greek and Pompeian masters. A great connoisseur of the ancient classical world, Mitoraj finds inspiration for his works in familiar mythological figures: Eros, Venus, Icarus, Centaurus... which translate into relic-like sculptures – none of his works appear completely intact. Classical antiquity is Mitoraj’s chief referent: a mythological world, perhaps superseded which refuses to die, a constant lure for western civilisation, an intrinsic part of our DNA, an element that even our most relentless technological modernity fails to annihilate completely. The son of a Polish mother and French father Igor Mitoraj was born in 1944; he spent his adolescence in Kracow where he attended the Academy of Fine Arts under the tutelage of Tadeusz Kantor, who introduced him to such contemporary artists as Warhol, Lichtenstein, Merz and Klein. In 1968 he moved to Paris and continued his studies at the Ecole Nazionale Superieure des Beaux-Arts. In 1976 he won the Montrouge ‘Sculpture Award’ and in 1979 went to the scupltors’ paradise Pietrasanta in Tuscany. Here he discovered that marble, terracotta clay and bronze were his preferred materials, and in 1983 decided to open a studio and divide his time between Italy and France. In 1986 he took part in the XLII Biennale d’Arte in Venice. Within a few years his works were being displayed in many countries in numerous personal exhibitions and more major ones in museums all over the world. Some of his monumental works can be seen in the British Museum and Canary Wharf in London, Bamberg, Krakow, La Défence in Paris, Museo degli Uffizi e Giardino di Boboli in Florence, Piazza del Carmine and Teatro alla Scala in Milan, Piazza Monte Grappa and Piazza Mignanelli, Porte della Basilica di Santa Maria degli Angeli in Rome. The catalogue produced by the artist himself is illustrated with photographs taken by Giovanni Ricci-Novara, who has succeeded in capturing the most expressive and ‘magic’ side of each work by shining a beam of light on it to enhance its beauty.

GALLERIA D’ARTE CONTINI San Marco, 2765 Venezia Dal 27 settembre 2008 al 13 aprile 2009 Apertura tutti i giorni dalle10.30 alle 13 e dalle 14.30 alle 19 Tel 041 5207525/ 5204942 galleriavenezia@continiarte.com www.continiarte.com

GALLERIA D’ARTE CONTINI San Marco, 2765 Venezia 27th September 2008 - 13th April 2009 Open every day: 10.30am - 1.00pm and 2.30pm - 7.00pm Tel 041 5207525/ 5204942 galleriavenezia@continiarte.com www.continiarte.com

61


PEOPLE

GIULIO CASATI

Il padre

dell’UNIVERSITÀ

sul Lario di Marcello Dubini

Il fisico comasco, vincitore del premio Fermi 2008, ora sogna un campus nell’area di San Martino 62


64

Nelle pagine precedenti, Giulio Casati e l’Università dell’Insubria. Sopra, il chiostro di Sant’Abbondio, sede dell’ateneo

On the previous pages, Giulio Casati and the Insubria University. Above, the Sant’Abbondio Cloister, atheneum centre

L’Università dell’Insubria ha compiuto dieci anni. Istituita il 14 luglio 1998, prende il nome da un’antica popolazione celtica che visse nel territorio prealpino in epoca preromana e ruota attorno alle due sedi principali di Como e Varese. Il sogno di un nuovo ateneo ha però mosso i primi passi negli anni Settanta. «In quel periodo il mondo stava cambiando e diveniva sempre più evidente che l’educazione e la ricerca erano i settori fondamentali su cui puntare – ricorda il fisico Giulio Casati, 66 anni non ancora compiuti, uno dei padri dell’ateneo lariano, dal 1998 al 2001 prorettore dell’Insubria – Per il nostro territorio era essenziale non rimanere tagliati fuori e occorreva evitare che le attività più qualificate connesse con il terziario avanzato si concentrassero tutte su Milano, lasciando a Como quelle meno qualificate o destinate a divenire obsolete. Così, agli inizi degli anni

Settanta abbiamo predisposto il progetto per una università in riva al Lario». Ma il progetto non ebbe vita facile. «Trovò opposizione su tutti i fronti. I sindacati vedevano in questa iniziativa un’operazione contro i “colletti blu” a favore dei “colletti bianchi”, gli industriali ritenevano che non ci fosse bisogno di laureati ma di operai specializzati. Fu solo verso la metà degli anni Ottanta che le cose cambiarono. La classe politica e imprenditoriale si rese conto che il mondo era mutato e che il terziario era in forte crescita. Nell’86 venne dato incarico al Centro di cultura scientifica “Alessandro Volta” di predisporre un progetto per una università a Como. In un clima di intesa e collaborazione generale, nel 1989 partirono i primi corsi di laurea in Fisica, Chimica e Ingegneria». I corsi vennero avviati come gemmazione dall’Università degli Studi di Milano e dal Po-

Studenti dell’Insubria Insubria’s students

litecnico di Milano, ma la prospettiva era di costituire un vero e proprio campus universitario autonomo, che comprendesse facoltà umanistiche, tecnologiche e scientifiche. «Purtroppo, dopo pochi anni, sono prevalse le spinte frazionistiche – dice con rammarico il professor Casati – e l’insediamento universitario di Como si è spezzato in due. Ingegneria ha deciso di proseguire autonomamente rimanendo parte del Politecnico di Milano. Una scelta che decretava di fatto la fine del progetto originario. In questo modo è tramontato il sogno di una università tutta comasca. Le restanti facoltà di Scienze e Giurisprudenza, troppo deboli per dare luogo a un ateneo autonomo, confluirono in una sola università insieme con Varese». La struttura bipolare, fra Como e Varese, città capofila che vanta la sede del rettorato, nulla toglie al livello dell’insegnamento.

«La qualità è buona – puntualizza Casati – Il corso di laurea in Fisica, per esempio, non ha niente da invidiare agli altri atenei lombardi. I miei colleghi sono validi e preparati a livello internazionale, la didattica è fatta bene e gli studenti sono seguiti accuratamente». Nel capoluogo lariano le aule, gli uffici e i laboratori dell’Insubria sono sparsi in una dozzina di sedi. Per Giulio Casati il progetto di un ateneo comasco viaggiava di pari passo con un altro sogno: un campus universitario nell’area dell’ex ospedale psichiatrico del San Martino, polmone verde a ridosso del centro città. Una soluzione a lungo dibattuta, ma mai concretamente avviata. «Ho sempre ritenuto San Martino la sede ideale – ribadisce il fisico lariano – Una Università di Como, prossima a Milano, localizzata in questa bellissima area con vista lago, poteva costituire uno dei più bei campus

d’Europa e attrarre docenti e studenti di qualità. Sarebbe stato, oltre che una incredibile occasione di nuova vita e sviluppo per la città, anche un servizio all’intera regione. Oggi l’obiettivo del campus a San Martino è più complesso da raggiungere. Senza dimenticare che si è persa una delle motivazioni di fondo perché il progetto originario era legato alla costituzione di un’università tutta comasca che diventasse motore di sviluppo culturale ed economico in grado di contribuire alla rinascita della città e di creare quel senso di appartenenza che è l’unico capace di fornire stimoli, motivazioni ed energie, soprattutto ai giovani, per il rilancio di una comunità». Se Casati ha dovuto rimettere nel cassetto il suo sogno del campus, ha invece vinto quella che definisce «la scommessa di una vita». A settembre la Società italiana di Fisica gli ha

infatti assegnato il premio Fermi 2008, prestigioso riconoscimento attribuito a chi ha particolarmente onorato la fisica italiana con le sue scoperte. «Molti anni or sono – ricorda il docente lariano - quando ho iniziato la mia attività di ricerca, un noto professore italiano mi chiese di che cosa mi interessavo. Si aspettava che gli parlassi di cose alla moda, tipo quark o buchi neri. Ho risposto, con un po’ di vergogna, che mi occupavo semplicemente di due equazioni differenziali accoppiate, non lineari. E ho visto la delusione sul suo volto. Per molti anni ho dovuto lavorare, quasi in isolamento, in quanto di caos deterministico a quei tempi non si occupava nessuno. Agli inizi degli anni Settanta sono andato prima negli Stati Uniti e poi in Siberia dagli unici due scienziati che allora facevano questi studi. Il Premio è stato per me come se avessi vinto una scommessa».

65


Il chiostro di Sant’Abbondio Sant’Abbondio Cloister

GIULIO CASATI

The Father of the University on the Lario The Insubria University is ten years old. Founded on 14th July 1998, it takes its name from an ancient Celtic people who used to live in the Alpine foothills in pre-Roman times, and revolves round the two main centres of Como and Varese. A new university was first envisaged however in the 70s. “In those days the world was changing and it was ever more evident that education and research were pivotal areas”, recalls the physicist Giulio Casati (nearly 66), one of the founding fathers of the Como university and Insubria Vice-Chancellor 1998 - 2001. “It was crucial for our area not to be left out in the cold; we had to prevent all the more highly-skilled advanced services’ sector activities from being concentrated in Milan, leaving Como involved in less skilled areas which might even become obsolete. Accordingly, in the early 70s plans were made to set up a university on the banks of the Lario”. But things didn’t go smoothly. “The project ran into oppostion on all fronts: the trade unions saw it as being anti-’blue collar’ and pro-’white collar’, the business community objected that it didn’t need graduates but skilled workers. Only towards the mid-80s was the climate to change: politicians and the business community realised that times had changed and that the services’ sector was growing rapidly. In 1986 the ‘Alessandro Volta’ Centre for Scientific Culture was given the assignment of drawing up plans for a university in Como. In a climate of general agreement and cooperation, the first degree courses in Physics, Chemistry and Engineering got under way in 1989”. The courses were initially held under the auspices of Milan’s University of Studies and Milan Polytechnic, but a fully-fledged autonomous university campus was envisaged including faculties of humanities, technology and science. “Unfortunately, a few years later things started to fall apart”, Professor Casati says ruefully, “and Como’s university was split in two; engineering decided to go its own way as part of Milan Polytechnic, which meant the de facto end of the original project. Thus the dream of an all-Comascan university was shelved; the remaining faculties of Science and Law lacking

66

the clout to warrant an independent institution of learning, joined into one university together with Varese”. This dichotomous set-up between Como and Varese – a leading local town hosting the chancellorship – has not led to a lowering of academic standards. Casati is adamant: “The quality is good; the Physics degree course for example is as good as at any other Lombard university. My colleagues are competent and trained to an international level; the teaching is good and students get thorough backup”. In the Lariano provincial capital the Insubria’s classrooms, offices and laboratories are spread over a dozen premises. Giulio Casati’s Como University project was carried forward with another dream: a university campus in the area of the former psychiatric hospital in San Martino, a green oasis not far from the town centre. Interminable discussions have so far not led to any concrete result. “I’ve always considered San Martino to be an ideal site”, confirms the Como physicist. “A Como University near Milan situated in this lovely area with its view of the lake, would have been one of Europe’s most beautiful campuses attracting high-quality lecturers and students. Apart from being an amazing opportunity to regenerate the town, there would also have been a spin-off for the whole region. Today the setting-up of a campus in San Martino has become more complex; without forgetting that

one of the basic incentives has gone, because the original scheme was tied up with the establishment of an all-Comascan University which would become a vehicle for cultural and economic development leading to the regeneration of the town and the creation of a sense of belonging, which is the only way to provide stimuli, motivation and energy (especially for young people) and give a community a new lease of life”. Casati may have had to shelve his dream of a campus, but he has on the other hand won what he calls ‘the gamble of a lifetime’. In September the Italian Physics Society in fact awarded him the 2008 Fermi Prize, the prestigious recognition of those whose discoveries have brought great honour to Italian physics. “Many years ago”, the Lariano professor recalls, “when I was beginning my research work, a renowned Italian professor asked me what area I was interested in, expecting me to mention trendy things like quarks or black holes. I replied – rather tongue in cheek – that I was simply concerned with two paired, non-linear differential equations; and I saw his face drop. For many years I was forced to work in virtual isolation – as nobody was studying deterministic chaos in those days. In the early 70s I went first to the USA and then to Siberia to see the only two scientists who were then conducting such studies. Getting the Prize was like winning a bet for me”.

67


TERRITORIO

Il rettore dell’Università dell’Insubria, Renzo Dionigi Renzo Dionigi, Insubria University Chancellor

I primi dieci anni dell’ateneo dell’Insubria

Parla il rettore RENZO DIONIGI:

«Numeri più che raddoppiati» «In dieci anni l’Università dell’Insubria ha conosciuto una crescita inarrestabile – sottolinea il rettore, Renzo Dionigi - Sono più che raddoppiati i corsi di laurea, gli iscritti, i professori, il personale. Una crescita vertiginosa, che adesso ci impone di consolidare tutto il lavoro fin qui svolto. Da ora in poi gli sforzi futuri saranno tesi a potenziare i servizi agli studenti, a realizzare residenze universitarie in tutte le nostre sedi, a incrementare il numero dei laboratori». Nell’ultimo anno accademico gli iscritti erano 9.600, di cui poco più di 3mila alle facoltà comasche di Economia, Giurisprudenza e Scienze matematiche, fisiche e naturali. «È un momento particolarmente difficile per l’intero sistema universitario italiano, soprattutto dal punto di vista economico – ricorda però il professor Dionigi – per questo ci stiamo attivando per reperire finanziamenti attraverso canali alternativi a quelli statali, come ad esempio le Fondazioni». Da sottolineare lo sforzo verso l’internazionalizzazione compiuto dall’ateneo nei primi 10 anni di vita. «L’Università dell’Insubria è passata da una dimensione a carattere loco-regionale a una dimensione internazionale – sottolinea il rettore – Sono sempre più numerosi gli studenti che provengono non soltanto da fuori provincia, ma anche dal resto dell’Italia e dall’estero, segno di una iniziativa didattica attraente e di elevata qualità. Sempre più fitti sono gli scambi di studenti e docenti nell’ambito di accordi internazionali con prestigiose istituzioni straniere quali, solo per citarne qualcuna, Harvard e le università della Cina».

68

The first ten years of the Insubria University

Says the Chancellor

RENZO DIONIGI:

“Numbers have more than doubled” “Over 10 years the Insubria University has undergone unabated growth”, stresses the chancellor Renzo Dionigi. “Degree courses, undergraduates, lecturers and staff have more than doubled: exponential growth now requiring us to consolidate all the work undertaken so far. From now on we shall strive to enhance student services, provide inhouse halls of residence and increase the number of laboratories”. Over the last academic year there were 9600 undergraduates, including just over 3000 in the Como faculties of Economics, Law and Science (Mathematics, Physics and Natural Sciences). “Italian university education is going through an especially difficult time, above all regarding financing”, Professor Dionigi reminds us. “Because of this we’ve been looking into alternative non-governmental sources of funding such as Foundations”. The university’s attempts to attain international status in its first 10 years of life should not be overlooked. “From being essentially local/regional the Insubria University has become international”, the Chancellor stresses. “More and more students come not only from outside our province but also from the rest of Italy and abroad, indicative of attractive and highquality educational standards. Increasingly more common are international student and lecturer exchange schemes with prestigious foreign institutions such as, to name a few, Harvard and universities in China”.

69








magic lake

Festeggia i 15 anni della Città dei Balocchi Cari Lettori,

Dear Readers,

è un numero speciale quello che chiude il quarto anno di Magic Lake, un’opera prima, dato che il Magic non era mai uscito quattro volte in un anno e non lo aveva mai fatto in dicembre. È speciale del resto anche la copertina del primo magazine di promozione del territorio lariano, non un personaggio famoso, così come è stato per gli altri undici numeri, ma un manifesto, quello dell’evento più importante del Natale a Como, la Città dei Balocchi. La kermesse organizzata dal Consorzio Como Turistica e che ha come principale sponsor gli Amici di Como, taglia il traguardo del quindicesimo anno. E lo taglia con un evento straordinario, il rinnovato entusiasmo di tutti i collaboratori e con tante novità per la felicità dei bambini, da scoprire giorno per giorno tra le vie e le piazze di Como. Tutti da scoprire anche i contenuti di questo numero di Magic, ricco di personaggi, di realtà e di proposte provenienti dal territorio. Se volete un consiglio, non perdetevi la seconda puntata del servizio su George Clooney, con tutte le foto in esclusiva dell’indimenticabile serata al “Menaggio & Cadenabbia” Golf Club. Non ci resta che augurarvi una buona lettura

the issue closing the fourth year of Magic Lake is a special one, a master piece, since Magic had never been published four times in a year and, any way, never in December. Special is also the cover of the first magazine promoting the Lake Como territory, not a VIP, just as it has been for the other even issues, but a poster, the one of the most important Christmas event in Como, i.e. Città dei Balocchi. The kermess organised by Consorzio Como Turistica and sponsored above all by Amici di Como, is crossing the finishing line of the 15th year. And it is crossing it with an extraordinary event, all collaborators’ enthusiasm and many novelties for the children’s happiness, which you can discover on the roads and squares in Como, day by day. The contents of this Magic issue, rich in characters, realities and proposals from the territory, are all to be discovered. We recommend you not to miss the second instalment of the report on George Clooney, with all the exclusive photos of the unforgettable evening at the ‘Menaggio & Cadenabbia’ Golf Club. All we have to do now is to wish you a nice reading.

Gli Editori Daniele Brunati Rosaria Casali

The Editors Daniele Brunati Rosaria Casali

Questo numero di “Magic” presenta anche un’altra novità, l’abbinamento con la rivista “People”, il magazine firmato Primatist, l’azienda nautica fondata dall’indimenticato Bruno Abbate

This edition of “Magic” presents yet another novelty, Magic is distributed combined with the magazine “People” signed Primatist, the nautical company founded by the unforgotten Bruno Abbate

MAGIC LAKE CELEBRATES THE FIFTEEN YEARS OF CITTÀ DEI BALOCCHI

EDITORIALE


® Registrazione Tribunale di Como Como Court Registration n. 19/2005 dell’11.05.2005 Stampa • Printed by Tecnografica s.r.l. - 22074 Lomazzo (CO)

Un’iniziativa editoriale di • An editorial initiative by TBM Service & C. Editore piazza Duomo 17 - 22100 Como Tel. 031.26.89.89 e-mail info@comosmagiclake.com

sommario summary

Patrocinata da • Sponsored by Regione Lombardia Provincia di Como Comune di Como Camera di Commercio di Como Sostenuta da • Supported by Amici di Como In collaborazione con • In collaboration with Consorzio Como Turistica Associazione Lariomonte Assessorato al Turismo Provincia di Como Assessorato al Turismo Comune di Como Cai Como, Touring Club Italiano Progetto editoriale • Research Editor Daniele Brunati Consulente editoriale • Publishing Adviser Giovanni Anzani, Rosaria Casali Direttore responsabile • Executive Manager Franco Bartolini Direttore editoriale • Editor-in-Chief Paolo Annoni Impaginazione • Paging Alfio Barindelli, Marianna Borrelli Testi • Research and Material Paolo Annoni, Cesare Baj, Andrea Bambace, Franco Bartolini, Laura Bernasconi, Roberta Brucato, Anna Campaniello, Emanuele Caso, Antonella Clemente, Elisabetta Comerio, Elisa Corti, Viviana Dalla Pria, Marcello Dubini, Daniela Giunco, Elena Massari, Massimo Moscardi, Samantha Panzeri, Alfredo Ratti, Erika Sala, Daniela Tanzi, Katia Trinca Colonel, Rallo Viaggi, BSI, Provincia di Como assessorati all’Ambiente e alla Formazione professionale, Nadia Baba, Enrica Lattanzi, Chiara Bernasconi, Sabina Napoli Pubblicità • Advertising Andrea Pedretti, Andrea Ferrari, Matteo Frigerio Traduzioni • Translations Jerry Edwards Revisione testi • Proof reading Carla Pomoni Foto • Photographic Material Sergio Baricci, Franco Bartolini, Francesco Corbetta, Banca BSI SA, Stefano Cotone, Roberto Crippa, Viviana Dalla Pria, Felice de Paoli, Massimo Moscardi, Carlo Pozzoni, Mattia Vacca, C.R.E.A. Provincia di Como, Autotecnica A&B, Porsche Como, Rallo Viaggi, Gruppo S.C.A., Joe Fly, Pietro Pezzati, Danilo Genovina, Tale&a, Drago Stevanovic, Archivio Corriere di Como, Rodacciai, Sea-Aeroporti Milano, Ambrosoli, Provincia di Como assessorati all’Ambiente e alla Formazione professionale, Camera Nazionale della Moda, Archivio Fondazione Gennari, Archivio I Legnanesi, Archivio Galleria Contini, Archivio Maurizio Camponovo, Archivio Luciano Roncoroni, Archivio Maria Luigia Faggian, Archivio Petazzi Costruzioni, Archivio CFP, Sabina Napoli, Andrea Butti Segreteria di redazione • Editorial Support Team Elena Massari Amministrazione • Administration Rosaria Casali piazza Duomo 17 22100 Como Tel. 031.268.989 e-mail tbmservice@tin.it WWW.COMOSMAGICLAKE.COM

16

42 54 In copertina: L’opera di Libico Maraja utilizzata per il manifesto della 15esima Città dei Balocchi In the photo cover: The work of Libico Maraja used for 15th Città dei Balocchi’s poster

È vietata la riproduzione parziale o totale del materiale senza l’esplicito consenso dell’editore perché protetti da Copyright © o dalla normativa sul diritto d’autore Is prohibited the total or partial reproduction of material without the direct consent from the publisher because protected by Copyright ©

68 70 96 100 114 118 120 124 136 30 86 126 131 162

TERRITORIO La Valle delle Sorgenti The fontains Valley

172

Associazione Palma. Gli angeli custodi per i malati terminali Palma Association. Guardian angels for the Terminally ill

108 194

I primi dieci anni dell’ateneo dell’Insubria The first ten years of the Insubria University Amici di Como tra impegni e appuntamenti Amici di Como between commitments and appointments Appunti di storia dell’arte History of Arts notes Castelli dal cielo Castles from the air I tre custodi del lago pulito The three wardens of the clean lake Programma P.A.R.I. e 411 P.A.R.I. and 411 programs Formazione professionale Professional Training Il CFP sul Lario è una realtà CFP is a reality on the Lake of Como Ambrosoli, da 85 anni la casa del miele Ambrosoli, the house of honey for 85 years EVENTI Presepe Nostro a Caslino d’Erba Presepe Nostro at Caslino d’Erba George e gli Amici George and Amici Gualtiero Marchesi ospite d’onore al Cfp Gualtiero Marchesi guest of honor at Cfp Como ha acceso la creatività Como has inflamed Creativity Sessant’anni di risate con i Legnanesi Sixty years of Laughs with the Legnanesi

60 113 121 123 128 149 191 24

L’Italiano in piazza Italian in the Square ITINERARI Usa e Caraibi, la sintesi dei nostri tempi The Usa and Caribs, a mix representing our times Nel cuore dei Monti Lariani In the hearth of Lariani Mountains ADVERTISING Igor Mitoraj Bianconero Igor Mitoraj Bianconero Autotecnica A&B Autotecnica A&B Petazzi Costruzioni, un’impresa di successo Petazzi Costruzioni, a successful company

154 158 164 168 176 196

Ricordando Luciano Roncoroni Remembering Luciano Roncoroni Mascalcìa Fusetti Fusetti Farries Roberto Savioli, spirito da… campione Roberto Savioli, the spirit of a… Champion Stefano Cotone, un click che nasce dall’anima Stefano Cotone, a click from deep within the soul Maurizio Camponovo, 60 giorni in tenda nel deserto Maurizio Camponovo, 60 days in a tent in the desert Maria Luigia Faggian, l’architetto del verde Maria Luigia Faggian, the architect of green

106

ARTE Banca BSI SA e collezione Peggy Guggenheim BSI SA Bank and Peggy Guggenheim collection

Malpensa Airport brinda con Magistravini Malpensa Airport toasts with Magistravini

180

SPORT Una “Italia” lariana alla Luis Vuitton Cup A Lariano ‘Italia’ at Luis Vuitton Cup

Forza interiore alla quarta Inner Strenght in Fourth

184 188 192

La ristrutturazione di Villa Giuseppina a Griante The restoration of Villa Giuseppina at Griante

Comocuore e Gruppo S.C.A. Comocuore and Gruppo S.C.A. PEOPLE Monsignor Maggiolini noi lo ricordiamo così... Monsignor Maggiolini we remember him in this way..

48 62 142

Mario Boselli, un imprenditore prestato alla moda Mario Boselli, a Businessman on loan to fashion

146 150

Sergio Pozzi, 50 idee per l’abitare contemporaneo Sergio Pozzi, 50 ideas for contemporary living

Giulio Casati, il padre dell’Università sul Lario Giulio Casati, the Father of the Università on the Lario Maurizio Giunco, quando i cittadini fanno la Tv! Maurizio Giunco, when tv is run by the Citizens themselves

Tiziano Testori, implantologia made in Como Tiziano Testori, Implantology Made in Como

198 200 202 204 208

Ngc Medical va a canestro con Cantù Ngc Medical plays basket with Cantù Un Rally Aci Como targato Magic Lake An Aci Como Rally with the Magic Lake plates Gianluca Roda, uno splendido argento europeo Gianluca Roda, a glorious European silver FOOD AND DRINK L’ospitalità passione di famiglia Hospitality is a family passion Osteria del Pomiroeu, una questione di gusto Osteria del Pomiroeu, a question of taste Armilla cucina creativa Armilla creative cousine A tavola con Alfredo Ratt: il “Boeuf mode” Dining with Alfredo Ratti: “Boeuf mode” Club l’Alchimista, atmosfera magica a Lurate Caccivio Club l’Alchimista, Magic atmosphere at Lurate Caccivio

17





PEOPLE

Monsignor Alessandro Maggiolini

Noi lo RICORDIAMO così...

Da sinistra, in senso orario, il presidente Roberto Formigoni, il vescovo Diego Coletti, monsignor Giovanni Bataloni e monsignor Enrico Bedetti Left to right, clockwise, the President Roberto Formigoni, Bishop Diego Coletti, Monsignor Giovanni Bataloni and Monsignor Enrico Bedetti

Monsignor Alessandro Maggiolini We remember him in this way... Alle 22.13 di martedì 11 novembre è morto nella sua camera dell’ospedale Valduce il Vescovo Emerito di Como, Alessandro Maggiolini. Era ricoverato da poco più di un mese e da alcuni anni stava sottoponendosi a pesanti cure per via di un male incurabile. Nato a Bareggio (Milano) il 15 luglio 1931, ordinato sacerdote il 26 giugno 1955, Maggiolini è stato docente di Filosofia nei seminari ambrosiani e di Introduzione alla Teologia all’Università Cattolica, assistente diocesano degli universitari cattolici, vicario episcopale per le Università di Milano e vescovo di Carpi e quindi di Como dal 1989 al 2006. È stato l’unico vescovo italiano nel comitato di redazione del Catechismo della Chiesa cattolica e ha collaborato con vari quotidiani naziona-

24

li. Le spoglie di Maggiolini riposeranno nel Duomo di Como accanto all’altare dell’Assunta, Virgo Potens, dopo le necessarie opere edili di preparazione. Anche “Magic Lake”, “Tbm Service Editore” con l’associzione “Amici di Como” vogliono rendere onore a questa grande figura della Chiesa e ha chiesto ad alcune personalità di tracciarne un ricordo.

At 22:13 on Tuesday 11 November, Bishop Emeritus of Como, Alessandro Maggiolini died in his room at Valduce Hospital. He had been in the hospital just over a month, and was under intensive care for some years for an incurable illness. Born in Bareggio (Milan) on 15 July 1931, and ordained priest on 26 June

1955, Maggiolini was a Professor of Philosophy in the Ambrosian seminaries, of Introduction to Theology at the Catholic University and he was the Assistant Diocesan of the Catholic Universities. Episcopal Vicar for the University of Milan, Bishop of Carpi and then Como from 1989 to 2006. He was the only Italian bishop on the Editorial Committee for Catechism in the Catholic Church and has worked with several national newspapers. Maggiolini’s remains will rest in the Cathedral of Como next to the altar of the Assumption, Virgo Potens after the necessary building preparations. Magic Lake, Tbm Service Editore with the association Amici di Como would also like to honour this great Church figure and has asked to sketch some memories of this great personality.


Da sinistra, Arnolfo Fierli, il senatore Gianfranco Aliverti e Luciano Roncoroni Left to right, Arnolfo Fierli, Senator Gianfranco Aliverti and Luciano Roncoroni nostro territorio. Il suo lavoro era anche il suo hobby. A dicembre, era solito organizzare una vera e propria mostra all’interno di casa nostra. Amava talmente tanto i colori che lui stesso li creava inventando tonalità e sfumature sempre nuove e dipingendo con tecniche differenti: sanguigna, carboncino, pastello, tempere, olio su differenti supporti». Maria Giulia vive ancora nell’abitazione di via Cecilio, la galleria di Luciano non c’è più ma, a ricordare la presenza viva e sfavillante di questo impressionista, ci sono ancora oltre 300 preziose opere.

REMEMBERING

LUCIANO RONCORONI An impressionist who’s still CONTEMPORARY He loved to paint all hours of the day; he had a good photographic memory. He would observe a face, a landscape, a theme and was able in no time to recreate it on canvas. He used to be defined by art critics as a ‘Mnemonic Impressionist’. He was optimistic and knew how to glean and appreciate the more simple things in life. That’s how Maria Giulia Gueglio remembers her husband the painter Luciano Ron-

156

coroni (1913-1993), and through her account and testimony as a wife we shall be retracing Roncoroni’s activities by dusting down some never-to-be-forgotten pictures, paintings and other works. Roncoroni was an impressionist and his pictures are an explosion of light and colour. His family was pivotal to him not only in real life but also for purposes of depiction. His paintings are chunks of everyday life, moments which would still be relevant today: youth, men playing cards, a bonfire in a square, a stroll through the gardens near our lake, a group of fisher folk and many evocative parts of Como are just some examples. Luciano worked in his studio/gallery cum home in Via Cecilio in Como, was a member of Rome’s Tiberina Academy, the Italian Academy and the International Academy Burckhardt Akademie in St. Gallen, Switzerland. His artistic journey is peppered with a long series of exhibitions at home and abroad: America, Switzerland and Germany. Getting back to his painting, one particular feature stands out: the figures, the faceless characters in Roncoroni’s works, possess and seek to impart a universal quality which surpasses individuality and mere appearance. His women are always slim, wearing dresses that would be the envy of present-day stylists. In the early 70s Luciano began silhouetting figures against the light, who rise up out of a luminous aura. And once more from Maria Giulia’s account transpires Luciano’s nice gentle personality. “He was incapable”, explains his wife, “of depicting the negative side of life. His was a world

of simple things: friends, the family – I was often his muse; he also used to write poems in dialect dedicated to our area. His work was his hobby as well; every December he would organise a full-blown exhibition in our house and set up a fully-fledged art gallery. He loved colours so much that he would invent ever-new hues and shades himself by painting with different techniques: sanguine, charcoal, crayon, tempera and oil on various mountings”. Maria Giulia still lives in their house in Via Cecilio; Luciano’s gallery has gone but the impressionist’s vibrant presence still lives on in over 300 precious works of art.

157


Mascalcìa Fusetti Da cinque generazioni i migliori purosangue del mondo calzano i loro ferri di Katia Trinca Colonel foto Mattia Vacca

Cinque generazioni di maniscalchi comaschi hanno “fatto le scarpe” ai migliori purosangue del mondo: Varenne, che ha entusiasmato milioni di appassionati di equitazione, Ambassador, cavalcato dal pluridecorato, nonché Oro olimpico, Graziano Mancinelli, i fuoriclasse del Palio di Siena e i migliori cavalli della Federazione italiana di equitazione. Tutti hanno utilizzato o utilizzano le “scarpe” della “Mascalcìa Fusetti” di Turate, una famiglia di artigiani che dal 1901 - quando Giuseppe Fusetti in un cortile del paese iniziò l’attività con mantice, ferri e martello - dettano legge sul mercato internazionale della produzione di ferri di cavallo. A continuare la tradizione è stato Angelo Mario, figlio di Giuseppe, che con sacrifici e passione ha portato avanti la Mascalcìa Fusetti fino al dopoguerra. Il nipote Angelo Lino ne ha raccolto l’eredità traghettando l’azienda nel terzo millennio. Oggi l’impresa è leader in Italia. I ferri di cavallo targati Fusetti vengono esportati infatti in tutto il mondo. Non c’è tipologia di gara o specialità che Fusetti non soddisfi. Ci sono i ferri da sella, le “racchette” per le andature più impegnative o ancora le cosiddette “pianelle” per il salto

158

a ostacoli; i ferri per trotto, galoppo, corsa, polo, quarter horses (gli esemplari americani per le discipline western e i lavori da mandriano), salto a ostacoli, dressage, fino al ferro brevettato da Angelo per l’endurance, la maratona che si tiene su 180 chilometri. «Non si trovavano ferri che reggessero per tutta la durata della corsa - ricorda divertito Angelo - avevo nel cassetto un prototipo che poteva fare al caso e decido di sperimentarlo. Si trattava di un ferro leggerissimo e nello stesso tempo super-resistente. È stato un successo». Alla fiera di Dubai si scatenano i compratori e i cavalli da endurance possono terminare in tranquillità la maratona mentre l’azienda di Fusetti - balzata agli onori nel 1968 quando Angelo e il padre con maglio e incudine forgiarono i ferri per le discipline di equitazione alle Olimpiadi di Città del Messico - acquista ancora più visibilità e prestigio a livello internazionale. Il segreto sta proprio nella perfetta adattabilità (gli zoccoli del cavallo sono come i piedi delle persone, ciascuno ha il suo numero) e nella leggerezza. Ferro e alluminio sono le materie prime che i macchinari, anch’essi di produzione lom-

159


PEOPLE barda, forgiano al millimetro. Nella azienda di Turate lavorano otto operai, compreso il nipote (la quinta generazione) e migliaia di ferri stanno impilati in attesa di essere spediti in America, Arabia Saudita e in tutta Europa. Ma la Mascalcìa Fusetti è anche al passo con i tempi della globalizzazione. Lo scorso luglio, infatti, Enea, il figlio di Angelo, ha avviato una joint venture con una fabbrica a Coimbatore, in Tamil Nadu, nel sud dell’India. «Non è stato facile – ha raccontato Enea Fusetti – la burocrazia e i problemi logistici non sono indifferenti ma i giovani indiani del luo-

Fusetti Farriers For five generations the best thoroughbreds in the world have worn their horseshoes Five generations of Como farriers have ‘shoed’ the world’s best thoroughbreds: Varenne has enthralled millions of equitation fans; Ambassador, ridden by the highly acclaimed (and Olympic) champion Graziano Mancinelli; the stars of the Palio di Siena and the top horses of the Italian Equitation Federation. All of them have used or are using ‘shoes’ from ‘Mascalcia Fusetti’ in Turate, a family of artisans who since 1901 (when Giuseppe Fusetti began working with bellows, horseshoe bats and hammers in a courtyard in the town) have set an unbeatable international standard for horseshoe production. The tradition was carried on by Giuseppe’s son Angelo Mario whose passionate commitment and sacrifice took Fusetti Farriers forward after the War. The grandson Angelo Lino was then handed down the business which he’s taking

160

go hanno dimostrato una passione e un’attenzione incredibili. Per me è stata immensa la soddisfazione nell’insegnare un mestiere partendo praticamente da zero». Chissà che anche qualche giovane italiano non pensi a recuperare un sapere così antico e affascinante. UNA CURIOSITÀ La parola mascalcìa deriva infatti da «ma rah» (in inglese, giumenta) e «scalc» ministro (dalla radice «shall», dovere, responsabilità) e sta a indicare il ministro di scuderia, ovvero colui che si prende cura dei cavalli.

into the third millennium. It’s now leading the field in Italy; Fusetti horseshoes are exported all over the world. Fusetti can cater for all sorts of events: there are basic riding shoes, studded or cleated racing-plates for more demanding rides, and wide-web caulked shoes ( the so-called ‘slippers’) for fence jumping; shoes for trotting, galloping, racing, polo, quarter horses (American types for rodeos etc. and cattle droving), fence jumping and dressage; then there’s Angelo’s own patented shoe for the ‘endurance’, a 180km marathon. “You couldn’t get hold of shoes to last out the whole race”, Angelo recalls with some amusement. “I’d got a prototype in a drawer that might fit the bill so I decided to try it. It was a microlight horseshoe which was also very hard wearing. It was a success”. At Dubai Fair buyers freaked out and the endurance horses finished the marathon in their stride, while Fusetti’s firm – which hit the headlines in 1968 when Angelo and his father used their hammer and anvil to forge the shoes for the equestrian events at the Mexico City Olympics – got even more international exposure and prestige. The secret of their success lies in perfect fitting (horseshoes are like people’s shoes – everyone’s

Nella pagina precedente e sotto, Angelo Fusetti e i suoi ferri di cavallo On the previous page and below, Angelo Fusetti and his horseshoes

got a different size) and in the shoes’ lightness. Iron and aluminium are the raw materials that the machines (also Made in Lombardy) forge to the millimetre. Eight blacksmiths work in the Turate firm, including the grandson (5th generation) and thousands of shoes are stacked up waiting to be dispatched to America, Saudi Arabia and all over Europe. But Fusetti Farriers are in step with globalisation times as well; in fact Angelo’s son Enea set up a joint venture with a factory in Coimbatore in Tamil Nadu in Southern India. “It was uphill all the way”, recounts Enea Fusetti. “We were hindered by red tape and logistical problems, but the young Indians there were so enthusiastic and willing to learn; I found it immensely satisfying to teach a trade virtually from scratch”. Maybe some young Italians too might consider reviving this ancient yet engrossing craft. A CURIOUS FACT The word ‘mascalcia’ is derived from ‘ma rah’ (in English mare) and ‘scalc’ minister (stemming from ‘shall’ – duty, responsibility), and indicates the master of the stable, i.e. the one who looks after the horses.


EVENTI

Sessant’anni di risate con I LEGNANESI Teresa, Mabilia e Giovanni portano sul palco il “The Best of” di Elisabetta Comerio

Grazie ad Amici di Como i Legnanesi vi danno appuntamento il 29 e 30 aprile 2009 al Teatro Sociale di Como Thanks to Amici di Como the Legnanesi will stage at Como’s Teatro Sociale 29th and 30th April 2009 È l’8 dicembre 1949: Teresa, Mabilia e Giovanni fanno per la prima volta il loro ingresso su un palcoscenico. Questo significa 60 anni di storia, 60 anni di risate, 60 anni di spettatori che assistono e hanno assistito a uno spettacolo davvero unico, che parla di noi, come noi. La compagnia “I Legnanesi”, fondata da Felice Musazzi, nel 2009 festeggerà un importante compleanno, un anniversario che le rende onore e che è la prova di un successo mai svanito, di una capacità non comune di attirare il pubblico nei teatri. Protagonista indiscussa sul palcoscenico la classica famiglia lombarda, i Colombo, oggi interpretata dai bravissimi Antonio Provasio, Enrico Dalceri e Luigi Campisi, raccontata nella propria quotidianità, dove gioie e amarezze si alternano, creando momenti di sincera ilarità, come momenti di intensa riflessione. Caratteristica irrinunciabile il nostro dialetto, idioma utilizzato per narrare vicende e vicissitudini a noi familiari, legate all’attualità da un filo invisibile, con l’analisi di problemi di ieri e di oggi. Un cast tutto al maschile veste anche i panni di donne svampite e “fatali”, sul palco si indossano abiti sfarzosi e variopinti, si alternano monologhi, dialoghi, momenti corali e divertenti siparietti musicali. In occasione del loro 60esimo anniversario, “I

162

Legnanesi” porteranno sul palco il “The Best of”, ripercorrendo la storia della compagnia in uno spettacolo che riproporrà le scene che in questi anni l’hanno resa tanto unica e indimenticabile. Giù le luci… su il sipario… la Teresa, la Mabilia e il Giovanni stanno per entrare in scena, accompagnati da un fragoroso applauso. I festeggiamenti per i 60 anni dei Legnanesi, in una grande rivista, possono avere inizio.

Sixty years of Laughs with the LEGNANESI Teresa, Mabilia and Giovanni are staging ‘The best of’ It’s 8th December 1949: Teresa, Mabilia and Giovanni make their first appearance on stage. That means 60 years of history, laughs and audiences who have seen – and still see – a really unique show which talks about us just as we would ouselves. In 2009 the Company ‘I Legnanesi’ founded by

Felice Musazzi will be celebrating an important birthday, an anniversary in its honour which is the living proof of its lasting success and that rare gift of being able to fill theatres with people. Undisputed stage stars are that classic Lombard family the Colombos, currently being played by those great actors Antonio Provasio, Enrico Dalceri and Luigi Campisi; their dayto-day lives of alternating joy and acrimony are recounted producing both moments of hilarity and those of profound reflection. One essential ingredient is our dialect, the idiom used to narrate events and vicissitudes we are familiar with, subtly tied up with topicality via an analysis of past and present problems. The all-male cast also dress up as scatterbrained or fatale women who wear showy, multi-coloured clothes on stage as they perform a mix of monologues, dialogues, group sketches and entertaining entr’actes. To mark their 60th anniversary, I Legnanesi are staging ‘The best of’ as they look back at the company’s history in a show re-enacting the sketches that have made them unique and unforgettable over the years. Dim the lights... raise the curtain... Teresa, Mabilia and Giovanni are about to make their entrance to thunderous applause. Let the celebrations for the Legnanesi’s grand 60th birthday revue commence!

163


PEOPLE

ROBERTO SAVIOLI

Spirito da… CAMPIONE di Daniela Tanzi foto Roberto Crippa

164

165


Sotto, Roberto Savioli con l’elica di un motoscafo

Sotto, Savioli nel suo frutteto e con le sue grappe

Below, Roberto Savioli with the propeller of a motorboat

Below, Savioli into his orchard and with his Grappas

Ama descriversi con tre aggettivi: determinato, leale e disponibile. E proprio da questi tre aggettivi si snoda l’incontro con Roberto Savioli, classe 1946, atleta polivalente, pluricampione mondiale di motonautica (198687) nella classe entrobordo corsa da 2.000 cc. e detentore di 7 record mondiali di velocità a tutt’oggi imbattuti, scrittore e “realizzatore” di grappe. In un giorno di fine estate, Roberto e la moglie Daniela ci attendono nella loro villa a Cavallasca. Villa che con i suoi 5.000 metri quadrati di giardino e un design interno ricercato potrebbe benissimo far invidia a un set cinematografico hollywoodiano. «Abbiamo solo cercato di realizzare una casa accogliente - spiega Roberto - e devo riconoscere che il merito è soprattutto di mia moglie Daniela, una donna meravigliosamente semplice». Ecco, con una battuta, Roberto si è già accollato un aggettivo. È leale senza dubbio. Per una curiosa, se vogliamo bizzarra coincidenza, nel giardino di villa Savioli i nomi di Roberto e Daniela sono moltiplicati per due. Il dubbio è presto risolto: il nome di chi scrive è il medesimo della moglie di Roberto, mentre “l’altro” Roberto è il fotografo che cattura le immagini per questo servizio.

166

Una simpatica confusione che mette subito allegria. Una “dependance” fa capolino all’estremità del giardino. Mi sbaglio. Ci avviciniamo e scopriamo l’angolo dei ricordi. Lo stesso Roberto, con gli occhi lucidi, spiega. «In questo “museo” c’è la mia vita sportiva: la monoposto Formula 850 della Bwa, il mio catamarano costruito da Renato Molinari, equipaggiato con motore Mercury da 380 cavalli con il quale vinsi il secondo titolo mondiale nel 1987, le mie tute da corsa, le mie eliche, i caschi. Mi piace ogni tanto “respirare” l’aria di una volta». Savioli non è solo un campione mondiale di Motonautica ma un atleta versatile: nuoto, subacquea, calcio, sci, baseball (in serie A con il Lodi B.C.), tennis, rafting, paracadutismo. Il gioco degli aggettivi continua. È sicuramente determinato. Dal gennaio 2006 Roberto è addetto stampa e PR dell’Amova (Associazione medaglie d’oro al valore atletico), ente benemerito di interesse sportivo riconosciuto dal Coni. Conta, tra i suoi 750 iscritti, atleti di tutte le specialità sportive purché siano vincitori di Giochi Olimpici, campioni mondiali o primatisti mondiali. Roberto, è

un vulcano di idee. Ci mostra perfino come si “fa” una grappa e sottolinea: «Non sono mai stato un bevitore, ma mi sono sempre considerato un degustatore, mi piace assaporare un alcolico, sentirne i profumi. La grappa è il risultato della distillazione della vinaccia, cioè di quello che rimane dopo la spremitura dell’uva per produrre vino. Tutti gli altri prodotti superalcolici non possono, in realtà, essere chiamate grappe, bensì distillati. Io mi sono divertito a fare delle piccole distillazioni, per uso personale e conviviale, utilizzando tutti i tipi di frutta che raccolgo nel mio giardino. Ho creato così – sottolinea Savioli – il distillato di cachi, di fichi, di kumquat, di kiwi, oltre naturalmente a quelli più noti come il distillato di pere, di ciliegie (kirsch), di uva, di mele e di prugne (slivovitza)». Dallo sport siamo passati alle grappe ma, siamo ancora consapevolmente lucidi per poter degustare un bicchierino che lo stesso Roberto ci offre, il suo preferito, quello d’uva: delizioso. L’incontro con un grande personaggio sportivo termina qui. E anche qui si conclude la prova degli aggettivi. Ne è rimasto solo uno: disponibile. Inutile negare l’evidenza.

ROBERTO SAVIOLI

The Spirit of a... Champion He loves to describe himself with three adjectives: determined, loyal and approachable. And these three words sum up our meeting with Roberto Savioli: this all-round athlete born in 1946, world speedboat racing champion many times over (1986/87) in the 2000 cc inboard racing class and holder – to this very day – of 7 world speed records, writer and ‘realizer’ of grappas. On a late summer’s day Roberto and his wife Daniela are waiting for us at their Cavallasca villa – which with its 5000 squaremetre garden and refined interior design would not be out of place as a Hollywood film set. “We’ve just tried to make the place cosy,” Roberto explains. “And I have to admit that most of the merit goes to my wife Daniela – who is simplicity itself”. With one phrase Roberto has already acquired an adjective: he’s definitely loyal. By a curious

albeit bizarre coincidence the names Roberto and Daniela have been duplicated in the garden of Villa Savioli. But the mix-up is shortlived: the author of this article has the same name as Roberto’s wife, whereas the ‘other’ Roberto is its photographer. A nice little mix-up which straight away breaks the ice. An ‘annexe’ appears to peep out at the end of garden, but I am wrong. Closer examination reveals memory corner. With tears in his eyes Roberto himself explains: “This ‘museum’ contains my life as a sportsman: my BWA Formula 850 one-seater, my catamaran built by Renato Molinari with its 380 HP Mercury motor which won me my second world title in 1987, my racesuits, my propellers, my helmets. Every so often I love to ‘breathe in’ the atmosphere of the old days.” But Savioli isn’t just a World Speedboat Racing Champion, he’s an all-round sportsman: swimming, scuba diving, football, skiing, baseball (in Division A with Lodi B.C.), tennis, rafting and parachuting. The adjectives’ game goes on; he’s definitely determined. Since January 2006 Roberto has been Amova’s press and public relations manager (Gold Medals’ Association for Athletic Values), a laudable sporting interests’ trust recognised by Coni. Its 750 members

include sportsmen and women who have been Olympic Winners, World Champions or World Record Holders. Roberto erupts ideas like a volcano. He even shows us how to ‘make’ grappa but stresses: “I’ve never been a drinker, but I’ve always looked upon myself as a connoisseur; I enjoy tasting alcoholic drinks and savouring their aroma. Grappa comes from the distillation of the marc, i.e. the pulp remaining after grapes are crushed to produce wine. Strictly speaking all other spirits aren’t grappas but distillates. Personally, I’ve had fun distilling small quantities of things for my own consumption or to have with friends using all kinds of fruit from my garden. So I’ve produced”, Savioli enthuses, “distillates from kaki, figs and kumquats, in addition of course to more common distillates such as those from pears, cherries (kirsch), grapes, apples and plums (slivovica)”. Grappa has taken over from sport, but we’re still consciously sober enough to taste a wee dram of Roberto’s favourite (offered by the man himself) from the fruit of the vine: delicious! Our meeting with this great sportsman ends here – as does the adjectives’ test. There’s just one left: approachable. Seeing is believing.

167


STEFANO COTONE

Un click che nasce dall’ANIMA

di Daniela Tanzi

Sopra, Stefano Cotone (foto Roberto Crippa) Above, Stefano Cotone (photo by Roberto Crippa)

168

169


PEOPLE Nella pagina precedente e sotto, alcuni scatti di Stefano Cotone in Cambogia: Bambina a Cheung Ek, campo di sterminio di Phnom Penh; Palafitte sul Tonlè Sap a Kampong Plug e in viaggio verso il mercato nel Nord Ovest della Cambogia

Si respira aria di viaggi da Stefano Cotone, fotografo e scrittore. Un’aria fatta di Paesi lontani, culture, ricordi e momenti di vita “vissuta”. Stefano ci accoglie nel suo “rifugio” nel centro storico di Como, e tra una chiacchierata e l’altra scopriamo un uomo capace di trasportarti con racconti e aneddoti a chilometri di distanza, dall’Estremo Oriente all’America latina. Cotone nasce in Sicilia. Laureato in scienze, viaggiatore di professione e fotografo per scelta, è appassionato di ecologia umana e innamorato delle “persone”. Gira per il mondo dalla fine degli anni Sessanta. Ha pubblicato diversi libri fotografici. La sua ultima fatica letteraria si intitola: “Il cuore in Indocina”. Stefano, lei ha viaggiato in lungo e in largo, ma cosa ama catturare con la sua macchina fotografica? «I momenti veri, la vita di ogni giorno, uno

170

sguardo, un bimbo che riposa tranquillo su un’amaca di fortuna, oppure dettagli, come un reticolato di fili della corrente in una strada trafficata in Estremo Oriente. Amo la gente, la cultura in generale. A volte capita di passare un’intera giornata senza riuscire a fotografare nulla. Non è pigrizia, semplicemente in quel momento non “sento” la foto. Uno scatto ha origine soprattutto dall’anima, dal cuore, dalla testa. Il passaggio del dito sul pulsante dell’otturatore è solo l’ultimo dettaglio di un’esperienza completa». Sono innumerevoli gli aneddoti che racconta, più o meno curiosi. «Ricordo ancora quella volta al Passo di Kyber, tra Afghanistan e Pakistan, una burocrazia assurda che poteva durare anche otto ore utilizzate, per la gran parte, a scrivere e ricopiare, su carta poco più che da macero, le mie generalità e quelle dei miei parenti più prossimi. Oppure in Bangladesh dove era appena

finita la rivoluzione e al mattino ho scoperto di aver dormito sopra un arsenale». Piano piano, grazie a Stefano Cotone, stiamo entrando anche noi nella dimensione di un viaggio reale. «Viaggiare è il modo per sapere come sono fatti gli altri – puntualizza Cotone – la loro vita, le loro difficoltà, gioie e dolori, si impara a vivere la diversità come un dono piuttosto che come un pericolo». Il discorso passa sui rimpianti e sui rimorsi. «Credo di avere un po’ dell’uno e un po’ dell’altro – spiega – tuttavia sono convinto, cinicamente, che è meglio avere più rimorsi che rimpianti». Prima di salutarci ho una curiosità personale. Chiedo cosa non manca mai nella sua valigia, oltre naturalmente alla macchina fotografica. Mi guarda sorridendo con malizia e sussurra: «I tappi per le orecchie, da fornire al mio compagno o compagna di viaggio nelle notti in cui russo».

On the previous page and below, some Stefano Cottone photos in Cambodia: Little girl in Cheung Ek, extermination camp of Phnom Penh, Palafitte on the Tonle Sap in Kampong Plug and traveling to the market in the west of Cambodia

Stefano Cotone A Click from deep within the Soul The air photographer and writer Stefano Cotone breathes reeks of travel, of far-off lands, cultures, memories and slices of life really ‘lived’. Stefano welcomes us into his ‘pad’ in Como’s historic centre, and during our chats we discover a man whose yarns and anecdotes can take you thousands of kilometers away, from the Far East to Latin America. Cotone was born in Sicily; with a science degree, a traveller by profession and a photographer by choice, he has a passion for human ecology and is in love with ‘people’; he’s been going round the world since the late 70s; he has published various photographic books; his most recent literary effort is entitled:

‘The Heart in Indochina’. Stefano, you’ve been all over the place; what do enjoy immortalizing with your camera? “Real moments, everyday life, a glance, a child resting peacefully on a knocked-up hammock – or details , like a network of electric cables in busy street in the Far East. I love people and culture in general. Sometimes a day goes by without managing to photograph anything. It’s not laziness; it’s just that at that moment I’m not getting photo ‘vibrations’. A shot is the brainchild of the soul, the heart and the head. Your finger moving onto the shutter button is just the last detail”. He has a large collection of more or less curious anecdotes. “I can still remember that time on the Kyber Pass between Afghanistan and Pakistan, and all the ridiculous red tape which might even have taken eight hours mostly spent writing and recopying my particulars and those of my

next of kin on basically what was waste paper; or else in Bangladesh just after a revolution when I found out in the morning that I’d been sleeping on top of an arms cache”. Gradually, thanks to Stefano, we too are entering a real journey dimension. “Travelling is the best way to get to know other people”, clarifies Stefano, “their lives, their problems, their joy and their sorrow – you learn to live diversity as a blessing rather than as a risk. The conversation touches on regret and remorse. “I think I’ve had my share of both”, he explains. “Anyway the cynic in me convinces me that remorse is better than regret”. Before saying goodbye there’s something I’d like to know: I ask him what is an absolute ‘must’ in his baggage apart (naturally) from his camera. Looking at me with a wicked smile he whispers: “Earplugs for my travelling companions for when I snore!”

171


EVENTI

“L’Italiano in Piazza” è stato il tema dell’Ottava edizione della Settimana della Lingua italiana nel mondo, promossa dal ministero degli Affari Esteri e dall’Accademia della Crusca, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica italiana. L’associazione Carlo Cattaneo ha coinvolto per l’evento l’associazione Tepsi e il Club dell’Amicizia 247. Sono state proiettate immagini di piazze di Como e di Lugano in un percorso culturale di poesie e di racconti che parte dalle origini dialettali fino ad arrivare ai classici del Novecento.

L’Italiano in piazza Due nazioni, una lingua, un dialetto

di Daniela Giunco foto di Drago Stevanovic

172

“Le genti del bel paese dove il sì suona”: per riferirsi agli italiani in un’epoca in cui l’Italia era ancora un concetto lontano, Dante Alighieri usa questa espressione. Il “sì suona”, dice Dante, e vuole significare che ogni lingua è innanzi tutto una lingua parlata e come tale soggetta, nel tempo, nello spazio, nella società a importanti cambiamenti. Anche le nostre piazze sono cambiate, restando se stesse. Nelle piazze si intrecciano la lingua e il dialetto. Nelle piazze leggiamo le tracce di quello che siamo stati, così come la lingua italiana conserva la memoria degli antichi vocaboli… L’italiano dell’età della globalizzazione, asse-

diato da decine e decine di parole straniere, sembra per un verso ancora vivere nei campi, nelle piazze dei paesi. La civiltà contadina sepolta resiste, sopravvive tenace nelle frasi idiomatiche d’uso più comune. Continuiamo, per esempio, a «cercare l’ago nel pagliaio» (anche se di pagliai non c’è più ombra nelle nostre campagne) e ad «essere dritti come fusi», anche se non si fila più a mano. Carri e buoi sono ormai ricordo, ma ancora si «ungono le ruote», si è «l’ultima ruota del carro», si «mette il carro davanti ai buoi», si va a «chiudere la stalla dopo che i buoi sono scappati». E... si «piange come un vitello», si «scrive come una gallina», c’è chi ben «conosce i propri polli», chi «alza la cresta», c’è la mamma che «fa la chioccia», c’è chi è «un pulcino bagnato». Ma è nei nostri dialetti che ritroviamo le vere sonorità della terra. Il dialetto è la forma espressiva più legata alla materia, alle cose, alla concretezza della vita… Quando leggo nella bella poesia di Gisella Azzi (Ul finestroo) che… i ca in pien de crepp e de smacc, de mufa, de pucundria, de voja de crudà, me le vedo davanti quelle case di un vicolo di Como e mi sembra di poterle toc-

173


care, di sentirne l’odore: il crepitio dei suoni aspri, le doppie gutturali sono le crepe dei muri, il lungo lugubre suono delle vocale u è quel senso di opprimente tristezza che ti assale. O ancora il sentimento d’amore per la propria città che si effonde in quella esclamazione: Se l’era bell ul laagh… in cui l’allargarsi della sonorità della vocale “a” di laagh sembra voler segnare l’ infinitezza dell’abbraccio amoroso di Gisella per i suoi luoghi, ed in quell’abbraccio il lettore, anche quello non comasco si ritrova, perché esprime l’amore che ciascuno prova per la sua terra”. È proprio vero: se la lingua italiana ci accomuna, l’uso del dialetto ci restituisce quel meraviglioso insieme di sensazioni che hanno la freschezza del vissuto quotidiano.

174

ASSOCIAZIONE CARLO CATTANEO

ASSOCIATION CARLO CATTANEO

Un ponte culturale tra Svizzera e Italia

A Cultural Bridge between Switzerland and Italy

Lo scopo dell’Associazione Carlo Cattaneo, sodalizio di diritto elvetico che ha sede a Lugano, è quello di promuovere le relazioni culturali fra Svizzera e Italia nell’ambito letterario, artistico, sociale, economico, commerciale e politico, offrendo al pubblico conferenze, incontri, dibattiti, pubblicazioni, e contribuendo all’organizzazione di premi e borse di studio.

The aim of the Association Carlo Cattaneo (a Swiss regulated charitable trust based in Lugano) is to promote cultural relations between Switzerland and Italy in the fields of literature, art, social affairs, economics, commerce and politics, by offering the public lectures, meetings, debates and publications, and contributing to the setting up of awards and scholarships.

info: www.associazionecattaneo.ch

Info: www.associazionecattaneo.ch

Italian in the Square Two nations a language, a dialect

“Italian in the Square” was the theme of the 8th edition of the Week of the Italian Language in the World, under the auspices of the Ministry of Foreign Affairs and the Crusca Academy, under the High Patronage of the President of the Italian Rupublic. The Carlo Cattaneo Association has involved the Tepsi Association and the 247 Friendship Club in the event. Squares in Como and Lugano were screened on a cultural trail of poetry and narrative starting from the origins of dialect and coming up to 20th Century classics. “The people of the beautiful land where yes is sounded: referring to Italians at a time when Italy was yet to be conceived, Dante Alighieri used this expression. “Yes is sounded”, said Dante meaning that language is above all something spoken, and as such will – in time and space

– undergo radical changes in a society. And our squares too have changed, albeit remaining the same. Squares are where language meets dialect; squares give us clues to what we used to be, just as the Italian language still remembers words from the distant past... Italian in the age of globalisation, bombarded as it is by dozens and dozens of foreign words, still seems in some ways to be living back in the fields and village squares. That long-gone pastoral world still hangs on and survives tenaciously in the more common everyday expressions; we still look for example for “needles in haystacks” (although haystacks have disappeared from our countrysides without a trace), and we’re still “as straight as spindles” (although we no longer use hand-looms). Carts and oxen are fading memories, but we still “grease the wheels”, are still “the last wheel on the cart”, still put

“the cart before the oxen” and still “close the stable door after the oxen have bolted”. And... you “cry like a calf”, you “write like a hen”, some folk “know their own chickens”, “get cocky”, some mothers act like “mother hens” and some people are “wet chicks”. But our dialects are where we find the real sounds of the earth: they’re the most expressive vehicles of langage linked to the concrete, material things in life... When I read in Gisella Azzi’s beautiful poem (Ul finestroo) that... “i ca in pien de creep e de smacc, de mufa, de pucundria, de voja de crudà”, I see before me those houses in a Como alley and I seem able to touch them and smell them: harsh crackling noises, the double gutterals are cracks in the walls, the long lugubrious sound of the ‘u’ vowels is that sense of oppressive sadness that afflicts you; or then again that feeling of love for one’s own town exuded

in that exclamation: “Se l’era bell ul laagh..”. in which the broadening of the vowel sound of the ‘a’ in laagh seems to want to emphasise the infinite nature of Gisella’s loving embrace of localities on her lake, and even mere visitors to Como can share that embrace because it expresses the love we all feel for our homeland. That’s so true: if the Italian language brings us together, speaking in dialect brings back that marvellous conglomeration of emotions which have the freshness of everyday life.

175


PEOPLE

MAURIZIO CAMPONOVO

60 giorni in tenda NEL DESERTO tra idee e immagini di Da.Ta.

«Una passione, quella per gli audiovisivi, ereditata dal papà e ancora prima dal nonno. Ormai da tre generazioni, da circa 15 anni, mi occupo di tutto ciò che ruota intorno al mondo del video, ossia documentari, clip pubblicitari e forniture service». Maurizio Camponovo, comasco, 41 anni, racconta così i suoi esordi. Una professione nata in famiglia, a Como ma, che vi ha permesso di raggiungere pure il Sudan… «Il mio lavoro e quello dei miei collaboratori è particolare. Tutto nasce da un’idea di base, un soggetto, un pensiero, fino alla messa in onda o fornitura del pacchetto finale che può essere in diversi formati, Dvd, Cd per conto terzi, aziende o documentari su commissione. In questo ambiente, si ha la possibilità di conoscere diverse persone e realtà come ca-

176

pitò quella volta in Sudan quando io e il mio collega, Fabrizio Jelmini, cameraman di Overland, abbiamo creato e sviluppato diversi documentari archeologici. È stata una magnifica esperienza: 60 giorni in tenda nel deserto. I filmati hanno ottenuto risultati lusinghieri: primo posto a livello nazionale e ottavo a livello internazionale. Sono stati trasmessi anche da La 7 in occasione del programma “Stargate” con Roberto Giacobbo. In tempo reale, dal Sudan, mandavamo delle video-lettere in studio. Mi è sempre piaciuto stare al passo con i tempi. In questo caso la tecnologia e le nuove soluzioni informatiche, soprattutto per chi svolge un’attività come la nostra, sono di notevole importanza». Maurizio Camponovo ha seguito e lavorato anche a documentari e filmati locali: “Una goc-

Sopra e a sinistra, Maurizio Camponovo in Sudan Above and left Maurizio Camponovo in Sudan

cia per il Darfur”, “Città dei Balocchi” e insieme con la Gatti Promotion ha curato i filmati del cantautore Alberto Fortis; attualmente, sta seguendo un progetto di cortometraggio. Come ha coniugato la sua professione con la passione per la subacquea? «Produciamo video sub con fini scientifici sui cetacei nel Mediterraneo. C’è anche un piccolo aneddoto che voglio ricordare, il mio primo insegnante, di sub, agli inizi degli anni ’80, è stato Maurizio Giunco, l’editore di Etv». Dal suo punto di vista, come è cambiato il mondo degli audiovisivi da 15 anni a questa parte? «Una volta le telecamere erano più pesanti e si faceva parecchia fatica, i nastri si rovinavano con facilità, i costi erano alti. Internet non esisteva, il sistema di comunicazione veloce,

avveniva solo per telefono o fax. Parliamo di pochi anni fa, ma la tecnologia, negli ultimi tempi, ha fatto passi da gigante. Se vogliamo parlare anche di parco luci, ora siamo agevolati: i faretti sono leggeri e durano a lungo». Ha girato molti documentari e spot pubblicitari, ma cosa le piacerebbe produrre in futuro? «Ho due desideri. Il primo riguarda Daniele Chiappa, il più giovane dei Ragni di Lecco protagonisti della prima salita al Cerro Torre del 1974. È stato il mio insegnante di alpinismo. Ho ricordi molto intensi. Purtroppo ora non c’è più, vorrei riviverlo in un mio documentario raccontando la sua vita, il suo lavoro, la sua missione. Il secondo filmato che desidero produrre riguarda invece il Darfur, la realtà e la vita locale».

177


MAURIZO CAMPONOVO

60 days in a tent IN THE DESERT where ideas meet images “My passionate interest in things audiovisual was inherited from my father and even earlier from my grandfather; for three generations over about 15 years I’ve been involved in the world of video, namely documentaries, commercial clips and service provision”. Thus Como man Maurizio Camponuovo (41) recounts his debut. A profession, a brainchild of his family in Como; but one enabling him to reach even Sudan... “My work and that of my collaborators is rather special. Everything starts out from a basic idea, a theme, a train of thought right up to the broadcast or supply of a final package which can be in various formats, typically DVDs or CDs on behalf of third parties, companies or as documentaries on a commission basis. It’s a sphere of activity where you can get to know all sorts of people and real-life situations, as happened once in Sudan when I and my colleague (Overland cameraman Fabrizio Jelmini) devised and undertook a series of in-depth archeological documentaries. It was a wonderful experience: 60 days camping in the desert. The film footage achieved very rewarding results: first place at national level and eighth at international level, even being aired by La 7 (TV channel) as part of the Stargate programme with Roberto Giacobbo. We also sent real-time video-letters to the studio direct from Sudan. I’ve always loved keeping up with the times; in this case technology and new IT solutions – especially in a field like ours – are crucial”. Maurizio Camponovo has been involved in the making of local films and documentaries as well: “A Drop of Water for Dafur”, “Città dei Balocchi” and together with Gatti Promotion he saw to the production movie clips of singersongwriter Alberto Fortis; he’s currently working on a short-film project. How has he combined his career with being a scuba freak? “We produce underwater videos for scientific purposes on cetaceans in the Mediterranean. There’s also a little anecdote I’d like to mention: my first scuba instructor in the early ‘80s was Maurizio Giunco the Etv editor”. In your view, what has changed here in the audiovisual world over the last 15 years? “Video cameras used to be much heavier and

178

it all took more effort; videotapes would spoil easily and costs were high. There was no internet and the only fast communication systems were telephones or fax machines. In just a few years technology has advanced by leaps and bounds. Regarding lighting too, life is so much simpler: spotlights are light and built to last”. You’ve shot lots of documentaries and commercials, but what would you like to do next? “I’ve got two wishes. The first one concerns Daniele Chiappa, the youngest member of the Ragni di Lecco team on the first climb up Cerro Torre in 1974. He was my climbing instructor and my recollections of him are so vivid. Unfortunately he’s no longer with us; I’d love to bring him back in one of my documentaries by telling the story of his life, his work and his mission. The second film I’d like to make on the other hand regards Dafur, its situation and local life”.

Il mare e la vela sono le altre due grandi passioni di Camponovo, sopra, sul Maxi Ourdream Damiani The sea and sailing are two Camponovo’s big passions, above, on Ourdream Damiani Maxi


SPORT

Una ‘ITALIA’ lariana alla Louis Vuitton c fi i c a

P s e i r Se

Dietro il consorzio “azzurro” che affronterà i team reduci dalla Coppa America in Nuova Zelanda c’è il Joe Fly Sailing Team dell’armatore Giovanni Maspero di Elisa Corti “Posso credere a tutto, purché sia sufficientemente incredibile” diceva lo scrittore Oscar Wilde, lo spirito libero, in uno dei suoi innumerevoli aforismi. E proprio lui, anticonformista, non avrebbe battuto ciglio davanti a questa notizia che ci fa invece sobbalzare sulla sedia: è di Como, del Lario, uno dei team che a febbraio parteciperà alla Louis Vuitton Pacific Series, l’avvenimento clou della vela nel 2009. Lo stesso che vuole riportare in acqua tutti i team di Coppa America – dopo la lunga diatriba fra Alinghi e Oracle nelle aule

180

dei tribunali – per una grande sfida in Nuova Zelanda, ad Auckland. Ebbene, nell’elenco di uno dei dodici team iscritti alla Louis Vuitton Pacific Series, c’è anche il team di Italia con un’anima, ed è qui l’incredibile, lariana. Sì, proprio un team targato Lago di Como. Ma andiamo per gradi. Lo facciamo dicendo che dietro la nascita del consorzio Italia Challenge c’è l’imprenditore comasco Giovanni Maspero, da sempre «motore» del Joe Fly Sailing Team. È infatti lui il presidente, e tra i fondatori di

Italia, in sinergia con il romano Andrea Cecchetti della Dabliu Sail Project srl che assumerà il ruolo di amministratore delegato. Un binomio importante che porta la prua di Italia dritta verso la Louis Vuitton Cup ad Auckland. Una fantastica esperienza da ricercare nella grande passione per la vela del Joe Fly Sailing Team e nella sua voglia di condividere in gruppo le emozioni, le vittorie, le sconfitte, la gioia e le lacrime che questo sport sa trasmettere. E così questo team lariano, legato a filo doppio con gli Amici di Como e con

Magic Lake, ha deciso di fare il grande passo, quello che lo proietterà nella vela che conta: la stessa che, da debuttante, fa tremare i polsi ma che è anche capace di trasmetterti adrenalina pura, brividi giù per la schiena. Italia prende il largo però con due pezzi da novanta: Vasco Vascotto e Francesco Bruni, reduci dalla Coppa America. Il primo avrà il ruolo di skipper e tattico, il secondo quello di timoniere. Starà poi a loro cementare il gruppo che andrà in Nuova Zelanda per lottare contro Alinghi, Luna Rossa, Oracle e

Team New Zealand. Ci fermiamo qui perché la testa comincia a girare davanti a simili «corazzate» della vela impegnate nelle classiche sfide match race (uno contro uno, con barche messe a disposizione dagli organizzatori). Una decisione che passerà alla storia perché mai un team del Lago di Como aveva osato tanto. Accade oggi, grazie al grande coraggio e allo spirito di intraprendenza della macchina organizzativa del Joe Fly Sailing Team, che si è lanciato anima e cuore (ma non solo) nel progetto Italia condiviso con

Il Joe Fly Sailing Team durante una regata The Joe Fly Sailing Team during a race

181


Joe Fly di Giovanni Maspero in regata nelle varie classi Giovanni Maspero’s Joe Fly races in vaious classes

Andrea Cecchetti e il Circolo Canottieri “Roggero Lauria” di Palermo. Italia Challenge non è una scelta casuale ma la consapevolezza di poter scommettere sulle potenzialità della vela italiana: del suo management ma anche dei suoi velisti. Un team plasmato sul Lario e pronto a sfidare il mondo. In punta di piedi, con la consapevolezza che ci sarà tanto da imparare, ma anche con l’entusiasmo di chi vuole apprendere in fretta per poter stupire. Impegno, stile, passione, motivazione e professionalità sono ormai impressi nella mente di tutti: valori indelebili associati allo spirito di gruppo e alla meticolosa organizzazione. E non è retorica: Giovanni Maspero non è solo uno dei “padri” di Italia ma anche il primo a mettersi in gioco, a soffrire in barca con il suo team e a esplodere di gioia come un ragazzino quando il tricolore sale alto sul pennone. La vela ti strega. Allora, come non augurare buon vento a Italia e ai suoi uomini, che porteranno Como e il Lario al cospetto della vela dei grandi? E anche noi vorremmo idealmente soffiare sulle vele del Consorzio Italia Challenge per spingerlo verso l’alto. Buon vento Italia, Como è con te.

182

A Lariano ‘Italia’ at Louis Vuitton cific

Pa ies Ser

It is the Joe Fly Sailing Team, of ship-owner Giovanni Maspero, which backs the Italian consortium which will tackle the teams of the past America’s Cup edition in New Zealand

“I can believe anything, provided it is quite incredible”, used to saw free spirit writer Oscar Wilde, with one of his countless aphorisms. And, being such an unconventional person, he would not have been surprised of this astonishing piece of news: one of the teams that will participate to Louis Vuitton

Pacific Series, top 2009 sailing event in February, is from Como, from Lake Lario. The event whose aim is to get all the great America’s Cup teams back on the water leaving behind the long legal diatribe between Alinghi and Oracle - for a great challenge in New Zealand, in Auckland. So, Italia, the team with an incredibly Lariano soul is included in the list of one of the twelve teams enrolled to the Louis Vuitton Pacific Series. Yes, a team from Lake Como. But, let’s not rush. You must now that the creation of the Italia Challenge consortium was wanted by Giovanni Maspero, an entrepreneur from Como, who has always been the “heart and soul” of the Joe Fly Sailing Team. In fact he is chairman, as well as one of the founders, of Italia, in synergy with Rome born Andrea Cecchetti of Dabliu Sail Project srl, who will be the chief executive. An important alliance which will lead Italia’s bow straight towards the Louis Vuitton Cup in Auckland. A fantastic experience which derives from the great passion for sailing of Joe Fly Sailing Team and from its desire to share as a team the emotions, victories, defeats, joy and tears that this sport can give you.

And so this Lariano team, which is hand in glove with Amici di Como Lake, has decided to set out for this adventure, which will open the doors of the world of top sailing: that world that makes novices shake like leaves but that can also give you pure adrenaline, and shivers of emotion down your spine. But note that Italia set off with two “giants”: Vasco Vascotto and Francesco Bruni, who are back from America’s Cup. The former will have the role of skipper and tactician, and the latter that of steerer. Their task is to strengthen the team which will go to New Zealand to sail against Alinghi, Luna Rossa, Oracle and Team New Zealand, and let’s just stop here as we feel a little dizzy if we think such sailing “battleships” will compete in the classical match race challenges (one against one, with boats provided by the organisers). A decision that will become history, as never a Lake Como team had dared so far. It has happened now, thanks to the great courage and ingenious attitude of the organizational structure of the Joe Fly Sailing Team, which has joined the Italia project with soul and heart (and not only), sharing the experience with Andrea Cecchetti and the

“Roggero Lauria” Rowing Club of Palermo. Italia Challenge is no accidental choice but expresses the awareness of being able to bet on the potentials of Italian sailing: not only of its management but also of its yachtsmen. A team modelled on Lake Lario and ready to challenge the world. On tip toes with the consciousness that so much has to be learned, but also with the enthusiasm of who wants to learn fast in order to surprise. Commitment, style, passion, motivation and professionalism are definitely engraved on everybody’s mind: indelible values associated to team spirit and meticulous organization. And it is no bombast: Giovanni Maspero is not only one of the “fathers” of Italia but also the first to risk , to suffer with his team on the boat and to explode with joy like a kid when the tricolour flag is high on the pole. Sailing charms you. So, let’s wish fair wind to Italia and its men, who will take Como and the Lario into the world of top sailing. And, with our imagination we would like to blow on the sails of Italia Challenge consortium on the way to victory. Good wind and calm seas! Italia, Como supports you.

183


SPORT

NGC Medical va a CANESTRO con Cantù

di Massimo Moscardi foto Mattia Vacca e Sergio Baricci

Natale Bellotti: «Da sempre siamo vicini allo sport, ora ci siamo impegnati in prima persona nel basket»

Una mossa che ha già dato risultati importanti sotto il profilo della visibilità e per i riscontri registrati tra gli appassionati. Il primo bilancio della NGC Medical dopo l’acquisizione delle quote di maggioranza della Pallacanestro Cantù è decisamente positivo. L’azienda di Novedrate si è impegnata nella gestione diretta di uno tra i club più blasonati a livello mondiale. Nella sua storia, infatti, Cantù ha vinto tre scudetti, due Coppe Intercontinentali, due Coppe dei Campioni, quattro Coppe delle Coppe e quattro Coppe Korac. «Abbiamo iniziato la stagione 2008-2009 con un’emozione particolare – sostiene Na-

184

tale Bellotti, amministratore delegato di NGC – perché noi, da sempre vicini allo sport, stiamo vivendo una nuova esperienza. Siamo impegnati in prima persona nel basket, non più come appassionati e tifosi, ma direttamente coinvolti con tutti gli oneri e gli onori del caso». Un lavoro di squadra, quello impostato dalla nuova proprietà, con uno staff dirigenziale composto dal presidente Alessandro Corrado, dallo stesso amministratore delegato Natale Bellotti, dal direttore generale Walter Bellotti, dal vicepresidente Massimo Nicolini e dal responsabile del settore giovanile Antonio Munafò.

A fianco, i vertici della Ngc. Da sinistra, Mario Peloia, Paolo e Anna Cremascoli e Natale Bellotti

Attualmente la Pallacanestro Cantù è anche “targata” Ngc

Ngc owners, left to right, Mario Peloia, Paolo and Anna Cremascoli and Natale Bellotti

Actually Pallacanestro Cantù is also sponsored by Ngc

«Sicuramente sentiamo un po’ di pressione – prosegue il dirigente – ma abbiamo la consapevolezza di aver fatto buone scelte. Siamo ottimisti e fiduciosi: il lavoro che è stato impostato nella fase iniziale del campionato ci ha dato molte soddisfazioni. Abbiamo costruito un organico competitivo per fare un buon torneo e regalare al pubblico canturino le soddisfazioni che merita. Non siamo certo partiti con l’intenzione di vincere lo scudetto, ma la nostra rosa di giocatori è in grado di regalare spettacolo ed emozioni ai tifosi». Agli ordini dell’allenatore Luca Dalmonte c’è un gruppo di giocatori prevalentemente composto da americani e capitanato dall’ita-

lo-uruguaiano Nicolas Mazzarino. «La speranza è che ci sia sempre un seguito importante di appassionati – sostiene ancora Bellotti – Noi abbiamo fatto investimenti importanti, costruendo una buona squadra e avviando un lavoro che porterà a valorizzare il marchio storico della Pallacanestro Cantù, con i benefici che ne potranno ovviamente derivare. E ai nostri sostenitori chiediamo sempre grande sportività, per il bene e l’immagine di tutta Cantù». Il progetto impostato non guarda solo all’attuale stagione. Diversi contratti, infatti, hanno durata pluriennale e importanti investimenti sono stati fatti anche per il settore

giovanile. «Abbiamo avviato un piano che guarda non solo al presente, ma anche al futuro e che vuole portare la Pallacanestro Cantù a buoni livelli – sottolinea l’amministratore delegato – Penso che tutto abbia preso il via sotto i migliori auspici e a questo proposito stiamo studiando nuove soluzioni e valutando varie opportunità per migliorare ancora di più in ogni settore».

185


NGC Medical Plays BASKET with Cantù Natale Bellotti: “We have always been close to sport, now we have devoted to basketball in first person” A move that has already given important results in terms of visibility and for the feedback from basketball fans. The NGC Medical first balance sheet after the acquisition of majority shares in Pallacanestro Cantù is definitively positive. The company in Novedrate has undertaken to directly manage one of the best-renowned clubs all over the world. As a matter of fact, in its history Cantù has won three shields, two Intercontinental Cups, two Champions’ Cup, four Cups of Cups and four Korac Cups. “We started the 2008-2009 season by experiencing a special emotion - maintains Natale Bellotti, NGC’s Managing Director - because we - always close to sport- are going through a new experience. We have committed ourselves to basketball in first person, no longer as basketball fans, but directly involved with all necessary charges and honours”. A teamwork established by the new ownership, the managerial staff of which are composed by President Alessandro Corrado, Managerial Director Natale Bellotti, General Manager Walter Bellotti, Vice-Preresident Massimo Nicolini and Antonio Munafò, the person in charge of the juvenile sector. “We are surely feeling a bit pressure - continues the Manager - but we are well-aware of the fact that we have made good choices. We are optimistic and confident. We are well-satisfied with the work we did at the beginning of the championship. We have created a competitive team to perform a good tournament and to give the public in Cantù all the satisfaction it deserves. We have surely not started with the intention of winning the shield, but our group of players can draw the fans’ attention and convey emotions”. Luca Dal monte is the couch of a group of players mainly composed by Americans and led by Nicolas Mazzarino, an Italian-Uruguayan. “We hope that we will always be supported by a considerable number of fans - maintains Bellotti - We have made important investments by forming a good team and by starting a work that will enhance the historical trademark of Pallacanestro Cantù, with all possible benefits. And we require our supporters to behave in a sportsmanlike manner for the good and the image of all Cantù”. The project does not only concern the current season. As a matter of fact, many contracts have got a multi-year duration and considerable investments have been made for the juvenile sector too. “We have started a plan caring

186

not only about the present, but also about the future, enabling Pallacanestro Cantù to achieve a good level - underlines the Managing Director - I believe that everything has started under the best auspice. Concerning this, we are studying new solutions and evaluating new opportunities to improve even more in any sector”.

In alto, da sinistra, Natale Bellotti, Massimo Nicolini e Alessandro Corrado. Sopra, una spettacolare schiacciata di Kevinn Lamar Pinkney Above, Natale Bellotti, Massimo Nicolini and Alessandro Corrado and a Kevinn Lamar Pinkney spectacular smash

187


SPORT

Un Rally Aci Como targato

Magic Lake Ecco le immagini di tutti gli equipaggi che hanno corso con gli adesivi della nostra rivista foto Pietro Pezzati e Danilo Genovina

188

Diciannove equipaggi protagonisti nel Rally Aci Como-AutoTorino-Etv con i colori di “Magic Lake”. Alla gara, che ha chiuso ufficialmente il campionato italiano assoluto 2008, piloti e team hanno voluto correre con gli adesivi della nostra rivista. Il migliore piazzamento di una vettura targata “Magic Lake” è stato il quarto posto assoluto della Peugeot Super 2000 di Corrado Fontana e Carlo Cassina, quarti al traguardo. Tra i primi dieci, esattamente ottava, anche la Mitsubishi Evo di Carlo Galli e Aurelio Corbellini. Tra i risultati di spicco delle auto “Magic Lake” c’è anche la vittoria di Marco Silva e Gianni Pina, anch’essi su Peugeot Super 2000, nella prova speciale più seguita dal pubblico, la “Cammago-Civiglio”, disputata alle porte della città. Vanno poi segnalati tre primi posti di classe: Alessandro Butti e Mirko Franzi in N2 (su Peugeot 106), Massimiliano Bonizzoni e Valerio Rossigni in A5 (Rover Mg 105), Andrea

Spataro e Silvia Mazzetti nella Colt Cup. Da sottolineare che due team, G.Car e Fr Special Cars, avevano su tutte le loro vetture, in totale sette, i colori di “Magic Lake”. Un’affinità che ancora una volta sottolinea la vicinanza tra la nostra rivista e i protagonisti dello sport del territorio comasco, in questo caso i rallisti, impegnati in uno tra i più importanti appuntamenti agonistici lariani, una manifestazione che ha avuto grande visibilità in tutta Italia.

In queste pagine, tutte le auto che hanno corso con gli adesivi di Magic Lake al Rally di Como On these pages, all the cars racing in the Como Rally with Magic Lake’s stickers

An Aci Como Rally with the Magic Lake plates Here are shots of all the teams who raced with our magazine’s stickers Nineteen teams took part in the Aci Como-Auto Torino-Etv Rally sporting ‘Magic Lake’ colours. In the contest marking the official end of the 2008 overall Italian championships, pilots and teams wanted to race with our magazine’s stickers. The best ranking of a vehicle with a ‘Magic Lake’ registration was the overall 4th place achieved by the Peugeot Super 2000 belonging to Corrado Fontana and Carlo Cassina who were 4th

over the finishing line. Also among the first ten (8th to be exact) was the Mitsubishi Evo belonging to Carlo Galli and Aurelio Corbellini. Another brilliant ‘Magic Lake’ result was the win by Marco Silva and Gianni Pina also in a Peugeot Super 2000 in the special trial with most spectators: the ‘Camnago-Civiglio’ battled out on the outskirts of the town. Worthy of mention are another three classy wins: Alessandro Butti and Mirko Franzi in N2 (in a Peugeot 106), Massimiliano Bonizzoni and Valerio Rossigni in A5 (in a Rover MG 105), and Andrea Spataro and Silvia Mazzetti in the Colt Cup. Two teams deserving special mention are G.Car and Fr Special Cars who displayed Magic Lake’s colours on all seven of their vehicles. This togetherness is yet another striking instance of the close relationship between our magazine and Como’s sporting community; in this case rally drivers competing in one of Como’s most important events which got great exposure all over Italy.

189


ADVERTISING

COMOCUORE E GRUPPO S.C.A. Insieme per la tua sicurezza Una singolare iniziativa nell’ambito della presentazione della Nuova Mercedes-Benz GLK

Il Gruppo S.C.A. da oltre 35 anni rappresenta fieramente nelle province di Como, Lecco, Parma, Ferrara e Varese il marchio automobilistico Mercedes-Benz. Un marchio ai vertici per la massima sicurezza delle proprie vetture. Il tema della sicurezza sta particolarmente a cuore al Gruppo S.C.A. che ha organizzato un singolare evento per la presentazione dell’ultima stella Mercedes-Benz, il nuovo Mid-Luxury SUV Classe GLK lo scorso ottobre. Durante la prima della GLK i visitatori dello Showroom Mercedes-Benz di Como grazie a Comocuore, l’associazione onlus che da anni si occupa della prevenzione delle malattie cardiache, si sono potuti fare valutare colesterolo e pressione arteriosa, fattori di rischio cardiovascolare. I clienti S.C.A. hanno avuto anche l’opportunità di provare “Nemes”, la pedana per la stimolazione meccanica neuromuscolare, utilizzata oltre che dalla Nasa, da molte federazioni sportive e centri di riabilitazione internazionali. Ma la vera protagonista del weekend è stata la Nuova Classe GLK, la massima espressione del concetto di sicurezza a quattro ruote. Questa vettura versatile si distingue dalle sue rivali per la linea della carrozzeria, accattivante ed elegante al tempo stesso. Riesce poi ad armonizzare caratteristiche fino a oggi considerate inconciliabili. Grazie al sistema di sospensioni selettive AGILITY CONTROL, Mercedes-Benz è riuscita a coniugare massimi livelli di dinamica di marcia e sicurezza con un comfort di guida straordinario. La moderna trazione integrale permanente 4MATIC, in combinazione con i sistemi elettronici di controllo della stabilità di marcia, garantisce performance su strada eccezionali e un’impeccabile vocazione fuoristradistica. GLK racchiude in forma compatta le tipiche doti MercedesBenz, quali comfort e silenziosità di marcia, dinamismo e

190

sicurezza. I propulsori a quattro e sei cilindri vantano brillanti prestazioni, consumi contenuti ed emissioni ridotte, a vantaggio di una maggiore tutela ambientale. La carrozzeria estremamente robusta e rigida garantisce una sicurezza passiva all’avanguardia. L’eccezionale livello di dotazioni e gli interessanti pacchetti contribuiscono a distinguere GLK dagli altri SUV compatti. GLK, infine, è l’unica vettura nel segmento ad offrire il cambio automatico 7G-Tronic di serie.

COMOCUORE AND GRUPPO S.C.A.

Together for your Safety A unique service featured in the presentation of the New Mercedes-Benz GLK For over 35 years the Gruppo S.C.A. has acted as proud standard bearer for the car make Mercedes-Benz in the provinces of Como, Lecco, Parma, Ferrara and Varese. A make up at the top regarding the optimum safety of its vehicles. The Gruppo S.C.A. feels very strongly about safety and organised a unique event for the October presentation of the latest Mercedes-Benz star, the new Mid-Luxury SUV Classe GLK. During the GLK’s debut visitors to Como’s MercedesBenz Showroom were able – thanks to Comocuore the onlus association (a sort of tax-back trust) which for years has been concerned with the prevention of heart disease – to get their cholesterol levels and blood pressure measured, both of which are cardiovascular risk factors. S.C.A. customers could also try out ‘Nemes’

the tread-board for mechanical neuro-muscular stimulation which, in addition to being used by NASA, is used too by various sports federations and rehabilitation centres. But the big star of the weekend was the Nuova Classe GKL – the very essence of 4-wheel safety. This versatile vehicle stands out from its rivals for its entrancing yet elegant body styling. It moreover manages to combine what were previously considered unreconcilable features; thanks to its selective suspension system AGILITY CONTROL, Mercedes-Benz has succeeded in wedding superlative levels of dynamic gear-changing and safety to an exceptionally comfortable ride. The modern permanent 4-wheel drive 4MATIC, combined with the gear stability electronic control systems guarantees exceptional on and offroad performances. The GLK is a compact package of such typical Mercedes-Benz features as comfort, silent gear changing, dynamism and safety. The 4 and 6-cylinder engines ensure brilliant performances, and environmentally-friendly low fuel consumption and exhaust emissions. The extremely robust rigid bodywork guarantees avant-garde passive safety. The exceptional level of optional features and interesting credit deals help to make the GLK stand out from other compact SUVs. And lastly the GLK is the only vehicle in its bracket to offer the 7G-Tronic gearbox as standard.

S.C.A. S.p.a. Via Cecilio n. 4 Como Tel 031587011 www.grupposca.com 191


SPORT

GIANLUCA RODA

Uno splendido argento

EUROPEO

Un secondo posto assoluto nell’International Gt Open, un risultato eccezionale, che lascia però un po’ di amaro in bocca all’imprenditore comasco e pilota Gianluca Roda, che ha affrontato con la solita grande passione e competenza questa sfida continentale in coppia con il giovane driver austriaco Richard Lietz. Sì, perché, dopo la settima e penultima prova di Monza, il duo italo-austriaco aveva portato la Porsche dell’Autorlando che “veste” anche l’adesivo della nostra rivista “Magic Lake”, in vetta alla classifica. Roda, sul circuito “di casa” era stato praticamente perfetto. In gara 1, dopo il terzo tempo delle qualifiche era riuscito a rimanere fuori dalla bagarre in partenza e a consegnare la vettura perfetta all’austriaco per il rush finale. Un contatto con la Ferrari 12 di Monfardini-Frezza, quando il podio sembrava ormai cosa fatta, costringerà però Lietz al testa-coda e a un rovinoso

192

ottavo posto. In gara 2 Lietz e Roda si rifanno vincendo alla grande. Pole position di Richard Lietz, prestazione perfetta di Gianluca Roda fino alla trionfale bandiera a scacchi. La coppia si può così presentare a 155 all’ultima prova dei primi di novembre, sul Circuito di Montmelò a Barcellona. Il Gran Premio di Catalunya ha però un sapore amaro per Gianluca Roda, l’imprenditore dell’acciaio deve infatti lasciare il primo gradino del podio ai quotati avversari al volante della Ferrari. Dai due giorni di gara escono vincitori dell’International Gt Open gli italiani Andrea Contermini e Michele Maceratesi su un’auto del cavallino rampante. Contermini e Maceratesi, nonostante un incidente nel warm-up, fanno l’en plein nelle due gare. La pioggia condiziona gravemente l’andamento della corsa di Roda e Lietz: “In queste condizioni la

nostra auto è molto difficile da guidare”, ammetterà a fine gara Orlando Redolfi, patron del team Autorlando Sport. Per l’imprenditore comasco, presidente del gruppo Rodacciai e socio di Amici di Como, un titolo sfumato all’ultima gara, ma anche la certezza di essere stato, con il compagno Richard Lietz, a lungo il migliore d’Europa. Roda e Lietz hanno preso parte a tutti i Gran Premi: Vallelunga, Valencia, Spa, Estoril, Valencia Sc, Magny Cours, Monza e Cataluña, andando praticamente sempre a punti.

GIANLUCA RODA

A glorious European

SILVER

The second place in the International Gt Open, an exceptional result, but leaving a bitter taste in the mouth of Gianluca Roda, an entrepreneur and driver from Como, who has faced this continental challenge with Richard Lietz, a young Austrian driver, with his usual great passion and competence. Yes, because after the seventh and last but one race in Monza, the Italian-Austrian duo had brought the Autorlando Porsche also “wearing”

the adhesive of our “Magic Lake” magazine to the top of the place-list. Roda had been practically perfect on the “home”-track. In race 1, after having achieved the third time of qualifying races, he had been able to remain out of the bagarre at the starting line and to give the Austrian the motor car in a perfect state for the final rush. When the first place seemed to be something a fait accompli, a contact with Monfardini-Frezza’s Ferrari 12 will force Lietz to do an about-face and to place eighth. In race 2, Lietz and Roda make up for the defeat and win in a great way. Pole position by Richard Lietz, perfect performance by Gianluca Roda as far as the triumphal check flag. The couple can face the last race on the Montmelò Track in Barcelona at the beginning of November at 155. But, the Grand Prix in Catalunya has left a bitter taste in Gianluca Roda’s mouth. As a matter of fact, the steel entrepreneur must leave the first step of the stand to the successful opponents driv-

ing a Ferrari. As a matter of fact, Andrea Contermini and Michele Maceratesi, two Italians driving a horserampant car, are the winners of the International Gt Open two-day race. Despite an accident during the warm-up, Contermini and Maceratesi do en plein in both races. Rain seriously affects the trend of Roda and Lietz’s race. “It is very difficult to drive our car on these conditions” Orlando Redolfi, the Autorlando Sport team’s patron will acknowledge at the end of the race. For the entrepreneur from Como, President of the Rodacciai group and member of Amici di Como, a title that has vanished during the last race, but also the certainty of having been the best in Europe with Richard Lietz, his team mate, for a long time. Roda and Lietz have taken part in all Grand Prix, i.e. Vallelunga, Valencia, Spa, Estoril, Valencia Sc, Magny Cours, Monza and Cataluña, and practically always gained scores.

193


ITINERARI

In the HEARTH of Lariani Mountains Canzo, the Gajum Springs, San Miro, Mount Rai and Terz’Alpe

Sopra, San Miro e il Sasso della Malascarpa, a sinistra, i Corni di Canzo Above, San Miro and the Sasso della Malascarpa, left, the Corni di Canzo

Nel CUORE dei Monti Lariani Canzo, le Fonti di Gajum, San Miro, il Monte Rai e Terz’Alpe

testo di Samantha Panzeri foto di Felice de Paoli

194

Se siete tra quanti non vogliono rinunciare a una bella passeggiata anche in questo primo scorcio di inverno proponiamo un itinerario semplice, ma molto suggestivo, nel cuore dei Monti Lariani. Un percorso che, da Canzo, paese della provincia di Como, sulla strada Statale 36, porta alla Terz’Alpe, passando per la chiesetta di San Miro e i pendii del Monte Rai. Rispetto ad altri itinerari possibili in queste zone, questo presenta qualche difficoltà in più, soprattutto a causa della presenza di qualche tratto decisamente in salita. Da Canzo, quindi, dovete seguire le indicazioni per le Fonti di Gajum e, da qui, imboccare il sentiero numero 2 verso San Miro, una mulattiera costituita da ciottoli provenienti dal vicino torrente Ravella. Questo sentiero è anche di notevole interesse naturalistico: lungo il percorso sono presenti dei cartelli dove

viene descritto l’ambiente che si sta attraversando, con particolare riferimento alla flora e alla fauna. Disseminati qua e là potrete notare i numerosi massi erratici, dalle incredibili dimensioni, di origine valtellinese. Al bivio svoltate a destra in direzione Cornizzolo-Monte Rai. Dopo circa mezz’ora di cammino dalla partenza giungerete alla pregevole chiesetta di San Miro, fondata nel corso del XVII secolo e i cui lavori di ristrutturazioni sono da poco terminati: è il posto ideale per una breve sosta ristoratrice prima di intraprendere il tratto di salita più impegnativo. È questo il sentiero n. 6: la vista della bella conca di monti del Triangolo Lariano e i profumi della pineta lì attorno vi ripagheranno delle fatiche della salita. Giunti in prossimità di alcune case diroccate e all’ultimo bivio, potrete scegliere se conti-

nuare a salire – svoltando a destra e dirigendovi verso il Culmen e da qui, attraverso un tratto a mezza costa in lieve salita, al vicino rifugio Marisa Consiglieri ai piedi della cima del Monte Cornizzolo – oppure se rinunciare alla vetta e procedere – svoltando a sinistra – verso la Terz’Alpe. In questo caso, in circa 45 minuti di cammino in discesa, tagliando il versante occidentale del Monte Prasanto e del Sasso della Malascarpa, attraverso una serie di tornanti arriverete alla meta, il pianoro della Terz’Alpe, luogo ideale per una sosta-picnic, o per un semplice meritato relax. Il rientro a Canzo richiederà circa un’ora di cammino per il sentiero lungo il torrente. Il dislivello è di circa 800 m (Canzo 400 m Monte Rai circa 1.200 m). Il tempo totale di cammino di circa 4 ore e 30’ per tutto l’itinerario.

If you’re one of the many people who just have to go out for a ramble despite the fact that winter’s on the way, we’ve got a simple but very picturesque itinerary for you in the heart of the Lariano Mountains; a route which from Canzo (a village in the Province of Como on State Road 36) will take you up to Terz’Alpe via the little church of San Miro and the slopes of Monte Rai. With respect to other possible itineraries in this area, this one is a bit more demanding above all due to some decidedly steep stretches. So from Canzo you have to follow the signs to Fonti di Gajum, whence take footpath number 2 up towards San Miro; this is a mule track laid with pebbles from nearby Ravella Brook. This track is most interesting from the point of view of nature too: along the route are panels describing the environment being crossed and its flora and fauna. Strewn here and there you’ll see numerous incredibly huge erratic boulders of Valtellina origin. At the next fork go right in the direction of Cornizzolo-Monte Rai. When you’ve been walking for about half an hour from the start, you’ll get to the exquisite little 17th century church of San Miro the restoration of which has just been completed; it’s an idea spot to take a break before tackling the most demanding part of the climb. Now you’re on footpath no. 6: the view of the basin of the Lariano Triangle mountains and the scent of the pine forest will make up for the strenuous climb. Once you’re almost up to some dilapidated houses and the last fork, you can choose whether to climb on up (by going left towards Culmen whence you can cut across the side of the mountain on a gentle climb up to the nearby Marisa Consiglieri shelter at the foot of the summit of Monte Cornizzolo), or else forget the top and go on left towards the Terz’Alpe. In this case you walk down for about 45 minutes cutting across the western side of Monte Prasanto and the Sasso della Malascarpa and winding down to your destination, the Terz’Alpe plateau – an ideal spot to stop off for a picnic or just a well-earned rest. It’s about an hour’s walk back to Canzo along the path skirting the brook. The height-shift’s about 800 m (Canzo 400 m - Monte Rai 1200 m). The whole route takes about 4hrs 30mins to walk.

195


PEOPLE

MARIA LUIGIA FAGGIAN

Maria Luigia Faggian è una persona brillante e simpatica. Nata a La Spezia, ma comasca forse per “amore”, ha una passione viscerale per la natura e una grande inventiva. Non ha una laurea in Architettura, ma in Scienze politiche con una tesi sulla storia dell’agricoltura; difficile non definirla però un “architetto” del verde, dato che crea, progetta e realizza le aree verdi di parchi e giardini. «La mia attività – spiega Maria Luigia - è un’integrazione tra gli elementi della natura e gli elementi artificiali. Lavoro sia sola sia in team, collaborando anche con studi di architettura. Ogni giardino ha una sua storia, un suo passato e un suo vissuto. Dedico molto tempo ad ascoltare le esigenze del cliente, cerco di capire cosa rappresenti per il cliente la natura, al di là delle richieste. Un bel giardino non è solo un progetto sulla carta, si tratta invece di una presenza viva. Si lavora con le piante con determinati criteri da rispettare: il terreno, l’esposizione, la manutenzione e il clima. Lavoro seguendo una metodologia ben precisa e consolidata e cercando di tramutare i desideri del cliente in un’idea e in un progetto dove armonia, fantasia e realtà dialoghino tra loro in modo equilibrato attraverso un ampio uso delle essenze vegetali in sintonia con il luogo e con gli elementi architettonici che circondano il giardino. Passo molto tempo sul luogo perché è importantissimo per me osservare e capire luci, ombre e colori. L’alternanza delle stagioni deve essere percepita e assimilata per poter essere valorizzata nel piano di lavoro». Ma, cosa rappresenta per lei la natura? «Per me rappresenta armonia, equilibrio, ma anche imperfezione». Cosa ama maggiormente di questa professione? «Non si smette mai di imparare, ricercare, studiare, mi stupisce il continuo contatto con il mondo vegetale. Amo i rapporti di stima e reciproca amicizia che si creano con i clienti e con i colleghi di lavoro. Il verde, con tutte le sue sfumature, non poteva essere che il mio colore preferito. Il colore verde, nel FengShui, corrisponde all’elemento Legno associato all’Est, alla crescita, all’espansione, alla primavera, agli alberi, agli arbusti, all’erba». Non solo alberi, anche l’acqua, è un elemen-

196

L’architetto del VERDE

On the left page, Maria Luisa Faggian, below, some of her ‘green achitectures’

Maria Luigia Faggian is both witty and endearing; born in La Spezia but Comascan (maybe out of ‘love’) she has a passionate love for Nature and is blessed with a fervid imagination. She graduated not in architecture but in political science with a thesis on the history of agriculture, yet it’s difficult not to define her as an ‘architect’ of green, seeing that she designs and landscapes the green areas of parks and gardens. “My work entails”, Maria Luigia explains, “combining aspects of nature with artificial ones. I work both alone and in a team, and sometimes collaborate with architects too. Every garden has its own story, its own past and its ‘being lived in’. I spend a lot of time finding out what customers want – what Nature means to them, quite

other via the generous use of plants’ scent in keeping with the setting and the gardens’ architectural features. I spend a great deal of time on site because it’s vital for me to observe and understand light, shade and colour. Seasonal change must be perceived and assimilated in order to be integrated into the plan of action”. But what is Nature to you? “To me it represents harmony, balance, but also imperfection”. What do you love most about this job? “You never stop learning, researching, studying – I’m amazed at the constant contact with the world of flora; I love the relationships based on esteem and friendships built up with my customers and colleagues. Green with all its hues just had to be my favourite colour. In feng-shui the colour green corresponds to the wood ele-

ment associated with the east: growth, expansion, spring, trees, shrubs and grass”. Not only plants but also water is an important feature in a garden, and whenever possible Maria Luigia tries to involve it in her flower layouts. Faggian is adamant: “Water in motion with its reflections and ‘music’ provides a different slant to decor based on vegetation and can become pivotal to impart greater or less depth to gardens. And talking about water it seems only natural to mention the Lotus Flower, a fantastic water plant referred to as ‘Rose of the Nile’ originating in Southern Asia and Australia; it was imported to France in 1784. It’s the image of spiritual purity, because despite burying its roots in the mud it produces lovely flowers above the water and is also known as ‘Flower of Light”.

The Architect of GREEN di Da.Ta.

«Lascia che la Natura scandisca il tempo della tua vita…» to importante in un giardino e appena può Maria Luigia inserisce questo fattore nelle sue decorazioni floreali. «Il movimento dell’acqua – incalza la Faggian – con i suoi riflessi e la sua “musica”, danno una dimensione diversa al decoro vegetale che può divenire uno strumento importante per dare maggior o minore profondità nei giardini. E parlando d’acqua viene naturale

“Let Nature mark the Rhythm of your Life...“

apart from their requests. A beautiful garden is more than a plan on paper, it’s a living presence. Working with plants means respecting certain preconditions: the soil, the aspect, the maintenance and the climate. My modus operandi is very precise and consolidated; I seek to convert customers’ ideas into ideas and projects where harmony, imagination and reality are in equilibrium with each

MARIA LUIGIA FAGGIAN

citare il fior di Loto, una fantastica specie acquatica, nota come “Rosa del Nilo”, originaria dell’Asia Meridionale e dell’Australia, che fu importata in Francia nel 1784. È l’immagine della purezza spirituale in quanto, benché affondi le sue radici nel fango, produce bellissimi fiori al di sopra dell’acqua ed è chiamata anche “Fiore della luce”».

Nella pagina a fianco, Maria Luigia Faggian, sotto, alcune delle sue “architetture verdi”

197


FOOD AND DRINK

198

199


FOOD AND DRINK

Osteria del Pomiroeu

Una questione di… GUSTO

Forse non tutti lo sanno, ma “Pomiroeu” significa “meleto”. Il locale nasce come osteria nel lontano 1850 per trasformarsi nel tempo in vineria e poi ancora in spezieria. Nel 1993, Alessandra e Giancarlo Morelli iniziano la loro grande avventura. Il ristorante si trova a Seregno (Milano), è un locale classico e allo stesso tempo contemporaneo. L’atmosfera è elegante e accogliente. Dispone di quattro salette con soffitti a travi a vista, pavimento di parquet di legno, pareti intonacate di beige o di mattoni dipinti di grigio. L’illuminazione è soffice e alogena, i tendaggi ricchi. Grazioso il dehors che nella bella stagione viene allestito all’aperto. La capienza del ristorante è di circa 60 coperti complessivi. Raffinata la mise en place su tovaglie immacolate di lino: sottopiatti di vetro, piatti di finissima porcellana, posate d’argento, calici di cristallo, tovaglioli legati con un cordoncino e ricercati elementi decorativi. La coreografia e scenografia ambientale sono curate dalla moglie di Giancar-

200

lo, Alessandra Garavaglia. La cucina di fantasia e ricerca rispecchia la tecnica e la materia prima, legata al territorio. Il menu varia ogni 45 giorni (rimane fissa solo la classica cotoletta alla milanese), seguendo la stagionalità del mercato e l’ispirazione dello chef. Ottimo il “Risotto ai pistilli di zafferano con midollo e riduzione al vino rosso” e, per citare un dolce, la “Crostatina al cioccolato amaro con crema al mascarpone e frutta”. Tra le caratteristiche del locale possiamo trovare: un percorso goloso (menu degustazione) che varia settimanalmente, la tradizione “de Milan” (piatti classici della tradizione milanese) e il piatto bilanciato (un connubio di sapori: primo, secondo piatto con contorno, dessert, caffè e acqua) perfettamente valutato negli accostamenti dei sapori e nell’equilibrio di vitamine, proteine e grassi. Giancarlo Morelli, chef patron, assiste il cliente nell’ordinazione coadiuvato da Maurizio Maggi, il sommelier che suggerisce l’abbinamento adeguato al percorso gastronomico.

A sinistra, Giancarlo Morelli e la moglie Alessandra Garavaglia Left, Giancarlo Morelli and his wife, Alessandra Garavaglia

La cantina conta circa 500 etichette sempre disponibili, tra cui una scelta di vini italiani, francesi, tedeschi, austriaci, spagnoli, ungheresi, israeliani, cileni, australiani, californiani, sudafricani e un’ampia gamma di vini da dessert. Giancarlo si avvale di validissimi e giovani collaboratori: Giordano Ravasio, Alessandro Galbiati, Fabio Moriconi, Yoshikazu Nishikawa, Lin Shaoguang in cucina e Taeko Nishikawa, Samuele Zanutto in sala. L’Osteria del Pomiroeu ha ottenuto il “Bollino Blu” della Ristorazione istituito dal ministero della Salute Fipe (Confcommercio). OSTERIA DEL POMIROEU Morelli Ristorazione sas di Morelli Giancarlo & C. Via Garibaldi 37 - Seregno (MI) Tel 0362 237973 Fax 0362 325340 Email: info@pomiroeu.it www.pomiroeu.it Giorni di chiusura: lunedì tutto il giorno martedì a pranzo

Osteria del Pomiroeu

A Question of TASTE

Possibly not everybody knows that ‘Pomiroeu’ means ‘Meleto’ (apple orchard). The establishment was born as a hostelry way back in 1850, later to be turned into a wine shop and later a spice shop. In 1993 Alessandra and Giancarlo Morelli set out on their grand adventure. The restaurant is situated in Seregno (Milan), and combines the classic with the contemporary. The atmosphere is elegant and welcoming. It has four exposed-beam ceiling rooms, wood parquet flooring, and beige-plastered or grey-brick walls. Soft halogen lighting is accompanied by rich curtaining.

The lovely outside environment lends itself to al fresco dining in the summer. The restaurant seats about 60 all told. Refined mises en place on immaculate linen tablecloths: glass mats, very fine china plates, silver cutlery, crystal glass tumblers, serviettes bound with refined little decorative cords. Choreographic and scenographic effects are devised by Giancarlo’s wife, Alessandra Garavaglia. The refined imaginative cuisine mirrors the cookery skill and the use of locally-sourced produce. The menu changes every 45 days (except classic Milanese cutlets), in keeping with seasonal availability and the inspiration of the chef. Try the delicious ‘Risotto with saffron pistils with bone marrow and simmered-away red wine’ and a dessert ‘Bitter chocolate tart with mascarpone cream and fruit’. Typical suggestions of the house are: a gastronomic trip (sampling menu) which changes weekly, the ‘de Milan’ tradition (classic traditional Milanese dishes) and the balanced dish (a blend of flavours:

first course, 2nd course with side-helping, dessert, coffee and water) perfectly assessed mixes of flavours and balanced content of vitamins, proteins and fats. Proprietor chef Giancarlo Morelli helps diners to order, aided by wine waiter Maurizio Maggi who suggests suitable beverages for a given gastronomic venture. The cellar offers a selection of about 500 available wines including those from Italy, France, Germany, Austria, Spain, Hungary, Israel, Chile, Australia, California and South Africa as well as a vast range of dessert wines. Giancarlo’s team is made up of competent young collaborators: Giordano Ravasio, Alessandro Galbiati, Fabio Moriconi, Yoshikazu Nishikawa, Lin Shaoguang in the kitchen, and Taeko Nishikawa and Samuele Zanutto in the dining area. Osteria del Pomiroeu was awarded a ‘Bollino Blu’ for Catering by the Ministero della Salute Fipe (Confcommercio). Closed all day on Mondays and lunch-time Tuesdays.

201


FOOD AND DRINK

ARMILLA Cucina

creativa

Armilla, ad Anzano del Parco, è un locale giovane, caldo e familiare. Il personale è cortese ed è sempre pronto a soddisfare le richieste di ogni cliente. Potremmo definire Armilla un ristorante dalla cucina creativa. Dal lunedì al giovedì, nella saletta al piano inferiore, Monica Civati e Luca Rusconi suggeriscono piatti unici (a 15 euro) estremamente fantasiosi con due scelte tra carne e pesce. Nella sala al piano superiore si può scegliere “à la carte” non attraverso la lettura di un menu, ma tramite un elenco di pietanze poeticamente decantate da Luca Rusconi. Qualche esempio? Cipollotto al forno con granella di castagne e carote in crema di formaggi freschi con filangé di bresaola, e ancora risottino alle erbe in sugo di cinghiale. Su www.armillaqualityfood.it, è possibile trovare i menu nei dettagli. «A pranzo – spiega Monica - lavoriamo molto con ditte prestigiose del settore del design e arredo della zona ma abbiamo anche il piacere di ospitare e conoscere clienti stranieri. Ci sono varie proposte estremamente golose: cinque le scelte del piatto unico, pietanze dietetiche per chi ama la buona cucina e

202

al contempo desidera mantenersi in forma. Per questa stagione fredda, consigliamo le “zuppette”, con ingredienti stuzzicanti. In estate, la zuppa si trasforma in “Tutta frutta”, un super-piattone vegetariano! Non poteva mancare infine la classica ma sempre fresca “Insalatina mista”. Armilla, il sabato sera, si trasforma in “Serata a tema” con menu sfiziosi. Con i menu da asporto, è possibile guastare le specialità di Armilla anche a casa. Gli chef Gerry e Jean preparano anche proposte “su misura”. Un bel giardino, ravviva le serate estive ma ora è davvero romantico cenare nelle sale interne (70 coperti). Un’atmosfera calda con luci soffuse accompagnerà momenti indimenticabili. Armilla Anzano del Parco, via Stazione 2 Tel 031 61 93 96 aperto tutti i giorni, esclusa la domenica, dalle 12 alle 15 e dalle 19.30 alle 23 www.armillaqualityfood.it

ARMILLA Creative

cousine Armilla in Anzano del Parco is a cosy young family restaurant. Polite staff are always on hand to attend to diners’ needs. Armilla could be defined as a creative place to eat. From Monday to Friday in the groundfloor room, Monica Civati and Luca Rusconi offer highly imaginative one-course meals (for 15 euros) with two meat and fish options. Upstairs you can try the ‘à-la-carte’ menu – not just one on paper but via a list of dishes poetically eulogised by Luca Rusconi. For example? Baked onions with granulated chestnuts and carrots in fresh mixed-cheese cream with wafer-thin slices of bresaola, plus herbflavoured risotto in wild-boar sauce. Check out more detailed menus on: www. armillaqualityfood.it. Monica elucidates: “At lunchtime we work a lot with presti-

gious firms in the design and furnishing sector, but we have the pleasure of serving and getting to know foreign customers as well. And we’ve got some extremely tempting fare on the menu: 5 one-course meals and diet-dishes for lovers of good food who might be concerned about their weight! At this cold time of the year we recommend our ‘soupettes’ made with appetising ingredients. In the summertime the soup turns into ‘Tutta Frutta’ – a vegetarian mega-dish! And last of all there just had to be the classic but ever-fresh ‘Mixed Salad’. On Saturday night Armilla holds ‘Theme Evenings’ with some morish food on offer. Thanks to the take-away service, you can enjoy Armilla specialities at home too. And chefs Gerry and Jean even do ‘tailor-made’ meals! A lovely garden will liven up your summer nights, but at the moment it’s far more romantic to dine inside (seats 70); a warm atmosphere and soft lights will accompany unforgettable moments. Closed on Sundays.

203


FOOD AND DRINK All’inizio del secolo scorso, i progressi tecnologici, il gas, l’elettricità, la refrigerazione, l’autoclave da cui escono le conserve e i nuovi prodotti importati, sconvolgono le abitudini culinarie europee e, con l’Esposizione universale a Parigi, nasce l’internazionalismo gastronomico. I gastronomi si dichiarano pessimisti, affermano che la cucina così è morta, e Proust stesso nel 1912 dichiara il crollo della cultura della tavola. In una nota di un suo carnet, Proust rivela un aspetto inatteso della sua personalità. Gourmet delicato, padrone di casa raffinato, egli possiede un gusto istintivo per il buono e il genuino. Attento a non dividere ciò che arricchisce il suo universo sensibile, degusta ogni piatto come divora i libri, stabilendo nel suo lavoro una equivalenza tra lo scrittore e il cuciniere: “Io mi lasciai andare con godimento al gusto che avevo per le parole, come un cuciniere che, per una volta che non deve cucinare, trova finalmente il tempo per essere un gourmand”. Lo spazio della cucina si dilata a dimensioni universali e la creazione e composizione di ogni pranzo diventa una cerimonia: è così che si inserisce Françoise, la cuoca, che regna su questo rituale e orchestra in tutti i sensi questa sinfonia. E l’apoteosi della scienza culinaria è il “boeuf mode” in gelatina, che le merita una lettera da Marcel Proust: “Le invio i miei vivi complimenti per il meraviglioso “boeuf mode”. Io vorrei riuscire altrettanto bene in ciò che vado a fare questa notte, che il mio stile sia altrettanto brillante, altrettanto chiaro, altrettanto solido che la vostra gelatina, che le mie idee siano altrettanto saporite delle vostre carote, e altrettanto nutrienti e fresche della vostra carne. In attesa d’aver terminato la mia opera, io la felicito per la sua”. Questa è la ricetta originale di M. me Francoise, affinata nella dimora di Proust, che sottolinea che per il bue e la moda, come per un suo libro, il segreto della creatività, l’ingrediente essenziale della cucina d’arte, è il tempo, componente spesso trascurata, ma fondamentale. - Ingredienti: 1 kg di codone di manzo lardellato, 200 g di piccole cipolle, 200 g di carote novelle, 50 g di lardo grasso, 1 piede di vitello, 4 uova, 20 g di burro, sale grosso. - Ingredienti per la marinata: un bicchierino di cognac, 1.50 l di buon vino rosso, 200 gr di carote novelle, 200 g di cipolle, 2 foglie di alloro, 2 rametti di timo, 2 ciuffi di prezzemolo. Il giorno precedente domandate al vostro macellaio di lardellare la carne con pezzi di lardo fresco o salato, poi legatela con spago. Per la marinata: pulite e tagliate a pezzetti le cipolle; pulite, lavate e asciugate le carote e tagliatele in cubetti o affettatele. In una grande terrina versate 2 bicchieri di vino rosso e mezzo bicchierino di cognac e aggiun-

204

A tavola con Alfredo Ratti

Il “BOEUF MODE” Da un carnet di cucina di Marcel Proust

gete tutti gli altri elementi della marinata, mischiate e coprite con una carta aderente, poi mettete in frigorifero per 12 ore. Il giorno stesso, preriscaldate il forno a 180°, scolate la carne sopra la marinata, in un grande piatto da forno fondete il lardo grasso; quando è fuso e ben caldo, fate rosolare la carne da tutti i lati, versatevi sopra il restante mezzo bicchierino di cognac e fiammeggiate. Aggiungete il resto del vino rosso e portate a riduzione di un quarto. Versate la marinata e i legumi nel piatto e portate a livello con acqua (la carne deve esserne ricoperta). Fate sbiancare il piede di vitello, immergendolo per 5 minuti in acqua fredda. Aggiungete il piede alla carne e portate a ebollizione, salate leggermente (tenete conto della lardellatura, se con lardo salato). Coprite e mettete al forno per almeno 3 ore. Pulite le carote novelle e le piccole cipolle. Togliete dal forno la carne cotta e scolatela, ma non spegnete il forno.

Passate la salsa al passino conico a piccoli fori, ripulite il piatto con carta assorbente, mettete il burro e fate imbiondire leggermente le cipolle e le carote, Versate il sugo di cottura nel piatto, disponete la carne al centro, coprite e ponete nel forno per un’ora. A questo punto la carne sarà definitivamente cotta: mettetela in disparte. In una casseruola raccogliete il sugo passato al passino. Portatelo a ebollizione. Frustate il bianco di 4 uova e versatelo nel sugo bollente, al fine di chiarificarlo: le impurità si andranno a incollare al bianco dell’uovo. Portate nuovamente a ebollizione e lasciate cuocere per 5 minuti. Passate ulteriormente in un passino foderato con un lembo di stoffa. Togliete lo spago alla carne, tagliate in fette di 5 mm di spessore e disponetele in un piatto fondo; aggiungete il succo di cottura (gelatina) sino a metà dell’altezza della carne e ponete il piatto nel frigorifero per almeno 3 ore.

Dining with Alfredo Ratti

“BOEUF MODE” From a cookery book by Marcel Proust

At the beginning of the last century technological advances, gas, electiricity, refrigeration, preserves autoclaves and new produce from abroad were to shake up European culinary traditions; the Universal Exhibition in Paris gave birth to gastronomic globalisation, much to the chagrin of gastronomes who declared that cuisine had died. And even Proust in 1912 announced the collapse of the culture of the table. In a note in his book Proust reveals an unexpected side to his personality; this gentle gourmet and refined master of the house possessed instictive taste for things good and authentic. Taking care not to compartmentalise that which enriched his collective sensibility, he would savour dishes much as he devoured books, putting his cookery on a par with his writing work: “I let myself go with the same enjoyment I had for words, just like a chef who for once isn’t forced to cook and at last finds the time to be a gourmand”. The kitchen assumed universal dimensions and the creation and composition of each dish be-

came a ceremony: which is where Francoise the cook comes into the picture, by reigning over this ritual and orchestrating (in every sense) this symphony. And the apotheosis of culinary science is the ‘boeuf mode’ in aspic jelly, which merited a letter from Marcel Proust: “I send you my sincere compliments for that stupendous ‘boeuf mode’. I just hope I’m equally successful in what I’m going to do tonight, that my style is as brilliant, as clear and as firm as your aspic jelly, that my ideas are as palatable as your carrots and as nourishing and fresh as your meat. As I look forward to finishing my work, I congratulate you on yours”. This is M. me Francoise’s original recipe honed in Proust’s residence, who was adamant that for beef and fashion – as for his book – the secret of creativity, the essential ingredient of artistic cuisine is that much neglected but crucial component: time. Ingredients: 1kg of large larded ox-tail, 200g of small onions, 200g of young carrots, 50g of fat lard, 1 calf’s foot, 4 eggs, 20g of butter, rock salt. Ingredients for the marinade: a wineglass of cognac, 1.5l of good red wine, 200g of new carrots, 200g of onions, 2 bay leaves, 2 sprigs of thyme, 2 tufts of parsely. A day ahead get your butcher to grease the meat with pieces of fresh salted lard, then tie it round with string. The marinade: clean and cut up the onions; clean, wash and dry the carrots then dice or slice them. Pour 2 wineglasses of red wine and half a wineglass of cognac into a large tureen, then add the rest of the marinade; mix and cover with cling film, then place in fridge for 12 hours. The same day preheat the oven to 180¦C, then strain the meat over the marinade; melt the fat lard in a large oven dish and when it has melted and is nice and hot, brown the meat all over in it; pour the remaining half glass of cognac on top and flambè it. Add the rest of the red wine and simmer a quarter of the gravy off. Pour the marinade and vegetables into the dish and top up with water (the meat should be covered). Blanch the calf foot by dipping it in cold water for 5 mins. Add the foot to the meat and bring to the boil and lightly season (bearing in mind that the lard may already be salted). Put a lid on and bake for at least 3 hours. Clean the new carrots and little onions. Remove the cooked, strained meat from the oven which should be left on. Strain the gravy through a small-holed conical cullander, clean the dish with absorbent paper, drizzle on the butter and lightly brown the onions and carrots. Pour the gravy into the dish with the meat in the middle, cover and place in the oven for one hour. By now the meat will definitely be cooked: put it to one side. Put the strained gravy in a saucepan and bring to the boil. Beat 4 egg whites and pour into the boiling gravy so as to clear it: any impurities will adhere to the egg whites. Bring to the boil again for 5 mins. Strain again through a cullander lined with cloth. Cut the string off the meat which is cut into 5-mm slices onto a soup plate; pour in the cooking juice (aspic jelly) till it’s half-way up the meat and leave the plate in the fridge for at least 3 hours.

205


206

207


FOOD AND DRINK

Atmosfera

MAGICA a Lurate Caccivio

208

Un locale giovane, fresco, frizzante e rinnovato di recente: in poche parole, un club. Il suo nome…? “Club l’Alchimista Mood and Food Living Bar” di Lurate Caccivio, un ambiente unico e singolare nel suo genere e particolarmente apprezzato da una clientela giovane. Il Club L’Alchimista, l’irresistibile salotto comasco, nasce nel 2007 con l’idea di creare una nuova tipologia di locale notturno: “Mood and Food Living Bar”. I gestori, Zaira Bardelli, figlia d’arte di ristoratori e il marito Clemente Sofio illustrano così questa spumeggiante realtà. «Organizziamo feste private, cene aziendali, addio al celibato e nubilato, meeting, battesimi e comunioni; nei mesi caldi c’è un bellissimo parco esterno. L’ambiente è particolarmente curato, chic, caldo e ricercato, con luci soffuse e candele. Comodamente seduti in lussuosi divani e poltrone fabbricati con arte e stile dagli artigiani medesi, è possibile degustare vini, champagne e cocktail creati con i migliori prodotti selezionati che, con i loro colori e profumi, ricreano la magica alchimia del nettare degli dèi. L’Alchimista Club è il solo locale nel coma-

sco che la domenica dalle 18.30 alle 24.00, in un ambiente esclusivo e di tendenza, propone lo Slunch, un aperitivo chic e dai piatti rinomati a base di carne e pesce che cambiano di volta in volta in base a quello che offre il mercato. Si possono trovare astici, gamberoni, ostriche e crudité di frutti di mare. È questo che lo rende unico nel suo genere. Per tutto il mese di dicembre, in collaborazione con l’Accademia della Moda di Como e con quella di Milano, si organizzano serate dedicate alla moda: Fashion e Style». Presso L’Alchimista potrete gustare anche ottime pizze presso la sala pizzeria posta al piano superiore. L’Alchimista vi stupirà! Questi gli orari: il martedì, il mercoledì e il giovedì dalle 20.30 all’1.00; il venerdì, il sabato e la domenica dalle 18.30 alle 2.30. Giorno di chiusura il lunedì.

Club L’Alchimista LURATE CACCIVIO (CO) Via XX Settembre 94 Tel 031.491323 www.clubalchimista.com

MAGIC Atmosphere at Lurate Caccivio A young, fresh and lively bar that has been recently restored, in just a few words a club. Its name …? “Club L’Alchimista Mood and Food Living Bar” in Lurate Caccivio, a unique environment particularly appreciated by young customers. The Clun L’Alchimista, the irresistible parlour in the Como area, was founded in 2007 with the purpose of creating a new type of night-club: “ Mood and Food Living Bar “. The managers, Zaira Bardelli as the daughter of restaurant managers, and her husband, Clemente Sofio, describe this sparkling reality in this way. “We organise private parties, company dinners, parties to say farewell to a single state, meetings, Baptisms and Communions; in summer there is a wonderful park outside. The environment is particularly well-kept, chic, warm and refined, complete with suf-

fused lights and candles. Comfortably sitting in luxury couches and armchairs manufactured with the art and style of artisans from the Meda area, you can taste wines, champagnes and cocktails created with the best selected products that can recreate the magic alchemy of the gods’ nectar with their colours and scents. On Sundays, from 6:30 p.m. to 12:00 no-stop, in an exclusive and trendy environment, you can enjoy your “slunch”, a sort of chic aperitif with great dishes based on meat and fish that change from time to time according to what the market offers. You can find lobsters, prawns, oysters and raw seafood. That’s what makes L’Alchimista unique. For the whole month of December in cooperation with the Fashion Academy in Como and Milan, we organise the evenings dedicated to Fashion and Style”. You can also taste excellent pizzas at the pizzeria hall on the upper floor of L’Alchimista. L’Alchimista will surely astonish you! Opening time: on Tuesdays, Wednesdays and Thursdays from 8.30 p.m. to 1.00 a.m. - on Fridays, Saturdays and Sundays from 6.30 p.m. to 2.30 a.m.. Closing day: on Mondays.

209


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.