Magma #17

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gennaio - marzo 2020

No 17

Il nuovo magazine per gli italiani in Germania

>>> PERSONE

Francesco Corniani, storico e ricercatore

pag. 3

>>> MOSTRE

"Italiani di Germania" all'IIC di Colonia pag. 4

>>> EVENTI

I vent'anni di lit.COLOGNE pag. 6

>>> LIBRI "Confidenza" di Domenico Starnone pag. 7

>>> QUI BERLINO La nostra rubrica dalla Capitale pag. 8

EDITORIALE OLTRE LA FOLLIA Il coronavirus sta mettendo in evidenza tutta una serie di elementi: l'inadeguatezza della nostra classe politica, con qualche importante eccezione (il ministro della Salute Roberto Speranza che lavora in silenzio e ha nominato come consigliere Walter Ricciardi, già membro dell'OMS), l'efficacia del nostro sistema sanitario nazionale, che andrebbe finalmente potenziato dopo anni di tagli ingiustificati, l'allarmismo dei media e quello della maggior parte dei cittadini che, in una sorta di incubo post-atomico, hanno preso d'assalto i supermercati e fatto sparire dalla circolazione mascherine protettive e gel igienizzante. Sotto questo clima di follia generalizzata che ci si augura rientri presto nei canoni della normalità, scorre la vita vera. E di quella ci occupiamo in questo numero di Magma: celebrando il genio di Federico Fellini nel centenario della nascita, raccontando eventi importanti come lit.COLOGNE e la Berlinale, scoprendo le storie di italiani in Germania (e di tedeschi in Italia durante la Seconda guerra mondiale), suggerendo libri e dischi che meritano la vostra attenzione.

100 anni di sogni In Italia e all'estero si celebra il centenario della nascita di un maestro del cinema: Federico Fellini. Moltissimi gli eventi in programma di MANUELA CARZO

Lo scorso 20 gennaio si è celebrato il centenario della nascita del grande regista italiano Federico Fellini (1920 - 2020). Ma la festa non si è conclusa nel giorno di nascita di uno dei nostri più grandi maestri del cinema. Al contrario i festeggiamenti e le celebrazioni, riuniti sotto lo slogan "Fellini 100", si protrarranno per tutto il 2020 e per larga parte del 2021 e prevedono oltre 70 eventi. Fino al 13 aprile, ad esempio, si tiene a Castel Sismondo di Rimini, città natale del Maestro, la mostra “Fellini 100 Genio immortale" che presenta tre percorsi espositivi: la Storia

d’Italia attraverso l’immaginario dei film di Fellini; il racconto dei compagni di viaggio del regista, reali e immaginari; la presentazione del progetto permanente del Museo Internazionale Federico Fellini. La mostra racchiude materiale edito e inedito, tra cui la primissima sceneggiatura di "Amarcord", ancora intitolato “Il borgo”, o quella di "Otto e mezzo", costumi di scena di varie pellicole realizzate dal Maestro e il ciak originale di "Casanova". Per tutto il 2020 verrà proiettato, in Italia e all'estero, il documentario "Fellini fine mai" di Eugenio Cappuccio. Il regista, che ha conosciuto →


Fellini da adolescente, e ha poi collaborato con il sono costruiti in modo fantasioso e grottesco, Maestro sul set di "Ginger e Fred", va alla scoperta rendendo il suo stile unico al mondo. Perché del Fellini "segreto" attraverso materiale d'ar- ha inventato nuovi modi di girare e di scrivere chivio scovato nelle teche Rai e le testimonianze e ha creato personaggi come Gelsomina, Mardi chi ha collaborato con il cineasta romagnolo. cello, Casanova o il giovane Titta difficili da C'è poi il progetto educativo "Il treno di Federico. dimenticare. In realtà lui stesso sembra un Il viaggio del Maestro da Rimini a Cinecittà". personaggio dei suoi film, un omone buffo e Ideato e dedicato a scuole di ogni ordine e grado, sensibile, amante dei fumetti, della poesia, della il progetto prevede visite magia. Le sue opere e la animate nella città di Rimini, sua Weltanschauung, la luogo di nascita di Fellini, e fotografia, le luci, la fanlaboratori in classe per scotasia, l'autobiografia e prire e far proprio l'immagil'onirismo che permeano nario del grande regista. Ci ogni suo lavoro lo hanno sarà anche la possibilità di reso un personaggio celevisitare, a Roma, il Teatro 5 bre e amato. «Felliniano... di Cinecittà, luogo in cui il Avevo sempre sognato, da Maestro ha realizzato molti grande, di fare l'aggettivo», dei suoi film. ebbe a dire scherzosamenAnche in Germania la figura te in un'intervista. Già, di Federico Fellini viene riperché il suo genio ha cordata con una serie di inicambiato i canoni estetici ziative realizzate principaldel cinema e il suo nome mente dagli Istituti Italiani rappresenta quello stile di Cultura sparsi sul territorio che racconta la realtà atdella Repubblica federale: ad traverso i sogni: niente sto>>> La locandina de "La dolce vita" esempio a Berlino, fino al 29 ryboard né sceneggiatura, febbraio si tiene la mostra "Fellini - Mastroianni ma sognare di notte e mettere in scena di giorno, Alter/Ego", a cura della Cineteca di Bologna e di con metodo. Il 31 ottobre 1993 Federico Fellini Cinemazero di Pordenone. In contemporanea scompare e ai funerali sarà salutato dalla tromba il cinema Arsenal proietta i cinque film di Mauro Maur che per la triste occasione suorealizzati dal regista con Mastroianni, vale a nerà la musica de "La Strada". La moglie Giulietta dire "Otto e mezzo", "La dolce vita", "Ginger lo seguirà qualche mese più tardi. È in noi ane Fred", "Intervista" e "La città delle donne". che se non si conoscono i suoi film: la dolce vita, L'Istituto Italiano di Cultura di Stoccarda ha amarcord, vitelloni, paparazzi, sono tutte parole organizzato, in quel di Friburgo, la proiezione entrate ormai nel nostro vocabolario, sebbene di un classico del cinema mondiale come "La sia difficile trovare qualcuno al di sopra dei dolce vita". Ma perché Federico Fellini è così trent'anni che non abbia mai visto uno dei suoi importante nella storia del cinema e così amato capolavori. Se fosse vivo chissà cosa penserebbe anche all'estero? Perché il talento del regista è di questa Italia incattivita, così diversa rispetto visionario e film come "I vitelloni" o "Amarcord" a quella descritta nei suoi indimenticabili film.●

I film di Fellini, costruiti in modo fantasioso e grottesco, hanno reso il suo stile unico al mondo

IN BREVE >>> NASCITA DI UN GENIO

>>> NON SOLO CINEMA

>>> IL SUCCESSO

>>> LE CELEBRAZIONI

Federico Fellini nasce a Rimini il 20 gennaio 1920 e muore a Roma il 31 ottobre 1993. In cinquant'anni di cinema firma 17 pellicole come regista e sceneggiatore e decine di sceneggiature, oltre a due documentari. "Lo sceicco bianco" è il primo film firmato dal solo regista riminese nel 1952. Il primo grande successo arriva due anni dopo con "La strada". Seguiranno altri capolavori premiati da critica e pubblico.

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Personalità poliedrica, Fellini si esprime non solo attraverso la settima arte ma anche con il fumetto. Tra le altre cose è lui stesso a realizzare le scene per i suoi film. Disegni poi divenuti una mostra itinerante. Nel centenario della nascita sono molte le iniziative per celebrare il geniale regista romagnolo. In Germania diversi istituti Italiani di Cultura hanno programmato incontri, cicli di film felliniani e altri eventi.

>>> Il genio al lavoro

Fellini sul set con Marcello Mastroianni


La Valigia di Cartone

Ricerche storiche

ITALIA E GERMANIA UNITE DALLA GUERRA Il ricercatore Francesco Corniani indaga sui disertori dell'esercito tedesco in Italia durante la Seconda guerra mondiale

di Roberto Calabrò 34 anni, vicentino di Schio, Francesco Corniani è un ricercatore di Storia all'università di Colonia. Vive in Germania da sette anni. Lo abbiamo incontrato per saperne di più del suo percorso professionale, delle sue ricerche che riguardano Italia e Germania, in particolare durante la Seconda guerra mondiale e, inevitabilmente, della relazione che ha costruito con il Paese in cui viviamo. Dottor Corniani, ci racconta come è arrivato a Colonia e qual è il suo rapporto con la Germania? Il mio arrivo Colonia è il risultato di un mix di diversi motivi, alcuni casuali, altri meno. Ho conosciuto Nina (mia attuale compagna di vita e madre dei miei due figli) a Venezia. A quell’epoca studiavo Storia all’Università Ca' Foscari e Nina ha passato qualche mese di studio, grazie al programma Erasmus, proprio a Venezia. Da quel momento sono iniziate le mie frequentazioni di Colonia e nel 2011, ancora grazie al programma Erasmus, sono stato io a trascorrere 8 mesi qui in città, frequentando i corsi dell'università. Ciò mi ha permesso di imparare il tedesco e qui ho conosciuto all'università il dottor Gentile, che ha poi seguito il mio progetto di dottorato e con il quale attualmente lavoro. Il mio rapporto con la Germania lo definirei, con un’espressione un po’ forte, di “amore e odio”. Alcuni aspetti di questo paese faccio tuttora fatica a comprenderli, dopo sette anni che vivo qui. Di cose belle, in Germania, ce ne sono parecchie: forse vanno cercate un po’ più a lungo che non in Italia, dove si fa meno fatica a trovarle. Trova differenze sostanziali tra il mondo accademico tedesco e quello italiano? Devo premettere che il mio percorso di studi l’ho svolto quasi per intero presso università italiane. Qui in Germania c´è sicuramente maggiore possibilità di fare ricerca, ci sono

più finanziamenti e di conseguenza maggiori opportunità. Non si ha la sensazione, che si ha spesso in Italia, dell'Università come di un luogo impenetrabile e immutabile nel tempo.

>>> Francesco Corniani >>> Francesco Corniani

Durante il suo dottorato di ricerca in Storia si è occupato di un fenomeno ancora poco conosciuto, ovvero la diserzione dei soldati tedeschi in Italia durante la Seconda guerra mondiale e il contributo dato da alcuni di essi al movimento partigiano. Ora prosegue le sue ricerche all’Università di Colonia. Ci dice, in breve, quali sono stati i risultati del suo lavoro? Per la mia ricerca di dottorato ho visitato diversi archivi italiani, alla ricerca di tracce della presenza di disertori dell´esercito tedesco all'interno delle formazioni partigiane italiane. Ho scoperto che vi furono diverse migliaia di persone, spinte da motivazioni differenti, che tra il settembre del 1943 e l'aprile del 1945 disertarono dalla Wehrmacht. Alcune di queste persone lo fecero perché non credevano più nella guerra e nella possibilità di una vittoria, altre perché, arruolate forzatamente nell’esercito

tedesco, ritennero giusto contribuire attivamente a combattere contro il nazifascismo. Superate le difficoltà e le diffidenze iniziali, le formazioni partigiane accolsero questi soldati e poterono giovarsi della loro esperienza militare. Le storie di queste persone riportano alla luce un’immagine dell’esercito tedesco più veritiera. Nonostante i diversi episodi di violenza compiuti dalla Wehrmacht in Italia, è giusto ricordare che vi fu anche tra le fila tedesche chi decise di ribellarsi alla guerra e alla sua insensatezza. Per ragioni storiche Italia e Germania hanno maturato un rapporto stretto, anche se non sempre semplice. Dal suo punto di vista come vanno le cose tra i due paesi in questo momento? Ritengo che soprattutto le nuove generazioni hanno contribuito a far sì che Italia e Germania costruissero rapporti sempre migliori e più stretti. Mi sembra che dopo alcuni anni difficili per quanto riguarda le relazioni politiche, la situazione sia ora migliorata. Secondo i dati AIRE la Germania è diventata la meta preferita da chi lascia l’Italia in cerca di un avvenire migliore. Che consiglio darebbe ai nostri connazionali che hanno deciso di trasferirsi qui? Soprattutto negli ultimi anni la Germania è diventata un Paese molto attrattivo proprio grazie alla maggior offerta di lavoro rispetto all’Italia. Mi sento di consigliare, a chi intende venire a vivere qui, di essere paziente e disponibile ad apprendere nuove cose, che siano un nuovo lavoro o una nuova lingua. Lasciare il proprio Paese non deve però significare cancellare il proprio passato e le proprie esperienze, così consiglio anche di non dimenticare mai di inseguire gli interessi e i sogni che ognuno ha. È sicuramente un equilibrio difficile da raggiungere, ma lo vedo come l'unica strada per una piena realizzazione personale. ●

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Germania

Emigrazione

NELLE FOTO LA NOSTRA STORIA Fino al 6 marzo l'Istituto Italiano di Cultura di Colonia ospita la mostra fotografica "Italiani di Germania" di Vittoria De Leo

«C C'è un filo conduttore che lega la prima emigrazione italiana in Germania a quella attuale: il bisogno

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'è un filo conduttore che lega la prima emigrazione italiana in Germania a quella attuale: il bisogno. Certo, i ragazzi di venti anni che arrivano oggi nel Paese hanno un grado di istruzione più elevato, hanno viaggiato, magari fatto l'Erasmus, ma partono come i loro coetanei di sessant'anni prima con il desiderio di realizzare in Germania i sogni e i progetti che in Italia sono loro preclusi». Sono parole del fotoreporter Riccardo Venturi all'inaugurazione della mostra "Italiani di Germania", che rimarrà aperta fino al 6 marzo presso l'Istituto Italiano di Cultura di Colonia. Quello dell'emigrazione italiana non è un tema nuovo, neppure sotto il versante della fotografia. Tuttavia resta di una estrema attualità. "Italiani di Germania" è il terzo capitolo del progetto "Italiani d’Europa" che racconta le storie, narrate in prima persona, del fenomeno migratorio italiano partendo dai primi del Novecento fino ai nostri giorni. Accanto a Venturi in questo viaggio troviamo anche il giornalista Lorenzo Colantoni e la curatrice Arianna Massimi. Si tratta di una mostra multimediale, in video, immagini e testi, che privilegia i luoghi. Lo sguardo del fotografo si è posato su quelle che erano (e che, in alcuni casi, sono ancora) le zone industriali, le fabbriche, gli ambienti di lavoro degli italiani in Germania. Ci sono foto di fabbriche dismesse che una volta erano il cuore pulsante della industria tedesca con manodopera prevalentemente italiana. Ci sono nostri connazionali ritratti nei loro ex luoghi di lavoro.

E ci sono vecchie foto d'epoca che riprendono vita in altri contesti, appoggiate ad esempio alla terra bagnata o esposte su un muro fatto di sassi. Si tratta di un viaggio attraverso comunità storiche e nuovi arrivati. Dentro troviamo storie di famiglie e di individui in otto città tedesche: Stoccarda, Francoforte, Colonia e il bacino della Ruhr, Wolfsburg, Amburgo, Berlino, Lipsia e Monaco. "Italiani di Germania" racconta così di prigionieri di guerra e di operai, ma anche di scienziati, musicisti, designer e direttori di giornale, nel tentativo di descrivere

un fenomeno migratorio di proporzioni eccezionali, trait d’union tra il passato e il futuro non solo della Germania ma anche dell’Europa. La mostra è il terzo capitolo di un progetto iniziato in Belgio e approdato poi nel Regno Unito, in Germania e infine nei paesi dell'Est. ●


Germania

Per i nuovi arrivati

COS'È L'A.I.R.E.? In molti non sanno cosa sia l'Anagrafe Italiana dei Residenti all'Estero. La nostra piccola guida a cura della Redazione

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'A.I.R.E. è l‘Anagrafe Italiani Residenti all‘Estero, il registro dove sono contenuti i dati degli italiani che vivono fuori dall‘Italia. Chi si trasferisce all'estero per un periodo superiore a 12 mesi, deve cancellarsi dall'anagrafe dell'ultimo Comune italiano in cui ha vissuto e iscriversi all‘AIRE entro 90 giorni di tempo dal trasferimento all'estero. L‘iscrizione all'AIRE è gratuita e obbligatoria, pur non essendo prevista nessuna sanzione per chi non si iscrive. Come iscriversi Per iscriversi all'AIRE bisogna rivolgersi al proprio Consolato di riferimento (ce ne sono 17 in Germania). I documenti richiesti per l'iscrizione sono: la copia di un documento d'identità in corso di validità (carta d'identità o passaporto), un certificato di residenza del comune tedesco in cui si vive (Anmeldebestätigung o Meldebescheinigung) non più vecchio di 6 mesi e, nel caso in cui si viva in Germania con la famiglia, le copie dei documenti dei componenti del nucleo familiare e il certificato di residenza tedesco cumulativo (in tedesco: "erweiterte Meldebescheinigung"). Assieme ai documenti va presentato il modulo di iscrizione all'AIRE, che è possibile scaricare dal sito Internet del proprio Consolato di riferimento. Va stampato e compilato.

I vantaggi dell'AIRE Il Ministero degli Esteri enumera sei "buoni motivi" per procedere con l'iscrizione all'AIRE. Quali? 1) L'Ufficio consolare sa che si è sul territorio e può intervenire in caso di necessità. 2) È più semplice ottenere i documenti come carta di identità, passaporto e patente. 3) Si può votare per posta alle elezioni politiche e ai referendum. 4) Si può celebrare il proprio matrimonio o la propria unione civile. 5) Si può richiedere la trascrizione di atti di stato civile. 6) Si è in regola con gli obblighi di legge e si evitano imposizioni non dovute. Gli svantaggi Allo stesso tempo ci sono anche degli svantaggi per chi si iscrive all'AIRE. Il primo fra tutti è la cancellazione dal Servizio Sanitario Nazionale, cioè la cessazione dell’assistenza medica ordinaria in Italia. In secondo luogo, persa la residenza in Italia una volta iscritti all'anagrafe estera, chi possiede un'abitazione in Italia sarà tenuto a pagare l‘IMU non essendo più considerata come abitazione principale, ma come seconda casa. Tale norma, dal 2020, vale anche per i pensionati che prima ne erano esenti. ●

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Il Ministero degli Esteri enumera sei "buoni motivi" per iscriversi all'AIRE

>>> Magma

La copertina del numero 16

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Eventi

VENT'ANNI DI lit.COLOGNE La rassegna letteraria di Colonia festeggia il ventennale con un ricco programma di incontri e presentazioni di Veronica Cesarco

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al 10 al 21 marzo 2020 Colonia ospiterà per la ventesima edizione il festival internazionale di letteratura lit.COLOGNE. Si tratta di una manifestazione importante non solo per la qualità e il numero di incontri, ma soprattutto per l'attualità delle tematiche affrontate. Molti sono infatti gli autori tedeschi e internazionali presenti, che si distinguono per aver indagato e descritto la società contemporanea, le sue contraddizioni, le sue problematiche e le sue trasformazioni facendo ricorso alle proprie abilità narrative. Già durante gli incontri di gennaio che hanno anticipato la manifestazione vera e propria, è stata affrontata una delle questioni più urgenti della nostra epoca, ovvero i cambiamenti climatici, e il tutto con scrittori d’eccezione, tra cui l’acclamato Jonathan Safran Foer, autore del best-seller "Ogni cosa è illuminata" e del saggio "Se niente importa" in cui descrive l'impatto ambientale degli allevamenti intensivi. In questa edizione 2020 si parlerà anche di diritti umani, xenofobia, ma anche di capitalismo: temi che oggi più che mai rivestono un’importanza fondamentale nei dibattiti politici e sociali in Europa. Tra gli appuntamenti attesi a marzo vi sono quelli con la presenza di scrittori che hanno vinto l’ambito premio Nobel per letteratura. L’incontro iniziale (11 marzo) vedrà la presenza di Herta Müller, scrittrice tedesca nata e cresciuta in Romania, che con le sue opere - come "Tango oppressivo" - ha contribuito a descrivere la vita sotto la dittatura di Ceaușescu. Sarà presente anche lo scrittore peruviano Mario Vargas Llosa, uno dei maggiori esponenti della rinascita della letteratura latino-americana che per l’occasione presenterà il suo nuovo romanzo "Tiempos

recios" (20 marzo). Non meno importante l’appuntamento (21 marzo) con la scrittrice polacca Olga Tokarczuk, premio Nobel nel 2018, che leggerà insieme all’attrice Katja Riemann alcuni estratti della sua opera "Księgi Jakubowe (The Books of Jacob)", non ancora tradotto in italiano. Sempre il 21 marzo il celebre romanziere inglese Nick Hornby ("Alta fedeltà", "Febbre a 90°") incontrerà il pubblico per presentare il suo nuovo lavoro, "State Of The Union" (pubblicato in Italia da Guanda), che nasce da una miniserie TV scritta insieme al regista britannico Stephen Frears. Si fa sempre più stretto il legame tra letteratura e musica. Ed ecco che tra gli appuntamenti più attesi del festival troviamo Debbie Harry che, nonostante i suoi 75 anni, continua a irradiare fascino e carisma. La cantante dei Blondie, assieme al chitarrista e amico di una vita, Chris Stein, presenterà l'11 marzo la sua recente autobiografia "Face It". Due giorni dopo sarà la volta del songwriter Billy Bragg, simbolo della sinistra e della canzone di protesta inglese. A bordo di un'imbarcazione che solcherà un tratto del Reno, Bragg terrà l'incontro "Liberty, equality and accountability". E l'Italia? Il nostro paese è rappresentato da Antonio Scurati che il 20 marzo presenterà il suo romanzo storico "M. Il figlio del secolo", vincitore del premio Strega 2019. Acclamata anche dalla critica internazionale, l’opera di Scurati si sofferma sulla ascesa al potere di Benito Mussolini. Il romanzo, che nelle intenzioni dell'autore è il primo di una trilogia dedicata al ventennio fascista, è ambientato negli anni che precedono il regime. La narrazione, infatti, ha inizio il 23 marzo 1919, data di fondazione dei Fasci di combattimento a Milano.●

IN EVIDENZA ANTONIO SCURATI Accanto all'attività di scrittore, Antonio Scurati (Napoli, 1969) abbina quella di accademico. Ricercatore allo IULM di Milano, dove coordina il Centro studi sui linguaggi della guerra e della violenza, insegna anche all'Università di Bergamo Teorie e tecniche del linguaggio televisivo. Editorialista della «Stampa», è anche columnist di «Internazionale». Nel 2005 ha vinto il premio Campiello con il romanzo "Il sopravvissuto". Nel 2011 pubblica "La seconda Mezzanotte" e nel 2013 "Il padre infedele". Nel 2015 è tra i finalisti al Campiello con "Il tempo migliore della nostra vita". La sua ultima fatica è "M.

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Il figlio del secolo", un romanzo sul fascismo raccontato attraverso Benito Mussolini, con cui si aggiudica l'ambito Premio Strega nel 2019. A proposito di quest'ultimo lavoro dice: «Questo romanzo su Mussolini è il mio massimo contributo all'antifascismo. Il fatto è che l’antifascismo novecentesco non regge più ai tempi nuovi e, dunque, io credo, l’antifascismo va ripensato su nuove basi. Raccontare il fascismo, per la prima volta in un romanzo, attraverso i fascisti e senza pregiudiziali ideologiche, è il mio contributo alla rifondazione dell’antifascismo».

>>> Antonio Scurati L'autore napoletano sarà a lit.COLOGNE il 20 marzo


Cultura

TRE DI TRE: ECCO "CONFIDENZA" In libreria per i tipi di Einaudi il terzo volume della trilogia di Domenico Starnone iniziata nel 2014 con "Lacci" di Manuela Carzo

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L'amore, che dire, se ne parla tanto, ma non credo di aver usato spesso la parola, ho l’impressione, anzi, di non essermene servito mai, anche se ho amato, certo che ho amato, ho amato fino a perdere la testa e i sentimenti. L'amore come l’ho conosciuto io, infatti, è una lava grezza che brucia vita fine, un’eruzione che cancella la vita e la pietà, la ragione e le ragioni, la geografia e la storia, la salute e la malattia, la ricchezza e la povertà, l’eccezione e la regola». Con queste parole ha inizio "Confidenza" (Einaudi), il nuovo romanzo di Domenico Starnone che si sviluppa attraverso il racconto del protagonista, Pietro Vella. Pietro è un insegnante e Teresa un’ex alunna che da sempre è innamorata di lui. Il loro è un amore esagerato in tutto. Si amano e si odiano. La loro infatti è una relazione tormentata, fatta di tradimenti e accuse. È un rapporto altalenante che risucchia a entrambi energie e serenità. Dopo più di tre anni di relazione e una notte trascorsa sul letto a raccontarsi i loro segreti più intimi (“Facciamo che io ti racconto un mio segreto così orribile che nemmeno tra me e me ho mai provato a raccontarmelo, e tu però me ne devi confidare uno equivalente, qualcosa che se si sapesse ti distruggerebbe per sempre”), i due si lasciano pensando (e a ragione) che questa intimità mista a ricatto li terrà uniti per sempre. Per il lettore qui comincia la vera storia. "Confidenza" chiude idealmente la trilogia sentimentale dell'autore composta anche da "Lacci" e "Scherzetto". La

struttura del racconto, molto simile a "Lacci", è composta da tre prospettive diverse. La prima quella di Pietro, la seconda quella di Teresa e la terza quella della figlia di Pietro, sua primogenita ormai adulta. Le vite di Pietro e Teresa prendono vie diverse: lei fa carriera all'estero e Pietro si lega a Nadia, giovane laureata in matematica, pacata e dolce che per lui rappresenta la serenità quotidiana. Starnone ci mette davanti a due tipi di relazione assai differenti. Nella vita c’è amore e amore, relazione e relazione: ogni rapporto ha qualcosa di singolare e non riproducibile da altri. Neppure il tempo scalfirà i sentimenti e il ricordo di un legame suggellato da un antico segreto. Anche se gli amori svaniscono agli occhi del mondo, la confidenza resta. I rapporti si evolvono, cambiano ma si rimane custodi delle confidenze e delle ansie dell'altro. Sebbene la storia non sia ambientata ai giorni nostri, ma forse negli anni Ottanta o Novanta, anni ben lontani >>> Domenico Starnone dai social in cui le relazioni erano più intime e dirette, lo sguardo degli altri sembra essere anche qui ossessione e gratificazione. Il romanzo si legge tutto d'un fiato e lascia l'amaro in bocca. Ci si consola però nello scoprire che anche gli altri sono imperfetti e forse una pagina dopo l'altra si impara a sdrammatizzare e a essere più tolleranti con se stessi e con chi ci è vicino. Starnone si rivela ancora una volta un osservatore critico e acuto dei tratti umani e dei legami sbagliati: i personaggi non appaiono sinceri e nascondono al mondo una parte di sé, per loro inconfessabile. ●

DA ASCOLTARE: SENZABENZA Quando nel 1994 i Green Day esplosero con "Dookie", i Senzabenza avevano già pubblicato il loro capolavoro "Gigius" ed erano in testa a un contingente di gruppi italiani che, sotto le insegne del cosiddetto flower punk, suonavano punk melodico prendendo ispirazione tanto dai Ramones quanto dai Beatles. Pur non avendo raggiunto il successo del gruppo di Billy Joe Armstrong, la formazione di Latina si è tolta comunque un bel po' di soddisfazioni: il suo terzo album è stato mixato a New York da Joey Ramone e Daniel Rey, ma soprattutto continua a essere ancora in pista dopo

trent'anni con una vivacità e una freschezza compositiva invidiabili. Lo dimostra "Godzilla Kiss!", il settimo lavoro in cui i Senzabenza piazzano una serie di brani a presa immediata dove energia, velocità e gancio melodico vanno a braccetto. Titoli come The Curse Of The Ramones, A Different Model Of Underwear, We Never Get Played On The Radio e Happier Together sono, senza tema di smentita, tra i migliori del loro catalogo e questo nuovo LP all'altezza delle loro prove più riuscite. Un centro pieno.

>>> Godzilla Kiss! La copertina del nuovo album dei Senzabenza

Roberto Calabrò

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Qui Berlino

QUI BERLINO Alla 70ma edizione della Berlinale molti i film italiani presenti. Vediamoli di Marco Gobbetto Dal 20 febbraio al 1° marzo si è celebrata la settantesima edizione del Festival Internazionale del Cinema di Berlino. La Berlinale di quest’anno è stata caratterizzata da una forte presenza italiana, già a partire dal nuovo direttore Carlo Chatrian, chiamato a sostituire Dieter Kosslick che aveva presieduto il festival per quasi vent’anni. Mentre la giuria ha visto tra i membri l'attore Luca Marinelli. Ma quanti (e quali) sono stati i film italiani proiettati durante la Berlinale 2020? Fuori concorso, nella categoria "Berlinale Special Gala", è stata presentata l’ultima opera di Matteo Garrone, Pinocchio, una pellicola che vanta un cast eccezionale con attori del calibro di Roberto Benigni e Gigi Proietti. Nella sezione "Panorama" invece hanno trovato posto il film Semina il vento di Danilo Caputo, mentre nella sezione "Generation" la regista Chiara Bellosi ha esordito con Palazzo di giustizia. Due pellicole italiane anche nella sezione "Forum": La casa dell’amore di Luca Ferri e L’invincibile di Nadia Rocchi e David Zamagni. A concorrere per l'Orso d'Oro sono state ben tre produzioni tricolori. Dopo 25 anni è ritornato al festival berlinese il leggendario Abel Ferrara, presente con Siberia, una

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coproduzione tra Italia, Germania e Messico. La pellicola vede come protagonista l’icona del cinema Willem Dafoe. Grande attesa c'è stata anche per i due film interpretati da Elio Germano, uno dei più versatili attori del nostro Paese, protagonista di Favolacce, fiaba dark diretta dai fratelli D’Innocenzo che si è aggiudicata l'Orso d'argento per la sceneggiatura; e Volevo nascondermi, biopic su Antonio Ligabue diretto da Giorgio Diritti in cui un Germano quasi irriconoscibile interpreta il celebre pittore. Una prova che gli ha permesso di conquistare l'Orso d'argento come miglior attore. Tra gli eventi speciali Paolo Taviani ha riproposto, per i suoi settant’anni, Cesare deve morire, con cui aveva vinto l’Orso d’Oro alla Berlinale del 2012. Non è mancata neppure la celebrazione della nascita di quello che può essere tranquillamente definito il più grande regista italiano di tutti i tempi: Federico Fellini. Il Maestro è stato omaggiato con la proiezione della versione restaurata de Il Bidone, film uscito nelle sale nel 1955 con protagonisti Broderick Crawford e l'indimenticabile Giulietta Masina, che di Fellini fu musa e moglie amatissima.

La Berlinale 2020 sarà caratterizzata da una forte presenza italiana, a partire dal nuovo direttore Chatrian

IMPRESSUM MAGMA

Il nuovo magazine per gli italiani in Germania

Direttore: Roberto Calabrò Redazione: Manuela Carzo Veronica Cesarco Hanno collaborato: Vittoria De Leo Marco Gobbetto Stampa Poster Print Cologne V.i.S.d.P. Roberto Calabrò Balthasarstr. 57 50670 Köln e-mail: redazionemagma@gmail.com Facebook facebook.com/magma2016 Web issuu.com/magmamagazine1


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