Ottica Fisiopatologica
LENTI FREE FORM, PARTE 3 Continuità, sinergia, sodalizio, l’importanza del binomio ottico oculista a beneficio dell’utente finale
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Intervista a Cinzia Gortan, ottico della Fondazione Salmoiraghi e Viganò.
Cinzia Gortan è ottico della Fondazione Salmoiraghi & Viganò.
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EyeSee inaugura una nuova sezione dedicata all’ottica fisiopatologica, con una serie di tre articoli che mirano ad approfondire le caratteristiche, i vantaggi e le indicazioni delle lenti progressive e monofocali Free Form. La terza parte si focalizza sulla figura chiave della parte finale del processo di creazione di una lente al massimo grado di personalizzazione, in prima linea per la garanzia di un alto standard di qualità e un alto livello di soddisfazione da parte del portatore: l’ottico. La prima parola d’ordine è continuità. Dopo la raccolta dell’anamnesi precisa del paziente da parte dell’oculista, la seconda fase per la costruzione di una lente Free Form di alta qualità passa nelle mani della figura professionale dell’ottico. “Nel momento in cui riceviamo un cliente con una prescrizione per delle lenti Free Form è molto importante mettersi nei suoi panni ed essere fin da subito pronti ad ascoltare e risolvere ogni suo dubbio”, spiega Cinzia Gortan, ottico della Fondazione Salmoiraghi e Viganò. “È importante approfondire ulteriormente al cliente quali possono essere i vantaggi derivati dalla prescrizione di una lente Free Form. Guidarlo nella scelta delle varie tipologie e dei diversi gradi di personalizzazione e spiegargli la procedura necessaria per il raggiungimento della massima personalizzazione sono azioni fondamentali alla costruzione di una lente sartoriale altamente soddisfacente”, suggerisce. “In questa fase, garantire una continuità nella transizione dal medico oculista all’ottico, è senza dubbio un requisito essenziale alla buona riuscita del prodotto” A partire dall’anamnesi formulata dal medico oculista, l’ottico provvede ad indicare la tipologia di lente Free Form più idonea presente in listino, valutando l’inserimento aggiuntivo dei para-
metri individuali del cliente allo scopo di massimizzare la personalizzazione dell’occhiale. “Questo secondo step è fondamentale”, spiega Gortan, “Si procede ad un’attenta analisi del cliente, raccogliendo dati sul suo stile di vita e sulle sue esigenze lavorative, che portano a soddisfare i requisiti di sartorialità della lente. La fase successiva è la scelta della montatura, che non deve solo avere la grandezza idonea, ma presentare un’ottima calzata sul volto del cliente. Questo non è un dettaglio da poco, dato che può davvero fare la differenza per un adattamento veloce ed efficiente”, aggiunge. A partire dalla prescrizione del medico, l’ottico inizia la procedura per la definizione dei parametri ottimali dell’occhiale. “L’ottico procede con la rilevazione della semidistanza interpupillare, la distanza tra lente e apice corneale, l’angolo di avvolgimento e l’angolo pantoscopico della montatura, le altezze di montaggio per le monofocali e la distanza d’uso nello spazio ravvicinato in base alle esigenze lavorative e lo stile di vita dell’utente per le lenti progressive”, annota Cinzia Gortan. “Sono tutti parametri oggettivi necessari per la costruzione di un occhiale personalizzato dove vengono combinati al meglio i parametri della prescrizione dell’oculista e i parametri individuali del soggetto. Oggi queste rilevazioni sono effettuate per mezzo di sofisticati sistemi di videocentratura computerizzata, a disposizione di ogni ottico e di ogni punto vendita abilitato, sia in posizione primaria, quindi con il soggetto posto di fronte e con lo sguardo rilassato, sia lateralmente per individuare in particolare l’angolo pantoscopico”. Progettata e costruita in sinergia e con l’individuo al centro di tutto, una lente Free Form di alta qualità è in grado di
di Timothy Norris
Una collaborazione basata su una costante comunicazione nel rispetto dei reciproci ruoli ed ambiti professionali è necessaria e non affatto scontata
Cinzia Gortan
fornire all’utente un gran numero di benefici sia nella sua versione multifocale che in quella monofocale. “Oltre alla qualità d’immagine molto elevata in generale, l’ampliamento del campo visivo, la riduzione dell’aberrazione e la qualità visiva ottimale in tutte le posizioni di sguardo sono sicuramente i benefici più rilevanti, sia per il portatore di monofocali che per quello di multifocali”, osserva Gortan. “In aggiunta, un portatore di multifocali nota anche un miglioramento della vista per tutte le attività lavorative quotidiane, in particolare nell’uso di videoterminali, grazie al passaggio fluido tra le varie distanze e l’ottima prestazione alle distanze intermedie”, afferma. “Le distanze intermedie sono sempre state un problema per i precedenti modelli di lente progressiva, che costringevano il portatore a forzare l’adattamento per la messa a fuoco. Una lente Free Form non solo migliora la distanza intermedia, ma facilita anche l’adattamento all’occhiale, cosa che ha il pregio di aumentare la soddisfazione dell’utente,
riducendo dall’altra parte la frequenza di abbandono”, aggiunge. Il sodalizio tra il medico oculista e l’ottico in una lente Free Form fa sì che si raggiunga il massimo grado di personalizzazione e secondo Cinzia Gortan questo è un valore fondamentale. “Una collaborazione basata su una costante comunicazione nel rispetto dei reciproci ruoli ed ambiti professionali è necessaria e non affatto scontata. Entrambe le figure professionali lavorano con l’obiettivo comune del raggiungimento del benessere visivo dell’utente, del paziente, dell’individuo”, afferma Gortan. “Una comunicazione continuativa ha inoltre il grande pregio di consentire ad entrambe le figure professionali di interfacciarsi l’una con l’altra e di risolvere e gestire con tempestività eventuali problematiche come ad esempio una difficoltà dell’adattamento o una qualsiasi altra esigenza del portatore, una cosa che può giovare ad entrambe le parti”, spiega. “A partire dalla prescrizione dell’oculista, l’aggiunta dei parametri sia antropometrici
che legati alla calzata dell’occhiale, tipici della costruzione di una lente Free Form, permette di raffinare il risultato finale, sopperendo anche al più piccolo difetto ottico e massimizzando la personalizzazione e le performance dell’occhiale. La lievissima rimodulazione del potere ottico in questa fase, accompagnata anche da una consulenza dell’oculista nei casi più complessi, permette di definire in modo ancora più preciso la personalizzazione della lente a beneficio del paziente, come d’altra parte l’oculista potrebbe avere la necessità di approfondire con l’ottico le indicazioni date dall’azienda costruttrice per la definizione del potere della lente”. Al centro della stretta alleanza tra ottico ed oculista si inserisce il paziente, l’utente, il portatore della lente Free Form personalizzata. Il binomio è in realtà un trinomio, ed anche quest’ultimo attore deve fare la sua parte. “Si consiglia sempre al cliente di effettuare ogni anno una visita dal medico oculista. È infatti proprio dalla visita oculista che parte tutto il processo che porta all’ottenimento di una lente idonea, ad un miglioramento della vista e della soddisfazione del paziente che si presta alla visita annuale”, afferma Cinzia Gortan. “Benefici che possono essere massimizzati grazie alla prescrizione di una lente sartoriale di ultima generazione, sia monofocale che progressiva, costruita con la tecnologia Free Form”, conclude.
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A cura del supporto tecnico Salmoiraghi & Viganò 41