Magma #12

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gennaio - febbraio 2019

No 12

Il nuovo magazine per gli italiani in Germania

>>> LIBRI

Il debutto di Elisa Occhipinti pag. 3

>>> AMBIENTE

Una start-up italiana per salvare mari e fiumi pag. 4

>>> LUOGHI

La città bunker a due passi da Bonn pag. 5

>>> EDITORIA Il successo dei graphic novel pag. 7

>>> QUI BERLINO La rubrica a cura di Berlino Magazine pag. 8

EDITORIALE CHE ANNO SARÀ? L'anno appena iniziato prosegue sulla scia del 2018 da poco andato in archivio. Una grande instabilità domina in Occidente: nel Regno Unito la Brexit pone enormi interrogativi e lascia aperti diversi scenari, la UE alle soglie delle nuove elezioni è in bilico tra i movimenti sovranisti che si impognono in molti Stati e un fronte europeista poco coeso, il Venezuela è alle prese con una crisi politica ed economica senza precedenti, gli Stati Uniti guidati da Trump appaiono ogni giorno più aggressivi sullo scacchiere internazionale. E l'Italia? Ha di fronte sfide che imporrebbero un governo autorevole, all'altezza dei problemi che attanagliano il Paese (disoccupazione record, bassa produttività, evasione fiscale e corruzione, il Sud sempre più distante dall'Europa, lo strapotere delle mafie) e invece sposta l'attenzione sulla guerra ai migranti e alle ONG. La chiave di volta sarebbe puntare su istruzione, ricerca, innovazione e turismo. Come dimostra l'esempio di Matera, capitale europea della cultura, a cui dedichiamo il nostro articolo di copertina.

SI SCRIVE MATERA SI LEGGE CULTURA La città della Basilicata è la capitale europea della Cultura 2019 Un'occasione da non perdere per rilanciare il turismo e una nuova idea di Sud di ROBERTO CALABRÒ

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ssieme a Plovdid in Bulgaria, Matera è la Capitale Europea della Cultura 2019. Un riconoscimento e un'occasione da non perdere per la celebre città dei Sassi. È la terza città italiana a ottenere l'ambito ruolo dopo Bologna (2000) e Genova (2004). Quindici anni dopo, quindi, un Comune italiano ritorna a essere per dodici mesi l'epicentro culturale del Vecchio continente, con un programma di iniziative di spessore e l'opportuità di far conoscere il proprio territorio a visitatori e turisti.

Per la città lucana, già capace nell'ultimo decennio di rilanciarsi dal punto di vista turistico, si tratta di un'opportunità irripetibile e infatti è già stato calcolato che nell'arco del 2019 le presenze dei visitatori triplicheranno. La candidatura di Matera è stata vincente e dimostra quale dovrebbe essere l'assioma per rilanciare il Sud. Unire cioè tradizione e modernità, una visione rivolta al futuro assieme alla tutela del proprio patrimonio naturale, artistico ed enogastronomico. L'idea forte →


della bella città della Basilicata è stata quella di porre al centro del programma l'utilizzo della tecnologia digitale per abbattere gli ostacoli

che limitano l’accesso alla cultura e dunque digitalizzazione di importanti archivi di beni culturali, diffusione dei linguaggi di programmazione con workshop dedicati ai ragazzi delle scuole, creazione di un'apposita TV online. Il tutto mentre un nutrito programma di eventi si svolgerà nel corso dell'anno. La cerimonia inaugurale si è tenuta lo scorso 19 gennaio con una grande festa che ha visto 54 bande musicali provenienti dalla regione Basilicata e dall’Europa attraversare i quartieri della città. A partire da quel momento si è dato il via a un programma che viene declinato attraverso cinque aree tematiche: “Radici e percorsi”, “Continuità e rotture”, “Futuro remoto”, “Utopie e distopie” “Riflessioni e connessioni”. Moltissimi sono gli eventi che si susseguiranno secondo un calendario articolato che prevede 48

IN BREVE

e le pratiche di scavo che danno origine a paesaggi, architetture e civiltà ipogee. E poi "Matera Alberga Arte Accogliente" con le installazioni di sei artisti in altrettanti hotel cittadini sui valori di accoglienza, incontro e convivenza quasi dimenticati di questi tempi. ●

>>> MATERA 2019

>>> PASSAPORTO

>>> I NUMERI

>>> NUOVE TECNOLOGIE

La città di Matera viene designata, assieme a Plovdid in Bulgaria, Capitale Europea della Cultura per l'anno 2019. Si tratta della terza città italiana dopo Bologna nel 2000 e Genova nel 2004. 800 operatori e artisti provenienti da tutto il mondo, più di 50 produzioni culturali originali, 5 grandi mostre, 48 settimane di programmazione. Sono questi i numeri di un anno di eventi.

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settimane di programmazione, 800 operatori e artisti provenienti da tutto il mondo, più di 50 produzioni culturali originali, 5 grandi mostre. Per assicurarsi la presenza a ogni iniziativa del programma ufficiale basta acquistare il "Passaporto per Matera 2019", che costa appena 19 euro. MOSTRE PERMANENTI Alcune mostre sono permanenti. Tra queste di particolare interesse “Ars Excavandi”: un percorso che spazia dal Paleolitico al presente indagando per la prima volta l’arte

Il "Passaporto per Matera 2019" è l'abbonamento che dà diritto di accesso a tutti gli eventi del programma e anche la cittadinanza temporanea a Matera. I residenti in Basilicata hanno diritto a uno sconto. Una TV online, l'insegnamento dei linguaggi di programmazione, la digitalizzazione di archivi sono tre iniziative per diffondere la cultura attraverso le nuove tecnologie.

Uno degli obiettivi di Matera 2019 è abbattere gli ostacoli che limitano l'accesso alla cultura grazie alle possibilità offerte dalle nuove tecnologie

>>> La città dei Sassi Due suggestivi squarci di Matera

>>> Logo Il logo futuristico di Matera 2019


Libri

Debutti letterari

ELISA OCCHIPINTI "E lucevan le stelle" è il romanzo di debutto della nostra redattrice, già blogger e responsabile del sito Il Club del Libro di Julia Tekhaus

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lisa Occhipinti, trentenne di Torino, si è trasferita in Germania nel 2013, dove lavora in ambito letterario e didattico. È caporedattrice del sito Il Club del Libro e cura il blog letterario Marginalia. Il suo romanzo d’esordio, E lucevan le stelle, è uscito in Italia qualche mese fa per Miraggi Editore. Elisa, come è nata l’idea di questo romanzo? > > > E lucevan le stelle è ispirato a una storia vera. Ho romanzato molto, ma tutto è in qualche modo iniziato con il mio incontro, a Schwerte, con un’anziana donna tedesca. Non parlava volentieri della sua vita, ho scoperto quanto fosse stata difficile e particolare solamente il giorno del suo funerale, sei mesi dopo esserci conosciute. Dall’interesse che le sue esperienze mi hanno suscitato è nata l’idea di scrivere un libro in cui le vicende personali di una donna apparentemente come tante – che ho chiamato Ulrike – si potessero da un lato intrecciare con la storia tedesca del Novecento, dall’altro inserirsi in un flusso

letterario che da secoli (pensiamo a Wolfgang Goethe) tematizza la Sehnsucht dei tedeschi nei confronti dell’Italia. Da dove viene il titolo del romanzo? >>> Il titolo del romanzo suona dantesco, ma in realtà è il titolo di un’aria d’opera. Le stelle e la Tosca di Giacomo Puccini, le due grandi passioni di Ulrike, sono i fili conduttori del romanzo. Il romanzo non racconta però solamente la vita di Ulrike, ma quella di quattro generazioni della sua famiglia. E tutto questo in sole centocinquanta pagine.

>>> Sì, il romanzo è breve, ma denso di

eventi e riflessioni. Volevo che il lettore “planasse” sulla storia e avesse la sensazione di sentire la voce di Ulrike durante la lettura: quando raccontiamo

un episodio della nostra vita, non inseriamo dialoghi e non ci sono troppe descrizioni. Inoltre, per mantenere questa fedeltà, per me era importante che la lettura non durasse molto più del viaggio durante il quale Ulrike racconta la sua vita. Il punto di vista di Ulrike, che narra in prima persona, è spiazzante. Come mai questa scelta così forte? >>> Ulrike racconta dall’interno di un’urna cineraria: è morta, è cenere ma la sua anima è ancora intatta e lo resterà fino al momento della dispersione delle ceneri nel mare da lei tanto amato, il mare di una piccola isola del Sud Italia. Ho pensato che fosse la scelta più adatta perché Ulrike solo essendo libera dalle pulsioni umane riesce a guardare alla sua vita – e alla sua morte – con una prospettiva diversa, più disincantata, che le permette quasi di purificarsi durante questo suo ultimo viaggio. E lucevan le stelle racconta anche cosa significa arrivare in un posto nuovo e sentirsi a casa. Tu dove ti senti a casa? >>> La vicenda si svolge tra Germania e Italia, io sono legatissima a entrambe le terre e sento di avere due patrie. Lo stesso non può dirsi di Ulrike, invece, che di patrie non ne ha e si sente finalmente “a casa” per la prima volta nella sua vita quando è una donna di mezza età e in un posto che, paradossalmente, è lontanissimo da tutto ciò che conosce, un posto in cui arriva quasi per caso (o è il destino?). Qual è il pubblico che avevi in mente scrivendo? >>> Non avevo in mente un pubblico specifico. È arrivata una storia da raccontare e insieme la voglia di raccontarla. A posteriori ho pensato che questo libro, essendo in bilico tra due culture, avrebbe potuto essere apprezzato, per motivi diversi, da un pubblico sia italiano che tedesco. E pare che sia davvero così, stando ai riscontri dei lettori. ●

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Ambiente

Ecologia e innovazione

SALVARE I FIUMI DALLA PLASTICA Una start-up italiana ha ideato un progetto innovativo per risolvere il problema dell'inquinamento delle acque di Veronica Cesarco

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a plastica è uno dei materiali più usati, ma anche quello con un impatto assai dannoso sull’ecosistema marino. Di recente sempre più aziende si sono mostrate sensibili al problema. È su questa premessa che si fonda la start-up di Fabio Dalmonte e Mauro Nardocci, da cui è nato il progetto SEADS (Sea Defence Solutions). Il sistema prevede due barriere disposte nei dieci fiumi più inquinati al mondo con lo scopo di bloccare e incanalare i rifiuti in bacini di raccolta. Distribuiti soprattutto nel continente asiatico, questi corsi d’acqua trasportano circa l’80% della plastica che finisce nei mari. Abbiamo contattato Mauro Nardocci, che per diversi anni ha vissuto a Colonia come dirigente di una nota multinazionale italiana, per saperne di più. Da dove nasce l'idea di SEADS? > > > La startup nasce nel 2015 grazie a Fabio. Durante un periodo trascorso a Giacarta per stimare i processi di sostenibilità del fiume Ciliwung, si è accorto della condizione disastrosa del fiume e ha messo a punto una soluzione legata all’economia circolare, in modo da apportare benefici anche all’economia locale. È nata così l’idea delle barriere. Fabio si è occupato della parte tecnica e del brevetto, grazie anche al supporto del Politecnico di Milano, dell’Università di Firenze e della University of the West of Scotland. Io da ottobre mi occupo di comunicazione e del contatto con i possibili sponsor e le istituzioni. Cosa prevede il progetto? >>> Le nostre barriere, oltre a essere economiche, sono progettate per essere semplici in termini tecnologici. In base alle nostre ricerche molti

progetti per i paesi in via di sviluppo non vanno a buon fine, poiché le popolazioni locali li dismettono immediatamente e non hanno le conoscenze tecnologiche per la manutenzione. Con questo sistema i locali hanno l’opportunità di gestire i centri di raccolta, in cui dovranno separare le plastiche e inviarle al riciclo. Aiutare a creare un interesse economico accrescerebbe anche l’interesse a eseguire i lavori di manutenzione. Questi centri di separazione possono essere utili per raccogliere e separare plastiche anche all’interno. Si prevede una formazione delle popolazioni locali? > > > Assolutamente sì. L’installazione delle barriere prevede un accordo con le amministrazioni locali, a cui faremo riferimento per le comunità che verranno coinvolte nella gestione delle barriere e della raccolta dei rifiuti. Ci sono già enti o aziende interessati a implementare il vostro sistema? > > > Abbiamo cominciato il lavoro a ottobre, il coinvolgimento di aziende richiede tempo. Tuttavia, abbiamo un contatto per installare quattro barriere a Giacarta. Ci sono inoltre altre richieste per il Tevere e per il Nilo. ●

Con questo sistema le popolazioni locali possono gestire i centri di raccolta e smistamento dei rifiuti

SEADS: DIE OZEANE VOM PLASTIK BEFREIEN Plastik ist in vielen Gebieten vorhanden und trotz ihrer Vorteile übt einen negativen Einfluss auf die Ozeane und das Ökosystem aus. In den letzten Jahren haben sich viele Firmen mit dem Problem von Kunststoffen beschäftigt und angefangen, neue Lösungen zu entwickeln. Unter diesen Voraussetzungen haben zwei junge Italiener, Fabio Dalmonte und Mauro Nardocci, einen Start-up gegründet, mit dem sie das Projekt SEADS (Sea Deefence Solutions) begonnen haben. Es handelt sich hierbei um zwei Barriere, die in den zehn schmutzigsten Flüssen der Welt angeordnet werden sollten, damit die Abfälle in Sammelstellen geleitet werden. Diese

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Flüsse befinden sich am meisten in dem asiatischen Kontinent und sind dafür verantwortlich, circa den 80% der Plastik unseren Meeren zu transportieren. Eine wichtige Rolle spielen dabei die Einheimischen, die die Abfälle aussortieren und die Plastik an Recyclinghöfe senden werden. Wenn ein wirtschaftliches Interesse besteht, werden sie sich bemühen, die Barriere zu pflegen. Das System ist sehr günstig aber auch technologisch einfach. Die zwei Ingenieure haben auch vor, eine Vereinbarung mit den lokalen Behörden zu schließen, damit die Bevölkerung an einer gezielten Ausbildung beteiligen kann.

>>> SEADS

Eine Barriere gegen Plastikmüll


Luoghi

Alla scoperta della Germania

IL REGIERUNGSBUNKER A pochi chilometri da Bonn si nasconde una città sotterranea fortificata, residuo della Guerra Fredda di Francesca Polistina

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na città sotterranea costruita su vari livelli, provvista di sistemi di difesa ma anche di sale riunioni, camere da letto, cucine, una sala operatoria e tutto ciò che serve alla sopravvivenza. E per parlare al Paese, con un discorso già attentamente preparato, uno studio radiotelevisivo con annesso un salone da barbiere, perché lo stile vuole la sua parte anche in caso di guerra. Non è fantascienza ma realtà: se c'è un luogo, oltre al Muro di Berlino, dove la guerra fredda diventa tangibile, quel luogo è proprio il bunker antiatomico della valle dell'Ahr. Situato non casualmente a pochi chilometri da Bonn, il bunker avrebbe dovuto garantire la protezione ai membri del governo e altri funzionari statali in caso di attacco da parte dei Paesi del patto di Varsavia. In totale vi avrebbero trovato rifugio 3000 persone per 30 giorni, dopodiché, allo scoccare del 31esimo giorno, sarebbero finite le scorte: cosa allora sarebbe successo non è dato sapere. La costruzione del Regierungsbunker iniziò nel 1961 (anno in cui venne eretto il muro di Berlino) in gran segretezza, per quanto possa rimanere segreta la realizzazione di un'opera che impiega migliaia di tecnici e operai. A favore della valle dell'Ahr giocò la presenza di due tunnel ferroviari inutilizzati, che sotto Hitler erano stati in parte impiegati per la produzione dei missili V2, e la vicinanza all'allora capitale Bonn. Il cancelliere, infatti, avrebbe impiegato solo pochi minuti di volo per raggiungere il luogo, atterrando sulla vicina autostrada A61 costruita appositamente per fungere da pista di atterraggio. A partire dal completamento

dell'opera nel 1971 e fino alla chiusura, avvenuta a fine anni Novanta, il bunker fu custodito da circa 200 addetti che quotidianamente si occuparono della sua pulizia e manutenzione, controllando il buono stato delle provviste e il funzionamento degli impianti interni. Non potevano sapere che, stando alle moderne rilevazioni, il bunker non era del tutto a prova di bomba atomica. E non dovettero mai scoprirlo: il Regierungsbunker, che secondo le stime sarebbe costato l'equivalente di 2,4 miliardi di euro, non fu mai utilizzato, se si eccettuano le dodici grandi esercitazioni con tanto di finto cancelliere che vi vennero organizzate. Dieci anni fa, su iniziativa degli abitanti dei paesi limitrofi, il bunker è diventato museo e da allora è parzialmente aperto ai visitatori. Il celebre sentiero del vino rosso, in tedesco Rotweinwanderweg, passa poco distante, regalando agli escursionisti scorci incantevoli sulla pittoresca valle dell'Ahr. Nessuno si aspetterebbe che proprio qui, tra gli alberi e i filari di vite, si nasconda tuttora un pezzo di Guerra fredda. ●

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Tra gli alberi e i filari di vite della valle dell'Ahr è ancora nascosto un pezzo di Guerra fredda

>>> Magma

La copertina del numero 11

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Architettura

I CENTO ANNI DEL BAUHAUS Festeggiamenti in tutta la Germania, e non solo, per celebrare il Movimento ideato da Walter Gropious di Sandra Ciarcianelli

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ono passati cento anni dal lontano 1919 quando l’architetto Walter Gropius fondò la Bauhaus, scuola di arti e mestieri a Weimar, dando vita a un movimento non solamente artistico, ma anche culturale, sociale e politico. Oggi la Germania festeggia i 100 anni di storia del Bauhaus con festival ed eventi nelle città di Weimar, Dessau e Berlino, dove la Scuola venne ospitata. Moltissime le iniziative in programma, iniziate a Berlino lo scorso 16 gennaio con il festival d’apertura all’Akademie der Künste al cui interno sono stati ospitati concerti, mostre, installazioni, spettacoli di danza e teatro, cinema e altre perfomance artistiche con l’obiettivo di far rivivere l’atmosfera e lo spirito del Bauhaus e dei suoi grandi maestri, tutte figure di primissimo piano della cultura europea come il russo Vasilij V. Kandinsky, lo svizzero Paul Klee, i tedeschi Josef Albers e Oskar Schlemmer, l’ungherese Laszló MoholyNagy. Ispirandosi alla Bauhaus Week del 1923, la direttrice artistica Bettina Wagner-Bergelt ha voluto ricreare quell’ambiente di sperimentazione e di ricerca che aveva contraddistinto il movimento, utilizzando una chiave di lettura contemporanea come ad esempio con l’installazione di realtà virtuale Das Totale Tanz Theater, che trasporta i visitatori in un viaggio virtuale attraverso la danza e indaga il rapporto tra uomo e macchina. Ma non è solo

Berlino a festeggiare. Sono tanti gli eventi dedicati all’architettura e al design in diverse città della Germania, a cominciare dai siti del Bauhaus di Weimar e Dessau, riconosciuti Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO nel 1996, con l’inaugurazione di due nuovi musei: il Bauhaus Museum di Weimar, dove viene ospitata la vastissima collezione della Bauhaus Foundation della città, e il Dessau Museum. Le celebrazioni di questo primo centenario contano oltre 500 eventi e non coinvolgono solamente la Germania, ma anche altre nazioni come Giappone, Cina, Russia e Brasile nell’ambito del Bauhaus Imaginista, un progetto internazionale partito nel 2018 in Giappone e che ha attraversato Tokyo, Tel Aviv, Delhi, Mosca, Chicago per giungere a Berlino con la mostra conclusiva che si terrà presso la Haus der Kulturen der Welt dal 15 marzo al 10 giugno. Malgrado sia esistito soltanto dal 1919 al 1933, il Bauhaus ha tramandato un’eredità al mondo dell’arte, dell’architettura e del design senza pari nella storia: un movimento rivoluzionario che ha modificato totalmente il volto e il concetto dell’arte, del design e dell’architettura attraverso idee innovative, prototipi e oggetti di uso comune che rimangono straordinariamente contemporaneei anche dopo un secolo. ●

A TEATRO: MISTERO BUFFO Nell'ambito delle celebrazioni di Dario Fo, fortemente volute dal Consolato e dall'Istituto Italiano di Cultura di Colonia, è stata ospitata la rappresentazione di Mistero buffo. A calcare le assi un ispiratissimo Mario Pirovano, attore cresciuto con la compagnia del premio Nobel e di Franca Rame. Al contempo giullare e divulgatore, Pirovano ha messo in scena una riduzione del celebre testo presentando e poi rappresentandone quattro episodi: Resurrezione di Lazzaro, La fame dello Zanni, Bonifacio VIII e Il primo miracolo di Gesù bambino. Cinquant'anni

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dopo la prima, Mistero buffo mantiene inalterata la sua carica dissacrante che gli valse una "scomunica" da parte della Chiesa, sbeffeggiata a più riprese per il suo attaccamento al potere e ai beni materiali. Di particolare impatto due monologhi: La fame dello Zanni e soprattutto ll primo miracolo di Gesù bambino, ispirato da una visita che Fo fece alle comunità italiane in Germania: Gesù, migrante di ieri ("Palestina, terùn!", è l'insulto che gli viene rivolto), deve ricorrere ai miracoli per farsi accettare dai suoi coetanei. Un tema di un'attualità sconcertante. Roberto Calabrò

>>> Mistero Buffo Mario Pirovano in scena


Graphic Novel / Musica

UNA NUOVA IDEA DI ROMANZO Il successo editoriale dei graphic novel che, sempre di più, affollano gli scaffali delle librerie italiane e tedesche di Manuela Carzo

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rmai da qualche anno, oltre ai romanzi tradizionali, anche i romanzi grafici (conosciuti ai più come graphic novel) affollano gli scaffali delle librerie italiane. Si tratta di veri e propri libri a fumetti con la struttura del romanzo, storie autoconclusive e complesse indirizzate a un pubblico adulto. Si è a metà fra il giornalismo, la narrativa e il fumetto. Raramente vi si trovano elementi fantastici, si tratta per lo più di temi e vicende ispirate a fatti reali. Si inizia a parlare di romanzo grafico già a partire dalla fine degli anni 60, con Una ballata del mare salato di Hugo Pratt e successivamente con Gli ultimi giorni di Pompeo di Andrea Pazienza (1986). Nello stesso periodo, sulla scena internazionale, riscuote un enorme successo il vincitore dello Special Award del Premio Pulitzer Maus, di Art Spiegelman con la sua grande testimonianza sulla Shoah. Nel 2002 uscirà poi il famosissimo Persepolis, romanzo storico-autobiografico di Marjane Satrapi, che narra i cambiamenti della società persiana e della condizione della donna dopo la rivoluzione islamica. Accanto a temi politici e sociali trattati con riflessione, ricordiamo Zerocalcare con Kobane Calling, reportage grafico dell‘autore al confine fra Turchia e Siria pubblicato nel 2015, si affiancano anche temi intimisti come Dimentica il mio nome (2014) e Macerie Prime sempre di Zerocalcare (2017), LMVDM (La Mia Vita Disegnata Male) di Gipi, 5000 chilometri al secondo di Manuele Fior, Morti di sonno di Davide Reviati. Ultimamente molti romanzi di

successo sono diventati graphic novel: ad esempio Porci con le ali – Diario sessuo-politico di due adolescenti, il romanzo cult del 1976 di Marco Lombardo Radice e Lidia Ravera, oggi illustrato da Fabrizio Longo e Alessandro Parodi che, trasformando le parole in disegni, riescono a ricreare brillantemente l‘atmosfera di ribellione politico-sociale e culturale di quegli anni. Anche Sostiene Pereira di Antonio Tabucchi, grande successo del 1994 e vincitore del premio Campiello nello stesso anno, diventa un romanzo grafico disegnato dal pittore e illustratore Marco D‘Aponte, già famoso per avere illustrato Compagno nel vento. Tazio Nuvolari come non é mai stato visto e raccontato. C'è poi la trasposizione a fumetti delle indagini del Commissario Ricciardi, personaggio nato dalla penna di Maurizio De Giovanni che si muove nella Napoli degli anni Trenta. Edito da Bonelli, viene presentato così dallo stesso autore: "Il Commissario Ricciardi a fumetti non è traduzione in realtà della mia inventiva letteraria. Ma la traduzione di quanto io avevo immaginato in un’altra fantasia”. Grazie al fumettista e illustratore Massimo Fenati rivive e riprende forma il personaggio principale de La Mennulara, romanzo d'esordio (tradotto in 19 lingue) di Simonetta Agnello Hornby. Stessa sorte è toccata pure a Gloss, fortunato romanzo giallo di Francesca Scognamiglio Petino del 2012, che dopo appena due anni è diventato un graphic novel illustrato da Rosa e Carlotta Crepax, nipoti del celebre Guido.●

DA ASCOLTARE: FERRO SOLO Chi segue le vicende del rock di casa nostra conosce cerrtamente il nome di Ferruccio Quercetti, da oltre vent'anni anima dei bolognesi CUT, una delle più esplosive formazioni indipendenti che l'Italia abbia mai conosciuto. Dopo quattro lustri trascorsi a portare in giro per l'Europa l'incendiario rock'n'roll contaminato di punk e noise del suo gruppo, e dopo sei album firmati a nome CUT, Quercetti ha pensato che fosse venuto il momento di esordire con un disco da solista. Ed ecco uscire, con la sigla Ferro Solo, Almost MIne: The Unexpected Rise and

Sudden Demise of Fernando (pt.1): un lavoro splendido in cui il cantante/chitarrista si mette a nudo attraverso il suo alter ego Fernando e una manciata di canzoni che sintetizzano i suoi grandi amori musicali (dagli Hüsker Dü al rock australiano, dal noise americano a Tom Waits) filtrati da una personalità sempre più forte e matura. Alla riuscita del disco hanno contributo in maniera determinante i Fernandos, il gruppo che accompagna Ferro Solo dal vivo, e i Giuda presenti al completo su He Spies. Un album da avere e amare. Roberto Calabrò

>>> Ferro Solo La copertina del disco

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Qui Berlino

QUI BERLINO Al via la 69ma edizione del Festival Internazionale del Cinema di Berlino di Marco Gobbetto È ormai completo il cartellone dei film che faranno parte della sezione Competition durante la Berlinale 2019. Dal 7 al 17 febbraio 23 saranno le pellicole che si sfideranno per vincere l’ambito Orso d’Oro e che verranno proiettate sullo schermo del Berlinale Palast e in altri cinema sparsi per la capitale tedesca. Per quanto riguarda l’Italia a rappresentare il Belpaese ci sarà il regista Claudio Giovannesi con il film La Paranza dei Bambini, unico film italiano in concorso, tratto dall’omonimo libro di Roberto Saviano qui anche in veste di co-sceneggiatore. Classe 1978, il regista romano racconta nella sua nuova pellicola la storia di una paranza, termine ripreso dal gergo marinaresco che sta a indicare, nel mondo camorristico, un gruppo di giovanissimi criminali. I dieci ragazzini protagonisti del film, riescono a eliminare le altre paranze conquistando soldi e potere ma la loro ascesa non sarà affatto senza conseguenze. Una storia cruda, un affresco che descrive perfettamente la situazione drammatica che, purtroppo, è ancora radicata in alcune zone del Sud Italia. Anche il documentario Selfie di Agostino Ferrente racconta la difficile situazione di due adolescenti della periferia napoletana. L’opera di Ferrente, però, non

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sarà in concorso, ma verrà proiettata all’interno della sezione Panorama e seguirà le vicende di Alessandro e Pietro, due adolescenti del rione Traiano di Napoli, a cui il regista ha chiesto di filmarsi nella loro realtà quotidiana con un telefonino. Rispetto ai protagonisti de La Paranza dei Bambini, però, in Selfie i due ragazzi cercano di sfuggire a tutti i costi dalla rete della camorra che li vorrebbe catturare e di difendere il loro diritto ad avere una vita normale. Sono due opere che trascendono dal lato puramente ‘filmico’ per raccontare e denunciare, anche fuori dai nostri confini, una delle tante piaghe che ancora infettano il nostro Paese. Sempre nella sezione "Panorama" verrà presentata un’altra pellicola italiana, si tratta di Dafne del regista Federico Bondi. Il cineasta fiorentino, qui alla sua seconda prova come regista di un lungometraggio dopo Mar Nero, ci racconterà la storia di Dafne, ragazza trentenne affetta dalla sindrome di Down. Cresciuta con amore dai genitori Luigi e Maria, alla morte di quest’ultima, il padre entrerà in una profonda crisi dovendola crescere da solo. Grazie a un viaggio in montagna, i due si conosceranno meglio e Luigi riuscirà a superare i propri limiti nei confronti della figlia.

Tratto dal libro di Roberto Saviano, "La paranza dei bambini" sarà l'unico film italiano in concorso alla Berlinale 2019

IMPRESSUM MAGMA

Il nuovo magazine per gli italiani in Germania Direttore: Roberto Calabrò Redazione: Manuela Carzo Veronica Cesarco Elisa Occhipinti Hanno collaborato: Sandra Ciarcianelli Marco Gobbetto Francesca Polistina Julia Tekhaus Stampa Poster Print Cologne V.i.S.d.P. Roberto Calabrò Balthasarstr. 57 50670 Köln e-mail: redazionemagma@gmail.com Facebook facebook.com/magma2016 Web issuu.com/magmamagazine1


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