VANITY FAIR ROCK

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ROCK € 1,90 YUNG BLUD Chi è? Il nuovo album e la cover di Johnny Cash! Quando la moda è ROCK! LENNY KREVITZ Fascino da 56 enne! IGGY POP Storia di una leggenda!Rati dolorum facilitaest dolendi 5 nuovi artisti che bisogna assoulamente conoscere! La nuova campagna gucci
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Francesca, sempre caro mi è stato il tuo sorriso..

Un numero davvero speciale con il suo messaggio di speranza e bellezza, che ha anche indotto un lettore a inviarci una sua poe sia d’amore, scritta per la donna amata. «Ho ottant’anni, sono solo un semplice scugnizzo con pochi studi ma da sempre appassionato di poesia», ha scritto Raffaele. «Quarant’anni fa ho incontrato Francesca. Per la “Festa degli innamorati – San Valentino 2021” ho scritto per lei questi versi. Sono versi d’amore che vorrei dedicare anche a tutte le coppie dell’universo con la speranza che ogni uomo, scugnizzo o letterato che sia, si faccia poeta per la sua amata. Con la speranza che ogni donna sia ispiratrice d’amore per il suo amato».

Cogliendo anche noi l’invito di Raffaele, vogliamo esortare tut ti i lettori di Vanity Fair a «farsi poeti per la persona che amano», inviandoci le loro poesie d’amore, dedicate all’uomo o alla donna del cuore, all’indirizzo: lettere@vanityfair.it.Selezionate a cura della redazione, le poesie firmate saranno poi pubblicate sul sito e - in alcuni estratti - sui canali social del magazine.

Curiosi ora di sapere quali deliziosi versi Raffaele ha dedicato alla sua Francesca? Scopriteli qui!

Vanity

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INDICE

- I 5 artisti che bisogna assolutamente conoscere.

- IGGY POP. Storia di una leggenda.

- L’eleganza rock ed imprevedibile di Iggy Pop nella nuova campagna Gucci.

- Lanny Kravitz, fascino di un 56 enne.

- Quando la moda è ROCK.

- Bentornato rock, lo stile unico degli anni 80.

- Chi è YUNG BLUD, l’artista che mescola hip hop e punk rock.

- QUEEN, la storia di Delilha.

- AC/DC, il rapporto tra Bon Scott e Angus Young.

- Slash, il processo di realizzazione della sua Les Paul Custom by GIBSON.

- 50 anni di ROCK’N ROLL, il brano dei Led Zeppelin.

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1. 7 68 - AMY WINEHOUSE. 70 - THE RASMUS. 76 - Muore il leggendario sassofonista Pharoah Sanders. 78 - Annunciato il cartellone completo del Club To Club 2022. 82 - AMON AMARTH e MACHINE HEAD. 86 - ZAGREB intervista. 90 - Esordio eccellente del cantante bassista degli XX. 96 - Machine Gun Kelly a Milano, il successo di chi sta antipatico.

5 nuovi artisti che bisogna assolutamente conoscere.

Il mondo della musica – e del rock in par ticolare – è attraversato da anni da un dilemma esistenziale. Le nuove proposte artistiche, i nuovi gruppi emergenti pot ranno mai reggere il confronto con le vec chie glorie dei tempi d’oro del genere? Il rock è morto o ha ancora speranza di re stare, magari in veste diversa? Insomma, meglio la tradizione o l’innovazione? A tutte queste domande si può rispondere ovviamente se si ha cognizione di causa.

Motivo per il quale è sempre giusto informarsi sui nuovi artis ti e i nuovi musicisti in circolazione. Scopriamo oggi la classifi ca dei cinque nuovi artisti che vale assolutamente la pena ascoltare. “Fender Next incorpora un’elitè di artisti che creano cose completa mente uniche con il basso e la chitarra ma hanno tutti una cosa in co mune – eccellono nei rispettivi campi. – ha detto Neil Whitcher, capo del dipartimento Artist Relations – La classe del 2020 ha dei musicisti davve ro eccezionali e Fender non vede l’ora di supportarli nella loro carriera”.

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01. BLACK PUMAS

I Black Pumas sono un duo soul psichedelico for matosi ad Austin, Texas, dall’idea di Eric Burton e Adrian Quesada. Rispettivamente cantante e chi tarrista/produttore. I due hanno ricevuto la pri ma nomination ai Grammy Awards nel 2020 nella categoria Best New Artist.Il 21 Giugno 2019 esce l’album di debutto omonimo – Black Pumas – e da quel momento iniziano ad arrivare riconoscimenti ovunque. Il duo viene invitato anche ad esibirsi in talk show e programmi televisivi di grandissima ti ratura negli Stati Uniti. Il Jimmy Kimmel Live, l’Elle DeGeneres Show e il Tonight Show di Jimmy Fallon.

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02. BEABADOOBEE

Beatrice Kristi Laus – noto professional mente con il nome d’arte di Beabadoo bee – è una chitarrista e cantautrice in glese di origini filippine. Recentemente è stata nominata nella categoria Rising Star per i Brit Awards del 2020. Molti critici musicali inoltre, l’hanno indica ta come prossimo fenomeno musicale.

L’album di debutto della giovane cantautrice è atteso per questo 2020 – come da lei annunciato via social. Inoltre, Beatrice ha rivelato a Vice di volersi dedicare in futuro alla scrittura delle colonne sonore per i film – la sua principale fon te di ispirazione nel fare musica.

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03. THE REGRETTES

Le Regrettes sono una band punk rock emergente formatasi a Los An geles e capeggiata da Lydia Night. Nel Gennaio 2017 la formazione ha rilasciato l’album di debutto Feel Your Feelings Fool! per la War ner Bros. Records. Il sound delle Regrettes – etichettato come punk rock, garage pop e garage punk – annovera tra le sue maggior influen ze le Bikini Bill, Elvis Presley, le Hole di Courtney Love e Buddy Holly.

04. MDOU MOCTAR

Mdou Moctar è un chitarrista e can tautore Tuareg proveniente dal Niger

Si tratta di uno dei primi artisti che tenta di eseguire moderni adattamenti elettronici su una chitarra Tuareg. Mdou Moctar ha iniziato a fare musica come performer ai matrimoni – duranti i quali cantava di Islam, educazione e amore.

Il suo primo album – Anar – è sta to pubblicato in Nigeria nel 2008 e – grazie alla vasta rete dei tele foni cellulari – è riuscito a diven tare in qualche modo virale. Così tanto che – anni dopo – Moc tar è stato raggiunto dalla chiamata di un’etichetta discografica amer icana che gli proponeva di lavora re assieme per produrre musica. Il cantautore ha pubblicato Ilana (The Creator) nel 2019 -il primo lavoro pro dotto per intero con una vera band.

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05. BONES UK

I Bones UK sono una rock band pro veniente da Camden Town, a Lon dra. La formazione è composta dal la cantante e chitarrista ritmica, Rosie Bones, dalla chitarrista Carmen Vanderberg e dal batterista Heavy.

I Bones si incontrano per la prima volta nel 2014, Jeff Beck – noto ex esponen te degli Yardbirds assieme a Jimmy Page e Eric Clapton – chiede al gruppo di collaborare al suo album del 2016, Loud Hailer, e si esibirsi con lui in tour.

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Ha fatto il giro del mondo lo scat to del fotografo Francesco Luongo: “volevo raccontare quell’inquietu dine che in tanti hanno percepito”.

Lo scatto è stato realizzato a Livorno, alla rotonda dell’Ardenza, e la frase diventata simbolo cerca di colmare un vuoto su quel cartellone di metal lo, solitamente utilizzato per spon sorizzare concerti, opere ed eventi.

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”MI MANCHI COME UN CONCERTO”, LO SCAT TO SIMBOLO DELLA SPERANZA NELLA MUSICA AL TEMPO DEL COVID-19

Iggy Pop

Storia di una leggenda.

Nato il 21 aprile 1947 a Muskegon, Michigan, con il nome di James New ell Osterberg, cresciuto timido e in troverso in una roulotte dalle parti di Ann Arbor, Iggy Pop ha continuamente sfidato le convenzioni del rock a par tire dalla metà degli anni ’60, quando era batterista del suo gruppo di liceali, gli Iguanas, per proseguire con gli icon oclastici Stooges e quindi, per vent’an ni, come imprevedibile artista solista. Gli Stooges, con la loro anarchica mis cela di blues e incontenibile energia, vengono considerati banali casinis ti da buona parte della critica, ma i fan intuiscono che si tratta di pre cursori: RAW POWER, del 1973, mes so fuori catalogo a meno di un anno dall’uscita, viene selezionato nel 1987 dalla rivista musicale Rolling Stone tra i 100 migliori album del rock.

Intrapresa la carriera solistica nel 1977, Iggy stupisce la critica e gli ap passionati per il brusco cambio di direzione contenuto in album come

THE IDIOT e LUST FOR LIFE (realiz zati entrambi con la collaborazione di David Bowie): THE IDIOT viene da lui stesso definito “un incrocio tra James Brown e i Kraftwerk”. Tra gli anni Settanta e Ottanta le sue pubbli cazioni continuano a sfuggire agli ste reotipi e la sua immagine a cambiare, grazie alla costante sperimentazione con nuovi stili e sonorità e all’avvicen darsi di strumentisti di accompagna mento, sia in studio sia dal vivo.

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Nel 1978 esce TV EYE LIVE, lavoro caratterizzato da ritmiche hard rock. Nel 1979 Iggy registra, in sieme al suo vecchio compagno degli Stooges, il chitarrista James Williamson, NEW WALUES. Nel 1980 è la volta di SOLDIER e nel 1981 incide PAR TY. Con il produttore Chris Stein, nel 1982, Iggy realizza ZOMBIE BIRDHOUSE per l’etichetta del lo stesso Stein, la Animal. Pop si ritaglia, dopo la pubblicazione di ZOMBIE BIRDHOUSE, una pau sa; ritorna dopo quattro anni con l’album BLAHBLAH-BLAH, prodotto da David Bowie. Nel 1989 esce THE IDIOT, un altro ritorno all’hard rock. Negli anni ’90, entrato nel roster della Virgin, ot tiene rinnovato successo con l’album BRICK BY BRICK, del 1990, cui fanno seguito AMERICAN CAE SAR, del 1993, e NAUGHTY LITTLE DOGGIE, del ’96.

Un’antologia intitolata NUDE AND RUDE: THE BEST OF IGGY POP, pubblicata nel 1997, mette in luce, attingen do a un’ampia selezi one di registrazioni dal periodo degli Stooges alle prove solistiche, l’influenza da lui eser citata su altri artisti.

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Infatti, sebbene non sia stata sempre fortunata sul piano commerciale, la musica di Iggy rappresenta una ricca fonte d’ispirazione per innumerevoli artisti: suoi brani sono stati ripresi da nomi fondamentali come i Sex Pistols, David Bow ie, Siouxie & The Banshees e Guns N’ Roses, mentre“Lust for life” è stato incluso nella colonna sonora di un film impor tante come “Trainspotting”. AVENUE B, ispirato dal nome della via di New York nella quale ha abitato a lungo, esce nel settembre del 1999. Nel 2001 Iggy partorisce BEAT EM UP un album crudo e elettrico che prende le distanze dal precedente, introspettivo AVENUE B. All’album partecipa no Pete Marshall, Whitey Kirst alle chitarre e l’ex bassis ta dei Bodycount, Mooseman, poi ucciso in una sparatoria.

Due anni dopo arriva la sorpresa del la ricostituzione di ciò che resta degli Stooges. Pop si esibisce dal vivo con i fratelli Ron e Scott Asheton (chitarra e batteria, superstiti della formazione originale) e l’ex-Minuteman Mike Watt al basso. L’album SKULL RING vede i fratelli Asheton impegnati in quattro brani. Nel disco ci sono anche altri ospiti di rilievo (green Day, Peaches e Sum 41). Dopo un’antologia, Iggy rimette de finitivamente in pista gli Stooges: an nuncia di non voler più incidere come solista e, a fine 2006, annuncia THE WEIRDNESS, il primo disco della band dal 1973, esce nel marzo 2007.

Sempre nel 2007 si riavvicina al cine ma – anche se in modalità totalmente inedite – collaborando con la graph ic-novelist franco-iraniana Marjane Satrapi: Iggy presta infatti la voce ad uno dei suoi personaggi per il film-car tone “Persepolis”. Il 2008 lo vede in tour con la classica formazione degli Stooges. Nei primi mesi del 2009, dopo la tragica e improvvisa scomparsa del chitarrista Ron Asheton, Iggy annuncia la reunion di Iggy & The Stooges, la rein carnazione – anche se incompleta – che diede alle stampe l’album “Raw Power”.

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Malgrado ciò si dichiara stanco di rock e chitarre e pubblica nel giugno 2009 l’album PRELIMINAIRES, progetto rivolto al pubblico francese dai sapori vagamente jazz e quasi totalmente ispirato all’opera del controverso ro manziere Michel Houellebeck e del suo libro “La Possibilità di Un’Isola”. Nel 2010 Pop e il resto degli Stoog es vengono inclusi nella Rock and Roll Hall of Fame. Nel 2012 pubblica APRES, lavoro in lingua francese; nel lo stesso periodo collabora con la can tante Kesha per il suo nuovo album.

Il 30 aprile del 2013 esce READY

TO DIE, accreditato a Iggy and The Stooges: un album che riassembla, in parte, la formazione degli Stoog es del periodo di RAW POWER, con James Williamson alla chitarra. Il 16 marzo 2014 muore il batterista Scott Asheton e la formazione va inevita bilmente in stand-by. Ad inizio 2016 annuncia un nuovo album, scritto e inciso con Josh Homme dei Queens of The Stone Age, POST POP DE PRESSION, seguito a dine anno da un album dal vivo dallo stesso titolo.

DISCOGRAFIA ESSENZIALE: THE IDIOT – 1977, RCA LUST FOR LIFE – 1977, RCA T.V. EYE – 1978, RCA NEW VALUES – 1979, Arista SOLDIER - 1980, Arista PARTY – 1981, Arista ZOMBIE BIRDHOUSE – 1982, Animal IGGY POP – 1983, Arista BLAH BLAH BLAH BLAH –1986, A&M INSTINCT – 1988, A&M BRICK BY BRICK – 1990, Virgin AMERICAN CAESAR – 1993, Virgin

NAUGHTY LITTLE DOGGIE –1996, Virgin

NUDE & RUDE: THE BEST OF IGGY POP – 1996, Virgin AVENUE B – 1999, Virgin BEAT EM UP – 2001, Virgin SKULL RING – 2003, Virgin A MILLION IN PRIZES THE ANTHOLOGY – 2005, Virgin PRELIMINAIRES - 2009, EMI APRES- 2012, EMI

READY TO DIE - 2013

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L’eleganza rock e imprevedibile di Iggy Pop nella nuova campagna Gucci Protagonista della campagna per la nuova collezione Men’s Tailoring in compagnia di A$AP Rocky e Tyler, The Creator, il musicista incarna perfettamente l’eccentricità incisa nel DNA del brand

West Coast

Mettere in discussione i canoni classici di bellezza, stile ed eleganza è ciò che, dall’arrivo di Alessandro Michele alla direzione artistica, ha reso Gucci uno dei brand più amati e di successo del mondo. Un gioco in cui le regole vengono stra volte continuamente unendo codici d’abbigliamento inaspettati, provenienti da epoche e suggestioni diverse e spesso opposte, e che nella narrazione della mai son trovano nuova armonia, nella moda femminile come in quella maschile. Per la nuova collezione Men’s Tailoring, Gucci ha voluto esprimere questa visione eccentrica in un film che racconta lo stile di vita da rock star attraverso una reinterpretazione dell’eleganza maschile, rendendo protagonisti tre personalità che ben incarnano questo spirito: Iggy Pop, A$AP Rocky e Tyler, The Creator. Il fashion film, diretto dal fotografo e regista Har mony Korine e girato lo scorso febbraio a Los An geles, è ambientato in una lussuosa villa modernista californiana, dove vedia mo Iggy Pop accogliere i suoi due amici tra spazi architettonici in legno, pietra, vetro e comple menti d’arredo perfetti per una residenza della West Coast, a metà tra stile anni ’70 e minimal ismo contemporaneo.

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Tre musicisti cult, di generazioni e generi molto diversi tra loro, uniti dallo stesso approccio cre ativo e fuori dalle righe rispetto al proprio stile personale, decisamente in linea con il DNA di Gucci, in un tripudio di stampe animalier, mo tivi monogram e scarpe dalle tonalità sfavillanti. Protagonisti del video anche il pappagallo di Iggy, Biggy Pop, e il suo amico, una magnifica ara giacin to blu, con cui i tre amici si divertono tra gli interni e gli esterni della villa, sfoggiando ognuno una se rie di capi della linea Men’s Tailoring in tutto il loro carattere: il risultato è un inaspettato, divertente ed elegantissimo dialogo di stile che non necessita di parole, e che parla di come classe e leggerezza non solo possano convivere, ma rappresentare un binomio da urlo. Con un pizzico di ossessione per l’apparire che, in questo caso, non guasta affatto.

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Lenny Kravitz, fascino da 56enne.

Icona degli anni ’90, con le sue indimenticabili “Fly Away”, “American Woman”

e “Again”, da settembre Lenny Kravitz diventa volto della nuova campagna della fragranza Y di Yves Saint Laurent Beauté. Diretta dal regista Anton Corbjin, lo spot racconta di uno dei momenti più iconici e intimi di una rockstar: la salita sul palcoscenico in solitaria, subito prima della perfor mance e mentre il pubblico è in trepidante attesa.

Un momento che Kravitz conosce molto bene: “Sono sempre stato un fan di Yves Saint Laurent. Del suo lavoro, del suo senso estetico, della sua au dacia e del suo stile di vita. Ho sempre indossato i suoi capi, non ho mai dovuto pensarci o deciderlo” ha dichiarato il nuovo testimonial che il 6 ottobre uscirà con Let Love Rule, il suo primo libro di memorie. E la fra granza non può che essere altrettanto audace e virile, con le sue note di geranio, ambra grigia e incenso.

E chi meglio del rocker, cantautore, produttore, strumentista, icona di monda, fotografo e designer?

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Quando la moda è rock !

Un volume che racconta stile ed estetica dei più gran di artisti rock, tra provocazioni e scelte che hanno seg nato la storia della musica e del fashion: guardare le ul time passerelle (Pitti Uomo compresa) per credere.

Quando da bambino negli anni 60’ passava ore incollato alla TV a guardare le esibizioni delle sue rock star preferite all’Ed Sullivan Show, o quando teenager girovagava nei loca li di Detroit, la sua città d’origine, alla ricerca delle band più interessanti, John Varvatos non aveva idea che il suo destino sarebbe stato nella moda.

Lui voleva essere su quei palchi, diven tare come Keith Richards e Jimmy Page, fare della musica la sua esisten za: il rock era tutto il suo mondo, i suoi eccessi e i suoi virtuosismi erano l’uni ca cosa che per lui contasse davvero. A interrompere simili sogni di gloria ci pensò la realtà dei fatti: John si rese presto conto di non essere abbastanza bravo per pensare di eguagliare i suoi idoli; il talento non si inventa, e non c’era storia, era un musicista mediocre.

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Jonh Varvatos

Ma le passioni sono dure a morire e così dopo il college, con un’avviata carriera nel fashion retail che presto lo avrebbe visto passare al lato “creativo” del siste ma, il ragazzo comprese una cosa tan to semplice quanto essenziale: moda e musica sono due universi molto, molto vicini. E a ben guardare il modo di ve stirsi e lo stile di parecchi artisti è sta to un tassello fondamentale per il loro successo, tanto quanto canzoni e asso li alla chitarra. Perché non creare una collezione che partisse a quella stessa voglia di sperimentare e provocare?

Sono passati parecchi anni da quel la intuizione, e oggi Varvatos è con siderato lo stilista delle rockstar: un percorso naturale e che spiega anche la sua ultima avventura, un libro pen sato e assemblato come un gigantes co diario di appunti dedicato al talen to e allo stile di tutti quegli artisti che hanno plasmato la sua visione della moda (E non solo la sua: come le ul time passerelle femminili d’autunno e quelle attuali di Pitti Uomo dimostrano, la tendenza rock è più viva che mai).

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“Rock in Fashion”, edito da Harper Design, catalo ga e divide per temi le immagini che più hanno in fluenzato il suo stile, dando così vita a un tributo al genio di quegli artisti che attraverso le loro perfor mance hanno ridefinito la concezione stessa di moda.

I diversi capitoli sono divisi per “tipologie”, in modo da esaminare impatto e sviluppo di ciascun ele mento: ci sono i cappelli, l’optical, l’animalier, il den im, l’androgino e così via. Le foto sono potenti ed evocative, e permettono al designer di scomporre e analizzare ogni scelta estetica, rivelando la cura e la “precisione” con cui erano stati concepiti.

Illuminanti poi sono le considerazioni fatte sul tema da diverse rockstar nel corso degli anni e qui raccolte:

“Marc Bolan, disincantato e ironico, sosteneva che gran parte del suo successo fosse dovuto proprio a quello che indossava e solo in seconda battuta alla musica, mentre Johnny Ramone spiegava l’evoluzione che ave va portato The Ramones a quel look così riconoscibile e preciso come un percorso lungo, fatto di tentativi ed errori (avevano anche preso in esame il glam con tanto di paillettes e leggings, abbandonando poi l’idea perché consapevoli che certi abiti sarebbero stati bene solo sui fisici più asciutti e sottili).”

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Ancora, ci sono le scorribande nei negozi di vintage alla ricerca di bluse di pizzo e scialli da indossare con poco altro (in questo il maestro indiscusso era Robert Plant, voce dei Led Zeppelin), l’uso delle T-shirt per lanciare provocazioni e messag gi, e persino la voglia dei più giovani di emulare i propri miti: Patti Smith raccontava di come avesse studiato per mesi le foto di Keith Richards prima di tagliarsi i capelli a sua im magine e somiglianza, dando così l’addio a musica folk e spirito hippy.

Ci sono le analisi di Keith Richards su come l’abbigliamento dei Roll ing Stones fosse stato spinto all’es tremo per accentuare l’antitesi con la “perfezione” dei Beatles, ci sono le difficoltà di David Bowie per con vincere la sua band a puntare su insiemi più provocanti e androgini, la decisione di Steven Tyler degli Aerosmith di attaccare la sua tuni ca portafortuna ormai a brandelli all’asta del microfono, dando il via così a uno dei suoi “simboli” più riconosciuti (l’aveva anche riempita di tasche segrete per la sua scor ta di quaalude, in modo da non re starne sprovvisto a metà concerto).

La passione e il rispetto di Varva tos per quell’universo è palpabile, e spiega anche perché a fare da testimonial per le sue collezioni abbia sempre preferito alle star let di grido e ai modellini imperbi i volti carismatici e vissuti di queg li artisti. Slash e i Velvet Revolver, Iggy Pop, Jimmy Page: sono loro i suoi interpreti ideali, perché tut to è cominciato con il loro carisma e la loro capacità di comprendere quanto la moda fosse essenziale al loro messaggio. E, a giudicare da certe immagini, come dargli torto?

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Bentornato rock. Lo stile unico degli anni ’80.

Direttamente dagli anni ’80 torna lo stile più duro di tutti i tempi: quello rock. Con la caduta del muro di Berlino e la morte di uno degli autori più impor tanti di tutti i tempi, John Lennon, si dà l’avvio a quello che è il periodo storico del Rock anni’80, in cui l’es agerazione e l’amore per gli eccessi diviene un punto focale da cui si gen erano grandi mutazioni sociali, reli giose, ma anche musicali e stilistiche.

Il rock diviene non solo un genere di musica, ma una costante nell’ab bigliamento. Coinvolge tanto l’Euro pa quanto gli Stati Uniti, proprio per chè l’influenza britannica di gruppi musicali come U2, Police, David Bowie e Depeche Mode, per citarne alcuni, confluisce con quella d’oltre oceano in cui troviamo Guns’n Ros es, Bryan Adams e molti altri, ed è proprio in questo contesto che da semplici sperimentazioni si genera no nuovi generi musicali come la new wave, il power rock e il crossover.

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– Bomber corti e doppi, possibilmente in jeans o in pelle nera e l’intramontabile chi odo, ossia il biker jacket, il capo di cui Mi chael Jackson ne ha fatto un proprio must.

– Borchie, segno della potenza in quegli anni, sono state riproposte nelle ultime stagioni e col lezioni da svariati stilisti, sia applicate sull’ab bigliamento sia sulle scarpe ed accessori, come per esempio tra tante, la Rockstud bag di Val entino e la City Marquise di Pucci, le cui borchie sono più tondeggianti e meno appuntite per dare l’idea di un rock meno duro e più fashion.

– Dettagli indimenticabili sono, le spalline, di varie dimensioni, che definiscono spalle pos senti e fisici un po’ androgini, che di recente a piccoli step stanno rientrando nel guardaroba.

– Decisamente fuori da ogni canone sono sta ti, invece, i reggiseni a punta, su cui Ma donna costruì il proprio personaggio.

– Passando ai pants, che noi oggi chiamiamo leg gings, in passato erano definiti fouseaux e venivano indossati a vita alta. In pelle nera, in tessuti elas tici e coloratissimi o a fantasia, l’importante era avere nell’armadio almeno un paio di questi pan taloni che si dimostrano decisamente impietosi con chi tende a nascondere quel chiletto di troppo.

– Felpone larghe e t-shirt basiche o colorate, purché molto ampie, costante che ad oggi è ritornata in auge, in quegli anni venivano infilate nei pants a vita alta.

– Il Levi’s, ad alta vita, era il pantalone per ec cellenza e veniva indossato sempre con mag lie voluminose e ampie da portare all’interno.

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Per i capelli la parola d’ordine era volume. Es tremamente vaporosi e cotonati, con frange ad in corniciare. Il trucco completava questi look molto es trosi, sia per le donne o per cantanti, ed era sempre strong: multicolor e vistoso, le tonalità più gettonate erano l’azzurro, il fucsia, il verde e fiumi di glitter.

Si tratta di un genere, quello del rock anni’80 che oggi ritroviamo per le vie di ogni città. I teenager sfoggiano look differenti dal passato, con walkman impostati sul play, calzini bianchi a vista, sneakers colorate e con cui gridano al mondo la voglia di estremizzare ogni aspet to della vita quotidiana, la parola d’ordine continua ad essere osare ed ecco che gli elementi dei look di ieri pos sono essere estrapolati, personalizzati e sfruttati oggi.

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Chi è Yungblud, l’artista che mescola hip hop e punk rock.

Yungblud è un’interessante ec cezione alla regola del mercato musciale mondiale degli ulti mi anni. Mentre la gran parte degli artisti mainstream si ac contentano oggi di cantare di cose semplici e poco ‘fastidiose’, su basi spesso scritte a tavoli no e prodotte esclusivamente con dei software, lui si cimen ta con musica più impegnati va, mantenendo gli strumenti al centro della composizione. Il tutto senza agganciarsi a sonorità troppo vintage, ma provando a far coincidere un gusto punk con una ricerca me lodica contemporanea e con l’immancabile vena hip hop.

Andiamo a scoprire al cune curiosità sulla carri era e la vita privata di questo giovane artista.Chi è Yungblud Dominic Richard Harrison, questo il vero nome di Yung blud, è nato a Doncaster, in In ghilterra, il 5 agosto 1997 sotto il segno del Leone. Fin da vici no si avvicina al mondo della musica, anche grazie al padre, che lavora in un negozio di chi tarre.Durante la sua carriera, ancora molto giovane, ha spes so scritto canzoni impegnate, discostandosi dal pop main stream imperante anche nel Regno Unito. La sua musica unisce infatti i fermenti dell’hip hop degli ultimi vent’anni con un’asprezza tipicamente punk.

Yungblud: la carriera, la vita privata e le curiosità sul cantante britannico che ha avuto un flirt con Halsey.

Sai Che..

-Ha sempre dichiarato di non aver paura di offrire canzoni di protesta, con un atteggiamento molto vicino a quello del punk inglese. -Il nonno si è esibito negli anni Settanta con i T. Rex, la storica band glam rock di Marc Bolan. -Tra le sue influenze ha citato i Beatles, Bob Dylan, gli Arctic Monkey, Eminem e i Clash.

-Sulla vita privata di Yungblud non conosciamo molti dettagli. Lui e Halsey pare si siano frequentati per qualche tempo, ma non sappiamo se siano stati fidanzati o se la loro sia solo una bella amicizia. -Yungblud è gay? L’artista ha dichiarato in un’intervista ad Attitude di consid erarsi prevalentemente eterosessuale, ma che se incontrasse un bel ragazzo o un trans non esclude possa accadere qualcosa.

-Su Instagram Yungblud ha un account ufficiale da oltre 1 milione e mezzo di follower.

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YUNGBLUD HA SUONATO UNA COVER DI JOHNNY CASH A NASHVILLE

Yungblud ha suonato una cover di ‘Folsom Prison Blues’, classico del country di Johnny Cash, durante la tap pa di Nashville nella parte nordamericana del Life On Mars Tour. Il giovane artista di Doncaster sta portando on the road l’al bum del 2020 “Weird!” ma ha già registrato il terzo album solista L’accostamento parrebbe abbastanza azzardato ma, senza timore, Yung blud si è cimentato in una cover di Johnny Cash durante il suo show a Nashville. Un furto in casa del ladro quello del giovane di cantau tore di Doncaster che in una città così legata al ‘man in black’ ha avu to il coraggio di suonare dal vivo un classico come ‘Folsom Prison Blues’. Un omaggio forse telefonato, come detto dallo stesso Dominic Howard - questo il suo vero nome - prima di eseguire il pezzo ma che ha comunque sorpreso i fan. Del resto, come spiegato in maniera sintatica dalle parole dello stage manager riprese dallo stesso Yungblud in un post:”Un ragazzo inglese in minigonna che canta Johnny Cash a Nashville, beh, non è una cosa che si vede tutti i giorni”..

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Il nuovo album di Yungblud

Yungblud è attualmente impegnato nel tour in supporto all’ultimo al bum “Weird!” pubblicato nel 2020 ma è già pronto con un nuovo album. Intervistato alcune settimane fa da Hanuman Welch di Apple Mu sic, Yungblud ha raccontato che il suo terzo album è praticamente pron to, spiegando che si tratta del disco più personale che abbia mai fatto.

Un disco che, dice, sorprenderà anche i fan:”Negli ultimi tempi sono stato a Londra per lavorare al terzo disco e sono davvero esaltato!”, ha detto Yungblud, “Credo che sia la musica più personale che io abbia mai scritto e penso che tutti saranno un po’ shockati. Tutta la mia musica è personale ma questa volta ho scavato davvero in profondità e, ad essere sincero, è abbastanza oltraggioso”.

Ancora senza titolo, il disco di Yungblud promette di essere completa mente senza filtri, un lavoro che gli ha consentito di processare la sua sof ferenza e provare la stessa sensazione e libertà creativa del suo debutto.

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1. 54 QUEEN: LA STORIA DI DELILAH, LA DICHIARAZIONE D’AMORE DI FREDDIE MERCURY PER LA SUA GATTINA

Innuendo è il titolo scelto dai Queen per il loro quattordicesimo album, quello che sarebbe stato l’ultimo registrato e pubblicato in vita as sieme al loro leggendario frontman Freddie Mercury. È stato realizza to tra marzo 1989 e novembre 1990 presso i Metropolis Studios di West London e i Mountain Studios di Montreux, in Svizzera. Inizialmente l’uscita del disco era prevista per Na tale 1990, ma le condizioni di salute di Freddie ritardarono inevitabil mente l’uscita. La devastante malat tia che Freddie era costretto a por tare segretamente sulle spalle non ha assolutamente influito sulla sua resa vocale che all’interno di questo monumentale album raggiunge in pi eno le quattro ottave di estensione. I fan che all’epoca ascoltarono per la prima volta Innuendo sostenevano che la composizione e le scelte stil istiche rappresentavano un ritor no alle origini del suono della band. All’interno della meravigliosa track list è contenuto un brano che forse più degli altri rompe gli schemi e rivela la genuinità e la dolcezza di Freddie: De lilah, la dichiarazione d’amore del leg gendario frontman per la sua gattina.

Freddie ha sempre amato smisurat amente i suoi gatti. Sono stati i suoi compagni di vita, i suoi coinquilini e i suoi inconsapevoli spettatori duran te le fasi di scrittura di ogni album concepito all’interno di Garden Log de, la sua residenza di Kensington a Londra. Per Innuendo, probabilmente conscio del poco tempo rimasto, Fred die scrisse “Delilah”, la dichiarazione d’amore per il suo gatto preferito. La band ha tentato a tutti i costi di tenere fuori il brano dalla tracklist (probabilmente anche per l’estremo contrasto con “The Hitman”, una delle canzoni più dure mai scritte nella carriera dei Queen). Ma John Deacon salvò la situazione. Prese in mano il brano, aggiunse la sua linea di basso, lo riarrangiò donandogli quel suono “da Queen” così imme diatamente riconoscibile, e permise a Freddie di convincere la band a reinserire la ballata nella tracklist.

1. 55
AC/DC, IL RAPPORTO TRA BON SCOTT E ANGUS YOUNG “ALCOOL, DONNE, SESSO E ROCK ’N’ ROLL. ECCO DI COSA È FATTA LA VITA” In alcune dichiarazioni rilasciate nel 1977, Bon Scott e Angus Young spiegaro no la filosofia della band

Sesso, droga e rock ‘n’ roll: sono questi tre elementi a essere con siderati come i pilastri della musica rock perché la maggior par te delle band della storia ha vissuto all’insegna degli eccessi e dei vizi.

Tra queste, anche se forse meno di altre, ci sono anche gli AC/DC: in un ar ticolo pubblicato su Classick Rock, il giornalista esperto del settore musi cale Harry Doherty racconta di quando, nel 1977, la band approdò per la pri ma volta in Gran Bretagna dall’Australia e lui ne intuì subito il potenziale.

Oltre al talento musicale, degli AC/DC il giornalista non riuscì a fare a meno di notare anche la loro passione per l’alcool. La prima volta che incontrò Bon Scott, ad esempio, scoprì subito l’attitudine del cantante a bere molto: per riprendersi dal jet-lag, il frontman bevve svariati drink a base di bourbon e vodka prima di prendere un treno che lo avrebbe portato a Cardiff per un concerto con la band. “Non c’è niente di meglio di un drink – disse – prima di un noioso viaggio in treno”.

A causa della sbornia, Scott prese il treno sbagliato ma non gliene importò più di tanto: “Mi piace bere – disse al gior nalista – deve essere lo scozzese che è in me. Come dico spesso, sono un ubriacone speciale, bevo troppo”. Era ques ta la sua filosofia e in quel periodo era soddisfatto della sua vita proprio grazie agli AC/DC, che gli permettevano di an dare in giro a fare concerti: “Non so cosa farei senza questa band – confessò – vivo per questo. Siamo davvero dei tipacci e le canzoni riflettono semplicemente quello che siamo. Al cool, donne, sesso e rock ’n’ roll. Ecco di cosa è fatta la vita”.

Tralasciando alcool e donne, ciò che interessava di più la band in quel periodo era proprio suonare il rock ‘n’ roll e farlo bene, facendo divertire il pubblico e non annoiando lo come, invece, facevano secondo loro tanti altri gruppi dell’epoca. “Noi ci prendiamo sul serio fino a un certo punto – disse, invece, Angus Young al giornalista - se tutti pren dessero la musica troppo sul serio, saremmo tutti finiti.

1. 57

SLASH

IL PROCESSO DI REALIZZAZIONE DELLA SUA LES PAUL CUSTOM NELLA FABBRICA GIBSON.

In occasione dell’uscita di 4, il nuovo album di Salsh ft. Myles Kennedy & The Conspirators, la Gib son ha realizzato una bellissima edizione lim itata della Les Paul Custom firmata da Slash.

Con un video pubblicato in rete la famosa azienda ha mostrato tutte le fasi di realizzazione dello stru mento. Guarda il video con la creazione della Les Paul Standard Limited Slash pubblicato da Gibson.

1. 59

“Credo sia la cosa migliore che abbia mo mai fatto» ha dichiarato il grande chitarrista «Non abbiamo nessuna intenzione di rallentare». Il nuovo al bum è il seguito di Living the Dream del 2018, e secondo quanto ha racco ntato Myles Kennedy in un’intervista radiofonica con la stazione di New York Q104.3: «Ha iniziato a prendere forma durante il tour del 2018 e 2019. Abbiamo molte canzoni da scegliere, l’unica cosa da risolvere è trovare il momento giusto per pubblicarlo». L’album è il primo pubblicato dalla Gibson Records, l’etichetta discog rafica creata dallo storico marchio di chitarre (di cui Slash è testimonial) in collaborazione con BMG: «È un onore per me essere la prima uscita della Gibson Records» ha dichiarato Slash, «È un evento che segna l’apice della nostra collaborazione. So per certo che sarà un’etichetta che supporterà creativamente gli artisti in modo gen uino». Per quanto riguarda il lavoro con i Conspirators (gli altri membri della band sono Brent Fitz alla batte ria, Frank Sidoris alla chitarra e Todd Kerns al basso), Slash ha spiegato: «Il tour è l’unica vera occasione che ab biamo di creare le canzoni, perché a me piace scrivere durante gli sposta menti e provare durante i soundcheck.

Quando torniamo a casa rivediamo tutto il materiale nato in tour, il disco di solito è il culmine di tutta la musica che abbiamo suonato insieme». Myl es Kennedy ha spiegato che anche 4 racchiude il medesimo spirito: «Ha una grande atmosfera live, è pieno di energia. È stato molto divertente realizzarlo». Slash ha spiegato che per lui tutto parte dalla batteria: «Per capire se un’idea funziona per me è fondamentale sentire come si lega agli altri strumenti e al ritmo di bat teria creato da Brent. Il problema dei chitarristi come me è che passiamo un sacco di tempo a provare riff e as soli, ma dobbiamo sempre farci una domanda: è davvero una canzone?».

1. 60
1. 61 TRACKLIST: 1. "The River Is Rising" 2. "Whatever Gets You By" 3. "C'est La Vie" 4. "The Path Less Followed" 5. "Actions Speak Louder Than Words" 6. "Spirit Love" 7. "Fill My World" 8. "April Fool" 9. "Call off the Dogs" 10. "Fall Back to the Earth"
1. 63

50 ANNI DI “ROCK AND ROLL”, IL BRANO DEI LED ZEPPELIN!

1. 64
Il 21 febbraio 1972 la band di Jimmy Page, Robert Plant, John Bonham e Jon Paul Jones pubblicava il singolo estratto dal quarto album

Il 21 febbraio del 1972 i Led Zeppelin pubblicarono il 45 giri di Rock And Roll, il leggendario secondo brano del loro quarto album. Una canzone che ridefinì la durezza e la sostanza del rock stesso degli anni ‘70, che scalzò Immigrant Song come canzone d’apertura dei loro concerti e che l’intero mondo della musica cercò di reinterpretare negli anni a venire.

Ma qual è la storia della nascita di questo grandioso brano scritto da John Bonham, Jimmy Page, Robert Plant e John Paul Jones? Scopriamola insieme.

LA SCINTILLA

DA JOHN BONHAM E DA UNA

REINTERPRETAZIONE DI UN BRANO DI LITTLE RICHARD

Rock And Roll nacque durante le fasi di lavorazione del brano Four Sticks nella villa di Headley Grange, nell’Hampshire, che la band aveva preso in affitto per registrare l’album. Il pattern di batteria del brano risultò difficilissimo da reg istrare e John Bonham perse completamente la pazienza. In preda alla rabbia, iniziò a suonare qualcosa di completamente diverso per staccare la testa: prese ispirazione da una canzone di Little Richard del 1957 Keep a Knockin’. Fu così che Bonham mise completamente da parte le lavorazioni di Four Sticks e iniziò a scrivere con il resto della band un brano dal titolo It’s Been a Long Time. Jimmy Page suonò il riff di chitarra e la canzone venne completata in circa 30 minuti.

1. 65
NASCQUE

AMY WINEHOUSE

Amy Jade Winehouse (Londra, 14 settembre 1983 – Londra, 23 luglio 2011) è stata una can tautrice e produttrice discografica britannica.

Ha esordito nel mondo della musica pubbli cando, nel 2003, per l’etichetta discografica Island, l’album Frank, che riscuote un buon successo di pubblico e critica.

Il vero successo arriva nel 2007 con l’uscita del secondo album Back to Black che, trai nato da singoli come Rehab, Love Is a Losing Game e l’omonima traccia Back to Black, ha scalato le classifiche mondiali ottenendo un successo che l’ha portata alla vittoria di cin que Grammy Awards

1. 68

THE RASMUS

Esce il 23 settembre 2022 su Playground Music “Rise”, decimo album per la rock band finlandese The Rasmus, anticipato dai singoli “Jezebel”, brano con il quale la band ha partecipato all’Eurovision Song Contest di quest’anno, e “Rise”. Il nuovo la voro, prodotto da Desmond Child e Joshua, vede ancora la partecipazione in alcuni bra ni del vecchio chitarrista Pauli Rantasalmi, e contemporaneamente il debutto su dis co di Emilia Suhonen che lo ha sostituito

Per molti una “one hit band” con il loro singolo “In The Shadows” del 2003, The Rasmus sono in realtà una band che ha avuto un cammino solido e regolare fin dal 1994, anno della loro formazione, ven dendo circa 300.000 dischi nella sola Finlandia e 4 milioni in tutto il mondo.

“Rise” è un disco godibile dall’inizio alla fine, pregno di quelle atmosfere che ti as petti da una band che ha sempre scelto di colorare il suo robusto Pop Rock di ve nature talvolta hard, talvolta dark e co munque sempre ammantate da una col tre melodica e leggermente malinconica,

tipica di molte produzioni scandinave.

Prima di gettarci nella drammatica e malata melodia di “Rise”, il Pop elettrico da classifica di “Live And Never Die” con la sua chitarrina funky e i suoi cori smargiassi apre l’album in maniera mainstream. Ci vuole l’elettronica e il beat spezzato di “Fireflies”, che pur senza discostarsi da una buona vena melodica ag giunge un tocco alternativo, e ancora di più “Odyssey”, una ballata che inizia con piano e voce e si tramuta poi in un pezzo corale con un pattern tribale di batteria e un bell’ar rangiamento di chitarra, a togliere un po’ della patina luccicante che una produzione fin troppo accurata, ma non ci si poteva as pettare niente di meno, dona a questo album.

1. 70
1. 71

QuentinJerome Tarantino nato a Knoxville il 27 marzo 1963 è un regista, sceneggiatore, attore e produttore cinematografico statunitense. Iniziò la sua carriera come regista all’ini zio degli anni novanta, raggiungendo il suc cesso di critica con il film di debutto Le iene. Con il successivo Pulp Fiction arrivò la consacra zione, vincendo la Palma d’oro al Festival di Can nes e conquistando, oltre a sette nomination, il premio per la miglior sceneggiatura originale, condiviso con Roger Avary, ai Premi Oscar 1995. Nel 2004 fu presidente della giuria alla 57ª edizione del Festival di Cannes e nel 2010 alla 67ª Mostra

internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Il 24 febbraio 2013 si aggiudicò la sua seconda sta tuetta per la migliore sceneggiatura originale per il film Django Unchained ai Premi Oscar 2013. A partire dal 21 dicembre 2015 il suo nome è pre sente tra le celebrità della Hollywood Walk of Fame.

Tarantino è stato definito un «regista DJ» per la sua capacità di riuscire a combinare sti li diversi fondendoli insieme in una nuova opera. Il regista e storico del cinema Peter Bogdanovich lo ha definito «il regista più influente della sua generazione».

Ha dichiarato in più interviste la sua volontà di fermar si a dieci film, per poi limitarsi a libri e documentari.

1. 73

In una calda serata di fine estate la comunità metal milanese si ritrova al Legend Club, locale che da sempre pro pone alcuni dei più interessanti nomi della scena contemporanea. L’occasi one è il ritorno di due grandi ambasci atori del death più tecnico e sperimen tale, Persefone e Obscura, in quella che purtroppo è l’unica tappa italiana del tour europeo A Valediction Europe 2022 (in Spagna sono previste due date, in Francia tre e in Germania ben sei). Il tour era stato inizialmente pre visto per l’autunno dello scorso anno ma poi rimandato a causa del Covid.

A riscaldare gli animi è la band te desca Disillusion che fa da supporto nel tour ai due più noti gruppi. I rag azzi teutonici propongono un pro gressive death metal dallo spirito melodico che però quella sera in po chi riescono ad apprezzare, avendo iniziato a suonare piuttosto presto.

È il turno poi dei Persefone, che es sendo ormai attivi dal 2004, possono essere considerati dei veterani del genere. Il locale si riempie giusto in tempo per le 20 e 50 quando, come da programma, la band proveniente dalla piccola Andorra inizia a suonare

puntualissima. I Persefone regalano un’esibizione molto suggestiva. Poche band riescono a coinvolgere gli spet tatori in un vero e proprio viaggio musicale, trasmettendo emozioni e creando un’empatia unica con i loro fan. Il motivo di ciò è da ricercare nella radice melodica del loro stile, capace di creare atmosfere trascen dentali. La scaletta ripercorre buona parte della loro fortunata carriera, comprendendo canzoni tratte dall’al bum Spritual Migration (del 2013), come Mind As Universe, o dal fulllength Aathma (del 2017), come Living Waves o Stillness Is Timelles. https:// www.rockharditaly.com/wp-content/ uploads/2022/09/noctem__cover.jpg

1. 75

Muore il leggendario sassofonista Pharoah Sanders

Muore a 81 anni un altro mostro sacro del jazz, il sassofonista california no Pharoah Sanders. A fianco di John Coltrane dalla metà degli anni 60, i suoi soli dissonanti al tenore ne incendiano gli album free, come “Ascen sion” (Impulse!, 1965) e “Meditations” (Impulse!, 1966). Prende parte an che al capolavoro “Journey in Satchidananda” (Impulse!, 1970) di Alice Col trane, con la quale condivideva anche l’esperienza musicale con Trane. Tra i suoi album solisti più iconici ricordiamo “Karma” (Impulse!, 1969) e “Black Unity” (Impulse!, 1970) frutto del suo spiritual jazz affine ad Al bert Ayler, insieme a molteplici collaborazioni, da Carla Bley, Ed Kel ley e Bill Lanswell fino al coinvolgimento in tempi più recenti con il collet tivo Chicago Underground del trombettista/cornettista Rob Mazurek e col producer elettronico Floating Points, segni di una curiosità mai paga.

1. 76

Pharoah

Sanders

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Annunciato il cartellone completo del Club To Club 2022

Cartellone definitivo come sempre di altissimo livello per festival torinese che coniuga elettronica e avant-pop, e che quest’anno celebra il ritorno in presenza spegnendo venti candeline. Le novità più importanti riguardano gli eventi della domenica, nuovamente ospitati alle Officine Grandi Riparazi oni (OGR) dopo la serata iniziale di giovedì, e gli artisti aggiunti alle lineup di venerdì e sabato al Lingotto.

Di seguito, il cartel lone completo:

GIOVEDI’ 3 NO VEMBRE - Officine Grandi RiparazioniOGR (SOLD OUT)

Arca

Aya

Lyra Pramuk

VENERDI’ 4 NO VEMBRE - Padigli one Fiere Lingotto (biglietti qui)

Autechre

Bill Kouligas

Blackhaine Caribou

Elena Colombi

Jamie XX Jockstrap

Kode9

Nala Sinephro

Two Shell

72-Hour Post Fight

SABATO 5 NOVEM

BRE - Padiglione

Fiere Lingotto (biglietti qui)

A oggi sono ancora disponibili i biglietti per le serate di venerdì e di sabato (acquistabili anche insieme tramite la formula GOLDEN PASS), e per la serata di domenica. Sono in vece esauriti i 3 DAYS PASS e i bigliet ti singoli per la serata di giovedì.

Bicep

Caterina Barbieri Low Makaya McCraven Nu Genea curate Bar Mediterraneo with Deena Abdel wahed, DJ Plead, My Analog Journal, Nu Genea, Renato Leotta: Ondina Pa Salieu Romy Yendry

DOMENICA 6 NO

VEMBRE - Officine

Grandi RiparazioniOGR (biglietti qui)

Gang Of Ducks x C2C Festival with Hans Arsen & Rep tilian Expo

Mana & Pedro Vian Sabaa & D.K. Stenny & Ehua XIII & Selezione Naturale

1. 79
1. 82 AMON AMARTH e MACHINE HEAD – gli orari del concerto Mancano pochi giorni al concerto che AMON AMARTH e MACHINE HEAD terranno al Fabrique di Milano il 4 ottobre 2022. In apertura si esibiranno The Halo Effect. Biglietti disponibili su Ticketone, Vivaticket e in cassa la sera dell’evento. ORARI: 17:30 – apertura cancelli 19:00 – The Halo Effect 19:55 – Machine Head 21:45 – Amon Amarth
1. 83

Zagreb intervista Incontriamo la band per parlare di“Fulmini”, il loro quarto disco in studio

Il sound degli Zagreb, band stanziale tra Treviso e Padova, è un equilibrato mix di sonorità distorte e incalzanti prettamente rock e di brani dal gusto più onirico e sospeso. Esordiscono nel 2015 con il primo album intitolato “Fantasmi Ubria chi”, le risposte sono entusiasmanti con oltre 50 date in tutta Italia grandi fes tival compresi. Il secondo album è “Palude” uscito nel 2018 seguito da “Tu sarai complice” nel 2020. Durante il lockdown nasce il quarto disco in studio, “Fulmi ni” (qui la nostra recensione) uscito il 16 settembre 2022 su VREC/Dischi Soviet.

Li incontriamo dopo la loro performance al Pistoia Blues Festi val 2022, hanno voglia di scherzare e condividere la loro gioia per il bellissimo concerto (il nostro report) e il loro nuovo album.

1. 86

Chi sono gli Zagreb?

Alessandro M.: Siamo in 5, sostan zialmente degli scappati di casa. Za greb è infatti uno zingaro che vaga costantemente. Come nucleo iniziale insieme da 8 anni siamo io, Alessan dro Novello alla voce, Alessandro Me neghello alle chitarre e Ermanno De Luchi al basso; abbiamo incontrato per strada altri due scappati di casa, Giulio Beniero batterista e Luca Zil io alle chitarre. Giulio è entrato con noi due anni fa in piena pandemia, periodo in cui il nostro batterista ci ha abbandonato. Abbiamo trovato questo giovane nella sala prove vici no alla nostra, aveva un groove che ci piaceva parecchio, abbiamo chiesto al titolare della sala prove chi era e cosa faceva. E quando l’abbiamo in contrato ci ha detto che ci conosceva e che era nostro fan, quindi situazi one perfetta! C’è una grande differen za di età però, e quindi all’inizio ha declinato l’offerta, dicendoci che ci avrebbe presentato batteristi con più esperienza, ma noi abbiamo insistito.

Giulio: Io ero emozionato e spaven tato, però era tanto tempo che la voravo duro e ho pensato che fosse il mio treno che passava, un’ottima occasione per fare un salto di qual ità, così in pochissimo tempo ho im parato tre pezzi loro, ho fatto l’au dizione, ed eccomi qui nella band.

Alessandro M: Invece Luca ce lo sia mo ritrovati in casa; Alessandro non voleva più suonare la chitarra ma soltanto cantare, quindi abbiamo ini ziato a provare a capire se trovare qualcuno interessato tra i musicisti che conoscevamo, abbiamo lancia to l’amo e Luca ha abboccato subito!

Luca: Anch’io li conoscevo già gli Za greb, condividevamo la sala prove … io avevo dei miei progetti personali ma con il Covid è saltato tutto e alla fine ques ta è stata un’occasione d’oro per me.

1. 87
2022

Durante la pandemia, pur periodo orrendo, avete con tinuare a lavorare alla vostra musica e a sostanziare un nuovo progetto, sfociato nel quarto album “Fulmini”?

Alessandro N.: Beh, il Covid ci ha fatto grandi danni. Nel 2020 è us cito il nostro terzo album “Tu sarai complice” e avevamo un tour fissato per la promozione dello stesso, si amo però riusciti a fare soltanto le prime due date. Nonostante questo male assurdo, abbiamo lavorato da casa, cercato di capire cosa poteva mo fare da remoto l’uno dagli altri, e abbiamo lavorato con cuffie e chi tarre attaccate alla scheda audio, componendo questo nuovo lavoro, “Fulmini”, che si chiama proprio così perché abbiamo bisogno di uscire di nuovo in modo da squarciare questi tempi. Noi proviamo tantissimo, cu riamo molto la produzione e fare un disco è la cosa più bella che possiamo fare, e ora vogliamo suonarlo dal vivo!

Quindi scrittura, arrangiamenti, pro duzione, tutta farina del vostro sacco…

Alessandro N.: Sì, tutto può par tire da un semplice testo come da

un giro di chitarra, e poi ci si ritro va, si prova, e si costruisce il resto. Alessandro M.: Lui è modesto, per ché spesso, anzi nel 90% delle volte, il germe dei brani nasce a casetta sua, Alessandro è l’autore di musica e testi, poi tutti noi ci mettiamo dei colori, gli arrangiamenti si fanno tutti insieme, ma in verità tutto parte da Alessandro.

Giulio: Aggiungo che il bello di ques ta band è mettersi sempre in gioco in modo totalmente sincero e traspar ente, su tutto; c’è sempre la libertà di poter commentare oppure criticare qualsiasi proposta, anche il riff di partenza, e alcune volte in maniera molto accesa; è perché ci teniamo tut ti moltissimo, e la libertà di espressi one fa la differenza in questa band.

Alessandro N.: La forza degli Za greb è che ci vogliamo molto bene e ci rispettiamo nelle opinioni e nelle visioni, quindi riusciamo ad incastrarci bene, le cose scorro no facili, e questa anima della band la trasportiamo anche sul palco.

I testi sono molto importanti e intensi, e siete una delle poche band che ri escono a fare un matrimonio riuscito tra rock abrasivo e testi in italiano …

1. 88

Alessandro N.: Infatti ho proposto molte volte ai miei compagni di fare i matrimoni perché i soldi sono im portanti … (ridono), ma niente! Sì, i testi sono molto importanti, mi pi ace incastrare nelle parole i pensieri che arrivano da visioni varie della vita, cose che mi appartengono, an che se sono cose solo soggettive.

ZAGREB

1. 89

Esordio eccelente e intimo del cantante bassista degli xx

1. 90

Far parte di una band ha i suoi pre gi e i suoi difetti. Da un lato permette al musicista di confrontarsi contin uamente con altre persone sia da una punto di vista musicale sia da quello dei temi da trattare e sicura mente tutto questo rappresenta un profondo arricchimento. Dall’altro però, specie se il musicista è carat terialmente timido e riservato, c’è il rischio che la sua personalità si an nulli o non esca fuori per dare spazio agli altri o a chi all’interno del grup po ha più capacità di leadership. Forse è proprio questo che è accaduto ad Oliver Sims, cantante-bassista degli xx che all’età di 33 anni decide di rac contare il suo tardivo “coming of age” con un disco a suo modo sorprendente.

Synth-pop anni 80 rivisitato Da un punto di musicale “Hideous bas tard” riprende lo stile minimale dei The xx (del resto è prodotto dall’ami co Jamie xx) ma ci inserisce un synth pop di matrice anni 80 qui reso an cora più elegante dall’inserimento qua e là da arrangiamenti di archi caldi e sinuosi, ma anche di atmosfere alt . Nell’iniziale “Hideous” c’è anche l’intervento di Jimmy Somerville dei Bronsky Beat che con il suo straor dinario falsetto interpreta una sorta di angelo custode che ritorna nei cori

di altre canzoni e anche nell’esplica tivo video della canzone-singolo dove Sim ha le sembianze di un mostro.

La celebrazione dell’imperfezione Ma più della musica, valorizzata dal la voce vellutata, profonda ma vul nerabile di Sim, sono i testi il pun to forte e caratteristico del disco. “Hideous Bastard” è un viaggio mu sicale verso l’autoaccettazione: in questo suo debutto infatti Oliver Sim fa un coming out sulla sua omoses sualità e rivela di essere sieropositi vo da 14 anni. L’ “orribile bastardo” è lui, o meglio, come lui spesso si sente nel giudizio omofobo delle persone e questo disco è un tentati di liberarsi dai propri fantasmi esorcizzandoli. “Vivo con l’HIV / Da quando avevo diciassette anni / Sono orribile?” si chiede nella canzone già citata: una domanda retorica agghiacciante di chi vive in una comunità omofoba.

1. 91

Laddove alcuni esempi di pop con temporaneo mainstream queer sono spesso superficiali giocati tut ti sull’amor proprio e sull’esaltazi one fisica,“Hideous Bastard” mette sul tavolo tutta la complessità che gira intorno al tema. Sim raccon ta il lato più oscuro dell’esperienza queer tra vergogna e auto-accet tazione, immagini forti e autoironia. “Hideous Bastard” è una celebrazione dell’imperfezione in questi tempi in cui tutti noi non sempre ci sentiamo al meglio: in un mondo che ci incoraggia a sentirci costantemente più belli, Ol iver Sim ci mostra che il nostro valore non è legato alle nostre identità fisiche.

Finire in bellezza!

Le ultime tre canzoni del disco dan no un senso profondo all’intero disco che, con le sue 10 tracce in 34 minuti, scorre benissimo. “GMT” (di cui è us cito anche un ottimo remix dello stes so Jamie xx) contiene un sample delle armonizzazioni vocali dei Beach Boys nel periodo di “Smile” (come anche “Run the credit”) in un pezzo accom pagnato da testi semplici e di sincero ottimismo; “Fruit” è il superamento di tanto dolore in cui Sim invita se stes so e gli altri a “dare un morso” a ciò che si è perso. Mentre nel finale “Run the credits” ironicamente gioca il ruo

lo del “mostro” con una serie di citazi oni cinematografiche dei cattivi queer come Norman Bates di “Psycho” e Buf falo Bill del “Silenzio degli innocenti”. Ottimo esordio!

TRACKLIST

Hideous (04:23)

Romance With A Memory

Sensitive Child (03:01)

Never Here (03:37)

Unreliable Narrator (02:11)

Saccharine (03:14)

Confident Man (03:50)

GMT (03:08)

Fruit (03:24)

Run The Credits

1. 92
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(02:57) 03.
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1. 93

Machine Gun Kelly a Milano, il successo di chi sta antipatico

Machine Gun Kelly è solito apparire e comportarsi in modo quasi esagerato, tanto da attirare costantemente l’an tipatia dei detrattori e venir bollato come “poser”. Dai dissidi con Eminem alla polemica con Corey Taylor degli Slipknot, sfociata addirittura in una rissa a un concerto, le varie fasi artis tiche del cantante, all’anagrafe Colson Baker, sono state costellate da critiche più o meno costruttive e insulti vari. Le ostilità nei confronti dell’artista sono cresciute ancora di più quando, dopo quattro album con cui si è im posto all’attenzione del grande pub

blico internazionale come uno dei nomi più interessanti della giovane scena rap statunitense, MGK ha de ciso di recuperare il suo altro amore per il pop punk sotto la guida di Travis Barker dei Blink-182. Accusato quin di di “scimmiottare” un personaggio con la chitarra al collo e un abbiglia mento fuori dalle righe a favore del successo commerciale, Machine Gun Kelly pare ritrovarsi spesso sommer so da giudizi negativi, che lui ormai ha però deciso di sfruttare a suo fa vore. Ecco che, in occasione dell’uni ca data italiana del suo “Mainstream

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sellout tour”, la sera del 27 settembre il rapper prestato al pop punk porta al Forum di Assago a Milano il suo mondo interamente rosa, mettendo in scena tanto il suo successo quan to l’antipatia dei suoi denigratori. Nonostante la nutrita schiera di “hat er”, sempre pronti a criticare ogni sua mossa, dalle scelte artistiche alle uscite pubbliche stravaganti fino alla sua relazione con Megan Fox, ancora più numerosa è la folla di fan, sosten itori e amici - alcuni ospiti del concer to milanese - di MGK. E l’entusiasmo del pubblico che affolla l’intero pala zzetto alle porte di Milano, dagli spalti alla platea sold out, per il suo primo show in tre anni nel nostro Paese, sono solo una dimostrazione di quan to, al di là delle critiche, sia notevole il successo di Machine Gun Kelly. Sono anni ormai che è così. Cinque anni interi così”, riflette Colson Baker a un certo punto del documentario “Life in pink”, testimonianza della creazione dell’album “Tickets to my downfal” e del relativo tour statunitense. Il dis co, pubblicato nel 2020, ha segnato il cambio stilistico del cantante di Houston dall’hip hop verso i suoni ruf fiani dai ritmi frenetici che nei primi anni Duemila portarono band come Blink-182 e Sum 41 ad affermarsi sul mainstream con successi radiofonici.

In modo scaramantico e sbruffone il quinto lavoro di studio usciva come “un biglietto per la rovina” di MGK, il quale ha cavalcato ancora di più l’on da del revival di quel genere e il suo ritorno nel mainstream per l’ultimo album “.Mainstream sellout”, grazie al quale è pure stato incoronato come “il principe del pop punk”. Così, mentre nomi come Mod Sun, Kennyhoopla e Willow (la figlia di Will Smith) sono diventati dei riferimenti per la Gener azione Z, che su TikTok si è ritrovata a usare canzoni di Green Day o All Time Low, Avri Lavigne ha messo a segno il suo ritorno discografico recuperando l’attitudine e le sonorità delle origi ni e i più nostalgici non aspettavano altro che un festival come “When we were young”, i brani di Machine Gun Kelly sono diventati le hit usate sui social accanto all’hashtag #pop punk. E il suo successo si è portato a dietro anche tanta disapprovazione.

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