marzo - aprile 2019
No 13
Il nuovo magazine per gli italiani in Germania
>>> POLITICA
La svolta a sinistra della SPD pag. 3
>>> SOCIETÀ
Quale futuro per i Comites? pag. 4
>>> ARTE
Milo Moiré, tra arte e performance pag. 5
>>> TELEVISIONE Arriva "Il nome della rosa" pag. 6
>>> QUI BERLINO La rubrica a cura di Berlino Magazine pag. 8
EDITORIALE PER NON DIMENTICARE La storia ci insegna che il caso Cucchi non è isolato. Il geometra romano ucciso a botte dai carabinieri mentre si trovava in stato di arresto è solo il caso più eclatante di sospensione delle garanzie democratiche e del mancato rispetto dei più elementari diritti umani per chi finisce nelle maglie della giustizia italiana. La memoria recente ci ricorda anche i nomi di Federico Aldrovandi, Giuseppe Uva, Riccardo Magherini, Franco Mastrogiovanni. E si potrebbe continuare a lungo. Ci sono poi casi remoti, come quello di Giuseppe Gulotta, torturato in una caserma dei Carabinieri nel lontano 1976 e poi finito in carcere per 22 lunghissimi anni. Da innocente. In questi tempi veloci in cui le notizie si rincorrono e si accavallanno con ritmo incalzante è bene non perdere il valore della Memoria. Che ci spinge a non dimenticare e a chiedere giustizia. Come fa da anni la compagnia teatrale Mana Chuma che ha messo in scena il caso Gulotta in una intensa opera, "Come un granello di sabbia", che Magma si onora di portare per la prima volta in Germania a fine marzo.
GIUSEPPE GULOTTA
COME UN GRANELLO DI SABBIA
La storia del muratore siciliano, torturato e costretto a confessare un omicidio mai commesso, diventa una pièce teatrale. Che arriva ora in Germania di ROBERTO CALABRÒ
Giuseppe Gulotta è un muratore di 18 anni con tutta la vita davanti. Fino a quando non viene convocato in caserma dai Carabinieri senza sapere perché. In quel preciso istante inizia il suo calvario. Siamo all'inizio del 1976, precisamente il 13 febbraio. Qualche settimana prima, il 27 gennaio, due giovani carabinieri, Carmine Apuzzo e Salvatore Falcetta, vengono trucidati a colpi d'arma da fuoco nella casermetta "Alkamar" di Alcamo Marina, in provincia di Trapani. Una volta in caserma il ragazzo viene torturato e gli viene estorta una falsa
confessione. Assieme a lui vengono arrestati anche tre suoi amici minorenni. Saranno processati anche loro. A farne i nomi pare sia stato Giuseppe Vesco, un carrozziere di Partinico che confessa la strage, ritrattando subito dopo, prima di essere trovato impiccato in carcere. È uno dei tanti misteri che avvolgono questa storia. Condannato all'ergastolo, dopo un lungo iter giudiziario, Gulotta ha trascorso in carcere 22 anni da innocente, mentre la sua vicenda si è trascinata in tribunale per trentasei lunghi anni. →