settembre - ottobre 2019
No 15
Il nuovo magazine per gli italiani in Germania
>>> RICERCHE
Maurizio Valenti e il calcio femminile pag. 3
>>> GERMANIA
Il nuovo Governo italiano visto da qui pag. 4
>>> EVENTI
Il documentario sul poeta Ferlinghetti pag. 5
>>>SERIE TV "The New Pope" di Paolo Sorrentino pag. 6
>>> QUI BERLINO La rubrica a cura di Berlino Magazine pag. 8
EDITORIALE SERENO VARIABILE Conclusa questa "pazza estate" che ha visto cadere il governo Conte, per un clamoroso errore strategico del ministro dell'Interno Matteo Salvini, e la nascita di un Conte bis con il PD e LeU al posto della Lega, ritorniamo a occuparci di ciò che riguarda da vicino l'Italia e la Germania. L'allontanamento, ci si augura non solo temporaneo, di Salvini da incarichi di governo mette il nostro paese in una condizione diversa nei rapporti con i partner europei. Rasserena il quadro politico e anche i mercati. C'è una nube, però, a guastare le relazioni tra Italia e Germania: è la vicenda dei manager della ThyssenKrupp, condannati in Italia a pene severe per il rogo in cui dodici anni fa persero la vita sette operai e ancora a piede libero in madre patria. Ne parliamo nell'articolo di copertina. In questo quindicesimo numero di Magma ci sono tanti spunti di lettura. Vi presentiamo, tra le altre cose, il prossimo evento targato Magma e.V.: la prima in terra tedesca di "Lawrence: A Lifetime In Poetry", il documentario dedicato dalle nostre connazionali Giada Diano e Elisa Polimeni al grande poeta Beat, Lawrence Ferlinghetti.
LO SCANDALO THYSSENKRUPP di VITTORIA DE LEO
Più di una volta durante il suo mandato, l'ex ambasciatore italiano a Berlino, Pietro Benassi, ha ricordato la tragedia di Torino negli stabilimenti della ThyssenKrupp, il rogo in cui nella notte fra il 5 e 6 dicembre 2007 furono coinvolti otto operai. 26 anni il più giovane, 54 il più anziano. Sette morirono, solo uno di loro riuscì a salvarsi. La causa della tragedia, così appurarono le indagini della magistratura torinese, fu la mancanza di sicurezza nell'acciaieria. ThyssenKrupp aveva deciso di dismettere l'impianto di Torino e non aveva perciò
alcuna intenzione di investire denaro per rendere più sicuro lo stabilimento. La linea 5, quella in cui si verificò l'incidente, aveva già mostrato criticità. Il processo a carico dell'azienda e dei suoi dirigenti, italiani e tedeschi, durato nei vari gradi di giudizio cinque anni, si è concluso con la condanna dei manager della multinazionale tedesca a pene detentive da 6 anni e 3 mesi a 9 anni e 8 mesi. Lo scandalo di questa vicenda è che, mentre i quadri italiani della ThyssenKrupp stanno scontando le loro pene in carcere, i manager tedeschi >