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Telemedicina e formazione a distanza in Oftalmologia: innovazioni nell’anno del Covid
Sonia Palmieri1 Demetrio Spinelli2
1. Responsabile Survey e Consigliere SIOL 2. Presidente SIOL
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La Società Italiana di Oftalmologia Legale (SIOL), come ogni anno, ha posto ai colleghi oculisti di tutta Italia alcune domande su varie tematiche professionali; al sondaggio hanno risposto quasi 400 colleghi tra uomini e donne (domanda 1) di tutte le età (domanda 2). A seguito della pandemia da Covid 19 si è evidenziata la necessità di nuovi approcci assistenziali. Con il lockdown nazionale il rapporto coi pazienti per vari e complessi motivi, tra cui l’elevata preoccupazione da parte dei cittadini di recarsi nelle strutture ospedaliere vere e proprie, è stato sempre più mediato attraverso la tecnologia. I pazienti hanno cercato di mettersi in comunicazione sempre più in modo diretto col professionista attraverso sms, wap oppure altri strumenti di chat online (oltre il 50% dei colleghi è stato contattato così), ma una percentuale di quasi il 30% non gradisce molto questa tipologia di interazione, perché invasiva della privacy personale (la sera o nei momenti trascorsi con la famiglia) o perché spesso il contatto avviene durante lo svolgimento dell’attività lavorativa (altra visita o sala operatoria) (domanda 3).
I colleghi ritengono che in ambito oftalmologico il consulto mediato da portali online non possa sostituire la visita oculistica vera e propria, che è alla base della nostra professione; si intravede, tuttavia, la possibilità di limitate applicazioni quali la refertazione a distanza di esami strumentali purché opportunamente eseguiti da personale competente come gli ortottisti assistenti in Oftalmologia (domanda 4). Allo stato attuale la Telemedicina, che si avvale della tecnologia per fornire assistenza sanitaria, viene ritenuta ancora poco utilizzabile nella nostra attività professionale, anche per delle remore di natura medico-legale. Oltre il 90% dei colleghi, tra l’altro, ha ben chiaro che la prestazione sanitaria eseguita in modalità telematica non esime da una eventuale responsabilità sanitaria (domanda 5). Nonostante qualche resistenza, nel tempo la Telemedicina rappresenterà una sfida a cui anche noi oculisti non potremo sottrarci; si ha ragione di ritenere che nei prossimi anni non esiteremo ad affrontarla con un’adeguata strumentazione tecnologica e con la dovuta consapevolezza. Un’altra tematica proposta dal Survey è stata quella della partecipazione ad eventi formativi nella fase Covid. In alcuni ambiti della medicina come quello dell’Oftalmologia, annualmente sono numerosissimi gli eventi formativi in modalità congressuale; col Covid si è dovuta ripensare la formazione a distanza nonché l’acquisizione dei crediti ECM esclusivamente da remoto. Nell’indagine condotta appare evidente che il 90% dei colleghi ha partecipato almeno ad un webinar durante la prima fase della pandemia (domanda 6).
Questi eventi di aggiornamento a distanza sono considerati utili da una larga fascia di colleghi, pur non senza dubbi riguardanti la limitata possibilità di interazione coi docenti e tra colleghi. (domanda 7). La modalità online potrebbe essere in parte mantenuta nei prossimi anni, specialmente in caso di persistenza di restrizioni sul numero dei partecipanti ad eventi per questioni di distan-
ziamento sociale. Nonostante non sia priva di qualche limite, tale metodica può consentire la partecipazione a distanza di molti più colleghi su section e argomenti specifici senza doversi muovere da casa e senza dover scombussolare l’attività lavorativa per un evento formativo "face to face". Durante il 2020 ci siamo trovati ad affrontare una Pandemia, evento nuovo per tutti che ha determinato numerose criticità anche per noi oculisti; nella prima fase di chiusura a causa del Covid, è apparso evidente che abbiano sofferto un po’ tutti gli ambiti della nostra professione: dalla chirurgia alle IVT e alla gestione della cronicità anche a livello ambulatoriale (domanda 8). Durante l’anno appena passato ci siamo resi conto che dobbiamo porci nell’ottica di affrontare delle nuove significative sfide (non solo tecnologiche). I colleghi ritengono che si debbano trovare dei sistemi gestionali atti ad eseguire attività clinica e chirurgica in sicurezza per il paziente e a ritmi simili a prima (domanda 9). Si ha ragione di ritenere che gli oculisti si stiano già dimostrando ogni giorno più attivi nel modificare la propria professione a favore dei pazienti e della tutela della loro vista.