Magma #10

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settembre - ottobre 2018

No 10

Il nuovo magazine per gli italiani in Germania

>>> INTERVISTA

Irene Gallerani, docente pag. 3

>>> LIBRI

Frankfurter Buchmesse 2018 pag. 4

>>> VIAGGI Alla scoperta della Ruhr pag. 5

>>> CINEMA Il caso Cucchi diventa un film pag. 7

>>> QUI BERLINO La rubrica a cura di Berlino Magazine pag. 8

EDITORIALE DIECI VOLTE MAGMA Un piccolo grande traguardo. Il giro di boa, la doppia cifra: Magma giunge al numero dieci della sua storia. In questi dieci numeri ci sono stati diversi cambi di rotta, non tanto nell'impostazione quanto nella struttura, per poter realizzare un prodotto editoriale piccolo ma di qualità, uno strumento con cui provare a leggere la realtà che ci circonda offrendo allo stesso tempo ai nostri lettori, italiani in Germania e tedeschi innamorati dell'Italia, l'opportunita di venire a conoscenza del meglio che l'Italia produce in fatto di politica, società e cultura. Siamo sempre più consapevoli che la crisi che vive il nostro Paese abbia molte cause profonde. Una di queste è l'aver abbandonato la cultura e l'istruzione come elementi portanti di una società democratica. Nel nostro piccolo vogliamo invece provare ad andare contro corrente ed è questo il motivo per cui su Magma trovate (e troverete sempre) articoli dedicati ai libri, al cinema, alla musica, ai viaggi. E alla politica con la P maiuscola: antifascista, antirazzista e antimafia. Buon numero 10 a voi...e a noi!

Il nuovo fronte della lotta alla mafia

SENZA PIÙ FIGLI Il Tribunale dei Minori di Reggio Calabria toglie la patria potestà ai boss. Come racconta il giornalista Giovanni Tizian nel suo nuovo libro "Rinnega tuo padre" di ROBERTO CALABRÒ

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l primo atto porta la data del 2012 e segna l'avvio di una rivoluzione nel contrasto alle mafie. Sottrarre i figli agli 'ndranghetisti per offrire loro una possibilità di salvezza. L'intuizione è di Roberto Di Bella, presidente del Tribunale dei Minori di Reggio Calabria che, in sei anni, ha firmato oltre 50 provvedimenti di decadenza della patria potestà o, per dirla in altri termini, della responsabilità genitoriale. Un approccio nella lotta alle mafie che ha fatto discutere, sollevato critiche e obiezioni, ma che risulta assolutamente

innovativo perchè "legge" il fenomeno mafioso non soltanto da una prospettiva poliziesca e giudiziaria, ma culturale. Il ragionamento fatto da Di Bella è semplice: non è possibile sradicare la 'ndrangheta se ci sono ancora centinaia di giovani allevati nel culto della violenza, della sopraffazione, della menzogna. La menzogna più grande di tutte è quella di spacciare a dei bambini un'esistenza abominevole dipingendola come una vita da "uomini d'onore". Ora queste storie di dolore e di speranza sono finite in un libro: "Rinnega tuo padre" di


Giovanni Tizian, edito da Laterza. Giornalista del settimanale L'Espresso, Tizian conosce bene la realtà calabrese. È calabrese lui stesso ed è stato vittima di quella violenza mafiosa che gli 'ndranghetisti spacciano per "onore": quando era un bambino i boss locali decretarono la morte del padre Giuseppe, un integerrimo impiegato di banca ucciso sulla statale 106, la strada che porta da Locri a Bovalino. Proprio perchè conosce bene la realtà calabrese Giovanni Tizian si è approcciato a questo suo nuovo volume con il rigore e il garbo che tutti gli riconoscono. "Con il rispetto che è dovuto al dolore, quello vero e lacerante degli affetti traditi", scrive nell'introduzione. Il quadro descritto in "Rinnega il padre" è agghiacciante e ci fornisce una chiave culturale per provare a comprendere il fenomeno della 'ndrangheta e il valore che la famiglia ha per i capimafia. La famiglia è l'anello di trasmissione di una subcultura e di un sistema distorto di valori, è il nucleo indissolubile che serve a tramandare il potere e con esso soldi e affari. Tuttavia ai mafiosi non importa se questa trasmissione generazionale di valori criminali significhi segnare per sempre il destino dei propri figli, obbligandoli a una vita che di normale non ha nulla, negar loro la possibilità di scegliere il proprio avvenire, vederli crescere felici. Ai mafiosi non importa neppure che l'indottrinamento sistematico a cui sottopongono la propria prole sin dalla più tenera età ne segni il destino con anni quasi certi di carcere duro o, peggio ancora, con una morte violenta. I figli servono per garantire che la 'ndrangheta possa continuare a esistere. A qualsiasi costo. Le storie che Tizian ha raccolto in "Rinnega tuo padre" fotografano una realtà atroce fatta di violenza psicofisica, indottrinamento in

stile Isis, negazione di ogni libertà. Un futuro segnato. Come quello di Rocco a cui il padre aveva insegnato a sparare e ordinato di uccidere la mamma, "rea" di avere chiesto la separazione. Per fortuna le cose sono andate diversamente perchè, grazie alla richiesta di aiuto della donna, al padre boss è stata tolta la responsabilità genitoriale e adesso, mamma e figli (Rocco e sua sorella) vivono in una località protetta, grazie anche all'interessamento della rete antimafia Libera. Un altro caso è quello di Enzo, il "bambino soldato", figlio di un capocosca della Piana di Gioia Tauro abituato, sin dall'età di 9 anni ad avere a che fare con armi e droga e con gli appartenenti alla consorteria criminale del padre. Oggi Enzo ha tredici anni, vive con sua madre in una località protetta e prova a recuperare un percorso di normalità basato sulla scuola, sullo sport, sulla frequentazione dei suoi coetanei. Anche qui c'è la scelta coraggiosa di una madre e l'innovativo metodo del Tribunale dei minori di Reggio Calabria che ha disposto la misura di perdita della patria potestà. Spezzare i vincoli di sangue che legano i figli ai genitori 'ndranghetisti però non basta se lo Stato, oltre alla protezione, non provvede a creare percorsi alternativi di legalità attraverso l'educazione, la scuola, il lavoro. Sono necessarie strutture ad hoc con personale formato per seguire questi ex "figli delle mafie" nel loro processo di cambiamento. Questo è il motivo che ha spinto il prof. Domenico Carzo, docente di Sociologia presso l'Università di Messina, a organizzare per il prossimo anno accademico il primo master in "Esperto in intervento sociale e minorile". Lo scopo è quello di formare le figure professionali che comporranno poi le équipe educative specializzate nella tutela dei cosiddetti “minori di mafia”. ●

Spezzare i vincoli sacri del legame familiare può essere l'unico modo per sognare una vita normale

>>> Rinnega tuo padre La copertina del libro di Giovanni Tizian

IN BREVE >>> IL MAGISTRATO

Roberto Di Bella è il presidente del Tribunale dei minori di Reggio Calabria. Sua è l'intuizione di interrompere il legame di sangue e la formazione criminale che lega i padri-padrini ai propri figli.

>>> CINQUANTA

È all'incirca il numero degli atti di decadenza della responsabilità genitoriale disposti, a partire dal 2012, dal Tribunale minorile di Reggio Calabria per i mafiosi.

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>>> IL LIBRO "Rinnega tuo padre" è il libro del

giornalista Giovanni Tizian che racconta le storie di dolore e di speranza dei figli di mafia sottratti all'educazione criminale dei padri.

>>> IL MASTER

Esperto in intervento sociale e minorile è il nuovo master dell'Università di Messina per preparare le figure professionali che comporranno poi le équipe educative al lavoro con i "minori di mafia".

>>> Roberto Di Bella Il magistrato che per primo ha utilizzato la decadenza della patria potestà per i mafiosi


La Valigia di Cartone

Colloquio con la presidente dell'associazione Italienverein di Dortmund

IRENE GALLERANI La Germania come fonte di opportunità: fare la lettrice all'università, la guida turistica e presiedere un'associazione di Elisa Occhipinti

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rene Gallerani è una vera forza della natura, un vulcano inarrestabile di idee. Insegnante per vocazione, lettrice universitaria e guida turistica, è anche presidente dell’Italienverien, associazione italo-tedesca di Dortmund e realtà particolarmente meritoria non solo per la qualità dell’offerta ma anche per l’atmosfera familiare e collaborativa che vi si respira. Bolognese doc, Irene si è trasferita in Germania nel 2007. Provvisoriamente, pensava lei, e invece sono ormai passati undici anni. Partiamo dalla tua formazione. Hai una laurea triennale in Lingue e Letterature straniere e una laurea specialistica in Didattica della lingua e cultura italiana a stranieri. Già ai tempi dell’università pensavi quindi di lasciare Bologna e trasferirti all’estero? >>> Ho sempre pensato di dover e voler fare un'esperienza lavorativa fuori da Bologna, ma non ho mai pensato di trasferirmi all'estero. La Germania era, nei miei progetti universitari, un posto in cui migliorare le mie competenze didattiche, non certo il luogo in cui avrei voluto vivere. Poi però, come spesso succede, si presentano delle occasioni e, per non lasciarmele scappare, ho modificato i miei piani. In realtà si può dire che viva in due posti: non ho mai lasciato Bologna, ho semplicemente aggiunto Dortmund. Come sei arrivata a Dortmund e perché hai deciso di rimanere? >>> Nel 2007 ho partecipato a un progetto per la mobilità in Europa, il PAD, e ho vinto una borsa di studio. È stata la graduatoria a scegliere per me: sono stata assegnata a una scuola vicino a Bochum, mi ci sono trovata molto bene e mi hanno prolungato il contratto. Con la prospettiva di dover investire due anni della mia vita, ho pensato di

cavano progetti culturali nella zona, per sé e da offrire ai propri alunni. Col tempo, il profilo dell’associazione è cambiato perché nel frattempo siamo diventati una grande famiglia di quasi ottanta soci e questa è la forza del Verein: il programma non è prestabilito, sono i soci che propongono e che si impegnano attivamente per mettere in piedi attività culturali: così sono nati corsi per creare sottotitoli ai film italiani per le sale tedesche, corsi per bambini, viaggi in Italia, cori, tirocini, traduzioni di brochure per musei e molto altro ancora. Io sono stata eletta presidentessa di questa associazione ma il mio vero ruolo è mettere a disposizione le mie co>>> Irene Gallerani noscenze e i miei contatti per cercare di realizzare le idee guardarmi un po' attorno. Così ho trodei soci dell’Italienverein. vato progetti, incarichi, contratti di la- Qual è la più grande soddisfazione dei voro e ho costruito una rete di contatti tuoi primi dieci anni in Germania? nella zona. >>> Professionalmente ci sono staStai dedicando la tua vita all’insegna- ti molto momenti davvero piacevoli: mento. Cosa significa per te insegnare fondare l'Italienverein, lavorare ale cosa cerchi di trasmettere, in parti- l'Università, progettare attività culturali colare, ai tuoi alunni? di successo sono solo alcune delle >>> I miei alunni sono soprattutto soddisfazioni degli ultimi anni, ma studenti universitari e adulti. A questi quella più particolare è stata la lauultimi cerco di offrire un contatto au- rea alla TU di Dortmund. Nei primi tentico con la cultura italiana che vada anni in Germania ho cercato di farmi oltre l'apprendimento della lingua e riconoscere i titoli universitari ottelo stesso provo a fare con gli studenti. nuti in Italia, dopo numerose difficolPer me è fondamentale trasmettere un tà ho deciso di provare la strada del approccio all'italiano come strumento titolo tedesco. Mi sono iscritta alla per realizzarsi. Che piaccia lavorare TU di Dortmund e ho studiato arte e con i bambini, fare sport, leggere o im- francese. Riuscire a districarsi tra la pegnarsi in politica, lo studio dell'italia- burocrazia universitaria e le regole no può servire ad ampliare il proprio interne dei corsi, tra la bibliografia raggio d'azione. delle lezioni e le piattaforme online, Come è nata l’idea di fondare tra i lavori di gruppo, le tesine e le aule l’Italienverein? Di cosa ti occupi all’in- introvabili… il tutto in tedesco e senza terno dell’associazione? il vantaggio di essere italiana. Ecco, >>> L’Italienverein è nata nel 2010 questa è davvero la mia più grande dall’idea di alcuni insegnanti che cer- soddisfazione!

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Cultura

Dieses Jahr zum 70. Mal

FRANKFURTER BUCHMESSE 2018 Ein umfangreiches Programm mit zahlreichen italienischen Gästen von Veronica Cesarco

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edes Jahr im Oktober verwandelt sich Frankfurt in ein „literarisches Paradies“, wo zahlreiche Schriftsteller, Journalisten und Verleger sich treffen, um das Publikum über die Neuigkeiten auf dem Medien- und Büchermarkt zu informieren und über die neuen Trends der nationalen und internationalen Literatur zu diskutieren. Die Frankfurter Buchmesse findet vom 10. bis 14. Oktober zum 70. Mal statt. Gastland 2018 ist Georgien, das den Lektoren seine Identität durch seine Literatur vorstellt. Erwartet sind außerdem sehr viele italienische Gäste und Schriftsteller. Neueste Bücher aus Italien, die aktuelle und erfolgreiche Titel sowie die Begegnung mit wichtigen italienischen Autoren sind nur einige der Veranstaltungen, an denen man teilnehmen kann. Bemerkenswert ist die Begegnung mit der Schriftstellerin Rosella Postorino, die mit dem Buch „Le assaggiatrici“ den Premio Pozzale di Empoli und den Premio Campiello 2018 erhielt. Andere wichtige Autoren, die an die Buchmesse teilnehmen werden, sind Andrea Marcolongo, Paolo Giordano und Paolo Rumiz. Sie werden ihre letzten, ins Deutsche übersetzten Bücher vorstellen und ein interessantes Gespräch über die aktuelle Literaturszene in Italien führen. Die römische Schriftstellerin Francesca Melandri präsentiert ihren neuen großen Roman „Alle, außer mir“ am Samstag, 13. Oktober. Ein weiterer, bedeutender Termin ist am 14.

Oktober die Begegnung mit dem Direktor des Instituts für Judaistik der Freien Universität Berlin, Giulio Busi, und seinem neuen Buch „Marco Polo: Viaggio ai confini del Medioevo“. Absolut nicht zu verpassen sind zwei interessante Termine über Neapel und seine erfolgreiche Schriftstellerin Elena Ferrante: „Neapel – Verheißung oder Verderben. Über die Herausforderung an die Zivilgesellschaft“ mit Maria Carmen Morese und Viviana Scarinci und der Moderation von Luigi Reitani und die Fotoausstellung „Wo ist Elena Ferrante?“ Wer sich gerne mit dem Thema der Übersetzung beschäftigt, kann die Diskussion „Wer entscheidet eigentlich? Übersetzer und Lektoren im Gespräch“ mit der Teilnahme, unter anderen, der wichtigen italienischen Übersetzerin Ilide Carmignani sehr interessant finden. Ein sehr vielfältiges Programm mit zahlreichen italienischen Persönlichkeiten erwartet uns dieses Jahr, auch weil Italien Gastland der Frankfurter Buchmesse 2023 wird.

Neueste Bücher aus Italien und die Begegnung mit italienischen Autoren sind einige der Veranstaltungen im Programm

>>> Frankfurter Buchmesse

Folla di partecipanti all'edizione dello scorso anno

FRANCOFORTE: LA FIERA DEL LIBRO ILa fiera del libro di Francoforte o Frankfurter Buchmesse è la più grande e prestigiosa fiera del libro europea a cui partecipano case editrici e autori da tutto il mondo. Quest'anno celebra la sua settantesima edizione dal 10 al 14 ottobre. Gli espositori, che quest'anno raggiungono la cifra record di 7.309, arrivano da oltre 100 paesi. Il 33% sono tedeschi, il 67% internazionali. I visitatori arrivano invece prevalentemente dalla Germania (69,8%), il 22,6% dai restanti paesi europei, il 5% dall'Asia e il 2,1% dall'America. Una delle caratteristiche della fiera del libro di Francoforte è presentare la

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produzione editoriale e la cultura di un paese. Dopo l'Indonesia nel 2015, Fiandre e Olanda nel 2016 e la Francia lo scorso anno, l'ospite d'onore dell'edizione 2018 è la Georgia. Gli eventi culturali, incontri e presentazioni che si celebreranno all'interno del gigantesco spazio espositivo della città tedesca non riguarderanno ovviamente solo l'ospite d'onore. Anche l'Italia sarà ampiamente rappresentata (come potete leggere nell'articolo qui sopra) con un contingente di autori guidato dalla scrittrice reggina Rosella Postorino, fresca di vittoria del prestigioso Premio Campiello con il romanzo "Le assaggiatrici".


Luoghi

Alla scoperta della Germania

IN VIAGGIO NELLA RUHR Cosa resta della miniera Zollverein di Essen e del celebre bacino della Ruhr? di Francesca Polistina

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Am Ende des Jahres ist vorbei. Schluss! La nostra guida non mostra nostalgia né eccitazione, forse perché l'appuntamento è annunciato da tempo: quando la miniera di Prosper-Haniel a Bottrop chiuderà i cancelli, a dicembre di quest'anno, l'estrazione del carbone nel Ruhgebiet sarà per sempre storia. È un giorno di fine estate e i visitatori della miniera Zollverein di Essen, città dell'acciaio per eccellenza, cercano riparo dalla pioggia sotto le immense travi di ferro che ancora popolano l'areale. Nei circa 130 anni della sua esistenza, dal 1851 al 1986, la "Zeche Zollverein" è cresciuta fino a diventare una delle miniere più grandi e produttive al mondo. In totale vi hanno lavorato oltre 600.000 persone, 240 milioni le tonnellate di carbone estratto. Una "Kathedrale der Industriekultur", come viene talvolta definita, un agglomerato di ferro e mattoni, un susseguirsi di macchine gigantesche, rotaie, tubi e padiglioni che a tratti ricordano le atmosfere del film Metropolis. Ci sono diversi modi per rielaborare il passato industriale: uno è quello di cancellare ciò che è stato, un altro è quello di reinventarsi e includere i luoghi di un tempo nella città che cambia. La via scelta dal Ruhrgebiet è la seconda: un esteso progetto di riqualificazione culturale e paesaggistica che continua a rendere omaggio alla propria eredità. Esempio riuscito è proprio il sito Unesco Zollverein, che sul suo areale ospita musei, laboratori, caffetterie, spazi espositivi e per aziende. Qui, ogni giorno, arrivano studenti in gita da tutta la

regione: nessuno di loro ha vissuto l'età d'oro del carbone, ma molti di loro discendono da quei lavoratori, tedeschi e non, che dal XIX secolo si sono trasferiti nel Ruhrgebiet per lavorare in miniera. Se da un lato la riqualificazione culturale sta facendo vedere i suoi frutti, più difficile si sta dimostrando quella economica. Il bacino della Ruhr, il maggiore agglomerato urbano tedesco con i suoi 5 milioni di abitanti, resta il "Sorgenkind" del Paese, il bambino che nonostante tutto resta "difficile": alto tasso di disoccupazione e povertà, città indebitate, stranieri poco integrati, gruppi di estrema destra in aumento in una regione tradizionalmente socialdemocratica. Non è un caso se ogni elezione venga guardata con attenzione da politici e giornalisti, come se proprio qui potessero emergere prima che altrove i malumori e i segni di un elettorato che cambia.

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Se da un lato la riqualificazione culturale sta facendo vedere i suoi frutti, più difficile si sta rivelando quella economica

>>> Magma

La copertina del numero 9

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Libri

SFIDA ALL'ULTIMA PAGINA Leggere: un passatempo per pochi italiani e molti tedeschi. Lo rivela uno studio di Eurostat di Sandra Ciarcianelli

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ella società contemporanea, sempre più liquida, appare evidente che lo spazio dedicato alla lettura si riduca costantemente, essendo sempre più fagocitato dalla tecnologia e dall’utilizzo social network che ormai impegnano la maggior parte del nostro tempo. Nel panorama europeo tuttavia si possono osservare abitudini culturali molto diverse tra di loro: il 60% circa degli italiani legge poco o nulla mentre il 75% dei tedeschi almeno un libro all’anno (Eurostat, Bruxelles, ottobre 2016). Anche se in Europa esistono situazioni ancora peggiori come in Romania, Portogallo, Bulgaria e Grecia dove la stragrande maggioranza della popolazione non prende in mano neanche un volume nell'arco di dodici mesi, i libri restano sempre il mezzo di comunicazione e di trasmissione della conoscenza più utilizzato, uno strumento fondamentale nell’acquisizione culturale dei cittadini europei. La lettura svolge una delle funzioni più importanti per lo sviluppo cognitivo dei bambini e degli adulti stimolandone la fantasia, la creatività, l’immaginazione e anche tutte le emozioni e il sistema di valori fondamentali per ogni individuo. Come mai italiani e tedeschi hanno comportamenti così distanti a proposito dell'acquisto e della lettura dei libri? Le ragioni possono essere molteplici, ma di certo influiscono alcuni elementi come le diverse percentuali di spesa investite nella cultura in Italia e in Germania (rispettivamente 0,7% e 1,0% sul PIL nazionale), nonché le

imposizioni fiscali sui libri e sulla cultura in generale (in Germania aliquota del 7% per libri e giornali, in Italia il 22%). Un altro elemento è costituito dalla percezione e dal valore che si dà della lettura a scuola e in famiglia, dove si trasmettono le prime conoscenze e la curiosità per apprendere nuove informazioni. In questo caso anche il tasso di analfabetismo funzionale gioca un ruolo fondamentale: l’Italia ha il triste primato di avere ben il 28% di italiani “afflitti” da questo problema, contro il 18% dei tedeschi. In tedesco si parla di Weltanschauung, per indicare una concezione del mondo, della vita e della posizione in esso occupata dall’uomo che riporta alla storia della filosofia dell’Ottocento in cui viene rappresentato un sistema coerente per poter spiegare il mondo e l’uomo attraverso la conoscenza. I libri e la lettura sono il primo passo per ampliare il proprio patrimonio culturale, un eccellente sistema per nutrire il proprio pensiero analitico e critico, e per affrontare le sfide che la vita riserva. In questo momento storico così complesso, orientato al populismo e alla mediocrità, occorrerebbe riconsiderare l’accesso e la partecipazione alla cultura come a una concreta opportunità di sviluppo che, partendo dai sistemi educativi, possa incentivare la capacità creativa e quella di essere cittadini consapevoli e informati.

IN LIBRERIA: HELENA JANECZEK "La ragazza con la Leica", vincitore nel 2018 del Premio Bagutta e del Premio Strega, è la biografia di un personaggio rimasto inspiegabilmente nell’ombra, nonostante la sua rilevanza nella storia della fotografia e in quella della Resistenza europea: Gerda Taro, prima fotoreporter di guerra. Helena Janeczek, scrittrice tedesca naturalizzata italiana, ce ne racconta la storia in questo romanzo colto e ben documentato. In copertina campeggia una foto della grande fotografa: sigaretta tra le dita e bicchiere di vino sul tavolo davanti a sé, labbra increspate in un sorriso serafico mentre strizza l’occhio.

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Un’immagine che riesce a trasmettere perfettamente l’essenza di questa donna bella, piena di gioia di vivere, sempre controcorrente. Ebrea tedesca e militante di sinistra, con l’avvento del nazismo fuggì a Parigi e poi si spostò in Spagna - insieme al compagno Robert Capa, che le insegnò a usare la Leica - per seguire la guerra civile spagnola, della quale realizzò diversi reportage. Proprio qui, durante un attacco dell’aviazione tedesca, perse la vita appena ventiseienne, travolta da un carro armato. “Lasciò nelle sue foto testimonianza dell’enorme delitto che era stata la guerra”. Elisa Occhipinti

>>> La ragazza con la Leica La copertina del romanzo di Helena Janeczek


Cinema

MAI PIÙ UN CASO CUCCHI "Sulla mia pelle"" ripercorre gli ultimi sette gioni di vita di Stefano Cucchi, vittima innocente dello Stato di Manuela Carzo

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lessandro Borghi, Jasmine Trinca, Max Tortora, Orlando Cinque sono solo alcuni protagonisti del cast diretto dal regista Alessio Cremonini per ricostruire gli ultimi sette giorni di vita di Stefano Cucchi, il giovane geometra romano portato in caserma il 15 ottobre 2009 perchè in possesso di un'esigua quantità di stupefacenti e picchiato a sangue la sera stessa. Il giovane morirà sette giorni dopo, il 22 ottobre, per le gravi lesioni e fratture riportate in tutto il corpo nel carcere di Regina Coeli. Il film è stato presentato alla Mostra Internazionale d'Arte cinematografica di Venezia nella sezione Orizzonti e ha ricevuto non pochi applausi da parte del pubblico in sala. Con "Sulla mia pelle" Cremonini racconta con equilibrio e pudore una storia terribile che dopo nove anni non ha ancora trovato una verità giudiziaria. Il regista si aggrappa ai fatti, alle carte processuali e ricostruisce l'accaduto di quei giorni, denuncia chi si è girato dall'altra parte per non vedere i lividi e le ferite e chiama in causa carabinieri, giudici, medici. «Una storia che doveva necessariamente essere raccontata», dice Alessandro Borghi, che ha perso diciotto chili per interpretare al meglio Stefano Cucchi. Quello di Cremonini è un lavoro di denuncia che riguarda non solo il caso specifico ma che in qualche modo fa luce sul fenomeno delle morti in carcere senza un'apparente causa: quello di Stefano fu il decesso numero 148 del 2009, a dicembre dello stesso anno le morti raggiunsero la cifra record di 176.

Probabilmente non saremmo qui a parlare di questo film e del caso Cucchi senza l'ostinata ricerca della verità da parte della famiglia e in particolare della sorella Ilaria che, non a caso, al termine della proiezione a Venezia ha abbracciato tra le lacrime gli attori. Ilaria è una delle tante donne ribelli che non si vogliono arrendere alle ingiustizie subite da un familiare. Come Patrizia Moretti, madre di Federico Aldrovandi, il diciottene ferrarese ucciso di botte dalla polizia; Grazia Serra, nipote di Franco Mastrogiovanni, il maestro elementare morto di digiuno e maltrattamenti durante un TSO in ospedale; Giusi Businaro, madre di Mauro Guerra, ucciso senza un motivo apparente da un maresciallo dei carabinieri con un colpo di pistola. Tutte donne coraggiose che combattono quotidianamente contro i delitti di Stato. Nel caso Cucchi l'opinione pubblica ha fatto sentire la propria voce come dimostra la decisione di alcune associazioni, collettivi universitari e spazi autogestiti di proiettare il film gratuitamente per informare il pubblico e divulgare i fatti infischiandosene del copyright, pur tra mille polemiche. Importanti e decisive le parole di Ilaria Cucchi: «Crediamo che i discorsi di copyright e diritto d'autore non siano il tema principale, a noi interessa che il dibattito su Stefano vada avanti. Viviamo in un paese in cui la polizia ha notoriamente compiuto atti riprovevoli e non sembra che nell'immediato futuro si voglia agire per una maggiore tutela del cittadino nei confronti degli abusi delle forze dell'ordine. Noi proietteremo "Sulla mia pelle" e parleremo di questo».

AL CINEMA: NICO 1988 Susanna Nicchiarelli, con il suo terzo lungometraggio "Nico 1988", presenta una versione intima e personale degli ultimi anni di Christa Päffgen, in arte Nico, mettendo in risalto l’aspetto materno e solitario rispetto al successo dell'artista tedesca. Straordinaria la performance della cantante e attrice Trine Dyrholm, che interpreta magistralmente una Nico ormai stanca, invecchiata, eroinomane ma consapevole della propria grandezza. Tutto il film, che sembra essere pensato più per la televisione che per il cinema, scorre quasi come da contorno nell’universo solitario di Nico, che negli ultimi anni lotta per

>>> Mito assoluto La locandina del film

affermare il suo ruolo di donna e mamma e non più quello di personaggio di successo e femme fatale, lanciata da Andy Warhol. La struttura narrativa è quasi assente e priva di colpi di scena, non permettendo all’indubbia bravura degli attori di emergere. "Nico 1988" poteva avere il potenziale per diventare uno di quei film cult di grande successo anche all’estero, ma sono evidenti la carenza nella direzione artistica e la mancanza di un budget significativo. Forse sarebbe bastata solo una produzione più importante per supportare meglio un progetto simile. Paolo Cocuzza

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Qui Berlino

QUI BERLINO

Al via nella capitale la terza edizione della 72Hrs True Italian Food

di Alessandro Campa La 72hrs True Italian Food rappresenta una grande festa della cucina italiana. Parmigiana, caponata, sarde in saor, bagna càuda, panuozzo e tanto altro. Questi piatti saranno tra i protagonisti della terza edizione del True Italian Food, un evento organizzato da Berlin Italian Communication grazie anche al supporto dell’Istituto Italiano di Cultura di Berlino. La manifestazione avrà luogo nella capitale tedesca da giovedì 27 a domenica 30 settembre. Oltre cinquanta locali italiani tra ristoranti, pizzerie ed enoteche offriranno le proprie specialità al fine di regalare a berlinesi e non un vero e proprio tour gastronomico. Al prezzo di 7 euro sarà possibile degustare una porzione di queste deliziose pietanze accompagnata da un bicchiere di vino, una birra o uno Spritz. Per assaggiare i piatti presenti nei locali che partecipano all’iniziativa basterà recarsi tra giovedì e domenica in uno dei luoghi coinvolti e ordinare la specialità True Italian. Ogni cliente potrà scegliere se rimanere a gustare altro oppure dirigersi in un altro locale e continuare

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il suo tour del gusto. Per rendere più agibile il giro di degustazione è stata creata un’apposita mappa ricalcata su quella dei mezzi pubblici di Berlino che indica zona per zona tutti i locali partecipanti all’evento con relativi indirizzi, orari di apertura e specialità offerte. Alta qualità degli ingredienti, amore per la tradizione e approccio verso la buona cucina rappresentano gli elementi chiave del progetto True Italian. Un network che ha l’obiettivo di preservare gli autentici ristoranti italiani a Berlino attraverso un marchio registrato presso l’ufficio brevetti tedesco e una serie di iniziative ed eventi durante l’anno. È possibile riconoscere i ristoranti coinvolti nell’iniziativa attraverso il logo True Italian esposto all’ingresso. Ulteriori dettagli e informazioni sono reperibili sul sito http://trueitalian.top/. Se siete a Berlino nell’ultimo weekend di settembre il consiglio è dunque di fare un salto e provare le vere specialità gastronomiche italiane garantite dal network. berlinocacioepepemagazine.com

La 72hrs True Italian Food rappresenta un vero e proprio tour gastronomico nella cucina italiana di qualità

IMPRESSUM MAGMA

Il nuovo magazine per gli italiani in Germania Direttore: Roberto Calabrò Redazione: Manuela Carzo Veronica Cesarco Elisa Occhipinti Hanno collaborato: Alessandro Campa Paolo Cocuzza Francesca Polistina Progetto grafico Sandra Theumert / Fotolia Stampa Poster Print Cologne V.i.S.d.P. Roberto Calabrò Balthasarstr. 57 50670 Köln e-mail: redazionemagma@gmail.com Facebook facebook.com/magma2016 Web issuu.com/magmamagazine1


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