Magma #2

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aprile - maggio 2016

No2

Il nuovo magazine per gli italiani in Germania >>> NEWS Gli appuntamenti di aprile e maggio

#02

>>> INTERVISTA Germana Favognano, scrittrice

#03

EDITORIALE BENTROVATI A febbraio è iniziata l'avventura di Magma. Due mesi dopo eccoci di nuovo a raccontare le storie degli italiani residenti in Germania e cosa accade in Italia. Apriamo, e non poteva essere altrimenti, con il ricordo appassionato di un grande italiano che se n'è andato: Umberto Eco, l'intellettuale, semiologo e scrittore che ha rappresentato un vanto per l'Italia nel mondo. All'interno del secondo numero del magazine trovate una serie di incontri con connazionali residenti in Germania, scoprirete come la cucina tradizionale del Belpaese si è adattata al gusto tedesco, farete la conoscenza del responsabile Ital-Uil di Francoforte e di un'associazione attiva a Tübingen. Senza dimenticare le nostre rubriche: gli eventi da non perdere, la guida utile per i neoarrivati, la recensione (questa volta di un libro). Se avete voglia di collaborare con noi - se siete giornalisti (o aspiranti tali), illustratori, fotografi o volete distribuire Magma nella vostra città, non esitate a scriverci. Ci vediamo a giugno.

>>> INSERTO Intervista e notizie utili dal patronato Ital-Uil

#05

>>> CUCINA La cucina italiana adattata al gusto tedesco

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>>> INCONTRI Amici della Cultura Italiana

#08

Umberto Eco 1932 - 2016

IN NOME DI UMBERTO Magma ricorda il grande scrittore e intellettuale italiano scomparso a febbraio, amato e apprezzato anche in Germania di ROBERTO CALABRÒ

L

o scorso 19 febbraio abbiamo detto addio a Umberto Eco, "l'uomo che sapeva tutto", l'intellettuale italiano più conosciuto al mondo. Semiologo, filosofo, scrittore, giornalista, Eco era quello che si è soliti definire "un pozzo di scienza". Pur in possesso di una cultura mostruosa che spaziava in vari campi del sapere, non era un erudito rinchiuso nel castello dorato della conoscenza. Per tutta la sua vita è stato piuttosto un uomo curioso che amava dialogare con la contemporaneità. E della contemporaneità stigmatizzava vizi e limiti. Come fece meno di un anno fa a Torino, in occasione della consegna della sua quarantesima laurea honoris causa, quando attaccò le derive

dei social network, colpevoli - a suo dire di aver dato «diritto di parola a legioni di Per i tedeschi imbecilli che prima Umberto Eco parlavano solo al bar era una garanzia dopo un bicchiere di di civiltà dell'Italia vino, senza danneggiare la collettività. migliore Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel». Una dichiarazione sferzante, come era spesso nel suo stile, con la quale tuttavia è difficile non essere d'accordo. Funzionario della Rai negli anni Cinquanta, professore universitario, saggista, direttore editoriale della


Bompiani, traduttore: il suo interesse per il mondo circostante spaziava a trecentosessanta gradi. Indimenticabile "La Bustina di Minerva", la rubrica che ogni quindici giorni teneva su "l'Espresso", il settimanale con cui ha collaborato per oltre cinquant'anni, a partire dal 1965. Ogni "Bustina" era un magnifico esercizio di sintesi da parte di uno scrittore abituato alla lunghezza e alla complessità. Lunghi e complessi, e allo stesso tempo avvincenti, sono i suoi romanzi: su tutti "Il nome della rosa" (bestseller tradotto in quaranta lingue, con oltre 30 milioni di copie vendute, da cui è stato tratto l'omonimo film), "Il pendolo di Foucault", "Il cimitero di Praga". La vastità della cultura di Umberto Eco era riflessa nella leggendaria casa-biblioteca di Milano, di fronte al Castello Sforzesco. Come ha ricordato Wlodek Goldkorn sulle pagine dell'"Espresso", «già passando nel corridoio che vi portava (anch'esso pieno di volumi) i suoi occhi si illuminavano dietro le lenti degli occhiali; accarezzava i libri con lo sguardo di un adolescente che vede apparire l'agognato oggetto del primo amore». Il suo studio, la sua biblioteca erano il centro, il cuore del suo mondo: quello di uno studioso appassionato, che ha continuato ad approfondire le vicende della storia, della filosofia, del linguaggio, sino alla fine. Umberto Eco era molto amato anche in Germania. Per Rüdiger Safranski, uno

dei più prestigiosi filosofi tedeschi, nella terra di Kant «Eco era un vero "kult". Specie al tempo di Berlusconi era per noi una garanzia di civiltà dell'Italia migliore: ha avuto un valore simbolico per la resistenza di tutta la cultura europea». Si spiegano così i titoli dei più importanti quotidiani tedeschi che hanno ricordato con sincero cordoglio l'intellettuale italiano. L'ultima missione di Umberto Eco è stata La Nave di Teseo, la casa editrice da lui fondata lo scorso anno per contrastare lo strapotere della "Mondazzoli", la fusione tra i colossi Mondadori e Rizzoli. Un ultimo atto ribelle per ricordarci che la cultura vive nei nostri gesti quotidiani. >>> Best seller Le copertine di quattro famosi romanzi di Umberto Eco

NEWS APRILE - MAGGIO "MAXIMILIAN" GAZZÈ

RICORDANDO PIRANDELLO

ANTONIO PENNACCHI

EIN LEBEN FÜR DIE FREIHEIT Una vita per la libertà, il potere del pensiero rivoluzionario: il Dr. Wolfgang Uehlenberg presenta un ciclo di incontri su Hannah Ahrent (16 aprile), Rosa Luxemburg (24 maggio) e Simone Weil (24 giugno). Sempre alle ore 16. Offene Welt - Mondoaperto, Köln

ALBERTO BURRI IN MOSTRA

TEHO TEARDO & BLIXA BARGELD “Still Smiling” è il nuovo album del musicista italiano Theo Teardo e di Blixa Bargeld, leader del gruppo tedesco Einstürzende Neubauten. Suoneranno dal vivo il 6 giugno a Berlino, il 7 a Colonia, l'8 ad Amburgo, il 15 a Monaco. https://neubauten.org/en/live

Il cantante e bassista italiano sarà di nuovo in tour in Germania per presentare il nuovo album “Maximilian”. Le date: 16/5 Colonia Club Bahnhof Ehrenfeld; 17 Amburgo Stage Club; 18 Berlino Frannz; 19 Monaco Freiheiz; 20 Stoccarda Cann. www.maxgazze.it

#06 #02

In occasione dell’ottantesimo anniversario della morte del drammaturgo, scrittore e poeta siciliano, premio Nobel nel 1934, Miranda Alberti terrà un ciclo di incontri per presentare le sue opere. Il primo è il 12 maggio. Istituto italiano di Cultura, Monaco

La Fondazione Guggenheim ricorda il centesimo anniversario della nascita dell’artista italiano con una retrospettiva che fino a oggi era stata allestita in modo così completo solo a New York. Protagonisti: catrame, lino e plastica. Kunstsammlung NRW, Düsseldorf

Lo scrittore italiano, vincitore nel 2010 del Premio Strega per “Canale Mussolini”, è di nuovo in Germania per presentare “Canale Mussolini. Parte seconda”. Sarà il 2 maggio a Mainz, il 3 a Heidelberg e il 4 a Mannheim. Info: IIC Stoccarda - 0711.162810


La Valigia di Cartone

>>> Scrittrice Germana Favognano scrive romanzi con lo pseudonimo di Germana Fabiano

Intervista alla scrittrice e docente italiana residente a Tübingen

GERMANA FAVOGNANO: "CI SONO SEMPRE DELLE NUOVE SFIDE DA AFFRONTARE" Attiva nel campo dei diritti umani e scrittrice, ci racconta il suo approccio con la Germania e di come è nata la passione per la scrittura. Da lei anche qualche consiglio per i nuovi arrivati. di MANUELA CARZO

Mi racconti la sua Germania. Quando è arrivata e perché? Come l'ha vissuta al momento del suo arrivo e come è adesso per lei? >>> “Non c’è una “mia Germania”, sono arrivata qui per puro caso perché mio marito è tedesco e lavora qui come insegnante. Altrimenti non avrei scelto di lasciare l’Italia, dove comunque torno continuamente. Sono qui dal 2001. Al principio non è stato difficile adattarmi a questa cultura perché ha molti punti in comune con la nostra, quello a cui ho dovuto malvolentieri abituarmi è stato lo stile a volte troppo diretto dei tedeschi e gli stereotipi con i quali, come italiana e siciliana, continuo purtroppo a essere confrontata ancora oggi. Per me ciò che conta non è il posto dove mi trovo ma le persone, amici e familiari, che per fortuna ho vicine in entrambi i Paesi”. Si considera fra gli italiani che ce l’hanno fatta in Germania? Cosa consiglierebbe a chi è arrivato da poco o medita di arrivare - dall'Italia? >>> “Farcela non è una parola che amo perché ci sono sempre nuove sfide da affrontare e non sai mai se le cose cambieranno o meno. Dico che sono

soddisfatta, al momento, delle cose che faccio qui ma in parte lavoro anche in Italia e non incontro particolari difficoltà. A chi decidesse di venire, posso dare il banalissimo consiglio di imparare presto e bene il tedesco. C’è una frase di Wittgenstein che amo molto: "I limiti del mio linguaggio sono i limiti del mio mondo". Penso anche che sia importante, per chi arriva, mantenere la fierezza di essere italiano e restare critico senza lasciarsi abbagliare dal “mito” della Germania. Ci sono tante cose che funzionano male anche qui e riconoscerle permette, ovviamente, di contribuire a migliorarle”. Lei si occupa di diritti umani. Dal suo punto di vista come valuta le politiche dell’accoglienza della Germania rispetto all’Italia? >>> “Come in quasi tutti i settori, in Germania c’è un approccio pratico al problema, mentre in Italia troppo spesso gli infiniti dibattiti bloccano l’azione immediata. È innegabile che qui ci siano maggiori risorse e un'organizzazione più efficiente come è innegabile che i gruppi di estrema destra e i partiti xenofobi guadagnino sempre più terreno senza che ci sia una vera poli-

tica atta a contrastarli. Dalla scorsa estate, periodo in cui la pressione dei richiedenti asilo alle frontiere tedesche è aumentata a dismisura, la Germania ha cambiato approccio, riconoscendo che il tema è europeo e non affare dei singoli paesi. Siamo per fortuna lontani dalla infelice frase dell’allora ministro Friederich: “Lampedusa liegt in Italien”. Chiudiamo con la sua attività letteraria: è autrice di romanzi con il nom de plume di Germana Fabiano. Com'è nata questa passione e quando potremo leggere il suo il prossimo libro? >>> “È una passione nata leggendo. Un giorno ho pensato che mi sarebbe piaciuto restituire almeno in parte le emozioni che la lettura mi regalava, e così ho iniziato. Il prossimo libro è una trilogia, quindi i libri sono in realtà tre, ambientati in Sicilia in epoche diverse. Dopo uscirà in e-book il "Manuale di sopravvivenza per Italiani in Germania" di cui si può leggere già il primo capitolo sul mio sito ageofacquarius. wix.com/germanafabiano, tanto per restare in tema con questa intervista!”.

#03


Inserto Ital-Uil

Intervista al responsabile ITAL-UIL di Francoforte

GIUSTO PICCIONELLO:

“AIUTARE TUTTI È NOSTRO DOVERE” Il ruolo indispensabile del patronato, l'aiuto concreto dato a italiani e stranieri, il rapporto - spesso non semplice - con il Consolato di GIOVANNI BARATELLI

Da quanto tempo è il responsabile ItalUil a Francoforte e in cosa consiste il lavoro del Patronato? >>> “Sono responsabile dell’ufficio ITAL UIL di Francoforte da luglio 2013. La funzione principale che ci assegna la legge è quella di assistere le persone nel disbrigo di pratiche per i pubblici uffici, come gli enti pensionistici italiani ed esteri, o gli enti assistenziali. In sostanza, aiutiamo le persone affinché vengano loro riconosciute le prestazioni previdenziali: le pensioni, la disoccupazione nelle diverse forme, l’assistenza sociale. Poi ci sono altre pratiche che pur non riguardando direttamente prestazioni in denaro, sono ugualmente importanti perché danno vantaggi indiretti, come le invalidità civili tedesche che consentono di risparmiare sulle tasse o di andare in pensione prima della data ordinaria. I nostri assistiti hanno bisogno di noi perché le burocrazie degli uffici italiani e anche tedeschi rendono spesso impossibile l’accesso alla prestazione richiesta. Noi uffici di Patronato, attraverso le nostre competenze e il nostro impegno, che spesso invade anche la vita privata, cerchiamo di portare a buon fine la pratica. Che la gente ha bisogno di noi e che ci vuole bene è dimostrato dalle migliaia di firme raccolte quando il Governo ha messo in discussione il nostro lavoro riducendoci i finanziamenti”.

#04

Quali sono le caratteristiche della comunità italiana presente a Francoforte? >>> “Io mi riferisco sempre alle persone e non solo ai connazionali perché in effetti da noi vengono anche molti stranieri. Spesso vengono semplicemente perché gli è stato consigliato da un amico italiano: “Vai da loro che sono bravi e ti aiutano sicuramente”. Così spesso ci troviamo a disbrigare pratiche che non portano nessun punteggio in termini di finanziamento. Ciononostante li aiutiamo volentieri, almeno finché avremo il personale per farlo. Purtroppo, se la tendenza dei tagli non si invertirà, saremo costretti come prima cosa a eliminare tutte le pratiche senza ritorno finanziario. Il 90 per cento dei nostri assistiti sono operai. Il restante 10 per cento sono laureati o lavoratori specializzati. Chiaramente, Francoforte è tra le metropoli europee che attira di piú i connazionali con un titolo di studio elevato, come ingegneri o dottori”. Che rapporti avete con il Consolato? >>> “I nostri rapporti con il Consolato rispecchiano lo spirito fattivo che ho voluto imprimere alla nostra attività di Patronato. Noi desideriamo dare servizi, per cui interloquiamo spesso con il Consolato, anche se le risposte da parte di alcuni impiegati non sono sempre molto amichevoli. Io credo che alcuni impiegati consolari si disturbino se c'è qualcuno che cerca di "intromettersi" nella pratica per accellerarne la definizione. Detto questo, devo dire che, grazie al nuovo Console dott. Maurizio Canfora, al Comites di cui faccio parte, e grazie anche un po' a noi, il Consolato è diventato più fruibile e accessibile. Il Console ci ha promesso l'assunzione di nuovo personale, il miglioramento del servizio telefonico e la possibilità di prendere gli appuntamenti anche telefonicamente.

ANNA GINANNESCHI, NUOVO PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE TUTELA SICUREZZA SOCIALE E SANITARIA Impegnata da diversi anni nel mondo del lavoro italiano all'estero, già responsabile Area Internazionale del Patronato ITAL UIL, Anna Ginanneschi, è stata eletta Presidente della Commissione Tutela Sicurezza Sociale e Sanitaria. Già dal primo incontro con la Commissione sono emerse le linee-guida e le esigenze cui prestare attenzione nell'assolvere il mandato: "Senza mai dimenticare le esigenze della vecchia emigrazione, dovremo studiare e monitorare tutte le problematiche che sono collegate ai nuovi flussi migratori perché, se è vero che è cambiata la tipologia dei lavoratori migranti ormai "cittadini d’Europa e del mondo", e soprattutto i giovani sono molto scolarizzati, è anche vero che incontrano ancora parecchi ostacoli, per cui c'è la necessità di normative e tutele particolari.” Per Anna Ginanneschi: "Quando questi lavoratori si spostano da un Paese all'altro, pur avendo maturato diversi “corposi” periodi di contribuzione, alla fine della loro carriera lavorativa si trovano sprovvisti di qualunque tutela, non potendo così accedere a una totalizzazione dei loro contributi. Per non parlare di quando non incorrono in periodi di disoccupazione e necessitano di maggiori tutele a fronte di normative non omogenee nei diversi Stati". Attenzione va prestata anche alle necessità dei pensionati "che decidono di vivere all'estero, per usufruire di tassazioni più favorevoli, per i quali vanno verificate bene le norme affinché siano consapevoli delle scelte che vorrebbero fare". La Presidente ha già chiaro su cosa si debba lavorare con urgenza e attenzione: "Sui tagli effettuati in questi anni ai Consolati, per cui vengono a mancare le strutture di riferimento per questa variegata platea di persone che si trasferiscono all’estero”. Ginanneschi sottolinea la necessità di un lavoro sinergico con i Patronati, attraverso un accordo fra Ministero degli Affari Esteri e Patronati, come previsto dalla legge 152. "Una collaborazione che, pur conservando ciascuno le competenze del proprio ruolo istituzionale, permetterebbe di offrire riferimenti affidabili ai cittadini italiani all’estero, mentre talvolta finiscono per incappare in situazioni poco “chiare” e non sempre affidabili".


Società

NON ABBANDONATECI!

Le istituzioni italiane in Germania sembrano non prestare attenzione alle esigenze dei connazionali. Nuove sfide attendono i Consolati. Ma Governo e Ministero degli Esteri sono disposti ad affrontarle? di GIUSEPPE BARTOLOTTA

Le statistiche ci dicono che gli italiani in Germania sono ufficialmente circ a 780.000 e che il flusso della nuova emigrazione non accenna a rallentare. Le istituzioni italiane – prima di tutto il Consolato – continuano a non registrare il fenomeno che ha assunto ormai connotati di massa. Si sta continuando con la politica dell’abbandono o, meglio, del disinteressamento. Tanto “ormai siamo in Europa”, si dice. Sarebbe invece molto opportuno riscoprire il cosiddetto “Pacchetto Emigrazione” (le classiche rivendicazioni della collettività italiana fino alla fine degli anni 90) che potrebbe anche chiamarsi con un altro nome. Del resto, i problemi e le aspettative della comunità italiana non sono cambiati di molto: la scolarizzazione dei figli dei nuovi arrivati, la loro formazione professionale, l’inserimento nel mondo del lavoro, i servizi consolari, il ruolo degli Istituti Italiani di Cultura. Le esigenze degli italiani non possono essere dimenticate dal governo e dai loro rappresentanti in Germania, in particolare dai Consolati. Sono tante le rivendicazioni che ci sembrano attuali, prima fra tutte quella dell'istituzione di uno “Sportello per i nuovi arrivati". Finora alle richieste che nascono dal basso le istitu-

zioni italiane in Germania non hanno prestato alcuna attenzione. L’argomento che si sente ripetere come un mantra è “non ci sono i soldi, non c’è personale sufficiente”. Cosa probabilmente vera, ma che non può diventare un motivo per giustificare carenze e inefficienze. Si deve fare di necessità virtù e procedere a una razionalizzazione e riorganizzazione dei servizi per garantirne livelli adeguati a un paese che continua a far parte del G8. Non è possibile attendere tre mesi per il rinnovo di un passaporto o di una carta di identità! La comunità italiana avverte in maniera semre più evidente la necessità di potersi confrontare con i rappresentanti del Consolato, con le associazioni, con le forze politiche presenti sul territorio (ma dove sono?), con i media e soprattutto con qualche rappresentante del Ministero degli Esteri. Le domande da porre sono molto semplici. Quanto ci costa il Consolato? A fronte di questa spesa i servizi offerti sono adeguati? Il Ministero degli Esteri ha la volontà concreta di aiutare chi sta affrontando una nuova emigrazione di massa verso la Germania?

Anna Kaleta Traduttrice giurata Iscritta nell’elenco traduttori giurati del Consolato Generale d’Italia a Hannover

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Lo Specchio

LO SPECCHIO Italiani residenti in Germania: due generazioni a confronto di ROSARIO LO CICERO

Antonino Giglio, 46 anni, ristoratore

Federico Carbonetti, 34 anni, ingegnere informatico

Nino arriva in Germania nel 1992, dopo aver finito gli studi e assolto gli obblighi di leva. Viene a trovare alcuni familiari che vivono in Germania per una vacanza e per cercare un lavoro. Da allora non è più andato via.

Sei anni fa, dopo la laurea in ingegneria, Federico ha fatto una valigia più grande per trasferirsi in Germania. L’amore per una ragazza tedesca è stata la molla. Questo è il suo racconto.

Come è stata la partenza? >>> “La partenza l’ho vissuta come uno strappo dalle mie origini. Mi ricordo del lunghissimo viaggio fatto in treno. Sembrava non finire mai. Dalla Calabria alla Germania. Due valigie e tanta speranza di trovare un lavoro e un mondo migliore dove potersi realizzare”. La Germania si è rivelata essere come te l’aspettavi? >>> “Sì, si è rivelata esattamente come me l’aspettavo, o almeno coincideva con l’immagine che mi ero fatto ascoltando i racconti degli emigrati che tornavano al paese. Un altro mondo, completamente diverso dal nostro. Un paese dove in linea di massima tutto funziona, dove sai quali sono i tuoi diritti e quali i tuoi doveri e che entrambi vengono rispettati. Un posto dove era facile trovare lavoro. Almeno per me è stato così. Mi sono trovato bene sin dall’inizio”. Saresti disposto a tornare in Italia? >>> “Se ci fossero le condizioni ideali, lavoro soprattutto, perché no? Ma per il momento in Italia ci torno solo per le vacanze”.

Come è stata la partenza? >>> “Semplice e indolore, ero fidanzato con quella che poi è diventa mia moglie. Quindi venivo spesso a Colonia. Dopo la laurea è venuto il momento di decidere cosa fare. Ma, vista la difficoltà di mia moglie di trovare lavoro in Italia, ho semplicemente fatto una valigia più grande del solito e mi sono trasferito in Germania a gennaio 2010”. La Germania si è rivelata essere come te l’aspettavi? >>> “Sì, me l’aspettavo come un Paese dove tutto funziona quasi e comunque bene. E dove da italiano devi fare compromessi per la cultura del cibo. È un paese che offre tanto, un sistema che funziona. L’amore per le regole. Forse l’unica cosa che non mi aspettavo e che mi ha sorpreso è stato quella di trovare difficoltà a lavorare non conoscendo il tedesco. Pensavo che come informatico e padroneggiando l'inglese non avrei avuto difficoltà. Invece il tedesco è fondamentale”. Saresti disposto a tornare in Italia? >>> “Sì, subito, se mia moglie avesse voglia e prospettive di lavoro, se ci fossero le condizioni per poter vivere una vita dignitosa. Secondo me la gente in Italia è più gioviale: il tempo e il cibo poi fanno tanto. Insomma sì, tornerei domani mattina”.

GUIDA UTILE: IL MINIJOB Il Minijob è una forma di lavoro subordinato la cui contribuzione è normalmente a carico del datore di lavoro. In Germania è una forma molto diffusa di assunzione specialmente nell’ambito della ristorazione, delle collaborazioni familiari, del commercio al minuto, delle ditte di pulizia. Il salario corrisposto non deve superare i 450 Euro lordi al mese. Dal 2013 per l’assicurazione pensionistica (Rentenversicherung) i contributi vengono versati per intero e, di conseguenza viene effettuata una ritenuta a carico del lavoratore che ha comunque la possibilità di esserne esentato. Chi svolge solo questo tipo di lavoro non ha la copertura dell’assicurazione sanitaria, a meno che non percepisca contemporaneamente, a titolo di

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integrazione per il minimo vitale, il sussidio di disoccupazione (Grundsicherung für Arbeitssuchende). Con il Minijob si ha diritto alle ferie, così come un qualsiasi altro lavoratore dipendente, in proporzione ai giorni di lavoro svolti. Lo stesso dicasi nel caso di malattia: le prime sei settimane devono essere pagate dal datore di lavoro. Successivamente, invece, non spetta l’indennità a carico della cassa mutua (Krankengeld), perché con il Minijob non si ha la normale copertura sanitaria. Lo stesso dicasi per l’acquisizione del diritto all’indennità di disoccupazione (Arbeitslosengeld): i periodi di svolgimento di questo tipo di attività lavorativa non vengono considerati.


Cucina

PIZZA HAWAII O SPAGHETTI ALLA BOLOGNESE? Come la cucina italiana ha incontrato il gusto tedesco

I

di SILVIO CISAMOLO

l "Made in Italy" gastronomico è senza dubbio l’aspetto del nostro paese più conosciuto e apprezzato al mondo, ma la strada che ha portato a una così grande diffusione non è stata sempre in discesa. In Germania la cucina italiana comincia a farsi conoscere negli anni 60 tra i turisti tedeschi che popolano le spiagge romagnole tra Cesenatico e Cattolica: il piacere del sole caldo sulla spiaggia si accompa-

montaggio dei grandi centri di produzione automobilistici a Stoccarda, Colonia e Wolfsburg. In quel periodo i nostri connazionali non se la passano bene: dal lunedì al venerdì al lavoro e il fine settimana a ripensare alla famiglia lontana, mentre il tradizionale pranzo della domenica con i propri cari viene sostituito da un pasto a base di patate e carote. Con il passare del tempo, e dopo aver appreso i primi rudimenti della lingua tedesca nel tentativo di costruire dei contatti sociali come in patria, alcuni italiani imbandiscono la propria tavola per invitare colleghi di lavoro e vicini di casa cercando di riprodurre quel pranzo domenicale di cui vanno così fieri e che riveste un ruolo

gna alla bontà di quelle cose multiformi che i locali chiamano "pasta" e che viene accompagnata da vini fruttati e, per i gusti dell’epoca, piuttosto dolciastri come il Sangiovese o il Lambrusco. Diversa invece è la sorte degli italiani emigrati in Germania, forza lavoro per lo più non specializzata messa a disposizione delle innumerevoli imprese di costruzioni o impiegata alle catene di

importante nella loro tradizione. Però c'è un problema: dove trovare gli ingredienti base, come ad esempio pasta, vino, verdure e olio di oliva? È qui che lo spirito pionieristico sposa la necessità di adattamento per scegliere tra i pochi prodotti che si trovano nei Lebensmittelmärkte quelli più adatti a riprodurre il gusto italiano . Così con un po’ di farina, del concen-

t r ato di pomodoro allungato con acqua e formaggio gouda viene sfornata la prima "pizza", che ricorda il piatto principe dei nostri connazionali venuti dal Mezzogiorno. Il risultato in fondo non deve essere così male: la richiesta aumenta in modo vertiginoso tanto da spingere alcuni italiani a lasciare la catena di montaggio per aprire dei piccoli locali, arredati alla bell'e meglio, dove all’ingresso domina la scritta “Pizzeria italiana”. In questa fase di espansione i primi imprenditori gastronomici, da una parte frenati dalla mancanza di materie prime originali italiane, e dall’altra però ben disposti ad accontentare i gusti della clientela tedesca, decidono di scendere a compromessi sulle ricette da utilizzare aggiungendo al proprio menù prodotti come la pizza Hawaii, riccamente farcita con pomodoro, gouda, prosciutto cotto e ananas, insieme a delle improbabili pizze Margherita con gouda e origano. All'aumentare della richiesta di piatti italiani cresce di conseguenza l’assortimento di ricette che i ristoratori adattano al gusto locale: ed ecco la pasta alla carbonara con pancetta e panna o gli spaghetti alla bolognese, inesistenti nella tradizione tricolore: in Emilia Romagna con il ragù si servono le tagliatelle!

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Incontri - Letture

OGGI INCONTRIAMO...

La nostra associazione è un luogo di incontro per chi si sente legato all'Italia e vuole favorire lo scambio culturale tra tedeschi e italiani

IMPRESSUM MAGMA «Le nostre attività si rivolgono agli italiani ma anche agli amici tedeschi o di altre nazionalità che amano la nostra cultura e che parlano la nostra lingua». A raccontare è Vittoria De Angelis, presidente di AMICI DELLA CULTURA ITALIANA, associazione nata nel novembre del 2000 su iniziativa di un esiguo gruppo di cittadini italiani di Tübingen, con l’intento di promuovere la cultura del Belpaese in città e dintorni. Le attività principali dell’associazione sono soprattutto gli eventi culturali come conferenze su temi letterari o storici, serate musicali, teatrali, di cinema, gastronomiche con assaggi di specialità tipiche regionali. «Il nostro programma, regolarmente aggiornato, si può trovare sul sito Internet www.amicituebingen.de». De Angelis continua: «L'associazione si propone di diventare un luogo d'incontro per tutti coloro i quali si sentono legati al nostro Paese e nello stesso tempo vuole offrire l'opportunità di uno scambio culturale fra tedeschi e italiani. I volontari sono circa una decina. Ci incontriamo una volta al mese per organizzare di volta in volta le manifestazioni, prendere contatto

con i relatori, accordarci sui tempi e le modalità degli interventi, pianificare la serata in tutto il suo svolgimento, creare la locandina, definire l'eventuale buffet». Diverse sono le partnership che Amici della Cultura Italiana ha realizzato: «Collaboriamo con l’Università e il Comune di Tübingen, con l´Istituto Italiano di Cultura di Stoccarda, con alcune librerie e istituzioni come Stadtteiltreff WHO e Hirschbegegnungsstätte. In passato abbiamo lavorato a stretto contatto con alcune scuole elementari per aiutare bambini italiani in difficoltà scolastiche: un progetto sociale che ci è stato molto a cuore e che abbiamo portato avanti per qualche anno». I progetti non finiscono qui: «Amplieremo le proposte culturali per far sì che studenti tedeschi di lingua e cultura italiana partecipino con assiduità alle nostre iniziative. Più in generale vorremmo stimolare l'interesse di un pubblico giovane con proposte culturali che incontrino il loro favore. Il nostro obiettivo principale però rimane quello di attirare un maggior numero di connazionali: infatti solo meno di un terzo dei nostri soci è di nazionalità italiana».

IN LIBRERIA: AVARIZIA Giornalista dell'"Espresso", dallo scorso novembre Emiliano Fittipaldi è al centro di una controversa vicenda giudiziaria che lo vede imputato al tribunale vaticano assieme al collega Gianluigi Nuzzi. Il motivo? «Aver diffuso documenti riservati che mettono a rischio la sicurezza dello Stato». Lo Stato è il Vaticano e le notizie che non si dovevano dare sono racchiuse in "Avarizia" (Feltrinelli), il libro-inchiesta diventato un caso editoriale con oltre 150mila copie vendute in pochi mesi. Documenti alla mano, Fittipaldi fotografa l'immenso patrimonio del Vaticano e l'uso distorto che viene fatto di queste enormi ricchezze

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utilizzate non per aiutare i poveri ma per consolidare rapporti di potere con la politica e il mondo della finanza e soprattutto per le esigenze del clero: vescovi e cardinali che vivono in eleganti palazzi romani o in lussuose tenute di campagna e gestiscono ospedali, fondazioni ed enti milionari. "Avarizia" svela scandali finanziari, racconta come vengono usati i soldi delle offerte e dell'otto per mille, mette in luce le lotte di potere per il controllo del patrimonio della Santa Sede. Un libro che ogni cittadino consapevole dovrebbe leggere. Roberto Calabrò

Il nuovo magazine per gli italiani in Germania Caporedattore: Roberto Calabrò Redazione: Giuseppe Bartolotta Manuela Carzo Hanno collaborato: Silvio Cisamolo Rosario Lo Cicero Progetto grafico, impaginazione e illustrazioni: Sandra Theumert, Fotolia V.i.S.d.P. Giuseppe Bartolotta Wallrafplatz 7 50667 Köln 0221/5626323 e-mail:

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>>> Avarizia La copertina del libro-verità di Emiliano Fittipaldi


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