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4
ATTUALITÀ
LUNEDÌ 10 AGOSTO 2020 CORRIERE DELLE ALPI
I nodi del governo
Aiuti al Mezzogiorno, i dubbi delle imprese Lega e Forza Italia: «Una misura elettorale». Riserve anche nel Pd. Critiche agli sconti del 30% sui contributi per i lavoratori Amedeo La Mattina / ROMA
Il decreto Agosto di 25 miliardi come al solito non accontenta nessuno e fa venire a galla le vecchie divisioni tra Nord e Sud. Confindustria esprime un giudizio poco lusinghiero sull’intera manovra perché si aspettava misure e risorse tutte centrate sul lato dell’offerta, ovvero risorse dirette agli imprenditori e meno incentivi a pioggia che dovrebbero spingere comunque la domanda dei consumatori. Ma quello che più ha sconcertato viale dell’Astronomia è la fiscalità di vantaggio che dovrebbe favorire le imprese del meridione con il taglio del 30% dei contributi per tutti i lavoratori già assunti e i neo assunti. I MOLTI DUBBI
Una critica esplicita non c’è stata, perché potrebbero risentirsi le associazioni confindustriali del Mezzogiorno visto che la nuova presidenza nazionale è a trazione ipernordista. Allora meglio criticare in generale e lo stesso atteggiamento lo si nota nei partiti. A parte quelli della maggioranza che esaltano come è ovvio il decreto Agosto, anche l’opposizione non gira tanto il coltello nella piaga, non critica quel segnale forte che da Palazzo Chigi e dal ministero dell’Economia è arrivato per il Sud. Forza Italia e Fratelli d’Italia hanno il loro core bussiness elettorale da Roma in giù e quindi va bene la fiscalità di vantaggio se dovesse aiutare gli elettori di quelle Regioni. Qualche voce fuori dal coro che le cose le dice tutte però c’è. Ad esempio il responsabile economico di FI Renato Brunetta, quando parla di bonus elettorali, si riferisce alle misure che alla fine aiuteranno più i meridionali. «Essendo un’operazione elettorale - spiega Brunetta
LA FOTOGRAFIA DEL PAESE Previsioni per alcune variabili macroeconomiche. Dati in % Mezzogiorno 2019
Centro-Nord 2019
Miliardi di euro 0,1
-8,2
2,3
0,3
-9,6
5,4
0,3
-9,3
4,6
Italia
75,3
26,1
Consumi totali
0,2
-5,9
2,5
0,4
-7,9
4,2
0,3
-7,4
3,7
Centro-Nord
54,2
18,9
Consumi delle famiglie sul territorio
0,4
-9,1
2,8
0,6
-10,5
5,1
0,5
-10,1
4,4
Mezzogiorno
21,1
7,2
-0,4
1,9
1,9
-0,3
1,7
1,3
-0,3
1,8
1,5
% del totale Italia
100
100
2,5
-3,3
3,5
0,6
-4,1
6,6
1,1
-3,9
5,8
Centro-Nord
72,0
72,6
Mezzogiorno
28,0
27,4
Pro capite Italia
1.232
427
Spesa delle Amm. pubbliche Reddito disponibile fam. consumatrici Esportazione di beni
1,1
-15,6
9,5
2,9
-13,7
7,5
2,6
-13,9
7,6
Investimenti Totali
1,5
-13,0
3,6
1,4
-14,8
6,8
1,4
-14,3
6,0
In macchine, attrezzature, mezzi di trasporto
0,9
-10,7
3,1
0,4
-18,1
7,5
0,4
-15,5
6,1
Centro-Nord
1.344
470
In costruzioni
1,9 -14,4
3,9
2,9 -10,0
6,0
2,6
-11,4
5,3
Mezzogiorno
1.015
345
Contributo % alla crescita del Pil Italia
2,2
0,7
Variazioni dell’occupazione
In percentuale In migliaia
Mezzogiorno 2019 0,2 -6,1 1,3 10
-380
75
Centro-Nord 2019 0,8 -3,5 2,5 135 -601 414
tefano Bonaccini, governatore dell’Emilia Romagna, “presidente dei presidenti” di Regione, è anche il capofila informale della sinistra che guarda
S
ITALIA 2019 0,6
-4,2
2,2
Centro-Nord
2,1
0,7
145
-981
490
Mezzogiorno
2,8
0,9
Fonte: Elaborazioni Svimez, dati Istat
- è chiaro che il governo e questa maggioranza si rivolgono maggiormente a certe Regioni del Sud. È sotto gli occhi di tutti. Del resto ci sono le elezioni il 20 settembre». IL LEADER DELLA LEGA
Matteo Salvini non può sbilanciarsi più di tanto con la sua Lega nazionale che ha buttato alle ortiche la Lega Nord e ora si presenta sullo Stretto di Messina con un suo candidato sindaco a Reggio Calabria. Chi invece in casa Carroccio non ha peli sulla lingua solo i leghisti
Roberto Calderoli e Paolo Grimoldi che hanno sentito Confindustria in Lombardia, Veneto, Emilia, Piemonte. Ovvero le Regioni più colpite dal Covid. «Stanno manifestando - dice Grimoldi - il loro comprensibile malcontento per le scelte operate dal Governo. Oggi gli industriali settentrionali parlano di razzismo verso le imprese del Nord. Nel Decreto Agosto per le imprese del Nord non c’è nulla. Non aiutare il Nord colpito dal Covid per distribuire soldi nel Mezzogiorno, magari per agevolare la campagna
Bonaccini: «Bene sostenere il Sud Ma Conte non dimentichi il Nord»
Fabio Martini
ITALIA 2019
Pil
Il governatore emiliano: «Sgravi e bonus utili solo nel breve periodo Non c’è rilancio senza gli investimenti nelle regioni più produttive»
L’INTERVISTA
Ripartizione territoriale dell’effetto complessivo delle manovre anti-covid Quadro generale
al Nord e all’imprenditoria diffusa come parti di una coalizione sociale che sia capace di rimettere in piedi il Paese e in questa intervista rilancia con nuovi argomenti: bene ogni strategia che serva ad accorciare le distanze tra Nord e Sud, ma attenzione «l’Italia ha bisogno di investimenti e di politica industriale», per-
ché «gli sgravi, come i sussidi, senza investimenti sono un pieno di benzina per fare un po’di chilometri, ma poi l’auto torna a fermarsi» e dunque «se si spegne il motore di manifattura ed export l’Italia tutta precipita» e «una strategia di ripartenza che non tenesse conto di questo sarebbe fallimentare».
elettorale in Campania e Puglia?, significa non guardare alla ripresa del Paese e penalizzare le regioni più produttive e paradossalmente le più colpite dal Covid». Calderoli non capisce perché non è stata creata una grande zona economica speciale anche nelle Regioni maggiormente colpite dal Covid, in particolare le province di Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi e Piacenza. «Questi territori lombardi, emiliani, ma anche piemontesi o veneti, hanno subito qualcosa di impensabile in termini di perdite di
vite umane e di conseguente contraccolpo economico e produttivo, per questo meritano aiuti particolari e agevolati». I malumori ci sono sottotraccia tra gli esponenti del Pd del nord. È venuto fuori solo l’ex segretario del Pd Maurizio Martina che vorrebbe eliminare «ogni sentimento anti-settentrionale come serve farlo per qualsiasi logica anti-meridionalista». Confindustria ufficialmente non parla ma la sua base sì, anche quella che dovrebbe essere più vicina al-
Il decreto Agosto integra l’imponente erogazione di finanziamenti e di norme a sostegno di segmenti sociali in corso da mesi: a un primo consuntivo pensa che per il “sistema-Nord” si potesse fare di più? «L’Italia ha bisogno di investimenti. Il problema è creare lavoro, sostenendo filiere strategiche d’impresa. Se non agiamo sui fattori di produttività di sistema non può esserci sviluppo. Occorre un grande piano per sanità e scuola pubblica, transizione ecologica, digitalizzazione del Paese, per la messa in sicurezza del territorio e l’efficienza del patrimonio. Nel Nord si concentra buona parte della forza produttiva del Paese, con capacità di innovazione e ricerca fra
le principali al mondo. Per questo è impossibile ripartire senza ascoltare questi comparti. Abbiamo un’occasione storica: disegnare l’Italia del futuro potendo investire somme mai viste prima, grazie al grande successo del Presidente Conte e del governo». C’è un Nord che esporta e uno che lavora per il mercato interno, ma entrambi avrebbero bisogno di infrastrutture: la cultura dei Cinque stelle non è un serio handicap? «Dire no per ragioni ideologiche alle infrastrutture significherebbe condannare il nostro Paese a un ritardo che rischia di diventare incolmabile rispetto agli altri paesi. L’Italia ha bisogno di investire su scuole e ospedali, su strade,
la sinistra. Molto critico ad esempio ex deputato del Pd Massimo Calearo, imprenditore vicentino, presidente di Calearo Antenne, circa 600 dipendenti: «Dovrebbe essere una questione italiana e non solo del Sud, non credo sia una grande idea. Continuiamo a dare soldi a pioggia - insiste Calearo - e invece andrebbe analizzato ogni singolo caso. È una situazione complessa che dovrebbe essere analizzata da esperti e non da dilettanti allo sbaraglio». — (HacollaboratoClaudiaLuise) © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Primo Piano
Lunedì 10 Agosto 2020 www.gazzettino.it
La bufera in Veneto VERSO LE ELEZIONI VENEZIA «Luca Zaia è furioso, ha già avviato un’indagine interna». L’indiscrezione è arrivata in serata da persone vicine al presidente della Regione del Veneto dopo che ieri si è diffusa la notizia che tra i duemila amministratori regionali di tutta Italia coinvolti nello scandalo dei “furbetti” del bonus per le partite Iva, ci sarebbero anche consiglieri regionali veneti della Lega. Una, due persone, forse addirittura tre. Amministratori che prendono circa 8mila euro netti al mese dalla Regione Veneto e che avrebbero pure incassato il bonus da 600 euro mensili, poi elevato a 1000, previsto dai decreti Cura Italia e Rilancio per sostenere il reddito di autonomi e partite Iva in difficoltà durante la crisi del coronavirus. E mentre le chat interne al partito ribollivano di messaggi, riportando la decisione di Zaia di escludere dalle liste chi avrebbe incassato i soldi dall’Inps, a uscire allo scoperto è stato in serata il deputato e segretario della Liga Veneta Lorenzo Fontana: «Al momento non abbiamo alcun riscontro - ha detto Fontana -, ma se dovesse emergere che eletti hanno fatto richiesta all’Inps del bonus da 600 euro al mese per le partite Iva, quei nomi non finiranno tra i candidati nelle liste della Lega in Veneto e verranno immediatamente sospesi dal movimento».
I SOSPETTI E pensare che per tutto il giorno l’attenzione si era focalizzata sui parlamentari. Si sapeva di cinque deputati a livello nazionale, di cui tre della Lega, 1 del M5s e 1 di Italia Viva, che avevano chiesto all’Inps il bonus. E tra i parlamentari leghisti, nel pomeriggio si era
«Chi ha chiesto i soldi non sarà ricandidato» Panico tra i consiglieri regionali uscenti `Il segretario Fontana: «Per ora nessun Zaia ha già avviato una indagine interna riscontro, se accertato subito sospensione»
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dalo del bonus per le partite Iva, le liste per le Regionali in Veneto erano praticamente pronte. Tanto che ai 165 candidati era stata data indicazione di tenersi liberi per oggi pomeriggio a una latitudine tenuta top secret (ma gli indizi portavano al K3 a Treviso o alla sede del partito a Noventa Padovana) per firmare l’accettazione della candidatura. Tutti i tasselli del puzzle erano stati infatti sistemati e i problemi, volenti o nolenti, risolti. Nel senso che aveva vinto Matteo Salvini: il segretario della Lega, evidentemente temendo non solo lo scontato sorpasso da parte della Lista Zaia Presidente come già successo nel 2015, ma anche quello più difficile da digerire da parte di Fratelli d’Italia, aveva preteso che gli assessori uscenti corressero tutti nella lista del partito. Non in quel-
sparsa la voce che potesse esserci anche un veneto. Unico indizio: un deputato con partita Iva, quindi non un dipendente ma un professionista. Solo che in Veneto, che è la terra delle partite Iva, equivale a cercare un ago nel pagliaio. Sono circolati nomi, ci sono state smentite, qualcuno ha richiamato dalla spiaggia il commercialista ventilando la possibilità che le pratiche di contributo possano procedere in automatico, all’insaputa degli interessati. Senonché, in serata, l’attenzione si è spostata sui consiglieri regionali uscenti perché a prendere il bonus in tutta Italia sarebbero duemila tra assessori regionali, consiglieri, sindaci, addirittura governatori. E da quel che è trapelato, in Veneto ci sarebbero un paio di leghisti di Palazzo Ferro Fini che avrebbero usufruito del bonus. A questo punto, le liste elettorali che erano di fatto pronte rischiano di saltare per aria: Zaia ha già detto ai suoi che chi ha preso il bonus non sarà ricandidato, Fontana ha confermato e aggiunto pure la sanzione della sospensione dal partito.
LE CASELLE Prima che scoppiasse lo scan-
DETERMINATI Lorenzo Fontana e Luca Zaia (Foto FACEBOOK)
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LE LISTE ERANO PRONTE: TUTTI GLI ASSESSORI DOVEVANO “TRASLOCARE” NEL CARROCCIO
la del governatore. E questo anche se le indicazioni iniziali erano state diverse: consiglieri e assessori si aspettavano infatti di finire nella stessa lista di cinque anni fa. Ma il ragionamento di Salvini, con Zaia a quanto pare concorde o comunque non ostile, è stato: siete stati gratificati con un incarico in giunta? bene, adesso galoppate per il partito. Dunque in Lista Lega tutti gli assessori uscenti. A Belluno trasloco per Gianpaolo Bottacin (e a questo punto toccherà a Franco Gidoni, consigliere regionale uscente, decidere se passare dalla lista della Lega a quella di Zaia; ma il problema è tutto sommato ininfluente perché se Bottacin sarà riconfermato assessore dovrà in base alle nuove norme dimettersi da consigliere). Il vero ingorgo invece sarebbe a Vicenza dove nel 2015 Nicola Finco, poi divenuto capogruppo del Carroccio oltre che vicesegretario nathional, in Lista Zaia aveva preso 6.619 preferenze e Manuela Lanzarin sempre in Lista Zaia 4.865; con il trasloco in Lista Lega dovrebbero vedersela con il presidente del consiglio regionale Roberto Ciambetti (7.161 voti personali nel 2015) La soluzione: Ciambetti in Lista Zaia. In Lista Lega anche gli assessori esterni, sia quelli che non avevano corso nel 2015, come il trevigiano Federico Caner, che quelli che non ce l’avevano fatta: il padovano Giuseppe Pan, Cristiano Corazzari a Rovigo, la veronese Erika De Berti. Nessun problema per il padovano Roberto Marcato e il veneziano Gianluca Forcolin, già in Lista Lega nel 2015. Quanto alla terza lista, dovrebbe chiamarsi Veneto Autonomia e avere nel simbolo il Leone di San Marco. Ma a complicare le cose adesso c’è il bonus dell’Inps. Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Nordest
DA ROMA 20 MILIONI PER L’ARSENALE DI VENEZIA Nel piano varato dal ministro alla Cultura Dario Franceschini uno stanziamento di 20 milioni per l’Arsenale di Venezia: saranno ampliati gli spazi della Biennale Lunedì 10 Agosto 2020 www.gazzettino.it
Caserma Serena, accuse incrociate Polemiche dopo l’apertura dell’inchiesta sul focolaio L’Uls 2 alla coop: «Non avete seguito le regole basilari» `
IL DIRETTORE DELL’ULSS
IL CASO TREVISO Accuse e polemiche si sprecano. Da una parte Francesco Benazzi, direttore generale dell’Usl 2, dall’altra Gianlorenzo Marinese, presidente della Nova Facility, società che ha in gestione il centro accoglienza realizzato nell’ex caserma Serena al confine tra Treviso e Casier. Quella dove, in queste ore, sono rinchiusi 233 richiedenti asilo e 11 operatori risultati positivi al tampone per il Covid. Un focolaio inatteso, inaspettato che ha spinto il procuratore trevigiano Michele Dalla Costa ad aprire un fascicolo per capire come, nonostante i controlli, il virus si sia potuto diffondere in maniera così massiccia. Per l’Usl la spiegazione è molto semplice: dentro la struttura non sono state seguite regole basilari come il distanziamento sociale e l’uso della mascherina. E non è stata fatta una netta separazione tra positivi e negativi. Dice Benazzi: « Noi, dopo aver fatto i tamponi, abbiamo detto esattamente cosa fare e come comportarsi all’interno dell’ex caserma. Lo abbiamo anche scritto, è tutto documentato e siamo pronti a fornire tutto il materiale al magistrato. In realtà il problema è di chi avrebbe dovuto far applicare le regole. Se il gestore non era in grado di farlo, doveva dirlo e passare la caserma ad altri. Doveva fare un passo indietro».
Si difende la Nova Facility: «Certi di aver agito in modo corretto, forniremo la documentazione che lo prova» `
IL GESTORE DEL CENTRO
NON ERA POSSIBILE TRASFERIRE ALTROVE 130 POSITIVI: DOVE? IN CHE STRUTTURA? LA GESTIONE ANDAVA FATTA IN LOCO
ABBIAMO SEGNALATO SUBITO I FACINOROSI CHIEDENDONE L’ALLONTANAMENTO SENZA OTTENERE ALCUN RISULTATO
ULS 2 Francesco Benazzi, direttore generale
NOVA FACILITY Il presidente Gianlorenzo Marinese
giornali, ma sono pronto a fornire agli inquirenti tutta la documentazione utile per accertare come la società abbia agito correttamente». Ai magistrati probabilmente dirà anche di quel gruppo di facinorosi, di capipolo, dieci in tutto, che ha alimentato tensioni tra i richiedenti asilo rendendo di fatto impossibile non solo applicare le norme di prevenzione ma anche la netta separazione tra positivi e negativi. Personaggi che la Nova Facility ha segnalato chiedendone l’allontanamento, senza però ottenere alcun risultato.
LA RICOSTRUZIONE Intanto una certa tensione serpeggia anche in questura. L’agente che sabato scorso ha arrestato il richiedente asilo andato in escandescenza e poi risultato positivo dopo un controllo fatto in carcere, è a sua volta positivo. Adesso si trova in isolamento volontario. I due colleghi che lo hanno assistito hanno fatto per due volte il test: una volta sono risultati positivi e una volta negativi. Oggi faranno un terzo test per capire se hanno contratto il virus o meno. E si stanno anche ricostruendo i loro contatti, probabilmente un tampone varrà fatto anche agli agenti del turno successivo che da loro hanno ricevuto le consegne. Paolo Calia
LE INDICAZIONI Benazzi, oltre ad accogliere
LA DIFESA La replica di Marinese è pacata, ma ferma. Da giorni ribadisce che ha fatto tutto quello che poteva e doveva: «Siamo assolutamente certi di aver agito in maniera corretta - ribadisce ho appreso dell’iniziativa della magistratura dalla lettura dei
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I contagiati (migranti e operatori) nell’ex caserma di Treviso
TREVISO Test medici a un immigrato ospite dell’ex caserma Serena
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Addio a Cupoli, Dc di lungo corso manager tra Autostrada e Carive IL PERSONAGGIO VENEZIA Diciassette anni fa, proprio di questi tempi, era stato scarcerato. E al cronista che gli chiedeva com’era stata la permanenza a Santa Maria Maggiore, oltre a professare la propria innocenza, aveva dato una risposta per certi versi inattesa: «Ho sempre pregato, ho consumato la corona del rosario». E aveva sorriso guardando i palloncini colorati che i colleghi di lavoro gli avevano fatto trovare in ufficio accanto a uno striscione con la scritta “Bentornato tra noi”. Era il 5 agosto 1993. Diciassette anni dopo, Carlo Cupoli si è arreso a un male che non dà scampo. Potentissimo esponente della corrente dorotea della Democrazia cristiana, Cupoli ha segnato la vita politica veneziana e veneta per un
buon quarto di secolo.
CHI ERA Carlo Cupoli aveva 79 anni – era nato il 6 febbraio 1941 - ed era gravemente ammalato da cinque. È morto nella casa in cui viveva, in località Crea, una frazione di Spinea, in provincia di Venezia, poco dopo la mezzanotte del 9 agosto, amorevolmente assistito dalla moglie Ugolina e dai figli Andrea e Stefania. Commercialista e consulente del lavoro, negli anni ‘70 era diventato prima consigliere comunale e poi vicesindaco a Spinea nella Giunta guidata da Ettore Bonas. Da lì in poi una carriera divisa tra la politica e la professione. La politica lo aveva nominato presidente della Società autostradale Venezia-Padova e poi vicepresidente della Cassa di risparmio di Venezia, mentre la
con favore le mosse della Procura, replica a chi lo accusa di non aver trasferito altrove i positivi: «Qualcuno insiste ancora, ma ripeto che non era possibile prendere 130 o più persone positive, caricarle su una corriera, e trasferirle in un altro posto. Dove? In che struttura? Impossibile. La gestione doveva essere fatta in loco, ma non è stata fatta. Fortunatamente i positivi sono tutti asintomatici, destinati quindi a diventare negativi. Applicare le norme di prevenzione avrebbe ridotto rischi e problemi». Sarà la Procura adesso a fare chiarezza. Al momento non c’è un reato ipotizzato, si sta solo procedendo alla raccolta degli atti e dei documenti. L’ipotesi è che, se il pm incaricato dovesse riscontrare qualcosa che non va, uno dei reati possibili potrebbe essere quello di “epidemia colposa”. Ma sono solo supposizioni in attesa che gli elementi concreti emergano dalla lettura degli atti.
passione per la vita del suo paese lo aveva portato ad occuparsi soprattutto di urbanistica ed edilizia.
GLI INCARICHI Gli incarichi acquisiti in nome e per conto della Democrazia cristiana gli avevano procurato anche più di un guaio giudiziario. Arrestato due volte all’inizio degli anni ‘90, in piena èra Tangentopoli, era stato inquisito per una mazzetta relativa ai lavori di ristrutturazione dell’ospedale di Mirano e poi per un’altra tangente di 270 milioni di lire relativa all’illuminazione della bretella dell’aeroporto di Tessera per la quale era finito sotto processo anche l’ex ministro Gianni De Michelis. Alla fine aveva chiuso i conti con la giustizia con due patteggiamenti, mentre era stato assolto per un’altra vicenda, de-
79 ANNI Carlo Cupoli è morto l’altra notte. Era malato da cinque anni. I funerali mercoledì in forma privata
cisamente minore, che riguardava la Cassa di risparmio di Venezia. Legato prima all’ex ministro democristiano della Sanità, Costante Degan e poi stretto collaboratore proprio negli anni degli arresti all’onorevole Piergiovanni Malvestio, Carlo Cupoli
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L’ARRESTO AI TEMPI DI TANGENTOPOLI «IN CARCERE HO CONSUMATO IL ROSARIO»
aveva come allievi due politici di razza come Sante Perticaro e Claudio Tessari. Cupoli sempre rimasto indissolubilmente legato alla sua Spinea e non aveva voluto spiccare il volo verso Roma o verso la Regione diventando deputato o consigliere regionale, come avrebbe potuto. A Spinea aveva dunque continuato a lavorare e a fare politica, mentre crescevano la sua agenzia immobiliare e il suo studio di commercialista. Sono rimaste nella storia le sue battaglie urbanistiche che negli anni ‘80 e ‘90 hanno portato Spinea ad essere una cittadina che non aveva più nulla da invidiare alla vicina Mestre degli anni ‘60. I familiari ricordano la sua generosità, che si era spinta ad occuparsi della squadra di basket femminile Pepper Spinea, portandola in serie A. I funerali si svolgeranno in forma strettamente privata mercoledì 12 agosto, alle ore 10, nella chiesa parrocchiale di Crea. (m.d. - al.va.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Primo Piano
Lunedì 10 Agosto 2020 www.gazzettino.it
Il futuro di Venezia
SGUARDO SULLA LAGUNA Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte osserva le prove di innalzamento delle paratoie del Mose in una foto del 10 luglio scorso
Autorità, Brugnaro punta sull’asse con la Regione Il sindaco sta studiando con attenzione il decreto `L’intenzione è quella di confrontarsi con Zaia del governo che vara la nuova regia per la laguna prima di proporre le osservazioni del Comune
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IL CAMBIO DI PASSO VENEZIA Nessun commento ufficiale, per ora. In attesa di capire cosa cambierà e di valutare quel cambiamento assieme alla Regione. Da Ca’ Farsetti, a due giorni di distanza dal varo (salvo intese) del decreto Agosto che, in buona sostanza, decreta la fine dell’esperienza del Consorzio Venezia Nuova sul Mose, passando la gestione dell’intero ecosistema veneziano all’Autorità per la laguna, non sono ancora arrivate posizioni ufficiali. Registrato lo sfogo via social dell’assessore comunale alla Coesione sociale, Simone Venturini («Siamo ancora commissariati da Roma» e «A Venezia solo le briciole degli investimen-
ti») il sindaco Luigi Brugnaro continua a studiare le carte. Una lettura attenta e dettagliata - fanno sapere dal Comune - di quello che è definito «un tema delicato per la città» sul quale, poi, confrontarsi direttamente con la Regione Veneto per fare le proprie e necessarie osservazioni. Insomma, prima si attende la pubblicazione del testo del decreto Agosto in Gazzetta Ufficiale (e dovrebbe essere questione di giorni). Solo dopo, con il testo che non potrà più essere modificato, il Comune farà sentire la propria voce, soprattutto per quanto riguarda la decisione di dare in capo ad un’ente nazionale la gestione del Mose. Mentre per quanto riguarda il gettito dei soldi per gli enti locali, da Ca’
Ambiente Nasce il Centro sui cambiamenti climatici entro 90 giorni la nomina di tre esperti VENEZIA Con lo stesso decreto attraverso il quale il Governo ha istituito l’Autorità per la laguna e la gestione del Mose, unificando tutte le competenze sull’ecosistema veneziano, è stato varato anche il Centro internazionale di studi sui cambiamenti climatici. L’iter prevede la nomina, entro tre mesi, di un comitato di tre esperti che avrà il compito di predisporre lo statuto e il progetto scientifico dell’istituzione, la cui nascita era già stata
indicata nell’ultima Legge di Bilancio del Governo. «Il Centro porterà a Venezia le esperienze più avanzate - ha commentato il deputato Pd Nicola Pellicani - con il compito di sperimentare politiche per risolvere i problemi dell’ambiente». Il Centro studi avrà sede a Venezia e agirà con il coinvolgimento di istituzioni pubbliche, Unione Europea in primis, ma anche private. N. Mun. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Farsetti ci tengono a precisare come lo stesso premier, in una videoconferenza con i sindaci delle Città metropolitane, avesse promesso la concessione di 2,7 miliardi.
COME FUNZIONERA’ Se da un lato l’Autorità per la laguna avrà impianto nazionale, più volte è stato sottolineato dagli stessi esponenti del Governo come la sede operativa sia stata pensata a Venezia e, soprattutto, come Comune, Città metropolitana e Regione Veneto recitino un ruolo chiave nella stanza dei bottoni, quella chiamata a decidere se, come e quando sollevare le paratoie del Mose. L’idea è che già nella prossima stagione di acque alte, e in caso di un’emergenza simi-
le a quella del 12 novembre, sia proprio l’Autorità - e non altri organi - a far entrare in funzione il sistema di dighe mobili. Lo si legge tra le righe dello stesso capitolo del decreto Agosto: parlando del ruolo del futuro commissario per la liquidazione del Consorzio Venezia Nuova, che verrà nominato entro trenta giorni dall’entrata in vigore del decreto, al punto 18 il Governo scrive che «la nomina del commissario liquidatore comporta la decadenza di tutti gli organi, anche straordinari, del Consorzio Venezia Nuova e della Costruzioni Mose Arsenale-Comar, di cui il predetto commissario liquidatore assume i relativi poteri, funzioni ed obblighi». Insomma, nonostante il periodo di convivenza, sarà quella la data di cessazione del Cvn, la cui concessione scadrà il 31 dicembre 2021, data della fine e della consegna dell’opera. È sempre il decreto - con cui vengono anche reperiti i 530 milioni per finire il Mose - a dire che l’Autorità avrà un proprio presidente, nominato con Dpcm, ma sentiti anche gli enti locali. Nicola Munaro © RIPRODUZIONE RISERVATA
SARA’ IL NUOVO ORGANISMO A DECIDERE SE E COME ALZARE LE PARATOIE DEL MOSE FIN DALLA PROSSIMA STAGIONE DI ACQUE ALTE
I sindacati applaudono la svolta ma chiedono garanzie sui lavoratori LA NUOVA AUTORITA’ VENEZIA È ancora da capire a fondo quale sarà il destino dei lavoratori del Mose. I dipendenti di Thetis, Comar e Consorzio Venezia Nuova saranno alle prese con la riorganizzazione dovuta in seguito alla creazione dell’autorità che gestirà la conclusione dell’opera. Davide Camuccio, segretario generale della Filctem-Cgil esprime moderato ottimismo, in attesa di capire cosa accadrà nella ricollocazione dei 250 lavoratori: «Quest’agenzia era quello che volevamo, però prima di stappare la bottiglia è meglio attendere». L’analisi del sindacalista entra da subito nel vivo: «Di certo vediamo con favore la riorganizzazione e il fatto che si discuta la ricollocazione dei dipendenti.
Ovvio che restano però alcune incertezze, prima fra tutte la lettura del testo del decreto di agosto che ancora non ho visto». Rifacendosi a quanto appreso dai media, Camuccio si riserva un po’ di tempo per esprimersi definitivamente: «Faremo una valutazione oggettiva nel giro di una settimana, più precisamente sui dettagli del bando di gara per entrare nell’agenzia, ma anche sulle modalità di ingaggio dell’azienda in-house operativa
L’ANALISI DI FILCTEM E CGIL: «OK AD UNA AUTORITÁ CAPACE DI FARE SINTESI, PERÓ QUI CONTANO ANCHE I DETTAGLI»
e su tutte le modalità di ricollocazione dei lavoratori, perché i dettagli sono sostanza». L’impressione è comunque buona: «Stavamo aspettando la notizia da un bel po’, bene che il Governo abbia preso coscienza della situazione e che ci sia un organismo in grado di fare sintesi, ci sarà maggiore sicurezza di prima, anche se è bene analizzare riga per riga quello che emergerà durante la settimana, o le prossime due, con la stesura completa». Allineato con il collega Ugo Agiollo, segretario provinciale della Cgil: «Il fatto che si superi la situazione esistente è un dato che leggo positivamente, anche perché c’era una incertezza sugli stipendi a causa dei rimpalli tra le diverse campane. Sarà però fondamentale che la ricollocazione riguardi tutti i dipendenti, perché se si dovesse
parlare di esuberi ci sarà un problema serio da affrontare. Sul resto c’è cautela». Agiollo opera quindi la distinzione tra il nodo legato al lavoro e l’autorità in cui si accentreranno tutti i poteri dell’ex Magistrato alle acque: «Sul piano complessivo, il fatto che si crei un’autorità unica per la gestione non solo del Mose, ma anche per tutti gli interventi sulla laguna, mi pare francamente positivo. Prima c’erano troppe frammentazioni di competenze e le suddivisioni creavano contrasti e inevitabili problemi». Però poi c’è il discorso lavoratori, appunto: «Bisogna ancora vedere e capire se tutti troveranno lavoro, come transiteranno, se saranno valorizzati in maniera opportuna e via di seguito». Per questo, anche il segretario del sindacato si riserva di osservare a fondo il de-
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PARATOIE Un momento di un’operazione di sollevamento
creto del Governo: «Attendiamo il testo definitivo, quando uscirà ci permetterà di capire cosa accadrà quest’anno, con la costituzione dell’autorità, lo statuto, il regolamento, la società in-house e le preoccupazioni attuali». Tomaso Borzomì © RIPRODUZIONE RISERVATA
«LA RICOLLOCAZIONE DOVRA’ RIGUARDARE TUTTI I 250 ADDETTI CHE OPERANO NELLE AZIENDE DEL MOSE»
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Treviso Provincia
Lunedì 10 Agosto 2020 www.gazzettino.it
A27, si cambia: 2 nuove aree di servizio La Sile Est e la Sile Ovest, collocate poco prima dell’innesto sul `Le vecchie zone di rifornimento saranno demolite: spazio Passante, prenderanno il posto delle stazioni Piave di Spresiano allo svincolo di collegamento fra l’autostrada e la Pedemontana
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LA NUOVA TRATTA
CASALE SUL SILE Addio alle aree di servizio Piave est e Piave ovest lungo l’A27, tra i caselli di Treviso Nord e di Conegliano. Nei prossimi mesi verranno demolite per far posto al raccordo tra la nuova Pedemontana e la stessa autostrada. Il cronoprogramma prevede la realizzazione del collegamento entro il luglio del 2021. Ma il tratto trevigiano dell’A27 non resterà senza punti di sosta per il rifornimento. Sono ormai quasi stati completati i lavori per la costruzione di due nuove aree di servizio della Tamoil, la Sile Est e Sile Ovest, tra il casello di Treviso Sud e l’innesto con il Passante di Mestre, a un paio di chilometri dalla barriera di Mogliano, ma in territorio di Casale sul Sile. Prenderanno di fatto il posto di quelle che verranno demolite e sono già a buon punto.
LA CONVENZIONE L’intervento rientra direttamente nella convenzione legata alla Pedemontana. La superstrada verrà conclusa entro la fine di quest’anno. Il collegamento con l’A27 all’altezza di Spresiano e Villorba verrà realizzato in un secondo momento, ma era indispensabile “trasferire” le aree di sosta per poter liberare il terreno necessario ai lavori di innesto. Pur in assenza dello svincolo, non si attenderà oltre: la nuova arteria sarà aperta e resa immediatamente percorribile. «Stiamo parlando di un’infrastruttura di 94,5 chilometri, che collega 36 comuni e che conta 14 caselli -ha specificato il governatore Luca Zaia- a prescindere dal collegamento con l’autostrada, che è necessario, diventerà da subito la grande tangenziale di tutti questi centri abitati, che oggi conoscono solamente la Postumia». Insomma, un salto di qualità, soprattutto per la viabilità ordinaria e per i piccoli centri urbani della Pedemontana, troppo spesso soffocati dal transito di decine di migliaia di veicoli e mezzi pesanti.
PER LA SUPERSTRADA MANCANO SOLO RILEVATI E ASFALTATURE DA CRONOPROGRAMMA LAVORI COMPLETATI ENTRO SEI MESI
Balljana dona a Gentilini una scultura per il compleanno
Oltre al nodo dello svincolo autostradale, l’intero tratto trevigiano verrà immediatamente aperto: da Spresiano e Villorba fino a Loria e San Zenone degli Ezzelini. Gli interventi più importanti, i viadotti, gli attraversamenti dei fiumi e le grandi infrastrutture, sono già stati realizzati, anche se al momento i cantieri impediscono di vederli. Ad oggi manca solo il completamento dei rilevati e le asfaltature. Si tratta di lavori che, stando alla tabella di marcia, verranno ultimati in meno di sei mesi. A livello complessivo, dopo l’apertura della Pedemontana resteranno da risolvere essenzialmente tre nodi. Il primo è la realizzazione, appunto, del collegamento con l’A27. Il secondo riguarda l’altra estremità della Pedemontana: il collegamento con l’A4 all’altezza di Montecchio Maggiore, nel vicentino. Per quest’ultimo svincolo i tempi sono più lunghi. Si punta a costruirlo entro il giugno del 2023. L’altro pezzo del puzzle sul quale sarà ancora necessario lavorare, infine, sarà il tratto di galleria all’altezza di Malo, sempre nel vicentino. Poi la superstrada sarà perfettamente funzionante in ogni suo dettaglio. Mauro Favaro
TREVISO Continuano i festeggiamenti per il 91. compleanno di Giancarlo Gentilini. L’arzillo ex sindaco di Treviso si e’ ritrovato al ristorante da Dino assieme alla gentile consorte Maria e allo scultore di Sernaglia della Battaglia Carlo Balljana, accompagnato dalla sua signora. C’era inoltre il produttore di vini Gildo Giusti, che assieme alla sua signora, ha omaggiato Gentilini con una magnum di un suo vino speciale denominato Umberto Primo. Presente anche una cara amica di famiglia, Carla Calcagnotto. Alla fine la sorpresa: lo “scultore del vento” ha regalato allo Sceriffo un‘opera lui cara ritraente un uomo con un ombrello che cammina a testa bassa controvento. «Era l’unica che mi sembrava rappresentativa del carattere, della forza e della lucidità di Gentilini - ha detto Balljana - Un uomo integro, tutto di un pezzo che ha saputo sempre andare contro corrente anche nei momenti più difficili. Un uomo che sa sempre dire quello che pensa, senza paura né peli sulla lingua». «Sono felice di questo omaggio del mio caro amico Carlo - ha commentato l’ex sindaco - Nella vita bisogna saper dare l’esempio, e questo significa andare contro corrente. Bisogna pagare per questo, ma un vero leader deve mettere il bisogno della sua gente prima di tutto». (pdc)
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Lotta al crimine Camera di commercio ecco la piattaforma Rex È stata presentata ai Prefetti e ai rappresentanti delle forze dell’ordine delle province di Treviso e Belluno la nuova piattaforma informatica chiamata Rex (Regional Explorer), strumento informatico che consente di elaborare analisi mirate incrociando dati anagrafici ed economico-finanziari delle aziende, sfruttando il patrimonio di informazioni contenuto nel Registro Imprese camerale. «Si tratta di uno strumento molto potente che crediamo possa dare un valido supporto nelle indagini su fenomeni malavitosi nei nostri territori- commenta il presidente Mario Pozza - e poiché da tempo come Camera di Commercio ci stiamo impegnando in azioni a tutela della legalità, è naturale che lo si voglia mettere a disposizione delle autorità impegnate nelle attività investigative».
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LAVORI In alto le due nuove aree di servizio Sile Est e Ovest (NuoveTecniche/BORTOLANZA) Sotto la Piave Ovest
IL REGALO Carlo Balljana con la statua per Giancarlo Gentilini
«Ha fatto volontariato»: ridotta la pena alla Dametto CASIER Sono stati la condotta processuale e l’attività di volontariato in una casa di riposo a Treviso a permettere a Federica Dametto, la barista 40enne di Casier che il 3 settembre 2015 lungo il cavalcavia di San Giuseppe aveva investito e ucciso Enrico Scarabello, 38 anni di Carbonera, a ottenere una riduzione di pena. Lo spiegano i giudici della Corte d’Appello di Venezia nelle motivazioni della sentenza, depositate nei giorni scorsi. Federica Dametto, in primo grado, era stata condannata complessivamente a 4 anni e sei mesi. In appello, proprio a fronte della sua attività a servizio degli anziani, ha rimediato 2 anni e 3 mesi di reclusio-
ne per i reati di omicidio colposo e omissione di soccorso, e 8 mesi di arresto e 2.500 euro di multa per i reati di fuga e guida in stato d’ebbrezza e sotto l’effetto di sostanze stupefacenti.
LE MOTIVAZIONI I giudici della Corte d’Appello di Venezia scrivono che il ricorso presentato dall’avvocato Fabio Capraro «è meritevole di accoglimento», e che alla 40enne è concedibile un ridimensionamento della condanna «per i riferimenti all’attività di volontariato presso una casa di riposo per anziani. Questa condotta positiva merita di essere valorizzata ai fini del riconoscimento delle attenuanti generiche, negate dal primo giudice». A conti fatti si tratta di una riduzione di un an-
no e sei mesi. In pratica una condanna che si avvicina alla richiesta di patteggiamento a 3 anni presentata dalla Dametto in udienza preliminare, giudicata al tempo troppo lieve per i reati contestati. La difesa della 40enne puntava anche al riconoscimento di un concorso di colpa della vittima, come chiesto anche dal procuratore generale, ma i giudici non hanno ricono-
LA BARISTA DI CASIER AVEVA INVESTITO E UCCISO ENRICO SCARABELLO IL 3 SETTEMBRE 2017 A SAN GIUSEPPE
sciuto questa circostanza.
I FATTI Quella notte Enrico Scarabello e la moglie Elisa Zanardo stavano camminando lungo il cavalcavia di San Giuseppe in direzione Stiore. Erano i giorni dell’Home Festival, e l’arteria era piena di auto e persone a piedi. Attorno alle 22.50 l’auto della Dametto, che guidava con un tasso alcolemico sei volte oltre il limite e dopo aver assunto metadone, investì la coppia. Dopo l’incidente, la barista si fermò, scese dall’auto ma poi riprese la sua corsa parcheggiando qualche centinaio di metri più avavnti, dove venne trovata ancora al volante dagli agenti della questura. Giuliano Pavan FEDERICA DAMETTO La barista di Dosson condannata per l’incidente
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III
Primo Piano
Lunedì 10 Agosto 2020 www.gazzettino.it
Sei nuovi contagiati, ma alla Casa Beggiato 46 operatori negativi Il virus non si ferma. Alla Paltana la piscina resta aperta, Daniela Bardelle: «Adottiamo ogni protocollo di sicurezza»
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LA SITUAZIONE
IL GIOCO I bambini sono invitati a scovare e distinguere i prodotti locali evitando i trabocchetti per non incorrere in penalità. Un modo per avvicinarli al chilometro zero e alla sensibilità ambientale. I mercati sono in via Vicenza, alla Mandria e al quartiere Forcellini
cocche poco più di un euro, ma il costo è triplicato per consumatore».
Campagna amica
IL PROBLEMA
Bambini investigatori dei prodotti doc
«Vero, sono state assunte circa 2mila persone ma con che fatica. Io per assumere i miei dal Marocco ho dovuto fare loro due tamponi e metterli in quarantena 14 giorni. Tutto perchè il governo ha bloccato i voucher agricoli preferendo LA regolarizzazione DI quelli che c’erano. Il risultato è che molti degli stagionali che venivano da altri settori però non erano preparati alle condizioni di lavoro e se ne andavano dopo due giorni». Mauro Giacon © RIPRODUZIONE RISERVATA
«MENTRE AL CONSUMO I PREZZI SALGONO PER NOI CALANO LE PESCHE, IN PIENA RACCOLTA, PAGATE 40 CENTESIMI»
Piccoli detective a caccia di prodotti intrusi tra i banchi dei produttori agricoli. E’ l’iniziativa promossa da Donne Impresa Coldiretti Veneto per promuovere il progetto di educazione alimentare che a settembre riprenderà nelle aule scolastiche sia virtuali che fisiche. Da Rovigo a Belluno passando per Padova e in tutte le province l’appuntamento con la vendita diretta a km zero diventa occasione di gioco grazie all’animazione dei tutor della spesa. Per tutto il mese di agosto, i bambini avranno la possibilità di fare gli investigatori cercando tipicità locali e riconoscendone le caratteristiche evitando i trabocchetti per non incorrere in penalità. Un
percorso a punteggio che alla fine prevede premi e riconoscimenti anche ai genitori. «L’iniziativa - spiega Chiara Bortolas presidente di Donne Impresa - è propedeutica alle lezioni in programma nelle scuole per far crescere tra le nuove generazioni una cultura del territorio legata alla natura e alle specificità di ogni stagione. Sono 10mila gli studenti coinvolti ogni anno e nonostante l’emergenza sanitaria i numeri sono stati confermati grazie alle operatrici didattiche che on line hanno garantito gli interventi formativi a distanza”. Campagna Amica è in città al mercato coperto di via Vicenza il mercoledì pomeriggio e alla Mandria davanti al Borgo. Il martedì pomeriggio è al Forcellini.
PADOVA Sei nuovi contagi in provincia di Padova nelle ultime 24 ore. I dati emergono dall’ultimo bollettino emesso dalla Regione Veneto ieri pomeriggio. Il numero di casi di Covid registrati dall’inizio dell’emergenza ad oggi sale a 4.359. I positivi al tampone attualmente sono 224, due in più rispetto a sabato. I negativizzati virologici, quindi coloro che sono stati dichiarati guariti, sono arrivati a quota 3.812 (quattro in più). In Azienda ospedaliera sono ricoverati nove pazienti positivi nel reparto di Malattie infettive e altri due a terapia intensiva. Il Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss 6 Euganea continua il monitoraggio dei focolai individuati al centro estivo Padova Nuoto e in un gruppo di ragazzi di ritorno da una vacanza in Croazia in pullman. Nei giorni scorsi sono stati registrati cinque casi di positività in bambini tra i sei e i dodici anni, tutti frequentavano il corso organizzato nelle strutture di Padova Nuoto. La piscina in zona Paltana rimane comunque aperta al pubblico, in quanto l’area in cui si svolgeva il centro estivo era separata. «All’ingresso e all’uscita misuriamo la temperatura a bambini e genitori – ha detto la titolare Daniela Bardelle - sanifichiamo le superfici e dividiamo i ragazzi in gruppi. Eccetto quando sono a pranzo, i bambini sono sempre all’aperto». Otto invece i ragazzi padovani contagiati durante il viaggio della maturità nell’isola di Pag. A bordo del bus che li ha riportati a casa il primo agosto scorso c’erano altri cinque giovani padovani (negativi al test) e altri undici veneti provenienti da altre province.
«Consegnati alle ultime 20 famiglie» I CONTRIBUTI CAMPODARSEGO A Campodarsego arriva la terza erogazione dei buoni spesa per le famiglie in difficoltà, a seguito dell’emergenza covid-19. È l’ultima delle attività rese note dal primo cittadino Mirko Patron che, grazie alla delibera del consiglio dei ministri del 31 gennaio scorso con la quale è stato dichiarato per sei mesi lo stato di emergenza sanitaria, ha destinato ai nuclei familiari in stato di bisogno, i buoni spe-
sa per l’acquisto di beni di prima necessità. Dal governo sono arrivati 78 mila euro, che sono stati emessi e in parte distribuiti dai supermercati aderenti all’iniziativa, ai cittadini in possesso di determinati requisiti previsti dal bando di concessione individuato dai Servizi sociali del Comune, che tiene conto della numerosità del nucleo familiare, della presenza di minori e dalle situazioni di particolare fragilità economica. Dopo i primi beneficiari individuati per la prima e seconda erogazione, con un avviso pubblico di fine luglio, è stata deliberata la terza tranche per un importo complessivo di 5 mila e 460 mila euro, rivolta ai cittadini con i requisiti stabiliti dal bando pubblico.
Ad ottenere i buoni spesa sono state venti famiglie, rispetto alle 45 istanze presentate in Comune. «Ad oggi siamo arrivati a distribuire 150 buoni equivalente al 50 per cento dell’importo complessivo finanziato dal Governo - spiega il sindaco Mirko Patron - sulla base delle informazioni già note agli uffici comunali e alla dichiarazione sostitutiva di certificazione presentata da ogni singolo cittadino. Ho incaricato i miei dipendenti di effettuare i dovuti controlli, anche a campione. Credo che in un momento di crisi sanitaria ed economica come quello che stiamo vivendo, sia doveroso aiutare i cittadini che vivono in condizioni di grandi difficoltà». Giancarlo Noviello © RIPRODUZIONE RISERVATA
RISCHIO FOCOLAIO A MONTEGROTTO: TRE CONTAGIATI E NOVE NEGATIVI, DODICI IN ATTESA DEGLI ESITI DEL TEST
breve distanza da una seconda collega, mentre la tamponatura degli ospiti residenti nell’ Ipab, 116 attualmente, ha dato purtroppo esito sfavorevole per quattro degenti, tutti peraltro asintomatici. Subito trasferiti nell’ala cosiddetta Covid della struttura, i quattro ospiti godono comunque di buona salute e non presentano nessun sintomo preoccupante, ma rimarranno comunque in isolamento per quindici giorni e comunque fino a quando i tamponi ripetuti a cadenza regolare non risulteranno essere negativi. Attesa anche a Bovolenta, dove una ospite della rsa gestita dalla società friulana Sereni Orizzonti, che si era negativizzata nei mesi scorsi, è nuovamente risultata positiva: un primo tampone sembra non sia andato a buon fine ed è stato ripetuto nella giornata di ieri dando esito negativo. Negativi anche gli operatori. Infine a Montegrotto potrebbe aprirsi un nuovo focolaio fra i residenti: 3 positivi e 9 tamponi negativi: 12 in quarantena fiduciaria in attesa di tampone. Elisa Fais Nicola Benvenuti © RIPRODUZIONE RISERVATA
LE CASE DI RIPOSO A destare forti preoccupazioni è il cluster nella casa di riposo Beggiato a Conselve. Dopo la positività di due operatori scoperta nei giorni scorsi, è arrivata la conferma di altri quattro anziani contagiati. Pronta la risposta dell’Ulss 6, che ha già eseguito 110 tamponi su tutti gli ospiti e li ripeterà tra 5, 10 e 15 giorni. L’allerta è alta anche nella casa di riposo Sereni Orizzonti di Bovo-
Alle famiglie dati 150 buoni spesa `Il sindaco Patron:
lenta, dove un ospite è tornato positivo. Alla Casa di Riposo Beggiato i primi 46 tamponi eseguiti nella giornata di sabato sul personale dipendente sono risultati tutti negativi, mentre ieri mattina sono stati effettuati altrettanti tamponi sul restante personale, consegnati in mattinata al laboratorio analisi di Schiavonia e per i quali in giornata dovrebbe arrivare la risposta dopo che gli stessi sono stati processati. Alla Casa di Riposo di Conselve, dove è giusto ricordare, non vi era mai stato nessun caso positivo al Covid finora, per la rigida applicazione dei protocolli messi a punto dai responsabili sanitari ed amministrativi dell’ente, tutto è partito la scorsa settimana, quando una operatrice è risultata positiva al Covid, seguita a
LA CASA DI RIPOSO Alla Beggiato 46 negativi al tampone fra gli operatori
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA Via VIII Febbraio 1848, n. 2 (PD) - Tel. 049/8273225 - 3236
AVVISO DI GARA Oggetto dell'appalto: Gara europea telematica a procedura aperta per l’affidamento dell’appalto relativo al servizio di telecomunicazione (telefonia fissa e dati) per l’Università degli Studi di Padova Codice C.I.G.: 8392534A24. Criterio di aggiudicazione: offerta economicamente più vantaggiosa, ai sensi dell’art. 95 del D.Lgs n. 50/2016 e s.m.i. Il Bando integrale, inviato il 3/08/2020 all’Ufficio delle Pubblicazioni dell’Unione Europea, sarà reso disponibile sul sito internet di questo Ateneo: https://apex.cca.unipd.it/pls/apex/f?p=394:10. Responsabile Unico del Procedimento: Ing. Andrea Baraldo. Le offerte, conformi al Bando, dovranno pervenire entro le ore 13:00 del giorno 15/10/2020. Padova, 03/08/2020 Il Dirigente dell’Area Patrimonio, Approvvigionamenti e Logistica - Avv. Nicola De Conti
Vendite immobiliari, mobiliari e fallimentari PATRON Terza tranche dei buoni spesa sui 78 mila euro ricevuti
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Ancona Lecce Mestre Milano Napoli Roma
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Cronaca 7
IL GIORNALE DI VICENZA Lunedì 10 Agosto 2020
CENTROSTORICO
Le scritte con le bombolette spray che occupano gran parte della facciata, l’intonaco scrostato, i marciapiedi sporchi e le colonne dei portici rovinate, “ingabbiate” con assi di legno e ricoperte dal nylon in alcuni punti strappato. Sembra l’immagine di una periferia abbandonata e invece siamo in pieno centro storico. Una fotografia non certo delle
Incuriaeabbandono inpiazzaCastello
migliori, quella che appare in questi giorni in piazza Castello, dove si trova il negozio di Coin. Un palazzo che mostra tutti i segni dell’incuria e dell’abbandono acuita da una copertura delle colonne che deturpa ancora di più l’estetica della piazza.
LANOVITÀ. Ambulatoripediatrici pertesta risposta rapidasonooperativi giàda questa mattinasia aVicenzache ad Arzignano esonoi primi in tuttoil Veneto
Arrivanoi tamponi“sprint” peribambini L’esitoarrivain pochiminuti Inquestomodo noncisarà ilrischiodiparalizzare pergiorni inidi,le materneele scuole Il tampone subito. Un tampone sprint. Un ambulatorio pediatrico per test a risposta rapidissima all’interno del San Bortolo. E con un referto che arriva in pochi minuti, nel corso dellella stessa giornata. Un altro al Cazzavillan, l’ospedale di Arzignano: uno quindi per i Comuni dell’est e il secondo per l’ovest. Sono operativi già da questa mattina e sono i primi del Veneto. Li istituisce l’Ulss 8 esaudendo una richiesta dei pediatri del territorio. La decisione è maturata in un incontro svoltosi mercoledì scorso. C’erano il dg Giovanni Pavesi, il ds Salvatore Barra, il direttore dei servizi territoriali Giampaolo Stopazzolo, la capodistretto Chiara Marangon, il primario di pediatria Massimo Bellettato, il segretario provinciale della Fimp, il sindacato dei pediatri, Bruno Ruffato. Si vuole scongiurare un possibile caos. La riapertura delle scuole, l’arrivo dell’influenza e delle epidemie autunnali e invernali, aprono scenari drammatici. I bambini si ammalano già adesso ad agosto nei centri estivi, in alcune scuole dell’infanzia che hanno ripreso l’attività. A settembre e ottobre i numeri si centuplicheranno. I protocolli anti-Covid sono rigorosi e prevedono che le febbri senza cause specifiche vadano interpretate come casi sospetti. Ma, fino ad oggi, per avere l’esito del tampone passavano giorni. Il pericolo
“
Ipiùpiccolisi ammalanouna voltaalmese Questaprocedura èimportante
BRUNORUFFATO Segretarioprovincialedella Fimp
era di chiudere classi, scuole, famiglie, condomini, quartieri. I genitori già oggi si ribellano a possibili quarantene, cercano di aggirare l’ostacolo tacendo l’alterazione febbrile dei figli e favorendo l’innesco di contagi incontrollati. La tensione era palpabile. I pediatri del territorio erano in difficoltà. E l’Ulss risolve la querelle introducendo questi ambulatori dedicati di microbiologia dove i genitori potranno portare i loro figli complicazioni burocratiche. Dinanzi a un caso sospetto sarà lo stesso pediatra di base, aprendo un’agenda telematica condivisa con il punto prelievi dell’Ulss e il Sisp, a prenotare direttamente il tampone, a inserire il nome del bambino, a fissare dal suo studio appuntamento e orario, ad informare la famiglia. Il referto sarà disponibile quasi in tempo reale. Si eviteranno così chiusure, quarantene, paure, rabbie inutili. Nidi, scuole materne, elementari, medie non avranno ripercussioni. I genitori potranno andare tranquillamente al lavoro. Intere famiglie non rimarranno segregate. «Un’ottima soluzione – commenta il dottor Ruffato -. I bambini rischiavano di far saltare il banco. Le virosi normali che si attaccano fra di loro sono esattamente sovrapponibili ai sintomi Covid. C’era stato già un miglioramento. Dai 4-5 giorni di attesa fra segnalazione e risposta si era arrivati a 2-3, ma era ancora troppo tempo perché un bambino che frequenta un asilo o una scuola rimane a casa lui, blocca i genitori, i compagni, gli insegnanti, e
«IMPORTANTE COLLABORARE» «Nonsi risolve nulla da soli.Èindispensabile la collaborazionedella scuolaconla quale abbiamoun rapporto costruttivo.In fondo iveri mediciscolasticisiamonoi pediatri.Dirigentie insegnantihanno molto apprezzatolenostre spiegazioni.E, poi, civuole ilsostegno dell’Ulss.È determinante».Bruno Ruffato,pediatra dilibera sceltae segretariodella Fimp provinciale,è soddisfatto.L’avviodegli
Covid:in arrivountest rapidissimoper i bambini.Peraverel’esito non si dovrannopiù attenderegiorni,basterà qualcheora. ARCHIVIO
ambulatoripediatrici per tamponi-sprintdissolve preoccupazioni.«Spero– diceildottor Ruffato– che intuttoil Venetoseguano l’esempiodi Vicenza». Ancheper igenitoriè un saltodi qualità. «Inquestomomento vivonocome inlunadi miele,pensanoalle vacanze,cascano dalle nuvolequandosentono chedevisegnalare ifigli persintomitutto sommatobanali.Ècome sconvolgerelaloro vita quandodiciche devono restareacasa nonsi saper quantotempo.Sì, èvero, quandoiscrivonoil bambinoa un centro estivo,a una scuola dell’infanzia,esuccederà anchea settembre, sottoscrivonoun patto di responsabilitàincui accettanolecondizioni. Ma,poi,è pesante osservarle.Temonoperil lavoro». F.P. © RIPRODUZIONERISERVATA
le situazioni diventavano di difficile gestione. Il pericolo era anche di ingolfare il pronto soccorso pediatrico dell’ospedale. L’Ulss ci ha ascoltati. Ora, se il risultato è negativo, posso trattare il bambino per quello che ha, ma so che non è Covid». Parte, dunque, un sistema agile che alleggerisce enormemente il protocollo rigido della scuola, e funziona proprio come se un bambino con sintomi sospetti si presentasse in ospedale. «Noi – spiega Ruffato - ce la possiamo fare solo facendo i tamponi nei casi sospetti, tenendo conto che i bambini sono tanti, che restando fra di loro si ammalano facilmente, e che in periodi normali manifestano tutti quei sintomi definiti dalle norme di allarme Covid, cioè febbre sopra i 37 e mezzo, forme respiratorie, disturbi gastro-intestinali, rash cutanei, congiuntiviti». «C’è una questione di tamponi e reagenti dappertutto. Non sono infiniti. Il meccanismo è ancora fragile. E quanti ce ne vorranno per identificate tutti i casi sospetti e mandare in sicurezza a scuola tutti i bambini? I più piccoli si ammalano una volta al mese. È importante avere messo a punto questa procedura». • © RIPRODUZIONERISERVATA
Lalettera-appello
«Lasciatecheglianziani riprendanolalorovita» «NelVeneto del dopo emergenza covid ci sono troppe personeche soffrono». Alanciare l’allarmeDaniela Sbrollini, candidata a presidentedel Veneto di Italia Viva . «Sono almeno 270mila gli anzianiche in Veneto, con invaliditàdi vario grado, che hanno necessità di assistenza per le necessità primarie- ha considerato -. Come ben sappiamo, circa il 10% (27 mila)sono ospiti di residenze assistite. Dall'inizio dell'emergenzaqueste personenon hanno più ricevutole regolari visite dei familiari, peggiorando sensibilmentela qualità della lorovita. Solo da qualche settimana ai figli è stato consentito poter visitare i propri genitori per 30 minuti a settimana attraverso un vetro. Quasi che mogli, mariti o figli fossero considerati untori, e nonparte integrante del progetto di vita di ognidebole efragile creatura». «Così la situazione è in alcuni
DanielaSbrollini
Anzianoin casadi riposo
casi anche peggiorata - continua Sbrollini -. Gli anziani non autosufficienti e le personecon gravidisabilità, sitrovano reclusi nelle camere senza la possibilità di riavere quella vita di relazioni, di affetti, di rapporti con i familiari che sono l'unico contatto con la vita esterna. Insomma l'ordinanza del presidente Zaia è quanto mai lacunosae protettiva solo delle responsabilità dei direttori sanitari.Chiediamo all'assessore Manuela Lanzarin con una lettera-appello che nella più assoluta garanzia di sicurezza e le massimemisure di sicurezza per i familiarivenga consentito l'incontro e laripresa della vita di relazionetra le persone impossibilitate a muoversi ed i propri cari». «I parenti vogliono essereparte integrante del mondo che assiste i loro cari - ha concluso- vogliono essere sottoposti alle stesse regole degli operatoriche toccano, lavano, imboccano,accudiscono i loro cari,senza distanze di sicurezza. Gli ospitinon sono solo un corpo da conservare, lasciamo che i parenti possano coltivare il loro spirito, altrimenti lavita non ha valore. Èdisumano che la politica regionale nonsi preoccupi di ridare dignità, speranzae vita ai nostri anziani. Esono certa che il dolorecolpisca nonsolo i degenti ma anche loro famiglie». © RIPRODUZIONERISERVATA
saldi dal 1° agosto al 30 al settembre
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Franco Pepe
Ilpediatra
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LUNEDÌ 10 AGOSTO 2020 IL MATTINO
REGIONE
Verso le elezioni regionali
«Giusto candidare noi assessori con Salvini» Marcato detta la linea: «Nessun diktat di Matteo, rappresentiamo la Lega. Zaia? Una stella che brilla di luce propria» Albino Salmaso / PADOVA
Roberto Marcato, assessore all’Economia, è uno dei 5 big del direttorio che con Luca Zaia, Lorenzo Fontana, Erika Stefani e Nicola Finco governa la Lega e sta selezionando i candidati. «La prima regola è la sobrietà, non ci saranno cene e tavolate per rispetto di chi ha perso il lavoro e delle oltre 2 mila vittime da Covid». Salvini ha imposto un diktat e vuole gli 8 assessori della giunta Zaia e il capogruppo Finco nella sua lista per ottenere un buon risultato il 20 settembre: lei che dice? «Ma quale diktat di Salvini, è una scelta logica e coerente. Gli assessori regionali hanno il dovere di rappresentare la Lega. Zaia gode di un grandissimo e strameritato consenso personale ma noi amministriamo il Veneto in nome e per conto della Lega». C’è chi teme di restare senza poltrona perché la lista Zaia è nettamente più forte di quella del Capitano: anche lei è preoccupato? «No. La questione è mal posta. Sono stato io a convincere Salvini a salvare il nome Liga Veneta nello statuto federale e poi a presentare la lista con il suo nome abbinato per le regionali. C’è un legame profondo con il senso di appartenenza delle nostre origini, noi siamo una forza federalista e autonomista che si batte per l’autodeterminazione dei popoli. Hai un futuro solo se difendi la tua storia e i tuoi valori identitari. Siamo nati per dare voce al Veneto e al Nord, questione più che mai attuale visto che il governo Conte prevede aiuti a pioggia solo per il Sud. Lo dico da assessore all’economia: il Covid ha colpito soprattutto Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna e ha salvato il Sud. Non è possibile che nell’ultimo decreto si prevedano sgravi fiscali solo alle aziende del Mezzogiorno. Se l’Italia vuole ripartire deve finanziare le tre regioni locomotiva e non chi resta a galla con l’assistenzialismo».
Torniamo alla Lega. C’è un imbarazzo profondo: gli 8 assessori scelti da Zaia che hanno lavorato con lui cinque anni saranno in lista con Salvini. Un derby mai visto. «Ancora. Fantasie. Restiamo con i piedi per terra. La scelta è coerente. Noi ci siamo fregiati per 5 anni del nome Lega ed è giusto che ora diamo il nostro supporto a quell’ideale. Siamo qui per rappresentare i
«Siamo nati per difendere il Nord e il governo aiuta solo il Mezzogiorno» valori del federalismo. Ricordate sempre il motto latino: Extra Ecclesiam nulla salus e la chiesa-Lega è una sola. Al di fuori c’è solo la sconfitta. Lo sanno quei movimenti scissionisti che se sono andati in rotta di collisione con Bossi». La lettura politica è un’altra: Zaia è al top del consenso nazionale per la gestione Covid mentre Salvini è in caduta di consensi. E ai 9 big è dato l’onere di salvare il Capitano. O no? «Zaia è una stella che brilla di luce propria e con l’emergenza Covid ha conquistato il palcoscenico nazionale. Lui rappresenta la Lega e come dicono i bravi allenatori è meglio avere tanti fuoriclasse e l’imbarazzo della scelta di chi mettere in campo se si vuole vincere la Champions Legue». Ma lei chi preferisce tra Zaia e Salvini? «Sono amico di entrambi e li stimo. Io obbedisco al partito, come gli altri 7 assessori e Nicola Finco. Zaia ha gestito con onestà, pulizia ed efficienza la regione Veneto negli ultimi 10 anni. Luca ha fatto del rigore morale la sua carta d’identità. Matteo Salvini ha un dato storico unico in Italia. Ha preso la Lega al 2,9% e l’ha portata al 34% in 4 anni. Nessun leader c’è mai riuscito. Si stimano e sono assolutamente complementari». — © RIPRODUZIONE RISERVATA
Matteo Salvini con l’assessore Roberto Marcato. A destra in alto il presidente Roberto Ciambetti e sotto l’assessore Federico Caner
gli schieramenti in campo per il voto del 20 settembre nelle tre liste
Parte la corsa di 165 candidati A Treviso e Vicenza sfida dura A Padova fa discutere la decisione del commissario Filippo Lazzarin di presentarsi Ciambetti sarà in corsa nella lista del presidente PADOVA
Il “tridente” di Zaia prevede 165 candidati schierati in tre liste su base provinciale. Il via libera dovrebbe arrivare prima di Ferragosto, il deposito in Corte d’appello è fissato per sabato 22 agosto. Il diktat di Salvini che vuole gli 8 assessori e il capogruppo Finco nella sua lista ha creato un terremoto. Soprattutto a Vicenza e a Treviso, le roccaforti della Lega al 60%. Cosa succederà? L’assessore alla Sanità
Manuela Lanzarin sarà la big della lista Liga-Salvini a Vicenza in tandem con Nicola Finco. L’altro big è Roberto Ciambetti, presidente del consiglio regionale che si candiderà nella lista Zaia-presidente e farà il pieno di consensi. Premono per un seggio in laguna anche l’ex sindaco di Montecchio Maggiore, Milena Cecchetto, che cinque anni fa rifiutò un posto con Zaia e al suo posto fu eletta la Lanzarin, la super assessora al sociale-sanità. A Treviso con la Lega-Salvini ci sarà certamente l’assessore al turismo Federico Caner mentre Riccardo Barbisan correrà con Zaia. Il vero nodo è legato ai sindaci: Marzio Favero che ha ammini-
strato Montebelluna preme per entrare alla pari di Stefano Busolin, ex presidente di Ascopiave che conosce Zaia fin dai tempi della Provincia. A Padova nella lista Salvini ci saranno gli assessori Roberto Marcato e Giuseppe Pan mentre i consiglieri Fabrizio Boron e Luciano Sandonà si presenteranno con Zaia. Fa discutere la decisione del commissario Filippo Lazzarin, sindaco di Arzergrande, che si è proposto per la sfida e forse sarà arruolato da Salvini. Con il passaggio di consegne per il cambio di statuto, ha nominato 70 commissari nelle sezioni padovane e ora si cerca di capire se davvero Lazzarin potrà contare su una corsia preferenziale, vi-
Il diktat del Capitano potrebbe irritare persino i veneti
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FRANCESCO JORI
IL COMMENTO
atteo Salvini in versione Gigliola Cinquetti. “E qui comando io / e questa è casa mia, / ogni dì voglio sapere / chi viene e chi va”: cinquant’anni dopo, l’autoproclamato Capitano fa del motivetto della popolare cantante veronese la colonna sonora di una Lega cui sta cambiando pelle, genere e Dna, convertendola da nordista a nazionale. E ripropone il ritornello in questi giorni, alla vigilia di importanti elezioni regionali: andan-
sto che ai commissari è fatto obbligo di non candidarsi, dice la base leghista. A Venezia il vicepresidente Luca Forcolin è arruolato da Salvini con Fabiano Barbisan. L’astro nascente è Francesco Calzavara: l’ex sindaco di Jesolo è con Zaia in compagnia di Gabriele Michieletto. Restano Belluno con l’assessore Gianpaolo Bottacin e Rovigo con l’altro assessore Cristiano Corazzari, che rischiano una brutta figura perché la lista Zaia avrà più consensi di quella di Salvini. A Verona certa la riconferma dell’assessora Elisa De Berti. Nella terza lista entreranno i sindaci. Si va da Massimiliano Barison a Giovanna Negro e Pietro dalla Libera, tutti e tre consiglieri regionali in carica. Ultimo avviso: se ci sono consiglieri regionali o assessori che hanno fatto richiesta del bonus Covid da 600 euro come liberi professionisti alla pari dei 5 deputati, saranno automaticamente esclusi da tutte le liste. —
do a intonarlo sotto la finestra di Luca Zaia, che per la terza volta si candida alla guida del Veneto. Un’area, giova ricordarlo, che nella Lega è più che mai l’azionista di maggioranza in termini di consensi, come spesso in passato; ma sempre tenuta in una posizione subalterna rispetto alla componente lombarda. Il diktat di Salvini a Zaia (perché di questo si tratta) riguarda la composizione della lista che a lui farà capo, imponendo agli assessori uscenti di
candidarsi in quella ufficiale del partito. Il motivo è chiarissimo: già nel 2015 il simbolo del governatore distanziò quello del Carroccio di oltre cinque punti; stavolta, tutti i sondaggi gli assegnano un vantaggio di gran lunga superiore. E siccome nel cartello figurerà anche una terza lista di sindaci di area, il Capitano teme di uscirne pesantemente ridimensionato, se non addirittura ridicolizzato, dal suo luogotenente. C’è chi vede nel combinato disposto tra cambio di identità
nazionale della Lega e ingerenze regionali il focolaio di un’incendiaria rivolta anti-Salvini destinata a detronizzarlo. In realtà, nella politica e nel giornalismo italiano, non pochi confondono i dati di fatto con i propri desideri. I mal di pancia veneti e lombardi sono semplici brontolii di vecchie e logore bandiere sdrucite, che non produrranno effetti visibili sull’ultimo partito stalinista italiano. Non che sia campata in aria l’ipotesi di un Capitano in disarmo; ma se mai perderà i gallo-
ni, non accadrà né per malumori interni né per via giudiziaria, ma sul terreno squisitamente politico. Dove i sondaggi sono concordi nell’indicare un declino della Lega e una speculare crescita di Fratelli d’Italia. Ma rimangono travasi interni al centrodestra. E il dato complessivo basterà magari per vincere le elezioni, non per assicurare un governo stabile e non litigioso al Paese, con una leadership riconosciuta e indiscussa. Vero è che il solo sondaggio
che conta è quello delle urne. Ma già qui, tra poco più di un mese, malgrado i suoi diktat sulle liste Salvini riceverà un messaggio chiaro dal Veneto. Dove Zaia stravincerà non solo per l’effetto Covid, ma per uno stile politico alternativo rispetto a quello del Capitano, ispirato a quella moderazione che nell’ormai era geologica della fu Democrazia Cristiana garantiva consensi diffusi. Rifiutando strepiti, sfracelli, proclami, mascelle risibilmente volitive. Col suo “E qui comando io”, la Cinquetti non arrivò neppure alla finale di Canzonissima: figuriamoci in politica. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
PADOVA
LUNEDÌ 10 AGOSTO 2020 IL MATTINO
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la strada d’acqua tra Padova e venezia
«Valore trasportistico e ambientale notevole Idrovia da completare» Il professor D’Alpaos applaude l’impegno del Governo «Opera essenziale per la difesa dalle piene, ora i fondi» «È un’opera da completare perché ha un valore ambientale non indifferente e, se gestita in maniera opportuna, potrebbe avere un ruolo per mitigare anche i processi erosivi in laguna. È fondamentale anche dal punto di vista trasportistico e chi dice il contrario parla solo per muovere la lingua». La voce è quella autorevole (e sempre pepata) di Luigi D’Alpaos, professore emerito di Idraulica e Idrodinamica del Bo. L’opera di cui si parla è l’idrovia. DIBATTITO
Dopo l’ok del Parlamento alla mozione presentata dal deputato padovano Roberto Caon di Forza Italia che impegna il Governo a completarla, e l’ipotesi che possa essere realizzata all’interno del progetto del Gra (Grande raccordo anulare) di Padova, il dibattito
sull’efficacia dell’idrovia si è riacceso. Parliamo del canale scolmatore e navigabile, già costruito nella sua parte iniziale e finale (il 60% dell’opera), che si snoda dall’interporto di Padova fino alla laguna di Venezia, permettendo (in caso di piena) di divergere una parte delle acque del fiume Brenta verso la laguna. PRO E CONTRO
Tutti contenti perché fungerebbe da bacino di laminazione ed eviterebbe esondazioni e allagamenti di Brenta e Bacchiglione, ma altrettanto scettici sul fatto che un’opera immaginata negli anni Settanta possa ancora servire anche per la navigazione del trasporto merci. Dubbi espressi nei giorni scorsi sia dai vertici di Interporto che da alcuni amministratori locali, i quali ritengono ormai economica-
mente insostenibile quella parte di progetto. D’Alpaos invece la vede in maniera opposta. Fu lui a realizzare nel 2006 la simulazione che prevedeva cosa sarebbe accaduto se si fosse verificata un’alluvione, paragonabile poi a quella effettivamente avvenuta 4 anni dopo. Ancora oggi è tra i massimi esperti di idraulica in Europa, e su quell’opera ha ancora una clausola di supervisione per la Regione. L’ipotesi di completarla lo entusiasma e non condivide i dubbi sulla capacità trasportistica: «È un argomento complicato, che lo diventa di più quando intervengono personaggi che non hanno alcuna competenza», attacca. «Vorrei sapere chi ha stabilito che non si può più trasportare? È l’economia a dirci se può avere valore trasportistico e non un sindaco o il rappresentan-
la segnalazione
Anziana con biglietto scaduto controllore inflessibile la multa Un viaggiatore si era offerto di pagare per la novantenne in tram ma non c’era il Pos Trattamento di riguardo invece per una giovane utente
Novantenne con il biglietto scaduto in tram, gara di solidarietà per pagarle la multa da 50 euro. Il fatto è accaduto venerdì scorso e lo racconta Franco Maria Donati che ha assistito alla scena visto che viaggiava sul tram che viaggiava in direzione nord. Giunti alla fermata Santo è salito il controllore. «Seduta davanti a me c’era una signora dall’aspetto molto anziano il cui biglietto risultava timbrato il mese scorso ed anche altre volte», racconta Donati al “mattino”, riportando la lettera che ha spedito a BusItalia. «L’incaricato le ha chiesto un documento per la relativa multa, la passeggera ha detto, molto timidamente, di avere 90 anni, di vederci poco, e di avere una pensione di 100 euro, il che ovviamente non può essere, ma era evidentemente in confusione, sia per l’età che per il contesto nella quale si trovava, credo si vergognasse. Molto gentilmente ho detto al controllore se ci poteva essere un’altra soluzione, sono stato zittito in malo modo con le parole “sto lavorando”, dopo forse un minuto trascorso in una situazione esilarante in cui il
Controllori al lavoro sul tram
controllore continuava a parlare con l’anziana che, era evidente, non capiva molto. Ho cercato di dire la mia al che il controllore mi ha fatto capire che stavo rompendo le scatole aggiungendo “così non farei la multa a nessuno”. Ho cercato di chiedere clemenza per l’età della passeggera. Un collega del controllore sentendo le mie parole ha aggiunto “digli se la paga lui”. Ben venga, ho risposto, avete il Pos? Alla fine all’anziana è stata comminata una multa di 50 euro, che avrei voluto pagare io, ma non ho potuto visto che i controllori non ave-
vano il Pos». La multa è stata pagata da un’altra signora presente che a detta, di Donati, poteva essere la badante, ma che si era tenuta sempre a una certa distanza dagli avvenimenti. «Per ultimo, ma non meno grave, quando i controllori sono scesi alla stazione hanno chiesto il biglietto a chi saliva, una signora giovane ha risposto che ne era sprovvista, al che il bigliettaio le ha detto che glielo avrebbe venduto lui per 2 euro. Quindi prima, con l’anziana, era un controllore, per poi diventare un bigliettaio?» —
L’idrovia (in foto le chiuse a Tombelle) è stata realizzata per il 60 per cento. Sotto, il professor Luigi D’Alpaos
te di un ente portuale. Se l’idrovia venisse concepita nella quinta classe di navigazione (passaggi di navi lunghe da 95 a 185 metri e in grado di trasportare fino a 3000 tonnellate di merci, ndr) potrebbe tranquillamente esistere. Ma fino a quando si parlerà a vanvera si faranno solo azioni di retroguardia. Purtroppo chi ha il compito di prendere queste decisioni non conosce la materia e vive fuori dal mondo. Meno male che almeno è stata stralciata l’ipotesi
drammatica della camionabile». D’Alpaos difende invece il fine ambientale dell’opera: «L’idrovia serve per la difesa dalle piene ed è un’opera decisamente notevole dal punto di vista ambientale. Non mi stupisce che in parlamento ci sia stato un voto plebiscitario. Chi si metterebbe di traverso ad un’opera del genere? Ora però è fondamentale che si parta veramente e si trovino le risorse». — LUCA PREZIUSI © RIPRODUZIONE RISERVATA
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LUNEDÌ 10 AGOSTO 2020 IL MATTINO
PADOVA
via umberto i
«Ho l’Aids, vi infetto» Tenta il furto da Tigotà e minaccia con l’ago È accaduto sabato sera, lo straniero era stato scoperto Per fuggire ha puntato ai presenti una siringa Carlo Bellotto
«Allontanatevi tutti, ho l’Aids e posso infettarvi», urla la minaccia brandendo una siringa usata che ha terrorizzato non poco clienti e commesse del Tigotà di via Umberto I 116. È accaduto sabato sera alle 19 nel negozio a due passi da Prato della Valle. Dopo questa minaccia, ovviamente l’uomo è stato lasciato andare. Poco dopo è arrivata la polizia chiamata dalla responsabile del negozio. Il tutto era successo verso le 18.45 quando nello store dei prodotti per la casa e l’igiene personale è stato notato da un cliente uno straniero che nascondeva sotto la maglia alcuni prodotti. Ha avvisato subito la responsabile che ha atteso lo straniero in zona casse, assieme all’addetto alla sicurezza. Quando il nor-
Il negozio Tigotà di via Umberto I a due passi da Prato della Valle
in tangenziale
Truffa dello specchietto Molte segnalazioni e pure una denuncia «Attenzione ad una Citroen bianca, guidata da un meridionale: ferma le auto che incrocia e tenta la cosiddetta truffa dello specchietto». Scatta in Internet il tam tam fra automobilisti per mettersi in guardia a vicenda per un raggiro che ormai si verifica da almeno un decennio anche nelle strade del Padovano. Diverse le segnalazioni che riguardano i due soggetti all’opera lungo le tangenziali della città e soprattut-
La Citroen bianca segnalata
palazzo moroni
Stazione ferroviaria oggi viene firmato il protocollo d’intesa Il futuro della stazione ferroviaria di Padova comincia a delinearsi chiaramente e stamattina a Palazzo Moroni sono attesi un ministro, Paola De Micheli, il presidente della Regione, Luca Zaia, e l’amministratore delegato e direttore generale di Rfi (Rete ferroviaria italiana)Maurizio Gentile. A fare gli onori di casa il sindaco Sergio Giordani che su questo tavo-
lo ha puntato molto. Viene presentato l’addendum al protocollo d’intesa sottoscritto dal Comune di Padova con Ministero Infrastrutture e Trasporti, Regione Veneto, Rete Ferroviaria Italiana Spa e FS Sistemi Urbani Srl per – si legge nell’invito– “la concretizzazione degli interventi e per l’avvio dei conseguenti approfondimenti funzionali e progettuali atti
dafricano è arrivato è stato invitato a consegnare la merce che aveva nascosto.
lungargine zanon
HA RESTITUITO I PRODOTTI RUBATI
È stato costretto a depositare sul nastro della cassa una decina di prodotti, tutti quelli che sperava di portarsi a casa senza pagare. L’ha fatto senza battere ciglio e sembrava essere finita lì. A questo punto il ladro ha capito che era stata chiamata la polizia e che sarebbe dovuto rimanere lì ad aspettare i poliziotti. È in questo momento che ha deciso di passare all’azione. Ha aperto il suo zainetto e preso una siringa non confezionata, che quindi poteva anche essere usata, e ha minacciato i presenti di lasciarlo andare, altrimenti avrebbe potuto con l’ago infettare chi lo fermava. Nello zaino aveva altre siringhe. A questo punto l’addetto alla sicurezza e le commesse lo hanno lasciato andare. È fuggito a gambe levate in direzione di Prato della Valle. Gli agenti delle Volanti sono arrivati pochi minuti, dopo la fuga del ladro. Hanno provato a cercarlo in Prato e nelle vie adiacenti ma non l’hanno trovato. Quindi hanno acquisito i filmati delle telecamere che sorvegliano la zona e l’uomo potrebbe essere già stato individuato. Certo non sarà semplice dargli un nome e trovarlo in città. Per dipendenti e clienti un sabato sera fin troppo elettrizzante che fortunatamente si è concluso senza feriti. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
to tra le uscite di Limena e Pontevigodarzere. Dei fatti segnalati è stata anche sporta una denuncia ai carabinieri. C’è chi assicura che i due al volante della Citroen lanciano contro le auto che incrociano una pallina di pongo. In questo modo l’automobilista che li incrocia ha il sospetto di aver colpito qualcosa. E probabilmente gli viene il dubbio di aver urtato quell’auto che gli è passato troppo vicino. «A me è successo in tangenziale prima di uscire per Limena poco prima dell’uscita per Pontevigodarzere», racconta un automobilista sui social, «ho sentito una botta sul tetto dell’auto e un’auto bianca con due a bordo che volevano mi fermassi, ci hanno provato tre volte superandomi e mettendo le quattro
frecce, mi stavo quasi fermando ma qualcosa mi ha detto che era una di quelle truffe. Sono uscito per Limena e non mi hanno seguito». «Una volta che ci si ferma ti fanno vedere lo specchietto rotto e ti accusano di essere tu il responsabile. Quindi ti chiedono 50 o 100 euro per sistemare la cosa, accettando alla fine quanto uno ha in tasca», avverte un altro. Le segnalazioni in merito a questa Citroen sono parecchie, molti raccontano la propria esperienza. L’invito delle forze dell’ordine è di non fermarsi o di farlo solo dopo l’arrivo della gazzella o della pattuglia. Molto spesso questi malavitosi hanno alle spalle parecchi precedenti specifici e loro automobili sono segnalate. —
alla valorizzazione del nodo ferroviario di Padova”. Al di là del linguaggio burocratese si porranno le basi per la nuova stazione e il cavalcavia Borgomagno. Appuntamento alle 10.30 in sala giunta (ci sarà anche il prefetto Renato Franceschelli): il fatto che sia stato annunciato da Zaia un “addendum” prevede che possano esserci anche novità nel protocollo d’intesa. Il progetto attuale prevede l’alta velocità in città, una nuova stazione, un nuovo cavalcavia Borgomagno e il collegamento ad Est per l’Interporto. È ancora in piedi anche l’ipotesi di poter utilizzare i binari per il trasporto pubblico. Stiamo parlando di un investimento da circa 3 miliar-
di di euro da spendere in 10 anni, al qiale concorrono Rfi, Sistemi Urbani, Regione e Comune. La fase operativa quindi entra nel vivo e dopo l’alta velocità Brescia-Padova prevede quindi l’ultimo tratto tra Vicenza e la città del Santo: 26 chilometri paralleli alla linea Milano-Venezia. Per quanto riguarda la nuova stazione, la novità sta nella realizzazione di una piastra sopraelevata, in modo da creare un collegamento tra l’Arcella e il centro città. Nel protocollo è compresa anche la valorizzazione e la riqualificazione delle aree adiacenti alla stazione. Rfi poi si è impegnata a creare metropolitane di superficie. —
Un tratto di via Lungargine Zanon
Ruba una bici di notte ma i padroni lo vedono e lo fanno arrestare Ha rubato nella casa sbagliata: i padroni di casa l’hanno scoperto e fatto arrestare nonostante il colpo fosse stato tentato alle 2.25 della notte tra sabato e ieri. A finire in manette è stato Wissem Bouthouri, 23 anni tunisino, per tentato furto in abitazione. Alle 2.25 gli agenti delle Volanti sono intervenute in lungargine Zanon (zona Brusegana) su richiesta di due coniugi moldavi. La donna riferiva di aver sentito dei rumori e di aver visto il ladro che stava tentando di far passare la bicicletta di sua proprietà, al di là della
IN BREVE
recinzione dell’abitazione. Vistosi scoperto il ladro aveva cercato di scavalcare a sua volta la recinzione cadendo, però, a terra, di schiena, nella proprietà privata ove era stato bloccato dal marito. L’uomo veniva preso in consegna dagli agenti che lo arrestavano per il tentato furto in abitazione e lo indagavano per ricettazione essendo stato trovato in possesso di alcuni oggetti di bigiotteria non di proprietà dei due coniugi. Questa mattina si svolgerà l’udienza per direttissima. — C.BEL.
ANNIVERSARIO 10-8-1998
10-8-2020
Quattro mesi Algerino arrestato per ricettazione La polizia ha arrestato Fouad Karim Ghermoul, 55 anni, algerino, in esecuzione del provvedimento di revoca del decreto di sospensione emesso il 30 luglio, dovendo scontare mesi 4 di reclusione per ricettazione.
Coldiretti Piccoli detective al mercato Piccoli detective a caccia di prodotti intrusi tra i banchi dei produttori agricoli. È l’iniziativa promossa da Donne Impresa Coldiretti Veneto per promuovere il progetto di educazione alimentare che a settembre riprenderà nelle aule scolastiche, sia virtuali che fisiche. Da Rovigo a Belluno, passando per Padova e in tutte le province, l’appuntamento con la vendita diretta a kmzero diventa occasione di gioco grazie all’animazione dei tutor della spesa. Per tutto il mese di agosto, ogni sabato ad esempio per le famiglie e i consumatori bellunesi, i bambini avranno la possibilità di fare gli investigatori cercando tipicità locali e riconoscendone le caratteristiche evitando i trabocchetti per non incorrere in penalità. Un percorso a punteggio con premi e riconoscimenti anche ai genitori.
BARBARA CISCATO 22 anni sono trascorsi e il nostro dolore aumenta ogni giorno di più, ma tu sei l'angelo che ci dà la forza di continuare a vivere. Una SS Messa in suffragio sarà celebrata oggi, lunedì 10 agosto alle ore 18nella Basilica di San Leopoldo a Padova. Vigodarzere, 10 agosto 2020 I.o.f. Brogio - Tel.049/700640 - Tel.049/700955
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LUNEDÌ 10 AGOSTO 2020 LA NUOVA
MESTRE
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la carenza di infermieri e operatori socio sanitari
Corsi intensivi per nuovi Oss, c’è l’accordo coinvolti gli extra comunitari con diploma In Regione la cabina di regia con i sindacati per ovviare alla carenza di 600 operatori nelle 31 case di riposo della provincia Mitia Chiarin
L’attivazione di corsi intensivi, videolezioni, tirocini sanitari possibili anche in strutture socio assistenziali del territorio e un sistema premiante per case di riposo che investiranno nella formazione di operatori socio sanitari, che ora nel Veneziano mancano all’appello con una emorragia, come i colleghi infermieri, verso la sanità pubblica e privata che garantisce stipendi più alti, almeno del 20-30 per cento in più. Nei giorni scorsi in Regione si è svolta la cabina di regia con i sindacati sul tema “caldo” della formazione del personale socio sanitario, i famosi Oss. In provincia hanno stimato i sindacati oramai mancano all’appello nelle Rsa e Case di riposo del territorio, 31 in attività, quasi 600 Oss che hanno scelto di lavorare in ospedali pubblici e privati, rispondendo ai bandi per colmare la carenza di personale. L’intesa Regione-sindacati, raccontano i delegati della Uil Fpl di Venezia presenti al tavolo prevede 120 ore di formazione con modulo base e altre 85 ore di modulo professionalizzata. Si arriva ad un pacchetto di 480 ore complessive con anche videolezioni registrate. Il tirocinio sanitario sarà effettuato anche in strutture socio assistenziali del territorio per una parte di ore più consistente. E per i corsi intensivi si pensa di premiare anche le case di riposo che li attiveranno. Sono in discussione ora le modalità di premio. Al contrario, gli enti che presenteranno progetti che poi si rivele-
la curiosità
Sereni Orizzonti «Mandateci presto i vostri curricula»
Un operatore socio sanitario aiuta un’anziana ospite in una casa di riposo nel colloquio attraverso il plexiglas con una parente
ranno di scarsa qualità saranno invece svantaggiati nei bandi successivi. I corsi prevederanno tre sessioni di esami e pertanto vi saranno scaglioni di diplomati che dovrebbero permettere poi un assorbimento più omogeneo nel territorio. E i bandi dei corsi avranno una programmazione biennale. Si stima di attivare così 138 corsi annuali. In Veneto secondo le stime delle Usl serve formare 4.100 nuovi operatori. E le porte si aprono ovviamente anche a corsisti stranieri, europei ed extraeuropei, che hanno bisogno di vedere regolarizzati i loro diplomi per consentire l’accesso ai corsi di formazione ma con la
richiesta di un livello di conoscenza della lingua italiana più elevato, e infatti si passa alla categoria B1 di certificazione. Ancora, spiegano dalla Uil veneziana, vengono ri-
Confermati i voucher formativi, ridotta la quota d’iscrizione per favorire l’accesso confermati i voucher formativi di 1.500 euro mentre cala la quota di iscrizione, che passa da duemila a 1.800 euro. Tutto bene? Non per il sindacato. «Come Uil Fpl, in linea con
i precedenti interventi che mirano a favorire una maggiore flessibilità sulla frequenza ai corsi, senza però comprometterne la formazione, abbiamo voluto intervenire sulla modalità di erogazione dei corsi in modalità asincrona, la quale non permette una relazione diretta con il formatore, non permette allo studente di poter formulare domande né crea discussione all’interno del gruppo, limitando l’acquisizione dei contenuti ad una mera presa d’atto, senza verificare la comprensione dei contenuti stessi. Abbiamo inoltre presentato la criticità riguardante la reale attivazione dei corsi. Riteniamo infatti che la bassa
La richiesta del Pd dopo i nuovi focolai
«Antica Scuola dei Battuti ora il sindaco chiarisca» IL CASO
l Comune faccia sentire la sua voce sull’Antica Scuola dei Battuti». Dopo il focolaio scoppiato all’interno della struttura mestrina dell’Ipav, ora il Pd con la consigliera capogruppo Monica Sambo chiede di fare chiarezza. «È necessario sapere l'origine e le dinamiche del contagio, cosa è
«I
stato fatto per prevenirlo e per contenerlo, quali sono le azioni che si stanno mettendo in campo. Oggi più che mai, gli sforzi di tutti devono essere diretti a tutelare gli anziani presenti nella struttura». La consigliera dem ricorda come ad aprile sia stata depositata un’interrogazione al sindaco in qualità di responsabile della salute pubblica chiedendo chiarimenti all’interno delle Ipav. «Non è mai stata data rispo-
adesione, unita al maggior numero di corsi che si vorranno attivare, porterà ad una reale diminuzione dei corsi attivabili». Occorre agire bene e velocemente anche perché il nuovo bando di manifestazione di interesse della Regione Veneto che ha l’obiettivo di creare una graduatoria utilizzabile per le case di riposo del Veneto, rischia di spingere a nuove migrazioni di Oss dalle case di riposo al settore pubblico. Tutta colpa, dicono i sindacati, del dumping contrattuale, problema da risolvere in fretta equilibrando i diversi contratti e la retribuzione del personale. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
sta», l’affondo di Sambo, «ricordiamo invece i toni trionfali con cui si dichiarava l’assenza di casi proprio presso i Battuti. L’Ipav è un patrimonio pubblico che va assolutamente tutelato e sostenuto, soprattutto in questa fase delicata. Il nostro ringraziamento e la massima fiducia va ai lavoratori che in questi mesi sono in prima linea per garantire la sicurezza di tutti gli anziani presenti in queste strutture». Nel frattempo, sono attese per oggi novità dalla struttura mestrina. Nei giorni scorsi, infatti, è stato concluso il secondo giro di tamponi a dipendenti e ospiti (1.347 in totale quelli effettuali tra il 29 luglio e il 7 agosto). Dalla scoperta del primo caso, il
Cercansi con urgenza in tutta Italia almeno un centinaio di infermieri e operatori sociosanitari da impiegare nelle strutture del gruppo “Sereni Orizzonti”, azienda leader in Italia nella costruzione e gestione di residenze sanitarie assistenziali per anziani non autosufficienti. I contratti proposti sono di lavoro dipendente a tempo pieno e indeterminato oppure in rapporto di libera professione. «Da ormai molto tempo Covid free, le Rsa del gruppo si sono aperte dopo diversi mesi a nuovi ingressi e la rinnovata, forte richiesta sul territorio dei nostri servizi sta determinando un significativo aumento dell’offerta di lavoro» spiega Vittorio Pezzuto, responsabile delle relazioni esterne di “Sereni Orizzonti”. Si tratta di una notizia buona e per certi versi sorprendente, se soltanto si pensa alla difficile situazione che moltissimi stanno vivendo sotto il profilo economico e occupazionale. Le posizioni aperte in provincia di Venezia riguardano i Centri servizi residenziali per anziani di Torre del Mosto, Marcon e Cinto Caomaggiore. I curricula professionali dei candidati possono essere inviati a risorseumane@sereniorizzonti.it.
numero di contagiati è arrivato a 54 casi, di cui 32 ospiti (collocati in due distinte aree Covid), 18 positivi tra i dipendenti in isolamento domiciliare fiduciario, e 4 positivi ricoverati in ospedale. Due fino a questo momento le vittime all’interno della struttura. In entrambi i casi si trattava di ospiti risultati positivi al tampone e poi trasferiti all’ospedale di Dolo per le cure del caso. Ma oltre alla speranza della direzione di aver circoscritto i focolai attivi negli ultimi giorni, dalla struttura è arrivata anche una notizia positiva: si è infatti negativizzato uno degli ospiti infettati nelle ultime due settimane. — E.P. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Lunedì 10 Agosto 2020
La Voce
.ROVIGO
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POLITICA Gianni Fava chiede di poter utilizzare l’Alberto da Giussano: “Lo vogliono anche a Rovigo”
Lega, sfida per l’uso del simbolo “Il nuovo partito di Salvini è inaccettabile. Per fortuna in Veneto c’è Zaia che unisce” Marco Randolo
ROVIGO - Uno spettro aleggia sulle prossime elezioni, non tanto le Regionali di settembre quanto - in prospettiva - le amministrative della prossima primavera. E’ lo spettro dell’Alberto da Giussano: il leggendario guerriero con lo spadone levato al cielo iconografico simbolo della Lega Nord. E proprio sul simbolo è in corso una guerra intestina tra vecchi e nuovi leghisti, ovvero tra coloro che si ritengono i custodi dell’anima nordista del partito e i salviniani osservanti, protesi verso la svolta sovranista e nazionale. Un conflitto deflagrato con la lettera che Giovanni Fava, ex deputato leghista, ha inviato a Igor Iezzi, commissario federale della Lega Nord. Nel documento, chiede l’utilizzo del simbolo storico della Lega Nord, quello con l’Alberto da Giussano e il leone di San Marco in miniatura - per intenderci - ma senza la scritta “Salvini premier” sotto, per utilizzarlo nelle imminenti amministrative a Mantova e Viadana. “Ma l’interesse è fortissimo ovunque. Sto ricevendo un sacco di telefonate da Imola, da Faenza, da Bolzano, dal Piemonte, dalla Toscana. E sì: anche dal vostro Veneto. Rovigo, in questo senso, è una delle province più attive”. Fava, ma cosa sta succedendo? “I nostri militanti sono spaesati. E’ appena nato un nuovo partito, la Lega per Salvini premier, a cui molti non vogliono aderire. Perché il nostro partito era ed è la Lega Nord. E la Lega Nord è viva: ha ancora le sue strutture interne, io stesso sono consigliere federale. Solo che non si presenta più alle elezioni, e concede l’utilizzo di parte del simbolo, l’Alberto da Giussano appunto, al nuovo soggetto salviniano”. Un bell’intreccio. Ma qual è la differenza tra i due soggetti? Perché, semplicemente, non entrate nella nuova Lega? “Rispondo citando una cosa che mi è capitata pochi giorni fa, a Napoli. Sul molo, di fianco a Castel dell’Ovo, ho visto un enorme cartellone elettorale, in vista delle prossime amministrative. C’era il simbolo della Lega per Salvini premier con lo slogan ‘Prima i napoletani’. Ho avuto un mancamento. E, pur da lombardo, vedere su quello slogan il simbolo con il leone
LO ZOOM Per le liste
Arriva il diktat di Matteo “Assessori nel Carroccio”
Gianni Fava con l’ex consigliere comunale rodigino Fabio Benetti di San Marco è una cosa che mi ha messo i brividi. Mi chiedo come possano gli storici militanti della Liga Veneta accettare una cosa del genere”. Il vostro ha l’aria dell’inizio di uno strappo. Avrà ripercussioni sulle elezioni regionali venete? “Non credo, perché anche se la Lega sta cambiando in Veneto c’è una figura come quella di Luca Zaia che è capace di tenere insieme tutti, i vecchi leghisti e i nuovi. Insomma: anche chi non condivide la svolta del partito voterà per Zaia, che farà cappotto. Quello che mi aspetto, piuttosto, è che il governatore con la sua lista porti via voti al Carroccio, riducendolo a percentuali molte più basse di quello che ci si aspetta. E sarà la dimostrazione plastica di quello che sto dicendo”. Ma vi aspettate davvero che la “vecchia” Lega vi dia l’ok ad utilizzare il simbolo, sconfessando Salvini?
“No, non credo che lo faranno. Ma trovo assurdo che ci sia una vasta area di militanti storici, che sono ancora iscritti al partito, e che non possono far politica attiva e candidarsi con quel simbolo. E’ una contraddizione. Salvini sta facendo un’operazione legittima, ma che non ha niente a che vedere con la Lega o con la Liga, ancora più identitaria. Dovrebbe lasciar perdere l’Alberto da Giussano e il leone di San Marco e usare la sua foto nel simbolo” Fava, ma non è che si sta candidando ad essere il leader del nuovo partito post-leghista? “Non ci penso nemmeno. Io non mi candido più: ho già fatto il sindaco, e il deputato per tre volte. Dalla politica ho già avuto tanto, non voglio altro. Soltanto portare avanti questa battaglia, che per me è di principio”. © RIPRODUZIONE RISERVATA
ROVIGO - No: la Lega non può rischiare di essere “umiliata” dalla lista Zaia come profetizza Gianni Fava. E Salvini scrive al partito veneto: i big vanno candidati sotto le insegne del Carroccio, senza se e senza ma. E il diktat è servito. Insomma, quello che si prospetta è un vero e proprio stravolgimento delle candidature, rispetto a quanto fin qui prospettato. Lo schema di Zaia, infatti, era chiaro da settimane: tutti gli assessori uscenti sarebbero stati ricandidati, ma nella stessa lista in cui corsero cinque anni fa. Per il polesano Cristiano Corazzari, insomma, posto assicurato da numero uno della lista Zaia in Polesine. Così non sarà, perché Salvini ha tracciato la linea difensiva del Carroccio: gli assessori uscenti - l’indicazione del segretario federale del partito - si dovranno presentare sotto il simbolo del Carroccio. Un modo per rinforzare una lista che, altrimenti, rischia di prendere una “scoppola” non soltanto dalla formazione personale del governatore (spostando gli equilibri interni del partito verso Zaia) e di essere insidiata da Fratelli d’Italia, i cui consensi sembrano essere in ascesa (spostando gli equilibri del centrodestra su scala nazionale). Insomma, Salvini, in un colpo solo, fa una doppia mossa di autotutela. Dal Polesine, Corazzari accetta di buon grado la novità. “Non è un diktat - le sue uniche parole - per me è un onore essere un candidato della Lega”. Ma ora la lista Zaia cerca un nuovo nome di peso in Polesine: e, visti anche i sondaggi favorevoli, la corsa è aperta. © RIPRODUZIONE RISERVATA
L’assessore regionale Cristiano Corazzari
L'ARENA
28 Provincia
Lunedì 10 Agosto 2020
GARDA- BALDO LAZISE. Olivetti, fondatore e presidente del gruppo: «Cinque anni fa. quando siamo partiti, erano in pochi a crederci. Ma oggi siamo in 35». Il ringraziamento di Sebastiano
La Protezione civile ha trovato casa Inauguratalasede:è ilfabbricatodivia Delle Coste costruitovent’anni fa dall’aziendaagricola Rocchetti.Ilsindaco:«Lo dobbiamoaivolontari» Katia Ferraro
Da cantina mai utilizzata a edificio polifunzionale da adibire a magazzino comunale, sede della protezione civile e luogo di ritrovo per le associazioni. A quasi vent’anni dalla sua costruzione, il fabbricato di via Delle Coste (località Rocchetti) a Lazise ha trovato finalmente una sua funzione, sociale e comunitaria. L’inaugurazione si è svolta sabato alla presenza dell’amministrazione comunale, dei volontari del Gruppo di protezione civile dell’Anmi (Associazione nazionale marinai d’Italia) di Lazise, di alcuni rappresentanti delle associazioni locali e delle forze dell’ordine. A rendere omaggio a quella che è diventata un’opera pubblica anche alcuni rappresentanti dei Comuni vicini, la consigliera regionale Orietta Salemi e il responsabile dell’Unità operativa di protezione civile della Provincia di Verona Armando Lorenzini. LA LUNGA ATTESA. «Inaugu-
riamo questo edificio dopo vicissitudini durate anni», ha ricordato il sindaco Luca Sebastiano al taglio del nastro, «la prima cosa a cui abbiamo pensato è stata dare una sede alla protezione civile, anche come forma di riconoscenza
GiovanniOlivetti,fondatore dellaProtezione civilediLazise
L’ideadipartenza era una cantina QUELLACHEDOVEVA essereuna cantinavenne costruitanei primianni Duemiladall’alloraAzienda agricolaRocchettisrl grazie aun sostanzioso contributo europeoricevuto attraversolaRegione Veneto.Pochianni dopo l’areasi trovò alcentro di unagrande operazione immobiliare,che portònel 2010allasottoscrizione di unaccordo pubblicoprivatotral’azienda agricolae ilComuneche prevedevala nascitadi un poloculturalenello spazio occupatodalla cantinaela trasformazionedell’area agricolainedificabile,con
unaquota divolumedestinata all’ediliziaconvenzionata. Cinque annidopo l’amministrazioneSebastiano modificòl’accordolimando la volumetriadestinata all’edilizialibera e rivedendola compensazionepubblica previstanell’accordo, incui fu inseritalacessionedella cantinaedello spaziodi pertinenza.Ad ogginon cisono ancorasviluppi significativi perlapartedi edilizia convenzionata,percuial tempoalcuniresidenti avevanoversato delle cospicuesomme anticipatorie adue cooperativeedilizie, senzamaivedere avviatii lavori. K.F.
Lanuovasede delgruppodellaProtezione civiledell’Anmi, l’Associazione nazionale marinaid’Italia FOTO PECORA
per l’importante lavoro fatto in questi mesi di emergenza sanitaria a favore della nostra comunità». GLI SPAZI. La porzione più
ampia del fabbricato sarà adibita a magazzino comunale per accogliere automezzi ed attrezzature finora ospitati vicino alle scuole. Nella parte frontale dell’immobile sono stati invece ricavati quattro locali (uno già destinato al gruppo di protezione civile) e una sala più ampia al piano
DOLCÈ. Partito all’iniziodi luglioeprolungato diuna settimana, sièconcluso venerdì scorso
superiore, adatta anche ad accogliere piccoli convegni, con servizi igienici realizzati su entrambi i piani. Per l’utilizzo della sala verrà redatto un regolamento, ha anticipato il sindaco, mentre i locali al piano terra saranno attribuiti dopo un’analisi delle necessità del territorio. Oltre alle bandiere italiana, europea e del Comune di Lazise, sabato sulla facciata dell’edificio sventolava lo striscione del gruppo di protezione civile Anmi di Lazise, a no-
me del quale ha parlato il fondatore e presidente Giovanni Olivetti: «Quando siamo partiti cinque anni fa pochi ci credevano, oggi contiamo 35 volontari», ha sottolineato. Durante la fase acuta dell’emergenza sanitaria i volontari hanno recapitato oltre 40mila mascherine a tutti i residenti, distribuito i buoni spesa a persone e famiglie che ne avevano diritto e fornito il servizio della consegna a domicilio di beni di prima necessità e medicinali a chi non poteva
muoversi da casa. «Un grande lavoro ripagato dalla riconoscenza delle persone, manifestata anche con donazioni», hanno raccontato i volontari. Il recupero dell’immobile, acquisito dal Comune a fine 2017, è costato 840mila euro: i lavori hanno riguardato l’adeguamento strutturale e antisismico, la coibentazione termica, il completamento degli impianti elettrici e termici, oltre alla realizzazione dei bagni. •
CAVAION. La vigiliadi Ferragostoincorte Torcolocon«Baldofilm»
IlCerallungatodisettegiorni Cosìnasceun lago Sono stati i genitori a chiederlo IlGardain otto minuti Persoddisfarele famiglie,ilComune harivistoil budgetprevisto Camilla Madinelli
Si è concluso venerdì il Centro estivo del Comune di Dolcè seguito da una trentina di bambini della scuola primaria, partito all’inizio di luglio e prolungato di una settimana su richiesta delle famiglie. «Dopo il lungo periodo di isolamento e con le difficoltà ben note per la pandemia da Covid-19, abbiamo affrontato una grande scommessa», spiega l’assessore ai servizi sociali, Angelo Zanesi. «Si trattava non solo di offrire un servizio tradizionalmente gradito, ma anche di rendere possibile a famiglie e bambini il recupero di una socialità di cui si è sentita molto la mancanza in seguito alla chiusura delle scuole a fine febbraio». Che il bisogno d’incontro fosse piuttosto forte, quest’anno, è apparso subito chiaro ai servizi sociali comunali e questi hanno attivato due centri estivi: uno al mattino, nella biblioteca di Volargne, e uno fino alle quattro di
pomeriggio alla scuola primaria di Volargne con pranzo in mensa. «Entrambi sono stati organizzati in collaborazione con i genitori, in modo da realizzare un’attività il più possibile condivisa e che andasse veramente incontro alle necessità e aspettative delle famiglie», continua Zanesi. La formula è stata vincente: i genitori hanno chiesto di prolungare di una settimana il Cer a tempo pieno e l’amministrazione si è resa disponibile a rivedere il budget previsto per farvi fronte. «Il valore aggiunto dell’esperienza di quest’anno è stato coinvolgere fortemente diverse realtà associative locali, i genitori e l’istituzione scolastica», commenta l’assessore alla cultura Sara Chiappa, che ha creduto e collaborato all’iniziativa educativa. «Inoltre, nel progetto elaborato dalla cooperativa Hermete, cui è stata affidata la gestione dei servizi socio-educativi nel Comune, sono stati coinvolti: la Protezione civile, che ha offerto il trasporto; il Rug-
Un’uscitalungol’Adige deibambini delCerdi Dolcè
by Touch Club Dolcè, il progetto Artekolorata di Sara Ivana Schniererova e la Banda di Dolcè, che hanno reso possibili alcuni laboratori; la biblioteca di Dolcè, che ha organizzato letture; i Carabinieri forestali di Peri per uscite nel territorio, l’associazione La Cavalara che ha curato la
manutenzione degli spazi e lo sfalcio dell’erba. Da ricordare infine il costante aiuto di Silvana Marconi».Cconcludono i due assessori, «il Cer ha risposto alle esigenze delle famiglie ma ha anche contribuito a cementare la comunità territoriale, che si è unita nelle sue forze migliori». •
Glialtritredocumentari sono«Mato elprete o iparochiani», «Cinciarella» e«West Star» A Cavaion seconda e ultima serata, venerdì, vigilia di Ferragosto, alle 20.45, nella sala Turri in corte Torcolo, della sedicesima edizione della rassegna cinematografica Baldofilm. Verranno proiettati quattro video: Mato el prete o i parochiani di Mirko Zamperini (durata 15 minuti), Cinciarella di Marco Banterla (5 minuti), West Star di Verona Report (49 minuti) e Nascita del lago di Garda di Maurizio Delibori (8 minuti). Saranno poi premiati i vincitori del concorso abbinato alla rassegna, organizzata dal Ctg Monte Baldo con il patrocinio del Comune di Cavaion e dell’Unione dei Comuni del Baldo. La giuria ha assegnato il primo premio a Ten Val d’Adige (2019) del regista Gabriele Donati, video-documentario che racconta le arrampicate degli ultimi 40 anni sulle pareti rocciose a picco della val d’Adige da parte
degli alpinisti che aprirono queste vie. Il secondo premio va a West Star (2019), il documentario che presenta la storia della ex base Nato di Affi, all’interno del Monte Moscal, con interviste e riprese interne. Il terzo premio è stato assegnato ex aequo a La Resistenza sul Baldo, cortometraggio della scuola media di San Zeno di Montagna che racconta con interviste la Resistenza partigiana nel 1944-’45, e a Mato el prete o i parochiani (2016) di Zamperini, ricerca della scuola primaria di Cerro sui «mati da Sago» della Lessinia. La giuria ha inoltre segnalato il documentario Cinciarella (2020) di Banterla. Sono 10 in totale le opere proiettate nella rassegna, insieme ad alcune che hanno vinto nelle scorse edizioni. Ai filmati vincenti e segnalati vanno numerosi volumi e libri sulla montagna veronese. Venerdì sera l’ingresso alla sala Turri è libero, con mascherina e quanto previsto dalle normative anticovid. «Baldofilm è, fin dalla nascita, una vetrina di opere di registi locali e un’occasione di
ricerca e approfondimento di tecniche di comunicazione filmica anche per le scuole», spiega l’organizzatore, Maurizio Delibori. «La rassegna era riservata a cortometraggi realizzati a partire dal 2010, che dovevano rappresentare, valorizzare e favorire la conoscenza delle realtà ambientali, naturalistiche, storiche, artistiche, sociali, economiche e delle tradizioni popolari del Monte Baldo. Una sezione, inoltre, era dedicata alla “Montagna da salvare”». Quest’anno la mancanza di contributi della Regione e di altri enti pubblici, unitamente all’emergenza Covid-19, ha penalizzato fortemente la promozione del concorso e i premi sono stati ridotti. Nonostante questo, però, il Ctg non ha mollato: «Abbiamo promosso la manifestazione con risorse finanziarie nostre e opera volontaria», spiega Delibori. «Per il futuro speriamo in un coinvolgimento dei comuni baldensi in modo da far proseguire al meglio l’iniziativa, che dimostra sempre buona qualità e coinvolge registi locali e le scuole». • C.M.
REGIONE
LUNEDÌ 10 AGOSTO 2020 MESSAGGERO DEL LUNEDÌ
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Il personaggio
Corona, i 70 anni festeggiati scalando da solo le montagne del Trentino Un’immagine su Fb scatena i fan dell’alpinista-scrittore «Più di una volta me la sono andata a cercare» Fabiano Filippin / PORDENONE
È quasi un ritorno alle origini il modo schivo ma allo stesso tempo condiviso con tutto il mondo quello scelto da Mauro Corona per festeggiare i suoi 70 anni. Lo scultore di Erto ha infatti trascorso la giornata di ieri tra le vette del Trentino Alto Adige, lontano da riflettori e eventi ufficiali. Ma è bastato un suo scatto pubblicato su Facebook per scatenare decine di migliaia di followers con i loro like e i calorosi augu-
ri.
Corona è nato praticamente per caso a Baselga di Piné, in provincia di Trento: il 9 agosto del 1950 sua madre Lucia Filippin si trovava in quelle zone come venditrice ambulante. Lì trascorse la sua infanzia prima di rientrare con la famiglia in Val Vajont. Ed è proprio tra queste montagne che ieri l’alpinista ha voluto cimentarsi nell’ennesima arrampicata in solitaria. «70 anni sul Corno d’Angolo. La svolta verso il ritorno», ha scritto a metà matti-
na Corona sulla propria pagina social aggiungendo una foto sulla vetta del rilievo di Dobbiaco. Sempre in mattinata lo scrittore ha ricevuto i saluti degli amici e conoscenti più cari, ringraziandoli per il pensiero. Per natura Mauro non ama le manifestazioni in grande stile, chiassose e traboccanti di gente. Tanto che anche durante il suo compleanno l’autore si è ben guardato dal frequentare locali o strade affollate. Sino a ieri sera nessuno lo aveva visto neppure nel labo-
ratorio di Erto. Sabato l’alpinista ha affidato a Facebook un’altra riflessione sul carattere dolceamaro della vita: il 7 agosto ricorreva infatti il quinto anniversario della scomparsa di Icio Protti, suo fidato amico che per lungo tempo lo ha accompagnato a tutte le presentazioni e iniziative promosse in Italia e all’estero. Di qui il ricordo malinconico online. È dagli anni Settanta che Corona fa parlare di sé come arrampicatore, artista del legno e più recentemente come narratore. Ultimamente il poliedrico artista è anche un volto noto della televisione grazie ad uno spazio fisso su Cartabianca, la seguita trasmissione di Raitre condotta dalla giornalista Bianca Berlinguer. Pure dal piccolo schermo Mauro non scorda mai la propria terra, la sua Erto che evoca sempre nei duetti con la Berlinguer lanciando appelli e spesso ottenendo visite istituzionali di rilievo. Non c’è infatti leader politico nazionale che non sia transitato per la diga del Vajont e ci abbia scambiato qualche battuta. Lo scrittore però si definisce “avulso dai partiti e dalle logiche di potere”. Quella per le idee ambientaliste di Corona è una tematica talmente apprezzata dal pubblico che persino il comico Maurizio Crozza ha voluto de-
Con Bianca Berlinguer
«Sul Corno d’Angolo. La svolta verso il ritorno», ha scritto ieri a metà mattina
In diretta tv
Salvini e lo stile democristiano di Zaia
M
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FRANCESCO JORI
IL COMMENTO
atteo Salvini guida una Lega cui sta cambiando pelle, genere e Dna, convertendola da nordista a nazionale. E ripropone il ritornello di una vecchia canzone (...e qui comando io...) alla vigilia di importanti elezioni regionali: andando a intonarlo sotto la finestra di Luca Zaia, che per la terza volta si candida alla guida del Veneto. Un’area, giova ricordarlo, che nella Lega è più che mai l’azionista di maggioranza in termini
dicargli delle imitazioni in serie. Il rapporto di Mauro con la cultura si esprime però al meglio nei tantissimi libri date alle stampe, molti dei quali illustrati dal figlio Matteo che, come lui, condivide la passione per l’arte. “Mi è capitato di avventurarmi a scrivere ma ritengo che ciò che ho letto nel corso della mia vita sia ben più importante di quanto ho scritto”, ripete spesso questa citazione di Borges quando viene intervistato sulle sue opere, tutte ambientate in paesaggi alpini mozzafiato e boschi popolati da “presenze” del mito o del passato più antico. Infine l’amore per la montagna, quella da affrontare ogni giorno, quella su cui si è spinto fin da piccolissimo insieme al nonno. «A Erto ci sono pareti che ti sfidano all’estremo e che attirano migliaia di appassionati, era inevitabile che io non rimanessi sordo a quel richiamo», ha detto Corona. Non prima di aggiungere che si considera «un gatto che ha usato tutte le sue nove vite e anche di più». «Tra temporali in quota, scivoloni sul ghiaccio e cadute, diciamo che più di una volta me la sono andata a cercare», è stato il messaggio dell’alpinista di Erto a margine del suo compleanno. —
di consensi, come spesso in passato; ma sempre tenuta in una posizione subalterna rispetto alla componente lombarda. Il diktat di Salvini a Zaia (perché di questo si tratta) riguarda la composizione della lista che a lui farà capo, imponendo agli assessori uscenti di candidarsi in quella ufficiale del partito. Il motivo è chiarissimo: già nel 2015 il simbolo del governatore distanziò quello del Carroccio di oltre cinque punti; stavolta, tutti i
sondaggi gli assegnano un vantaggio di gran lunga superiore. E siccome nel cartello figurerà anche una terza lista di sindaci di area, il Capitano teme di uscirne pesantemente ridimensionato, se non addirittura ridicolizzato, dal suo luogotenente. Ma quando mai? ! Perciò scatta il “qui comando io”: il segretario in persona, tramite i suoi pretoriani, mette il naso nelle candidature venete. Anzi, le mani. C’è chi vede nel combinato disposto tra cambio di identi-
tà nazionale della Lega e ingerenze regionali il focolaio di un’incendiaria rivolta anti-Salvini destinata a detronizzarlo. In realtà, nella politica e nel giornalismo italiano non pochi confondono i dati di fatto con i propri desideri. I mal di pancia veneti e lombardi sono semplici brontolii di vecchie e logore bandiere sdrucite, che non produrranno effetti visibili sull’ultimo partito stalinista italiano. Non che sia campata in aria l’ipotesi di un Capitano in disarmo; ma se
mai perderà i galloni, non accadrà né per malumori interni né per via giudiziaria, ma sul terreno squisitamente politico. Dove i sondaggi sono concordi nell’indicare un declino della Lega e una speculare crescita di Fratelli d’Italia. Ma rimangono travasi interni al centrodestra. E il dato complessivo basterà magari per vincere le elezioni, non per assicurare un governo stabile e non litigioso al Paese, con una leadership riconosciuta e indiscussa. Vero è che il solo sondaggio che conta è quello delle urne. Ma già qui, tra poco più di un mese, malgrado i suoi diktat sulle liste Salvini riceverà un
messaggio chiaro dal Veneto. Dove Zaia stravincerà non solo per l’effetto Covid, ma per uno stile politico alternativo rispetto a quello del Capitano, ispirato a quella moderazione che nell’ormai era geologica della fu Democrazia Cristiana garantiva consensi diffusi. Rifiutando strepiti, sfracelli, proclami, mascelle risibilmente volitive. Col suo “E qui comando io”, la Cinquetti non arrivò neppure alla finale di Canzonissima: figuriamoci in politica. Dove quelle orgogliose affermazioni rischiano di rivelarsi per quello che Edoardo Bennato spiega agli “impresari di partito”: sono solo canzonette. —