Magma #15

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settembre - ottobre 2019

No 15

Il nuovo magazine per gli italiani in Germania

>>> RICERCHE

Maurizio Valenti e il calcio femminile pag. 3

>>> GERMANIA

Il nuovo Governo italiano visto da qui pag. 4

>>> EVENTI

Il documentario sul poeta Ferlinghetti pag. 5

>>>SERIE TV "The New Pope" di Paolo Sorrentino pag. 6

>>> QUI BERLINO La rubrica a cura di Berlino Magazine pag. 8

EDITORIALE SERENO VARIABILE Conclusa questa "pazza estate" che ha visto cadere il governo Conte, per un clamoroso errore strategico del ministro dell'Interno Matteo Salvini, e la nascita di un Conte bis con il PD e LeU al posto della Lega, ritorniamo a occuparci di ciò che riguarda da vicino l'Italia e la Germania. L'allontanamento, ci si augura non solo temporaneo, di Salvini da incarichi di governo mette il nostro paese in una condizione diversa nei rapporti con i partner europei. Rasserena il quadro politico e anche i mercati. C'è una nube, però, a guastare le relazioni tra Italia e Germania: è la vicenda dei manager della ThyssenKrupp, condannati in Italia a pene severe per il rogo in cui dodici anni fa persero la vita sette operai e ancora a piede libero in madre patria. Ne parliamo nell'articolo di copertina. In questo quindicesimo numero di Magma ci sono tanti spunti di lettura. Vi presentiamo, tra le altre cose, il prossimo evento targato Magma e.V.: la prima in terra tedesca di "Lawrence: A Lifetime In Poetry", il documentario dedicato dalle nostre connazionali Giada Diano e Elisa Polimeni al grande poeta Beat, Lawrence Ferlinghetti.

LO SCANDALO THYSSENKRUPP di VITTORIA DE LEO

Più di una volta durante il suo mandato, l'ex ambasciatore italiano a Berlino, Pietro Benassi, ha ricordato la tragedia di Torino negli stabilimenti della ThyssenKrupp, il rogo in cui nella notte fra il 5 e 6 dicembre 2007 furono coinvolti otto operai. 26 anni il più giovane, 54 il più anziano. Sette morirono, solo uno di loro riuscì a salvarsi. La causa della tragedia, così appurarono le indagini della magistratura torinese, fu la mancanza di sicurezza nell'acciaieria. ThyssenKrupp aveva deciso di dismettere l'impianto di Torino e non aveva perciò

alcuna intenzione di investire denaro per rendere più sicuro lo stabilimento. La linea 5, quella in cui si verificò l'incidente, aveva già mostrato criticità. Il processo a carico dell'azienda e dei suoi dirigenti, italiani e tedeschi, durato nei vari gradi di giudizio cinque anni, si è concluso con la condanna dei manager della multinazionale tedesca a pene detentive da 6 anni e 3 mesi a 9 anni e 8 mesi. Lo scandalo di questa vicenda è che, mentre i quadri italiani della ThyssenKrupp stanno scontando le loro pene in carcere, i manager tedeschi >


sono ancora a piede libero. Herald Espenhahn , amministratore delegato della società ThyssenKrupp Acciai Speciali Terni, condannato in via definitiva a 9 anni e 8 mesi per “omicidio e incendio colposo e omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro”, e il manager Gerald Priegnitz, condannato a 6 anni e 10 mesi, non hanno trascorso un solo giorno in carcere. In tutto questo tempo, mentre le famiglie degli operai non hanno smesso di piangere i loro cari scomparsi, i due manager hanno continuato a lavorare tranquillamente per il colosso tedesco, come se nulla fosse. Pietro Benassi, quando era ambasciatore, ha provato a richiamare più volte la Germania ai suoi doveri. Lo ha fatto pubblicamente e, immaginiamo, anche per via diplomatica. Adesso è Radio Colonia, il programma in lingua italiana di Cosmo - WDR a riprendere e rilanciare la questione. In un servizio a cura di Cristina Giordano, andato in onda all'inizio di settembre, sono state ripercorse le lunghe tappe di questa drammatica vicenda. Radio Colonia ha ricordato che ThyssenKrypp è stata condannata per il mancato adeguamento dell’impianto anticendio dello stabilimento nelle figure dell'amministratore delegato Harald Espenhahn (9 anni e 8 mesi), del responsabile del settore finanziario, Gerald Priegnitz (6 anni e 10 mesi), del dirigente marketing italiano Marco Pucci (6 anni e 10 mesi). Condanne anche per il membro del comitato esecutivo Daniele Moroni (7 anni e 6 mesi), l’ex direttore dello stabilimento Raffa-

ele Salerno (8 anni e 6 mesi) e il responsabile della sicurezza Cosimo Cafueri (6 anni e 8 mesi). Ma se per i dirigenti italiani l’esecuzione della pena è stata immediata, non è stato così per i due manager tedeschi Espenhahn e Priegnitz. Al momento nessuno dei due ha scontato la pena, nonostante il Tribunale di Essen si sia pronunciato giudicando "eseguibile" e dunque applicabile sul suolo tedesco la condanna. Il perché di questo ritardo nell'applicazione della sentenza è solo di natura giudiziaria o è anche di natura politica, come è sembrato a molti? Pare che non ci siano altre ragioni se non una infinita serie di ricorsi, l'ultimo dei quali dovrebbe andare a sentenza in tempi brevi, anche se è da più parti filtrata l'idea che la Germania volesse proteggere due figure di spicco di una delle sue aziende più importanti e prestigiose. Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, già nella sua prima esprienza in Via Arenula, aveva fatto pressioni in un incontro bilaterale con la sua omologa tedesca che, pur mostrando un atteggiamento collaborativo, aveva ammesso di non potere far nulla affinché un altro potere dello Stato, la magistratura, esegua una sentenza. Riconfermato ministro della Giustizia nel Conte-bis, Bonafede ha affermato in tempi recenti che l'Italia non ha "timori reverenziali nei confronti della Germania e dell'Europa. Ci auguriamo novità nei prossimi mesi e che la sentenza venga eseguita al massimo entro il 2019". Staremo a vedere. ●

Il ritardo nella applicazione della sentenza è solo di natura giudiziaria o anche politica?

IN BREVE >>> LA TRAGEDIA DI TORINO

La notte tra il 5 e 6 dicembre 2007 un rogo si sviluppa all'interno dell'impianto torinese della ThyssenKrupp: morti sette operai, un solo superstite.

>>> LE RESPONSABILITÀ

Per la magistratura, i manager dell'azienda non hanno garantito adeguati livelli di sicurezza nello stabilimento. Alcuni hanno cercato di nascondere le responsabilità della ThyssenKrupp.

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>>> IL PROCESSO

Durato cinque anni, il procedimento penale si è concluso con pesanti condanne dell'amministratore delegato e di altri sei manager del colosso tedesco dell'acciaio.

>>> A PIEDE LIBERO

Mentre i manager italiani della ThyssenKrupp stanno scontando la loro pena in carcere, l'amministratore delegato Harald Espenhahn e il manager Gerald Priegnitz non hanno mai messo piede dietro le sbarre.

>>> Il superstite

Antonio Boccuzzi, l'unico operaio rimasto vivo nel rogo


Persone

Un progetto UEFA

DERBY ROSA TRA ITALIA E GERMANIA Docente a Manchester, Maurizio Valenti ci spiega il calcio al femminile. E le differenze tra i modelli di Italia e Germania

di Roberto Calabrò Ventisei anni, reggino, Maurizio Valenti insegna Management dello Sport alla Manchester Metropolitan University in Inghilterra. Lo scorso anno il giovane accademico italiano è stato tra i sette prescelti dalla UEFA, la federazione calcistica europea, per uno studio sul calcio nel Vecchio Continente. La sua ricerca si è focalizzata sul football femminile e sul modello di business dei vari club. Alla luce del successo, anche in termini di visibilità mediatica, della nostra Nazionale femminile agli ultimi Mondiali (7 giugno - 7 luglio 2019), si può dire che la sua intuizione di approfondire le tematiche inerenti il calcio "rosa" sia stata lungimirante. Lo abbiamo incontrato anche per capire di più come funziona l'universo del football al femminile e le differenze esistenti tra Italia e Germania. Professor Valenti, da dove nasce il suo interessamento al calcio femminile e l'idea di approfondire i diversi modelli di business delle società europeee? Nel 2016 ho condotto uno studio sul football femminile come parte del mio dottorato di ricerca all'Università di Stirling, in Scozia. Da lì ho approfondito tutta una serie di tematiche, soprattutto grazie al continuo confronto con i responsabili del calcio femminile di Italia e Scozia. Partendo da questa base, ho presentato il progetto di uno studio dei modelli di business dei vari club in Europa, che lo scorso anno è stato uno dei sette selezionati dalla UEFA su un totale di oltre cinquanta. Il mio interessamento al calcio femminile nasce dal fatto che in campo universitario la ricerca sul football è molto estesa, ma sul "versante rosa" c'è ben poco e ho pensato che bisognasse iniziare a colmare questo vuoto nella letteratura accademica. Tra l'altro la UEFA ha messo in agenda per i prossimi anni lo sviluppo di questa disciplina e i tempi sono

stati perfettamente coincidenti. Quali sono i risultati più importanti delle sue ricerche, in particolare dello studio condotto per la UEFA? Lo studio che ho realizzato per la UEFA si divide in due parti. Nella prima ho inviato un questionario a tutti i club

>>> Maurizio Valenti Docente universitario

europei di calcio femminile e ho tracciato un quadro di 69 società di 28 diverse nazioni dal punto di vista manageriale, finanziario, di esposizione mediatica, di marketing e degli elementi infrastrutturali (campi di allenamento, stadi, ecc.). Nella seconda mi sono focalizzato più nello specifico su quei club "integrati" che hanno cioè all'interno della società sia una squadra maschile che femminile, come ad esempio la Juventus. Ho realizzato interviste approfondite ai responsabili di 8 top club di Italia, Germania, Olanda, Portogallo, Spagna e Belgio. Avere una squadra femminile all'interno di una società prevalentemente maschile (vedi Juventus, Barcelona, Bayern Monaco) dà l'opportunità a queste società di migliorare la propria immagine, la propria reputazione, ad esempio per quanto riguarda il tema molto sentito della parità di genere. In secondo luogo è per loro un'opportunità commerciale perché il calcio femminile si rivolge a un target di

pubblico diverso: famiglie, donne, non necessariamente le stesse persone che seguono il football maschile. Infine c'è un ritorno da un punto di vista organizzativo perché si migliorano i protocolli dal punto di vista tecnico e medico. In altre parole, si professionalizza il calcio femminile. Quando poi viene associato a un brand molto forte, come quello dei top club europei, è alta la possibilità che le squadre femminili attraggano ancora più gente e generino ricavi. Qual è la condizione professionale delle calciatrici europee? Varia da nazione a nazione. Per esempio in Italia le calciatrici non sono professioniste, per cui generalmente svolgono un'altra attività. Italia - Germania. Derby fuori dal campo. Quali sono le principali differenze tra queste due federazioni? La principale è che la Germania investe molto, mentre l'Italia è ripartita solo nel 2015 con un piano di riforme. Il campionato tedesco è stato per tanti anni il principale in Europa, adesso stanno recuperando terreno soprattutto le federazioni spagnola e inglese. Il problema principale del movimento italiano è che ci sono ancora troppe poche praticanti: circa 25mila su una popolazione di 60 milioni, in Germania sono quasi 200mila. La Germania investe 10 milioni di euro all'anno per promozione, supporto alla Nazionale, infrastrutture, l'Italia quattro. Cosa rappresenta il successo mediatico della nostra Nazionale ai Mondiali? Un punto di partenza. Bisogna cambiare in fretta molte cose. Sul versante legislativo le atlete devono poter essere professioniste. E poi c'è bisogno di forti investimenti in strutture, marketing, promozione (dalla scuola alla TV) e di dare una visione d'insieme molto più completa. C'è ancora molto da fare. ●

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Deutschland

Die neue Regierung in Italien

PRESSESTIMMEN ZUR REGIERUNG Was die deutsche Presse zur italienischen Krise und zur neuen Koalition sagt von Veronica Cesarco

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Die Zeit der Dauerattacken auf die Europäische Union ist vorbei

m 5. September 2019 hat das Kabinett Conte II die neue Regierung Italiens gebildet: Die Fünf-Sterne-Bewegung (M5S) und die Sozialdemokraten (PD) brachten ein Regierungsbündnis zustande. Die Bildung der neuen Koalition fand große Beachtung in der nationalen und internationalen Presse sowie in den meisten deutschen Medien, die positiv über das europafreundliche Team berichtet haben. „Die Zeit der Dauerattacken auf die Europäische Union ist vorbei. Conte setzt entschieden auf die Zusammenarbeit mit Brüssel“ so kommentiert der Spiegel. Auch die Zeit sieht die neue Regierung als „deutlich proeuropäischer als die Allianz aus Fünf Stern und Lega“ trotz des vergangen Haushaltsstreits. Wirtschaft steht an erster Stelle auf der politischen Agenda Italiens: Eine Mehrwertsteuererhöhung wurde Anfang Januar wieder gestoppt und „Investitionen in Schulen, das

Gesundheitssystem und die "green economy" sind geplant. Wie das alles bezahlt werden soll, noch dazu angesichts des gigantischen Schuldenbergs, hat die neue Regierung allerdings nicht mitgeteilt“ stellt jedoch der Spiegel in Frage. Der alte und neue Ministerpräsident ist nämlich mit schwierigen Herausforderungen konfrontiert: „Die Regierung Conte steht nun im Dreieck von Verzicht, Verhandlungen und Streit mit Brüssel sowie den Gefahren höherer Schulden“ schreibt die FAZ. Auch über das Thema von Migration hat man berichtet: Conte will Änderungen der Dublin-Regeln sowie eine Verteilung der Flüchtlinge auf andere EU-Staaten. In diesem Zusammenhang ist die Innenministerin Luciana Lamorgese als eine klare Abgrenzung zum rechtspopulistischen Salvini betrachtet, für welchen das Innenministerium „als Resonanzboden für vielerlei populistische Aktionen“ (FAZ) und „wie eine große Propagandamaschine gegen Migranten“ (Spiegel) war. ●

Lo Studio Legale Centamore & Loghman-Adham, sito nei pressi di Francoforte sul Meno, da agosto 2019 ha ampliato le proprie competenze, svolgendo d’ora in avanti anche attività notarile. L’Avv. Rosario Centamore è stato nominato NOTAIO per la circoscrizione della pretura di Offenbach am Main. D’ora in avanti, oltre all’attività di Avvocato, eserciterà anche quella di Notaio. Il rogito degli atti notarili verrà redatto anche in lingua italiana. Centamore | Loghman-Adham Studio Legale & Notarile Mainstraße 157 · 63065 Offenbach/M. Tel. 069/15344826 · www.centamore-loghman.de 4


Magma e.V.

Una nuova iniziativa della nostra associazione

CENT'ANNI DI CONTROCULTURA Il prossimo 11 ottobre Magma e.V. presenta la prima in Germania del documentario sul poeta Beat Ferlinghetti di Roberto Calabrò

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l potere della parola, la poesia come arma per rivoluzionare il mondo, la (contro)cultura come strumento politico. In tutto questo ha creduto, e continua a credere, Lawrence Ferlinghetti, esponente di punta della Beat Generation, poeta, pittore, libraio e editore che ha festeggiato il suo centenario a San Francisco lo scorso 24 marzo. Tra le numerose iniziative in programma in quei giorni vi è stata anche la proiezione del documentario "Lawrence: A Lifetime In Poetry" delle autrici italiane Giada Diano ed Elisa Polimeni, amiche e collaboratrici storiche del poeta americano. La prima è la sua traduttrice e biografa ufficiale (Io sono come Omero. Vita di Lawrence Ferlinghetti, Feltrinelli, 2008), la seconda la curatrice delle sue mostre italiane. Magma e.V., in collaborazione con il Consolato Generale d'Italia a Colonia, è lieta di presentare il documentario per la prima volta assoluta in Germania, venerdì 11 ottobre, alle ore 19, presso il die Wohngemeischaft Theater a Colonia. "Lawrence" è un ritratto intimo, vivace e ironico di Lawrence Ferlinghetti. Girato nel 2012 in luoghi simbolici di San Francisco e della Bay Area, come la libreria City Lights o lo studio pittorico

del poeta all’Hunters Point Shipyard, il documentario svela in 55 minuti tutto l'universo personale, poetico e ideale, del grande intellettuale americano. Di fronte alla telecamera delle sue amiche italiane, Ferlinghetti parla spontaneamente con il suo caratteristico senso dell’umorismo, raccontando in modo coinvolgente la storia della sua vita. Una vita lunga, che ha attraversato il Novecento per proiettarsi nel nuovo millennio. Una vita vissuta con uno sguardo sempre lucido, mantenendo dritta la barra di un pensiero umanista e intimamente rivoluzionario. Come poeta, editore, pittore e difensore della libertà di parola, Lawrence Ferlinghetti ha lasciato un segno profondo nella storia letteraria e culturale americana. La proiezione, in inglese con sottotitoli in italiano, sarà seguita dall'incontro con le due autrici. Un appuntamento da non perdere. ●

MAGMA: COME SUPPORTARCI I nostri lettori sanno che Magma è disponibile gratis in versione digitale. Tutti i numeri fin qui pubblicati si trovano su Internet al seguente url: issuu.com/magmamagazine1 Chi preferisce ricevere direttamente il PDF per e-mail potrà invece iscriversi alla nostra mailing list inviando un messaggio all'indirizzo: redazionemagma@gmail.com

Ferlinghetti ha lasciato un segno profondo come poeta, editore e difensore della libertà di parola

>>> Magma

La copertina del numero 14

Chi invece non è immune al fascino della carta stampata preferisce avere il giornale in mano e magari collezionare tutte le uscite, potrà fare una donazione e riceverlo comodamente a casa. Basterà scrivere un'e-mail all'indirizzo della redazione per ricevere maggiori informazioni. Queste le nostre coordinate bancarie: Kreditinstitut: Postbank IBAN: DE69 3701 0050 0981 8965 09 BIC: PBNKDEFF

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Mostre

CARTOLINE DALL'EUROPA In un periodo di crisi dell'idea europea, il fotografo Ottavio Sellitti propone un viaggio nel Vecchio Continente di Sandra Ciarcianelli

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n un momento storico come quello attuale, dove viene posta costantemente in discussione l’idea di Europa e dell’identità dei cittadini europei, una mostra fotografica che si fonda sul concetto di unione e di uguaglianza fra i cittadini di stati diversi, non può che essere un’iniziativa culturale di grande valore. A Frankfurt am Main il 6 settembre scorso, è stata inaugurata l’esposizione fotografica di Ottavio Sellitti, dal titolo Postcards from Europe, nella quale viene trattato il tema delle analogie e differenze sociali, culturali e politiche tra i cittadini europei. Il concetto di Unione Europea, creato subito dopo la fine della Seconda guerra mondiale, fondato inizialmente sulla base di accordi economici, ha poi sviluppato un sentimento idealistico di condivisione frutto della volontà dei numerosi cittadini che popolano il Continente. Pur essendoci differenze tra uno Stato e l’altro, la mostra presso la Frankfurter Westend Galerie è un’occasione per i visitatori per confrontarsi e riflettere sui fattori ambientali e culturali in un viaggio attraverso l’Europa. L’esposizione realizzata con il patrocinio del Consolato Generale d’Italia di Francoforte e con l’appoggio dell’Istituto Italiano di Cultura di Colonia, è organizzata in quattro pannelli di grandi dimensioni nei quali vengono proposti i punti di vista artistici

d’Europa: si tratta di composizioni di centinaia di fotografie realizzate in diversi paesi europei che, pur mantenendo una certa singolarità, hanno anche elementi ricorrenti e comuni. Questi elementi, a volte astratti, perché cercano di rappresentare valori, morale e connessioni, richiedono molta attenzione per poter essere percepiti. Le immagini sono in bianco nero, realizzate in analogico e sviluppate dall’artista stesso, Ottavio Sellitti, su carta fotografica baritata, un tipo di carta pregiata che le valorizza. Le foto sono state numerate e indicano il luogo e la data dello scatto, per poter essere identificate su una brochure separata. Con questo singolare sistema il visitatore viene stimolato a indovinare a quale luogo l’immagine appartiene, e ogni qualvolta fornisce una risposta errata, sarà indotto a riflettere su quanto sia facile confondersi tra le diverse città e nazioni, avendo esse tanti elementi in comune tra di loro. I testi sono redatti sul dorso delle cartoline e sono esposti insieme ai grandi pannelli. Gli spettatori sono invitati a lasciare i propri commenti scritti proprio sulle cartoline disponibili. La mostra si concluderà il 25 ottobre con il finissage e l’happy art hour alla presenza dell'artista: Ottavio Sellitti rifletterà anche sui messaggi lasciati dal pubblico durante le settimane precedenti. ●

EVENTI DA NON PERDERE > > > Venerdì 27 settembre, l'A.N.P.I. ospita

la tavola rotonda "Menschenrechte haben keine Grenzen - I diritti umani non hanno frontiere". Ospiti l'ex sindaco di Riace, Mimmo Lucano, l'attore teatrale Moni Ovadia e la docente universitaria Giovanna Fiume. Alle ore 18:30 presso la Lutherkirche (Martin-Luther-Platz 2/4) di Colonia. > > > A Berlino, lunedì 30 settembre, alle ore 19, il Kino (Nasenstraße 22) presenta il documentario di Adele Tulli, "Normal". Un'opera sulla costruzione e assimilazione del genere nella società italiana. Seguirà un incontro con la regista.

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> > > A Colonia, venerdì 11 ottobre, alle

ore 19, presso die Wohngemeinschaft Theater (Richard-Wagner-Str. 39), Magma presenta la premiere di "Lawrence: A Lifetime In Poetry", documentario sul poeta beat Lawrence Ferlinghetti, a cura di Giada Diano ed Elisa Polimeni. Le autrici incontreranno il pubblico dopo la proiezione. > > > Giovedì 17 ottobre, l'Italienischer Filmclub di Düsseldorf presenta la proiezione de "La gatta Cenerentola", adattamento in cartoni animati di un "cunto" di Giambattista Basile. Alle ore 20 presso la sala Black Box in Schulstr. 4.

>>> Moni Ovadia Attore e regista teatrale


Televisione / Musica

SORRENTINO E "THE NEW POPE" Il regista napoletano, cha aveva scandalizzato con "The Young Pope", si sfida proponendo il sequel della serie TV di Manuela Carzo

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he Young Pope è stata la serie televisiva più discussa del 2016. Ideata e diretta dal premio Oscar Paolo Sorrentino con un cast d'eccezione che comprendeva, tra gli altri, Jude Law, Diane Keaton, Silvio Orlando e Javier Cámara, si è conclusa con con una media di spettatori superiore al milione e mezzo. La storia, girata alla maniera sorrentiniana, visionaria e a tratti irreale, raccontava la storia di Lenny Belardo, cardinale americano salito al soglio pontificio con il nome di Pio XIII. Papa non convenzionale, incline al comando, intransigente e vendicativo, Lenny si confida al suo confessore: «Sono una contraddizione: come Dio, uno e trino, come la Madonna vergine e madre, come l’uomo buono e cattivo». La storia era potente, ricca di immagini, dettagli e riferimenti artistici, a cominciare dalla sigla: Lenny che passeggia lungo una galleria di dipinti che raffigurano la storia della chiesa, sulle note di All Along The Watchtower di Bob Dylan nella versione di Devlin. "The Young Pope" raccontava di uomini soli, prima che di preti e cardinali, toccando argomenti scottanti e temi attuali: il celibato, la pedofilia, l‘omosessualità, l‘aborto. Mentre nelle prime due puntate Pio XIII è un concentrato di onnipotenza e austerità, con il passare del tempo si rivela un essere fragile e sensibile e, come tutti i personaggi di Sorrentino, incerto e sconsolato. È stato abbandonato in giovane età dai genitori e per questo soffre,

non dimentica e dubita dell‘esistenza di Dio. Ma il suo volto, dapprima cinico, con il trascorrere delle ore si addolcisce e parla di amore come unico miracolo umano. Al centro della scena insieme a Lenny, Sorrentino pone la figura della donna, la magnifica Diane Keaton, consigliera e madre: Suor Mary, che lo ha accudito fin dal giorno dell‘abbandono e continua a stargli accanto in questo percorso di vita. Una serie tv che va oltre la televisione: cinema ricco di estetica, di intrecci narrativi e di una splendida fotografia dove «la derivazione teatrale di un attore diventa un valore aggiunto», secondo Silvio Orlando. Tre anni dopo Sorrentino ritorna con il sequel "The New Pope". Nove episodi in cui, accanto a Jude Law, vedremo altri pezzi da novanta come John Malkovich (nei panni del nuovo papa) e le apparizioni di Sharon Stone e della rockstar Marilyn Manson. Scritta da Sorrentino con Umberto Contarello e Stefano Bises, la serie HBO - che in Italia andrà in onda su Sky - affronta questa volta il tema del "doppio papato", un po' come successo al momento delle clamorose dimissioni di papa Ratzinger/Benedetto XVI. Le anticipazioni - la serie è stata presentata fuori concorso all'ultimo Festival del Cinema di Venezia - dicono che si tratta di una nuova prova in cui il regista partenopeo ha voluto sfidarsi e sfidare il suo pubblico, mettendo assieme una narrazione che unisce magniloquenza delle immagini e un plot ricco di simbolismi e di colpi di scena. ●

DA ASCOLTARE: UZEDA Sono la più internazionale delle nostre rock band. Hanno suonato in lungo e largo in Europa, Stati Uniti e Giappone. Sono stati tra i pochi gruppi italiani trasmessi dal leggendario John Peel sulla BBC e l'unico ad avere avuto un disco pubblicato nella prestigiosa serie "The Peel Sessions". Il loro produttore è il celebre Steve Albini (Nirvana, Pixies, ecc.). Non hanno mai ottenuto successo su larga scala, cosa assai difficile in Italia vista la scelta di cantare in inglese e un sound così lontano dai tormentoni nazionalpopolari che passano per radio, in compenso la loro attitudine

fieramente indipendente e scevra da compromessi ha garantito loro grande prestigio nella scena rock internazionale. Adesso i catanesi Uzeda ritornano in pista con il loro sesto album, "Quocumque jeceris stabit" (Overdrive), un disco emozionante e sofferto in cui la formula del quartetto trova nuovi percorsi espressivi, sempre in bilico tra rarefazioni strumentali ed esplosioni al calor bianco su cui trova spazio la bella voce di Giovanna Cacciola. Ispirati come agli esordi, ma ancor più compatti e maturi, firmano uno dei loro lavori più interessanti. Roberto Calabrò

>>> Uzeda La copertina del nuovo album

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Qui Berlino

QUI BERLINO Non una semplice rassegna cinematografica, CineDì è uno specchio dell'Italia

di Marco Gobbetto Il cinema è sicuramente una delle ultime eccellenze che il nostro Paese può ancora vantarsi di esportare in tutto il mondo. Di certo non si sono tirate indietro le sale cinematografiche di Berlino che, negli ultimi anni, offrono una programmazione in cui spiccano i grandi classici del cinema italiano. Grazie a Mara Martinoli, giovane expat toscana, da anni curatrice di Cineperitivo, rassegna domenicale che si svolge presso la storica sala Babylon, l’offerta del cinema nostrano sugli schermi berlinesi ha sicuramente avuto un salto di qualità. La Martinoli ha deciso infatti di creare un progetto ancora più interessante. Si tratta di CineDì – Italienisches Kino am Dienstag che, a differenza di Cineaperitivo, vuole portare nei cinema berlinesi non le pellicole storiche prodotte in Italia, ma i migliori film contemporanei realizzati negli ultimi anni nel nostro paese. Si tratta di opere che, spesso, difficilmente possiamo vedere anche nelle sale italiane ma che raccontano la nostra società contemporanea e sono testimoni della qualità a cui può ancora arrivare la settima arte in Italia. A detta della Martinoli, «non è soltanto una rassegna di cinema italiano, ma è una selezione accurata di lungometraggi che si sono distinti grazie a un metodo narrativo innovativo e per aver affrontato alcune tematiche particolarmente attuali». Nelle intenzioni della sua curatrice CineDì vuole portare, una volta al mese, uno di questi film in lingua origi-

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nale e con sottotitoli in tedesco, nel prestigioso Kino in der Kulturbrauerai a Prenzlauer Berg. La rassegna è nata grazie a una campagna di crowdfunding e ha visto la sua "prima" nel febbraio 2019 con la proiezione di uno dei film più apprezzati da pubblico e critica negli ultimi anni: "Dogman" di Matteo Garrone. Da subito CineDì ha riscosso un grande successo, risultato che ha permesso alla rassegna di proseguire, offrendo titoli come "Il Cratere" di Luca Bellino o "L’intrusa" di Leonardo Di Costanzo. Forte della risposta positiva degli spettatori, la Martinoli è riuscita anche a invitare, per alcune proiezioni, registi o attori che in sala hanno presentato le loro opere e dialogato col pubblico. È successo anche il mese scorso quando Carolina Raspanti, protagonista di "Dafne", uno dei film italiani più applauditi all’ultima Berlinale, ha presentato il film al pubblico berlinese. Anche per il prossimo appuntamento di CineDì, che si terrà a ottobre, la regista Adele Tulli risponderà alle domande del pubblico prima della proiezione di "Normal", film che vuole esplorare “la messa in scena collettiva dell’universo maschile e femminile, proponendo una riflessione sull’impatto che ha sulle nostre vite la costruzione sociale dei generi”. CineDì, più che una rassegna, vuole essere un piccolo strumento da usare per comprendere i cambiamenti culturali e sociali in atto nel nostro Paese.

Molto più che una rassegna di cinema, CineDì è uno strumento per capire l'Italia di oggi

IMPRESSUM MAGMA

Il nuovo magazine per gli italiani in Germania Direttore: Roberto Calabrò Redazione: Manuela Carzo Veronica Cesarco Hanno collaborato: Sandra Ciarcianelli Vittoria De Leo Marco Gobbetto Marcello Sergi Stampa Poster Print Cologne V.i.S.d.P. Roberto Calabrò Balthasarstr. 57 50670 Köln e-mail: redazionemagma@gmail.com Facebook facebook.com/magma2016 Web issuu.com/magmamagazine1


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