MAGMA #20

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gennaio - febbraio 2021

No 20

Il nuovo magazine per gli italiani in Germania

>>> SOCIETÀ

Covid (e non solo): il negazionismo pag. 3

>>> INCONTRI

Intervista alla ricercatrice Karoline Rörig pag. 4

>>> LIBRI

Il meglio del 2020. Le nostre scelte pag. 6

>>> SERIE TV Luci e ombre di San Patrignano pag. 7

>>> QUI BERLINO La nostra rubrica dalla Capitale pag. 8

EDITORIALE CHE ANNO SARÀ? Il 2020 appena trascorso sarà ricordato come uno degli anni più drammatici da un secolo a questa parte. La pandemia da Covid-19 ha lasciato una lunga scia di morti, ha stravolto le nostre vite e le nostre relazioni sociali, ha avuto un impatto terrificante sull'economia e sul mondo del lavoro. Ha svelato le fragilità di un mondo interconnesso e quelle di un modello culturale e economico basato sul profitto. In special modo l'Italia, che ha pagato e sta pagando un prezzo altissimo in termini di vite umane, ha evidenziato senza tema di smentita i risultati devastanti prodotti da trent'anni di tagli al welfare e al sistema sanitario nazionale. Con l'arrivo del vaccino, il 2021 dovrebbe essere l'anno della ripartenza. Si vedrà come, quali e quanti saranno gli effetti lasciati dal coronavirus sull'economia reale e nel mondo del lavoro. Bisognerebbe ricominciare con una riflessione profonda sul tipo di sistema politico ed economico nel quale vogliamo vivere, senza che si volti pagina come se nulla fosse.

LA LUCE IN FONDO AL TUNNEL Interrogativi e speranze per i prossimi mesi, i primi con il vaccino finalmente disponibile

di ROBERTO CALABRÒ

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ai, dal secondo Dopoguerra, un nuovo anno si apriva con un carico di incognite come oggi. Il 2020 ci ha fatti piombare in un incubo da futuro distopico neanche fossimo in un romanzo di J.G. Ballard. La pandemia del coronavirus ha messo in luce tutte le debolezze di un mondo ormai interconnesso. La diffusione del Covid è stata rapidissima e le misure prese, specialmente in quei paesi come l'Italia che per anni hanno sacrificato il ruolo della sanità pubblica sull'altare ideologico dei tagli lineari, non si sono dimostrate efficaci. Tutt'altro. Oltre 80mila morti, al momento in cui scriviamo, rappresentano una tragedia epocale che se non si poteva

evitare certamente sarebbe stato possibile limitare. Sarebbero bastate le strutture sanitarie della Germania e mettere in campo aiuti straordinari come ha fatto il governo di Berlino. Ma l'Italia non ha quelle strutture né quell'organizzazione e l'economia viaggia a ritmi bassissimi da molti anni ormai. QUALI PROSPETTIVE? Come sarà il 2021, come si potrà ripartire? Innanzitutto bisognerà capire, oltre ai morti, cosa ha lasciato dietro di sé l'emergenza Covid in termini di attività fallite e posti di lavoro persi. Come rilanciare l'economia e i consumi senza lasciare nessuno indietro? Come rimettere al centro →


dell'agenda politica il ruolo della sanità 2021 potrà ottenere un dividendo politico e pubblica? E poi c'è il grande nodo dell'Europa Renzi non vuole che sia Conte a beneficiarne». e se vada ancora bene per gli interessi italiani La crisi di governo e le eventuali elezioni però continuare a far parte dell'Unione senza che si sposteranno di nuovo l'attenzione dei partiti modifichino i Trattati. sulla formazione di una nuova maggioranza e Le questioni aperte e rese ancora più urgenti non su ciò che è assolutamente necessario a dal Covid sono tante. Tanti gli interrogativi. un paese provato dalla pandemia. "Si tratta Marco Lillo, vicedidi capire come rettore de "Il Fatto spendere i soldi Quotidiano", pensa del Recovery che il 2021 possa esFund, se accetsere l'anno della ritare o meno il partenza. «Dipende MES. Di capire, molto dal comporcioè, quale motamento nostro e dello economico dagli esiti della vacutilizzare nei cinazione di massa: prossimi anni se questi due fattori e decenni, ma funzioneranno, in temo che siano in Italia e in Europa, pochi a porsi tali >>> Marco Lillo credo che potranno interrogativi in Vicedirettore de Il Fatto Quotidiano questo momento». generare degli effetti positivi, sia dal punto di vista economico, sia dal Abbiamo chiesto una previsione sul 2021 anche punto di vista dell'umore generale del paese». a Tommaso Pedicini, caporedattore di Mentre questo numero di "Magma" sta per "Cosmo Radio Colonia", il programma in andare in stampa, però, l'Italia sta vivendo lingua italiana del WDR: «Penso che il 2021 un'ennesima crisi di governo, voluta da Matteo sarà l'anno che ci porterà definitivamente fuori Renzi senza - all'apparenza - motivazioni reali. dall’incubo in cui abbiamo vissuto negli Il che porterebbe a una fase di instabilità, ultimi mesi, consegnando ai libri di storia le finendo con il cancellare dall'agenda politica immagini orribili con i camion militari che temi importanti e non più procrastinabili trasportano le bare dei nostri anziani morti come il ritorno alla Sanità pubblica e gli aiuti di Covid. Personalmente mi auguro che la per far ripartire l'economia e l'occupazione. ripartenza avvenga in una maniera diversa «Nella fibrillazione politica di queste ore», rispetto a quanto accaduto finora con lo afferma il giornalista romano, «vedo un sfruttamento miope e autolesionista delle azzardo politico. Come me, evidentemente, risorse ambientali, causa quanto meno indiretanche Renzi fa una previsione ottimistica per ta della pandemia che ci ha colpito. Mi auguro la fine dell'anno e in quest'ottica sa che soprattutto un ripensamento strutturale chi gestirà la fase finale del 2021 da una del nostro sistema economico-finanziario posizione di governo potrà trarre dei benefici di cui il coronavirus ha messo a nudo, elettorali dovuti al clima di ritrovato entusiasmo una volta per tutte, la fragilità e l’ingiustizia che l'immunità dal Covid e la ripresa economica, di fondo». Speranze che noi di "Magma" non e - si spera - dell'occupazione, genereranno. possiamo non condividere. Vediamo cosa Quindi chi si troverà al governo alla fine del ci riserverà il nuovo anno appena iniziato. ●

Il 2021 potrà essere l'anno della ripartenza sia dal punto di vista economico, sia dell'umore generale del Paese

IN BREVE >>> LA PANDEMIA Dal primo caso di Covid-19 in Italia, individuato il 30 gennaio 2020, sono oltre due milioni e trecentomila le persone contagiate. Oltre ottantamila i morti: una cifra enorme. >>> ITALIA E GERMANIA La differenza tra Italia e Germania nella gestione della pandemia sta tutta nei numeri. A fronte di una curva dei contagi non dissimile, i morti in Germania sono circa la metà: quarantatremila persone.

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>>> IL VACCINO Dopo mesi di sperimentazione, finalmente il vaccino contro il Covid-19 è disponibile in Europa dallo scorso 27 dicembre. A produrlo, per l'Italia, le multinazionali Pfizer-BioNTech e Moderna. >>> LA RIPRESA Secondo molti analisti, nella seconda metà del 2021 ci sarà la "ripartenza": PIL in crescita e aumento dell'occupazione. Se così non fosse, lo Stato dovrebbe intervenire con misure di sostegno straordinarie.

>>> Finalmente il vaccino

Una dose di vaccino anti-Covid


Analisi

Negazionismi

IL COVID-19 E LA NEGAZIONE DELLA REALTÀ Non solo ignoranza amplificata dai social network, alla base del negazionismo c'è anche una componente psicologica

di Sandra Ciarcianelli

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’attuale emergenza sanitaria causata dalla pandemia del Covid-19, ha reso ancor più evidente un fenomeno sociale secondo cui la conoscenza scientifica indiscussa viene rifiutata o addirittura negata da gruppi di persone o organizzazioni che ne contestano la veridicità. In origine il termine “negazionismo”, cioè la negazione sistematica e ideologica della realtà e della verità, si riferiva all’Olocausto, cioè alla negazione di una conoscenza affidabile delle scienze storiche rispetto alla "soluzione finale" ideata e perseguita dal regime nazista. Attualmente viene utilizzato più ampiamente per tutti gli orientamenti di pensiero che negano il riscaldamento globale causato dall’uomo, lo sbarco sulla Luna, l’AIDS, la teoria della relatività, l'efficacia dei vaccini (tesi sostenuta dai No-Vax), la teoria della Terra piatta (cavallo di battaglia dei cosiddetti "terrapiattisti") fino alla negazione della pandemia di Covid-19. Non si tratta di semplice scetticismo, perché la negazione della scienza mira a ignorare il discorso scientifico, non a confutare delle tesi attraverso un'opportuna critica scientifica. Per avvalorare le loro bizzarre teorie e accreditare le loro ipotesi i negazionisti utilizzano alcuni elementi partendo dalla cospirazione che induce le persone ad allontanarsi dalla realtà, passando per l'utilizzo di falsi esperti che hanno un’opinione contraria allo stato della ricerca, fino alla selezione di dati che comporta il

travisamento ed errori logici. Le recenti manifestazioni contro le disposizioni sanitarie per combattere il virus,

>>> Roma

Una manifestazione anti-Covid

come quelle di Roma e Berlino, hanno portato in piazza molte persone che, oltre a non credere all’esistenza del Covid-19, ritengono che ci sia un piano dei governi per creare panico nella popolazione. Ciò dimostra che

la rifiuta insistendo sul fatto che non sia vera, malgrado ci siano prove schiaccianti del contrario. Nel caso del Covid-19 la psiche reagisce mettendo in atto un meccanismo di difesa primitivo che consente all’individuo di negare la realtà e di rassicurarlo. Andrebbe anche bene se non fosse per il fatto che i negazionisti della pandemia, non rispettando le disposizioni sanitarie nazionali come l’uso della mascherina e l’isolamento domiciliare, procurano gravi rischi di contagio incontrollabile. L’opinione pubblica, amplificata anche dai social network, ha bisogno di risposte semplici anche quando queste sono palesemente in opposizione con il mondo scientifico, per venire incontro all'irrazionalità emotiva e alle credenze tradizionali, nonché alla mancanza di capacità culturali necessarie per elaborare le informazioni. L’emergenza sanitaria

>>> Berlino

il fenomeno del negazionismo sta influenzando un sempre maggior numero di persone e che forse la radice del problema riguarda la reazione della mente di fronte alla paura. Secondo la psicoanalisi freudiana, la negazione (Verneinung) è un meccanismo di difesa inconscio in cui una persona considera troppo traumatico accettare una situazione, per cui

Negazionisti nella capitale tedesca

determina un trauma individuale e collettivo che mette in crisi l’intero sistema sociale e culturale nel quale le matrici del pensiero negazionista moderno hanno una facile attrazione su chi ha un comportamento dissonante tra la capacità di accettazione della realtà e la fuga inconscia come unica soluzione al problema. ●

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Italia -Germania

Incontri

KAROLINE RÖRIG E LA VISIONE DI DUE Intervista esclusiva alla ricercatrice e storica tedesca, fondatrice nel 2007 dell'Ufficio per il dialogo italo-tedesco. di Roberto Calabrò La dottoressa Karoline Rörig, ricercatrice di Storia moderna e contemporanea, da sempre appassionata dell'Italia e studiosa delle relazioni tra il nostro paese e la Germania, è la direttrice dell’Ufficio per il dialogo italo-tedesco, da lei fondato nel 2007: un'agenzia di consulenza politicamente indipendente e intesa quale «antenna» di collegamento tra politica, economia, cultura e società nei due paesi. Come, quando e perché ha deciso di istituire il Fachbüro für den deutschitalienischen Dialog e quali sono le sue finalità? «Formalmente, il Fachbüro è stato fondato nel 2007, ma l'idea è nata prima, da un'iniziativa sulle elezioni italiane del 2006, che ho organizzato all'Università di Bonn in collaborazione con l'associazione studentesca italo-tedesca Onde e.V. (ancora attiva in tutta la Germania: www.onde.de), il Bonner Italienzentrum e l'Istituto Italiano di Cultura di Colonia. L'evento ottenne un tale successo (con più di 300 partecipanti) che mi convinsi della bontà della mia ipotesi di lavoro: spesso in Germania c'è una mancanza di informazioni corrette sulle condizioni politiche e sociali dell'Italia, che si traduce inevitabilmente in incomprensioni e percezioni errate che appesantiscono i rapporti tra Italia e Germania. Volevo porre rimedio a questa situazione con un'agenzia per l'educazione politica specializzata. Così ho dato al programma e ai suoi obiettivi una forma e un nome: l’Ufficio per il dialogo italo-tedesco. È un’agenzia di consulenza, politicamente indipendente, che si colloca come ufficio di collegamento tra politica, economia, cultura e società in Germania e Italia. Offre un ampio servizio di ricerca, informazione e formazione, sviluppa strategie di comunicazione, elabora concetti e si occupa dell’organizzazione di eventi, cura rapporti con i media, gestisce campagne di pubbliche

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relazioni, e così via. L'offerta si rivolge a rappresentanti di vari settori della società: politica, cultura, media e economia. In questo modo posso unire il mio interesse accademico sono una storica con una particolare attenzione alla Storia contemporanea d’Italia - con la mia attività professionale come manager e consulente per l'educazione politica e la comunicazione». Quali sono le iniziative realizzate dal Fachbüro dalla sua fondazione fino a oggi? «Fin dalla sua fondazione, l'Ufficio per

>>> Karoline Rörig

il dialogo italo-tedesco ha ideato e realizzato numerosi eventi: presentazioni di libri, tavole rotonde, colloqui di esperti, per i quali ho sempre trovato sostenitori e partner meravigliosi. Altre iniziative sono state realizzate su commissione. Tra i momenti memorabili c'è stata nel la grande conferenza italo-tedesca del 2011 a Berlino "Va bene?! Le relazioni italo-tedesche sul banco di prova", un’iniziativa congiunta del Goethe Institute Italia e della Bundeszentrale für politische Bildung, per la quale ho

sviluppato il programma; per la stessa Bundeszentrale für politische Bildung e la sua rinomata collana di pubblicazioni, insieme a due colleghi di Scienze politiche, ho ideato e curato il "Länderbericht Italien" (“Rapporto Italia”, pubblicato nel 2012 e oggi purtroppo fuori stampa); nel 2017 ho avuto l'opportunità di organizzare, insieme a partner italiani e con il patrocinio dell'Ambasciata tedesca di Roma, una tavola rotonda in occasione delle elezioni federali tedesche presso il Senato italiano a Roma. Ma, alla fine, ciascun progetto è qualcosa di speciale e ogni iniziativa porta nuove idee e contatti e quindi all'espansione del mio network. Sono grata per ognuno di questi preziosi incontri, per i tanti colloqui e gli scambi stimolanti e per l'opportunità di mettere in pratica molte delle mie idee, dando così il mio contributo a un dialogo italotedesco vivace e fruttuoso». Nel 2020, a causa del Covid, le sue attività si sono spostate inevitabilmente sul web. Ci vuole parlare della collaborazione con Villa Vigoni e della serie di interviste che lei ha condotto con eminenti rappresentanti del mondo accademico, dell'economia, del giornalismo e della ricerca? «In effetti, come tutti, anche il Fachbüro, a causa della pandemia, ha dovuto cancellare e riprogrammare tutte le iniziative previste originariamente per il 2020. Allo stesso tempo, però, ho ideato un programma online: una serie di interviste dal titolo "Deutschitalienische Dialoge/Dialoghi italotedeschi". Il centro italo-tedesco per il dialogo europeo Villa Vigoni, con il quale sono in contatto da molti anni e a cui ho parlato di questa idea, ha subito risposto con grande entusiasmo e ospitato l’iniziativa. La nostra collaborazione parte dalla convinzione che questa crisi rappresenta una grande sfida per le relazioni tra i due Paesi e può al contempo essere un’opportunità per


Italia -Germania

PAESI UNITI DA OBIETTIVI COMUNI Il suo obiettivo? Arricchire di contenuti e prospettive il dibattito tra i nostri paesi per il futuro dell'Europa

imparare vicendevolmente dalle manchevolezze e dagli errori del passato, per superare i contrasti e per lavorare insieme per un futuro migliore. L’obiettivo è quello di arricchire con prospettive politiche, storiche, culturali, economiche e sociali il dibattito tra Italia e Germania per un’Europa comune. La prima stagione della serie "Dialoghi italo-tedeschi" si è svolta parallelamente alla Presidenza tedesca del Consiglio dell'UE. Negli ultimi sei mesi ho condotto un'intervista quasi ogni settimana con esperti tedeschi e italiani del mondo della politica, dell'economia e della scienza. Nelle puntate si sono evidenziati e discussi diversi argomenti che ritengo di fondamentale importanza per un benefico sviluppo del dialogo italo-tedesco: il dialogo politico su vari livelli, compresi i comuni e le Regioni che costituiscono colonne portanti dell'assetto politico, la collaborazione nei settori dell’economia, della cultura, a livello scientifico e accademico, dei media e dell’educazione civica. I temi della sostenibilità e dell'Agenda 2030, che sono al centro del mio lavoro ormai da diversi anni, costituiscono in tutto questo un filo rosso e continueranno a determinare il programma dell'Ufficio per il dialogo tedesco-italiano anche nel futuro». Come vede i rapporti tra Italia e Germania oggi dopo un decennio turbolento in cui la Germania ha spinto per l'austerità e il rigore finanziario contrapponendosi, di fatto, all'Italia e a tutti quei paesi dell'area Euro considerati poco affidabili? «Le relazioni tra Germania e Italia hanno sempre avuto alti e bassi ma, a causa della

crisi finanziaria iniziata 2008 e dei contrasti in questioni di politica economico-finanziaria, il rapporto è stato messo a dura prova. Inoltre, i frequenti cambi di governo in Italia hanno sempre causato irritazione in Germania, ma dopo le elezioni del 2018 c’è stata una piccola era glaciale, perché le forze politiche ai rispettivi governi erano troppo diverse. Con il passaggio dal governo Conte I al Conte bis le relazioni hanno cominciato nuovamente a normalizzarsi. A mio parere, la crisi del Coronavirus ha fatto qualcosa di buono in questo senso: dopo un breve ma brutto momento nella primavera del 2020, segnato da critiche e accuse severe da parte degli italiani nei confronti della Germania, i due Paesi si sono riavvicinati, si sono dovute trovare soluzioni a problemi imminenti: mi riferisco innanzitutto agli aiuti del cosiddetto Recovery Fund. Le trattative a livello europeo sono state lunghe e difficili, ma finalmente si è trovato un accordo grazie alla mediazione della Presidenza tedesca del Consiglio UE. Per l’Italia, il beneficiario maggiore di questi fondi, è senz’altro una grande chance di avviare e attuare tante riforme, da lungo attese per trasformare il paese e per portarlo nel futuro. Ma padroneggiare questa grande trasformazione in atto è un compito complesso che spetta a tutte le nostre società. Partner storici come la Germania e l'Italia dovrebbero affrontare insieme questa enorme sfida, collaborare quanto possibile e sostenersi a vicenda. Penso che il 2020 abbia dato nuovi impulsi e spero che vengano ripresi in entrambi i Paesi per attuare i programmi e gli obiettivi dell'Agenda 2030». ●

MAGMA: COME SUPPORTARCI I nostri lettori sanno che Magma è disponibile gratis in versione digitale. Tutti i numeri fin qui pubblicati si trovano su Internet al seguente url: issuu.com/magmamagazine1 Chi preferisce ricevere direttamente il PDF per e-mail potrà invece iscriversi alla nostra mailing list inviando un messaggio al seguente indirizzo di posta elettronica: redazionemagma@gmail.com

Partner storici come Germania e Italia dovrebbero collaborare e sostenersi a vicenda

>>> Magma

La copertina del numero 19

Chi invece non è immune al fascino della carta stampata e preferisce avere il giornale in mano e magari collezionare tutti i numeri, potrà fare una donazione e riceverlo comodamente a casa a ogni uscita. Basterà scrivere un'e-mail all'indirizzo della redazione per ricevere maggiori informazioni. Queste le nostre coordinate bancarie: Kreditinstitut: Postbank IBAN: DE69 3701 0050 0981 8965 09 BIC: PBNKDEFF

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Libri

C'È ANCORA POSTO SUL COMODINO? I nostri consigli per una serie di libri, del 2020 (ma non solo), da leggere avidamente. La migliore cura per il lockdown di Daniela Bacchini

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on sarà un quadro esaustivo dei libri italiani usciti nel 2020 né tantomeno una lista di bestseller. Piuttosto una manciata di consigli su cosa scegliere nel caso ci sia ancora posto sul vostro comodino. Uscito alle fine del 2020, “Borgo Sud” (Einaudi) è l’ultimo romanzo di Donatella Di Pietrantonio. A tre anni di distanza da “L’Arminuta” - il libro (pubblicato in 27 paesi, tra cui la Germania) che le ha regalato il successo e la vittoria al Premio Campiello la scrittrice abruzzese ci regala un altro piccolo capolavoro, in cui ritmo narrativo, intensità emotiva e incisività linguistica si tengono in un equilibrio pressoché perfetto. La protagonista è ancora lei, l’Arminuta ormai diventata grande, che si è lasciata tutto alle spalle: l’Abruzzo arcaico del suo paese, una madre incapace di amare, un matrimonio fallito - per andare a insegnare in Francia. “Borgo Sud” vive di vita propria, leggere “L’Arminuta” prima non è un obbligo, semmai un piacere. Andare in giro per le strade di Napoli, attraverso la sua umanità e i suoi tic, la sua grandezza e la sua miseria: questo è quanto ci offre Maurizio de Giovanni in ogni suo libro. Non fanno eccezione i suoi due ultimi romanzi, “Una lettera per Sara” (Rizzoli) e “Troppo freddo per settembre" (Einaudi), entrambi usciti nel 2020. Sara Morozzi e Mina Settembre ne sono le rispettive protagoniste, due eroine già note ai lettori di de Giovanni, che vanno a infoltire quella fitta schiera di personaggi scaturiti dalla sua penna e amatissimi dal suo pubblico. Due nomi per tutti, i bastardi di Pizzofalcone, grosso successo letterario e televisivo, e il commissario Ricciardi, tutti e due approdati con le loro storie anche sugli scaffali delle librerie tedesche. Non è uscito nel 2020, ma

dal 2019 a oggi è stato un bestseller con oltre 400 mila copie vendute e 22 edizioni. È “I leoni di Sicilia” (Nord), il romanzo di Stefania Auci che narra la saga dei Florio, la famiglia che per oltre un secolo ha scritto la storia di Palermo e della Sicilia, dai primi umili passi mossi nella Calabria della fine del ‘700 fino ai grandi successi del XIX secolo. Il fortunato intreccio di passioni e avvenimenti storici – l’arrivo dei Garibaldini, la cacciata dei Borboni, l’avvento dei Savoia – e un ritmo narrativo pulsante rapiscono e costringono il lettore a una lettura serrata, nonostante le oltre 600 pagine. In Germania uscirà a maggio per Goldmann Verlag con il titolo “Die Löwen von Sizilien”. UNA RISCOPERTA Impossibilenonconoscerlo, "Il Gattopardo" di Giuseppe Tomasi di Lampedusa è un caposaldo della letteratura italiana del Novecento, reso eterno dalla magistrale trasposizione cinematografica di Luchino Visconti con i leggendari Burt Lancaster, Claudia Cardinale e Alain Delon come protagonisti. Leggerlo è dunque un must. Sia per rendere omaggio allo spessore letterario di Tomasi di Lampedusa, al quale in vita è stata negata la gioia di un successo arrivato soltanto postumo – sia per guardare da una prospettiva tutta siciliana ad avvenimenti storici importanti, quali la Spedizione dei Mille e la nascita del Regno d’Italia. Rileggerlo, invece, potrebbe aiutare a sfatare quel luogo comune secondo il quale l’intero romanzo ruoti intorno a un’unica frase, sin troppo citata: “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”. “Il Gattopardo” è molto, molto di più. È soprattutto il capolavoro di un autore che ci regala una scrittura di altissimo livello. ●

MUSICA: AMERIGO VERARDI Tra i più talentuosi musicisti e songwriter della sua generazione, Amerigo Verardi è un nome sconosciuto al grande pubbico e la cosa è un crimine contro l'arte che grida vendetta. Sin dagli anni 80, con i suoi Allison Run, una delle migliori espressioni della neopsichedelia europea, il musicista brindisino ci ha regalato momenti di straordinaria creatività proseguita poi con Lula, Lotus, da solista e in compagnia di Marco Ancona. A quattro anni da quel caleidoscopio di suoni & idee intitolato "Hippie dixit", Verardi ritorna con il doppio "Un sogno di Maila". Un racconto in musica di un'ora e

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17 minuti che ci narra la storia di una ragazza, Maila appunto, in questa vita e in quelle passate e future. Un disco intriso di misticismo che passa da ballate rarefatte a canzoni dal sapore prog, da influenze orientali a pezzi di pop obliquo, fino a episodi ritmicamente più sostenuti. Un disco in cui immergersi completamente per viaggiare in una dimensione "altra". Esattamente l'opposto della "musica da sottofondo da cui, volenti o nolenti, siamo circondati. Pubblicano The Prisoner, il CD, e Psych Out/ MarraCult, il doppio vinile in edizione limitata. (Roberto Calabrò)

>>> Un sogno di Maila La copertina del nuovo album di Amerigo Verardi


TV / Cinema

LUCI E OMBRE DI SAN PATRIGNANO In onda su Netflix il documentario che rievoca la storia della comunità di recupero e del suo controverso fondatore di Manuela Carzo

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enza dubbio, "SanPa: luci e tenebre di San Patrignano", la serie di Netflix sulla comunità di recupero per tossicodipendenti, è già il “caso” di questo inizio 2021. Il docu-film di cinque ore divise in cinque episodi, per la regia di Cosima Spender, ha riacceso il fuoco delle polemiche sul fondatore della comunità, Vincenzo Muccioli, morto nel 1995 e figura ambivalente: dio e aguzzino. "SanPa" non è altro che un diminutivo di San Patrignano, la comunità tuttora attiva sulle colline riminesi. Un nome amichevole, colloquiale. Oltre che dai filmati dell’epoca, gran parte della storia viene raccontata dai ragazzi e da coloro ai quali San Patrignano ha lasciato tracce profonde. Da quelli, insomma, che la parola “SanPa” l’hanno usata nella quotidianità. Qui non si parla solo del sogno di un uomo e non è il racconto definitivo e completo di una vicenda chiusa. Non è neanche una presa di posizione, un attacco, una difesa. Lo spettatore è messo di fronte a una serie di fatti e testimonianze, in cui si raccontano diverse verità senza mai giungere a una sola e univoca. Il periodo nel quale si colloca il racconto va dalla fine degli anni Settanta al 1995, vale a dire dalla nascita della comunità di recupero per tossicodipendenti alla morte di Vincenzo Muccioli. Le tante vicende intrecciate si alternano continuamente, creando una pluralità di voci contrastanti, approfondendo le storie dei personaggi intervistati e scavando nella psicologia e nella sensibilità di ciascuno. Ogni intervista aggiunge elementi alla storia, la arricchisce di dettagli e svela nuove interpretazioni. Più si va avanti con la visione, più prendere una posizione

sull’esperienza della comunità di San Patrignano diventa complicato. La riflessione interiore dello spettatore si scatena, è necessaria e continuativa, non si può rimanere impassibili. Se per i primi due episodi il racconto è incentrato sulla creazione della comunità e sui metodi usati per aiutare gli ospiti a uscire dalla tossicodipendenza, gli altri tre sembrano uno scontro aperto tra le due fazioni che attaccano e difendono il fondatore. Nella seconda parte di SanPa si affrontano i veri temi caldi: la violenza strutturale all’interno della comunità, il supporto economico e politico, in particolare quello di Gian Marco e Letizia Moratti, l’esplosione dell'AIDS, le pratiche esoteriche di Muccioli come medium e santone, la morte di Natalia Berla e l’omicidio di Roberto Maranzano. Fin dalla prima puntata fa impressione il rifiuto netto per qualsiasi forma di terapia psicologica all’interno della comunità, volutamente adottato da Muccioli e dal suo staff. I metodi studiati dal fondatore sono chiari sin dall’inizio, quasi ingenui per la loro semplicità: fiducia, lavoro e disciplina. Non si può scappare, chi si oppone viene punito. Si punta l’attenzione sull’uso di metodi punitivi disumani, come la segregazione forzata e le violenze corporali, ma si toccano anche temi estremamente sensibili, trattati in maniera sapiente e delicata senza mai scadere nella banalità. "SanPa" riflette sulle sfumature, ogni voce è importante per tentare di arrivare alla verità. Non si arriva necessariamente a risposte concrete ma nello spettatore resta un senso di dubbio morale che scaturisce nella domanda: quanto male si può fare per ottenere il bene? ●

FILM: L'ISOLA DELLE ROSE Cast italiano con un tocco internazionale (regia di Sidney Sibilia, ruolo da protagonista per Elio Germano), "L'incredibile storia dell’Isola delle Rose" narra la vicenda, in maniera più o meno fedele alla cronaca dei fatti essendo un film e non un documentario - del visionario ingegnere bolognese Giorgio Rosa, che trasformò un’utopia in realtà. Il film coinvolge lo spettatore per il surreale sogno anarchico di un manipolo di giovani che, seppur per poco, provò a costruire un mondo nuovo. L'isola, altro non era che una piattaforma artificiale di 400 metri quadrati, costruita nel

mare Adriatico a circa 11 km al largo delle coste di Rimini e 500 metri al di fuori delle acque territoriali italiane. Il 1º maggio 1968 l’Isola delle Rose si autoproclamò Stato indipendente. L’idea era proprio quella di dar vita a uno stato senza regole, dove gli abitanti potessero vivere accomunati dall’unico grande valore della libertà. Di fatto, però, fu una micronazione mai formalmente riconosciuta da nessun Paese del mondo. L'isola venne occupata, e poi distrutta, dopo pochi mesi dalla Marina militare italiana. (Manuela Carzo)

>>> L'Isola delle Rose La locandina del film

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Qui Berlino

QUI BERLINO Una nuova guida della capitale ci invita a scoprire la Berlino nascosta di Marco Gobbetto Berlino, a differenza di altre sue “colleghe” europee, non può oggettivamente essere definita una città bella. Di certo architettonicamente non è paragonabile a Londra, Parigi o Roma: Alexander Platz non è Trafalgar Square, la Karl-Marx-Alle non può di certo competere con gli Champs-Élysées. Ma, al di là di un livello puramente estetico, il fascino di Berlino risiede nello scoprire la storia che è nascosta dietro ai suoi luoghi, anche e soprattutto in quelli meno conosciuti dal turista medio, il visitatore mordi e fuggi che preferisce essere colpito subito visivamente piuttosto che informarsi sulla storia nascosta di un luogo. Per conoscere queste perle storiche e per apprezzare ancora meglio i luoghi più conosciuti, ci viene in soccorso Gian Piero Piretto, autore di “Vagabondare a Berlino” (Raffaello Cortina Editore, 360 pp., € 25), impreziosito dalle illustrazioni di Manuele Fior. Un volume che, da berlinese d’adozione, mi sento di consigliare ai lettori di "Magma". Il libro si presenta come una guida turistica insolita, dove non troverete il consueto elenco dei musei o i monumenti più famosi della capitale, ma una serie di luoghi di Berlino e dintorni fondamentali per riuscire a capire la vera anima della città tedesca che, più di ogni altra, ha subito i tumulti storici che hanno caratterizzato il XX secolo. Piretto, che frequenta assiduamente Berlino dal 1979, ci trasporta in un viaggio temporale in cui il passato si rispecchia nel futuro. È una sorta di sospensione spazio-

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temporale in cui il vagabondare dell’autore ci accompagna nella nostra visita della città. Così come Piretto, anche il turista è invitato a perdersi dentro Berlino, a vagabondare senza il compulsivo utilizzo di Google Maps per riuscire a scoprire i suoi angoli nascosti. Un invito che è rivolto anche a chi a Berlino ci vive da anni. Grazie alle sue pagine scopriamo, ad esempio, che il Majakowskiring, nel quartiere tutt’altro che turistico di Pankow, era la strada dove abitavano i più importanti esponenti della DDR. Vestigia dell’ex Repubblica Democratica è anche il Dong Xuan, ex fabbrica oggi centro commerciale vietnamita nel quartiere di Lichtenberg sicuramente meno conosciuto rispetto al più turistico e patinato Kadewe, ma in cui si può respirare quell’atmosfera cosmopolita, quel meltin' pot di culture che caratterizza la città. Anche il tanto evitato (non solo dai turisti, ma anche dagli abitanti stessi) quartiere di Marzhan viene inserito nella guida con l’invito ad “[…]addentrarsi nell’Est più profondo, lontano dalla Berlino piacente per scoprirne lati meno allettanti ma non privi di fascino e interesse”. Un volume che ha il pregio di anteporre l’importanza storica di un luogo rispetto alla sua estetica. Proprio attraverso la conoscenza dei fatti avvenuti, tutti possono arrivare ad apprezzare la vera bellezza di una capitale che più di tutte porta le cicatrici del XX secolo e le esibisce fieramente.

Il fascino di Berlino risiede nello scoprire la storia che è nascosta dietro ai suoi luoghi

IMPRESSUM MAGMA

Il nuovo magazine per gli italiani in Germania Direttore: Roberto Calabrò Redazione: Manuela Carzo Veronica Cesarco Hanno collaborato: Daniela Bacchini Sandra Ciarcianelli Marco Gobbetto Stampa Poster Print Cologne V.i.S.d.P. Roberto Calabrò Balthasarstr. 57 50670 Köln e-mail: redazionemagma@gmail.com Facebook facebook.com/magma2016 Web issuu.com/magmamagazine1


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