RASSEGNA STAMPA DEL 17 AGOSTO 2020

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ATTUALITÀ

LUNEDÌ 17 AGOSTO 2020 CORRIERE DELLE ALPI

I nodi della maggioranza

Un ticket Pd-M5S nelle Marche per non perdere contro la destra Fronda verso il segretario Dem per non aver sentito la base Nannicini: è il Movimento che sta dettando la linea politica Carlo Bertini / ROMA

Nella partita clou per non perdere le regionali, quelle Marche che rischiano di essere espugnate dalla destra dopo decenni, scendono in campo i pezzi grossi. Il pressing di Nicola Zingaretti sul premier e su Di Maio pare abbia sortito un risultato: quest’ultimo proverà a far convergere i suoi su un ticket vincente. Quello tra il candidato Dem e il suo attuale antagonista grillino. Perché solo così si ribalteranno i rapporti di forza nel-

I tempi sono stretti perché le liste devono essere presentate entro il 20 agosto la regione. E perché solo riconquistando la trincea rossa delle Marche forse cambieranno le sorti delle regionali: che se venissero perse ai punti dai partiti di governo rischierebbero di far naufragare i sogni di una coalizione stabile. Tanto che nel Pd già si agita una fronda contraria ad alleanze strategiche con i 5Stelle, di autorevoli parlamentari e sindaci pronti a cavalcare il 21 settembre eventuali sconfitte come riprova del virus che mina dall’interno questo progetto. E pronti a chiedere un congresso o un referendum tra gli iscritti sull’alleanza futura.

Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio

Le liste elettorali vanno presentate entro il 20 agosto: si vota in nove regioni il 20 e 21 settembre

Entro il 20 agosto vanno presentate le liste, il tempo stringe e per questo Di Maio proverà a chiudere sul ticket tra Maurizio Mangialardi e Gian Mario Mercorelli, consigliere comunale a Tolentino e candidato del M55s. Questa è la sola strada percorribile: il sindaco di Pesaro Matteo Ricci, uomo forte del Pd nella regione, il primo a far entrare i grillini in giunta, ricorda che nei 5stelle c’è stata già una scissione sul tema e 3 consiglieri uscenti su 5 già si candidano con liste civiche che sostengono Mangialardi. «Quindi o vengono tutti con noi - dice Ricci - o una parte dei loro elettori sosterrà Man-

potrebbe essere il sindaco di Bergamo Giorgio Gori. Che se la prende col segretario per non aver fatto uno straccio di consultazione, a differenza dei grillini. «Dal “mai coi 5 stelle” al “nuovo centrosinistra” senza fare un plissè», ha twittato. Così come è critico l’ex presidente del partito Matteo Orfini. Ma a scendere in campo con la richiesta di un referendum tra gli iscritti è Tommano Nannicini, economista e padre di molte riforme del governo Renzi. «Il Pd è sdraiato sui grillini», dice. «Siamo ridotti ad essere la Ragioneria generale dei 5stelle, loro dettano la linea politica e noi mettiamo i con-

ti a posto». Ma non solo, la critica di Nannicini, in contatto sia con Gori che con Orfini e con una serie di sindaci e parlamentari Dem, si concentra anche su Conte candidato premier di una coalizione non a guida Pd. «Come su qualcuno si vergognasse del Pd: puntare su Conte ricorda la scelta di Prodi da parte dei Ds che dovevano legittimarsi come ex comunisti». Da qui la richiesta di una consultazione: «Dopo le regionali, dopo una scissione e un cambio di maggioranza, chiederemo di fare un congresso a tesi con candidati contrapposti. Sono molti e molte che possono incardinare un nuovo Pd

orgoglioso della sua autonomia». Ma l’alternativa ad un’alleanza con i grillini per vincere le elezioni quale sarebbe? «Un’alleanza meno supina e più competitiva di quella odierna. E poi quella di andare ognuno da solo col proporzionale e vediamo chi prende più voti». Ecco la linea politica già pronta contro Nicola Zingaretti, cui si agganceranno - forse - anche i sodali di Lorenzo Guerini e Andrea Marcucci della corrente Base Riformista che aspettano di vedere innanzitutto come andrà il test ligure con Sansa candidato unico Pd-5Stelle. —

ria, e fallirebbe la seconda spallata in Toscana, dopo quella mancata in Emilia Romagna. Ma andiamo con ordine. Sette regioni, 18 milioni di elettori, in pratica un terzo degli italiani chiamato alle urne. Entro questa settimana bisogna presentare le liste definitive. Due sfide sembrano segnate, anche perché i due governatori uscenti sono i più apprezzati d’Italia secondo tutti i sondaggi. Il Veneto dovrebbe affidare il terzo mandato a Luca Zaia, la cui popolarità è cresciuta durante i mesi del lockdown e quasi doppia quella dello sfidante, l’ex vicesindaco di Padova Arturo Lorenzoni. Stessa parabola per Vincenzo De Luca in Campania. Anche lui ha guadagnato consensi per la sua gestione «energica» della pande-

mia ha almeno 5 o 6 punti di vantaggio sul suo predecessore Stefano Caldoro, di nuovo candidato dal centrodestra. Il centrodestra è abbastanza sicuro di tenere la Liguria, dove va in scena l’unica (per ora) alleanza tra Partito democratico e Movimento 5 Stelle. Difficile, quasi impossibile, però, l’impresa dell’ex giornalista del Fatto Quotidiano Ferruccio Sansa, che deve rimontare il governatore Giovanni Toti, in netto vantaggio secondo tutti i sondaggi. Anche in Liguria, come in Veneto, non sarà comunque una vittoria di Salvini. La sfida del leader leghista, per recuperare un po’ dello smalto perso negli ultimi mesi, si gioca tutta in Toscana, dove replica lo schema dell’Emilia Romagna, speran-

do in miglior fortuna. Al posto di Lucia Borgonzoni c’è la «zarina» Susanna Ceccardi. Dall’altra parte, per il centrosinistra, non il governatore uscente Enrico Rossi, che ha esaurito i due mandati, ma il presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani, meno popolare, ma comunque dato in vantaggio. Il tandem Salvini-Ceccardi punta al ribaltone, che magari non basterebbe per far ballare il governo Conte, ma sarebbe di certo sufficiente a mettere in crisi la leadership di Zingaretti nel Pd. In Puglia, a contendere la conferma alla guida della regione a Michele Emiliano, c’è un grande ex come Raffaele Fitto. Partita aperta, anche se il governatore resta in vantaggio. —

gialardi. Ma visto che senza i 5stelle siamo sotto di 5 punti nei sondaggi, se ci mettiamo insieme vinciamo». Raccontano i marchigiani che chi non ha voluto l’accordo sono stati finora i parlamentari vicini a Di Maio, «quindi se lui vuole in 24 ore si fa un accordo, altrimenti loro da soli prenderanno percentuali da prefisso telefonico perché scatterà il voto utile». CONGRESSO O REFERENDUM

Se invece tutto andasse storto, Zingaretti si troverà una fronda già sul piede di guerra. In un congresso del Pd con la poltrona del leader in palio, il suo primo antagonista

Centrosinistra e centrodestra dovrebbero aggiudicarsi tre governatori La Lega spera nella spallata in Toscana dopo aver fallito in Emilia

Alleanze, conferme e volti nuovi Verso il pareggio alle Regionali IL CASO Niccolò Carratelli / ROMA

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areggio 3 a 3, più la Valle d’Aosta che è un discorso a parte. Il pronostico ricorrente è questo, soprattutto a Palazzo Chigi e al Nazareno. Un risulta-

to che andrebbe bene a Conte, per la tenuta del governo, e a Zingaretti, per la tenuta della sua leadership, che sopravvivrebbe ad una eventuale sconfitta nelle Marche, con una conferma in Toscana, Puglia e Campania. Per Di Maio e i 5 stelle sarebbe l’ennesimo passaggio a vuoto, un nuovo pesante fallimento dell’alleanza

con il Pd, la Liguria dopo l’Umbria, e forse anche nelle Marche, se si riuscirà a trovare un accordo in extremis. Dall’altra parte potrebbe sorridere Giorgia Meloni, visto che il possibile ribaltone marchigiano avrebbe la sua firma. Non Matteo Salvini, che non potrebbe intestarsi le quasi certe vittorie di Zaia in Veneto e Toti in Ligu-

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LUNEDÌ 17 AGOSTO 2020 CORRIERE DELLE ALPI

REGIONE

LE IDEE

LA FUGA DI CERVELLI È UN BENE MA NON LI SAPPIAMO ATTRARRE

IL TERZO MANDATO DEL PRESIDENTE ZAIA È PIENAMENTE CONSENTO DALLA LEGGE

FRANCESCO JORI MARIO BERTOLISSI

N

Anche prima del disastro di martedì scorso il Libano era sull’orlo del collasso a causa di una combinazione di pandemia di coronavirus, corruzione, oppressione militare, massicce proteste di piazza. Secondo Steve H. Hanke, professore di Economia applicata presso la Johns Hopkins University, il Libano ha la sfortuna di essere il primo paese in questa regione a soffrire di iperinflazione: in economia indica una situazione di inflazione particolarmente elevata tanto da indurre i consumatori ad usare valuta estera. La domanda sorge spontanea: di chi è la colpa? Il primo ministro Hassan Diab si è dimesso insieme al suo gabinetto, anche se stava cercando disparatamente salvare il paese nonostante il potere molto limitato per via della presenza di Hezbollah. Se c’è un gruppo da incolpare per il disordine in quella che una volta era la “Svizzera del Medio Oriente” è certamente Hezbollah, sostenuto dall’Iran. Per troppo tempo questa gente ha infranto qualsiasi opportunità, i sogni e le aspirazioni del Libano. —

ei giorni scorsi – il 4 agosto, se non erro – l’on. Simonetta Rubinato ha indirizzato al Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, una lettera aperta. Con essa, gli ha chiesto di rinunciare alla candidatura al terzo mandato consecutivo. Nella circostanza, ha ripreso qualche frammento di un mio scritto di anni fa, in cui avevo affrontato il problema della incandidabilità a sindaco per il terzo mandato consecutivo. Se ne ricava che, pure io, sarei dell’idea che il Presidente Zaia dovrebbe fare un passo indietro. Tuttavia non è così. È per questo che desidero chiarire il mio punto di vista. Infatti, anche il migliore dei principi può portare ad applicazioni che lo contraddicono, se non si considerano i fatti per quello che sono (v. sub 5). 1. La Costituzione nulla dice al riguardo. Anzi, l’articolo 51 stabilisce che “Tutti i cittadini dell’uno o dell’altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza”. I giudici di ogni ordine e grado – ivi compresa la Corte costituzionale – hanno costantemente affermato che ogni limitazione di questo diritto deve essere puntualmente prevista dalla legge, che va interpretata in modo restrittivo. Alla lettera. 2. Nessun limite concerne i componenti del Parlamento e del Governo. A livello regionale, dispongono norme di principio. Quanto a Comuni e Province, l’articolo 51 del decreto legislativo n. 267/2000 (vado a memoria) prevede che sia incandidabile il sindaco (e il presidente della Provincia) per il terzo mandato consecutivo. Era accaduto che fosse stato rieletto sindaco di Abano Terme chi aveva già ricoperto la medesima carica, per due volte consecutive, nel confinante Comune di Montegrotto. Dinanzi al giudice ho sostenuto la tesi – argomentando alla luce di quel che ha scritto, in tema di politica come professione, Max Weber – che la legge escludeva che si potesse ricoprire la carica di sindaco, prima, per due mandati ad Abano; quindi, per altri due mandati a Montegrotto; e così all’infinito, senza interruzione. Un caso estremo. Ebbene, il Tribunale di Padova, la Corte d’appello di Venezia e la Corte di cassazione hanno stabilito che avevo torto e che il sindaco Luca Claudio avrebbe potuto candidarsi ininterrottamente, anche per la 3° volta, purché, la terza, non nello stesso Comune. La mia tesi era che il divieto riguardasse la carica di sindaco, non il Comune. 3. Nel caso appena considerato, si aveva a che fare con una disposizione di legge. Si trattava di definirne la portata quando ci si trovasse di fronte a due Comuni confinanti: Abano e Montegrotto. Il quesito era: si applica oppure no il divieto posto dall’articolo 51 del decreto legislativo n. 267/2000, che inibisce il terzo mandato consecutivo? Questione di stretto diritto, cui era estranea ogni altra valutazione: politica o di opportunità, in senso lato. 4. La sollecitazione dell’on. Rubinato si colloca in un differente contesto. Come lei stessa ha ricordato, la legge regionale ha stabilito che il divieto del terzo mandato consecutivo operi a partire dalle elezioni del 2015. Non c’è nulla da interpretare. Dunque, il Presidente Luca Zaia è perfettamente candidabile e rieleggibile. 5. Si dirà che è questione di opportunità. Se è così, questa è una valutazione del tutto personale. Non mia, se non altro perché, ove l’invito a non ricandidarsi fosse accolto, si otterrebbe un singolare risultato: quello di escludere un Presidente, che gode del maggior consenso dei propri eletti. Un vero e proprio cortocircuito istituzionale, tanto più grave in un tempo in cui ci si deve preoccupare del discredito che grava sulla classe politica, la quale ha estremo bisogno dei migliori. A prescindere dai mandati. Ne converrebbe anche Max Weber. —

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V

iziati o sfigati. Gran brutta im- simi) elogi della “generazione Erasmus”, stano, ma senza né studiare né cercare un magine abbiamo dei nostri ra- e poi ci stracciamo le vesti se una quota co- lavoro. Gli esperti di sviluppo spiegano gazzi: appesi a una narrazione munque modesta dei suoi componenti de- che uno dei fattori di eccellenza dei terricomunque perdente, che oscilla cide di scegliere l’estero non solo per stu- tori è la capacità di richiamare da fuori intra i bamboccioni tenuti nella bambagia diare, ma pure per mettere a profitto vestimenti in termini di soldi ma ancor domestica, e i poveracci costretti ad an- quanto ha imparato. più di materia grigia. Lo sapeva bene la darsene dall’Italia. L’attuale giro di penIn compenso, facciamo silenzio sul pro- Serenissima, che i suoi giovani non solo dolo sta sul versante della “fuga di cervel- blema opposto, quello sì allarmante: non li tratteneva, ma anzi li spingeva ad li”: periodica mistificazione statistica con esportiamo cervelli, non riusciamo a im- andare all’estero; e che era un polo di atcui si raggruppano sotto un’unica voce cu- portarne. L’Italia risulta tra i Paesi meno trazione mondiale per chi voleva venire a mulativa e grossolana situazioni molto di- attrattivi in termini di crescere da queste parverse tra loro. Limitiamoci alla compo- personale qualificato: in ti. Come accadeva all’uNon sono in realtà nente più elevata, che è poi quella su cui una mortificante graduaniversità di Padova, pietroppi i ragazzi più si versano lacrime: i laureati. I nostri toria Ocse di 32 nazioni, na di stranieri sia tra i doall’estero sono 7 su 100, due punti in me- veniamo quart’ultimi, se- che studiano all’estero centi che tra gli studenno rispetto alla media Ocse, cioè i Paesi guiti solo da Grecia, Mesti; e dove, solo per fare Ed è un’esperienza più sviluppati; la Gran Bretagna è sei pun- sico e Turchia. E per stare un paio di significativi da sempre utile ti sopra, al 15. all’esempio prima riporesempi, nel CinquecenNon è un problema di mancanza di la- tato con la Gran Bretato un Andreas van Wevoro in casa nostra. Le regioni che in ter- gna, i numeri sono specularmente oppo- sel, o Andrea Vesalio, veniva da Bruxelles mini assoluti più contristi: da noi i laureati in ar- per laurearsi in medicina, e l’anno dopo buiscono alle uscite sodall’estero sono 6 su era già in cattedra, rivoluzionando l’anaPerò l’Italia è in coda rivo no la Lombardia e il Ve100, metà della media tomia; e un Galileo Galilei, che Venezia per gli arrivi neto; in termini relativi, Ocse; gli inglesi sono al ingaggiava a soli 28 anni dallo Stato alloil Friuli-Venezia Giulia e 16. ra estero della Toscana, e qui rivoluzionò e non si preoccupa il Trentino-Alto Adige, Su questo piano, l’Ita- la scienza. dei tanti che restano mentre tra le province filia è un Piave alla roveCervelli, che altro? Basterebbe sostituiqui a non fare nulla gurano nelle prime posiscia: non passa lo stranie- re un semplice termine, rimpiazzando zioni Bolzano, Vicenza e ro, proprio dove invece “fuga” con “mobilità”; e la prospettiva Trieste. Come si vede, le persone se ne sarebbe salutare. Ma non diamo segno di cambierebbe drasticamente. D’altra parvanno dalle aree più produttive del Pae- preoccuparcene, preferendo spargere la- te, è ciò che accade nella realtà da millense, Nordest in testa. crime su chi ne va; e mantenendo peral- ni: altrimenti, l’umanità sarebbe ferma a È fisiologia, non patologia, specie per i tro una sconcertante indifferenza sui due Neanderthal. E ancor oggi, magari, più giovani: tessiamo sperticati (e motivatis- milioni di ragazzi tra i 15 e i 24 anni che re- d’uno c’è rimasto. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

LIBANESI RIDOTTI A SOGNARE DI ESSERE RICOLONIZZATI SHORSH SURME

L’

esplosione che ha devastato Beirut ha mostrato al mondo il volto sofferente del Libano; come le migliaia di finestre frantumate dall’onda d’urto, ogni illusione di uno Stato funzionale è andata in pezzi. Una nazione che così spesso ha dovuto fingere che le cose andassero bene. La dolorosa realtà è che nessuno si aspetta che i responsabili di questo atto di negligenza criminale siano tenuti a rispondere. Tale responsabilità è cessata da molto tempo in Libano. Non è stata quindi una sorpresa quando molti libanesi hanno espresso il desiderio di es-

sere ricolonizzati di nuovo dalla Francia; purché applicati i tre principi Liberté, Égalité, Fraternité che attualmente sono il sogno di ogni libanese onesto. Dopotutto chi non vorrebbe sbarazzarsi di un’organizzazione paramilitare come quella di Hezbollah? Per quanto tempo il Libano rimarrà un club di ricchi dove solo gli abbienti possono permettersi servizi di prima necessità come l’elettricità 24 ore su 24, 7 giorni su 7? Fino a quando la classe politica corrotta dell’“ognuno per sé” continuerà a governare il paese servendo solo sé stessa?


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LUNEDÌ 17 AGOSTO 2020 CORRIERE DELLE ALPI

BELLUNO

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a palazzo piloni

Si andrà al ministero per la banda larga «Smart working contro lo spopolamento» Vertice tra il ministro D’Incà e Padrin. Infrastrutture: a breve un incontro sulla futura circonvallazione di Longarone Francesco Dal Mas / BELLUNO

Lo smart working per contrastare lo spopolamento delle valli? Perché no? Ma anzitutto bisogna portare la banda larga e poi disseminare il territorio di centri coworking, dove chi lavora da remoto può trovare tutti i servizi di assistenza necessari. È il ragionamento maturato a Selva di Cadore, a seguito dei numerosi professionisti che vi hanno trascorso il lockdown lavorando nelle seconde case e in appartamenti in affitto e che ha indotto alcuni investitori locali ad avvisare, con lungimiranza, uno di questi centri. Bene, alla vigilia di Ferragosto si sono incontrati il ministro Federico D’Incà e il presidente della Provincia, Roberto Padrin, e hanno deciso di mettere subito i ferri in acqua, in considerazione dell’eventuale emergenza autunnale e della crisi del lavoro, quando potrebbero scattare numerosi licenziamenti. D’Incà e Padrin hanno condiviso, al riguardo, una preoccupazione per quanto potrebbe accadere in talune aziende dell’occhialeria. Il ministro dei Rapporti col Parlamento farà avere alla Provincia un appuntamento col Ministero dello sviluppo economico entro i primi giorni di settembre, per verificare fino a dove arriva la banda larga (Valbelluna e Longarone e solo qualche isola, altrove) e stringere i tempi della connessione, considerando anche i Mondiali di sci che potrebbero riaccendere l’interesse per le valli dolomitiche. «Ci faremo preparare una relazione dettagliata sulla dotazione di banda larga presente in provincia e spingeremo al

l’assessore de berti

Viabilità bellunese: «D’Incà si impegni a trovare le risorse»

L’incontro di venerdì scorso a Palazzo Piloni tra il ministro D’Incà e il presidente della Provincia Padrin

massimo per arrivare a una copertura totale in tutto il territorio bellunese, specialmente quello montano», ha specificato il presidente. E poi via ai coworking, per richiamare in provincia il lavoro di qualità e promuovere soprattutto quello giovanile. Ovviamente nell’incontro si è parlato anche di altro, soprattutto di infrastrutture. D’Incà ha assicurato un’ulteriore accelerata per quelle relative ai Mondiali ma ha condiviso la preoccupazione con Padrin per le opere mondiali. Un incontro a breve si terrà a Longarone sulla futura circonvallazione. Non ci piove sul fatto che l’A27 verrà portata fino in zona industriale; si tratta di de-

cidere come dovrà proseguire sino alla galleria di Termine. Una semplice superstrada dal momento che i cantieri in corso velocizzeranno l’Alemagna? È una delle ipotesi, anche nell’intento di risparmiare qualche decina di milioni da destinare, ad esempio, al ponte di Cibiana, oppure alla 251. Sul tavolo dell’incontro è stata analizzata anche la legge olimpica, con tutti i risvolti che comporta per il Bellunese. «Ringrazio il ministro e l’impegno che ha profuso, anche insieme al deputato Roger De Menech, per la legge olimpica – continua il presidente della Provincia –. Il ringraziamento si allarga alla Fondazione Cortina 2021, alla Fisi e alla Regio-

ne Veneto per la garanzia di copertura economica in caso di cancellazione dei Mondiali di sci di 2021 in caso di recrudescenza della pandemia». Il presidente della Provincia e il ministro hanno parlato anche dell’industria bellunese e dei contraccolpi legati al Covid, soprattutto per l’occhialeria che ha una fortissima vocazione all’export e che è stata pesantemente penalizzata dalle chiusure di diversi Paesi. D’Incò, da una parte, e Padrin, dall’altra, hanno condiviso i messaggi allarmanti che arrivano dal territorio e specificatamente da un comparto trainante come quello dell’occhialeria. Contraccolpi –ha riferito il presidente della Provincia –

potrebbero arrivare ancora a blocco dei licenziamenti vigente. Dal tavolo è emersa la volontà reciproca di monitorare la situazione e il ministro ha dato la sua disponibilità a condividere percorsi di gestione di eventuali crisi. Infine, la chiacchierata è stata allargata al presidente del Parco Dolomiti Bellunesi, per parlare delle attività degli ultimi mesi e dei progetti futuri. «Ho esternato al ministro le preoccupazioni relative all’ente fiera – conclude Padrin –. Il settore è in crisi a causa del lockdown. A Longarone però siamo pronti per ripartire con Arredamont e con il Festival delle foreste l’11-12-13 settembre». — © RIPRODUZIONE RISERVATA

«Il ministro convinca il suo governo a reperire le risorse mancanti per la viabilità bellunese». Lo afferma l’assessore regionale Elisa De Berti, che ricorda: «Con una nota del 22 ottobre il presidente del Veneto aveva scritto al ministro delle Infrastrutture elencando una serie di opere strategiche per il Veneto per circa 4 miliardi di euro». Con l’emendamento Olimpiadi al Veneto sono stati riservati 325 milioni, con cui si è scelto di dare priorità alla variante di Cortina e a quella di Longarone. «Entrambe sono state oggetto di un confronto col ministro il 12 giugno. Saranno realizzate in quota parte con questa somma, mentre la parte mancante verrà imputata all’aggiornamento del contratto di servizio Mit-Anas». La De Berti ricorda poi che con il Mit sono state identificate altre due opere strategiche in Veneto, se il governo troverà le risorse»: fra queste il completamento della variante di Agordo per 43 milioni. Il ministro «si impegni per il reperimento di questi stanziamenti indispensabili», chiude. «Il Bellunese ha bisogno di tante risorse. Dimostri, il ministro eletto a Belluno, attenzione anche all’aggiornamento del contratto di programma nel quale è inserita la galleria di Lamon, a completare il cui finanziamento mancano ancora 8 milioni».


III

Primo Piano

I CONTROLLI VENEZIA Inevitabile che succedesse. La chiamata ai tamponi di controllo per quanti sono tornati in Italia dall’estero - e in particolare dai quattro paesi individuati come il pericolo principale dell’esportazione del contagio, cioè Spagna, Grecia, Malta e Croazia - qualche disagio l’ha creato. Tutti in coda, tutti in attesa e la tensione che sale, tanto da spingere all’intervento polizia locale e carabinieri. È successo a Noale dove nella mattinata di Ferragosto si sono create code e tensioni non dentro all’ospedale della città dei Tempesta, ma all’esterno. Colpa delle decine di macchine che si sono riversate per i controlli. Così, per evitare che la situazione degenerasse, sono intervenuti gli agenti della polizia locale dell’Unione dei comuni del Miranese e i carabinieri, impegnati nell’allentare la tensione e gestire al meglio l’accesso all’ospedale. Una situazione che è durata un paio d’ore e si è risolta sul finire della mattinata. All’interno, invece, i tamponi per le persone di ritorno dai paesi dichiarati a rischio, si sono svolti senza problemi. «Nella sede di Noale - spiega il direttore sanitario dell’Ulss 3, Michele Tessarin - a fronte del formarsi di assembramenti, gli operatori dell’Ulss 3 hanno chiesto la collaborazione delle forze dell’ordine al fine di far rispettare da tutti le regole relative al distanziamento, valide anche e ancor più la dove sono in atto verifiche relative al contagio. Tutti gli utenti sono stati regolarmente sottoposti a tampone e il servizio si è concluso poco dopo le 13, cioè all’orario previsto».

IL LAVORO DELL’ULSS Una giornata impegnativa per i medici, continua il direttore sanitario. «L’Ulss 3 Serenissima ha gestito ieri (sabato 15 agosto, ndr) un importante flusso di persone nei propri punti dedicati ai tamponi per i viaggiatori in rientro. La possibilità di accedere al

PER RINGRAZIARE MEDICI E INFERMIERI ALCUNE PERSONE SI SONO PRESENTATE AL TEST SANITARIO CON I PASTICCINI

Lunedì 17 Agosto 2020 www.gazzettino.it

Noale, code per i tamponi e l’Ulss chiama la polizia `Il direttore sanitario: «Tutto è andato Per evitare assembramenti all’esterno richiesto il supporto delle forze dell’ordine per il verso giusto, un lavoro enorme»

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servizio in modo diretto, a tutto vantaggio dell’utenza, è stata colta da molte persone. Nella giornata di oggi (ieri, ndr) - conclude il dottor Tesserin - le operazioni si sono svolte con regolarità senza la necessità di alcun ulteriore intervento». E c’è anche chi, per ringraziare l’incessante lavoro della sanità, si è presentato al tampone con un cabaret di paste e un bigliettino: «Grazie per il lavoro che svolgete per la comunità anche a Ferragosto. Efficienza veneta», il testo.Intanto ieri per evitare assembramenti e rendere migliore il lavoro degli operatori sanitari, così come l’attesa delle persone in fila per un tampone di controllo, sono scesi in campo anche i volontari della Protezione civile del Comune di Venezia davanti al distretto di Favaro Veneto. Per l’occasione è stata allestita una tenda con cui fare ombra, sono state messe a disposizione alcune panche e distribuite bottigliette d’acqua alle persone in coda, in attesa del proprio turno

LA PROCEDURA

AL FONTE COVID In alto l’ospedale di Noale, uno dei centri per i tamponi di chi torna dall’estero. Nel tondo il direttore sanitario dell’Ulss 3 Serenissima, il dottor Michele Tessarin

I rientri dall’estero

Al Marco Polo esordio con successo dei test in aeroporto Il tampone in aeroporto riscuote successo (ne parliamo a pagina 4 del fascicolo nazione). La domenica dopo Ferragosto, nella zona degli “arrivi” del Marco Polo, registra un’affluenza quasi plebiscitaria al percorso previsto per i passeggeri provenienti dai paesi a maggior rischio pandemico: Grecia, Spagna, Croazia, Cipro e Malta. Il servizio, organizzato dall’Ulss 3 in collaborazione con Save non è obbligatorio, e prende le

mosse dalla preliminare illustrazione a voce delle proprie caratteristiche. A quel punto le persone sono libere di scegliere: possono aderirvi proseguendo verso lo step successivo oppure recarsi in un secondo momento nelle diverse strutture del territorio. Alcuni viaggiatori hanno optato per quest’ultima strada, ovvero la gestione autonoma del test Covid, talvolta già prenotato prima della partenza, oppure con il semplice intento di evitare la

coda. La maggior parte però ha accolto in modo molto positivo l’opportunità offerta, accettando, dopo la compilazione di un modulo, di mettersi in fila aspettando pazientemente il proprio turno. Lungo il percorso transennato, l’attesa si è svolta in modo ordinato, anche se non sempre è stato possibile rispettare perfettamente le distanze, piccola lacuna colmata di continuo e con efficacia dalla solerzia del personale. I passeggeri, tutti

provvisti di mascherina, una volta superato il banco di accettazione venivano condotti in un’area protetta, a tutela della privacy, dove gli addetti provvedevano ad effettuare i tamponi nasale e faringeo. Il tutto si è svolto sotto l’attenta supervisione del direttore generale di Ulss 3, Giuseppe Dal Ben, che ha sottolineato come il servizio sia stato organizzato in tempi estremamente celeri. Luca Bagnoli © RIPRODUZIONE RISERVATA

Per non intasare le linee di emergenza, chi rientra dai quattro Paesi individuati da Ministero e Regione, deve passare tramite il sito dell’azienda sanitaria. Ci sono, poi, determinate strutture per gestire la questione. In centro storico la sede è quella del distretto dell’ex ospedale Giustinian (Dorsoduro 1454); per la Terraferma, sede del distretto di Favaro Veneto (via della Soia 2); Per Riviera e Miranese: presidio di Noale (piazzale della Bastia 3) e dell’ospedale di Dolo; per Chioggia sede distrettuale (accesso da via Marco Polo). L’accesso alle postazioni è libero e non necessita prenotazioni. Anche l’Ulss 4 ha predisposto degli ambulatori specifici. A Portogruaro basterà presentarsi al distretto socio sanitario di via Zappetti 23 (ex Silos), dalle 7 alle 13. A San Donà di Piave in via Girardi 23, dalle 7 alle 13. Anche qui, accesso libero. Nicola Munaro © RIPRODUZIONE RISERVATA

A FAVARO VENETO LA PROTEZIONE CIVILE HA INSTALLATO UNA TENDA E ASSISTITO LE PERSONE IN FILA

Contagi, c’è la tregua di Ferragosto In due giornate soltanto 21 casi IL BILANCIO VENEZIA Per il Veneziano, il fine settimana di Ferragosto è stato una due giorni di tregua sul fronte della diffusione del contagio da coronavirus.

LE DUE GIORNATE Tra sabato e ieri ci sono stati solamente 21 casi di nuovi positivi in due giorni e il numero dei contagiati totali dall’inizio della pandemia - all’1.30 del 22 febbraio - è salito a 3.032: comunque un’enormità forse inimmaginabile quasi sei mesi fa, ma che ancora una volta da sempre più la cifra della forza e della continua vita del nemico invisibile. Tornado ai numeri del fine settimana, rispetto alle 17 di venerdì (quando erano 233) gli attualmente positivi al coronavirus sono 239, cioè la tara tra i nuovi contagiati e i negativizzati virologici - cioè i guariti - che ieri sera avevano raggiunto la quota di 2.481, cioè 15 in più se

confrontati con il totale di 2.466 toccato la sera del 14 agosto. Scendono ancora le persone ricoverate: sono 12, tutte nel reparto di Malattie infettive dell’ospedale di Dolo, scelto dalla Regione Veneto come avamposto per combattere il virus nel Veneziano. Nessun decesso - il totale rimane a 312 croci, ed è cinque giorni che non si contano nuove morti - mentre scende a 800 il numero delle persone in isolamento: si tratta, in questo caso, sia di paziento Covid-19 comun-

que non così gravi da ritenere necessario un ricovero (e quindi sono curate dalla medicina di territori), sia di persone che, seppur negative ai tamponi di controllo, devono scontare quattordici giorni di isolamento per essere venute in contatto con pazienti Covid-19. C’è attesa, ora, per capire come evolverà la curva dei contagi anche alla luce dei ritorni dai paesi esteri di chi era in vacanza.

IL CASO DEI BATTUTI La settimana che si apre sarà

LEGGERO AUMENTO DEGLI ATTUALMENTE POSITIVI: 239 DIMINUISCONO I RICOVERATI E GLI ISOLAMENTI CENTRO PER ANZIANI L’Antica scuola dei Battuti, a Mestre

anche una settimana cruciale per l’Antica scuola dei Battuti di Mestre, la residenza per anziani capace di tenere alla porta il virus nei mesi duri del contagio, e che invece il 29 luglio si è trovata nel cuore delle buriana. Nei primi giorni di questa settimana, infatti, torneranno a lavoro gli operatori che hanno concluso il periodo di quarantena e ci sarà una riunione anche per verificare il numero degli ospiti negativizzati (erano 10 in via di guarigione nei giorni scorsi). Ci saranno, comunque, diversi casi di anziani che lasceranno i reparti Covid della struttura di via Spalti, segno di come il focolaio si stia spegnendo. Al momento si contano ai Battuti 70 casi: 38 ospiti in isolamento in struttura, 6 anziani ricoverati in ospedale a Dolo; 25 operatori e un’addetta alle pulizie, tutti in isolamento. Oltre a 4 decessi e ai quattro anziani che si sono negativizzati nei giorni scorsi. N. Mun. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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AREA COVID Una sala del reparto all’ospedale di Dolo


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Primo Piano

Lunedì 17 Agosto 2020 www.gazzettino.it

Il Covid in provincia di Rovigo Nuovi positivi segnalati negli ultimi 2 giorni

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2 giovani 19enni del Medio Polesine, tornato da Malta, asintomatici

21 enne del Medio Polesine, tornata da Malta, asintomatica

53enne di Rovigo sintomatico, non ricoverato

20enne di Rovigo asintomatico

19enne di Rovigo asintomatica

56enne di Rovigo leggermente sintomatico

58enne dell’Alto Polesine asintomatico

46enne dell’Alto Polesine, albanese, asintomatico

506 289

424

Persone in isolamento domiciliare

Persone guarite

46 Contagiati rilevati

Attualmente positivi

Totale tamponi eseguiti

te a tampone Persone sottoposte

0 Persone sottoposte a tampone

27.599 .599

0

L’Ego-Hub

le regole, soprattutto fra i giovani, che si muovono di più in un’estate di svago dopo essere stati a lungo costretti a rinunce e senza scuola. Serve maggiore attenzione, ci aspettano giorni delicati, anche se purtroppo nulla di diverso da quanto mi aspettassi».

I CONTAGIATI Il numero totale dei contagi in provincia è salito a 506, con 46 polesani attualmente positivi e 289 in isolamento domiciliare con sorveglianza attiva. I tamponi complessivi sono arrivati a 67.272, eseguiti su 27.599 persone. Francesco Campi © RIPRODUZIONE RISERVATA

SI ABBASSA L’ETÀ DELLE PERSONE INTERESSATE DALL’EPIDEMIA: PARECCHI SONO VENTENNI

Il sindaco Fioravanti: «Troppi rischi»

Calto, annullata la fiera di San Rocco Manca il personale qualificato, i contagi sono aumentano di giorno in giorno: l’emergenza Coronavirus fa saltare la fiera di Calto. Il Comune aveva già preparato la consueta manifestazione, il programma era già stato stilato. Sembrava tutto pronto, dal 16 al 18 agosto, per assaporare le specialità culinarie, ascoltare musica, divertirsi in piazza e partecipare alla messa con il vescovo. Annullata anche la caccia al tesoro.E invece, inaspettata, è arrivata la decisione in extremis: il sindaco Michele Fioravanti spiega: «Nonostante gli sforzi fatti per svolgere anche quest’anno la sagra di San Rocco, già organizzata nel rispetto delle regole per la prevenzione da Covid-19,

ROVIGO Chi ha scelto Croazia, Spagna, Grecia e Malta come meta per le proprie vacanze si ritrova, compreso nel pacchetto, anche il tampone al rientro. Che da oggi, in Polesine, potrà essere effettuato direttamente, senza prenotazione, presentandosi ai tre ospedali di Rovigo, Adria e Trecenta. Il tutto, con un sovraccarico non indifferente per la sanità locale, costretta a prepararsi ad affrontare l’ondata dei rientri con volumi di test che si prevedono considerevoli.

TEST A TAPPETO

Totale tamponi eseguiti

67.272

Tra il giorno di Ferragosto e ieri sono state 149 le persone sottoposte ai controlli dopo il rientro dai Paesi in “lista nera”

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I CONTROLLI

41enne dell’Alto Polesine, albanese, asintomatica

I DATI

Croazia, Spagna, Malta e Grecia: test immediato nei 3 ospedali polesani

l’aumento improvviso dei contagi e l’impossibilità di garantire personale qualificato e forze dell’ordine sufficienti per la sorveglianza e la sicurezza, ci ha costretti a malincuore ad annullare la fiera. Si ritiene doveroso ringraziare le persone impegnate nell’organizzazione: i dipendenti comunali, la Polizia locale, i volontari della Protezione civile Altopolesine, le orchestre e le compagnie di spettacolo, bar e gastronomia, la ditta dei fuochi pirotecnici, la Biblioteca e tutti coloro che avevano dato disponibilità. Fiduciosi in tempi migliori, fissiamo subito la nuova edizione all’agosto 2021». A.Garb. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Solo nella giornata di ferragosto, nella quale anche gli ospedali solitamente tendono ad avere una minor disponibilità di personale, in Veneto sono stati eseguiti 7mila tamponi per i “vacanzieri” di ritorno dai quattro Paesi entrati nella lista nera a causa del dilagare del virus, la sola Spagna nella giornata di sabato ha registrato oltre 16mila nuovi contagi e per cercare di contenere il rischio del divampare di focolai di “importazione”. A Rovigo proprio nella giornata di Ferragosto sono stati eseguiti 61 tamponi a persone appena rientrate, con ben tre giovani, che erano tutti in vacanza a Malta, risultati positivi, tutte asintomatici e tutti già in isolamento da prima di ottenere il risultato del tampone, avendo correttamente osservato le procedure previste.

portale visione referti online dell’azienda o anche visibile dal fascicolo sanitario elettronico o dal proprio medico in 24-48 ore. Non può essere effettuata prenotazione anticipata del tampone prima dell’ingresso in Veneto.

LA PROCEDURA Chi entra o rientra da Spagna, Croazia, Repubblica di Malta o Grecia, se ha eseguito un tampone con esito negativo documentabile, nelle 72 ore precedenti all’ingresso in Italia, deve darne comunicazione al Servizio di Igiene e Sanità Pubblica all’indirizzo sisp.ro@aulss5.veneto.it; in tal caso non è prevista nessuna restrizione come da ordinanza Regione Veneto n. 84 del 13 agosto 2020. Se non ha eseguito un tampone con esito negativo documentabile, nelle 72 ore precedenti all’ingresso in Italia, una volta che è rientrato in Veneto deve obbligatoriamente segnalarlo al Servizio Igiene e Sanità Pubblica e deve eseguire un tampone di controllo. La comunica-

I VIAGGIATORI DAL MOMENTO DEL RIENTRO A QUELLO DELL’ESITO DEL TEST DOVRANNO RIMANERE IN ISOLAMENTO

zione deve essere inviata con una email all’indirizzo sisp.ro@aulss5.veneto.it completa di tutti i dati anagrafici di ciascun rientrante, ovvero nome, cognome, data di nascita, luogo di nascita, codice fiscale, domicilio (indirizzo completo), recapito telefonico. Per quanto riguarda l’esecuzione del tampone, da oggi è previsto anche l’accesso diretto, senza prenotazione, ma con l’obbligo della segnalazione del rientro al Servizi di Igiene e Sanità Pubblica all’ospedale di Rovigo, all’ospedale di Rovigo, all’ambulatorio corpo F, Piano 0 con entrata dalla pensilina rossa esterna, dal lunedì al sabato dalle 7.30 alle 18 e la domenica dalle 9 alle 12, all’ospedale di Adria al centro prelievi dell’ospedale vecchio, dal lunedì al sabato dalle 13 alle 18, ed all’ospedale di Trecenta all’ambulatorio ortopedico della piastra poliambulatoriale, dal lunedì al sabato dalle 13 alle 18. In ogni caso, la comunicazione che il viaggiatore appena rientrato invia al Servizio Igiene e Sanità Pubblica, spiega l’Ulss, «sarà presa in carico per prevedere, oltre all’accesso diretto, anche una programmazione del tampone nelle 48 ore successive al rientro e per fornire precise indicazioni al cittadino». Per ulteriori informazioni può essere contattato il numero verde 800.938.880, attivo da lunedì a venerdì dalle 9 alle 14. F.Cam. © RIPRODUZIONE RISERVATA

TEMPI ACCELERATI Ieri, invece, nell’ambulatorio dell’ospedale di Rovigo sono stati effettuati 88 tamponi. Quindi, nei due giorni festivi, 149 tamponi ed i risultati arriveranno nelle prossime ore. Per chi si trovi a tornare in Polesine dopo un viaggio nei quattro Paesi considerati a rischio, l’Ulss Polesana ha diramato un “prontuario” per facilitare anche chi si trovi nella non facile situazione rientrare dalle vacanze e trovarsi in isolamento domiciliare. La prima indicazione, infatti, è che, dal momento del rientro e fino alla comunicazione dell’esito del tampone, le persone sono tenute a rimanere presso il proprio domicilio in isolamento. Sui tempi, si indica che l’esito del tampone sarà scaricabile dal

AMBULATORI DEDICATI L’Ulss ha predisposto servizi specifici

L’applauso dell’Avis ai donatori in trincea contro il virus `Quasi 17mila

per il riconoscimento dell’associazione come persona giuridica.

le donazioni registrate IL BILANCIO alla fine del 2019 ASSEMBLEA DELL’AVIS ROVIGO Rovigo rimane la provincia veneta che ha il più alto numero di donazioni di sangue per mille abitanti e i donatori polesani hanno il più alto indice di donazione in Veneto. Lo confermano le cifre della 55esima assemblea dei soci dell’Avis provinciale di Rovigo, svoltasi il 1° agosto al Censer con i presidenti e i delegati delle 52 Avis comunali, che oltre ad approvare all’unanimità le relazioni e i bilanci hanno votato favorevolmente l’istanza

Nella sua relazione la presidente dell’Avis provinciale, Barbara Garbellini, insieme alle cifre dell’associazione ha ricordato anche i soci recentemente scomparsi come Aldo Romagnoli, uno dei padri fondatori dell’Avis in Polesine e dell’Avis Veneto, rappresentata nell’assemblea rodigina dal segretario Mauro Favret. A fine 2019 i soci Avis in provincia erano 10.629 (332 collaboratori). I nuovi iscritti nell’anno sono stati 556 e le donazioni 16.737. Insieme così, la generosità dei donatori, il coordinamento dell’Avis provinciale e l’azione in rete hanno permesso a Rovigo di rimanere tra le pro-

vince con un margine operativo significativamente positivo, garantendo l’autosufficienza nel territorio e supportando altre province venete, in particolare i Dipartimenti di Medicina trasfusionale di Padova e Verona, e inoltre la Sardegna con il regolare invio settimanale di sacche di emocomponenti a Cagliari.

DONATORI IN CALO Complessivamente, però, è stato rilevato un calo delle donazioni: è comunque minore rispetto al biennio precedente e in linea con quanto accade a livello regionale e nazionale. Visti tuttavia i primati del Polesine in Veneto per il più alto numero di donazioni per mille abitanti e per il più alto indice di donazione, il calo non è attribuibile a mancanza di attività promozionale o a

RELAZIONE La presidente dell’Avis Barbara Garbellini

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difficoltà dell’Ufficio di chiamata, che si relaziona costantemente con il Centro trasfusionale per soddisfare le richieste e coordinare al meglio le scorte, garantendo l’autosufficienza al Polesine e il supporto intraregionale ed extraregionale. L’attività promozionale sul territorio e la collaborazione con le Avis comunali ed equiparate, la formazione, la sensibilizzazione nelle scuole grazie anche al Gruppo Giovani e al nuovo strumento “Quando le storie diventano doni”, il libro di racconti e filastrocche con i testi di Sandra Trambaioli e le illustrazioni di Sofia Boccato dedicato alle scuole materne e ai primi anni delle elementari, realizzato grazie alla coprogettazione sociale area giovani promossa dal Csv Rovigo, sono alcuni degli ingredienti che dimostrano come,

ha spiegato la presidente Garbellini, insieme si possa crescere meglio, esprimendo un volontariato unito, preparato e propositivo. Garbellini ha rilevato anche che con il Coronavirus si è dovuto affrontare faccia a faccia l’emergenza per il bene dell’ammalato e la tutela dei donatori, in stretta collaborazione con il Dipartimento di Medicina trasfusionale e grazie al lavoro del personale dell’Ufficio di chiamata. L’assemblea, così, ha dedicato un applauso ai donatori interpellati in questo periodo, perché tutti hanno risposto positivamente alla chiamata. Lorenzo Malin del Gruppo Giovani ha annunciato nuove iniziatIve di sensibilizzazione anche sulle spiagge. Nicola Astolfi © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Primo Piano

Lunedì 17 Agosto 2020 www.gazzettino.it

Il rischio seconda ondata

Discoteche chiuse e di sera mascherina anche se all’aperto Per fermare la diffusione del virus il governo concorda con le Regioni le nuove misure restrittive. I locali non ci stanno: «Faremo ricorso al Tar»

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IL CASO ROMA Dopo un anno il governo torna in discoteca. Stavolta per chiuderle, Papeete compreso. Chiuse con ordinanza del governo sino al 7 settembre, anche se ora il problema sarà come tenere sotto controllo migliaia di giovani che comunque non intendono rinunciare alla movida. La decisione era nell’aria da qualche giorno ma si è atteso il trascorrere del weekend di Ferragosto salve quindi le feste di ieri sera che ha ancora una volta riempito i locali di giovani perlopiù senza mascherina e, ovviamente, con scarso distanziamento.

LA FILA La decisione al termine della videconferenza pomeridiana, voluta dal ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia, e alla quale hanno preso parte ieri pomeriggio il ministro della Salute Roberto Speranza, dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli, oltre ai governatori Bonaccini, Zaia, Cirio, Toma, Toti, Fe-

I GESTORI CHIEDONO MISURE A SOSTEGNO DEL SETTORE CHE HA PERSO 4 MILIARDI DI FATTURATO

driga, i vicepresidenti Armao e Bonavitacola e diversi assessori. Per discoteche e balere la stagione rischia di finire qui - anche se l’ordinanza vale sino al 7 settembre - e chiude un anno complicatissimo per l’intero settore che lamenta una perdita di fatturato di quattro miliardi per lo più andati in fumo prima con il lockdown e poi con riaperture complicate da gestire che comunque hanno costretto i gestori a dimezzare il numero degli ingressi. Ora la chiusura scatena la reazione dei gestori che protestano e premono sul governo per avere provvedimenti a sostegno del settore come il taglio dell’Iva al 4% e la possibilità di chiedere la cassa integrazione per i lavoratori. «La ripresa dei casi è significativa anche alla luce dei contagi nel contesto europeo. Dobbiamo dare segnali al Paese per tenere alta l’attenzione», ha sostenuto il ministro Speranza durante la riunione proponendo anche di ampliare l’obbligo delle mascherine dalle 18 alle 6 del mattino nei luoghi e locali aperti al pubblico e nei luoghi in cui è più facile che si creino assembramenti. «Restiamo uno dei paesi più sicuri al mondo per la sicurezza sanitaria; questa condizione non è casuale ma figlia dei sacrifici che abbiamo fatto e che vanno difesi», sostiene il ministro Boccia al termine di una riunione dove le resistenze dei governatori di regione si sono fatte sentire al punto che nel te-

sto si legge che «non sono ammesse deroghe con ordinanze regionali». Contro l’ordinanza si schiera il presidente leghista del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga secondo il quale non ci sono «evidenze statistiche di una correlazione tra il ballo e i casi di coronavirus registrati nelle scorse settimane». Per il governatore veneto Luca Zaia, invece, «va bene il provvedimento nazionale ma occorre specificare meglio quali sono i luoghi dell’assembramento. E attenzione all’impatto mediatico perché se chiudiamo le disco-

STOP Una serata in discoteca

teche può essere interpretato come un ritorno del Covid-19 in Italia». Dal Friuli era arrivata una proposta di «mediazione, come l’introduzione dell’obbligatorietà delle mascherine sulle piste da ballo, che potesse garantire agli esercizi interessati di poter proseguire le loro attività». Quanto cioè stabilito dall’ordinanza di Veneto ed Emilia Ro-

FEDRIGA SI SCHIERA CONTRO L’ORDINANZA ZAIA: «SPECIFICARE MEGLIO QUALI SONO I LUOGHI DI ASSEMBRAMENTO»

Il virologo Massimo Galli

«Danni all’economia? I contagi di Ferragosto ci costeranno di più» on il trend in crescendo dei contagi in rialzo e i rischi legati all’assembramento, mette in guardia Massimo Galli, direttore di malattie infettive dell’ospedale Luigi Sacco di Milano, «aprire le discoteche non era certo una delle decisioni nell’ordinedellepriorità». Quantopensacheincideràorail contagio dei giovani nella diffusionedelSarCov2? «I giovani sono coinvolti perché sono esposti o si espongono. Ma il vero pericolo è che l’infezione torniadilagare interessandoanchele persone più anziane e a maggior rischio di poter sviluppare una malattia grave. Ricordiamo che esistono persone che non si sa per quale motivo hanno la capacità di fare i superdiffusori del virus e la modalità è proprio quella che trova in un ambiente chiuso e superaffollato il luogo ideale per potersiverificare».

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Una leggerezza che potrebbe costarecaro,insomma? «Trovoper nullaopportunochein un contesto come questo si investa tempo, fatica e risorse nel controllare le persone che tornano dall’estero e si aprano invece le discoteche, o comunque attività di qualsiasi tipo che prevedano assembramento di numerose persone in luoghi prevalentemente chiusipertempi significativi,ossia per diverse ore. Questa mi sembra l’ultimacosadafare». Il numero dei contagi non è per nullatranquillizzante.

«SONO MOLTO PREOCCUPATO BISOGNA IDENTIFICARE I NUOVI FOCOLAI»

magna. Linea sostenuta anche dai gestori dei locali da ballo: «Osserveremo nei prossimi mesi se a discoteche chiuse il “contagio” si fermerà! Lo osserveremo attentamente», attacca il presidente del Silb Maurizio Pasca che annuncia un immediato ricorso al Tar. «Da domani la voglia di svago dei più giovani non finirà col colpo di spugna di un decreto o un’ordinanza - incalza Gianni Indino, presidente del sindacato locali dal ballo dell’Emilia Romagna (Silb) - ci sarà abusivismo, rave party illegali, situazioni non controllate nelle ville, sulle spiagge o in fabbriche abbandonate». Ma il problema di cui si è a lungo discusso è anche quello del sostegno al settore che dovrebbe essere inserito nel decreto agosto. «Il danno atteso dalla chiusura delle discoteche è gros-

so ma non vedo alternative», spiega rasseganto il ministro Patuanelli. «Come Regioni abbiamo chiesto al Governo che il provvedimento sia accompagnato da risorse certe per far fronte al danno economico conseguente», è la linea del presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini secondo il quale la decisione del governo è giista perché «non possiamo permetterci di sottovalutare il rischio di un ritorno del contagio così come successo nei mesi scorsi». Ormai tutti guardano al mese di settembre e alla ripresa del lavoro e delle scuole. L’obiettivo dell’ordinanza è di tenere ora molto basso l’indice di contagio proprio per evitare nuove chiusure proprio quando dovrebbe ripartire il Paese. Nell’analisi effettuata dal ministero della Salute non sono stati individuati aree del Paese a rischio, ma c’è preoccupazione per ciò che potrebbe accadere in autunno. Di chiusura totale del Paese nessuno parla più dopo la contestatissima decisione presa dal governo Conte a marzo. Molto più probabili - si ragiona a palazzo Chigi - chiusure per singole aree qualora l’indice dei contagi dovesse rialzare la testa. Marco Conti © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il gestore Rino Polverino SI CAMBIA La pista da ballo trasformata in ristorante (foto ANSA)

«Si sarebbe auspicato che in questoperiodofosseropiùbassi.Sono molto preoccupato: abbiamo focolai diffusi, persone che tornano dall’estero contagiati, e poi una serie di segnali che ci dicono che la situazione non è perfettamente sottocontrollo». Cosabisognafare? «Serve la capacità di identificare precocemente i nuovi focolai e i nuovi casi, e poi non bisogna permettere che il virus possa circolare in una certa area geografica per un certo numero di giorni senza controllo, perché allora ci troveremmo di nuovo a dover chiudere un pezzo di Paese o anche di più. Rischiamo di dover fare come in Franciaein Spagna». Sulla salute però spesso prevalgonoscelteeconomiche. «Da sempre, purtroppo, le scelte dei governanti sono state condizionate da pressioni, che hanno un costo politico ed economico. Ma i costi successivi, se non fai le cose come vanno fatte, potrebbero essereassaipeggiori». Graziella Melina © RIPRODUZIONE RISERVATA

he senso ha chiudere le discoteche quando ci sono locali alternativi che fanno la stessa cosa? Allora chiudiamo pure gli stabilimenti balneari che fanno ballare la gente sulla spiaggia? No?». Rino Polverino è un fiume in piena. Il titolare di note discoteche nell’Italia centrale ha appena saputo le decisioni del Governo. «Stato d’animo? Sono arrabbiato. Lo dico sempre ai miei colleghi, dobbiamo cambiare il nome, è il nome il nostro problema, la discoteca fa paura, ma è assurdo, io faccio questo lavoro da una vita, il primo locale l’ho avuto a vent’anni, non sono un pazzo, capisco che il momento è difficile, ma non possiamo essere gli unici a pagare». Ci sono suoi colleghi che non si sono posti troppi problemi e si è arrivati a questo. «Le pecore nere ci sono in ogni categoria. Ma tra noi ci sono tanti imprenditori seri che hanno grande senso di re-

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«Fermano soltanto noi ma nei bar vedo le folle D’ora in poi li denuncio» sponsabilità. Io ho chiuso il 29 febbraio scorso e ho riaperto a fine giugno con delle cene spettacolo, riducendo la capienza da 1500-2000 persone a 300. Si cena e si balla intorno al tavolo in un giardino di 2 mila metri quadrati all’aperto. Lo posso fare perché ho un pubblico adulto e perché ho anche la licenza da ristorante, ma...». Cosa non le va giù? «Vado in giro e vedo altri che tutti questi problemi non se li sono posti, ci sono bar, pub o

«BASTEREBBE ADEGUARE LE CAPIENZE ALLE NUOVE REGOLE. COSÌ È LA FINE»

stabilimenti pieni zeppi di gente dove si balla pure e nessuno dice nulla. Non mi va di passare per fesso: da domani tutte le situazioni irregolari che vedo sporgo denuncia. Non ha senso, lì va bene solo perché non si chiamano discoteche?». Secondo lei è un problema di controlli? «Certo, se i vigili urbani lavorano fino all’una di notte, dopo chi controlla? Chi va a vedere se uno stabilimento fa ballare la gente sulla spiaggia? Mettiamo invece regole chiare e precise. Nelle licenze per le discoteche è fissata la capienza dei locali in relazione agli spazi, bene, adeguiamo quel numero all’emergenza Covid, dimezzatelo, ma perché chiudere? Se adesso mi fanno chiudere io non riapro più». Vittorio Buongiorno © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Primo Piano

Lunedì 17 Agosto 2020 www.gazzettino.it

Il virus e la festa LA NOVITÁ PADOVA Da oggi potremmo affiancare al gelato da passeggio la “musica da passeggio”, quella che hanno sperimentato i padovani che l’altra sera hanno passato il Ferragosto in centro storico. Evitati i fuochi d’artificio in Prato per ovvie ragioni, il Comune non voleva che tutto finisse in un mortorio. Per questo le sette isole musicali con tanto di consolle dj allestite nelle piazze principali hanno sostenuto la “promenade” notturna consentendo di sperimentare, sempre a volume soffuso, diversi scenari. Una novità che sembra essere stata molto apprezzata dai cittadini, anche perchè nelle scorse settimane l’assessore al Commercio Antonio Bressa aveva spedito a tutti gli esercenti una lettera in cui spiegava l’iniziativa, invitandoli a tenere aperto. E loro lo hanno fatto. Con dubbi risultati però. È successo infatti che piazza dei Signori ha mantenuto fede alla tradizione, riempiendosi di avventori, mentre invece chi ha tenuto aperto in piazza della Frutta ha riferito al segretario dell’Appe, Filippo Segato che sarebbe stato meglio lasciare a casa il personale.

I DUBBI «Non è andata bene per tutti dice Segato - la piazza non era molto frequentata, e anche la coreografia era poca cosa rispetto ad altre zone. Diciamo che è un anno particolare, bene che il Comune abbia sperimentato questa via, ma il format va studiato meglio. Ad esempio portando più attrattività nelle altre due piazze rispetto a piazza dei Signori e anche nel resto delle piazze del centro. La prendiamo come un’idea positiva dell’anno zero. E attendiamo gli effetti dell’ultima ordinanza di Zaia quella del 13 agosto che in pratica annulla il distanziamento nei bar per coloro che lavorano gomito a gomito per ore e poi vanno a fare la pausa pranzo. O fra i parenti che assistono al matrimonio e poi vanno al buffet.

Il Ferragosto diffuso tiene accesa la città L’assessore Bressa: «È un formato da perfezionare ma lo riproporremo: invece di concentrare il pubblico in Prato, ha vissuto tutto il centro» Questo significa che non ci dovrà più essere un metro di distanza fra gli avventori ma solo fra i tavolini, dunque più gente ammessa».

le proposte musicali che creavano atmosfera. Non era facile contenere il divertimento senza creare massa. Però abbiamo capito che è una formula sostenibile ed ho già in mente di riproporla anche il prossimo anno, perfezionandola, perchè anche gli esercenti grazie al movimento possono trarne beneficio».

LE CERTEZZE Tornando al Ferragosto l’assessore al Commercio Antonio Bressa, plaude agli esercenti. «Hanno risposto alla mia sollecitazione e gliene sono grato. E visto l’affollamento ordinato, direi che abbiamo vinto la scommessa. Se c’è qualcosa che abbiamo imparato da questa esperienza è che fino ad ora concentravamo il pubblico in un solo punto, il Prato, e per poco tempo, ma i resto della città non viveva del Ferragosto. Diciamo che era uno spettacolo mordi e fuggi. In questo modo invece la festa è stata diluita per tre giorni, grazie alle postazioni mobili della radio padovane che trasmettevano in diretta con ospiti continui e alle consolle dislocate. Le persone passeggiavano e senza affollamento ascoltavano

BONAVINA: «NEMMENO UNA MULTA FRA LA GENTE E I LOCALI, DAI PADOVANI ESEMPIO DI GRANDE CIVILTÁ E COMPRENSIONE»

BONAVINA Soddisfatto di come sono andate le cose anche l’assessore alla Sicurezza, Diego Bonavina. «Avevamo venti agenti della municipale e tre ufficiali in servizio per vigilare. Hanno effettuato controlli sul rispetto delle regole anti Covid fra gli avventori e fra i locali. «Non è stata elevata nessuna contravvenzione, segno che tutti hanno capito. I padovani e gli esercenti hanno dato una grande prova di civiltà. Ha vissuto tutto il centro e sono piaciuti i giochi di colore sui monumenti e sui palazzi». Mauro Giacon © RIPRODUZIONE RISERVATA

POLIZIA MUNICIPALE Controllati i locali e le regole anticovid ma non è stata elevata nessuna contravvenzione

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SEGATO, APPE: «SI DEVE RIVEDERE LA FORMULA IN PIAZZA DELLA FRUTTA NON SI É LAVORATO, DA OGGI PER FORTUNA MENO DISTANZE NEI BAR»


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Riviera Miranese

Lunedì 17 Agosto 2020 www.gazzettino.it

Lo abbraccia e gli ruba la collana d’oro `Un anziano derubato

da una giovane il giorno del suo compleanno MARTELLAGO

LAVORI IN CORSO L’amministrazione sta correndo ai ripari per cercare di essere pronta per l’inizio dell’anno scolastico

Scuole, il rebus degli spazi Crescono le preoccupazioni per l’inizio `La giunta: «Lavori di adeguamento» dell’anno tra aule, mensa e servizi vari Per l’opposizione non sono sufficienti

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NOALE Aule, mensa, servizi aggiuntivi: a Noale, come in altri comuni, aumentano le preoccupazioni delle famiglie in vista del nuovo anno scolastico. La scorsa settimana, in commissione, maggioranza e opposizione non se le sono mandate a dire: «La sindaca - attacca il Pd - come se non fosse affar suo, intende fare poco o nulla, nascondendosi dietro una mancanza di fondi e anteponendo ‘altre priorità». Critica anche Noalesi al Centro, che con Renato Damiani chiede la sistemazione di servizi, serramenti, la verifica e predisposizione di tensostrutture o box container a supporto dei locali scolastici e la revisione del servizio di pulizia delle aule e dei bagni. Per il Comune, anche dopo i sopralluoghi effettuati nelle scorse settimane, la situazione è gestibile, anche se sarà necessario eseguire alcuni interventi ed apportare modifiche per rendere le strutture più rispondenti alle attività dei bambini. L’ultima verifica ha riguardato la materna statale Calvino, con il sindaco e i tecnici comunali, per individuare eventuali interventi nel giardino per consentire di ampliare gli spazi. La dirigenza scolastica ha chiesto e ottenuto

la pavimentazione per i due gazebo esistenti e fatto presente la necessità di aggiungere delle panchine. Il Comune ha anche fatto sapere che i 70mila euro trasferiti dalla Stato per le scuole saranno utilizzati per sostituire parte degli infissi alle medie, per garantire meglio l’aerazione dei locali. Altre risorse sono state stanziate per interventi nei plessi di Briana, Noale e, riguardo la materna statale, per riuscire a tener separate entrate e uscite. Con la Cooperativa Agorà inoltre il Comune ha avuto

un incontro per vedere quali servizi mantenere e su quali intervenire con cifre aggiuntive: sembra garantito il doposcuola a Moniego, particolarmente richiesto dalle famiglie. Per quando riguarda la scuola secondaria alcuni interventi, come il rifacimento dei servizi igienici e il riordino degli spazi al piano terra, sono ricompresi nell’intervento strutturale antisismico dell’ala sud che verrà effettuato il prossimo anno, per 1,2 milioni di cui 950mila provenienti da un finanziamento statale e

250mila dall’avanzo di bilancio comunale. «Stiamo operando da mesi - assicura Patrizia Andreotti - con l’obiettivo di garantire la ripartenza e lo svolgimento dell’anno in sicurezza e nel rispetto delle norme. Abbiamo rinnovato la disponibilità alla dirigente a predisporre le misure di cui venga ravvisata la necessità per rendere operative in sicurezza e tranquillità le sedi scolastiche con interventi di adeguamento al Covid». Filippo De Gaspari © RIPRODUZIONE RISERVATA

Spinea

Nuove Gemme di Spinea. Affacciati alla recinzione a Nord del parco cittadino, i vigili hanno scorto una famiglia riunita intorno al barbecue e hanno cercato di attirare l’attenzione per invitarli a spegnere immediatamente il fuoco, vietato e molto pericoloso nel bel mezzo della vegetazione secca del parco. Ma il messaggio non è arrivato e gli agenti, per la fretta di intervenire ed evitare un disastro, hanno dovuto scavalcare la recinzione e

raggiungere di corsa il gruppo. Dopo aver spento le braci con l’estintore di servizio, hanno identificato una decina di persone: dai nonni ai nipoti, erano tutti parenti di una famiglia che abita in uno dei palazzi che si affacciano sul Nuove Gemme. Chiaramente non sapevano che esistesse un simile divieto ma l’ignoranza non è una scusa: nel parco il fuoco non è concesso. Saltata la grigliata, ora arriverà la multa. (M.Fus.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il popolo delle sagre scrive a Zaia e Fedriga `«Stiamo morendo,

togliete il numero chiuso agli eventi» SALZANO Togliere il numero chiuso di accesso agli eventi pubblici come le sagre e riscrivere le linee guida che attualmente presentano molti impedimenti agli organizzatori tanto che la stragrande maggioranza hanno dato forfait per il 2020. È questo il grido d’allarme che arriva da una miriade di attività commerciali e imprese del settore che con il covid stanno soffrendo, forse più di altre, questa ca-

tastrofe economica che per le loro attività non si sa quando mai finirà. Numerosi imprenditori del settore hanno preso carta e penna e hanno scritto ai presidenti delle regioni Veneto Luca Zaia e Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga per aiutare il settore dei divertimenti a ripartire. Aziende in grave difficoltà ce ne sono in gran quantità: da chi fornisce le tensostrutture alle orchestre, dalle band musicali agli artisti, da chi fornisce gli spettacoli pirotecnici ai service che preparano gli impianti audio e video oltre a tutta la catena della ristorazione dalle bevande alla fornitura di piatti e avanti di questo passo. Molte sono le disdette che stanno arrivando e tantissime sono le sagre, le

IN CRISI Un intero settore in sofferenza per il covid

fiere e gli eventi estivi che vengono annullati sia per paura di non garantire la massima sicurezza sanitaria sia per le regole forse troppo rigide che sono state imposte dalle varie ordinanze regionali e governative. «Chiediamo di poter discutere e rivedere le normative che sono state emesse-afferma uno dei tanti imprenditori in forte difficoltà, Roberto Stevanato. titolare della FriulVeneto di Salzano che produce e realizza spettacoli pirotecnici in tutto il Nordest- perché oltre a far saltare quasi completamente il lavoro delle nostre aziende per quest’anno si profila una forte penalizzazione anche per il 2021». Luigi Bortolato © RIPRODUZIONE RISERVATA

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© RIPRODUZIONE RISERVATA

VIA ISONZO L’uomo, un 76enne, è stato derubato sotto casa

Protezione civile in prima linea durante l’emergenza sanitaria DOLO

Grigliata in famiglia al parco pubblico, arrivano i vigili C’è il verde, l’ombra di enormi alberi e non manca lo spazio per far giocare i bambini. Quanto basta per far scattare a una famiglia di Spinea la voglia di procurarsi barbecue, sedie e tavolini e riunire i parenti, invitando tutti alla tradizionale grigliata di Ferragosto. Non l’hanno pensata proprio allo stesso modo, però, gli agenti della Polizia dell’Unione dei Comuni che nel pomeriggio del 15 agosto, hanno visto spuntare una colonna di fumo bianco proprio tra le piante del parco

Ennesimo furto con la tecnica dell’abbraccio, sabato mattina a Maerne. E non bastasse, proprio nel giorno del compleanno dell’anziana vittima. Anzi, la fortuita coincidenza che a Ferragosto l’uomo compisse anche gli anni, 76, ha giocato a favore della scaltra ladra, poco più che ventenne, alta sul metro e 70, ben vestita con pantaloni e maglietta bianca e apparentemente dell’Est Europa, secondo la descrizione fornita dal diretto interessato. L’uomo stava spazzando il marciapiede nel cortile del suo condominio, in via Isonzo, quando all’improvviso si è sentito abbracciare da dietro (in barba peraltro a tutte le norme sul coronavirus). L’anziano lì per lì pensava a qualche vicino che gli stesse facendo gli auguri, ma quando si è voltato, e si è ritrovato davanti una sconosciuta, si è subito ritratto e ha respinto con fermezza un successivo tentativo di abbraccio, salvando così almeno una delle due collane d’oro che portava al collo. Non l’altra però, peraltro la più preziosa con attaccate tre medaglie, dal valore di almeno mille euro, oltre a quello affettivo, che la malvivente era già riuscita a sfilargli con de-

strezza in occasione del primo “assalto”. Il settantaseienne poco dopo se n’è accorto, ha inforcato la bicicletta e ha girato tutto quanto il quartiere alla ricerca della giovane, che però ormai si era dileguata, probabilmente con un complice che l’aspettava in macchina. Nei giorni scorsi, dopo i vari tentativi non riusciti sul genere segnalati nel territorio comunale ad opera sempre della stessa banda, i carabinieri avevano lanciato l’appello ai cittadini dal guardarsi bene dai “falsi amici”: appello veicolato anche dal Comune, ma che non è bastato dati i tentativi che invece la scorsa settimana sono andati a segno, tra cui anche quello ai danni di una 83enne di Olmo malata di Parkinson derubata mentre era a letto nella sua camera da una coppia senza scrupoli che le ha persino ispezionato le mani in cerca di anelli. Nicola De Rossi

L’impegno della protezione civile, coordinata da Giuseppe Di Vilio, sta tutta nei numeri degli interventi effettuati nel corso dell’emergenza sanitaria. Fino a fine luglio sono stati impiegati 22 volontari per un totale di 1.808 ore, in particolare sono state confezionate e distribuite circa 50mila mascherine, consegnate a domicilio alle famiglie, agli esercizi pubblici, alle parrocchie e nei mercati settimanali di Dolo e Sambruson. I volontari sono stati di supporto alla polizia locale in occasione dei mercati settimanali, nel controllo

del territorio, dei parchi, dei luoghi di assembramento. Hanno partecipato all’attività di indirizzo del flusso degli utenti negli ospedali di Jesolo e San Donà e all’indirizzo dei flussi degli utenti presso l’Ulss 3, Distretto Riviera del Brenta, nell’ospedale di Dolo. Inoltre hanno provveduto alla distribuzione di materiale offerto da Horeca Brenta e materiale raccolto da Tigotà, alla Casa di riposo Riviera del Brenta, all’istituto Casa nostra di Dolo e alle parrocchie del comune. Come sempre un impegno silenzioso ma prezioso e di grande utilità per la comunità. (l.per.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

Ubriaco alla guida finisce in fosso, auto sequestrata SCORZÈ Ubriaco fradicio, esce miracolosamente illeso da un incidente ma viene “pizzicato” e pesantemente sanzionato dai carabinieri. Protagonista dell’exploit un 59enne di origine rumena residente a Scorzè che venerdì, poco dopo le 17, stava procedendo lungo la Castellana in direzione del centro del paese quando, all’altezza del distributore di benzina dell’Agip nelle vicinanze del centro commerciale Emisfero, ha perso il controllo della sua Audi Q5 sbandando sulla destra e finendo nel fossato a lato della Regionale. L’uomo è usci-

to con le sue gambe dall’abitacolo. Vedendo la macchina in fosso, però, e temendo per il conducente, alcuni residenti hanno dato l’allarme al 112 e sul posto sono accorsi i carabinieri di Martellago, i quali hanno subito notato come il rumeno non fosse molto in sé, e non per i postumi del sinistro. I militari l’hanno quindi sottoposto all’alcoltest che ha puntualmente confermato i sospetti registrando un valore di ben 2,71 grammi/litro, più di cinque volte tanto il limite consentito di 0,5. A carico del 59enne sono quindi scattati il ritiro della patente e il sequestro del veicolo in attesa della multa. (N.Der.) © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Primo Piano

Lunedì 17 Agosto 2020 www.gazzettino.it

L’emergenza Covid L’OPERAZIONE VENEZIA Nel fine settimana di Ferragosto a Nordest sono stati effettuati 24.861 tamponi, per oltre la metà su turisti al rientro da Croazia, Spagna, Grecia e Malta. Se in Friuli Venezia Giulia le prenotazioni hanno superato quota 5.000 in 24 ore, in Veneto sono quasi 12.000 i vacanzieri che in due giorni si sono messi in coda senza appuntamento per sottoporsi al controllo. Una richiesta tale da indurre Azienda Zero ad acquistare con urgenza, in piena festività, 10.000 test rapidi con cui sostenere il super-lavoro delle aziende sanitarie.

NELLE ULSS Di fronte alla grande mole di richieste Riccardo Riccardi, assessore alla Salute del Friuli Venezia Giulia, fa sapere che «il Sistema sanitario regionale sta organizzando le risposte, che cercherà di assicurare nel minor tempo possibile». La scelta del Veneto di consentire anche l’accesso libero, invece, ha già determinato sabato quasi 6.300 diagnosi e ieri oltre 5.300. Il record spetta all’Ulss 2 Marca Trevigiana, dove non a caso è stato necessario richiamare in servizio dalle ferie 35 dipendenti, con 2.241 tamponi nel weekend (primato nel primato per il distretto di Conegliano: 704, come si è visto dai lunghi incolonnamenti delle auto in strada). Ma numeri di tutto rispetto sono stati registrati un po’ da tutte le aziende sanitarie. Nell’Ulss 1 Dolomiti 504 al “drive-in” (test direttamente a bordo della macchina) di Feltre. Nell’Ulss 3 Serenissima 2.156, di cui 588 all’aeroporto Marco Polo di Tessera. Altri 381 nell’Ulss 4 Veneto Orientale, che ha riferito una maggioranza di rientri «da Croazia e Spagna», anche se oggi il governatore Luca Zaia fornirà i dettagli delle provenienze per tutta la regione. Nell’Ulss 5 Polesana 149. Nell’Ulss 6 Euganea, dove sono 50 gli operatori in prima linea ed è autonomo il laboratorio analisi di Schiavonia, 2.096. Ulteriori 754 nell’Ulss 7 Pedemontana, 1.049 nell’Ulss 8 Berica e 1.394 nell’Ulss 9 Scalige-

IL PRIMATO DELL’ULSS 2 MARCA TREVIGIANA, CHE HA RICHIAMATO DALLE FERIE 35 OPERATORI: 2.241 ACCERTAMENTI

IL VIAGGIO MESTRE (VENEZIA) Informazione verbale, compilazione del modulo, fila, accettazione, tampone. Una volta atterrati all’aeroporto Marco Polo è questo il percorso a tappe previsto per i passeggeri provenienti da Grecia, Spagna, Croazia, Cipro e Malta. Un percorso che, non essendo obbligatorio, può interrompersi quasi sul nascere; i viaggiatori, dopo essere stati informati dagli addetti, possono infatti scegliere di proseguire verso casa, senza fermarsi, eseguendo il test Covid in modo autonomo presso le diverse strutture del territorio. A sorvegliare il buon funzionamento della macchina operativa il direttore generale della Ulss 3 Serenissima, Giuseppe Dal Ben: «Abbiamo creato questo servizio in tempi record, siamo i primi in Italia».

LA PROCEDURA In effetti la procedura, organizzata in collaborazione con Sa-

Nordest, 24mila tamponi 17mila quelli post-rientro Tra sabato e domenica controlli su 12.000 turisti `Azienda Zero compra con urgenza 10.000 kit rapidi tornati in Veneto da Croazia, Spagna, Grecia e Malta In Friuli Venezia Giulia 5.000 prenotazioni in 24 ore `

ra, di cui 500 solo ieri ai passeggeri sbarcati all’aeroporto Catullo di Villafranca. Completano il quadro i 355 tamponi all’azienda ospedaliera di Padova e i 400 in quella di Verona.

L’ACQUISTO Queste cifre spiegano il motivo per cui il 14 agosto, con delibera pubblicata da Azienda Zero l’indomani, il direttore generale Patrizia Simionato ha ritenuto di accogliere la richiesta di Roberto Rigoli, coordinatore delle Micro-

biologie del Veneto, «di acquisire tempestivamente» 10.000 test rapidi, simili a quello coreano testato a Treviso, «per poter fronteggiare le richieste di analisi che nei prossimi giorni arriveranno alle aziende sanitarie», alla luce delle ordinanze firmate dal ministro Roberto Speranza e dal governatore Luca Zaia. Vista l’emergenza ferragostana, l’ente regionale ha così promosso un’indagine di mercato «in via d’urgenza per le vie brevi», ricevendo i preventivi di quattro

aziende. Ad aggiudicarsi l’affidamento diretto è stata la ditta padovana Alifax, che ha offerto il prezzo più basso per ciascun kit (10,80 euro), quantificando una spesa totale di 131.760 euro comprensiva di Iva. Rigoli ha spiegato che i prodotti «sono da ritenersi idonei per un’attività di screening ad ampio raggio in tempi contenuti», dal momento che «forniscono in pochi minuti il risultato analitico e sono di semplice utilizzo anche da parte di personale sanitario con compe-

IN AEROPORTO I controlli sanitari allo scalo di Tessera, promossi dall’Ulss 3 insieme a Save

tenze diverse da quelle prettamente laboratoristiche», tanto più perché «i campioni raccolti non necessitano di particolari at-

Avviso, modulo e coda, il test fra i passeggeri al Marco Polo «Prima lo facciamo, meglio è» ve, scorre nel migliore dei modi, con riscontri quasi esclusivamente positivi. La maggior parte dei passeggeri, infatti, aderisce volentieri; solo alcuni preferiscono evitare la coda, mentre altri hanno già prenotato il test in altra sede. «Per questi casi - spiega Dal Ben - quando il passeggero manifesta il desiderio di eseguire il tampone qui nonostante ab-

IL DG DAL BEN: «SERVIZIO ATTIVATO IN TEMPI RECORD, PER CHI AVEVA PRENOTATO PENSIAMO NOI ALLA DISDETTA»

bia già una prenotazione, pensiamo noi a disdire l’appuntamento». Dopo aver ricevuto le informazioni preliminari, chi decide di sottoporsi alla rilevazione sanitaria deve compilare un modulo e aspettare in fila indiana, lungo il percorso transennato, dove il personale preposto è costantemente impegnato a far mantenere la distanza di sicurezza. Una volta giunto il proprio turno si passa al banco dell’accettazione, dove si viene registrati. Infine, si accede alla zona protetta, una sorta di mini percorso coperto a tutela della privacy, dove vengono eseguiti i tamponi nasale e faringeo.

FRA I PASSEGGERI «Tutto molto efficiente, lo fac-

cio volentieri anche se non è obbligatorio», dice Roberto che attende in coda. «Prima lo facciamo e meglio è», aggiunge Claudia qualche metro più indietro. E poi Alice e Filippo: «Sono super veloci, davvero bravi, come in Grecia, dove tutti rispettano le regole». All’uscita, invece, Sono pochi quelli disposti a parlare e sembra che qualcuno preferisca evitare di rivelare la meta del viaggio. «Noi abbiamo deciso di eseguire il tampone a casa, nelle Marche», racconta la disponibile famiglia del signor Francesco. Mentre Anna, Marco e Benedetto sono entusiasti di aver avuto la possibilità di togliersi subito il pensiero: «Dentro sono molto organizzati e rapidi. È stato tutto perfetto, avremo il risultato en-

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GLI ENTUSIASTI: «RISULTATO IN 24 ORE, ALTRO CHE MYKONOS, DOVE SE NE FREGANO» I CRITICI: «QUI FILE TROPPO LUNGHE»

tro 24, massimo 36 ore. Altro che Mykonos, dove se ne fregano della mascherina». Anche Nicole e Massimiliano riportano un’esperienza positiva: «Che velocità, poco più di cinque minuti per fare due tamponi». A ruota Enzo e Federica: «Fantastico questo servizio, avevamo perso così tanto


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Primo Piano LO SCREENING Una scena vista dovunque in Veneto a Ferragosto: tamponi sui vacanzieri

Lunedì 17 Agosto 2020 www.gazzettino.it

Il Veneto anticipa lo stop Jesolo, chiuso il King’s Blitz della polizia alla festa di Ferragosto: `Applicata l’ordinanza della Regione folla senza mascherina, 5 giorni di serrata Il gestore: norme difficili da far rispettare

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JESOLO (VENEZIA) Il provvedimento è scattato alcune ore prima della chiusura imposta ieri dal Governo in tutta Italia. Blitz nella notte di Ferragosto, chiusa per cinque giorni la discoteca King’s. Si tratta dello storico locale da ballo di Jesolo, il primo ad aprire dopo il lockdown e ora nuovamente chiuso. E il primo a subire le conseguenze della nuova ordinanza della Regione, che ha introdotto l’obbligo di indossare la mascherina anche quando si balla e la riduzione della capienza del 50%. Dei limiti difficili da rispettare, di fronte ai quali i gestori hanno spiegato da aver fatto il possibile.

che all’esterno. In particolare i poliziotti hanno riscontrati degli assembramenti di persone senza mascherina, sia in coda per entrare nel locale, sia all’interno. Per esempio nella zona a ridosso della pista da ballo ma anche intorno ai tavoli. E come se non bastasse è stato anche accertato il mancato rispettato il distanziamento sociale e che molti avventori non facevano utilizzo in modo corretto dei dispositivi previsti dalla normativa vigente. La serata è comunque arrivata al termine ma una volta conclusi gli accertamenti, gli agenti hanno applicato la sanzione prevista dall’ordinanza regionale, vale a dire la sospensione dell’attività per cinque giorni.

LE IRREGOLARITÀ

LA PERDITA

All’1.30 della notte simbolo dell’estate, gli agenti della squadra della divisione polizia amministrativa e sociale della Questura di Venezia hanno varcato l’ingresso del locale e dato inizio ai controlli. Durante gli accertamenti sono state evidenziate delle violazioni delle misure anti-covid, all’interno del locale ma an-

Ieri è poi arrivata la chiusura imposta dal Governo fino al 7 settembre, che per Jesolo significa azzeramento della movida. E di conseguenza una perdita, in una stagione non facile, di una parte importante della propria offerta turistica. Senza dimenticare la scelta dei gestori della discoteca Il Muretto, l’altro storico locale je-

IL CASO

2.096

Le diagnosi fatte nell’Ulss 6 Euganea sui turisti rientrati

10,80 Gli euro per ciascun test rapido che serve ad accorciare i tempi

tività di preparazione e conservazione». Ciò permette, «in questa fase, di poter maggiormente razionalizzare l’utilizzo di risorse strumentali e di impiegare più efficientemente e efficacemente le risorse umane disponibili». In attesa della validazione del test rapido, comunque, i campioni positivi «saranno sottoposti a esame di conferma mediante le tradizionali tecniche di biologia molecolare attualmente in uso». Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA

tempo per provare ad arrangiarci da soli. Adesso aspettiamo il risultato via sms oppure via mail». In controtendenza Alberto, che «un’ora e mezza di coda» proprio non la vuole fare, raccontando che «a Mykonos, dove le presenze sono tragicamente dimezzate, tutti osservano le buone norme di prevenzione, mentre in aereo non esiste alcun tipo di distanziamento interpersonale». Anche Cristina è sulla stessa linea: «Domani vado a fare il tampone in ospedale, non voglio stare qui due ore, ci saranno state cento persone in fila». Patty, Michele e Sofia parlano di «un volo tranquillo» e di «una Mykonos senza mascherine», raccontando di aver prenotato in anticipo il tampone Covid, al quale si sottoporranno in una struttura della Ulss 7. Più lontane Debora e Giuliana, che hanno appuntamento domani a Trieste: «Bel viaggio, anche se di questi tempi ormai i locali chiudono davvero troppo presto». Luca Bagnoli © RIPRODUZIONE RISERVATA

Altri 200 contagi A Padova bimba di 5 anni intubata

LOCALE STORICO L’ingresso della discoteca King’s a Jesolo, dov’è scattata la sospensione per 5 giorni. Nel tondo Riccardo Checchin

`La piccola colpita pure sogno di essere intubata. Nei volta testati, tanto che in queste In compenso non è stato rilevato

da un’altra infezione: non riusciva a respirare IL BOLLETTINO VENEZIA Saranno noti oggi gli esiti di tutti gli esami effettuati su una famiglia di origine moldava. Di sicuro la piccola di casa, una bimba di appena 5 anni risultata positiva al tampone, ha avuto bi-

giorni scorsi la bambina è stata ricoverata nella Terapia intensiva pediatrica all’ospedale di Padova. I suoi polmoni, colpiti da un’infezione ancora non accertata, non le permettevano più di respirare da sola. È stato durante gli accertamenti per quella patologia che è emersa la positività al Coronavirus. Per fortuna venerdì le sue condizioni sono leggermente migliorate. Nel frattempo i suoi familiari sono stati messi in isolamento e sono stati a loro

ore attendono il responso.

I NUMERI La vicenda si aggiunge ai numeri del Nordest, che nel fine settimana ha registrato 200 nuovi casi di contagio. Dopo i 118 di Ferragosto, ieri il Veneto ne ha conteggiati altri 59, per cui il totale dall’inizio dell’emergenza sale a 21.210, di cui 1.607 attualmente positivi. Al momento sono 6.394 le persone in isolamento domiciliare, delle quali 65 con sintomi.

alcun decesso oltre ai 2.096 già conosciuti. Sostanzialmente stabile è anche la situazione negli ospedali: 118 i ricoverati in area non critica e 6 In terapia intensiva, di cui 83 negativizzati. In due giorni il Friuli Venezia Giulia ha contabilizzato altre 23 infezioni: in tutto 3.507 in quasi sei mesi, dei quali 201 lo sono ancora. Negli ospedali si trovano 6 pazienti, per metà intubati. La conta dei morti resta ferma a 348. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Sgravio per il Sud all’Umbria Coletto: «Il Nord? Qui è dura» IL DECRETO VENEZIA Dove comincia il Mezzogiorno? Secondo il decreto Agosto, appena 250 chilometri più sotto del Veneto: anche l’Umbria, infatti, figura tra le regioni che beneficeranno della “decontribuzione Sud”, un taglio del 30% del costo del lavoro a carico delle imprese che indigna i governatori del Nord, a cominciare da Luca Zaia. Ma il suo ex assessore Luca Coletto, da nove mesi titolare della Sanità nella giunta della leghista Donatella Tesei, difende la misura: «Chiaro che bisognerebbe aiutare tutta l’Italia, ma qui la crisi economica legata al Covid è ancora più grave di quella patita dal Veneto».

IN GINOCCHIO Zaia ne aveva parlato giovedì, alla vigilia della pubblicazione

del provvedimento statale in Gazzetta Ufficiale: «Ho visto la proposta del 30% di sgravio per il Sud, ma non si può mettere in ginocchio le altre comunità. Pensare a norme a macchia di leopardo significa disintegrare il tessuto produttivo. Bisogna aiutare, ma tutti». Dalla relazione tecnica allegata al testo è poi emerso quali sono le «regioni che nel 2018 presentavano un prodotto interno lordo pro capite inferiore al 75 per cento della media EU27 o comunque com-

IL TAGLIO DEL 30% DEL COSTO DEL LAVORO FA ARRABBIARE ZAIA IL SUO EX ASSESSORE: «HA RAGIONE, SAREBBE DA AIUTARE TUTTI»

preso tra il 75 per cento e il 90 per cento, e un tasso di occupazione inferiore alla media nazionale», come prevede la norma del Governo: Sicilia, Sardegna, Calabria, Puglia, Basilicata, Campania, Abruzzo, Molise e, appunto, Umbria, dove sarà coinvolta una platea di 181.000 dipendenti, con un monte retributivo medio mensile pari a 323 milioni di euro.

AL CENTRO

VERONESE Luca Coletto è Coletto sorride: «Umbria re- assessore regionale in Umbria gione del Sud? Ma figuriamoci, siamo al Centro, limitrofi a realtà importanti come la Toscana e la forza del Veneto, della Lomil Lazio. La valutazione è stata bardia o dell’Emilia Romagna... assolutamente economica: que- Sì, lo so che queste poi tengono st’area ha grandi potenzialità, in piedi il Pil di tutto il Paese, inbasti pensare ad aziende presti- fatti ha ragione il presidente Zagiose quali Perugina e Luisa Spa- ia: vanno dati incentivi a tutti, gnoli, ma ha anche la necessità ma pensati su misura, più sodi ricevere un minimo di soste- stanziosi per chi fa più fatica, ovgno per ripartire, perché non ha viamente collegandoli a obietti-

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solano, che da giovedì scorso, dopo una serie di controlli e la notifica di un verbale, hanno deciso di chiudere la stagione in anticipo, annullando anche l’evento di Ferragosto. I gestori del King’s, ribadiscono invece di aver fatto il possibile per garantire la sicurezza e il rispetto delle norme. «Stiamo parlando di adempimenti difficili da adempiere e da far rispettare – spiega il gestore Riccardo Checchin –, all’ingresso abbiamo controllato che tutti i clienti avessero la mascherina, all’interno più volte abbiamo chiesto di indossarla ma i nostri inviti sono spesso caduti nel vuoto e in questo senso non abbiamo alcuna autorità. Gli assembramenti che ci sono stati contestati all’esterno sono legati alle varie procedure che dobbiamo effettuare prima di consentire l’ingresso al locale: verifica della prenotazione e dei documenti, rilevazione della temperatura corporea, accertamento che l’ospite non sia alterato e igienizzazione della mani. Con queste condizioni la coda all’ingresso è inevitabile». E lo stesso vale all’interno, ai lati della pista da ballo. «Anche in questo caso – prosegue il gestore del King’s – gli ingressi sono contingentati e limitati da un conta persone: i ragazzi si posizionano ai lati per iniziare a ballare nel primo momento utile. Attorno ai tavoli la maggior parte di chi ordina un cocktail quando finisce la consumazione non si mette subito la mascherina, non è un problema delle discoteche, accade ovunque». Nonostante le violazioni riscontrate i gestori si definiscono sereni. «Siamo consapevoli – sottolinea Checchin – di aver fatto il possibile per far lavorare al meglio e per far rispettare le varie norme, in un contesto non facile. In ogni caso non abbiamo alcuna recriminazione e alla luce dei controlli siamo pronti a migliorarci ancora». Ma ora è tutta da definire, la prossima riapertura. «Dipende – conclude il gestore – dalle prossime decisioni del governo, noi siamo pronti a fare la nostra parte». Giuseppe Babbo © RIPRODUZIONE RISERVATA

LA DISPOSIZIONE DEL GOVERNO RAPPRESENTA L’AZZERAMENTO DELLA MOVIDA SUL LITORALE

vi da raggiungere».

IL MODELLO Ma il Veneto, assicura l’assessore alla Sanità dell’Umbria, rimane comunque un modello nella lotta al Coronavirus: «Pur con numeri molto più piccoli, abbiamo puntato sulla sanità territoriale, cercando di ricoverare il meno possibile. Le nostre Usca (Unità speciali di continuità assistenziale, ndr.) hanno curato e monitorato a casa 3.800 persone, assicurando anche ecografie ed elettrocardiogrammi a domicilio. Il picco massimo è stato di 47 pazienti in Terapia intensiva. Quando sono arrivato c’erano però solo 68 posti letto in tutta la regione, a fronte dei 150 nella sola provincia di Verona. Ma siamo riusciti a portarli a 127 e ora siamo più tranquilli in vista dell’autunno. Anche qui stiamo vivendo il fenomeno del virus d’importazione: già da venerdì tamponiamo i passeggeri degli aerei in arrivo da Malta». A.Pe. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Primo Piano

Lunedì 17 Agosto 2020 www.gazzettino.it

Emergenza coronavirus LA SITUAZIONE PADOVA Non c’è da stare tranquilli. In 24 ore si registrano 8 positivi in più ma non è questo il dato preoccupante. Lo è invece che Padova e provincia detengano il record veneto di persone in isolamento perché hanno manifestato la presenza del virus anche se sono senza sintomi. Sono 1.236 e sono aumentate di 140 in 24 ore secondo il report di Azienda Zero della Regione. I positivi sono 258. Gli ultimi numeri sono quelli dei tamponi che vengono effettuati alle persone in rientro dalle vacanze effettuate nei Paesi considerati a rischio. In due giorni pur essendo Ferragosto ne sono stati fatti 2.096. Di questi 299 solo a Padova ieri. Per quanto riguarda i ricoveri, i numeri sono stabili: 9 le persone alle Malattie infettive e 3 in rianimazione perché gravi.

BAMBINA GRAVE Il caso più delicato riguarda una bambina di 5 anni nata a Padova da genitori stranieri e residente in città. È arrivata al pronto soccorso pediatrico qualche giorno con una infezione. Quando le è stato fatto il tampone è risultata positiva al Covid. Non è ancora chiaro però se l’aggravamento delle sue condizioni sia stato determinato dal virus o dall’altra patologia. «Stiamo facendo accertamenti per scoprire la causa ultima dei suoi problemi - dice il direttore generale dell’Azienda ospedaliera Luciano Flor - In questo momento è nella rianimazione per adulti ma seguita da personale pediatrico. Da domani credo potremo avere un quadro più chiaro con gli ulteriori esami effettuati se è stato il virus ad aggravare così tanto le sue condizioni».

I TAMPONI Anche oggi continuerà il controllo sanitario obbligatorio alle persone che rientrano da Grecia, Croazia, Spagna e Malta secondo l’ordinanza 84 firmata il 13 agosto dal presidente Luca Zaia che fa seguito al dpcm del consiglio dei ministri del 7 agosto. In linea generale viene imposto di effettuare il tampone, o il test diagnostico rapido, o l’esame sierologico, entro 48 ore dalla comunicazione del ritorno al Dipartimento di Prevenzione (emergenzacovid19@aulss6.veneto.it). Il controllo a sua volta deve avvenire nell’arco di 24 ore. Fino all’esito del controllo, il soggetto rimane in isolamento a casa. La prestazione viene erogata gratuitamente.

LE OPZIONI

I CONTROLLI Sono continuati anche ieri i tamponi ai padovani in rientro dai luoghi di vacanza considerati a rischio: a Padova città ieri dalle 7 alle 13 eseguiti 299

Padova, record veneto di isolamenti da Covid Sono salite di 140 in un giorno le persone costrette alla quarantena In totale sono 1.236. Otto positvi in più in 24 ore e oltre 2mila tamponi `

L’esame può avvenire a pagamento nei laboratori accreditati e autorizzati, i quali sono tenuti a trasmetterne l’esito al dipartimento di Prevenzione. La prescrizione può essere svolta anche dal medico di base o dal pediatra di libera scelta. I cittadini però possono recarsi anche al Distretto Padova Bacchiglione in via Temanza a Padova, al Distretto Terme Colli in via Spinelli a Rubano, al Distretto Padova Piovese che si trova in via San Rocco a Piove di

Sacco, al Distretto Alta Padovana di via Cao del Mondo a Camposampiero oppure al Distretto Padova Sud in via Marconi a Monselice. Si può effettuare il tampone gratuitamente senza dover prenotare e nemmeno portare la ricetta del medico di base o del pediatra. I punti di raccolta sono aperti tutti i giorni, compresa la domenica, dalle 7 alle 13. Basta presentarsi e firmare un’autodichiarazione nella quale si legge che si è rientra-

RESTA FERMO A 9 IL NUMERO DEI RICOVERATI, 3 SONO IN TERAPIA INTENSIVA, FRA LORO UNA BIMBA DI 5 ANNI

IL DG DELL’ULSS 6, SCIBETTA, VISITA LE TENDE: «UN GRAZIE PROFONDO AI 50 OPERATORI CHE STANNO LAVORANDO»

ti da uno dei quattro Paesi sopra citati dopo il 13 agosto. Attenzione: per chi rientra da Romania e Bulgaria obbligo di tampone e quarantena per 14 giorni in casa.

SCIBETTA «Non posso che esprimere il mio profondo grazie agli operatori della nostra Ulss 6 Euganea. A Ferragosto ho voluto verificare di persona lo scrupoloso lavoro, la professionalità e la competenza che non conoscono né rallentamento né “festa” e stringere loro simbolicamente la mano. Cinquanta gli operatori in prima linea a fare tamponi, oltre al Dipartimento di Prevenzione e il Laboratorio Analisi dell’ospedale di Schiavonia dove i tamponi vengono processati». Mauro Giacon © RIPRODUZIONE RISERVATA

Scappa da Malattie infettive: trovata dopo 15 giorni IL CASO PADOVA «Devo lavorare, devo pagare l’affitto. Non posso stare chiusa in un reparto». Non si è arresa troppo facilmente la ragazza nigeriana di 25 anni, scappata dall’azienda ospedaliera dove era stata ricoverata per Covid e ritrovata dalla Polfer a Ferragosto al binario 2 della stazione ferroviaria. Era lì, pronta a saltare a bordo di un vagone, destinazione ignota, come i contatti ad alto rischio di contagio che deve avere avuto in ben 15 giorni di fuga. Casa, parenti, amici, conoscenti, e poi il lavoro, la spesa, il supermercato, i trasporti, solo ad immaginare 24 ore uguali a mille altre di una routine quotidiana. Non ha voluto parlare della sua vita, limi-

tandosi alla necessità di tirare avanti per non dovere abbandonare il suo alloggio, in città. L’hanno riportata in ospedale, e sottoposta a nuovo tampone. Dalla trincea anti Covid era sparita il 31 luglio scorso. Così segnala l’ospedale, che quel giorno lancia l’alert. Gli infermieri trovano il suo letto vuoto, lei è già lontana, chissà dove, lasciando i pochi dati anagrafici dei registri: 25 anni, nigeriana, domiciliata a Padova con regolare permesso di soggiorno. Contagiata da Coronavirus. Quindici giorni misteriosi che ora l’Ulss sta cercando di ricostruire per intercettare chi potrebbe avere avuto contatti con lei. Ma intanto nei suoi confronti è scattata la denuncia per epidemia colposa.

La trovano la mattina del 15 agosto gli agenti della polizia ferroviaria, coordinati dal dirigente Luca Perrone, davanti ai binari, in attesa di un treno. La controllano non sapendo nulla del suo passato, della sua scomparsa. Un accertamento come tanti altri nel giorno di Ferragosto dove si impongono protocolli precisi per chi viaggia. Ma basta poco per scoprire che è la

RAGAZZA NIGERIANA È STATA INTERCETTATA DALLA POLFER ALLA STAZIONE: DENUNCIATA PER EPIDEMIA COLPOSA

FERROVIA Misure anti-Covid

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donna sparita dall’ospedale il 31 luglio scorso, la nota di ricerca corre sui terminali delle forze dell’ordine. Nessun biglietto ferroviario in tasca, nessuna ammissione di voler partire, nessuna destinazione, ma neppure nessuna provenienza, perchè la ragazza si trincera dietro un ostinato silenzio ripetendo soltanto di non voler rientrare in quel reparto da cui se ne è andata. Deve lavorare e pagare l’affitto. Non può essere ricoverata con il pericolo di trovarsi in mezzo a una strada. Non svela neanche la sua occupazione e quindi la rete di relazioni che deve avere mantenuto con o senza misure di prevenzione in quei quindici giorni. Un’ambulanza la porterà in ospedale, con fatica anche per gli operatori sa-

nitari che devono convincerla a salire a bordo. Gli ultimi suoi spostamenti, quelli avvenuti all’interno della stazione ferroviaria di Padova, sono stati ripresi dalle videocamere di sorveglianza e visionati dagli agenti. In effetti la ragazza non si è avvicinata alla biglietteria, ma naturalmente ha attraversato alcune aree per recarsi al binario dove è stata poi intercettata. Dopo il primo controllo è stata condotta negli uffici della polizia ferroviaria che sono stati successivamente sanificati. La Polfer ha comunque avvertito i responsabili di Trenitalia per un eventuale intervento di igienizzazione. Donatella Vetuli © RIPRODUZIONE RISERVATA


VIII

Provincia

Lunedì 17 Agosto 2020 www.gazzettino.it

Santa Maria Maiou: premiati i donatori quest’anno compie mezzo secolo

segue sino all’omonima malga percorrendo una strada silvo pastorale. In funzione, grazie all’organizzazione, anche una navetta gratuita in partenza dall’ecocentro di Renaz.

LIVINALLONGO

GLI ORGANIZZATORI

`La sezione locale

LA TRADIZIONALE corona d’alloro in onore della Vergine è stata gettata nelle acque del fiume Piave dalle cocerossine

Madonna del Piave, la festa dedicata agli eroi del Covid A Caorera ricordati medici, infermieri `La tradizionale corona d’alloro gettata e forze dell’ordine sempre in prima linea nelle acque del fiume dalle crocerossine

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QUERO VAS Nonostante le restrizioni anti Covid e la soppressione di gran parte degli eventi previsti in questo 2020 caratterizzato dalla pandemia tutt’ora presente, Caorera non ha permesso che le celebrazioni in onore della Madonna del Piave non si svolgessero. Così, anche per merito della tenacia dimostrata da don Sisto Berton affinché l’evento si potesse svolgere, anche se in forma più raccolta, e con la collaborazione della locale Pro Loco, il giorno di Ferragosto, nella classica inconfondibile atmosfera suggestiva, ha avuto luogo la commemorazione della vicenda storica della statua della Madonna che, nel 1918 era stata trafugata allo scopo di essere fusa per fabbricare armamenti, ma che, per una serie di miraco-

lose coincidenze, è potuta ritornare a Caorera.

LE CELEBRAZIONI Le celebrazioni, dedicate in questa edizione a tutte le forze armate e a tutti coloro che si sono impegnati attivamente per fronteggiare la pandemia, si sono limitate alla parte religiosa e a un piccolo rinfresco offerto dall’associazione “il pojat” di Marziai. Dopo il raduno dei partecipanti di fronte al museo del Piave, il corteo, preceduto dalla banda di Setteville, si è spostato di fronte alla chiesa parrocchiale dove don Gabriele Benvegnù e don Sisto Berton hanno celebrato la messa. Attorno a loro il consueto schieramento di gagliardetti e bandiere in rappresentanza di una lunga serie di associazioni civili e militari, il coro “Mondi del Sole” che ha animato la messa e la banda di

Setteville che si è esibita in vari momenti della cerimonia. In rappresentanza dell’amministrazione comunale di Quero Vas era presente il consigliere Cristian Corrà affiancato dal sindaco di Seren Dario Scopel e dagli assessori Novella Codemo (Alano), Marilisa Corso (Borgo Valbelluna), Martina Stach (Cesiomaggiore) e Ennio Vigne (Santa Giustina). Don Gabriele ha voluto dedicare la celebrazione agli infermieri che sono stati in prima linea durante i momenti più difficili della pandemia dedicando alle sorelle e ai fratelli bisognosi, competenza, tempo e sudore affidandoli alla protezione materna della Madonna alla quale il parroco ha dedicato l’intera omelia. Al termine della messa sono intervenuti l’assessore Corso e il consigliere Corrà. La rappresentante del Comune di Borgo Valbel-

luna, uno di quelli più colpiti dal virus (come ha fatto notare lei stessa), svolge la professione di infermiera e ha voluto ringraziare le forze dell’ordine. Corso ha ricordato in modo particolare quelle persone «che se ne sono andate da sole senza poter avere vicini i propri cari e che hanno visto negli infermieri le ultime speranze e gli ultimi occhi che li hanno accompagnati verso un cammino del quale si conosceva ben poco». Al termine la cerimonia si è trasferita a Marziai dove, dopo l’alzabandiera e un ulteriore breve momento di raccoglimento, è stata gettata una corona nelle acque del Piave. Infine la statua della Madonna è stata portata nella chiesa di Marziai dove il coro Monti del sole ha intonato alcuni canti. Fulvio Mondin

l’emergenza virus portava giornali e generi alimentari

FELTRE Lei è Maria Beatrice Buzzat, abita a Feltre, ha una grande passione per la montagna, la bicicletta e il suo cane, un cane di nome Luigi. E il suo animale da ieri è leggenda. Luigi, un pinscher di dieci anni, è stato premiato infatti in Liguria come “cane più fedele del 2020”. Si è aggiudicato come “primus inter pares” il tradizionale premio Fedeltà di San Rocco di Camogli. Un eroe ai tempi del Coronavirus, questo Luigi. Durante il lockdown – è stato spiegato - Luigi è diventato una sorta di staffetta a quattro zampe facendo la spola tra la casa della sua padrona, Maria, appunto, e la mamma di lei, che abita a 300 metri di distanza, per portarle ogni giorno il giornale ma anche qualche altro genere di prima necessità. Una storia che è stata rilanciata an-

IL POSTINO Luigi quando faceva la spola trasportando giornali e cibo

che dal presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, sulla sua pagina Facebook ufficiale. In essa il governatore ha rappresentato il cagnolino definendolo “un fenomeno”. La storia di Luigi è stata raccontata alla giuria del premio dalla sua padrona. Un giorno – ha spiegato - era andata a fare la spesa. Ne aveva approfittato per comperare un giornale. Finito di leggerlo voleva lo leggesse anche

la mamma ma non sapeva come fare a portarglielo. È stato allora che Luigi si è trasformato in un postino eccezionale. «Non potevo crederci nemmeno io – ha commentato Maria e invece andava e tornava come niente fosse. Anzi, se doveva aspettare a partire, dormiva con lo zainetto». Gli organizzatori del premio Fedeltà del cane hanno commentato il significato dell’iniziativa e la storia

LA PREMIAZIONE In questo Ferragosto 2020 a essere premiati, per la loro importante azione solidaristica messa in atto da ben cinquant’anni, sono stati i Donatori di sangue guidati da Fabio Denicolò, segretario fin dal 2006. Immancabili, a fare da corollario alla manifestazione, le donne vestite nel costume tipico e accompagnate da cesti di fiori benedetti. Con loro tanti bambini, anch’essi con gli abiti della tradizione, e una rappresentanza della locale Compagnia degli Schuetzen. Ad accogliere la festa, invece delle abituali chiesa e piazza di Pieve, quest’anno è stata la località La Viza. Una zona vasta dove il distanziamento è naturale, raggiungibile dal bivio sulla Strada regionale 48 di fronte alla latteria di Renaz. Da qui, in direzione Cherz, si pro-

A organizzare l’evento, che quest’anno ha soffiato sulle quaranta candeline, è stata l’Union dei Ladins da Fodom presieduta da Manuela Lezuo assieme alla Parrocchia e al Comune. Presente anche, in rappresentanza dell’Union Generela, Milva Mussner. All’aperto, sugli ampi prati della montagna del Cherz in zona La Viza, il programma ha previsto alle 11 la messa celebrata da don Dario Fontana e accompagnata dal Coro parrocchiale San Giacomo, con la partecipazione di donne, bambini e rappresentanti delle associazioni agghindati con i costumi tradizionali (a loro, in dono, è andata la ristampa del libro “Piante e flou da Fodom” di Riccardo Gabrielli). Immancabile la benedizione dei fiori, da sempre gesto benaugurante per la comunità. Al termine, la premiazione dei Donatori di sangue e l’esibizione della Banda da Fodom. I presenti hanno potuto gustare specialità ladine come i crafons e le tircle nonché assistere a una dimostrazione degli antichi mestieri legati all’arte casearia proposti dai soci della latteria di Renaz. Per rifocillarsi ci ha pensato lo stand gastronomico gestito dalla Banda. Raffaella Gabrieli © RIPRODUZIONE RISERVATA

NEI PRATI A MONTE CHERZ GASTRONOMIA LOCALE E DIMOSTRAZIONI DELLA LATTERIA DI RENAZ

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Premio fedeltà a Luigi il cane postino `Durante

La tradizionale festa ladina di Santa Maria Maiou, per i propri quarant’anni di vita, ha premiato i Donatori di sangue per il mezzo secolo di attività. Al contempo, alla luce dell’ancora esistente emergenza Covid-19, ha cambiato luogo di accoglienza, spostandosi dal centro del paese di Pieve ai prati del monte Cherz. In occasione della ricorrenza dell’Assunta, quindi, i fodomi non hanno voluto rinunciare a uno dei momenti più importanti della propria vita civile e sociale. «Grazie agli organizzatori a cui il Comune ha dato una mano - afferma il sindaco Leandro Grones - e un ringraziamento particolare ai Donatori di sangue per il loro prezioso operato».

con delle toccanti parole d’’amore verso gli animali. «La storia di questo cagnolino eccezionale, che ha dato davvero un contributo ai suoi umani – è stato evidenziato - ha portato una briciola di gioia e di freschezza. È stata ed è una preziosa occasione per continuare a ricordare che i cani non sono veicolo di diffusione di Sars-CoV-2, che trova nel contagio interumano la via principale di trasmissione. In tutto il mondo si registrano pochissimi casi di cani risultati positivi al virus e le evidenze diagnostiche e cliniche hanno dimostrato come si tratti in realtà di animali che sono stati contagiati dai loro proprietari ammalati. Quindi non abbiamo bisogno di proteggerci da loro, anzi, tocca a noi proteggerli». Il premio, ideato da don Giacobbe e Giacinto Crescini nel 1962, è giunto alla sua 59^ edizione ed è stato organizzato dall’associazione per la valorizzazione turistica di San Rocco. Contava anche sul patrocinio del Comune di Camogli, della Regione Liguria e dell’Ente Parco di Portofino. E.P. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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ALLA FESTA di Santa Maria Maiou con i tradizionali costumi ladini

Il grest è stato un successo tante le iniziative in cantiere SOSPIROLO Bilancio più che positivo per il Grest, il gruppo estivo, promosso anche quest’anno, nonostante la difficile contingenza, dalle parrocchie di Sospirolo, Gron, Mas e Peron. «Siamo davvero contenti – raccontano gli organizzatori - di come è andata. Buono è stato l’impegno da parte degli animatori, bella la partecipazione di bambini e ragazzi, lodevole la collaborazione di tanti adulti che con grande disponibilità hanno svolto i servizi necessari». Quest’anno, così insolito e pieno di difficoltà, non era per niente scontato poter attivare il Grest- «Proprio per questo – rileva l’organizzazione - è ancora più importante il risultato raggiunto. Un ringraziamento va a quanti hanno con-

tribuito – in tanti modi – e in particolare alla Pro Loco Monti del Sole che ha messo a disposizione ambienti, forze e gioiosa accoglienza». Sul sito della parrocchia insiemeincamminoweb.it, sono stati raccolti i pensieri e commenti di chi ha preso parte a quest’edizione cosi particolare del Grest. Un ringraziamento è andato anche agli alpini che, «spostando ombrelloni e panchine hanno donato ombra e ristoro anche ai vecchietti» e ai tutori delle norme antiCovid con la loro presenza costante ed energica. «Certo – rilevano i volontari animatori - non si può dire che sia stato facile rispettare e far rispettare le regole per la prevenzione del Covid-19. Ci sono stati comunque momenti bellissimi tra i bambini, ma anche tra gli animatori». (E.P.) © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Provincia

Lunedì 17 Agosto 2020 www.gazzettino.it

Rifiuti sul Piave: i sindaci si alleano Feste e picnic a Ferragosto hanno creato non pochi problemi `I primi cittadini: «Territorio troppo vasto, serve far fronte rumori, musica a tutto volume e montagne di immondizie comune tra amministrazioni e volontari. Presto un tavolo»

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I CONTROLLI CIMADOLMO Feste e picnic al Pia-

ve per Ferragosto. Un rito che si è ripetuto anche quest’anno con due fronti da tenere sotto controllo: gli assembramenti e il rischio Covid e i rifiuti. Incuranti delle regole sono stati in molti che consumato il rito della grigliata e del picnic hanno lasciato rifiuti e immondizia che qualcuno dovrà ripulire. A fronte di un problema che interessa tutti i Comuni lungo il Piave, i sindaci vorrebbero far fronte comune per contrastare i fenomeni di teppismo e vandalismo. A Cimadolmo il fenomeno nuovo di quest’anno, forse alimentato dal fatto che la mobilità tra Comuni è ridotta a causa del Covid, è l’apparizione di alcune “casette prefabbricate”. Delle vere e proprie costruzioni anche a uno o due piani, di legno e materiale ferroso che servono ai gitanti della domenica, in cerca di fresco senza doversi recare al mare, come riparo dal caldo del sole in quella che da decenni è conosciuta come “la spiaggia dei poveri”. «Da tempo cerchiamo

una soluzione al problema - afferma il sindaco di Ormelle Andrea Manente- Sappiamo di abbandono dei rifiuti, musica ad alto volume e atti di inciviltà. Le forze dell’ordine sono state già avvertite e conoscono bene il problema. Tuttavia- continua il primo cittadino- il territorio è troppo vasto e occorre un’azione coordinata con personale volontario o servizi di sicurezza che possano monitorare efficacemente e applicare le sanzioni che peraltro sono già previste per chi abbandona i rifiuti».

LA PROPOSTA L’idea è che i sindaci si riuniscano attorno ad un tavolo e discutano assieme sulle possibilità reali di contrastare un fenomeno che diventa ogni giorno più critico, oltre che pericoloso per la salute e la sicurezza dei cittadini. I responsabili tra l’altro postano foto dei loro festini sui social. Paola Roma ha inviato una lettera al prefetto di Treviso auspicando un intervento volto a scongiurare assembramenti, rumori molesti e abbandono di rifiuti nel Comune di Ponte di Piave e di San Biagio di

Callalta. «Ci rendiamo tutti conto che un problema di questo tipo va affrontato assieme a tutti gli amministratori. Mi affido anche all’aiuto dei residenti che prego volerci avvisare di eventuali violazioni in corso in modo da poter far intervenire le forze dell’ordine che al momento non sarebbero in grado di monitorare un territorio grande come quello del Piave».

AL CONTRATTACCO Marco Dalla Pietra, sindaco di Spresiano dice di essere già da tempo passato al contrattacco: «Assieme a Contarina siamo stati i primi promotori del piano “abbandoni zero” con i Comuni di Ponzano, Giavera e Povegliano. Abbiamo avviato una ricerca cercando di capire chi fossero i cittadini e perché abbandonano i rifiuti. Il risultato è stato ottimo. Da quando

abbiamo deciso di lavorare assieme con Contarina gli abbandoni dei rifiuti sono scesi dell’80%» afferma il primo cittadino. Che aggiunge: «Le multe che applichiamo agli ecovandali sono di 600 euro. Abbiamo implementato il numero di telecamere fino a 30. Oggi ogni accesso al Piave è monitorato. Inoltre abbiamo potenziato le fototrappole. Gli ultimi due che abbiamo preso sono stati facili da scovare: in un caso c’erano delle lettere d’amore che ci hanno condotto subito al mittente. Nel secondo caso si trattava di radiografie con nome e cognome. Credo comunque che bisogna creare una coscienza fino dai primi giorni di scuola se vogliamo risolvere il problema. I bambini si sono dimostrati i più sensibili, più anche dei loro genitori per quello che riguarda l’ambiente». Il territorio da monitorare è vastissimo: si aspetta una possibile soluzione orchestrata che metta fine a un annoso problema che bisognerà risolvere con l’aiuto di tutti. Pio Dal Cin © RIPRODUZIONE RISERVATA

BRUTTO SPETTACOLO Le feste e i pic nic sul Piave hanno lasciato cumuli di immondizie. Sopra, una casetta di legno realizzata da bagnanti e poi abbandonata

Poste, scuole e marciapiedi «Bavaria dimenticata» NERVESA «Bavaria abbandonata: le scuole sono in alto mare e l’ufficio postale chiuderà». Ma sindaco e Poste rassicurano. L’allarmante segnalazione è arrivata da un cittadino di Bavaria che ha denunciato la situazione in cui versa la frazione. «Bavaria é abbandonata da Dio e dagli uomini» -ha scritto sul web- Da fonti attendibili sono venuto a sapere che l’Ufficio Postale, ora aperto al pubblico solo al sabato, verrà fra non molto chiuso definitivamente. Le scuole elementari “Mario Fiore”, che dovevano essere messe a norma antisismica entro giugno, sono ferme coi lavori e forse saranno completati per l’inizio 2021. I marciapiedi di via Genio Zappatori sono un “percorso di guerra”, con le radici dei tigli che fuoriescono dall’asfalto, e hanno fatto cadere più di una persona. La via viene percorsa da auto e moto a velocità da “Mugello” per mancanza di dissuasori dalla rotonda alle elementari. I nostri rappresentanti in Comune hanno messo al corrente l’amministrazione di questi “disagi”?». Indubbiamente, le segnalazioni sono caratterizzate da un fondo di verità. Il sindaco Fabio Vettori e le Poste per la parte di loro competenza fanno però chiarezza. Per l’ufficio postale, le Poste assicurano che per fine agosto orario e giorni di attività dovrebbero essere nuovamente ampliati. Soprattutto, però, non ci sono previsioni di chiusura dell’ufficio. E sulla scuola il sindaco spiega: «È nato un contenzioso con la ditta che ha abbandonato il cantiere prima dell’emergenza covid. Ci siamo affidati a un avvocato per la risoluzione del contratto. Ora la normativa prevede che chiediamo alla seconda classificata se è interessata. I ritardi dunque non dipendono dall’amministrazione». E sullo stato dei marciapiedi «sono previsti due stralci di lavori per il prossimo anno. Con il primo siamo arrivati fino a via Genio Zappatori, realizzando anche un ponticello sopra il canale di ponente. Quindi si interverrà sulla parte residua. Mi sembra comunque che per la frazione si stia lavorando». (l.bon.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

Scuola, i genitori al governo: «Ripresa senza regole chiare» PIEVE DI SOLIGO Parte dalla sinistra Piave l’allarme per la ripresa scolastica. E questa volta a metterci la faccia sono i presidenti d’istituto, che rappresentano le famiglie nei diversi plessi scolastici. Da Pieve a Conegliano, da Treviso a Montebelluna a Preganziol i genitori hanno scelto di fare fronte comune e di chiedere risposte celeri al Governo. «L’inizio dell’anno scolastico è imminente. E non abbiamo risposte univoche su distanziamento nelle aule e servizio trasporti. Anche perchè le normative cambiano di giorno in giorno». Donatello Ferrari, presidente dell’Istituto Comprensivo “Toniolo” di Pieve, con altri colleghi di ruolo del Veneto (come sta

succedendo anche nelle altre regioni italiane) ha deciso di mettersi in rete per far sentire la voce delle famiglie.

LE PERPLESSITÀ «Desideriamo sollecitare la parte politica a dare regole chiare. La didattica a distanza ha potuto tamponare una situazione imprevista ma non è assolutamente lo strumento meraviglioso che vogliono farci credere». Al coordinamento hanno aderito, ad oggi anche presidenti d’istituto di Conegliano (dalle medie alle superiori), Col San Martino, Preganziol, Ponte di Piave, Montebelluna, Godego, Treviso e Preganziol. Il coordinamento trevigiano, parte di una rete più ampia che include diverse regioni, all’inizio di agosto ha

sottoscritto tre lettere (firmate ad oggi da 750 presidenti di tutta Italia) indirizzate rispettivamente al Presidente della Repubblica Mattarella, del Consiglio Conte e alla ministra della Pubblica Istruzione Azzolina per esprimere le loro forti preoccupazioni per il nuovo anno scolastico, affinché alla scuola siano destinate tutte le risorse necessarie per una ripresa vera, piena e in sicurezza.

LE RICHIESTE «Proprio perché per il ruolo ricoperto rappresentano tutte le componenti scolastiche (e non solo i genitori di cui raccolgono le preoccupazioni), perchè conoscono profondamente le loro scuole e collaborano attivamente con i loro dirigenti scolastici-

si legge nella lettera- i presidenti dei Consigli d’Istituto sanno che non è scaricando sull’autonomia scolastica i problemi, che questi possano essere risolti, se non vengono concessi gli organici docenti e ata necessari (a oggi solo 50.000 in più, del tutto insufficienti), se non viene risolto il grave problema dei trasporti, se non viene assicurata agli alunni una distanza di sicurezza minima che rende particolarmente pericolosi gli inevitabili spostamenti, se si trovano soluzioni didattiche che di didattico hanno ben po+co, se non viene assicurato un pieno sostegno ai ragazzi più fragili». I Presidenti d’Istituto ritengono che il Covid abbia messo drammaticamente in evidenza le gravi problematiche già esistenti nella scuola per chiedere

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che finalmente si cambi davvero e che alle belle affermazioni seguano fatti concreti e coerenti.

COORDINAMENTO REGIONALE

LEZIONI ONLINE Perplessità sulla didattica a distanza

«Abbiamo deciso di costituirci in Coordinamento regionale, invitando i nostri colleghi a farne parte, tramite una lettera inviata a tutte le segreterie scolastiche. Analoga iniziativa è in corso in tutte le altre Regioni italiane, per poter costituire entro l’inizio del nuovo anno scolastico un coordinamento nazionale; affinché la voce dei genitori possa finalmente essere ascoltata, per ottenere quanto necessario e per “vigilare” sull’andamento delle soluzioni fin qui prospettate» conclude Ferrari. Elena Filini © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Primo Piano LO SCREENING Una scena vista dovunque in Veneto a Ferragosto: tamponi sui vacanzieri

Lunedì 17 Agosto 2020 www.gazzettino.it

Il Veneto anticipa lo stop Jesolo, chiuso il King’s Blitz della polizia alla festa di Ferragosto: `Applicata l’ordinanza della Regione folla senza mascherina, 5 giorni di serrata Il gestore: norme difficili da far rispettare

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JESOLO (VENEZIA) Il provvedimento è scattato alcune ore prima della chiusura imposta ieri dal Governo in tutta Italia. Blitz nella notte di Ferragosto, chiusa per cinque giorni la discoteca King’s. Si tratta dello storico locale da ballo di Jesolo, il primo ad aprire dopo il lockdown e ora nuovamente chiuso. E il primo a subire le conseguenze della nuova ordinanza della Regione, che ha introdotto l’obbligo di indossare la mascherina anche quando si balla e la riduzione della capienza del 50%. Dei limiti difficili da rispettare, di fronte ai quali i gestori hanno spiegato da aver fatto il possibile.

che all’esterno. In particolare i poliziotti hanno riscontrati degli assembramenti di persone senza mascherina, sia in coda per entrare nel locale, sia all’interno. Per esempio nella zona a ridosso della pista da ballo ma anche intorno ai tavoli. E come se non bastasse è stato anche accertato il mancato rispettato il distanziamento sociale e che molti avventori non facevano utilizzo in modo corretto dei dispositivi previsti dalla normativa vigente. La serata è comunque arrivata al termine ma una volta conclusi gli accertamenti, gli agenti hanno applicato la sanzione prevista dall’ordinanza regionale, vale a dire la sospensione dell’attività per cinque giorni.

LE IRREGOLARITÀ

LA PERDITA

All’1.30 della notte simbolo dell’estate, gli agenti della squadra della divisione polizia amministrativa e sociale della Questura di Venezia hanno varcato l’ingresso del locale e dato inizio ai controlli. Durante gli accertamenti sono state evidenziate delle violazioni delle misure anti-covid, all’interno del locale ma an-

Ieri è poi arrivata la chiusura imposta dal Governo fino al 7 settembre, che per Jesolo significa azzeramento della movida. E di conseguenza una perdita, in una stagione non facile, di una parte importante della propria offerta turistica. Senza dimenticare la scelta dei gestori della discoteca Il Muretto, l’altro storico locale je-

IL CASO

2.096

Le diagnosi fatte nell’Ulss 6 Euganea sui turisti rientrati

10,80 Gli euro per ciascun test rapido che serve ad accorciare i tempi

tività di preparazione e conservazione». Ciò permette, «in questa fase, di poter maggiormente razionalizzare l’utilizzo di risorse strumentali e di impiegare più efficientemente e efficacemente le risorse umane disponibili». In attesa della validazione del test rapido, comunque, i campioni positivi «saranno sottoposti a esame di conferma mediante le tradizionali tecniche di biologia molecolare attualmente in uso». Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA

tempo per provare ad arrangiarci da soli. Adesso aspettiamo il risultato via sms oppure via mail». In controtendenza Alberto, che «un’ora e mezza di coda» proprio non la vuole fare, raccontando che «a Mykonos, dove le presenze sono tragicamente dimezzate, tutti osservano le buone norme di prevenzione, mentre in aereo non esiste alcun tipo di distanziamento interpersonale». Anche Cristina è sulla stessa linea: «Domani vado a fare il tampone in ospedale, non voglio stare qui due ore, ci saranno state cento persone in fila». Patty, Michele e Sofia parlano di «un volo tranquillo» e di «una Mykonos senza mascherine», raccontando di aver prenotato in anticipo il tampone Covid, al quale si sottoporranno in una struttura della Ulss 7. Più lontane Debora e Giuliana, che hanno appuntamento domani a Trieste: «Bel viaggio, anche se di questi tempi ormai i locali chiudono davvero troppo presto». Luca Bagnoli © RIPRODUZIONE RISERVATA

Altri 200 contagi A Padova bimba di 5 anni intubata

LOCALE STORICO L’ingresso della discoteca King’s a Jesolo, dov’è scattata la sospensione per 5 giorni. Nel tondo Riccardo Checchin

`La piccola colpita pure sogno di essere intubata. Nei volta testati, tanto che in queste In compenso non è stato rilevato

da un’altra infezione: non riusciva a respirare IL BOLLETTINO VENEZIA Saranno noti oggi gli esiti di tutti gli esami effettuati su una famiglia di origine moldava. Di sicuro la piccola di casa, una bimba di appena 5 anni risultata positiva al tampone, ha avuto bi-

giorni scorsi la bambina è stata ricoverata nella Terapia intensiva pediatrica all’ospedale di Padova. I suoi polmoni, colpiti da un’infezione ancora non accertata, non le permettevano più di respirare da sola. È stato durante gli accertamenti per quella patologia che è emersa la positività al Coronavirus. Per fortuna venerdì le sue condizioni sono leggermente migliorate. Nel frattempo i suoi familiari sono stati messi in isolamento e sono stati a loro

ore attendono il responso.

I NUMERI La vicenda si aggiunge ai numeri del Nordest, che nel fine settimana ha registrato 200 nuovi casi di contagio. Dopo i 118 di Ferragosto, ieri il Veneto ne ha conteggiati altri 59, per cui il totale dall’inizio dell’emergenza sale a 21.210, di cui 1.607 attualmente positivi. Al momento sono 6.394 le persone in isolamento domiciliare, delle quali 65 con sintomi.

alcun decesso oltre ai 2.096 già conosciuti. Sostanzialmente stabile è anche la situazione negli ospedali: 118 i ricoverati in area non critica e 6 In terapia intensiva, di cui 83 negativizzati. In due giorni il Friuli Venezia Giulia ha contabilizzato altre 23 infezioni: in tutto 3.507 in quasi sei mesi, dei quali 201 lo sono ancora. Negli ospedali si trovano 6 pazienti, per metà intubati. La conta dei morti resta ferma a 348. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Sgravio per il Sud all’Umbria Coletto: «Il Nord? Qui è dura» IL DECRETO VENEZIA Dove comincia il Mezzogiorno? Secondo il decreto Agosto, appena 250 chilometri più sotto del Veneto: anche l’Umbria, infatti, figura tra le regioni che beneficeranno della “decontribuzione Sud”, un taglio del 30% del costo del lavoro a carico delle imprese che indigna i governatori del Nord, a cominciare da Luca Zaia. Ma il suo ex assessore Luca Coletto, da nove mesi titolare della Sanità nella giunta della leghista Donatella Tesei, difende la misura: «Chiaro che bisognerebbe aiutare tutta l’Italia, ma qui la crisi economica legata al Covid è ancora più grave di quella patita dal Veneto».

IN GINOCCHIO Zaia ne aveva parlato giovedì, alla vigilia della pubblicazione

del provvedimento statale in Gazzetta Ufficiale: «Ho visto la proposta del 30% di sgravio per il Sud, ma non si può mettere in ginocchio le altre comunità. Pensare a norme a macchia di leopardo significa disintegrare il tessuto produttivo. Bisogna aiutare, ma tutti». Dalla relazione tecnica allegata al testo è poi emerso quali sono le «regioni che nel 2018 presentavano un prodotto interno lordo pro capite inferiore al 75 per cento della media EU27 o comunque com-

IL TAGLIO DEL 30% DEL COSTO DEL LAVORO FA ARRABBIARE ZAIA IL SUO EX ASSESSORE: «HA RAGIONE, SAREBBE DA AIUTARE TUTTI»

preso tra il 75 per cento e il 90 per cento, e un tasso di occupazione inferiore alla media nazionale», come prevede la norma del Governo: Sicilia, Sardegna, Calabria, Puglia, Basilicata, Campania, Abruzzo, Molise e, appunto, Umbria, dove sarà coinvolta una platea di 181.000 dipendenti, con un monte retributivo medio mensile pari a 323 milioni di euro.

AL CENTRO

VERONESE Luca Coletto è Coletto sorride: «Umbria re- assessore regionale in Umbria gione del Sud? Ma figuriamoci, siamo al Centro, limitrofi a realtà importanti come la Toscana e la forza del Veneto, della Lomil Lazio. La valutazione è stata bardia o dell’Emilia Romagna... assolutamente economica: que- Sì, lo so che queste poi tengono st’area ha grandi potenzialità, in piedi il Pil di tutto il Paese, inbasti pensare ad aziende presti- fatti ha ragione il presidente Zagiose quali Perugina e Luisa Spa- ia: vanno dati incentivi a tutti, gnoli, ma ha anche la necessità ma pensati su misura, più sodi ricevere un minimo di soste- stanziosi per chi fa più fatica, ovgno per ripartire, perché non ha viamente collegandoli a obietti-

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solano, che da giovedì scorso, dopo una serie di controlli e la notifica di un verbale, hanno deciso di chiudere la stagione in anticipo, annullando anche l’evento di Ferragosto. I gestori del King’s, ribadiscono invece di aver fatto il possibile per garantire la sicurezza e il rispetto delle norme. «Stiamo parlando di adempimenti difficili da adempiere e da far rispettare – spiega il gestore Riccardo Checchin –, all’ingresso abbiamo controllato che tutti i clienti avessero la mascherina, all’interno più volte abbiamo chiesto di indossarla ma i nostri inviti sono spesso caduti nel vuoto e in questo senso non abbiamo alcuna autorità. Gli assembramenti che ci sono stati contestati all’esterno sono legati alle varie procedure che dobbiamo effettuare prima di consentire l’ingresso al locale: verifica della prenotazione e dei documenti, rilevazione della temperatura corporea, accertamento che l’ospite non sia alterato e igienizzazione della mani. Con queste condizioni la coda all’ingresso è inevitabile». E lo stesso vale all’interno, ai lati della pista da ballo. «Anche in questo caso – prosegue il gestore del King’s – gli ingressi sono contingentati e limitati da un conta persone: i ragazzi si posizionano ai lati per iniziare a ballare nel primo momento utile. Attorno ai tavoli la maggior parte di chi ordina un cocktail quando finisce la consumazione non si mette subito la mascherina, non è un problema delle discoteche, accade ovunque». Nonostante le violazioni riscontrate i gestori si definiscono sereni. «Siamo consapevoli – sottolinea Checchin – di aver fatto il possibile per far lavorare al meglio e per far rispettare le varie norme, in un contesto non facile. In ogni caso non abbiamo alcuna recriminazione e alla luce dei controlli siamo pronti a migliorarci ancora». Ma ora è tutta da definire, la prossima riapertura. «Dipende – conclude il gestore – dalle prossime decisioni del governo, noi siamo pronti a fare la nostra parte». Giuseppe Babbo © RIPRODUZIONE RISERVATA

LA DISPOSIZIONE DEL GOVERNO RAPPRESENTA L’AZZERAMENTO DELLA MOVIDA SUL LITORALE

vi da raggiungere».

IL MODELLO Ma il Veneto, assicura l’assessore alla Sanità dell’Umbria, rimane comunque un modello nella lotta al Coronavirus: «Pur con numeri molto più piccoli, abbiamo puntato sulla sanità territoriale, cercando di ricoverare il meno possibile. Le nostre Usca (Unità speciali di continuità assistenziale, ndr.) hanno curato e monitorato a casa 3.800 persone, assicurando anche ecografie ed elettrocardiogrammi a domicilio. Il picco massimo è stato di 47 pazienti in Terapia intensiva. Quando sono arrivato c’erano però solo 68 posti letto in tutta la regione, a fronte dei 150 nella sola provincia di Verona. Ma siamo riusciti a portarli a 127 e ora siamo più tranquilli in vista dell’autunno. Anche qui stiamo vivendo il fenomeno del virus d’importazione: già da venerdì tamponiamo i passeggeri degli aerei in arrivo da Malta». A.Pe. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Primo Piano

Lunedì 17 Agosto 2020 www.gazzettino.it

Virus, i controlli

Vacanzieri, l’assalto ai tamponi Nel weekend 2.241 trevigiani si sono sottoposti ai test rientrati ` Folla ai distretti: «Siamo qui dalle 6 del mattino ma così dalle spiagge all’estero. 35 gli infermieri richiamati in servizio siamo più tranquilli». Esami record: già oggi i primi referti `

LA CAMPAGNA TREVISO La macchina per effet-

tuare i tamponi senza prenotazione è stata messa in moto a tempo di record in provincia di Treviso, per dare la possibilità a chi rientrava dalle ferie di ottemperare alle norme previste. Trentacinque dipendenti sono stati richiamati in servizio dalle vacanze, e nei quattro punti di accesso diretto di Treviso, Oderzo, Conegliano e Castelfranco, nell’arco di 48 ore, tra sabato e domenica, sono stati effettuati 2.241 tamponi. Nemmeno i vertici dell’Usl si aspettavano numeri simili: nella sola giornata di ieri, domenica, 991 test così suddivisi: 339 a Conegliano (con il sistema car drive), 317 a Treviso, 237 a Castelfranco e 98 a Oderzo. Gli oltre duemila tamponi sono stati processati, a tempo di record, la scorsa notte, e l’usl prevede di avere i responsi già nella giornata di oggi. Verranno inviati a tutti nell’arco di poche ore.

ANCHE A FERRAGOSTO Il presidente della Regione Luca Zaia ha ringraziato via social gli operatori sanitari rientrati dalle ferie per garantire il servizio al Ca’ Foncello, nel reparto malattie infettive, la fila ha iniziato a formarsi poco dopo le sei di un sabato di Ferragosto diverso per molti di quei turisti che hanno scelto di trascorrere le ferie all’estero. Chiamati a sottoporsi al tampone per accertare o meno la loro negatività al Covid, si sono messi di buonora ad aspettare il loro turno per entrare nei laboratori predisposti dalla direzione sanitaria. Sette operatori che hanno lavorato incessantemente dal primo mattino, coadiuvati dal direttore sanitario Livio Dalla Barba: «Siamo qui dalle sei di questa mattina per far si che tutto si

svolga in ordine e nel miglior modo possibile - afferma il direttore -. Ci aspettavamo un flusso enorme di persone e così è stato, andremo avanti ad oltranza fino al completamento delle operazioni di screening come ci è stato chiesto». Il piazzale che si trova di fronte all’entrata del reparto è pieno di gente in coda. Tutti abbronzati e in ordine, aspettando il proprio turno. C’è chi si siede sul prato cercando un po’ di ombra, chi parlotta con il vicino, chi guarda l’orologio, chi passa il tempo con il cellulare.

I VACANZIERI Sono tutti favorevoli a questo esame al quale sono stati chiamati. Arianna Zambon è in fila

dalle 6.15 con il marito ed i figli di dieci e sette anni: «Eravamo a Lussino quando abbiamo saputo dell’ordinanza. Svolgo l’attività di OS e credo sia giustissimo quello che ci hanno chiesto di fare. L’attesa? Con un po di pazienza si fa tutto». Giancarlo Pagotto lavora ad un ufficio esteri per una ditta di Treviso: «Trovo

IL DIRETTORE SANITARIO LIVIO DALLA BARBA: «NON CI ASPETTAVAMO UN FLUSSO DI GENTE COSI’, SIAMO ANDATI AVANTI A OLTRANZA»

giusto fare i tamponi ma se fossi stato in malafede avrei potuto rientrare da un altro paese senza dovermi sottoporre allo screening. Quello che da fastidio è la differenza che c’è tra un Paese europeo e l’altro». Con lui un amico con il quale ha trascorso le vacanze in Grecia, Antonio Grimaldi, di Treviso: «Ritengo giusto fare il tampone, però bisognerebbe essere più attenti agli assembramenti nelle spiagge. Se noi stiamo attenti e ci facciamo i tamponi e in rivie-

ra si danno alla movida sfrenata non ha senso».

LA PROCEDURA Varcando la porta d’entrata dopo essere chiamati uno alla volta da Igor Rossetto, addetto alla sicurezza, si passa sotto una specie di metal detector. Un cancello che misura automaticamente la temperatura corporea. Da qui si sale di un piano dove ci sono due laboratori con quattro operatori medici addetti al completamento del test, divisi due a

due nelle stanze attrezzate, tutti bardati con tute protettive e mascherine. Alice Semenzin ha appena finito il test: «Ci è voluto poco più di un’ora, credo sia accettabile» afferma la giovane infermiera di Treviso. Quando esce il totem segna 66 persone testate. Sono solo le 9 del mattino, una buona media tutto sommato. «Riusciremo ad accelerare ulteriormente - dichiara il direttore sanitario Dalla Barba, che non si è mai fermato dalle sette del mattino, preoccupan-

IL SERPENTONE di auto in attesa del test “drive through” allestito al distretto di Conegliano (foto: Pio Dal Cin)

150 auto in fila a Conegliano fuori dal distretto: «Due ore di attesa, ma è per la salute» TUTTO ESAURITO

IL VIAGGIO CONEGLIANO È mattino presto quando al distretto di via Galvani arrivano le prime auto. Alcuni hanno ancora le valigie in auto, tutti sfoggiano una indistinguibile abbronzatura da mare: sono i vacanzieri appena rientrati dalle ferie, la maggior parte da Croazia e Grecia. Aspettano in fila indiana con pazienza per fare il tampone previsto per chi rientra dai paesi considerati a rischio. Il serpentone di auto, verso le 9, è già di circa 150 vetture che dalla rotonda di via Manin arrivano fino a viale Italia, verso Mareno. Alcuni dovranno tornare nel pomeriggio.

Non a caso, all’angolo con via Monticano, due operatori del distretto sono costretti ad attaccare un cartello sul lunotto dell’ultimo della fila. “Con quest’auto finisce la coda, scusateci, tornate domani”. I tamponi proseguiranno così ininterrottamente fino alle 14. Nelle auto

LA MAGGIOR PARTE DEI TURISTI RIENTRANO DALLA CROAZIA: «NOI CI SIAMO STATI PER UNA CENA DI POCHE ORE MA NON RISCHIAMO»

ci sono famiglie intere con nipoti e nonni, coppie di fidanzati, single e amici. C’è chi sbuffa e che aspetta tranquillo, sorridendo: «Certo non è proprio il massimo passare il ferragosto in fila ad aspettare di fare un tampone - spiega una coppia di Vazzola appena tornata dalla Grecia -. Siamo qui dalle 7 del mattino ed ora, che sono le 9, siamo quasi arrivati al tendone. Forse, per evitare tanta attesa, ci potevano fare il controllo direttamente all’uscita dall’aeroporto» «Siamo di rientro dalla Croazia - racconta un signore di mezza età con la moglie -. Siamo stati all’estero solamente tre ore, eravamo andati in gita per mangiare il pesce e al rientro ci hanno

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comunicato che era necessario fare il tampone. Anche noi siamo in fila dalle sette, non ci spaventiamo comunque, alla fine siamo anche un po’ curiosi di vedere e capire se siamo o no positivi asintomatici perché sia io che mia moglie non abbiamo avuto mai nessun sintomo che potesse ricondurre al Covid».

IL DISPOSITIVO Tutto si svolge in silenzio e grande tranquillità, nessuno da segni di nervosismo. Alcuni con il sedile ribaltato schiacciano un pisolino in attesa del proprio turno. Tutti dicono di aver trovato molta meno gente sia in Croazia che in Grecia, dove le spiagge erano semideserte ri-


III

Primo Piano

Lunedì 17 Agosto 2020 www.gazzettino.it

Nel fine settimana altri 70 contagi «Ma il 95 per cento non ha sintomi» `Rigoli: «Stiamo mappando i diversi ceppi per I nuovi casi legati a focolai già conosciuti «La buona notizia è che non ci sono ricoveri» stabilire provenienza ed eventuali mutazioni» `

L’ALLARME TREVISO Sono 71 i nuovi contagi emersi nella Marca nelle ultime 48 ore. Un dato che testimonia, se mai ci fossero stati dubbi, che la battaglia contro il Covid 19 è tutt’altro che finita. Sono tutti legati ai focolai già individuati nelle scorse settimane nella Marca o a rientri dall’estero, che nel fine settimana ha portato al maxi screening capace di effetuare oltre duemila test nell’arco di appena 48 ore. «La buona notizia è che non abbiamo nuovi ricoveri - spiega il direttore della Microbiologia di Treviso Roberto Rigoli -, ma soprattutto che il 95 per cento dei nuovi positivi è totalmente asintomatico, mentre nel restante 5 per cento ci troviamo di fronte a una sintomatologia molto lieve, in genere non più di una semplice febbricola».

GLI ISOLAMENTI SCREENING DI MASSA Le file al distretto di Treviso per i tamponi ai vacanzieri di rientro dalle “zone a rischio”. I test ai vacanzieri effettuati in auto e in basso a destra, il direttore sanitario Livio Dall Barba

dosi che tutto fili liscio -. Abbiamo attivato una seconda stampante che ci permetterà di dimezzare i tempi d’attesa». Al primo piano arriva una famigliola di quattro persone.«Siamo appena arrivati e ci hanno fatto passare - racconta il capo famiglia Paolo Alexandre - sono stati molto comprensivi, i bambini sono difficili da gestire nell’attesa, specie quando sono piccolissimi». Pio Dal Cin © RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alto il contagio, ma rimangono scarse, scarsissime, le complicazioni della versione estiva, se così si può dire, del Covid 19 che dall’inizio della pandemia, quindi dallo scorso febbraio, ha contagiato nella Marca oltre tremila persone, 3.297, mietendo purtroppo, stando al report regionale, 330 vittime. Nessun nuovo ricovero comunque e, altro dato importante, fra i 1.196 soggetti in isolamento domiciliare solo uno è a casa con la febbre. L’accelerata rispetto agli ultimi due mesi però, quando si era scesi anche sotto i 50 positivi attuali, preoccupa ovviamente le autorità sanitarie, soprattutto in vista dell’autunno e della necessaria riapertura delle scuole. Nodo tutt’altro che semplice da risolvere. Ad oggi, salvo nuovi aggiornamenti dagli esiti dei tamponi effettuati sui vacanzieri nel fine settimana, in provincia di Treviso sono 569

A TAPPETO Un uomo di ritorno dalle vacanze si sottopone al tampone nasofaringeo al Ca’ Foncello di Treviso

le persone positive al Covid 19.

STUDIO OPERATIVO

I POSITIVI NELLA MARCA SALGONO A 569. 1.207 INVECE LE PERSONE IN ISOLAMENTO DOMICILIARE UNA SOLA CON SINTOMI «SOLO IL 5 PER CENTO DEI PAZIENTI, IN QUESTO MOMENTO, SVILUPPA SINTOMI CHE IN GENERE NON VANNO OLTRE UNA SEMPLICE FEBBRICOLA»

IL RACCONTO

spetto agli anni scorsi. I distanziamenti rispettati sia per strada che nei ristoranti, ordine e pulizia. Hanno saputo dell’obbligo del tampone tramite i media e il web, oppure da amici in Italia. Due ore per arrivare alla tenda allestita all’esterno della struttura di via Galvani. «Siamo in dieci in totale tra medici, in-

fermieri e operatori sanitari precisano gli operatori dell’usl -. Le auto sono molte ma il lavoro viene svolto con l’accuratezza che richiede» Il personale medico accoglie le auto una ad una mentre una signora con un giubbetto catarifrangente giallo raccoglie le tessere sanitarie delle auto prossime all’arrivo alla tenda e le consegna ad un operatore che inserisce i dati nel PC. Una volta fatta fermare l’auto e spento il motore, l’operatore si avvicina al finestrino e chiede nome, cognome e data di nascita, se ha una narice meno stretta dell’altra e va poi ad inserire quello che somiglia ad un lungo cotton fioc. Il tutto richiede un paio di minuti, ma in alcuna delle auto ci sono tre, quattro a volte cinque persone che devono sottoporsi al test. Una volta finito l’auto procede verso il cancello d’uscita a senso unico e le operazioni continuano senza sosta». I risultato, per ognuno di loro, arriverà nel giro di 24 - 48 ore. Pdc © RIPRODUZIONE RISERVATA

ODERZO Sono stati fra i primi in Veneto ad utilizzare il nuovo servizio per fare senza prenotazione il tampone del Covid-19. Una famigliola di 5 persone, mamma, papà e tre bimbi di 9, 4 e 3 anni, rientrati da una vacanza in Croazia che sabato mattina, nonostante il Ferragosto, alle 6.40 erano già in fila nei locali della guardia medica, nell’edificio della portineria dell’ospedale opitergino. In coda, prima di loro, 15 persone. Nel giro di una ventina di minuti le persone in attesa sono diventate una cinquantina. Con due volontari della Croce Rossa a rilevare la temperatura e a distribuire il gel igienizzante. «Personale gentilissimo – racconta la signora Lucia -. I risultati arriveranno nel giro di tre giorni. Abbiamo voluto rispettare le regole, tutelare la salute nostra e del prossimo ma vi assicuro che è stata molto dura, ci siamo fatti un fegato così». La famiglia è partita per la Croazia lunedì 10 ed è rientrata giovedì 13. Il programma prevedeva il ritorno il venerdì ma saputo della nuova ordinanza re-

IL DIRETTORE del reparto di Microbiologia Roberto Rigoli

Oggi il dipartimento di Microbiologia finirà di processare i 2.241 tamponi effettuati tra ferragosto e domenica sui vacanzieri presentatisi a Conegliano (339), Treviso (317), Castelfranco (237) e Oderzo (98). «Un lavoro straordinario e senza sosta specifica Rigoli -, dalla raccolta alla processazione. Stanotte (quella appena trascorsa, ndr) finiremo tutto e già domani (oggi, ndr), avremmo i risultati». Risultati che verranno inviati immediatamente ai “pazienti” ma che serviranno anche allo studio veneto, con l’Istituto Zooprofiliattico Sperimentale delle Venezie, servirà a definire se vi siano delle mutazioni genetiche

Rientro anticipato «In Croazia non c’erano regole» IN FILA Una famiglia in attesa del tampone dopo il rientro dalle vacanze all’estero, in Croazia, dove si stanno registrando diversi nuovi contagi

MAMMA, PAPA’ E TRE FIGLI PICCOLI TORNATI DALL’ISTRIA DOPO TRE GIORNI: «NEI BAR E NEI RISTORANTI NESSUNO USA LA MASCHERINA»

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gionale hanno deciso di anticipare. «E dire – evidenzia la donna che prima di partire mi ero informata per sapere se dovevamo fare il tampone al rientro. Mi è stato risposto che, siccome io sono casalinga e mio marito operaio, non avevamo bisogno né di fare il tampone né di stare in

(Foto Pio Dal Cin)

nel virus che circola nel nostro territorio. «Sequenzieremo a scadenza regolare - spiega Rigoli -, i diversi ceppi, isolandoli, e i dati saranno raccolti da tutte le usl della regione. Faremo una fotografia di ciò che circola in Veneto. Quando troveremo dei nuovi focolai, con pazienti in Rianimazione, potremo sequenziare il virus e confrontarlo con i ceppi che circolano, e quindi capire quale sia stato a provocare quella determinata patologia. Potremmo determinare se sia arrivato dall’estero, come avvenuto ad esempio con il caso del Kosovo, e se ci possa essere correlazione tra eventuali mutazioni tra codici genetici del virus precedentemente presente». Alberto Beltrame © RIPRODUZIONE RISERVATA

quarantena. Sicuri delle informazioni ricevute siamo partiti. Siamo andati a Matulji (che si trova in Istria, sotto Abbazia a metà strada circa verso Pola ndr). Quando siamo arrivati in Croazia abbiamo riscontrato sin da subito che le persone vanno tranquillamente in giro senza mascherine, anche nei bar, nei ristoranti. Non ci sono le norme che usiamo noi in Italia. Per evitare qualsiasi tipo di contatto siamo rimasti nel nostro appartamento, in spiaggia ci mettevamo le mascherine. Al rientro, la sera stessa dell’arrivo, cioè giovedì, ho contattato la pediatra e ho chiesto se mi poteva fare le impegnative per fare il tampone ai bambini. Ho provato subito a chiamare il centro Covid di Oderzo ma dicevano che l’orario era terminato e avrei dovuto richiamare da venerdì mattina alle 8.30. Da lì decine di chiamate e infine un appuntamento troppo in là nel tempo, e solo per i bambini, il 28 agosto. Per fortuna è stata emessa l’ordinanza alla fine della giornata di telefonate, altrimenti non so se, pur con tutta la buona volontà, ce l’avremmo fatta. Annalisa Fregonese © RIPRODUZIONE RISERVATA


II

Primo Piano

Lunedì 17 Agosto 2020 www.gazzettino.it

L’emergenza Coronavirus L’EPIDEMIA ROVIGO Dieci nuovi contagi registrati in due giorni. Nel fine settimana di Ferragosto il virus non si è concesso vacanze e, anzi, ha costretto agli straordinari il personale dell’Ulss Polesana. Sabato erano emerse quattro positività. Una in un 53enne di Rovigo, sottoposto a tampone per la comparsa di sintomi compatibili con quelli del Covid-19. È stato posto in isolamento perché non necessita di ricovero, ma non essendo già stato “mappato” dalla ricerca epidemiologica del Sisp è stato necessario ricostruire tutta la sua rete di contatti e cercare di capire quale fosse l’origine del suo contagio, il cosiddetto “caso indice”.

RITORNO DALLE VACANZE Le altre tre positività ferragostane, invece, sono emerse in giovani di ritorno dalle vacanze, tutti da Malta, tutti mediopolesani e tutti asintomatici, due maschi e una femmina, due 19enni ed una 21enne, i primi due in viaggio insieme, la seconda non nello stesso gruppo. «Queste positività sono emerse grazie alle nuove norme di prevenzione per i rientri volute dal presidente Luca Zaia e dal Ministero della Salute – ha sottolineato il direttore generale dell’Ulss Polesana Antonio Compostella - Ciò evidenzia l’importanza del lavoro di prevenzione, azione necessaria per evitare il proliferare dei contagi. Si tratta di tre ragazzi arrivati prima ancora che scattasse l’obbligatorietà, perché già da giorni era raccomandata questa misura precauzionale».

RAFFICA DI TAMPONI Tutto è successo improvvisamente e velocemente, come avviene in periodi emergenziali, e ha costretto ad uno sforzo non indifferente la sanità polesana. Perché non solo è stato necessario organizzarsi per l’esecuzione dei tamponi, ma anche per la loro processazione. «Era una priorità ed è stato fatto – rimarca Compostella – grazie anche alla preziosa disponibilità del personale infermieristico, degli assistenti sanitari e del Servizio igiene e sanità pubblica. Oltre che del laboratorio di Trecenta, per garantire una risposta in massimo 48 ore, ma anche in 24. Ovviamente non è stato semplice organizzare tutto in poco tempo e nel fine settimana di Ferragosto e nei primi due giorni abbiamo concentrato tutto sull’ospedale di Rovigo, mentre ora sarà possibile eseguire il tampone in tutti e tre gli ospedali. Si è svolto tutto bene e non ci sono stati problemi, ma dai prossimi giorni ci aspettiamo i numeri maggiori. Dai primi dati, la prevalenza è di rientri dalla Croazia, qualcuno anche dalla Grecia e da

CONTROLLI OBBLIGATORI Turisti al rientro dopo le vacanze all’estero e il direttore generale dell’Ulss 5 Antonio Compostella

Vanno in vacanza e tornano col Covid Tre ventenni risultano positivi al test dopo alcuni giorni trascorsi a Malta La maggior parte dei nuovi casi registrati in provincia non presenta sintomi

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Malta, ma c’è anche chi è tornato dalla Spagna».

perché individuati nell’opera di ricostruzione dei contatti a partire da positività già emerse, anche le altre quattro persone, tutti asintomatici. Uno è un 58enne, residente in Alto Polesine, tre sono residenti a Rovigo e due sono giovanissimi, un 20enne e una 19enne. Il terzo, invece, ha 56 anni, comunque sempre giovane rispetto alle età della “prima ondata”.

SEI NUOVI POSITIVI Le sei nuove positività emerse ieri, invece, non sono legate alle nuove disposizioni, anche se due persone, un 46enne e una 41enne, originari dell’Albania e residenti in Alto Polesine, hanno eseguito il tampone al rientro da un viaggio nel loro Paese d’origine. Sono entrambi asintomatici e in isolamento domiciliare dalla data del rientro. Erano già in isolamento,

MENO ANZIANI COLPITI La diminuzione dell’età media dei nuovi casi, con un numero ridotto di over 65, che invece nei mesi scorsi sembravano la classe di età più esposta. I contagi di questi ultimi giorni, ben 54 dal 14 luglio scorso quando il Polesine era arrivato a sfiorare quota zero positività, ha sottolineato Compostella, sono «legati alla vita di relazione e alla frequentazione in occasione di cene o incontri e ad un affievolimento del rispetto del-

LA MACCHINA DEI TAMPONI È STATA RIMESSA IN FUNZIONE A PIENO RITMO IN TEMPI RECORD

Docenti sotto esame: da lunedì via ai test sierologici SCREENING PRE-SCUOLA ROVIGO In vista della prima campanella, che suonerà il 14 settembre, da lunedì prossimo partono anche i test sierologici per il personale scolastico, docenti, amministrativi, tecnici e ausiliari. Un test su base volontaria e che non riguarderà gli studenti. «Questa dei test sierologici rapidi ai professori e al personale delle scuole – spiega il direttore generale dell’Ulss Polesana Antonio Compostella – è una disposizione ministeriale. Si tratta dei test che ricercano la presenza di anticorpi, o meglio la presenza di immunoglobuline, e che si eseguono sul sangue capillare con una sorta di “saponetta”, pungendo il polpastrello come per la misurazione della glicemia. È previsto che ad

eseguirli siano i medici di medicina generale e, quindi, chi è interessato deve contattare il proprio medico curante. Una prima fornitura è stata distribuita dal Ministero alle Regioni e anche a noi ne sono stati inviati perché siano distribuiti ai medici di famiglia. Il test potrà essere eseguito a partire dal 24 agosto. I medici poi chiaramente ci trasmetteranno l’esito dei test eseguiti e, in caso di positività, la persona verrà sottoposta a tampone che è l’unico test che misura con certezza l’infezione in atto».

L’ORDINANZA L’indicazione dei test per il personale docente e non docente di scuole pubbliche e private di ogni ordine, a partire dai nidi, è arrivata il 24 luglio con l’ordinanza del Commissario straordi-

nario per l’emergenza Domenico Arcuri. Il 10 agosto il direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale per il Veneto Carmela Palumbo ha trasmesso a tutti gli istituti la prima nota regionale di recepimento dell’ordinanza, con le prime indicazioni sull’avvio dello screening preventivo. Due giorni dopo ha diramato l’ulteriore lettera di integrazione della Direzione prevenzione, sicurezza alimentare e veterinaria

LE PROVE, SU BASE VOLONTARIA, RIGUARDERANNO ANCHE IL PERSONALE TECNICO E AMMINISTRATIVO DI TUTTI LE SCUOLE

SANGUE CAPILLARE Il prelievo

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della Regione Veneto, «che definisce, in particolare, in conformità a quanto disposto dal Ministero della Salute, il periodo di effettuazione, su base volontaria, del programma di test sierologici per la ricerca di anticorpi del virus Sars-Cov-2 sul personale docente e Ata delle scuole statali e paritarie del Veneto. In particolare, si precisa che “la campagna di screening sarà garantita a partire dal 24 agosto e dovrà essere conclusa entro una settimana prima dell’avvio delle attività scolastiche; per il personale che prende servizio dopo l’inizio dell’anno scolastico, i test saranno garantiti successivamente, ma comunque prima dell’inizio del servizio stesso». Anche per i medici di medicina generale, dunque, quelli della prossima settimana si preannunciano

giorni “caldi”. I test eseguiti, tuttavia, saranno utili anche per una sorta di ulteriore indagine a campione sulla popolazione per verificare la diffusione del virus. In vista di quello che, al momento, si preannuncia l’esame più duro per tutto il “sistema”: «È importante che torni alto il livello di attenzione – ha rimarcato nei giorni scorsi Compostella -, anche perché il 14 settembre riprendono le scuole ed è essenziale che i ragazzi, soprattutto delle superiori, abbiano ben chiara la nozione della sicurezza. La riapertura sarà un test fondamentale per il futuro dei nostri rapporti sociali e anche per gli aspetti economici. È fondamentale rafforzare il messaggio dell’importanza del rispetto delle regole». F.Cam. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Primo Piano

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Il Covid in provincia di Rovigo Nuovi positivi segnalati negli ultimi 2 giorni

10

2 giovani 19enni del Medio Polesine, tornato da Malta, asintomatici

21 enne del Medio Polesine, tornata da Malta, asintomatica

53enne di Rovigo sintomatico, non ricoverato

20enne di Rovigo asintomatico

19enne di Rovigo asintomatica

56enne di Rovigo leggermente sintomatico

58enne dell’Alto Polesine asintomatico

46enne dell’Alto Polesine, albanese, asintomatico

506 289

424

Persone in isolamento domiciliare

Persone guarite

46 Contagiati rilevati

Attualmente positivi

Totale tamponi eseguiti

te a tampone Persone sottoposte

0 Persone sottoposte a tampone

27.599 .599

0

L’Ego-Hub

le regole, soprattutto fra i giovani, che si muovono di più in un’estate di svago dopo essere stati a lungo costretti a rinunce e senza scuola. Serve maggiore attenzione, ci aspettano giorni delicati, anche se purtroppo nulla di diverso da quanto mi aspettassi».

I CONTAGIATI Il numero totale dei contagi in provincia è salito a 506, con 46 polesani attualmente positivi e 289 in isolamento domiciliare con sorveglianza attiva. I tamponi complessivi sono arrivati a 67.272, eseguiti su 27.599 persone. Francesco Campi © RIPRODUZIONE RISERVATA

SI ABBASSA L’ETÀ DELLE PERSONE INTERESSATE DALL’EPIDEMIA: PARECCHI SONO VENTENNI

Il sindaco Fioravanti: «Troppi rischi»

Calto, annullata la fiera di San Rocco Manca il personale qualificato, i contagi sono aumentano di giorno in giorno: l’emergenza Coronavirus fa saltare la fiera di Calto. Il Comune aveva già preparato la consueta manifestazione, il programma era già stato stilato. Sembrava tutto pronto, dal 16 al 18 agosto, per assaporare le specialità culinarie, ascoltare musica, divertirsi in piazza e partecipare alla messa con il vescovo. Annullata anche la caccia al tesoro.E invece, inaspettata, è arrivata la decisione in extremis: il sindaco Michele Fioravanti spiega: «Nonostante gli sforzi fatti per svolgere anche quest’anno la sagra di San Rocco, già organizzata nel rispetto delle regole per la prevenzione da Covid-19,

ROVIGO Chi ha scelto Croazia, Spagna, Grecia e Malta come meta per le proprie vacanze si ritrova, compreso nel pacchetto, anche il tampone al rientro. Che da oggi, in Polesine, potrà essere effettuato direttamente, senza prenotazione, presentandosi ai tre ospedali di Rovigo, Adria e Trecenta. Il tutto, con un sovraccarico non indifferente per la sanità locale, costretta a prepararsi ad affrontare l’ondata dei rientri con volumi di test che si prevedono considerevoli.

TEST A TAPPETO

Totale tamponi eseguiti

67.272

Tra il giorno di Ferragosto e ieri sono state 149 le persone sottoposte ai controlli dopo il rientro dai Paesi in “lista nera”

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I CONTROLLI

41enne dell’Alto Polesine, albanese, asintomatica

I DATI

Croazia, Spagna, Malta e Grecia: test immediato nei 3 ospedali polesani

l’aumento improvviso dei contagi e l’impossibilità di garantire personale qualificato e forze dell’ordine sufficienti per la sorveglianza e la sicurezza, ci ha costretti a malincuore ad annullare la fiera. Si ritiene doveroso ringraziare le persone impegnate nell’organizzazione: i dipendenti comunali, la Polizia locale, i volontari della Protezione civile Altopolesine, le orchestre e le compagnie di spettacolo, bar e gastronomia, la ditta dei fuochi pirotecnici, la Biblioteca e tutti coloro che avevano dato disponibilità. Fiduciosi in tempi migliori, fissiamo subito la nuova edizione all’agosto 2021». A.Garb. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Solo nella giornata di ferragosto, nella quale anche gli ospedali solitamente tendono ad avere una minor disponibilità di personale, in Veneto sono stati eseguiti 7mila tamponi per i “vacanzieri” di ritorno dai quattro Paesi entrati nella lista nera a causa del dilagare del virus, la sola Spagna nella giornata di sabato ha registrato oltre 16mila nuovi contagi e per cercare di contenere il rischio del divampare di focolai di “importazione”. A Rovigo proprio nella giornata di Ferragosto sono stati eseguiti 61 tamponi a persone appena rientrate, con ben tre giovani, che erano tutti in vacanza a Malta, risultati positivi, tutte asintomatici e tutti già in isolamento da prima di ottenere il risultato del tampone, avendo correttamente osservato le procedure previste.

portale visione referti online dell’azienda o anche visibile dal fascicolo sanitario elettronico o dal proprio medico in 24-48 ore. Non può essere effettuata prenotazione anticipata del tampone prima dell’ingresso in Veneto.

LA PROCEDURA Chi entra o rientra da Spagna, Croazia, Repubblica di Malta o Grecia, se ha eseguito un tampone con esito negativo documentabile, nelle 72 ore precedenti all’ingresso in Italia, deve darne comunicazione al Servizio di Igiene e Sanità Pubblica all’indirizzo sisp.ro@aulss5.veneto.it; in tal caso non è prevista nessuna restrizione come da ordinanza Regione Veneto n. 84 del 13 agosto 2020. Se non ha eseguito un tampone con esito negativo documentabile, nelle 72 ore precedenti all’ingresso in Italia, una volta che è rientrato in Veneto deve obbligatoriamente segnalarlo al Servizio Igiene e Sanità Pubblica e deve eseguire un tampone di controllo. La comunica-

I VIAGGIATORI DAL MOMENTO DEL RIENTRO A QUELLO DELL’ESITO DEL TEST DOVRANNO RIMANERE IN ISOLAMENTO

zione deve essere inviata con una email all’indirizzo sisp.ro@aulss5.veneto.it completa di tutti i dati anagrafici di ciascun rientrante, ovvero nome, cognome, data di nascita, luogo di nascita, codice fiscale, domicilio (indirizzo completo), recapito telefonico. Per quanto riguarda l’esecuzione del tampone, da oggi è previsto anche l’accesso diretto, senza prenotazione, ma con l’obbligo della segnalazione del rientro al Servizi di Igiene e Sanità Pubblica all’ospedale di Rovigo, all’ospedale di Rovigo, all’ambulatorio corpo F, Piano 0 con entrata dalla pensilina rossa esterna, dal lunedì al sabato dalle 7.30 alle 18 e la domenica dalle 9 alle 12, all’ospedale di Adria al centro prelievi dell’ospedale vecchio, dal lunedì al sabato dalle 13 alle 18, ed all’ospedale di Trecenta all’ambulatorio ortopedico della piastra poliambulatoriale, dal lunedì al sabato dalle 13 alle 18. In ogni caso, la comunicazione che il viaggiatore appena rientrato invia al Servizio Igiene e Sanità Pubblica, spiega l’Ulss, «sarà presa in carico per prevedere, oltre all’accesso diretto, anche una programmazione del tampone nelle 48 ore successive al rientro e per fornire precise indicazioni al cittadino». Per ulteriori informazioni può essere contattato il numero verde 800.938.880, attivo da lunedì a venerdì dalle 9 alle 14. F.Cam. © RIPRODUZIONE RISERVATA

TEMPI ACCELERATI Ieri, invece, nell’ambulatorio dell’ospedale di Rovigo sono stati effettuati 88 tamponi. Quindi, nei due giorni festivi, 149 tamponi ed i risultati arriveranno nelle prossime ore. Per chi si trovi a tornare in Polesine dopo un viaggio nei quattro Paesi considerati a rischio, l’Ulss Polesana ha diramato un “prontuario” per facilitare anche chi si trovi nella non facile situazione rientrare dalle vacanze e trovarsi in isolamento domiciliare. La prima indicazione, infatti, è che, dal momento del rientro e fino alla comunicazione dell’esito del tampone, le persone sono tenute a rimanere presso il proprio domicilio in isolamento. Sui tempi, si indica che l’esito del tampone sarà scaricabile dal

AMBULATORI DEDICATI L’Ulss ha predisposto servizi specifici

L’applauso dell’Avis ai donatori in trincea contro il virus `Quasi 17mila

per il riconoscimento dell’associazione come persona giuridica.

le donazioni registrate IL BILANCIO alla fine del 2019 ASSEMBLEA DELL’AVIS ROVIGO Rovigo rimane la provincia veneta che ha il più alto numero di donazioni di sangue per mille abitanti e i donatori polesani hanno il più alto indice di donazione in Veneto. Lo confermano le cifre della 55esima assemblea dei soci dell’Avis provinciale di Rovigo, svoltasi il 1° agosto al Censer con i presidenti e i delegati delle 52 Avis comunali, che oltre ad approvare all’unanimità le relazioni e i bilanci hanno votato favorevolmente l’istanza

Nella sua relazione la presidente dell’Avis provinciale, Barbara Garbellini, insieme alle cifre dell’associazione ha ricordato anche i soci recentemente scomparsi come Aldo Romagnoli, uno dei padri fondatori dell’Avis in Polesine e dell’Avis Veneto, rappresentata nell’assemblea rodigina dal segretario Mauro Favret. A fine 2019 i soci Avis in provincia erano 10.629 (332 collaboratori). I nuovi iscritti nell’anno sono stati 556 e le donazioni 16.737. Insieme così, la generosità dei donatori, il coordinamento dell’Avis provinciale e l’azione in rete hanno permesso a Rovigo di rimanere tra le pro-

vince con un margine operativo significativamente positivo, garantendo l’autosufficienza nel territorio e supportando altre province venete, in particolare i Dipartimenti di Medicina trasfusionale di Padova e Verona, e inoltre la Sardegna con il regolare invio settimanale di sacche di emocomponenti a Cagliari.

DONATORI IN CALO Complessivamente, però, è stato rilevato un calo delle donazioni: è comunque minore rispetto al biennio precedente e in linea con quanto accade a livello regionale e nazionale. Visti tuttavia i primati del Polesine in Veneto per il più alto numero di donazioni per mille abitanti e per il più alto indice di donazione, il calo non è attribuibile a mancanza di attività promozionale o a

RELAZIONE La presidente dell’Avis Barbara Garbellini

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difficoltà dell’Ufficio di chiamata, che si relaziona costantemente con il Centro trasfusionale per soddisfare le richieste e coordinare al meglio le scorte, garantendo l’autosufficienza al Polesine e il supporto intraregionale ed extraregionale. L’attività promozionale sul territorio e la collaborazione con le Avis comunali ed equiparate, la formazione, la sensibilizzazione nelle scuole grazie anche al Gruppo Giovani e al nuovo strumento “Quando le storie diventano doni”, il libro di racconti e filastrocche con i testi di Sandra Trambaioli e le illustrazioni di Sofia Boccato dedicato alle scuole materne e ai primi anni delle elementari, realizzato grazie alla coprogettazione sociale area giovani promossa dal Csv Rovigo, sono alcuni degli ingredienti che dimostrano come,

ha spiegato la presidente Garbellini, insieme si possa crescere meglio, esprimendo un volontariato unito, preparato e propositivo. Garbellini ha rilevato anche che con il Coronavirus si è dovuto affrontare faccia a faccia l’emergenza per il bene dell’ammalato e la tutela dei donatori, in stretta collaborazione con il Dipartimento di Medicina trasfusionale e grazie al lavoro del personale dell’Ufficio di chiamata. L’assemblea, così, ha dedicato un applauso ai donatori interpellati in questo periodo, perché tutti hanno risposto positivamente alla chiamata. Lorenzo Malin del Gruppo Giovani ha annunciato nuove iniziatIve di sensibilizzazione anche sulle spiagge. Nicola Astolfi © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Nordest

TEMPORALI IN ARRIVO A NORDEST Tempo perturbato fino a domani: dalle ore centrali di oggi previsti rovesci e temporali sia in montagna (con allerta frane) che in pianura Lunedì 17 Agosto 2020 www.gazzettino.it

Veneto, sono 10 i candidati presidente `Lega, al posto di Montagnoli c’è De Lorenzi, a Treviso Gli indipendentisti che nel 2015 avevano eletto Guadagnini corrono con il sindacalista e docente universitario Ivano Spano Schiavon sostituisce Barbisan. Due in lizza per Forcolin `

ALLE URNE Il 20 e 21 settembre si voterà per rinnovare il consiglio regionale. Nel tondo, il candidato governatore del Veneto Ivano Spano

VERSO LE ELEZIONI VENEZIA E dieci. Dopo il signore della Lega Luca Zaia, dopo Arturo Lorenzoni per il centrosinistra ed Enrico Cappelletti per il M5s, dopo Antonio Guadagnini del Partito dei Veneti e la renziana Daniela Sbrollini, dopo il comunista Paolo Benvegnù, dopo l’ambientalista ex pentastellata Patrizia Bartelle, dopo l’ex dem votata alla causa dell’autonomia Simonetta Rubinato e pure il medico veterinario Paolo Girotto per il Movimento 3V-Vaccini Vogliamo verità, ecco il decimo candidato alla presidenza della Regione del Veneto: è Ivano Spano, alla guida di “Indipendenza Noi Veneto Autonomie Ambiente”. Si tratta dello stesso movimento indipendentista che cinque anni fa, alle elezioni regionali del 2015, aveva sostenuto la candidatura a presidente della Regione di Luca Zaia, eleggendo come consigliere Antonio Guadagnini. Si sa come è andata a finire: Guadagnini poco dopo l’elezione ha cambiato nome, da Indipendenza Noi Veneto a Siamo Veneto, ha avuto la carica di consigliere segretario come componente di maggioranza, ma non si è mai preoccupato di esternare la propria posizione indipendentista e autonoma. E anche il tentativo di riunire in un’unica formazione politica le voci venetiste è ben presto naufragato: è vero che è nato il Partito dei Veneti, ma non può certo dirsi esaustivo. E il fatto che Indipendenza Noi Veneto alla fine si sia staccata e presenti un proprio candidato governatore, la dice lunga: i venetisti al momento confermano di essere una galassia destinata alla diaspora.

LA GALASSIA INDIPENDENTISTA CONTINUA A FRANTUMARSI: C’È UN ALTRO CANDIDATO

LA PRESENTAZIONE La candidatura di Ivano Spano sarà presentata oggi a Padova (ore 11.30, Caffè Pedrocchi). Trevigiano di Mogliano Veneto, dove è stato assessore, già responsabile dell’Ufficio studi e ricerca del sindacato Cisl di Treviso e di quello regionale veneto, Spano è docente senior all’Università di Padova. «Il professore Ivano Spano - sottolinea lo staff di Indipendenza Noi

Veneto - non vuole fare politica perché “necessita” della politica per vivere, ma si presta alla politica con spirito di servizio, con una base personale che sotto l’aspetto della meritocrazia non ha nulla da invidiare a nessun altro candidato alla presidenza della Regione Veneto».

STALLO In casa della Lega c’è attesa per

la formazione delle liste dopo che il vicepresidente della Regione del Veneto Gianluca Forcolin, il presidente della Prima commissione Alessandro Montagnoli e il vicecapogruppo a Palazzo Ferro Fini Riccardo Barbisan, coinvolti nello “scandalo” del bonus Inps, sono stati esclusi dalla prossima competizione elettorale. Va detto che Forcolin e Barbisan hanno rinunciato autonomamente alla ri-

candidatura, ma le tre caselle che improvvisamente si sono svuotate hanno creato un bel po’ di problemi alla Lega tra aspirazioni e attese in seno al Carroccio.

LE CASELLE Il Carroccio ha due problemi. Il primo è che la lista della Lega non deve essere sguarnita, tant’è che l’”input” arrivato dal segretario federale Matteo Salvini è di candi-

In corsa Gli aspiranti alla poltrona di Palazzo Balbi

LEGA Luca Zaia

CENTROSINISTRA Arturo Lorenzoni

dare tutti i big nella lista del partito. Quelli che cinque anni fa erano stati eletti nella lista Zaia Presidente, come Nicola Finco, divenuto poi capogruppo del Carroccio, devono quindi traslocare. Il secondo problema riguarda la vicenda dei tre eletti che hanno chiesto o ottenuto il bonus dell’Inps destinato alle partite Iva. E quindi, a una settimana dalla presentazione delle liste, si pone il problema della sostituzione di Forcolin, Montagnoli e Barbisan junior. A Verona il problema sarebbe stato risolto: al posto di Montagnoli, verrebbe candidato in lista Lega Maurizio De Lorenzi, attuale commissario della sezione di Legnago. De Lorenzi non è un volto nuovo della Lega: iscritto al movimento dal 1992, è stato dal 2010 al 2014 consigliere provinciale a Verona e dal 2009 al 2014 assessore allo Sport a Legnago. Risolta anche la partita a Treviso: al posto di Riccardo Barbisan, sarà candidato Cristian Schiavon, attuale assessore al Bilancio del Comune di Treviso. La Lega trevigiana, quindi, dividerà le proprie preferenze tra l’assessore regionale al Turismo Federico Caner e l’”uomo” del sindaco Mario Conte.

I DILEMMI Tutta da decidere, invece, la sostituzione di Gianluca Forcolin, il vicepresidente e assessore al Bilancio della Regione che dopo il caso del bonus Inps si è dimesso da tutte le cariche, compresa quella di consigliere regionale. In lista Lega a Venezia dovevano esserci Gianluca Forcolin e Alberto Semenzato; ora, al posto di Forcolin, la scelta va tra Massimo Sensini, ex sindaco di Fossalta di Piave e Pier Paolo Del Turco, vicino all’ex vice di Luca Zaia. Alda Vanzan

M5S Enrico Cappelletti

VENETISTI Antonio Guadagnini

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Prosecco, nella Marca scoppia la guerra tra Doc e Docg IL CASO TREVISO Nella Marca scoppia la guerra del prosecco: consorzio Doc che tutela il vino di pianura da una parte; Docg che invece si prende cura delle preziose colline patrimonio dell’Umanità dall’altra. Si lotta per il controllo dei quantitativi di vino stoccati dalla Docg, quella sovraproduzione che verrà messa in vendita in un secondo momento ma con la denominazione Doc, così come previsto dalle normative. Quindi: vino prodotto da aziende della Docg che però viene immesso nel mercato dalla Doc. E il consorzio di pianura ha quindi chiesto alla Regione, presentando un’istanza alla direzione Agroalimentare, di poter controllare

quei quantitativi che risulteranno in esubero dopo la vendemmia 2020 spiegando che dovrebbero rimanere in cantina almeno fino al dicembre 2021. Ha quindi presentato una richiesta molto circostanziata, che individua anche le quantità di prodotto da stoccare suddivise in base al ciclo vegetativo della vite. Richiesta accolta dalla direzione Agroalimentare del Veneto e pubblicata lo scorso 7 agosto nel Bur della Regione dando sette giorni di tempo per presentare osservazioni e critiche. Nella Docg questa azione è stata considerata un affronto, un voler mettere il naso nelle attività di aziende che con la Doc non hanno nulla a che fare e di volerne gestire le loro scorte dettando anche i tempi dello stoccaggio. Ed è scattata la protesta.

SCORTE Battaglia sugli esuberi della Docg che verrà messa in vendita con la denominazione Doc

CARTE BOLLATE PER IL CONTROLLO DEI QUANTITATIVI DI VINO E DELLA SOVRAPRODUZIONE

La Docg ha fatto opposizione, mentre un gruppo di marchi ha dato mandato a un legale di intervenire.

IL DOCUMENTO Il 13 agosto l’avvocato veneziano Enrico Gaz ha presentato una memoria di opposizione. Ha

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scritto a nome di produttori storici come Ruggeri, Col Vetoraz, Drusian, Masottina, Santa Margherita, La Tordera elaborando un documento di otto pagine incentrato attorno a due principi. Il primo è giuridico: troppo pochi sette giorni di tempo per presentare osservazioni quando la giurisprudenza parla di un tempo congruo, generalmente non meno di quindici giorni. Senza contare che i sette giorni partono dal 7 agosto e quindi sono caduti nella settimana di ferragosto quando aziende e studi professionali sono chiusi: «Stando al consolidato orientamento del giudice amministrativo, l’obbligo di pubblicazione ed i diritti di partecipazione non possono “ritenersi assolti qualora la p.a. (pubblica amministrazione, ndr) abbia conces-

so un termine troppo breve per consentire un’effettiva e concreta partecipazione al procedimento», scrive l’avvocato. E ancora: «È chiaro ed evidente l’intento di degradare la partecipazione ad un orpello quanto più possibile formale ed ineffettivo, assicurando al privato-richiedente un vantaggio comparativo non di poco conto». Il secondo argomento invece entra più del merito: «L’accoglimento dell’istanza del Consorzio di tutela della Doc genererebbe un nuovo equilibrio di mercato alterando in modo surrettizio la fisiologica dinamica economica tra i marchi Doc e Docg». La questione delle scorte sta scaldando gli animi. Adesso sta alla Regione fare da arbitro. P.Cal. © RIPRODUZIONE RISERVATA


Cronaca 9

IL GIORNALE DI VICENZA Lunedì 17 Agosto 2020

L’ATTACCODELM5S

«Contagi,inVeneto cisonoidatipeggiori»

«Da quando Zaia ha messo da parte il professor Crisanti, sul fronte della lotta al coronavirus è un disastro dopo l’altro. Centoventi nuovi casi in Veneto è il dato peggiore d’Italia e adesso facciamo perfino peggio di quella catastrofe mondiale che è la Lombardia». A sostenerlo è Enrico Cappelletti, candidato del Movimento 5 stelle alla presiden-

za della Regione. Che aggiunge: «È molto grave sentire Zaia prendersi i meriti quando diminuiscono i contagi in Veneto e invece incolpare il governo quando aumentano considerando che è proprio la Lega, nella persona di Matteo Salvini, a dialogare con i negazionisti del Covid-19 e a non usare la mascherina. La realtà dei fatti è ormai evidente».

VERSOLA RIPRESA. Lenuove linee guidadella Regionehannoriportato ilrapporto fra insegnantie alunnialla faseantecedente alla pandemia

Asili,tuttii timori suiscrizioni e costi Molte famiglie sembrano orientate arivolgersianonniobabysitter Pesasullefuturetariffel’obbligo diadeguarsiallenormesicurezza Laura Pilastro

la casi con circa 120 persone attualmente positive, un numero largamente sotto quello di Treviso (568), Padova (254), Venezia (235), Verona (169). Nessun decesso. Scende il numero dei ricoverati: 117 (-4) in area non critica e stabile a 4 in terapia intensiva. I deceduti, sempre dall’esplosione della pandemia, sono 2096, e i negativizzati 17 mila 500. Tutto questo mentre, secondo un documento fatto avere dal ministero della salute alle Regioni nell’immediato futuro si possono immaginare quattro diversi scenari. Il migliore vede per il prossimo autunno-inverno una epidemia strisciante con gli stessi dati di oggi e focolai a macchia di leopardo ma circoscritti e controllabili. Il più drammatico preannuncia un Rt, il tasso di contagiosità, sopra 1,5 un po’ ovunque, come conseguenza della riapertura delle scuole, e la necessità di nuove misure di contenimento. Jesolo intanto ha deciso di dedicare il Lungomare delle stelle 2020 ai sanitari: la cerimonia si terrà venerdì, alle 17.30, sul piazzale antistante l’ospedale. • F.P. © RIPRODUZIONERISERVATA

Una delle incognite più temute si è dissipata pochi giorni fa, quando la Regione Veneto ha emanato le nuove linee guida per la riapertura dei servizi per l’infanzia da 0 a 6 anni. Nel documento, il rapporto numerico tra insegnanti e alunni è rivisto al rialzo; di fatto, torna quello del periodo pre-Covid. Un sospiro di sollievo soprattutto per gli asili nido privati che sono alle prese con l’urgenza di riorganizzare l’attività educativa in vista di settembre, ma anche con la difficoltà di far quadrare i conti già provati dal carico di spese dovute alle misure anti-contagio. Il ritorno alla normalità, in termini di capienza consentita, permette di dormire sonni più tranquilli, anche se la regola dei gruppi stabili e separati rischia di non giovare a chi ha carenza di spazi. Senza contare che molte iscrizioni sono ancora appese al filo della paura e delle capacità di spesa delle famiglie, più che ridotta per chi ha perso il lavoro. «Di solito, il grosso delle iscrizioni avviene tra aprile e maggio. Quest’anno non è andata così, siamo in ritardo, ma nonostante questo, le richieste non mancano, anche se so di genitori che si arrangeranno con la baby-sitter o i nonni, e di mamme in cassa integrazione che rimarranno a casa con i figli. C’è ancora molta incertezza», spiega Lucia Caoduro che gestisce Biopappamondo.

Compliceilbonus nido,perlafascia 0-3annic’èmolta richiestaanche nellestrutture delComune

La capienza normale del nido di via Marco Polo è di 36 bambini, ma la titolare non sa se sarà possibile puntare al pieno di iscrizioni, se non aumentando i costi. Perché se il rapporto numerico tra maestre e bambini è aumentato, resta l’obbligo di organizzare l’attività in gruppi la cui composizione deve essere il più possibile stabile. «Si torna alla norma dell’educatore ogni otto bambini se fino ai 3 anni, o ogni sei se fino ai 12 mesi - prosegue l’imprenditrice ma con la necessità di tenere separati i gruppi. Ciò comporterà una gestione più complessa e onerosa». In molti casi, infatti, il rispetto delle regole anti-Covid si scontra con dei limiti strutturali. «Il nostro nido è un open space con due stanze – commenta Barbara Melloni di Birichinopoli - il ritorno ai numeri originari è una bellissima notizia, ma dovremo approfondire la questione. Se non ci permettono l’intersezione tra gruppi, non possiamo pensare di aumentare la capienza rispetto ai centri estivi, per ragioni di spazio. Consulteremo il professionista che ci segue per la sicurezza per capire meglio il da farsi. Nel frattempo, abbiamo una lunga lista di attesa da gestire». Anche Azita Kashanian di “Mamma due” al momento non teme un calo di iscrizioni, sempre che il virus non riesploda: «Chi ha partecipato ai centri estivi, ha già confermato per settembre, ma c’è sempre lo spettro di una nuova ondata di contagi. E poi come evitare che anche un semplice raffreddore, nell’incertezza, possa causare una sospensione del nido?». Intanto, fervono le operazioni di adeguamento e riorganizzazione dei locali, che costringono i gestori, non di rado, ad aumentare le rette. «Ogni realtà ha autonomia gestionale – dichiara Milena

Lacampanella ILRIENTRO FISSATO PERL’1 SETTEMBRE L’ordinanzafirmata giovedìdalpresidente dellaRegione Veneto, LucaZaia, confermala riaperturadei servizi educatividedicati alla fasciadi bambinida0 a 6 anni,nel rispettodelle lineeguidanazionali recepitea livello regionale. Laripresadelleattività deinidi edelle scuole dell’infanziaè fissataper l’1settembre, come da calendarioscolastico regionaleapprovatodalla giuntavenetagià a fine luglio.«Lescuolepotranno riapriregià a partireda iniziosettembre – ha spiegatol’assessore regionaleallasanitàealle politichesociali,Manuela Lanzarin-con lostesso rapporto educatore-bambini antecedenteall’epidemia sanitaria:perinidi un educatoreogniotto bambinisopra i12mesi, mentreil rapportoperle scuoledell’infanzia rimane invariato1 a 29». «Questo- precisa Lanzarin-pergarantire la sostenibilitàdel servizio dapartedei gestorie assicurarenelcontempo l’iscrizioneal prossimo annoeducativo a tuttii bambini». Traipunti principali dellelinee guidac’è l’uso dellemascherine,chenon èprevisto peribambini, mentregli educatori dovrannousarele protezioniperpoter mantenereuncontatto ravvicinatosoprattutto conibambinipiù piccoli. Obbligatoria,invece,sarà lamisurazionequotidiana dellatemperatura corporea.Unamisura che valepertuttiiminori, ma ancheperil personale all’ingresso,ea chiunque debbaentrare nelle struttureper accompagnareipiccoli. L.P.

Unmomento digiocoall’interno diun asilo:per l’operatrice c’èl’obbligo dellamascherina

Baghin, presidente della Federazione italiana scuole materne, che riunisce, tra gli altri, gli istituti gestiti dalle parrocchie - ma senz’altro andranno rivisti i parametri economici, alla luce degli investimenti». «Solo per fare un esempio precisa Baghin - le bavaglie e gli asciugamanini in stoffa dovranno essere sostituiti da materiale usa e getta. In più, questo tipo di organizzazione richiede del personale aggiuntivo». La Fism, che nel Vicentino conta 165 scuole dell’infanzia con 54 nidi integrati, ha partecipato al tavolo per l’elaborazione delle linee guida regionali e ora si sta attrezzando per accompagnare i plessi ad affrontare il nuovo anno educativo: «Per la fascia 0-3, al momento, c’è molta richiesta, complice il bonus nido». Iscrizioni al momento stabili anche per i nidi comunali: «In linea con gli altri anni, anche se non escludo qualche defezione dell’ultimo momento», informa l’assessore all’istruzione, Cristina Tolio. Appuntamento allora per tutti a settembre, banco di prova delle soluzioni adottate per la riapertura in sicurezza. •

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Itest suituristi inVeneto

Controllidopolevacanze 12milatamponiin2giorni Induegiorni inVenetooltre12 milaturisti sonostati sottopostial rientrodalle vacanzea tamponeper verificarela positività omeno alcoronavirus. Ieri èstata un’altragiornatadigrande afflussoper i “punti tampone” allestitidaUlss eaziendedella Regione:alle 13erano oltre 5.300i tamponi effettuati. Comegià eraavvenutoil giorno diFerragostoanche ierile personeche sonorientrate dallevacanzehannopotuto effettuareil controllo peril Covid-19senza dover prendereappuntamento. Perquantoriguardai dati vicentini,aggiornatialle13 di ieri,i tamponi effettuati dall’Ulss8 Bericasono stati 398,cosìsuddivisi: 237nel capoluogo;116 adArzignanoe 45a Noventa. Ilnumero complessivoditest effettuati negliultimidue giornièdunque salitoa 1.049. Sempreieri, l’Ulss7Pedemontana ha provvedutoa eseguire 283 tamponi,cosìsuddivisi:58

NelVicentinoeseguiti 2milatest sonostati effettuati a Marostica; 46a Bassano;74all’ospedale di Santorsoe105 aSchio. Indue giornil’Ulss 7haeffettuato 754 tamponi. Alivelloregionale,èl’Ulss 2 MarcaTrevigianaadavere eseguitoil maggiornumero ditest negliultimidue giorni:2.241. Quellache, invece,ne haeffettuati dimeno èl’Ulss5 Rovigo,dove nell’ambulatoriodell’ospedale si sonopresentate complessivamente149 persone chehannochiesto diessere sottoposteal tampone dopoaver trascorsoun periododi vacanzain unPaese estero. © RIPRODUZIONERISERVATA

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IL GIORNALE DI VICENZA Lunedì 17 Agosto 2020

LESTRATEGIE. Dopoilvoto sulla piattaformaRousseau , nelMovimento cresceil numerodi chipunta aconfrontarsiin un congresso

APPELLODELPAPA

Pd-M5s,primeombresull’alleanza

«Invacanza nonscordare chièin crisi peril Covid»

Tornasultavolo ilMes invocatodal sottosegretario all’EconomiaBaretta, dopo l’aumento deicontagi: «Noalle contrapposizioni,lasituazione ègrave» Francesca Chiri ROMA

Chiuse le urne on-line del Movimento, si apre il tortuoso percorso per cercare di tramutare in intese sul territorio il via libera alle alleanze tra Pd e M5s. E, a guardare le vicende che hanno portato alle candidature per le prossime regionali, la strada appare molto accidentata. In Liguria, dove corre un candidato comune, l'accordo è stato trovato sul filo, a pochissimi giorni dal «gong» per la presentazione delle liste e dopo mesi e mesi di trattative e battaglie che hanno lasciato sul campo feriti. E se in Campania Pd e M5s corrono separati e in acerrima concorrenza, anche in Veneto i due partiti vanno al voto ciascuno con una propria lista: difficilmente un'alleanza sarebbe bastata ad avere la meglio sul candidato del centrodestra Luca Zaia. Così come in Toscana dove il M5s corre in solitaria

Stradainsalita perleRegionali, mentreiprimi segnalidisvolta sivedrannoalle Comunali2021

dopo il mancato accordo con il centrosinistra. Allo stato nessuna reale apertura anche nelle Marche e Puglia, le uniche due regioni dove l'esito del voto dei 5Stelle su Rousseau potrebbe avere ripercussioni. Nelle Marche il tentativo di una alleanza giallorossa ha provocato una ferita profonda nel M5s con la decisione del candidato pentastellato di correre da solo. Romina Pergolesi, consigliere regionale ex M5s, uscita insieme all'ex capogruppo Gianni Maggi e ora coordinatrice del Comitato elettorale Marche Coraggiose, spera ancora di rilanciare l'alleanza, forte del responso nelle urne di Rousseau. Anche in Puglia si potrebbe aprire uno spiraglio nonostante il Movimento si affianchi attualmente ad altri 5 sfidanti del candidato del centrosinistra, senza Iv, Michele Emiliano. I primi veri risultati del nuovo cambio di strategia del M5s si potrebbero vedere quindi l'anno prossimo a Roma, a Torino, a Milano. «Non credo sia il momento di fare previsioni, ma è evidente che ora si possono porre le basi anche per le comunali del 2021» annuncia l'ex capo politico M5s Luigi Di Maio a La Stampa. Anche il vicesegretario del Pd Andrea Orlando, in un'intervista al Fatto Quotidiano, vede

con ottimismo il risultato della consultazione M5s e, per le alleanze ancora da fare, come nelle Marche e in Puglia, si augura ci siano dei margini. «Senza troppa enfasi può aprirsi una nuova stagione politica» esulta il presidente della Toscana, Enrico Rossi mentre anche il capogruppo di Leu alla Camera, Federico Fornaro sostiene che «la decisione del M5S può dar vita a nuova stagione per un rinnovato centro sinistra». Eppure se da un lato Rousseau rinsalda l'intesa giallo-rossa, dall'altro pone una nuova frattura con l'ala più moderata del centrosinistra. Matteo Renzi e Carlo Calenda appaiono più vicini e il senatore socialista Riccardo Nencini invita a «mettere assieme i tanti riformismi sparsi in una alleanza». Poi c’è il caso Roma. «Non ho mai chiesto l'appoggio di Zingaretti» mette in chiaro Virginia Raggi che, durante un' intervista al Tg3, tranquillizza: «Il Movimento è compatto». Eppure i nervi sono tesi e cresce la voglia di ribellione dei parlamentari penta stellati che chiedono la convocazione degli Stati Generali. E torna sul tavolo anche il nodo del Mes, invocato dal sottosegretario all’economia Baretta dopo gli ultimi aumenti dei contagi. •

CITTA’ DEL VATICANO

Ilsegretario delPDNicola Zingaretti edil leader 5SLuigi DiMaio ANSA

MIGRANTI. Nuovisbarchia Lampedusa

DiMaio eLamorgese inmissioneaTunisi ROMA

Non si arrestano gli arrivi dalla Tunisia, ieri altri barchini hanno raggiunto Lampedusa. E oggi i ministri di Interno ed Esteri, Luciana Lamorgese e Luigi Di Maio, fanno la rotta inversa e volano nella capitale nordafricana dove incontreranno il presidente della Repubblica, Kais Saied ed il premier incaricato, Hi-

chem Mechichi (nel Paese non c'è ancora un Governo dopo le ultime elezioni). Lamorgese e Di Maio saranno accompagnati dai commissari europei Oliver Varhelyi e Ylva Johansson. Obiettivo: bloccare le partenze di migranti e aumentare i rimpatri. Presenza significativa, quella dei due rappresentanti di Bruxelles, perchè l'Italia ha sollecitato all'Europa un sostegno concreto nella trat-

LAPOLEMICA. Ilgestoredella societàdifondicomunia Maltareplicaalcandidato M5sveneto

Malvestiosfida Cappelletti «Confrontooquerela, scelga» L’exsenatoreavevaannunciato un esposto «perfarechiarezza» Marino Smiderle

Enrico Cappelletti, già senatore del Movimento 5 stelle e attualmente candidato alla presidenza del Veneto alle prossime elezioni regionali, ha letto l’articolo dell’Espresso ed è partito lancia in resta contro l’avvocato Massimo Malvestio e, neanche tanto indirettamente, contro il governatore Luca Zaia. «Fuori i nomi», aveva tuonato in un comunicato stampa in cui metteva sullo stesso piano i percettori di 600 euro di bonus pubblico, pur titolari di lauti stipendi da deputati o consiglieri regionali, e i sottoscrittori delle quote di fondi della società Praude, già premiata a livello internazionale per i rendimenti conseguiti, descritti come titolari di «non quantificati patrimoni individuali di origine sconosciuta». L’inchiesta dell’Espresso paventava un collegamento «opaco» tra le attività di Mal-

Direttore Responsabile LUCA ANCETTI

vestio, che da anni ha trasferito la residenza a Malta, come più volte raccontato dal diretto interessato ai giornali veneti (compreso Il Giornale di Vicenza), e quelle di Zaia (il titolo scelto per il servizio, sotto una foto a tutta pagina di Zaia, sintetizza il concetto: «Bello il Veneto, lo trasferisco a Malta»). «Ma è normale che lo storico avvocato di Zaia che ha ricoperto una lunga serie di cariche fiduciarie in società pubbliche si stabilisca a Malta, paradiso fiscale, e con una società di cui è presidente amministri fondi d’investimento con una raccolta di 413 milioni di euro?». La risposta diretta di Malvestio sarebbe semplice: sì, è normale. Gestisce centinaia di milioni di euro e li investe per farli rendere il più possibile. Il tutto alla luce del sole, come più volte spiegato ai giornali e, ovviamente, come risulta dalla documentazione registrata dalle autorità finanziarie di controllo dei diversi Paesi. L’avvocato, però,

MassimoMalvestio,avvocato egestore di fondid’investimento

EnricoCappelletti, candidato peri 5 stellealla presidenzadel Veneto

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tativa con Tunisi. Il flusso migratorio - soprattutto di giovani - è lo specchio della grave crisi in cui versa la Tunisia. Economica, con il Covid che ha spento il turismo, la principale risorsa economica del Paese. Ma anche istituzionale, con un Governo che ancora manca. Ed ecco quindi che la delegazione italiana nella capitale tunisina porterà non solo richieste ma anche proposte di supporto e fondi della cooperazione. In programma poi una visita al Museo del Bardo per commemorare le vittime dell'attacco terroristico del 2015 in cui morirono anche italiani. •

Le ferie come tempo «per ritemprare il corpo e lo spirito», ma senza dimenticare il dramma di tante famiglie, che a causa del Coronavirus «hanno perso il lavoro e non hanno da mangiare». È il richiamo di papa Francesco all'Angelus domenicale, con l'incoraggiamento a manifestare «carità» e «vicinanza» verso quanti risentono più pesantemente delle conseguenze della pandemia. «Questi giorni sono giorni di ferie sottolinea il Pontefice dopo la recita della preghiera mariana -: possano essere un tempo per ritemprare il corpo, ma anche lo spirito, mediante momenti dedicati alla preghiera, al silenzio e al contatto distensivo con la bellezza della natura dono di Dio». «Anche questo - prosegue Francesco - non ci faccia dimenticare i problemi che ci sono per il Covid, in tante famiglie che non hanno lavoro, che hanno perso il lavoro e non hanno da mangiare». «Anche le nostre pause estive - aggiunge - siano accompagnate dalla carità e dalla vicinanza a queste famiglie». Il pensiero verso chi patisce i riflessi economici e sociali del Covid-19 è una costante per il Papa, che proprio nel pieno dell'estate e del clima vacanziero sollecita tutti a non perdere di vista la gravità di questi problemi. •

L’AGGRESSIONE. Individuati i responsabili non ha gradito le allusioni all’opacità e a Cappelletti ha mandato un tweet che è in realtà una sfida all’insegna della trasparenza. E poi lo ha messo in bella copia: «Buon pomeriggio, senatore - scrive Malvestio - mi dispiace disturbarla in questa domenica di Ferragosto. Ho pubblicato da tre ore un tweet in cui le chiedo un dibattito pubblico sulle dichiarazioni che Lei ha fatto su di me. Voglio informarla che per dichiarazioni assai più leggere ho già presentato due querele dando sempre la più ampia facoltà di prova. In una il rinviato a giudizio ha chiesto scusa per iscritto davanti al giudice pagando le spese e un risarcimento che ho devoluto alle famiglie povere del comune dell’imputato; nell’altra l’interessato - che aveva usato formule nebulose - dice che non parlava di me. Quindi in procura ho già mandato tutto io e - ripeto - concedendo, come concederò a lei, la più ampia facoltà di prova. Naturalmente lei è benvenuto se ha qualcosa da aggiungere per il lavoro delle procure. Nel frattempo, accetti il dibattito con me così evito di querelare anche lei. Resto in attesa di un suo cortese riscontro». L’auspicio è che il confronto avvenga prima delle elezioni regionali. Di sicuro il pubblico non si annoierebbe. • © RIPRODUZIONERISERVATA

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Violentataa15 anni denunciagli abusi Fermatitreminori L’episodioè avvenutolanottedi Ferragostoin spiaggiaaLignano TRIESTE

La quindicenne era arrivata a Lignano dalla provincia di Venezia con alcuni amici per trascorrervi il ferragosto. Proprio la notte del 15 sono andati in spiaggia, dunque, a piccoli gruppi. A un certo punto, però, un paio di ragazzi che erano con lei si sono allontanati, sembra per raggiungere altre amiche e la ragazzina è rimasta da sola. Sono tornati poco dopo ma l'hanno trovata disperata, in lacrime: poche battute e ha detto loro di aver subito violenza. Approfittando proprio del fatto che fosse sola, tre ragazzi l'hanno avvicinata e, due di loro, a turno, l'hanno violentata. Pochi minuti e poi sono fuggiti, disperdendosi nella affollata località di mare. Nell'arco di poche ore, tuttavia, gli agenti della Squadra mobile della Questura di Udine, diretti da Responsabile del trattamento dei dati (D. Lgs 196/03) è il Direttore Responsabile ISSN digitale/smartphone: 2499-0612 ISSN sito web: 2499-474X Certificato n. 8624 del 18/12/2018 Reg. Tribunale C.P. di Vicenza n.12 del 25.05.49

ControllideiCarabinieri ANSA

Massimiliano Ortolan, li hanno individuati e fermati per accertamenti. La ragazzina ha denunciato immediatamente alla polizia di aver subito gli abusi, quindi sono stati avviati gli esami di rito, tra i quali le analisi di natura medica che hanno confermato la violenza sessuale. La piccola sta bene ma è naturalmente molto scossa. • Stampato presso il Centro Stampa di Società Editrice Arena - Via Torricelli, 14 Caselle di Sommacampagna (Verona) La tiratura di sabato 15 agosto è stata di 39.097 copie


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PRIMO PIANO

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Coronavirus: i locali padovani

Disco, 500 lavoratori a rischio I gestori: è la fine di un settore Segato: servono subito sostegni economici. Massaggia: regole rispettate, gli assembramenti in piazza Felice Paduano / PADOVA

Alla fine è arrivata la mazzata. Il governo ha deciso la chiusura delle discoteche in tutta la penisola. In provincia di Padova i locali da ballo sono 30 quasi tutti iscritti al Silb, affiliato Appe. Gli addetti sono 500. Il fatturato annuale ammonta a 15 milioni di euro. In pratica 500 mila euro a locale. «A questo punto la situazione è ancora più disperata di prima», spiega il direttore dei Pubblici Esercizi, Filippo Segato, «Sono coinvolti non solo gli unici che erano aperti, ossia Villa Barbieri in area Zip e Villa Italia, ma anche tutti gli altri locali del settore, che sono attualmente chiusi perché non dotati di spazi all’aperto. Sono molto amareggiato perché le discoteche padovane stavano rispettando rigorosamente le direttive emanate da Luca Zaia, che aveva dimezzato gli spazi per balla-

re sotto le stelle e aveva istituito l’obbligo della mascherina. Servono sostegni economici, come, d’altronde sono stati concessi a tutti i tipi di aziende». Sempre Segato fa notare una contraddizione che è stata inserita, pochi giorni fa, in una direttiva emanata dalla Regione Veneto. «Si continua a bastonare duramente tutto il settore, mentre, nello stesso tempo, in Veneto, si elimina il distanziamento di un metro tra i clienti conviventi nei bar, nei ristoranti e, quindi, anche nei locali da ballo, anche se questi dovranno restare chiusi. I titolari dei locali non sanno più quali direttive seguire. Regna il caos». Prende posizione anche Andrea Massaggia, contitolare di Villa Barbieri, da decenni riferimento del settore con esperienze vissute anche a Jesolo ai tempi del mitico Renato Giacchetto. «Una scelta che non sta né in cielo e né in

Villa Barbieri di Padova in una serata durante l’emergenza coronavirus

terra», osserva Massaggia, contitolare del Q, ex cinema Quirinetta, «Perché si chiudono solo le discoteche e non anche gli altri spazi di divertimento all’aperto? Vuoi vedere che gli esperti pensano che sia la musica a favorire il contagio del virus? Poi, a livello locale, mi devono spiegare che differenza c’è tra la situazione che si è creata in piazza dei Signori, dove i giovani possono girare senza mascherina e sono appiccicati l’uno all’altro e quella che esisteva a Villa Barbieri dove i clienti dovevano indossare obbligatoriamente la mascherina e restare distanziati. Ogni sera abbiamo pagato dieci persone per vigilare sui giovani che ballavano all’aperto, a debita distanza, per evitare assembramenti. Nelle ultime due serate, abbiamo rispettato in pieno la direttiva regionale che ci ha dimezzato la capienza. Bastava continuare su questa direttiva visto che da noi non c’è stato nessun contagio». Duro anche il commento del presidente provinciale del Silb e titolare della discoteca Aquarius-Paradiso Latino, a Campodarsego. «Dopo questa decisione, ci avviciniamo a passo di bersagliere, verso la morte di tutto un settore, che, dove gestito bene, rendeva felici giovani e meno giovani», sottolinea Andrea Cavinato». — © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Stato Patrimoniale ATTIVO

euro 31-dic-2018

euro 31-dic-2019

Immobilizzazioni immateriali

198.870.226

146.072.882

20.947.443

39.023.525

103.323.543

83.443.254

Immobilizzazioni materiali Partecipazioni Crediti non correnti Attività per imposte anticipate

297.417

302.047

8.518.286

8.571.216

331.956.915

277.412.924

PASSIVO

euro 31-dic-2018

euro 31-dic-2019

Capitale sociale Riserve Utili (perdite) a nuovo Utile (perdita) d’esercizio

195.044.788 49.066.329 (294.938) 16.065.669

195.044.788 49.869.612 (1.028.715) (45.899.642)

PATRIMONIO NETTO

259.881.848

197.986.043

3.132.000 4.392.866 25.679.049 31.615.700

1.746.000 17.255.194 3.672.768 25.755.942 25.348.926

Crediti tributari

2.573.161

1.633.388

Debiti finanziari Debiti finanziari per diritti d’uso Fondi per rischi ed oneri TFR e altri fondi per il personale Passività per imposte differite

Altri crediti

4.188.727

4.305.085

PASSIVITA’ NON CORRENTI

64.819.615

73.778.830

Debiti finanziari correnti Debiti finanziari correnti per diritti d’uso Fondi per rischi ed oneri Debiti commerciali Debiti tributari Altri debiti

4.826.728 5.770.232 21.531.760 6.167.325 21.204.347

1.473.613 3.486.368 13.997.604 21.657.177 5.196.067 18.508.860

59.500.392 124.320.007 384.201.855

64.319.689 138.098.519 336.084.562

ATTIVITA’ NON CORRENTI Rimanenze Crediti commerciali

Disponibilità liquide e mezzi equivalenti

3.330.948

2.973.818

31.300.833

30.415.782

10.851.271

ATTIVITA’ CORRENTI TOTALE ATTIVO

19.343.565

52.244.940

58.671.638

384.201.855

336.084.562

Conto Economico

Ricavi Altri proventi operativi

euro

euro

Anno 2018

Anno 2019

252.186.849

229.678.756

PASSIVITA’ CORRENTI TOTALE PASSIVITA’ TOTALE PASSIVITA’ E PATRIMONIO NETTO

7.906.797

1.212.117

Costi per acquisti

(19.026.745)

(18.437.233)

Prospetto di dettaglio delle voci del bilancio di esercizio al 31 dicembre 2019

Costi per servizi

(120.917.729)

(101.220.142)

Pubblicato a norma dell’art. 1, comma 33, del D.L. 23 ottobre 1996 n. 545 convertito con legge 23 dicembre 1996 n. 650

Altri oneri operativi

(2.491.364)

(3.838.723)

Costi per il personale

(87.514.909)

(95.171.312)

Ammortamenti e svalutazioni

(2.560.698)

(58.426.820)

Risultato operativo

27.582.201

(46.203.357)

Proventi/(Oneri) finanziari netti

(8.170.223)

(21.465.147)

402.500

16.667.504

Risultato ante imposte

Dividendi

19.814.478

(51.001.000)

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RISULTATO NETTO

16.065.669

(45.899.642)

(Bilancio redatto in base ai Principi Contabili Internazionali IAS/IFRS ai sensi del D.Lgs. n. 38 del 28 febbraio 2005)

01 02 03 04 05 06 07 08 09

Vendita di copie Pubblicità Diretta Tramite concessionaria Ricavi da editoria on line Abbonamenti Pubblicità Ricavi da vendita di informazioni Ricavi da altra attività editoriale Totale voci 01+02+05+08+09

154.188.870 58.227.600 600.266 57.627.334 12.534.687 3.115.072 9.419.615 4.727.599 229.678.756


PROVINCIA

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monselice a guida leghista

La sindaca ha chiesto e ottenuto il bonus Per marzo e aprile 1200 euro, Bedin si difende: «Non ho lo stipendio di un parlamentare, ho un’attività da mandare avanti» città murata, leggi giugno 2019, percepisce 2.788,87 euro al mese, per un totale di 33.456 euro l’anno. L’entrata economica più rilevante per Bedin è quindi di amministratore comunale e non di avvocato con partita Iva, per la quale ha richiesto il bonus.

MONSELICE

«Sì, ho richiesto e ottenuto il bonus governativo. Non sono parlamentare, neanche consigliere regionale, non percepisco i loro stipendi. Ho un’attività professionale da tenere in piedi e da mandare avanti». Nessuna scusa e niente da nascondere, il sindaco di Monselice Giorgia Bedin ammette apertamente e senza difficoltà di aver richiesto ed ottenuto il bonus di 600 euro per i mesi di marzo e aprile. Continua la ricerca degli amministratori, parlamentari, consiglieri e politici che hanno richiesto il bonus varato dal Governo a sostegno dei lavoratori autonomi, per far fronte ai problemi economici causati dal lockdown della scorsa primavera. Tra i vari nomi saltati alla ribalta, si aggiunge anche quello del sindaco leghista Giorgia Bedin, di professione avvocato. MOTIVAZIONI

«Ho delle spese fisse da pagare per la mia attività e senza entrate per mesi, dovute al lockdown ovviamente, ho richiesto il bonus, come lo hanno fatto moltissimi altri avvocati e

omonimia a monselice

“Anima e Corpo” estranea alle accuse

POLITICA

Giorgia Bedin, leghista, è sindaca di Monselice da giugno 2019

colleghi», spiega il sindaco Bedin, interpellata mentre è in vacanza con la famiglia. Non ha voluto dare la colpa al commercialista e non ha sostenuto di aver fatto beneficenza, non si è scomposta e non ha cercato scuse: ha voluto spiegare in modo chiaro le motivazioni della richiesta. «Sono una libera professionista, c’è stato un calo a picco dell’attività e del fatturato, come molti altri avvocati dovevo salvaguardare la mia professione». Una laurea in legge nel 2004, l’esame di Stato nel 2006 che le permette dal 2011 di diven-

tare socia dello studio legale associato “Bedin-Mizzon” con sede a Monselice ed una lunga militanza nel partito della Lega di Salvini e Zaia. DICHIARAZIONE DEI REDDITI

La dichiarazione dei redditi del sindaco al 2018 e 2019 (riferiti cioè al 2017 e 2018) si aggira attorno ai 21-22 mila euro, dei quali 12.000 euro provenivano dalla sua carica di assessore comunale. Quindi come avvocato percepiva una media di 750 euro al mese, circa 9000 euro l’anno. Da quando è diventata sindaco della

Il sindaco però sostiene che la sua principale entrata economica non derivi dal suo impegno come sindaco: «Il mio lavoro non è la politica», spiega Bedin, «ma, specie durante l’emergenza sanitaria, la politica intesa come amministratore, ha assorbito tutto il mio tempo. Oltre alle mancate entrate dal mio lavoro di avvocato dovute al lockdown, ho dovuto affrontare una situazione politica e sanitaria critica che ha travolto Monselice», conclude il sindaco. Sia chiaro: la sua richiesta di bonus non infrange la legge, ma è una questione di opportunità politica a stridere. Quando hai garantiti dallo Stato 2.800 euro al mese è giusto sottrarre 1.200 euro a chi ne potrebbe avere più bisogno? — GIADA ZANDONÀ © RIPRODUZIONE RISERVATA

MONSELICE

Nessuna evasione fiscale viene contestata al centro di estetica “Anima e Corpo” in via Rovigana 7/2 a Monselice di Sabrina Zorzato e Nicola Bruscagin. Si tratta di un caso di omonimia con uno dei marchi usati dagli indagati nell’operazione della Finanza che sta conducendo indagini nei 15 centri estetici che fanno riferimento a Devis Fiocco, Giovanna Cremonese e Giuseppe Baretta. «Siamo un’azienda che lavora da molti anni nel settore dell’estetica e del benessere con ottimi risultati e ottima reputazione vista la fiducia che la nostra clientela ci dà affidandosi a noi da 15 anni», sottolinea Zorzato. —

IN BREVE Piove di Sacco Sette mesi ai domiciliari Dovrà scontare agli arresti domiciliari una pena di 7 mesi: i carabinieri hanno dato esecuzione all’ordine emesso dal Tribunale di Padova nei confronti di A.D., un pregiudicato di 45 anni, condannato per fatti avvenuti in città e risalenti al 2012. Sempre i carabinieri di Piove di Sacco hanno denunciato a piede libero S.P., una pregiudicata nullafacente di 59 anni residente a Ravenna ma con l’obbligo di soggiorno ad Agna: l’hanno sorpresa a Piove di Sacco.

Pozzonovo Oggi è convocato Il Consiglio comunale Si riunisce oggi alle 17.30 il consiglio comunale. Si discuterà del nuovo possibile impianto a biogas di via Valli.


LUNEDÌ 17 AGOSTO 2020 LA NUOVA

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MESTRE

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Verso le elezioni comunali la corsa per ca’ farsetti

Sette sfidanti per Brugnaro, una sola donna Baretta si affida a Sambo e alla coalizione Otto candidati sindaci al momento: c’è chi ha già reso note alcune liste a sostegno. Candidature in definizione per gli altri

Corsa al seggio. Sabato prossimo la chiusura dei termini per la presentazione delle liste. Panorama quasi definito, anche se mancano all’appello ancora alcune forze politiche. Al momento sono 9 le liste dei candidati rese note. Vediamole, con conferme e novità.

che punta sulla capolista, la consigliera uscente Monica Sambo. In caso di vittoria del centrosinistra potrebbe essere lei la vicesindaco di Baretta. In lista ci sono anche l’esperto Emanuele Rosteghin, il preside Rocco Fiano – nel 2015 candidato con la lista Casson – Barbara Zanon Paolo Ticozzi, Giovanna Marcato.

FUCSIA

LEGA

I “campioni in carica”, a caccia di conferme. La lista civica del sindaco Luigi Brugnaro era stata la vera sorpresa delle elezioni del 2015. Primo partito in città. Oggi il panorama è cambiato. Ma il sindaco uscente, che cerca la riconferma, sta lavorando per un’affermazione della sua civica. Dagli equilibri delle forze politiche che lo appoggiano potrà dipendere l’equilibrio – se vincerà – della prossima amministrazione. L’obiettivo è quello di vincere al primo turno. In caso di ballottaggio, il rischio aumenta. Molte le conferme nella lista “fucsia”. A cominciare dagli assessori Simone Venturini – capolista, il più votato nel 2015 – Mar, Boraso e De Martin. E i consiglieri Crovato, Pea, Rogliani, D’Anna e la presidente Ermelinda Damiano. Tra i nuovi arrivi, il presidente dell’associazione gondolieri Giorgio Reato, il preside Rosato.

La sfida, tutta interna alla coalizione che sostiene Brugnaro, è a chi arriverà primo. Il sindaco uscente scommette sui suoi “civici”, il partito di Salvini e Zaia punta sul giovane deputato Alex Bazzaro, capolista, e sui consiglieri uscenti Giovanni Giusto e Silvana Tosi. Con la Lega anche il segretario Ugl Sebastiano Costalonga e l’imprenditore Roberto Zamberlan.

Alberto Vitucci

PD

Il Pd scommette sull’esperienza del sottosegretario Pierpaolo Baretta, al governo nel ministero dell’Economia dal 2013. Tanti nomi nuovi in una lista

VENEZIA VERDE E PROGRESSISTA

I “rossoverdi” stavolta corrono al primo turno per sostenere il candidato sindaco del centrosinistra. La lista di Bettin, Mognato e Pettenò punta su nomi conosciuti come Gianluca Trabucco, Anna Messinis, vicepresidente della Municipalità, Paolo Perlasca del Wwf. Nuovo ingresso, il giornalista Giorgio Cecchetti. TUTTA LA CITTÀ INSIEME

La lista di Andrea Martini, presidente della Municipalità di Venezia uscito dal Pd, potrebbe essere una delle sorprese delle amministrative 2020. «Né con Brugnaro né con Baretta», il suo slogan, «hanno

I candidati sindaci che nelle elezioni del 20 e 21 settembre puntano a conquistare Ca’ Farsetti: in alto da sinistra Sara Visman, Pier Paolo Baretta, Luigi Brugnaro e Maurizio Callegari. In basso, da sinistra, Marco Gasparinetti, Giovanni Andrea Martini, Marco Sitran e Stefano Zecchi

programmi simili». Con Martini corrono l’architetto Pietro Mariutti, Franco Migliorini, Giorgio Leandro, Marco Rosa Salva, Martina Galuppo. TERRA E ACQUA 2020

Il gruppo 25 Aprile ha dato vita a una lista civica che punta a superare il RVPSVN del 3 per cento e a entrare in forze in Consiglio comunale. «Faremo opposizione, niente accordi», assicura il leader e candidato sindaco Marco Gasparinetti. Nella lista Dario Vianello, mo-

toscafista ed esponente ambientalista, i regatanti Rocco Rumonato e Elena Almansi, l’attore Roberto Bressanello, il generale dei carabinieri Ottavio Serena, consigliere uscente del Gruppo Misto fuoriuscito dalla lista fucsia. VENEZIA È TUA

Lista che punta a raggiungere il RVPSVN e sostiene il candidato Pierpaolo Baretta. I promotori sono Ugo Bergamo, i socialisti, i laici di Più Europa. Spicca tra i candidati il giovane Ti-

S’infiamma la sfida per le Municipalità

Solo uomini per Brugnaro e il centrosinistra si divide I SEI MUNICIPI

S

ei Municipalità da vincere al primo colpo, perché il turno è unico. Municipi svuotati, per volere dell’attuale sindaco, di poteri e funzioni nello scontro politico di questi 5 anni. Sono sei, tutti uomini i candidati alla presidenza delle Municipalità della coalizione di centrodestra che sostiene Brugnaro. La Lega ha indica-

to l’imprenditore del settore edilizio Raffaele Pasqualetto per la Municipalità di Mestre Carpenedo, mentre l’assessore Renato Boraso ricandida Marco Bellati per Favaro. Lido e Pellestrina vedono candidato il giornalista Emilio Guberto, storico volto (ora in pensione) dell’ufficio stampa del consiglio regionale, mentre l’ingegnere 31enne Lorenzo Pacagnella corre per Venezia Burano e Murano. Francesco Tagliapietra, vice-presi-

ziano Ballarin, ex consigliere di Municipalità. FRATELLI D’ITALIA

Il partito della Meloni è dato in crescita a livello nazionale, anche a scapito della Lega, In lista l’assessore ai Lavori pubblici Francesca Zaccariotto, Antonio Cavaliere e Alberto Giganti. VISMAN, SITRAN E I “SOLITARI”

Liste ancora in definizione per gli altri candidati. Il M5S punta sulla consigliera uscente Sa-

dente dell’Ascom di Venezia, consigliere di Assonautica, portavoce del Consorzio degli operatori di San Giuliano, si candida per Chirignago Zelarino, mentre il perito in chimica industriale Teodoro Marolo corre a Marghera. Il centrosinistra se vuole vincere si deve allargare ai civici e invece annaspa nel tentativo di trovare una unità che appare difficilissima. Dopo l’appello all’unità di Pier Paolo Baretta, è arrivato quello di Giovanni Andrea Martini, candidato sindaco di “Tutta la città insieme” che chiede dialogo vero con il resto del centrosinistra. Ma il Partito Democratico punta ad imporre i propri segretari: oltre a Danny Carella ricandidato per il Lido, propone il segreta-

ra Visman. Corre da solo il promotore del referendum per la separazione amministrativa Marco Sitran, candidato sindaco “autonomista”. Solo, candidato sindaco per il Partito dei veneti, è il professor Stefano Zecchi. Senza grandi aspettative si candida Maurizio Callegari della lista “Italia Giovane e solidale” di Igino Mascari, droghiere e presidente del comitato dei commercianti di Rialto. Vogliono rappresentare le partite Iva.— © RIPRODUZIONE RISERVATA

rio comunale Giorgio Dodi per Venezia e Marisa Gruarin, segretaria del circolo Pellicani, per Mestre. Marghera è del polo rossoverde con la riproposizione di Flavio Dal Corso. Per Zelarino si parla di Renzo Rivis, nome dell’associazionismo, o in alternativa di Maria Teresa Dini, oggi con Italia Viva di Renzi, e già nel passato presidente. Nomi diversi, interessanti per la storia delle persone chiamate in causa, sono arrivati da Martini : favorevole alla candidatura di Anna Forte (Amici del parco di San Giuliano) a Mestre oppure della attrice Ottavia Piccolo o di Roberto Ellero o ancora di Tiziana Plebani per Venezia. Ma i giochi non sono ancora chiusi. — MITIA CHIARIN


LUNEDÌ 17 AGOSTO 2020 LA NUOVA

PRIMO PIANO

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Coronavirus: il rischio sanitario nel Veneziano usl 4

Già 381 i test effettuati a San Donà e Portogruaro SAN DONÀ

privacy». Daniele Rampa è tornato sabato sera da oltre Adriatico: «La mia è stata una gita di pesca e non c’era la sensazione di presenza del virus. Mi sono messo qui in coda alle 7.10 e... fine». «Abbiamo scelto la Croazia perché cinque volte più economica delle località adriatiche di casa nostra», sottolineano invece Christina Federico e Salvatore Mongiovì di Marcon, «fare il tampone lo trovo giusto, se la legge è questa, lo si fa». Anche Maurizio Callegaro e Antonia Silvestri hanno scelto le coste croate, partendo da Marghera: «Siamo un po’ in apprensione, perché adesso ci vorranno due giorni per sapere l'esito dei tamponi, anche se troviamo assurdo che li facciano a quelli che tornano dall'estero e non a chi è a Jesolo, con tutti i contagi che ci sono stati. A saperlo prima, non saremmo comunque partiti». Dalla Spagna è invece rientrata Maria Rosa Gorchs, spagnola che vive a Mestre da tempo: «Ero a Barcellona, sono tornata venerdì. Ho scoperto di dover fare il tampone guardando la televisione. Forse avrebbero dovuto organizzare meglio le cose per intercettare subito le persone in aeroporto, ma comunque ho trovato ottima assistenza nel distretto sanitario». —

Tamponi a chi rientra dai paesi a rischio: il sistema approntato dall'Usl 4 del Veneto orientale è subito entrato in funzione e già sono stati effettuati molti test. In totale 146 i tamponi eseguiti ieri. Tra questi, 95 nell' ambulatorio di San Donà di Piave: 79 per il rientro dalla Croazia (Paese più gettonato in questo periodo), 11 per il rientro dalla Spagna e 5 eseguiti per vari altri motivi. Sono 51 quelli eseguiti, invece, nel ambulatorio di Portogruaro: 41 per il rientro dalla Croazia, 7 dalla Spagna e 1 da Malta. Due per altri motivi. I tamponi eseguiti a ferragosto erano stati 235, di cui 164 nel ambulatorio di San Donà e 71 in quello di Portogruaro. In circa tre giorni dovrebbero essere adesso disponibili gli esiti: nell’attesa, isolamento a casa. L'obiettivo è agevolare chi rientra da Spagna, Croazia, Repubblica di Malta e Grecia che sono considerati Paesi a rischio. E' dunque obbligatorio segnalare l'ingresso in Italia all'azienda sanitaria, che provvederà all’esecuzione del tampone. A Portogruaro l'ambulatorio è presso il distretto socio sanitario di via Zappetti 23 (ex Silos), dalle 7 alle 13 A San Donà, in via Girardi 23, dalle 7 alle 13. Il direttore generale dell'Usl 4, Carlo Bramezza, ha fortemente voluto questi ambulatori in sintonia con le linee dettate dalla Regione in tema di prevenzione e controllo del Covid-19. Finora non ci sono state lamentele sulla organizzazione dei tamponi che è stata piuttosto veloce, mentre i centralini dell’Usl e il numero di emergenza sono spesso intasati. L'Usl 4 prevede un aumento dei casi di contagio già per la fine di agosto, in coincidenza con il rientro dalle ferie. —

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GIOVANNI CAGNASSI

Tutti in coda all’ambulatorio di Favaro, per eseguire il tampone al ritorno dalle ferie trascorse in paesi considerati a rischio contagio Covid

Ferie, ritorno con tampone in due giorni 2.156 controlli Gran lavoro per gli ambulatori dell’Usl 3, un punto controllo anche all’Angelo I reduci dalla Croazia: «Perché siamo andati lì? Costa meno e non c’era pericolo» Simone Bianchi / MESTRE

Nel weekend di Ferragosto sono stati eseguiti 2.156 tamponi ai turisti di rientro da Spagna, Croazia, Malta e Grecia. Tra le 7 e le 13 di ieri, in tutta la Usl 3 Serenissima se ne sono contati 841: di cui 453 suddivisi nelle sedi di Mestre (127), Noale (143), Dolo (120), Chioggia (33) e Venezia (30), ai quali vanno aggiunti i 388 fatti in mattinata solo all’aeroporto Marco Polo di Tessera. Uno sforzo notevole, quello messo in campo dall'Usl 3, in un periodo oltretutto particolarmente delicato qual è Ferragosto, tanto che ieri è stato aperto un punto di controllo anche all'Ospedale dell'Angelo. In mattinata a decine si sono presentati nelle varie sedi già alle 7, ma a supporto del personale medico, all'esterno,

ha lavorato pure la Protezione civile, allestendo tende per garantire l'ombra a chi era in coda, e distribuendo bottigliette di acqua. I carabinieri hanno garantito sorveglianza per il rispetto delle misure di sicurezza, ma non c'è stato alcun problema. Le persone hanno atteso in coda con pazienza, e l'unico fastidio è stato l'atto del tampone che, per ovvi motivi, per qualcuno è stato un po’ doloroso. Al Distretto sanitario di Favaro la maggior parte delle persone proveniva da vacanze trascorse in Croazia. «Sono rientrato sabato sera alle 22, e abbiamo saputo via email della procedura da fare», spiega il mestrino Walter Piovesan, «prima di partire avevamo messo nel conto le due possibili settimane di quarantena, ma abbiamo scelto quella meta essendo più eco-

nomica». Vlad Sturz, cittadino moldavo che risiede a Oriago, aggiunge: «Seguiamo Zaia su Facebook e così abbiamo saputo cosa fare al rientro. Non ce lo aspettavamo, ma pazienza». Dall'Istria è tornato anche il mestrino Marco: «Sabato siamo arrivati al distretto alle 13.02 e non siamo potuti entrare, e ci abbiamo riprovato. All'estero sono tutti tranquilli, forse pure troppo. A parte complottismi vari, noi usavamo la mascherina e ci fermavano per sapere se eravamo malati». Edoardo Cavestro era invece a Rovigno fino alla scorsa settimana: «Ho saputo che era retroattiva la cosa e sono venuto a fare il tampone pur essendo rientrato già da nove giorni. Lì le discoteche erano chiuse, non c'erano assembramenti. Il servizio qui a Favaro ha funzionato bene, forse serviva solo un po’ più di

SALVATORE E CHRISTINA «SE LA LEGGE È QUESTA ALLORA È GIUSTO FARE I CONTROLLI»

Mobilitata anche la Protezione civile per allestire tende e garantire l’ombra Sorveglianza garantita dai carabinieri

FOTO PÒRCILE

cia, sono 12 le persone ricoverate in ospedale (una in meno rispetto al giorno prima). Si trovano a Dolo, in area non critica. Metà di questi, ancora, proviene dall’Antica scuola dei battuti. Infine, nonostante la recentissima previsione di tampone obbligatorio per chi arriva da Grecia, Spagna, Croazia e Malta (2.537, i test fatti nel week-end nei presidi delle Usl 3 e 4, compreso quello allestito all’aeroporto Marco Polo), diminuisce il numero di persone sottoposte a isolamento domiciliare preventivo. Erano 840 il giorno di Ferragosto, scesi ieri a 800, di cui solo sette con sintomi che potrebbero fare pensare all’infezione da Covid. —

il bollettino sanitario nel veneziano

Casa di riposo, ancora tensione giornata di tregua nei contagi MESTRE

È stata un giornata relativamente di tregua per il Covid, quella di ieri, nel Veneziano. Appena sette le nuove positività registrate in provincia, fino al totale di 235 casi attualmente attivi. Di questi, più di un terzo è concentrato nella casa di riposo Antica scuola dei Battuti, dove sono 70 i tamponi ancora positivi: 44 ospiti, di cui sei ricoverati

all’ospedale di Dolo, 25 operatori e una donna delle pulizie. Quattro, invece, le vittime tra gli anziani registratesi dall’accensione del nuovo focolaio, il 29 luglio. In giornata è atteso il quadro definitivo degli esiti del terzo giro di tamponi, tra gli ospiti e i dipendenti della struttura. Intanto continua la polemica a distanza tra i lavoratori della residenza Turazza e Fondazione Venezia. «Visto

che il presidente Favaretto sostiene che non manchi personale e che le istanze del sindacato siano prive di fondamento, non fate più rientri, anche se non c’è nessuno al cambio turno», l’indicazione di Paolo Dorigo di Cobas agli iscritti al sindacato, che venerdì avevano manifestato davanti alla sede della casa di riposo. Proseguendo con la fotografia della diffusione del contagio nella nostra provin-

L’ingresso dell’Antica Scuola dei Battuti a Mestre

LAURA BERLINGHIERI


20

Lunedì 17 ....Agosto 2020

La Voce

CAVARZERE

Cona, Pettorazza Grimani

www.lavocedirovigo.it, e-mail: provincia.ro@lavoce-nuova.it, Tel. 0425.200.282 Fax 0425.422584

RIPARTENZA La città metropolitana decide per il rinnovo della concessione a canone zero

Palestre gratis alle associazioni In molte sono in difficoltà, tra rimborsi per mancate attività e adeguamento alle nuove norme Sara Mantoan

CAVARZERE - Esenzione per società e associazioni sportive che usufruiscono delle palestre scolastiche della città metropolitana per tutto il 2020: le palestre assegnate in uso continuativo sono a Cavarzere, Venezia, Jesolo, Portogruaro, San Donà di Piave, Dolo, Mirano e Chioggia. La città metropolitana va in soccorso al mondo delle società e dell’associazionismo sportivo, con un decreto che sancisce l’esenzione dal pagamento delle tariffe d’uso delle palestre scolastiche per l’intero anno 2020, calcolando, come acconto 2021, l’eventuale importo già versato dalle associazioni sportive per l’anno 2020. Un decreto firmato dal sindaco metropolitano, assunto per consentire a tutte le attività sia sportive sia agonistiche che amatoriali assegnatarie, con uso continuativo, delle palestre metropolitane, il possibile riequilibrio economico-finanziario dei propri bilanci. La pandemia ha infatti costretto a delle restrizioni imposte dall’emergenza sanita-

n Periodo difficile per queste importanti realtà territoriali

Il sindaco Henri Tommasi La decisione, presa a livello di città metropolitana di Venezia, ha valore anche per il territorio comunale di Cavarzere ria ancora in vigore, sia nei luoghi pubblici che privati, con la sospensione di tutte le manifestazioni o eventi in luogo pubblico o privato, comprese quelle di carattere sportivo, nonché la sospensione delle sedute di allenamento degli atleti, professionisti o meno, all’interno de-

gli impianti sportivi di ogni tipo. La situazione eccezionale legata alla diffusione del Covid-19 ha di fatto sospeso ogni attività sportiva di tipo agonistico e di base all’interno delle palestre scolastiche di competenza della città metropolitana di Venezia,

assegnate in uso continuativo a società o associazioni sportive nei comuni di Venezia, Jesolo, Portogruaro, San Donà di Piave, Dolo, Mirano, Chioggia e Cavarzere. La chiusura delle palestre scolastiche ha comportato, oltre alla sospensione delle attività, il venir meno di

gran parte degli introiti delle società e associazioni sportive, mentre sono rimaste a loro carico le spese fisse legate a tasse, utenze e compensi per collaboratori sportivi. E le società stesse devono, peraltro, far fronte alle richieste di rimborso delle quote già versate dagli utenti per il

periodo di sospensione delle attività. Ecco il perché di questo decreto firmato dal sindaco metropolitano. L’attuale incertezza sulla ripresa delle attività implica e impone a società e associazioni la necessità di rimodulare la programmazione in vista della nuova stagione sportiva e l’applicazione delle normative costringe, comunque, le associazioni ad affrontare ulteriori spese per garantire le condizioni minime di sicurezza quali ad esempio le sanificazioni delle palestre e la riduzione del numero delle presenze all’interno. Per questo motivo, la città metropolitana rinnova, in via continuativa, l’utilizzo delle palestre scolastiche per l’anno sportivo a società ed associazioni, con sede nel territorio metropolitano. Il mancato introito relativo all’annualità 2020, stimato in 165mila euro, troverà copertura nei risparmi di spesa relativi alle utenze degli edifici scolastici contabilizzati nel periodo di lock-down grazie ad un’apposita variazione di bilancio. © RIPRODUZIONE RISERVATA

CORONAVIRUS Per chi rientra dai quattro Paesi a rischio

Ecco dove fare il tampone

Giuseppe Dal Ben direttore generale dell’Ulss 3

CAVARZERE - Ulss 3: il direttore generale Giuseppe Dal Ben spiega dove e come effettuare i tamponi per i rientri dall’estero; a Chioggia verranno eseguiti nella sede distrettuale. L’accesso sarà libero , e l’esito si potrà ricevere via mail, sms o attraverso l’applicazione per telefonino “Sanità a km zero”. “Tutti coloro che da oggi - cioè dal 15 agosto - rientrano da Spagna, Grecia, Malta e Croazia, e che devono effettuare gratuitamente il tampone come da ordinanza mi-

nisteriale e regionale, a partire da domani potranno rivolgersi tutti i giorni dalle ore 7 alle ore 13 ai seguenti siti aziendali predisposti dall'Ulss 3 Serenissima: per il distretto 1 Venezia centro storico: sede del distretto dell'ex ospedale Giustinian, Dorsoduro 1454; per il distretto 2 Venezia Terraferma: sede del distretto di Favaro Veneto, via Triestina 46/M; per il distretto 3 Dolo Mirano: presidio di Noale, piazzale della Bastia 3; per il distretto 4 Chioggia: sede distrettuale, accesso da via Marco

SAN GIUSEPPE Parrocchia

Doppio dono CAVARZERE - Due regali alla parrocchia di San Giuseppe, da parte di due famiglie: una statua ritraente la Madonna e un crocifisso in ferro, posizionati nel giardino parrocchiale. In occasione della festa di Maria Assunta in cielo due sono stati infatti gli omaggi dalle famiglie alla parrocchia di San Giuseppe di Cavarzere: posizionata da ieri nel giardino del nuovo centro parrocchiale di San Giuseppe, una statua della Madonna, donata da una famiglia residente nella frazione di San Giuseppe. I parrocchiani hanno ringraziato anche una seconda famiglia della stessa frazione, che ha voluto donare un crocifisso in ferro installato nello stesso giardino parrocchiale. “Grazie di cuore da tutta la parrocchia. Grazie per questi doni, frutto dell'amore per Maria”. S. M. © RIPRODUZIONE RISERVATA

La statua della Madonna donata da una famiglia alla parrocchia

Polo; ospedale di Dolo”. Infatti, solo nella giornata di sabato 15 i tamponi effettuati su persone provenienti da Croazia, Spagna, Grecia, e Malta erano quasi 6.300. Una importante comunicazione, ribadita anche dal presidente della regione Luca Zaia, che elenca: “Nel territorio dell’Ulss 3 a Noale 280 I tamponi effettuati, a Mestre 210, Venezia 80, Chioggia 30, Dolo 120, e all’aeroporto Marco Polo di Tessera alle 13 erano già stati effettuati 200 tamponi”. “L'accesso alle postazioni è libero, - conclude Dal Ben - non necessita prenotazioni, né di prescrizioni da parte del medico di medicina generale o del pediatra di libera scelta. Al momento dell’accesso sarà sufficiente presentarsi in una di queste postazioni sottoscrivendo un’autodichiarazione che accerti il fatto di essere rientrati da Spagna, Grecia, Malta o Croazia. Si può scegliere di ricevere l’esito via mail, sms, nel proprio fascicolo sanitario elettronico o attraverso l’applicazione per telefonino “Sanità a km zero”. In attesa del tampone e del suo esito i cittadini devono rimanere nel proprio domicilio. Questo proprio al fine di garantire l’isolamento alle persone che, rientrando da paesi giudicati a rischio, non siano ancora state esaminate col tampone. S. M. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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