aprile - maggio 2016
No2
Il nuovo magazine per gli italiani in Germania >>> NEWS Gli appuntamenti di aprile e maggio
#02
>>> INTERVISTA Germana Favognano, scrittrice
#03
EDITORIALE BENTROVATI A febbraio è iniziata l'avventura di Magma. Due mesi dopo eccoci di nuovo a raccontare le storie degli italiani residenti in Germania e cosa accade in Italia. Apriamo, e non poteva essere altrimenti, con il ricordo appassionato di un grande italiano che se n'è andato: Umberto Eco, l'intellettuale, semiologo e scrittore che ha rappresentato un vanto per l'Italia nel mondo. All'interno del secondo numero del magazine trovate una serie di incontri con connazionali residenti in Germania, scoprirete come la cucina tradizionale del Belpaese si è adattata al gusto tedesco, farete la conoscenza del responsabile Ital-Uil di Francoforte e di un'associazione attiva a Tübingen. Senza dimenticare le nostre rubriche: gli eventi da non perdere, la guida utile per i neoarrivati, la recensione (questa volta di un libro). Se avete voglia di collaborare con noi - se siete giornalisti (o aspiranti tali), illustratori, fotografi o volete distribuire Magma nella vostra città, non esitate a scriverci. Ci vediamo a giugno.
>>> INSERTO Intervista e notizie utili dal patronato Ital-Uil
#05
>>> CUCINA La cucina italiana adattata al gusto tedesco
#07
>>> INCONTRI Amici della Cultura Italiana
#08
Umberto Eco 1932 - 2016
IN NOME DI UMBERTO Magma ricorda il grande scrittore e intellettuale italiano scomparso a febbraio, amato e apprezzato anche in Germania di ROBERTO CALABRÒ
L
o scorso 19 febbraio abbiamo detto addio a Umberto Eco, "l'uomo che sapeva tutto", l'intellettuale italiano più conosciuto al mondo. Semiologo, filosofo, scrittore, giornalista, Eco era quello che si è soliti definire "un pozzo di scienza". Pur in possesso di una cultura mostruosa che spaziava in vari campi del sapere, non era un erudito rinchiuso nel castello dorato della conoscenza. Per tutta la sua vita è stato piuttosto un uomo curioso che amava dialogare con la contemporaneità. E della contemporaneità stigmatizzava vizi e limiti. Come fece meno di un anno fa a Torino, in occasione della consegna della sua quarantesima laurea honoris causa, quando attaccò le derive
dei social network, colpevoli - a suo dire di aver dato «diritto di parola a legioni di Per i tedeschi imbecilli che prima Umberto Eco parlavano solo al bar era una garanzia dopo un bicchiere di di civiltà dell'Italia vino, senza danneggiare la collettività. migliore Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel». Una dichiarazione sferzante, come era spesso nel suo stile, con la quale tuttavia è difficile non essere d'accordo. Funzionario della Rai negli anni Cinquanta, professore universitario, saggista, direttore editoriale della