RASSEGNA STAMPA DELL'11 AGOSTO 2020

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REGIONE ATTUALITÀ

Corriere del Veneto Martedì 11 Agosto 2020

5 VE

La politica Uomini e partiti

VENEZIA In un crescendo parossistico, la Lega ieri ha vissuto la sua giornata più lunga con tre consiglieri regionali invischiati nell’affaire del bonus di 600 euro, la caccia ai nomi e il colpo di grazia: uno dei tre è il vice presidente della Regione, Gianluca Forcolin. Frenetiche le verifiche, i distinguo, anche consistenti (pare che Forcolin non abbia ricevuto un centesimo all’atto pratico) ma l’ondata di panico è montata rapida. Il danno di immagine a un mese dalle urne è forte. Non bastavano il lancio incrociato di coltelli su chi mettere nella lista del Presidente, chi in lista Lega. I giochi si sono chiusi ieri pomeriggio al K3 di Treviso. I candidati, divisi per provincia, scaglionati a orari fissi, sono arrivati a grappoli. La testa sulla firma che sancisce l’accettazione della candidatura alle regionali, il cuore tutto sulla vicenda di

Il vicepresidente

Da Treviso

Da Verona

Gianluca Forcolin, di Musile nel Veneziano, è vice presidente e assessore al Bilancio e controllo finanziario della Regione

Riccardo Barbisan è stato eletto nel 2015 nella lista Lega Nord nella circoscrizione di Treviso con 3.275 preferenze

Alessandro Montagnoli è stato eletto nel 2015 nella lista Lega Nord nella circoscrizione di Verona con 5.529 preferenze

Bonus,ilvicegovernatoreammette «Ilmiostudiohachiestoi600euro» Forcolinalloscoperto:«Èstatalamiasocia,domandarespinta:liavremmodatiaidipendenti» quei maledetti 600 euro chiesti (legittimamente visto che non c’è reato, ma quanto meno inopportuni) nonostante stipendi netti che variano dai 6 ai 7 mila euro netti al mese. Nonostante il mini scandalo dei rimborsi forfettizzati scattati anche durante i mesi di stop del Paese fosse ancora fresco. Poi la caccia ai nomi in chat, le polpette avvelenate per la stampa, i tentativi di coinvolgere altri partiti, l’indignazione di Erika Baldin (5S) e Graziano Azzalin (Pd). Le verifiche, pazienti, a scartare partito dopo partito gli altri fino alla conferma: i tre nomi sono tutti della Lega. Oltre al veneziano Forcolin, ci sono il trevigiano Riccardo Barbisan e il veronese Alessandro Montagnoli. Questi ultimi hanno detto di aver donato i 600 euro in beneficienza. La notizia dei tre casi era trapelata domenica sera: 3 nomi, tutti della Lega. Potenzialmente una catastrofe mediatica. E così è stato. Luca Zaia postava nel gruppo dei suoi l’articolo che aveva dato la stura alle polemiche chiedendo,

secco, di confermare o meno l’eventuale richiesta di bonus. Sono fioccati, zelanti, i «no». Ma qualcuno mancava all’appello. Nel tardo pomeriggio di ieri i tre nomi circolavano ovunque in casa Lega. Ieri il commissario del Carroccio Lorenzo Fontana è stato perentorio «Al momento non abbiamo alcun riscontro, ma se dovesse emergere che eletti hanno fatto richiesta all’Inps del bonus da 600 euro al mese per le partite Iva, quei nomi non finiranno tra i candidati nelle liste in Veneto e verranno immediatamente sospesi dal movimento». Zaia, sulla stessa linea, diceva in mattinata, prima che il caso deflagrasse: «Il sentiment è pesante, i cittadini chiedono chiarezza e credo debbano essere ascoltati». Ma i nomi non erano ancora saltati fuori. Zaia era in pressing: «Non esprimo giudizi perché ognuno avrà la sua giustificazione, le sue motivazioni. Ci mettiamo poco a fare una sorta di `me too´ al contrario. Sospensione e perdita del treno candidature. Se fosse per me

Bonus per le Partite Iva

Cos’è L’importo del bonus a sostegno delle Partite Iva era di 600 euro per i mesi di marzo e aprile. Da maggio è diventato di 1000 euro, a patto di dimostrare di avere subito ad aprile 2020 una perdita di fatturato pari a un terzo rispetto allo stesso periodo del 2019

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Chi ne ha diritto La misura era destinata a titolari di partita Iva, co.co.co. iscritti alla Gestione separata e ai lavoratori autonomi iscritti alle Gestioni speciali dell’assicurazione generale obbligatoria ma anche stagionali e del turismo e dello spettacolo

Quanti l’hanno ricevuto Al 20 giugno, in Veneto erano quasi 335 mila i beneficiari (per quasi 201 milioni di euro. 28. 154 professionisti e co.co.co., 268.516 autonomi, 17.516 stagionali turistici; 18.767 agricoltori e 2.219 lavoratori dello spettacolo

quella persona non la candiderei». Parole da cui è difficile tornare indietro ma le truppe sono dilaniate dal dubbio. C’è chi, scuro in volto, dice che gli errori, seppure in buona fede si pagano e chi, invece, viste le spiegazioni dei tre compagni di partito, qualche distinguo li fa. A partire proprio da Forcolin che sintetizza: «Sono socio di uno studio associato tributaristi, tre soci e sette impiegate. Io ovviamente sono con una percentuale ridotta visto l’incarico politico. Nel periodo Covid lo studio ha richiesto, come tutti, di ottenere le risorse previste dal governo per far fronte alle inevitabili spese di gestione, visto che le ragazze erano a part time ed era stata attivata la cassa integrazione. Alla fine comunque ci stiamo riprendendo senza nessun aiuto tranne, in parte, la cassa integrazione. Il sottoscritto non ha ricevuto un solo centesimo, inclusi i famosi 600 euro». Il vicepresidente spiega poi che la richiesta è stata fatta dalla sua socia e che l’ha scoperto solo

I colonnelli della Lega Si può anche credere a un errore in buona fede ma, purtroppo, anche quelli alla fine si devono pagare

ora. La domanda comunque sarebbe stata respinta. «Resto a disposizione del partito, spero che questo non azzeri 5 anni di etica e impegno morale». Lo spaesamento nella Lega è palpabile. Proprio nel momento di massima ascesa, con sondaggi che danno il presidente capace di arrivare all’80%, i commenti social alla notizia dei tre casi «incriminati», sono feroci. Le liste saranno chiuse al momento di depositarle, di mezzo, spiegano i colonnelli, «ulteriori verifiche» ma la strada sembra segnata. Nonostante la batosta collettiva, non si placano le polemiche interne. La palma va a Padova dove il commissario dimissionario e candidato Filippo Lazzarin era stato nominato un anno fa per il Padovano proprio specificando la non candidabilità. Si mugugna un po’ su tutto. Spicca il caso Vigodarzere, 13 mila anime, un deputato-sindaco (Adolfo Zordan)con la presidente del consiglio Cristina Mason in lista Lega e un suo assessore, Elisa Cavinato, in lista Zaia. Stupore,poi, per la «promozione» nella lista del presidente di Giulio Centenaro, sospeso nel 2017 per aver aggredito fisicamente il compagno di partito Daniele Canella, sindaco di San Giorgio delle Pertiche. A Treviso la spuntano Roberto Bet, Paolo Speranzon, Stefano Busolin, ex sindaci e fedeli zaiani. Ma nella Marca, si sa, è più difficile litigare. Martina Zambon © RIPRODUZIONE RISERVATA

Barbisan: «Ho dato subito i soldi al Comune, ecco i bonifici» Il consigliere li avrebbe ricevuti il 5 e «girati» il 6 al fondo Covid. Montagnoli: «È stato un errore, ho rimediato» VENEZIA «Sto passando ore terribili...», Riccardo Barbisan, 36 anni, consigliere uscente in Regione, non si capacita. È suo uno dei tre nomi di chi ha richiesto il bonus di 600 euro. Poi si riprende e racconta, esibisce i bonifici, dà il numero del suo commercialista per confermare la sua versione, spiega e ammette che già erano giornate difficili perché la sua candidatura «ballava» fra lista Zaia e lista Lega. «Il 5 maggio ricevo 600 euro dall’Inps. Non capisco cosa siano, chiamo la banca, chiamo il commercialista cui ho affidato da tempo le mie credenziali Inps e lui mi spiega “è il bonus, ho fatto richiesta e te

La vicenda ● Il veneziano Gianluca Forcolin, vice governatore e i consiglieri regionali Riccardo Barbisan (Treviso) e Alessandro Montagnoli (Verona) avrebbero fatto richiesta del bonus a sostegno delle partite Iva di 600 euro

l’hanno concesso”. Esattamente il giorno dopo, ho i bonifici che lo provano, verso l’intera somma sul conto corrente che in Comune a Treviso - io sono anche consigliere comunale- avevamo aperto per le famiglie in difficoltà. Nelle stesse ore do indicazioni al mio commercialista di non richiedere altri bonus». Fin qui i fatti, poi l’analisi. «Quei 600 euro li ho sentiti in più fin da subito - spiega Barbisan - ma sono contento di averli “tolti” a Roma e dati a Treviso che era stata penalizzata nell’assegnazione dei buoni alimentari. Treviso aveva ricevuto molti meno soldi di città simili per popolazio-

ne. Se ho potuto aiutare chi era più in difficoltà nella mia città, non mi sento colpevole». Vista la bufera mediatica che si è scatenata, però, qualche dubbio sopraggiunge: «Avrò commesso la leggerezza di non dire al commercialista di non fare richiesta, certo, ma ad essere sincero non pensavo di rientrare fra gli aventi diritto dato che come consigliere regionale sono in una posizione fortunata. È una follia che mi sia stato concesso. Se qualcuno si è sentito offeso chiedo scusa ma ho recuperato subito». Quanto ai rimborsi forfett i z z a t i a n c h e d u r a n te i l lockdown, Barbisan spiega di

non averne mai goduto. E per la candidatura nel limbo, chiude: «Hanno detto che le liste saranno definitive solo nel momento in cui vengono depositate. Sono in attesa che chi di dovere prenda una deci-

Restituzioni Il bonifico con cui Barbisan ha versato i 600 euro sul conto solidale il giorno dopo averli ricevuti

sione, io mi sento sereno». Anche il veronese Alessandro Montagnoli,spiega che quei 600 euro sono finiti in beneficienza già alcuni mesi fa: «All’inizio dell’emergenza ho presentato la domanda per il sostegno, in quanto lavoratore autonomo. Poi mi sono reso conto dell’errore e ho cercato di rimediare: data la mia posizione e il mio incarico in Regione ho pensato che era meglio che altri avessero quei soldi. Già mesi fa li ho destinati a opere di beneficienza sul territorio». M.Za. (ha collaborato Davide Orsato) © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Martedì 11 Agosto 2020 Corriere del Veneto

PRIMO PIANO

Infrastrutture e territorio

CommissarioperlaTavveneta «UseremoilmodelloGenova» Il ministro De Micheli apre i cantieri della Verona-Vicenza e firma l’intesa per il nodo di Padova «Dall’Europa i soldi che mancano». Da sei sette a sette anni per chiudere la Milano-Venezia PADOVA La «signora ministro» (questa la femminilizzazione del titolo che pare preferire) Paola De Micheli, titolare del Mit, parla di un arco temporale di 7-8 anni per ultimare la linea ad alta velocità MilanoVenezia. Si tratta della travagliata Tav veneta che al momento procede più o meno speditamente fra Brescia e Verona. In privato, il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, si dice, è anche più ottimista: con un po’ di fortuna ce la si può fare in sei. Giusto in concomitanza con l’apertura dell’altro corridoio Ten-T, quello del Brennero con il tunnel di base. Giusto l’anno delle Olimpiadi invernali Milano-Cortina. Il 2026 come sfida. La domanda, però, è come si fa ad accelerare quando da Vicenza a Padova, per dire, la progettazione è un incerto tratto di penna sulla carta geografica? Con un commissario. Dopo decenni di tribolazioni, il quadruplicamento della linea ferroviaria potrà godere del più classico dei «booster», la gestione commissariale, appunto. Il tutto è racchiuso nel decreto Semplificazioni e nel piano Italia Veloce. E in Veneto c’è già chi si augura che l’amministratore delegato e direttore generale di Rfi, Maurizio Gentile, prossimo alla pensione, possa chiudere in bellezza la carriera proprio da commissario della Tav veneta. «Il commissario avrà poteri che incrociano il meglio di Genova con il meglio di Expo, spiega il ministro - un vero e proprio upgrading del potere commissariale». L’occasione per fare il punto sulle infrastrutture venete è il doppio appuntamento di De Micheli in regione. Il tour «ad alta velocità» è iniziato ieri mattina a Palazzo Moroni dove, oltre al sindaco Sergio Giordani, i vertici al gran completo di Ferrovie, c’era anche il governatore

La Tav in Veneto

Tracciato Brescia-Verona, cantieri aperti per sei anni Il tratto dell’Alta velocità tra Brescia e Verona è stato approvato dal Cipe nel luglio del 2017 e prevede un tracciato lungo 60 chilometri. Il suo costo è stato stimato in 2,8 miliardi di euro, i lavori sono partiti l’anno scorso e dovrebbero durate sei anni. Tra il casello «Brescia Est» e Sona del Veronese la ferrovia affiancherà l’autostrada fino all’interporto Quadrante Europa. Poi raggiungerà la stazione di Porta Nuova

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Finanziato solo il primo lotto del collegamento a Vicenza Ieri mattina è stato firmato a Verona il contratto di avvio lavori per il collegamento fino a Vicenza. Il tracciato si estenderà per circa 44 km ed è suddiviso in due lotti. Il primo, del valore di 984 milioni di euro, è interamente finanziato, il secondo, del valore di oltre 1,7 miliardi, è ancora da finanziare. I cantieri dovrebbero durare sei anni e otto mesi e l’attivazione del servizio tra le due città è prevista nel 2027

Luca Zaia. L’occasione è stata la firma all’addendum del piano di riqualificazione dello snodo ferroviario patavino con predisposizione all’arrivo dei binari della Tav (da collegare probabilmente interrandoli per 900 metri ai binari già operativi della Padova-Mestre) e una piastra per collegare nord e sud della città divisa proprio dai binari. Al netto di un serrato botta e risposta quasi galante (Zaia: «ministro effervescente», lei ringrazia calorosamente il governatore per la collaborazione dimostrata), Zaia va al sodo e fa presente che, va bene l’accelerazione, ma all’appello mancano ancora 4,7 miliardi per finire la Tav. Il ministro assicura che

Padova Il sindaco Sergio Giordani

Verona Il sindaco Federico Sboarina

il Recovery fund garantisce la piena copertura e che se ne è discusso anche all’ultimo Cipe aggiungendo, poi, che a inizio settembre tornerà per annunciare «Italia Veloce Veneto», un piano che include una serie di altre infrastrutture strategiche da far partire con la modalità accelerata di cui sopra (e già finanziate). De Micheli spiega che da donna del Nord ne ha ben presente le esigenze, soprattutto infrastrutturali ma che rifiuta la dialettica antagonista NordSud. «È vero che oltre il 40% delle risorse infrastrutturali vanno al Sud - spiega il ministro - ma non c’è alcuna, ripeto, alcuna trascuratezza per il Nord. Da un recente studio

● L’acronimo MIT Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (in sigla MIT) ha competenza sulle reti infrastrutturali nazionali (stradali, autostradali, ferroviarie, portuali e aeroportuali). Negli Usa ma anche in buona parte del mondo occidentale con la stessa sigla viene individuata un’importante università, il Massachusets Institute o Technology.

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Ancora un anno per definire il progetto dell’arrivo a Padova La tratta tra Vicenza e Padova non è ancora stata progettata ma si sa già che serviranno sei anni e otto mesi di cantieri come per il collegamento tra Verona e Vicenza. Al momento nessun disegno del tracciato è stato fatto ma ieri in Comune a Padova è stata firmata l’intesa che porterà entro un anno ad avere il progetto del collegamento. Previste opere per 3 miliardi di euro e una piastra sopra l’attuale stazione ferroviaria

A Palazzo Moroni Ieri, a Padova, il ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli ha sottoscritto l’accordo per l’alta velocità con il presidente del Veneto Luca Zaia e il sindaco della città del Santo Sergio Giordani (Foto, Bergamaschi)

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Venezia-Trieste, percorso contestato e tutto rivisto Da Venezia a Trieste la Tav si trasforma in alta capacità. Il tracciato iniziale prevedeva, nel 2010, che una parte del percorso fosse in tunnel ma sono emersi numerosi problemi ambientali e con i residenti. È stato nominato un commissario e si è scelto di potenziare e sistemare la vecchia linea ferroviaria a collegamento tra le due regioni

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Fondi europei e trasporto pubblico

Recovery fund, aperto il confronto con le Regioni «Proposte a fine mese» Treniebus,ilVeneto:«Pendolaricomecongiunti» VENEZIA Dire che la pace è fatta è prematuro,

ma ieri tra Stato e Regioni l’ascia di guerra è stata - al momento - deposta. E la voglia di trovare una quadratura del cerchio, sul trasporto pubblico locale (motivo di scontro nei giorni scorsi) e sul recovery fund europeo, c’è da parte di tutti. Il 23 luglio, agli Stati generali dell’Economia a Villa Pamphilj (Roma) il premier Giuseppe Conte e il ministro Francesco Boccia (Affari regionali)

avevano annunciato: «Coinvolgeremo le Regioni nel piano per la ripresa». Detto, fatto. Ieri, a poco più di due settimane di distanza, il primo incontro, in videoconferenza: «In modo da avere per fine mese le sollecitazioni delle Regioni - fanno sapere da Roma - C’è la massima collaborazione da parte di tutti». E, in effetti, dal Veneto arriva la conferma della volontà di collaborare. Ma servono dettagli maggiori sulla questione. Va cioè chiarito

come Roma intende procedere: Bruxelles ha imposto paletti stringenti per l’erogazione dei fondi (definizione entro ottobre di un Piano triennale di interventi che preveda la riforma di giustizia, fisco e lavoro, nonché la transizione a digitale e «green»). Più urgente dei fondi europei - manca solo un mese alla prima campanella nelle scuole - il nodo dei trasporto pubblico. Ieri il presidente Luca Zaia insieme a Stefano Bonaccini (presidente dell’Emilia-Romagna e della conferenza delle Regioni) si è confrontato con i ministri Boccia, Roberto Speranza (Salute) e Paola De Micheli (Infrastrutture). Obiettivo: capire come garantire la mobilità di studenti e pendolari e al contempo la sicurezza a bordo di bus e treni. Il Comitato tecnico scientifico (Cts) del governo due settimane fa ha suggerito di tornare al distanziamento di un metro ma «così è impossibile riaprire le scuole a settembre», hanno protestato le Regioni, a partire dalla nostra. Nel frattempo, il Dpcm del governo ha precisato che se la corsa dura meno di 15 minuti, gli scuolabus possono viaggiare a piena capienza come anche quei mezzi di solito usati nelle linee

Il governo Sul tpl è stato chiesto alle Regioni di preparare un documento per il Cts: va garantita sicurezza e mobilità per tutti

Il presidente Ho proposto di considerare congiunti quei gruppi di pendolari che usano sempre lo stesso mezzo alle stessa ora


Corriere del Veneto Martedì 11 Agosto 2020

PRIMO PIANO

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MOSE E LAGUNA I NUOVI POTERI emerge che negli 80 km intorno alle stazioni dell’alta velocità il Pil cresce fino al 3,5%, qui parliamo di visione unitaria e strategica del Paese». La seconda tappa veneta del ministro è stata Verona con una firma più pesante, quella del contratto di avvio lavori per la Tav fra Verona e Vicenza. A firmare, Rfi e il general contractor Iricav Due, 83% Gruppo Webuild, (Webuild e Astaldi) e 17% da Hitachi Rail STS, con quote minori di Lamaro Appalti e Fintecna. Una firma, nello specifico, per il primo lotto funzionale del valore di 2,7 miliardi di euro. La tratta interessata è quella compresa fra Verona e bivio Vicenza, 44 km divisi in due lotti. Il primo, 984 milioni, è interamente finanziato; il secondo del valore di oltre 1,7 miliardi, è da finanziare. Quattromila gli addetti. Durata prevista del cantiere: 6 anni e 8 mesi. Lo stesso tempo che servirebbe a completare la linea fra Vicenza e Padova, al momento poco più di un’intenzione: nessun progetto o finanziamento formalizzato anche se il ministro sembra intenzionata a pestare sull’acceleratore avanzando in contemporanea. A Verona, De Micheli ha spiegato che l’obiettivo è di non avere un disallineamento tra il Brennero e la tratta Milano-Venezia superiore all’anno e mezzo: «Se finiamo il Brennero nel 2026 spiega - e se riuscissimo a completare la Milano-Venezia al massimo nel 2028, riusciremmo ad arrivare al completamento del disegno infrastrutturale che ho in mente». Anni cruciali, si diceva per le Olimpiadi. Il ministro ringrazia il governatore e «la signora assessore» Elisa De Berti per il gran lavoro svolto. «In questi giorni stiamo raccogliendo gli ultimi pareri, - spiega De Micheli - a breve firmerò il decreto ministeriale per ufficializzare il piano che è integralmente coperto con risorse pubbliche e che ha copertura sui due accordi di programma, con Anas e con Rfi più il miliardo in legge di bilancio. A settembre verrà costituita la società Infrastrutture Milano Cortina 2026 con poteri commissariali per arrivare in tempo alla meta». Martina Zambon

I rapporti di forza nell’Autorità per Venezia

Mibact Roma la definisce «un’operazione rivoluzionaria», di quelle che entreranno nella storia. Ma, a quattro giorni di distanza dal via libera del Consiglio dei ministri all’Autorità per la laguna di Venezia, l’istituzione che gestirà il Mose e gli interventi di salvaguardia, il Comune ancora non si sbilancia. Unico commento che trapela da Ca’ Farsetti è che il sindaco Luigi Brugnaro sta facendo «un’analisi accurata del decreto». Che tra calli e campi, sulle scelte del governo, ci fosse maretta era già emerso (l’assessore al Welfare Simone Venturini ha bollato l’operazione con il non troppo cortese epiteto di «carrozzone romano»): Venezia, d’altronde, sperava di essere al comando della sala dei bottoni chiamata a decidere quando sollevare le paratoie all’arrivo dell’acqua alta. Il Mose è, però, opera dello Stato - costata quasi 6 miliardi di euro e travolta dallo scandalo delle tangentidifficile credere che Roma facesse un passo indietro sulla sua gestione. Ma, garantisce il ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli (il decreto approvato venerdì è del Mit): «Gli enti locali ci sono e saranno autorevolmente rappresentati». E aggiunge, «non c’è alcuna volontà di centralizzazione, tutte le istituzioni hanno un obiettivo comune (il bene della città, ndr) e lo perseguiranno insieme». La città in questione, poi, non è una a caso (senza togliere nulla agli altri municipi italiani) ma, ricorda De Micheli, «è Venezia, patrimonio di tutta l’Italia, anzi di tutto il mondo e su Venezia ci sono puntati gli occhi di tutti». Certo, le necessità dei veneziani «vengono per prime», prosegue, ma le une non escludono il ruolo e il peso specifico che la laguna ha su scala internazionale. Tra i tantissimi «occhi puntati» ci sono anche quelli dell’Unesco che ormai quattro anni fa ha messo in mora il governo italiano per non aver fatto abbastanza per Venezia e, tutt’ora, la laguna rischia di finire nella blacklist dei siti patrimonio dell’umanità a rischio se non si sciolgono nodi cruciali quali le acque alte, il passaggio delle crociere e la monocultura turistica. Sotto il profilo tecnico, «l’Autorità per la laguna si riappropria dei poteri del Magistrato alle acque (cancellato, sempre dopo lo scandalo delle mazzette nel 2014, dall’allora premier Matteo Renzi, ndr) - sottolinea De Micheli A breve sarà pubblicato il decreto, Comune e Regione potranno presentare le loro osservazioni». L’impianto dell’Autorità è comunque stato già deciso: a guidarla un consiglio di gestione con a capo il presidente di nomina governativa («sentiti Comune e Regione») e al suo fianco esponenti di Mit, Mibact e dei ministeri dell’Ambiente e dell’Economia insieme a Comune e Città metropolita-

VENEZIA

Il ministro Nessuna volontà di centralismo ma Venezia è un patrimonio del mondo e gli occhi di tutti sono puntati sulla città

Zincone È stata imboccata la strada giusta, sono fiduciosa che le tante competenze acquisite nel corso degli anni saranno valorizzate

© RIPRODUZIONE RISERVATA

extraurbane, ossia senza posti in piedi ma solo a sedere. «Abbiamo chiesto alle Regioni di preparare un documento per il Cts», la richiesta di Boccia per tenere insieme la «necessità di sicurezza sanitaria» (come ha spiegato Speranza) e il «diritto collettivo alla mobilità» (De Micheli). «Ho presentato una proposta al governo - fa sapere Zaia - Ho chiesto che i gruppi di pendolari presenti sempre alla stessa ora e sullo stesso mezzo siano considerati congiunti, almeno così treni e bus potranno aumentare la capienza: non fosse possibile, di 10 milioni di persone che usano ogni giorno i mezzi pubblici in Veneto, 3 milioni resterebbero a terra». La mascherina, ovviamente, resta obbligatoria per tutti. Nell’attesa di un responso da Roma, Zaia non metterà mano all’ordinanza sulla piena capienza, «non per andare contro il governo ma per percorrere un percorso comune con approccio costruttivo - conclude - dobbiamo insistere sull’obbligo della mascherina anche da parte dei turisti e essere meno intransigenti sul distanziamento, altrimenti scoppierà il caos». (g. b.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

Presidente

Mit

Ministero dell’Ambiente

Ministero dell’Economia

IL CONSIGLIO DI GESTIONE

Regione Veneto

Comune di Venezia Città metropolitana di Venezia

L’Ego - Hub

Autorità per Venezia il governo promette «Spazio agli enti locali» È caccia al presidente Il Provveditore Zincone entusiasta: «Fatta la cosa giusta» na di Venezia e Regione Veneto. L’organo di gestione potrà affidare opere, manutenzioni e altre attività a una società in house, ossia una azienda partecipata al 100 per cento. Nel mentre, il Consorzio Venezia Nuova (Cvn), che dal 1984 è concessionario unico delle opere di salvaguardia della laguna, sarà messo in liquidazione. «Non ho ancora letto il decreto e non siamo stati coinvolti nell’operazione», taglia corto Giuseppe Fiengo, uno dei commissari nominati

● L’editoriale Il sistema Mose la nuova agenzia e i fronti aperti

U

SEGUE DALLA PRIMA

na conferenza dei servizi dove ogni rappresentante dovrà cooperare con gli altri, superare scogli e divisioni tecniche, vedute diverse, e ovviamente avere il benestare degli organi di controllo. Questo è un punto non ancora del tutto chiaro, come si organizzeranno gli interventi di spesa, quali voci di bilancio statale, e quelli degli enti locali come concorreranno? Nei prossimi giorni vedremo come reagirà il mondo alla notizia, tanto è cara e considerata questa città che l’Agenzia rilancerà negli altri Paesi, tutti interessati alle sorti del Mose. Funzionerà? Servirà a salvare i

al Consorzio dall’anticorruzione e dal prefetto di Roma dopo l’inchiesta giudiziaria del Mose. In casa Cvn, c’è preoccupazione per gli scenari futuri, ciò non toglie che ci sia «la disponibilità a ad assecondare qualsiasi disegno». E se il Consorzio trema, il Provveditorato interregionale alle opere pubbliche (l’ex Magistrato alle acque) gioisce delle scelte romane. «Benissimo la nascita dell’Autorità, sono state messe le basi perché per una volta si pensi alle

gioielli di una edilizia insuperabile? Intanto si parte, poco personale superqualificato, tecnici di primo livello,un grande laboratorio di sperimentazione mondiale per le città d’acqua. Si dovranno risolvere complessi problemi di ingegneria istituzionale, aspetti giuridici speriamo non contenziosi ,per raggiungere un equilibrio che garantisca legittimità e interesse pubblico. Infatti da un lato ci sono tutti gli interrogativi tecnici sulla tenuta delle opere, dall’ altro complicati profili di rapporti con le Imprese, con il personale, con i fornitori ecc. È uno snodo pieno di interrogativi e solo il lavoro dei prossimi mesi ci dirà dei risultati raggiunti. Certo il laboratorio Mose affidato alla nuova Agenzia rappresenta una sfida e una scommessa, e, crediamo la speranza di tutti e’ che l’esito degli sforzi pubblici produca finalmente un effetto decisivo sul futuro di questa città e dei suoi abitanti. Gianfranco Perulli © RIPRODUZIONE RISERVATA

cose giuste, speriamo che vada così ma le premesse ci sono tutte - commenta il provveditore Cinzia Zincone - Avevo chiesto che non si separassero le competenze sulla laguna dalla gestione del Mose e così è stato». Tra le altre richieste, la valorizzazione delle competenze maturate in tanti anni di lavoro: «Nel Consorzio e anche nelle imprese - continua Zincone - ma sono fiduciosa». E la fiducia sembra ben riposta, De Micheli, a distanza, fa sapere: «Abbiamo l’esigenza di valorizzare le competenze esistenti». Detto questo, per Zincone, farà da discrimine chi guiderà il nuovo ente. «È davvero importante chi nomineranno - conclude - Bisognerà che tutte le parti coinvolte sappiano collaborare, come stiamo già facendo con il Comune e su Porto Marghera con la Regione». Il provveditore, però, anticipa «io a breve vado in pensione», sia mai che qualcuno ipotizzi che l’attuale provveditore sia in corsa per il posto da presidente dell’Autorità. Chi sarà, non è ancora dato a saperlo - «Non abbiamo nemmeno pubblicato il decreto, è assolutamente prematuro, pensare al nome del papabile presidente», sottolinea De Micheli - ma il sottosegretario dell’Economia nonché candidato a sindaco di Venezia Pier Paolo Baretta sul cui futuro all’Autorità erano già circolati rumors segnala: «Sono in pensione, la legge Madia mi esclude e io corro a sindaco». Gloria Bertasi © RIPRODUZIONE RISERVATA


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REGIONE ATTUALITÀ

Martedì 11 Agosto 2020 Corriere del Veneto

L’EPIDEMIA COVID

Immuni solo 93mila veneti. E il 7 settembre i primi dodici volontari assumeranno il vaccino a Verona

Il virus ha cambiato le sue prede 8 su 10 hanno meno di 40 anni La scheda ● Da fine aprile l’età media degli infetti da Covid-19 si è abbassata da 61 anni a 39. La fascia zero18 anni ora copre il 12,8% dei contagi, quella tra 19 e 50 si attesta al 54,9%. ● Soltanto l’1,9% dei veneti (93.100 su una popolazione di 4,9 milioni) ha sviluppato gli anticorpi contro il coronavirus, a fronte di una media nazionale del 2,5%. ● Il 7 settembre assumeranno il vaccino sperimentale a Verona i primi 12 volontari

VENEZIA Complice la bella stagione, l’affollamento delle spiagge, le feste, continua ad abbassarsi l’età media dei pazienti contagiati dal coronavirus. Ora nel mirino del Covid19 ci sono i giovani, protagonisti della vita sociale. L’allerta arriva dall’Istituto superiore di Sanità, che nell’ultimo report del 4 agosto scrive: «Si osserva a partire dalla fine di aprile un chiaro trend in diminuzione dell’età media dei contagiati, che passa dai 61 anni dei primi due mesi dell’epidemia agli attuali 39». La fascia zero-18 anni ora copre il 12,8% dei contagi, quella tra 19 e 50 si attesta al 54,9%. La preoccupazione cresce per la settimana di Ferragosto in corso: «Avanti con giudizio», twitta il ministro della Salute, Roberto Speranza, mentre il governatore Luca Zaia lancia un altro appello alle nuove generazioni. «Il virus c’è, continuiamo a registrare microfocolai, ma il

nostro sistema di sanità pubblica funziona bene per l’isolamento a centri concentrici di infetti e contatti — avverte il presidente —. Si sta però abbassando l’età media dei veneti colpiti dal coronavirus: se durante il picco dell’epidemia su 10 contagiati uno apparteneva alla fascia giovanile e gli altri erano adulti e anziani, oggi la situazione si è capovolta: su 10 pazienti, otto sono giovani. Adulti e anziani si proteggono di più, usano la mascherina e osservano la distanza sociale, mentre i ragazzi sono attratti dalle grandi aggregazioni, favorite dalla bella stagione. Il Veneto conta 32 milioni di presenze turistiche sulle spiagge e quindi, anche se in forma marginale, i contagi avvengono. Non dico nemmeno ai giovani di non andare in Grecia, Croazia, Malta, Spagna (dove in due giorni 50 ragazzi italiani hanno contratto la malattia, ndr), l’importante è che indossino

la mascherina. Anche se si trovano in un ambiente di apparente tranquillità. Per esempio otto ragazzi contagiati in Croazia hanno riferito: lì nessuno la usa. Ragazzi — ammonisce Zaia — fate attenzione, soprattutto in questa settimana di Ferragosto, che chiama eforia, notti in spiaggia, feste d’acqua: occhio agli assembramenti». Anche perché, scrive sempre l’Iss, in Lombardia, Piemonte, Emilia, Liguria e Veneto (indice di contagio di 1,28 per 100mila abitanti) è stato diagnosticato il 70% dei casi italiani anche nell’ultima settimana. Oltre ai giovani, l’altra grande fonte di rischio sono gli stranieri o gli italiani al rientro dall’estero. «A partire dalla metà di giugno, è evidente il contributo crescente all’epidemia dei casi importati di Covid-19 — recita il dossier dell’Istituto superiore di Sanità — sia di italiani che hanno soggiornato all’estero

Covid l’andamento di agosto Contagi 1 2

Casi positivi

52 34

Persone in isolamento

L’Ego-Hub

Ricoveri

In terapia intensiva

Decessi

1.019

3.911

114

7

2.075

1.045

4.090

113

7

2.075

3

18

1.057

4.160

112

8

2.077

4

20

1.066

4.160

123

8

2.077

1.087

4.616

120

8

2.077

1.075

4.971

112

1.225

5.212

108

1.225

5.272

110

9

2.083

9

2.083

5 6

62 47

7 8

197 66

9

34

1.249

5.342

111

10

47

1.284

5.342

116

9 7

2.078 2.083

10

2.083

In sperimentazione a Treviso

Tanta luce se positivo, buio se non c’è il virus Arriva il test fluorescente

In laboratorio Finora eseguiti 1,3 milioni di tamponi TREVISO Dopo aver sperimentato il tampone rapido, ora il dottor Roberto Rigoli sta testando il tampone fluorescente. E’ uno strumento portatile poco più grande di un telefonino (spessore 5 centimetri, lunghezza 15), che cerca l’antigene,cioè un pezzo del virus. «Lo rileva dal tampone — spiega Rigoli, coordinatore delle Microbiologie del Veneto e direttore del laboratorio di Treviso —. Il tampone si immerge in una provetta e una goccia di soluzione passa su una card, dove avviene la reazione. Se il virus c’è, si attacca agli anticorpi specifici collegati al fluoroforo, sostanza fluorescente. Nel caso in cui il Covid sia presente in grande quantità, lo strumento produce molta luce, se invece è in quantità limitata si accende una luce più fioca. In assenza di virus, resta al buio». La fluorescenza è dovuta alla reazione tra l’antigene cercato e l’anticorpo specifico. Il tutto avviene nel giro di 10 minuti e con un costo inferiore ai 15 euro, contro i 18 del tampone classico e i 12 di quello rapido. La Microbiologia di Treviso ne sta provando tre modelli: uno italiano, uno americano e uno inglese e ha già rilevato 100 pazienti positivi. «E’ un sistema molto semplice ma più sensibile a affidabile di altri — assicura Rigoli — e poi non necessita di operazioni di biologia molecolare, quindi fa risparmiare tempo, personale, attrezzature e soldi. In più l’esito viene letto in automatico dallo strumento, registrato e immesso nella rete regionale». (m.n.m.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

Le visite saltate durante il lockdown

Liste d’attesa, soldi da Roma e ambulatori aperti fino alle 22.30 VENEZIA Di solito d’estate ambulatori pubblici e privati lavorano a regime ridotto, ma quest’anno no: bisogna recuperare 1,5 milioni di prestazioni specialistiche sospese tra marzo e aprile, durante il picco dell’epidemia da Covid-19. Un aiuto arriva alle Regioni dal governo, che ha stanziato 500 milioni di euro, come incremento del Fondo sanitario 2020, per consentire loro di ricorrere a prestazioni in libera professione con compensi maggiorati, aumentare il monte ore di specialistica ambulatoriale e accrescere

dell’1% il tetto di spesa per l’acquisto di visite ed esami dal privato. Al Veneto vanno 40 milioni, che si sommano ai 455 deliberati dalla giunta Zaia lo scorso 9 luglio come extrabudget da corrispondere ai privati accreditati. «Stiamo valutando la migliore strategia per smaltire le liste d’attesa e definendo l’utilizzo più proficuo delle risorse erogate dallo Stato — rivela Manuela Lanzarin, assessore a Sanità e Sociale —. Siamo partiti dalla collaborazione con i medici di famiglia (che hanno già riprogrammato

oltre 97mila prestazioni, ndr) e dal potenziamento di linee telefoniche e personale dei Cup, inizialmente presi d’assalto da 5mila chiamate al giorno. E ora, con l’extrabudget, possiamo contare su un ulteriore supporto del privato accreditato». Che sta facendo la sua parte. «Abbiamo prolungato l’orario di apertura degli ambulatori dalle 7.30 alle 22.30 e aggiunto il sabato pomeriggio, fino alle 18.3019», racconta Giuseppe Caraccio, presidente di Anisap Veneto e Trentino Alto Adige, associazione che rappresenta 41 società e 92 centri di Radiologia, Medicina Fisica e Riabilitazione, Laboratorio analisi, diagnostica e Medicina del Lavoro. «In maggio i pazienti erano pochi, per il timore del coronavirus, ma da giugno

In recupero Nei mesi di marzo e aprile sono saltate 1,5 milioni di prestazioni specialistiche, che ora vanno riprogrammate

lavoriamo a pieno ritmo, anche perché il personale ha smaltito le ferie nel periodo di lockdown — illustra Caraccio —. I laboratori analisi hanno la coda fuori e registrano un incremento di prestazioni del 50%, mentre sul fronte della diagnostica siamo passati da 300mila a 360mila visite ed esami al mese, per un aumento del 20%. Comunque pure durante la fase critica abbiamo garantito il nostro

apporto, eseguendo centinaia di Tac ai polmoni, per esempio». Tante le richieste di fisioterapia, bloccata dai 75 giorni di chiusura delle sale operatorie. Infine la crisi economica scatenata dal virus ha ridotto dal 45% al 10% le prestazioni in privato puro, così molti spazi sono stati riconvertiti al regime di convenzione. M.N.M. © RIPRODUZIONE RISERVATA

che di stranieri residenti qui o arrivati recentemente. Le tre categorie insieme costituiscono tra il 40% e il 48% del totale dei casi diagnosticati nell’ultimo mese». Tra questi, 9 studenti padovani tornati da una viaggio post Maturità in Croazia, 3 da Malta e 5 da Corfù; cinque vicentini al rientro dal Kosovo e uno dalla Croazia, dove si sono infettati anche tre ragazzi veronesi. Il nuovo bollettino conta in tutto 20.715 casi (+47), 5342 persone in isolamento, 2083 decessi, 116 degenti in reparto(+5) e 10 (+1) in Terapia intensiva. Le speranze sono riposte nel vaccino: la fase 1 della sperimentazione di quello italiano, prodotto dalla «ReiThera» di Roma, è in partenza all’Istituto Spallanzani di Roma e al Centro ricerche cliniche di Verona. Dopo il via libera dell’Agenzia italiana del farmaco, nelle due sedi saranno selezionati complessivamente 90 volontari, uomini e donne: 45 tra i 18 e i 55 anni e 45 tra 65 e 85. Ognuno percepirà un’indennità di 700 euro. «I primi tre saranno vaccinati allo Spallanzani il 24 agosto — spiega il dottor Stefano Milleri, direttore del Centro ricerche cliniche di Verona —. Noi intanto, il 19 agosto selezioneremo 12 pazienti tra i 50 nominativi pervenuti, ai quali somministreremo il vaccino il 7 settembre. Per precauzione, dobbiamo aspettare l’esito dell’esordio allo Spallanzani, utile a valutare la sicurezza e l’efficacia del farmaco. In tutto a Verona tratteremo 36 soggetti, tre gruppi da 12 l’uno, che assumeranno dosi di vaccino in crescere». Il centro veneto è stato preferito ad altri perché è uno dei pochi in grado di coordinare studi mirati con volontari sani. Secondo le previsioni, l’anti-Covid dovrebbe essere pronto per il Natale del 2021. Intanto i primi risultati dell’indagine di sieroprevalenza condotta in Italia da Istat e ministero della Salute con il supporto organizzativo della Croce Rossa rivela che soltanto l’1,9% dei veneti (93.100 su una popolazione di 4,9 milioni) ha sviluppato gli anticorpi contro il coronavirus, a fronte di una media nazionale del 2,5%. «Non abbassiamo la guardia, ci aspettiamo che il virus riprenda vigore con l’arrivo dell’autunno e la minore incidenza dei raggi ultravioletti, capaci di disturbarne la diffusione — avverte Zaia —. Intanto la nuova frontiera per gli screening di massa, per esempio nelle case di riposo, nelle scuole, negli aeroporti, sono i tamponi rapidi. Siamo partiti dal nostro piccolo studio con test coreani e oggi sono già undici ditte, anche italiane, che li producono. Altre ne arriveranno a fine mese. Ho chiesto al ministro della Salute, Roberto Speranza, notizie sulla validazione ufficiale e ha risposto che giungerà a breve, con schede relative ai protocolli da seguire. Una rivoluzione non da poco». I tamponi rapidi sono in uso anche nella ex caserma Serena di Casier, che ospita 257 migranti positivi. Dall’inizio dell’emergenza nel Veneto sono stati eseguiti 1.317.402 tamponi (partenza il 21 febbraio con 3500), ai quali si aggiungono 1,2 milioni di test rapidi. Altri 370mila sono pronti in magazzino. Michela Nicolussi Moro © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Martedì 11 Agosto 2020 Corriere del Veneto

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Infrastrutture e territorio

CommissarioperlaTavveneta «UseremoilmodelloGenova» Il ministro De Micheli apre i cantieri della Verona-Vicenza e firma l’intesa per il nodo di Padova «Dall’Europa i soldi che mancano». Da sei sette a sette anni per chiudere la Milano-Venezia PADOVA La «signora ministro» (questa la femminilizzazione del titolo che pare preferire) Paola De Micheli, titolare del Mit, parla di un arco temporale di 7-8 anni per ultimare la linea ad alta velocità MilanoVenezia. Si tratta della travagliata Tav veneta che al momento procede più o meno speditamente fra Brescia e Verona. In privato, il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, si dice, è anche più ottimista: con un po’ di fortuna ce la si può fare in sei. Giusto in concomitanza con l’apertura dell’altro corridoio Ten-T, quello del Brennero con il tunnel di base. Giusto l’anno delle Olimpiadi invernali Milano-Cortina. Il 2026 come sfida. La domanda, però, è come si fa ad accelerare quando da Vicenza a Padova, per dire, la progettazione è un incerto tratto di penna sulla carta geografica? Con un commissario. Dopo decenni di tribolazioni, il quadruplicamento della linea ferroviaria potrà godere del più classico dei «booster», la gestione commissariale, appunto. Il tutto è racchiuso nel decreto Semplificazioni e nel piano Italia Veloce. E in Veneto c’è già chi si augura che l’amministratore delegato e direttore generale di Rfi, Maurizio Gentile, prossimo alla pensione, possa chiudere in bellezza la carriera proprio da commissario della Tav veneta. «Il commissario avrà poteri che incrociano il meglio di Genova con il meglio di Expo, spiega il ministro - un vero e proprio upgrading del potere commissariale». L’occasione per fare il punto sulle infrastrutture venete è il doppio appuntamento di De Micheli in regione. Il tour «ad alta velocità» è iniziato ieri mattina a Palazzo Moroni dove, oltre al sindaco Sergio Giordani, i vertici al gran completo di Ferrovie, c’era anche il governatore

La Tav in Veneto

Tracciato Brescia-Verona, cantieri aperti per sei anni Il tratto dell’Alta velocità tra Brescia e Verona è stato approvato dal Cipe nel luglio del 2017 e prevede un tracciato lungo 60 chilometri. Il suo costo è stato stimato in 2,8 miliardi di euro, i lavori sono partiti l’anno scorso e dovrebbero durate sei anni. Tra il casello «Brescia Est» e Sona del Veronese la ferrovia affiancherà l’autostrada fino all’interporto Quadrante Europa. Poi raggiungerà la stazione di Porta Nuova

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Finanziato solo il primo lotto del collegamento a Vicenza Ieri mattina è stato firmato a Verona il contratto di avvio lavori per il collegamento fino a Vicenza. Il tracciato si estenderà per circa 44 km ed è suddiviso in due lotti. Il primo, del valore di 984 milioni di euro, è interamente finanziato, il secondo, del valore di oltre 1,7 miliardi, è ancora da finanziare. I cantieri dovrebbero durare sei anni e otto mesi e l’attivazione del servizio tra le due città è prevista nel 2027

Luca Zaia. L’occasione è stata la firma all’addendum del piano di riqualificazione dello snodo ferroviario patavino con predisposizione all’arrivo dei binari della Tav (da collegare probabilmente interrandoli per 900 metri ai binari già operativi della Padova-Mestre) e una piastra per collegare nord e sud della città divisa proprio dai binari. Al netto di un serrato botta e risposta quasi galante (Zaia: «ministro effervescente», lei ringrazia calorosamente il governatore per la collaborazione dimostrata), Zaia va al sodo e fa presente che, va bene l’accelerazione, ma all’appello mancano ancora 4,7 miliardi per finire la Tav. Il ministro assicura che

Padova Il sindaco Sergio Giordani

Verona Il sindaco Federico Sboarina

il Recovery fund garantisce la piena copertura e che se ne è discusso anche all’ultimo Cipe aggiungendo, poi, che a inizio settembre tornerà per annunciare «Italia Veloce Veneto», un piano che include una serie di altre infrastrutture strategiche da far partire con la modalità accelerata di cui sopra (e già finanziate). De Micheli spiega che da donna del Nord ne ha ben presente le esigenze, soprattutto infrastrutturali ma che rifiuta la dialettica antagonista NordSud. «È vero che oltre il 40% delle risorse infrastrutturali vanno al Sud - spiega il ministro - ma non c’è alcuna, ripeto, alcuna trascuratezza per il Nord. Da un recente studio

● L’acronimo MIT Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (in sigla MIT) ha competenza sulle reti infrastrutturali nazionali (stradali, autostradali, ferroviarie, portuali e aeroportuali). Negli Usa ma anche in buona parte del mondo occidentale con la stessa sigla viene individuata un’importante università, il Massachusets Institute o Technology.

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Ancora un anno per definire il progetto dell’arrivo a Padova La tratta tra Vicenza e Padova non è ancora stata progettata ma si sa già che serviranno sei anni e otto mesi di cantieri come per il collegamento tra Verona e Vicenza. Al momento nessun disegno del tracciato è stato fatto ma ieri in Comune a Padova è stata firmata l’intesa che porterà entro un anno ad avere il progetto del collegamento. Previste opere per 3 miliardi di euro e una piastra sopra l’attuale stazione ferroviaria

A Palazzo Moroni Ieri, a Padova, il ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli ha sottoscritto l’accordo per l’alta velocità con il presidente del Veneto Luca Zaia e il sindaco della città del Santo Sergio Giordani (Foto, Bergamaschi)

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Venezia-Trieste, percorso contestato e tutto rivisto Da Venezia a Trieste la Tav si trasforma in alta capacità. Il tracciato iniziale prevedeva, nel 2010, che una parte del percorso fosse in tunnel ma sono emersi numerosi problemi ambientali e con i residenti. È stato nominato un commissario e si è scelto di potenziare e sistemare la vecchia linea ferroviaria a collegamento tra le due regioni

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Fondi europei e trasporto pubblico

Recovery fund, aperto il confronto con le Regioni «Proposte a fine mese» Treniebus,ilVeneto:«Pendolaricomecongiunti» VENEZIA Dire che la pace è fatta è prematuro,

ma ieri tra Stato e Regioni l’ascia di guerra è stata - al momento - deposta. E la voglia di trovare una quadratura del cerchio, sul trasporto pubblico locale (motivo di scontro nei giorni scorsi) e sul recovery fund europeo, c’è da parte di tutti. Il 23 luglio, agli Stati generali dell’Economia a Villa Pamphilj (Roma) il premier Giuseppe Conte e il ministro Francesco Boccia (Affari regionali)

avevano annunciato: «Coinvolgeremo le Regioni nel piano per la ripresa». Detto, fatto. Ieri, a poco più di due settimane di distanza, il primo incontro, in videoconferenza: «In modo da avere per fine mese le sollecitazioni delle Regioni - fanno sapere da Roma - C’è la massima collaborazione da parte di tutti». E, in effetti, dal Veneto arriva la conferma della volontà di collaborare. Ma servono dettagli maggiori sulla questione. Va cioè chiarito

come Roma intende procedere: Bruxelles ha imposto paletti stringenti per l’erogazione dei fondi (definizione entro ottobre di un Piano triennale di interventi che preveda la riforma di giustizia, fisco e lavoro, nonché la transizione a digitale e «green»). Più urgente dei fondi europei - manca solo un mese alla prima campanella nelle scuole - il nodo dei trasporto pubblico. Ieri il presidente Luca Zaia insieme a Stefano Bonaccini (presidente dell’Emilia-Romagna e della conferenza delle Regioni) si è confrontato con i ministri Boccia, Roberto Speranza (Salute) e Paola De Micheli (Infrastrutture). Obiettivo: capire come garantire la mobilità di studenti e pendolari e al contempo la sicurezza a bordo di bus e treni. Il Comitato tecnico scientifico (Cts) del governo due settimane fa ha suggerito di tornare al distanziamento di un metro ma «così è impossibile riaprire le scuole a settembre», hanno protestato le Regioni, a partire dalla nostra. Nel frattempo, il Dpcm del governo ha precisato che se la corsa dura meno di 15 minuti, gli scuolabus possono viaggiare a piena capienza come anche quei mezzi di solito usati nelle linee

Il governo Sul tpl è stato chiesto alle Regioni di preparare un documento per il Cts: va garantita sicurezza e mobilità per tutti

Il presidente Ho proposto di considerare congiunti quei gruppi di pendolari che usano sempre lo stesso mezzo alle stessa ora


Corriere del Veneto Martedì 11 Agosto 2020

PRIMO PIANO

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MOSE E LAGUNA I NUOVI POTERI emerge che negli 80 km intorno alle stazioni dell’alta velocità il Pil cresce fino al 3,5%, qui parliamo di visione unitaria e strategica del Paese». La seconda tappa veneta del ministro è stata Verona con una firma più pesante, quella del contratto di avvio lavori per la Tav fra Verona e Vicenza. A firmare, Rfi e il general contractor Iricav Due, 83% Gruppo Webuild, (Webuild e Astaldi) e 17% da Hitachi Rail STS, con quote minori di Lamaro Appalti e Fintecna. Una firma, nello specifico, per il primo lotto funzionale del valore di 2,7 miliardi di euro. La tratta interessata è quella compresa fra Verona e bivio Vicenza, 44 km divisi in due lotti. Il primo, 984 milioni, è interamente finanziato; il secondo del valore di oltre 1,7 miliardi, è da finanziare. Quattromila gli addetti. Durata prevista del cantiere: 6 anni e 8 mesi. Lo stesso tempo che servirebbe a completare la linea fra Vicenza e Padova, al momento poco più di un’intenzione: nessun progetto o finanziamento formalizzato anche se il ministro sembra intenzionata a pestare sull’acceleratore avanzando in contemporanea. A Verona, De Micheli ha spiegato che l’obiettivo è di non avere un disallineamento tra il Brennero e la tratta Milano-Venezia superiore all’anno e mezzo: «Se finiamo il Brennero nel 2026 spiega - e se riuscissimo a completare la Milano-Venezia al massimo nel 2028, riusciremmo ad arrivare al completamento del disegno infrastrutturale che ho in mente». Anni cruciali, si diceva per le Olimpiadi. Il ministro ringrazia il governatore e «la signora assessore» Elisa De Berti per il gran lavoro svolto. «In questi giorni stiamo raccogliendo gli ultimi pareri, - spiega De Micheli - a breve firmerò il decreto ministeriale per ufficializzare il piano che è integralmente coperto con risorse pubbliche e che ha copertura sui due accordi di programma, con Anas e con Rfi più il miliardo in legge di bilancio. A settembre verrà costituita la società Infrastrutture Milano Cortina 2026 con poteri commissariali per arrivare in tempo alla meta». Martina Zambon

I rapporti di forza nell’Autorità per Venezia

Mibact Roma la definisce «un’operazione rivoluzionaria», di quelle che entreranno nella storia. Ma, a quattro giorni di distanza dal via libera del Consiglio dei ministri all’Autorità per la laguna di Venezia, l’istituzione che gestirà il Mose e gli interventi di salvaguardia, il Comune ancora non si sbilancia. Unico commento che trapela da Ca’ Farsetti è che il sindaco Luigi Brugnaro sta facendo «un’analisi accurata del decreto». Che tra calli e campi, sulle scelte del governo, ci fosse maretta era già emerso (l’assessore al Welfare Simone Venturini ha bollato l’operazione con il non troppo cortese epiteto di «carrozzone romano»): Venezia, d’altronde, sperava di essere al comando della sala dei bottoni chiamata a decidere quando sollevare le paratoie all’arrivo dell’acqua alta. Il Mose è, però, opera dello Stato - costata quasi 6 miliardi di euro e travolta dallo scandalo delle tangentidifficile credere che Roma facesse un passo indietro sulla sua gestione. Ma, garantisce il ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli (il decreto approvato venerdì è del Mit): «Gli enti locali ci sono e saranno autorevolmente rappresentati». E aggiunge, «non c’è alcuna volontà di centralizzazione, tutte le istituzioni hanno un obiettivo comune (il bene della città, ndr) e lo perseguiranno insieme». La città in questione, poi, non è una a caso (senza togliere nulla agli altri municipi italiani) ma, ricorda De Micheli, «è Venezia, patrimonio di tutta l’Italia, anzi di tutto il mondo e su Venezia ci sono puntati gli occhi di tutti». Certo, le necessità dei veneziani «vengono per prime», prosegue, ma le une non escludono il ruolo e il peso specifico che la laguna ha su scala internazionale. Tra i tantissimi «occhi puntati» ci sono anche quelli dell’Unesco che ormai quattro anni fa ha messo in mora il governo italiano per non aver fatto abbastanza per Venezia e, tutt’ora, la laguna rischia di finire nella blacklist dei siti patrimonio dell’umanità a rischio se non si sciolgono nodi cruciali quali le acque alte, il passaggio delle crociere e la monocultura turistica. Sotto il profilo tecnico, «l’Autorità per la laguna si riappropria dei poteri del Magistrato alle acque (cancellato, sempre dopo lo scandalo delle mazzette nel 2014, dall’allora premier Matteo Renzi, ndr) - sottolinea De Micheli A breve sarà pubblicato il decreto, Comune e Regione potranno presentare le loro osservazioni». L’impianto dell’Autorità è comunque stato già deciso: a guidarla un consiglio di gestione con a capo il presidente di nomina governativa («sentiti Comune e Regione») e al suo fianco esponenti di Mit, Mibact e dei ministeri dell’Ambiente e dell’Economia insieme a Comune e Città metropolita-

VENEZIA

Il ministro Nessuna volontà di centralismo ma Venezia è un patrimonio del mondo e gli occhi di tutti sono puntati sulla città

Zincone È stata imboccata la strada giusta, sono fiduciosa che le tante competenze acquisite nel corso degli anni saranno valorizzate

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extraurbane, ossia senza posti in piedi ma solo a sedere. «Abbiamo chiesto alle Regioni di preparare un documento per il Cts», la richiesta di Boccia per tenere insieme la «necessità di sicurezza sanitaria» (come ha spiegato Speranza) e il «diritto collettivo alla mobilità» (De Micheli). «Ho presentato una proposta al governo - fa sapere Zaia - Ho chiesto che i gruppi di pendolari presenti sempre alla stessa ora e sullo stesso mezzo siano considerati congiunti, almeno così treni e bus potranno aumentare la capienza: non fosse possibile, di 10 milioni di persone che usano ogni giorno i mezzi pubblici in Veneto, 3 milioni resterebbero a terra». La mascherina, ovviamente, resta obbligatoria per tutti. Nell’attesa di un responso da Roma, Zaia non metterà mano all’ordinanza sulla piena capienza, «non per andare contro il governo ma per percorrere un percorso comune con approccio costruttivo - conclude - dobbiamo insistere sull’obbligo della mascherina anche da parte dei turisti e essere meno intransigenti sul distanziamento, altrimenti scoppierà il caos». (g. b.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

Presidente

Mit

Ministero dell’Ambiente

Ministero dell’Economia

IL CONSIGLIO DI GESTIONE

Regione Veneto

Comune di Venezia Città metropolitana di Venezia

L’Ego - Hub

Autorità per Venezia il governo promette «Spazio agli enti locali» È caccia al presidente Il Provveditore Zincone entusiasta: «Fatta la cosa giusta» na di Venezia e Regione Veneto. L’organo di gestione potrà affidare opere, manutenzioni e altre attività a una società in house, ossia una azienda partecipata al 100 per cento. Nel mentre, il Consorzio Venezia Nuova (Cvn), che dal 1984 è concessionario unico delle opere di salvaguardia della laguna, sarà messo in liquidazione. «Non ho ancora letto il decreto e non siamo stati coinvolti nell’operazione», taglia corto Giuseppe Fiengo, uno dei commissari nominati

● L’editoriale Il sistema Mose la nuova agenzia e i fronti aperti

U

SEGUE DALLA PRIMA

na conferenza dei servizi dove ogni rappresentante dovrà cooperare con gli altri, superare scogli e divisioni tecniche, vedute diverse, e ovviamente avere il benestare degli organi di controllo. Questo è un punto non ancora del tutto chiaro, come si organizzeranno gli interventi di spesa, quali voci di bilancio statale, e quelli degli enti locali come concorreranno? Nei prossimi giorni vedremo come reagirà il mondo alla notizia, tanto è cara e considerata questa città che l’Agenzia rilancerà negli altri Paesi, tutti interessati alle sorti del Mose. Funzionerà? Servirà a salvare i

al Consorzio dall’anticorruzione e dal prefetto di Roma dopo l’inchiesta giudiziaria del Mose. In casa Cvn, c’è preoccupazione per gli scenari futuri, ciò non toglie che ci sia «la disponibilità a ad assecondare qualsiasi disegno». E se il Consorzio trema, il Provveditorato interregionale alle opere pubbliche (l’ex Magistrato alle acque) gioisce delle scelte romane. «Benissimo la nascita dell’Autorità, sono state messe le basi perché per una volta si pensi alle

gioielli di una edilizia insuperabile? Intanto si parte, poco personale superqualificato, tecnici di primo livello,un grande laboratorio di sperimentazione mondiale per le città d’acqua. Si dovranno risolvere complessi problemi di ingegneria istituzionale, aspetti giuridici speriamo non contenziosi ,per raggiungere un equilibrio che garantisca legittimità e interesse pubblico. Infatti da un lato ci sono tutti gli interrogativi tecnici sulla tenuta delle opere, dall’ altro complicati profili di rapporti con le Imprese, con il personale, con i fornitori ecc. È uno snodo pieno di interrogativi e solo il lavoro dei prossimi mesi ci dirà dei risultati raggiunti. Certo il laboratorio Mose affidato alla nuova Agenzia rappresenta una sfida e una scommessa, e, crediamo la speranza di tutti e’ che l’esito degli sforzi pubblici produca finalmente un effetto decisivo sul futuro di questa città e dei suoi abitanti. Gianfranco Perulli © RIPRODUZIONE RISERVATA

cose giuste, speriamo che vada così ma le premesse ci sono tutte - commenta il provveditore Cinzia Zincone - Avevo chiesto che non si separassero le competenze sulla laguna dalla gestione del Mose e così è stato». Tra le altre richieste, la valorizzazione delle competenze maturate in tanti anni di lavoro: «Nel Consorzio e anche nelle imprese - continua Zincone - ma sono fiduciosa». E la fiducia sembra ben riposta, De Micheli, a distanza, fa sapere: «Abbiamo l’esigenza di valorizzare le competenze esistenti». Detto questo, per Zincone, farà da discrimine chi guiderà il nuovo ente. «È davvero importante chi nomineranno - conclude - Bisognerà che tutte le parti coinvolte sappiano collaborare, come stiamo già facendo con il Comune e su Porto Marghera con la Regione». Il provveditore, però, anticipa «io a breve vado in pensione», sia mai che qualcuno ipotizzi che l’attuale provveditore sia in corsa per il posto da presidente dell’Autorità. Chi sarà, non è ancora dato a saperlo - «Non abbiamo nemmeno pubblicato il decreto, è assolutamente prematuro, pensare al nome del papabile presidente», sottolinea De Micheli - ma il sottosegretario dell’Economia nonché candidato a sindaco di Venezia Pier Paolo Baretta sul cui futuro all’Autorità erano già circolati rumors segnala: «Sono in pensione, la legge Madia mi esclude e io corro a sindaco». Gloria Bertasi © RIPRODUZIONE RISERVATA


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MARTEDÌ 11 AGOSTO 2020 CORRIERE DELLE ALPI

PRIMO PIANO

Verso le elezioni regionali

Furbetti bonus Inps, tre casi in Veneto Sono Forcolin, Barbisan e Montagnoli Il vicepresidente: chiesto, non è arrivato. Il consigliere di Treviso l’ha poi versato al fondo Covid, quello di Verona nei guai per la moglie Andrea Passerini / TREVISO

Il bonus Inps travolge la giunta Zaia e la maggioranza in Regione, a 40 giorni dal voto, nel giorno in cui al K3 di Fontane, alle porte di Treviso, il governatore con il commissario regionale Lorenzo Fontana e il presidente Massimo Bitonci vara le tre liste per le Regionali, la corazzata una e trina del più vasto centrodestra. Tre big leghisti finiscono nel ciclone. Nientemeno che il numero due di Zaia, il vicegovernatore Gianluca Forcolin di Musile di Piave; il consigliere veronese uscente, già deputato, Alessandro Montagnoli; il consigliere trevigiano Riccardo Barbisan, pure capogruppo del Carroccio a Treviso. Tre domande, tre copioni diversi. Ma altrettante “bufere” politiche per Zaia e la Lega che temevano di dover fronteggiare il caso di un parlamentare veneto e invece si sono ritrovati con tre boomerang assolutamente inattesi. Come finirà? Fra un paio di giorni il verdetto finale: saranno Zaia e Salvini a decidere se inserire o meno in lista i tre big del Carroccio. Forcolin, commercialista e tributarista, ha fatto domanda con i contitolari dello studio di San Donà, senza percepire il bonus: istanza bocciata dall’ Inps. Montagnoli non ha avanzato domanda, ma l’ha fatto la moglie. Ottenendolo. Barbisan giura di aver ricevuto il bonus “a sua insaputa”, il 5 maggio, su iniziativa di default del suo commercialista, e di aver devoluto il giorno dopo la somma di 600 euro al fondo solidale del comune di Treviso per la famiglie in difficoltà. Esibendo i bonifici in entrata e in uscita dal suo conto. Ora devono sperare in una

grazia, ahiloro, improbabile allo stato. Zaia, furente, è fautore della linea dura. E il partito era in subbuglio già quando era esploso il caso in Parlamento. Ieri tensione alle stelle al K3. La si tagliava con il coltello. E all’ingresso un draconiano filtro imponeva di spegnere i telefonini. «Voglio proprio vederli in faccia», aveva tuonato in rete Roberto Marcato, “ariete”: forse non pensava di avere casi così vicini, a chilometri zero. O quasi. Ecco le difese dei tre, tutti a colloquio ieri con

Zaia e i vertici della (ex) Liga oggi salvinizzata. Il vicegovernatore Forcolin, che ha la delega al Bilan-

Barbisan scarica sul suo commercialista e mostra il versamento a fini benefici cio, si puntella al fatto di non avere percepito il bonus. Basterà? È associato del noto studio “Forcolin-Loverre-Cadamuro” di San Donà, in corso

Trentin. «Lo studio ha presentato domanda in piena emergenza Covid», aggiunge, «Eravamo a mezzo servizio e con 7 dipendenti in cassa integrazione. È stata fatta la domanda, ma non è arrivato alcun bonus: nessuno lo ha ricevuto nello studio». Barbisan, 35 anni di cui 21 da leghista (tessera presa a 14 anni), è avvocato e consulente aziendale. «Il 5 maggio vedo un bonifico sul conto, mi dicono che arriva dall’Inps, contatto il commercialista e scopro che aveva inoltrato di default la doman-

da per tutte le sue partite Iva». Il commercialista conferma di aver mandato avanti la pratica. «A quel punto non ho

Forcolin si difende: «Avevamo 7 dipendenti in cassa integrazione La crisi era evidente» avuto dubbi», riprende Barbisan, «il giorno dopo, 6 maggio, ho devoluto l’importo al conto del Comune di Treviso per la famiglie in difficoltà.

«Nessuno invochi la privacy Chi ha preso i soldi lo dica» «Nessuno osi nascondersi dietro la privacy. Si dica chiaramente se si ha intascato il bonus oppure no». Da Marghera, durante l’incontro con la stampa, il presidente della Regione Luca Zaia aveva lanciato in mattinata l’idea di un “#metoo al contrario” così l’aveva definita lui stesso - sui 600 euro per le partite Iva e autonomi, dopo lo

scandalo dei sei deputati svelato da Repubblica. #Metoo è stato l’hashtag della campagna lanciata dalle donne dello spettacolo per denunciare le molestie sessuali subite. #Metoo al contrario, per Zaia, significa che ogni consigliere regionale, ogni candidato alle prossime elezioni regionali deve dire se ha ricevuto o meno i soldi del bonus. Così chi non parla ha evidentemente qualcosa da na-

scondere. «Io ho già chiesto ai consiglieri di darmi un ragguaglio e speriamo di chiudere il tutto entro la giornata» aveva detto Zaia «Per quanto riguarda il mio partito, il segretario è stato chiaro parlando di sospensione. L’appello che faccio a tutte le forze politiche, con il cuore in mano, è quello di non trincerarci dietro alla privacy altrimenti non ne usciamo e tra la gente resterebbe il sospetto. Chiedo che tutti

(HA COLLABORATO GIOVANNI CAGNASSI) © RIPRODUZIONE RISERVATA

chiariscano la loro posizione e mi rivolgo a tutto il consiglio regionale. Facciamo un #metoo al contrario in cui ognuno chiarisce la sua posizione». Un giornalista gli domanda: troppo debole la sanzione annunciata da Salvini - la sospensione dal partito - per chi sarà scoperto “con le mani nel sacco”? «Sono stato chiaro su questo» la risposta di Zaia « io posso parlare delle candidature, per il resto non sono un giudice. Non esprimo giudizi, ognuno avrà avuto le sue motivazioni. Mi fermo prima:ci si dica sì o no». Ed effettivamente, in quelle stesse ore, la Lega stava chiedendo conto a ognuno dei propri dirigenti, eletti e candidati. —

l’appello del governatore

VENEZIA

Non ho trattenuto un euro, se questo è essere un “mostro” non ci sto, credo di aver fatto la cosa giusta, come Robin Hood, dando i soldi a chi ne aveva bisogno». Lapidario Montagnoli, quando esce dal K3: «Mai avanzato alcuna domanda di bonus, non c’è alcun caso. E invoco la privacy, c’è di mezzo un mio congiunto». Emergerà ben presto come sia stata la moglie ad avanzare la richiesta. —

E.P.

Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia

© RIPRODUZIONE RISERVATA


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MARTEDÌ 11 AGOSTO 2020 CORRIERE DELLE ALPI

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cesiomaggiore

Domenica in Val Canzoi torna la Festa del Miele È l’occasione per fare un bilancio della raccolta con Aperina: male l’acacia, molto bene millefiori, tiglio e castagno CESIOMAGGIORE

Millefiori, tiglio e castagno. Sono queste le qualità di miele che si potranno trovare, confezionate dagli apicoltori, agli stand della Festa del Miele di Montagna in Val Canzoi, giunta all’ottava edizione e accreditata dal Comune come mostra mercato. La festa organizzata dall’associazione Aperina è prevista per la giornata di domenica prossima, in forma ridotta per i lavori in corso a Orsera. Ma intanto, rispetto a un anno fa, la raccolta è stata discreta. A confermarlo è il presidente di Aperina, Remo Corona. «È mancata la raccolta del miele di acacia a causa delle temperature minime durante la fioritura, ma ci si è rifatti con quella di millefiori, tiglio e castagno. Purtroppo a causa del Covid 19 anche le riunioni con gli apicoltori Aperina sono state limitate, ma abbiamo fatto una dimostrazione sul trattamento contro la varroa a Lamen all’apiario di Cristiano Marcon e una serata in videoconferenza con molti apicoltori del nostro gruppo che conta 70 iscritti.

tra i quali molti giovani che si prestano con pazienza a spiegare il mondo delle api, entusiasmante e complesso. Dopo un inizio stagione piovoso e temperature sotto la media, quando il tempo si è stabilizzato le api si sono sviluppate bene, ci sono stati diversi sciami che depongono per uno stato di buona salute». La cartina di tornasole è rappresentata da località Faibon dove gli apicoltori del sodalizio, da diversi anni, hanno attivato la stazione di fecondazione di api regine autoctone di razza carnica. Il luogo si presta alla prevenzione dell’inquinamento genetico grazie alla protezione naturale, orografica che ostacola l’accesso ai fuchi foresti: le giovani api regine fanno il volo nuziale e si incontrano con i giovani maschi selezionati dal conduttore Adriano Da Canal. Nonostante le preoccupazioni causate dal Covid 19, lo staff della Festa del Miele di Montagna si è impegnata con determinazione a realizzare l’evento. Dopo una riunione operativa, di concerto con il Comune, si è optato per Orsera dove sono aperti i cantieri ma si

la manifestazione

Ferragosto a Quero Vas con la tradizionale festa della Madonna del Piave QUERO VAS

È finalmente pronto il programma della Festa della Madonna del Piave di Caorera, dedicata quest’anno alle forze armate e ai volontari che si sono distinti durante il periodo di Covid-19, organizzata dalla Pro Loco. Come è ormai noto la manifestazione di Ferragosto si celebrerà solo nella sua parte religiosa, annullando dunque quella gastronomica nel tendone in riva al Piave, per

esigenze legate alle nuove norme igienico sanitarie sul Covid-19. Si inizierà alle 9.30, con il ritrovo al museo del Piave Vincenzo Colognese, dal quale il corteo si sposterà per la messa delle 10, con l’esposizione della sacra immagine, custodita a Caorera dal 1895. Una volta terminata la liturgia, alle 11.10 circa, ci si sposterà ai piedi di Marziai per l’alzabandiera, l’onore ai caduti e il successivo lancio della corona nel Piave.

elezioni

Scrutatori, la priorità va ai disoccupati FELTRE

Anche in questa occasione, il Comune darà priorità a disoccupati e studenti, purché senza reddito, nella scelta degli scrutatori per le elezioni regionali e il referendum costituzionale del 20-21 settembre. Occorre inviare una e-mail entro il 21 agosto a mezzogiorno all’indirizzo elettorale@comune.feltre.bl.it, indicando come oggetto “Dichiarazione di dispo-

Uno scrutatore

è potuto autorizzare il nuovo punto di ristoro con gestione di Gabry e Gecky. Lo spazio è stato in parte attrezzato con dei giochi e altalene per bambini in attesa di una completa ristrutturazione dell’edificio, da parte del Comune. Il gruppo apicoltori Aperina, nell’ultima riunione, ha nominato quale direttrice della Festa del Miele 2020 Mercedes Giazzon Maoret appassionata e esperta che ha collaborato a tutte le precedenti edizioni. È stata lei, sottolinea Remo Corona, a proporre il programma. Che prevede, in area campeggio Orsera, il mercatino del miele e altri prodotti agroalimentari e oggettistica, con inizio alle 9 di domenica 16 agosto. Alle 16 è atteso uno spettacolo di burattini “La trappola e il cioccolato” rappresentata dal Il Laborincolo teatro di figura. «In questa edizione il clima sarà un po’ diverso», conclude il presidente Corona. «Dovranno essere garantite tutte le norme di sicurezza, prime fra tutte il distanziamento sociale e l’uso della mascherina». — LAURA MILANO

L’atto precederà quello conclusivo delle 12. 15 con il trasporto della statua della Vergine nella chiesetta del paese, dove si terrà un rinfresco nella sede del Pojat. La sacra immagine rimarrà esposta fino alle 19, prima di essere riportata indietro. Durante la liturgia sarà obbligatorio osservare le norme vigenti. «L’evento di quest’anno – spiega Don Sisto Berton, anima della manifestazione – sarà rivolto all’intera vallata del Piave, non solo a Caorera e Marziai, per far sì che il messaggio di pace e speranza sia rivolto a tutti». Ad allietare la giornata di Ferragosto ci penseranno il coro Monti del Sole e la banda Setteville. Tra le autorità saranno presenti i sindaci di Quero Vas e Alano e dei territori circostanti. — D.D.

nibilità a svolgere il compito di scrutatore per le consultazioni elettorali del 20-21 settembre 2020”. Bisogna però essere già iscritti nell’albo degli scrutatori del Comune. Il dichiarante riceverà poi una e-mail contenente le informazioni necessarie. Saranno eseguiti controlli a campione in merito alla veridicità delle dichiarazioni. Eventuali richieste di persone con reddito saranno valutate in coda alle altre. In questo caso va precisata la condizione lavorativa. Per informazioni contattare l’Ufficio elettorale, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 e anche nei pomeriggi di martedì dalle 14.30 alle 16 e giovedì dalle 16 alle 18. Il numero di telefono è 0439 885221. — SCO

Un apicoltore al lavoro

verso le regionali

“Solidarietà ambiente lavoro” la lista raccoglie firme a Feltre FELTRE

Dopo la buona risposta all’iniziativa di sabato scorso in piazza a Belluno, i rappresentanti provinciali della lista Solidarietà ambiente e lavoro (Sal), che candida Paolo Benvegnù alla presidenza della Regione e che riunisce i comunisti di Rifondazione, del nuovo Pci e gli ambientalisti del Veneto, arrivano a Feltre e a Ponte nelle Alpi con un triplo appuntamento. I militanti della formazione di sinistra saranno presenti con il loro gazebo oggi a Feltre dalle 8.30 in largo Castaldi, fronte Oviesse, e dalle 9.30 a Ponte nelle Alpi davanti alla filiale Unicredit, per poi tornare nuovamente a Feltre venerdì nello stesso punto. Sarà l’occasione per incontrare gli elettori e i lavoratori e raccogliere le 350 firme necessarie alla presentazione della lista. I candidati per la provincia di Belluno sono: Giancarlo Garna, Mara Fiorot, Jacopo Polli, Gabriella Cassol e Corrado Marin. Solidarietà ambiente e lavoro si caratterizza per una proposta di netta alternativa ai blocchi di centrodestra leghista e centrosinistra liberale che vengono definiti solo apparentemente opposti e perfettamente convergenti sulle questioni fondamentali a tutto vantaggio di Confindustria, di un capitalismo sem-

Giancarlo Garna

pre più rapace e a tutto danno dei lavoratori, dei giovani, dei soggetti deboli della società veneta. «Dalle Olimpiadi di Cortina alle cosiddette “grandi opere”, all’autonomia differenziata, cavalli di battaglia di Zaia, il programma di Sal rappresenta il rovesciamento delle politiche degli ultimi 25 anni in Veneto, che è divenuta la regione più inquinata d’Europa, con un consumo di suolo allarmante», spiegano i candidati, «per quanto riguarda la provincia di Belluno, Sal si caratterizza per un no fermo alle Olimpiadi di Cortina, per la

strenua difesa degli ospedali di prossimità minacciati di chiusura o comunque di esternalizzazione dei servizi fondamentali (il pronto soccorso di Auronzo dato in gestione a una cooperativa), la tutela dell’ambiente, la difesa del sociale messo a rischio dalle perverse logiche di contenimento della spesa, il sostegno incondizionato tramite un reddito garantito a tutti i lavoratori che stanno subendo la minaccia della perdita del posto di lavoro, dal settore del turismo a quello dell’occhialeria per citare i più noti». — F.R.


MARTEDÌ 11 AGOSTO 2020 CORRIERE DELLE ALPI

PRIMO PIANO

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Verso le elezioni regionali

Una “tassa” da 20 mila euro per gli eletti Fissate le quote: 3 mila euro di base ma gli assessori e i consiglieri regionali dovranno mettere mano ai loro risparmi mente”, prima ancora che politicamente alla Lega. Se questo è il modo per limitare il potere del governatore...», sbottava nei giorni scorsi in Laguna un veterano del Carroccio «Non vorrei che Salvini fosse mal consigliato, sul Veneto. Poi certo vince il partito, su scala nazionale c’è un leader, in Veneto un altro. Importante è che vincano sempre i nostri simbolo e linea». Paradossi della politica, certo. Ma anche segnali di inquietudine che affiorano, e rendono bene il clima delicato di questa Lega ex

Liga, mai così potente e mai così agitata, e sui territori ormai apertamente “correntizia” come la vecchia Balena Bianca. I 165 candidati che si schierano per Zaia sono stati anche informati delle clausole finanziarie della candidatura. A tutti, indistintamente, viene richiesto un contributo di 3 mila euro, ma per assessori e consiglieri uscenti la quota da pagare al via sarà di 10 mila euro. E altri 10 mila andranno versati in caso di elezione.—

La scelta dei candidati quasi conclusa dopo la maratona al K3. Si entra a gruppi su base provinciale, la foto e la firma

noto della lista del governatore. Nel Carroccio anche Paolo Luciani, segretario di Belluno dove il seggio è a rischio. Passiamo a Vicenza: l’uscente Maurizio Colman, con l’assessore alla Sanità Manuela Lanzarin e il capogruppo uscente Nicola Finco sono il tridente della Lega, mentre in lista Zaia Roberto Ciambetti sarà testa di serie con l’emergente Silvia Maino. A Verona, l’assessore uscente Elisa De Berti e il consigliere regionale Enrico Corsi (subentrato a Coletto) guidano i candidati della Lega, assieme ad Alessandro Montagnoli (adesso però sub judice). Nella lista Zaia il faro è il veterano Stefano Valdegamberi, un tempo Udc, con l’assessore del capoluogo Filippo Rando. Infine, a Rovigo, l’assessore Cristiano Corazzari e l’emergente Lisa Schibuola, assessore. Come Simona Basaglia, che correrà invece nella lista Zaia con l’avvocato Monica Giordani. Altri papabili sono Michele Aretusini, Riccardo Ruggero e Paolo Frigato.

VENEZIA

Ma a chi risponderanno gli assessori uscenti della giunta Zaia, se rieletti a palazzo Ferro Fini? Al lider maxìmo Matteo Salvini, cui fa riferimento la lista con il nuovo simbolo, dove sono stati trasferiti armi e bagagli dal capitano, o al governatore di cui sono tuttora fedelissimi nella giunta che sta per scadere a palazzo Balbi? Non è un quesito peregrino, né un’esercitazione di fantapolitica. È invece “la domanda” che molti si fanno, dopo l’ultimatum del segre-

tario federale al governatore, motivato dalla necessità di evitare che la lista del partito finisca umiliata nei numeri delle urne da quella personale del governatore (e poi ci sarebbe anche la terza pattuglia di candidati, che sfruttano lo slogan autonomista). Ma al di là dei numeri delle urne, dove è evidente che Salvini non vuole vedere una Lega più che doppiata dalla lista zaiana sorella, c’è chi guarda gli equilibri del prossimo consiglio regionale a palazzo Ferro Fini. E ha già una risposta. Zaia, alla fi-

ne, potrebbe uscire ancor più rafforzato in caso di vittoria alle urne. Perché oltre ai suoi fedelissimi di lista, che potrebbero sfiorare la maggioranza assoluta della maggioranza, potrebbe contare su un’ulteriore aliquota nel gruppo Lega, appunto i suoi ex assessori, senza trascurare gli eventuali outsider della terza lista (da 1 a 3, secondo i calcoli del suo staff). E ancora, il margine di scelta per la giunta può far entrare i non eletti più graditi. «C’è il rischio che i trequarti della maggioranza risponderebbero a Zaia “personal-

L’attesa per l’incontro sulle liste

Parte la gara per la poltrona d’oro Salvini insiste e arruola tutti i big

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IL MODELLO TREVISO

L’assessore uscente al Turismo e all’Attuazione del programma Federico Caner è una delle punte insieme a Marzio Favero, sindaco di Montebelluna, che nel partito dicono avanzare un assessorato (Cultura?) da tre lustri. E poi gli uscenti Riccardo Barbisan (ora sub judice), Gianpiero Possamai, un amministratore veterano come Mauro Dal Zilio, e quote rosa emergenti: Emanuela Deola, Laura Piovesan, Manola Spolverato, Emanuela Bertuola, assessori o ex. In lista Zaia i pupilli, i quattro consiglieri uscenti Silvia Rizzotto, capogruppo della lista nel 2015, Sonia Brescacin, Alberto Villanova e Nazzareno Gerolimetto. Con loro altri due Zaia-boys come Roberto Bet, Stefano Busolin, un ex sindaco come Paolo Speranzon e ancora Stefania Buran e Marianna Rossi. A Padova mancano solo un paio di tasselli. L’assessore alle Attività produttive Roberto Marcato e il collega all’Agricoltura Giuseppe Pan guideranno

LE LISTE PER LA PROVINCIA DI PADOVA

Liga Veneta Salvini Premier Federico Caner Marzio Favero Riccardo Barbisan Gianpiero Possamai Laura Piovesan Manola Spolverato Emanuela Deola Manuela Bertuola Mauro Dal Zilio

Liga Veneta Salvini Premier Roberto Marcato Giuseppe Pan Cristina Mason Tiberio Businaro Wanda Pellizzari Paola Ghidoni Aurelio Puato Filippo Lazzarin

Zaia Presidente Silvia Rizzotto Sonia Brescacin Alberto Villanova Nazzareno Gerolimetto Roberto Bet Stefano Busolin Paolo Speranzon Stefania Buran Marianna Rossi

Zaia Presidente Fabrizio Boron Luciana Sandonà Gabriella Bassi Salvina Albanese Giulio Centenaro Federica Pietrogrande Elisa Cavinato Renato Miatello

LA TERZA LISTA

il Carroccio, insieme al commissario provinciale Filippo Lazzarin e a Tiberio Businaro, sindaco di Carceri. Nella lista Zaia certi gli uscenti Fabrizio Boron e Luciano Sandonà, con loro anche Giulio Centenaro e Federica Pietrogrande, quest’ultima già presidente del consiglio comunale nella città del Santo. Correranno anche, nelle quote rosa, Paola Ghidoni e Wanda Pellizzari, Cristina Mason. Della partita anche Aurelio Puato e Renato Miatello, che potrebbero correre separati nelle due liste. Un posto anche per Elisa Cavi-

Immagini di aspiranti candidati convocati ieri pomeriggio al K3 nel Trevigiano FOTO MATTIUZZO

nato, Salvina Albanese e Gabriella Bassi.A Venezia, in attesa di verdetto sul numero due della giunta Zaia, Gianluca Forcolin, correranno per il Carroccio salviniano l’uscente Federico Semenzato e Pergiovanni Sorato, mentre la lista Zaia schiererà come big Fabiano Barbisan, Francesco Calzavara e Gabriele Michieletto. BELLUNO E ROVIGO

In lizza anche a Belluno, l’assessore uscente Gianpiero Bottacin guiderà la lista della Lega, il commissario provinciale Franco Gidoni sarà il nome più

A Padova è confermata la discesa in campo di Lazzarin Per fare la terza lista si corteggia anche Franco Ferrari eletto con la Moretti nel 2015

CROMASIA

candidati, ieri accompagnati dai commissari provinciali, hanno firmato un doppio modulo di accettazione, perché formalmente le due liste di punta, Lega e lista Zaia (nell’ordine gerarchico del partito, non dei sondaggi) non sono ancora definite e sono possibili rimescolamenti fino all’ultimo minuto. Ma dopo il diktat salviniano sui big e sugli assessori uscenti che devono correre sotto le ali del nuovo partito, i giochi sembrano fatti. L’esempio viene dalle due liste di Treviso, feudo del governatore: hanno solo bisogno del timbro, di fatto.

LE LISTE PER LA PROVINCIA DI TREVISO

CROMASIA

I CANDIDATI

A.P. © RIPRODUZIONE RISERVATA

È rimasta in bilico fino all’ultimo, ma ieri tutti mostravano ottimismo. Potrebbe vedere la luce anche la terza lista «Autonomia veneto» (ma c’è chi spinge per «Veneto autonomo») quella che salda gli amministratori per Zaia e il simbolo di Fabrizio Comencini e Mariangelo Foggiato, come figure del passato prossimo. Ma Foggiato era in grande spolvero ieri al K3. Quando Vico parlava di corsi e ricorsi aveva forse previsto anche la ricucitura di quei rapporti che sembravano insanabili? Tutt’altro che una lista di scorta, se l’entourage del governatore assicura che potrebbero arrivare addirittura 3 seggi. Con gli uscenti Pietro Della Libera (Treviso), Massimiliano Barison (Padova) Franco Ferrari corteggiato su Venezia e con la veronese Giovanna Negro. Senza dimenticare gli amministratori, in carica o ex, anche di comuni sopra i 15 mila abitanti, che non hanno trovato posto nelle due affollate liste dello schieramento a tre punte. — ANDREA PASSERINI © RIPRODUZIONE RISERVATA


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ATTUALITÀ

MARTEDÌ 11 AGOSTO 2020 CORRIERE DELLE ALPI

Coronavirus: resta l’emergenza l’idea dello “spallanzani” di roma

Trasporti, tregua Stato-Regioni Sui treni ci saranno i separé Ok del Comitato tecnico scientifico ai test rapidi per chi arriva da Paesi a rischio Lamorgese vuole adottarlo anche per i migranti che sbarcano sulle nostre coste Paolo Russo

“Parafiati laterali”. È il coniglio estratto dal cilindro per mettere d’accordo governo e regioni e far viaggiare treni, bus, metro e pullman se non a pieno carico poco ci manca. Separé a prova di droplet, le famigerate goccioline che trasmettono il Covid. Tendine trasparenti, sottili e filtranti come una mascherina che dovranno consentire di viaggiare anche con il posto accanto occupato. E mentre governo e governatori plaudono alla trovata, dallo “Spallanzani” di Roma la direttrice del laboratorio di analisi, Maria Rosa Capobianchi relaziona a Cts e ministero della salute che funziona il test rapido, invocato da Zingaretti e non solo

Passeggeri in partenza dalla stazione di Torino Porta Nuova

per gli arrivi in aeroporto dai paesi a rischio. Ma che anche la Lamorgese vuole utilizzare per testare subito chi sbarca nelle nostre coste. «Si tratta di un nuovo e più preciso tipo di test che utilizza la tecnica di fluore-

scenza», spiega il direttore sanitario dell’ospedale, Francesco Vaia. «Funziona sempre con il tampone, solo che anziché cercare il virus rintraccia l’antigene in tempi rapidi». Si parla di un’ora e mezza appena. «Il tasso di

precisione è del 60% se calcolato su tutti i positivi, ma si avvicina al 100% se consideriamo solo le persone con alta carica virale, ossia quelle realmente contagiose che ci interessa individuare», aggiunge annunciando quella che può diventare un’arma fondamentale nella lotta all’epidemia. Ma anche una ciambella di salvataggio per chi nella maggioranza cerca di controbattere all’offensiva leghista sui migranti importatori di virus. Intanto ieri all’incontro governo-regioni sui trasporti l’idea delle paratie messa sul tavolo dalla titolare dei Trasporti, Paola De Micheli, sembra aver messo d’accordo tutti, da Zaia a De Luca. Al Mit ammettono che per ora si tratta di strumenti facili da rimuovere e da sanifica-

re, che hanno superato la fase di sperimentazione. Ma da qui ad averli belli e pronti da montare sui vari mezzi di trasporto pubblico ce ne passa. Insomma si rischia il bis dei banchi monoposto, che almeno in foto i presidi li hanno potuto vedere. E una cosa i ministri Boccia, Speranza e la stessa De Micheli l’hanno messa in chiaro: senza divisori vale sempre la regola del metro di distanziamento, comunque in vigore per chi viaggia in piedi. Se gli scienziati del Cts daranno il loro placet in settimana si sarà trovata la quadra, che come anticipato da uno Zaia molto propenso al dialogo consentirà anche di mettere ordine alle giungla di ordinanze regionali, adottando tutti le stesse regole. Certo che ad ammorbidire le regioni sono stati anche i 300 milioni in più per il trasporto locale messi sul piatto dalla De Micheli in aggiunta ai 400 già stanziati dal decreto agosto. Serviranno a compensare le perdite da distanziamento delle società di trasporto, con bilanci già fallimentari. Ma anche per noleggiare i pullman turistici senza più turisti da trasformare in scuola-bus. Perché il ritorno dietro i banchi, ad orari scaglionati, è vicino. E le elezioni regionali anche. – © RIPRODUZIONE RISERVATA

La ministra dell’Istruzione: stiamo lavorando per risolvere il problema «Il 14 settembre la scuola riparte ad ogni costo, questo l’impegno»

Azzolina: «Nessuno scandalo le lezioni scolastiche nei B&B I sindaci trovino le soluzioni» IL COLLOQUIO Flavia Amabile

anca poco più di un mese alla riapertura delle scuole più complessa degli ultimi tre quarti di secolo. Le chat dei presidi ribollono di messaggi dai toni disperati, si contano le classi che mancano, si confrontano problemi e soluzioni e si teme che le 20mila aule da trovare siano una stima da correggere al rialzo. Le chat dei genitori hanno toni analoghi tra chi contesta i banchi monoposto e chi vorrebbe maggiori garanzie di un rientro sicuro. E in quelle dei precari si cerca di farsi coraggio per l’anno in arrivo tra lo stillicidio delle supplenze e per qualcuno l’ansia di finire senza lavoro in caso di quarantena. La ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina tenta di tranquillizzare tutti. «Sono al lavoro senza sosta su organici e immissioni in ruolo, questo tema della mancanza di aule

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non è nuovo né ci deve scandalizzare il fatto che si studino soluzioni alternative, come i bed&breakfast. Ho sempre detto fin dal primo momento in cui abbiamo affrontato l’emergenza Covid che ci sarebbe stato un problema di spazi. Quando devi far rientrare a scuola a settembre 8 milioni di studenti, garantendo il distanziamento di 1 metro, è chiaro che si pone la necessità di adeguare gli spazi». Il problema in queste ore infatti non è solo di trovare dei luoghi ma che siano idonei a ospitare un ambiente scolastico. Devono cioè rispondere ai requisiti richiesti dalle leggi come la presenza del documento di valutazione del rischio o di un numero adeguato di bagni per maschi e femmine. «Non a caso siamo al lavoro da settimane con gli enti locali per risolvere il problema. Ne devo discutere con il presidente dell’Anci Antonio De Caro, perché la questione è di competenza dei comuni, cui appartengono fisicamente e giuridicamente

gli edifici scolastici. Tocca ai comuni individuare le soluzioni migliori, se gli edifici scolastici non sono sufficienti. E proprio per fronteggiare l’emergenza delle aule che mancano, del resto, abbiamo dato ai sindaci risorse aggiuntive». Tutto infatti è possibile, sostengono da tempo tutti i protagonisti dell’avvio dell’anno scolastico, basta che ci siano i fondi. E la ministra rassicura ancora una volta tutti. Le risorse non mancheranno. «Con il Decreto Rilancio abbiamo stanziato 330 milioni, per lavori di ampliamento e ristrutturazione degli edifici scolastici. E con il Decreto Scostamento abbiamo stanziato 32 milioni per il 2020 e 48 milioni per il 2021, per coprire il costo di affitto di altri locali, tecnostrutture e patti territoriali». L’utilizzo sarà deciso a livello locale in base alle esigenze che in questi giorni vengono presentate e censite, non ci sono interventi in questo senso da parte di viale Trastevere, assicura la ministra. «Ogni comune si rego-

La ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina

la come meglio crede, nella ricerca di soluzioni. Alcuni stanno ristrutturando edifici scolastici dismessi, altri stanno adeguando locali nei teatri e nelle pinacoteche, altri ancora mettono a disposizione sale comunali». Si tratta di un lavoro collettivo, insomma, secondo la ministra, che sta coinvolgendo tutti in questo agosto di lavoro senza sosta. «Tutti, ai più vari livelli, stiamo facendo il massimo sforzo per raggiungere l’obiettivo che ci sta più a cuore, che è sem-

pre lo stesso: la riapertura delle scuole il 14 settembre. Questo è l’impegno principale, al quale non verremo mai meno». Diversi sono i tavoli di lavoro aperti. Oltre a quelli con gli enti locali ci sono colloqui in corso in tutt’Italia a diversi livelli con i genitori. Molte le preoccupazioni espresse in questi incontri sulla sicurezza del rientro ma anche sulla contraddizione tra il rigore delle norme previste nelle linee guida e tanti comportamenti che nelle ultime setti-

i dati nel mondo

Venti milioni di contagiati Grande allerta in Spagna In una Italia la curva epidemica continua ad andare in altalena, ma questa volta plana verso il basso, con 263 nuovi casi ieri, 204 in meno rispetto a domenica e quasi la metà di quei 552 che venerdì ci avevano fatto spaventare. I decessi salgono un poco ma restano bassi, l’ultimo bollettino ne conta 4 contro i due soli del giorno precedente. Sotto la lente i rientri dalle vacanze (54 positivi). Intanto, salgono a 3mila i volontari per il vaccino italiano della ReiThera. In Europa è allerta: in Spagna i ricoveri sono quadruplicati in un mese e Parigi introduce l’obbligo di mascherine anche nei luoghi pubblici. Oltreoceano, gli Usa hanno superato la soglia dei 5 milioni di casi. Il totale mondiale dei contagiati si avvicina ormai ai 20 milioni. Tra i positivi ha detto di esserlo anche l’attore Antonio Banderas, che sta festeggiando il suo 60° compleanno in quarantena. –

mane stanno facendo risalire la curva dei contagi. «Ci sono Associazioni dei Genitori – conferma la ministra – con le quali discuto in questi giorni, che mi chiedono “perché nelle scuole state introducendo tutti questi divieti e queste misure di sicurezza, quando poi in questi giorni la gente in vacanza se ne frega e fa come vuole?”. Io a tutti rispondo allo stesso modo: la scuola deve riaprire nei termini previsti, cioè il 14 settembre. Costi quel che costi». È una partita molto complessa che non manca di avere ricadute politiche. Il ministero dell’Istruzione è fra quelli che vengono citati più spesso nelle voci di queste settimane su un possibile rimpasto di governo. Come spesso accade, le voci riguardano solo i ministeri guidati da donne. «Quando leggo queste notizie mi viene da sorridere – commenta la ministra – Ne parlavo proprio nel weekend con Paola de Micheli… Mi pare che Conte le abbia smentite, no? Discorso chiuso». Alle voci si aggiungono le polemiche personali. Il leader della Lega Matteo Salvini ha giudicato inopportuna la sua possibile assunzione come preside per effetto dello scorrimento delle graduatorie mentre è alla guida del ministero. Nulla di inopportuno e nessun conflitto di interessi risponde la ministra: «Ma basta, l’ho già detto, Salvini vada a studiare, poi ne riparliamo. La verità è che in questo Paese assurdo più studi, più sei attaccato. Ma io vado avanti, ho la coscienza a posto». – © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Belluno

Martedì 11 Agosto 2020 www.gazzettino.it

Un video per rilanciare il Nevegal Presentazione ieri a Pian Longhi senza rappresentanti `Immagini di una decina di minuti per promuovere il Colle istituzionali: «Troppe le loro promesse non mantenute» girate grazie al contributo di alcuni imprenditori della zona `

IL FUTURO DEL COLLE BELLUNO Il Nevegàl rialza la testa. E lo fa con le forze di operatori e imprenditori che, sul Colle, vivono, lavorano e investono. La presentazione, ieri, a Pian Longhi, la realtà gestita da Enrico De Bona, grazie allo slancio imprenditoriale di Veneta 21 srl di René Dal Farra. Un video, girato da due giovani film-maker, Giancarlo Scussel (21 anni) e Nicola de Gol (24) della Scux Media di Belluno, di circa 10 minuti. Il cortometraggio, infatti, promuove la località che copre l’intero comprensorio del Nevegàl, tra i comuni di Ponte nelle Alpi, Belluno e arriva a Limana.

circa 15 mila euro (sostenuti in toto al prezzo simbolico di un euro a corsa) da Belluno alla parte alta del Colle, con più fermate.

LA PROPOSTA In ballo, invece, ora c’è la controproprosta del Comune. «In un periodo che fa registrare un grande afflusso di persone – conclude il direttore della scuo-

L’OPPORTUNITÀ Un’occasione per parlare in modo positivo di uno dei posti, che più di altri, è al centro del dibattito cittadino da mesi. E, spesso, per questioni legate alla mancanza di slancio da parte delle amministrazioni pubbliche che a parole dicono “rilanciamolo”, ma nei fatti tutte aspettano che sia qualcun altro a partire per primo. Il riferimento è al Comune di Belluno, alla Provincia e alla Regione. «Proprio per evitare ulteriori polemiche, infatti, abbiamo lasciato perdere gli inviti alle amministrazioni pubbliche – spiega Alessandro Molin, direttore della Scuola Sci Nevegàl -. Questo video ci rappresenta per quello che siamo». In altre parole: intraprendenti. Tra le righe del breve filmato il messaggio è chiaro: dove non arriva il pubblico è il privato che si dà da fare. Prima la tovaglietta disegnata da Fabio Vettori, ora il video. «Invitiamo l’amministrazione a fare qualcosa per il comprensorio, così come hanno fatto molte altre, prima di questa. L’inverno si avvicina più rapidamente di quanto non ci si aspetti – fa notare Molin -. Ci sono state promesse non mantenute, quest’estate». Molin non lo dice, ma il riferimento va al sindaco Jacopo Massaro che a metà luglio, in Consiglio comunale, se ne uscì dicendo che l’amministrazione avrebbe tentato di affittare gli impianti di Col dei Pez attraverso la Bellunum. Ma così non è stato. E nulla si sa nemmeno di un servizio pullman (che sopperirebbe quello di DolomitiBus), che avrebbe potuto finanziare un privato, con una somma di

IL MAESTRO di sci Alessandro Molin

IL SINDACO MASSARO NEL MIRINO DELLE CRITICHE: «IN CONSIGLIO AVEVA IPOTIZZATO DI AFFITTARE L’IMPIANTO»

la di sci Nevegàl -, pensiamo cosa sarebbe stato con la seggiovia aperta. Ora però a rischio è anche la stagione invernale e ribadiamo un concetto chiave: il Nevegàl è la cerniera tra Venezia e le Dolomiti. Belluno sta nel mezzo, non deve essere sempre in oblio su tutto- Bisogna far sentire la propria voce. Qui si impara a sciare per poi sfruttare le località dell’alto Bellunese». Quindi basta polemiche, si inizi a lavorare per dei risultati. A presentare il video sul Nevegàl, finanziato da una ventina tra operatori e imprenditori del Colle, ha pensato Gianni Pastella di Vivaio Dolomiti, ma erano presenti anche associazioni che operano sul Colle, come esponenti degli Amici del Nevegàl, Belluno Alpina e altre del territorio: «Un piccolo segnale che dà il senso dell’unità degli operatori. Noi facciamo gruppo tutti insieme, magari pensandola anche diversamente su certe cose. Adesso, però, chi di dovere faccia la sua parte». Altra stoccata al Comune. Tra i vari attori del video c’è il Consorzio Prealpi Dolomiti che provvederà a farlo circolare attraverso i suoi canali. Sarà proiettato all’Infopoint e poi ogni attività potrà gestirne la diffusione tramite i social. Per Francesco Tison (B&B Checco Zaino) il video dovrebbe essere «diffuso nelle stazioni, magari anche all’aeroporto di Venezia. A vederlo quasi ci si commuove». E in questo caso «la Dmo non c’entra nulla, perchè per il Nevegàl non ha mai fatto nulla», conclude Gianni Pastella. Federica Fant © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’EVENTO La presentazione ieri del video dedicato al Nevegal: non c’erano amministratori pubblici

Infopoint, nel fine settimana un centinaio di visitatori DAL COMUNE BELLUNO In Nevegàl c’è un Infopoint, gestito dal Consorzio Dolomiti Prealpi. Solo nell’ultimo fine settimana, fa sapere il Comune, si sono registrati un centinaio di accessi. Più volte richiesti, i dati su quanti accessi ci siano stati fino ad ora, quali le destinazioni preferite e quali le richieste specifiche ricevano gli operatori del punto informazioni, non ci sono stati forniti. «Sono in elaborazione», spiega Moreno Gioli per il Consorzio. Parla tuttavia l’assessore al Turismo, Yuki d’Emilia, il comune infatti sponsorizza questo Infopoint: «I risultati di questi due mesi di attività sono stati molto positivi. Complici il caldo e la situazione sanitaria che privilegia le località turistiche di montagna, sul Colle in questa stagione estiva, “anomala” per la ripresa post-Covid, abbiamo registrato una forte presenza di visitatori – presegue l’amministratrice -: basti pensare ad esempio al grande successo del cinema all’aperto di saba-

to sera all’Agriturismo Faverghera, che ha visto partecipare oltre 120 spettatori. È il segnale che il Nevegal è una stazione turistica attraente e che la varietà di offerta è un ulteriore punto a suo favore». Poi una anticipazione. «Proprio visti i numeri dei visitatori e in vista del Ferragosto, avevamo già programmato un ampliamento dell’orario di servizio dell’Infopoint che da sabato

scorso fino a domenica sarà aperto tutti i giorni sia al mattino che al pomeriggio. Da lunedì torneremo poi all’orario dei giorni scorsi, con l’apertura tutte le mattine e nei pomeriggi di venerdì, sabato e domenica – fa sapere la d’Emilia -. In questi mesi, dopo i confronti di giugno con gli operatori per scambiarsi reciprocamente le informazioni, a luglio si sono registrati quasi unicamente turisti italiani, soprattutto dal Veneto e dal Friuli Venezia Giulia. Ad agosto si sono cominciati a rivedere gli stranieri, anche se sono ancora gli italiani a farla da padrone; solo nell’ultimo weekend si sono registrati oltre 100 accessi». (Fe.Fa.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’ASSESSORE comunale al turismo di Belluno Yuki D’Emilia

L’ASSESSORE YUKI D’EMILIA: «I RISULTATI DI QUESTI DUE MESI SONO STATI MOLTO POSITIVI»

«Con noi e Zaia autonomia regionale e provinciale garantite» VERSO LE REGIONALI BELLUNO «Se vincerà Zaia autonomia e specificità di Belluno sono garantite». Parola di Forza Italia e in particolare di Lorenzo Bortoluzzi, uno dei cinque candidati bellunesi alle regionali. Che alla domanda su che cosa renda il suo partito sicuro che la prossima sarà la legislatura buona per raggiungere questo obiettivo, ha risposto: «Negli incontri che abbiamo avuto con Zaia, egli ha garantito che Belluno otterrà ciò che prevede lo statuto regionale». Questo uno dei temi toccati ieri nel corso della conferenza stampa di presentazione dei candidati consiglieri di Fi alle regionali del prossimo settembre. Per l’occasione era arrivato da Venezia il coordinatore regionale Michele Zuin, quello provinciale e a sua volta candi-

dato Dario Scopel e il parlamentare bellunese Dario Bond. «In questi anni mi sono impegnato a livelli diversi per la difesa del territorio - ha esordito chiudendo gli interventi Dario Scopel, primo cittadino di Seren del Grappa – perché i problemi della montagna sono uguali in Val Visdende e in valle di Seren. Il minimo comun denominatore di tante questioni è lo spopolamento che nasce da una sommativa di problemi. Biosgna investendo nelle infrastutture, a partire da connes-

FORZA ITALIA IERI HA PRESENTATO LA FORMAZIONE CHE SI CANDIDERA’ ALLE PROSSIME ELEZIONI REGIONALI

ALLE URNE la presentazione della squadra bellunese che, sotto la bandiera di Forza Italia, si presenterà alle prossime elezioni regionali. I candidati per un posto in Consiglio sono cinque

sione internet, viabilità e sanità». «Sono in Fi da sempre e sono contento che mi sia stata proposta questa candidatura – aveva detto prima di lui Bortoluzzi – e lo faccio volentieri per un partito che è stato rivoluzio-

nario sin dal 1994 ed ora lo è inserendo l’autonomia del Veneto nel suo simbolo. Ed è un passaggio approvato a tutti i livelli, grazie anche a quanto si è impegnato su questo tema l’onorevole Gelmini». Candidato an-

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che Fiore Buzzati: «Sono un consulente tecnico e voglio portare la mia esperienza a livello regionale. Sono preoccupato per il futuro dell’imprenditoria, per la tutela delle famiglie ed il futuro dei giovani. Mi im-

pegnerò perché in provincia vengano attivati dei corsi in linea con le esigenze del territorio, per esempio turistici». Da Fonzaso, dove si è trasferita da alcuni anni dal Brasile, arriva la candidata italo-brasiliana Maiza Graziela Busatta: «Ora ho una bambina e sono preoccupata per il suo futuro, per lo spopolamento, per la cura del territorio. Nella nostra provincia ci vuole una strategia per contrastare il rischio idrogeologico e per difendere valori e cultura della tradizione». Dal Monte Grappa, dove gestisce un agriturismo, arriva Laura Tabacchi: «Come candidata consigliere mi impegno a rappresentare le difficoltà del vivere in montagna. Dove io lavoro non c’è la connessione. Eppure abbiamo gli stessi obblighi di tutti gli altri esercizi». Giovanni Santin © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Primo Piano

Martedì 11 Agosto 2020 www.gazzettino.it

La prevenzione

«Deroga ai pendolari» Regioni e Governo cercano un accordo `La proposta di Zaia: «Considerare Il ministro De Micheli: «Pronti 700 milioni per il trasporto locale» una comunità i passeggeri abituali» `

IL VERTICE VENEZIA Regioni e Governo cercano una soluzione condivisa per sciogliere il nodo del trasporto pubblico locale in tempo di Covid. Veneto, Emilia Romagna e Lombardia potrebbero mollare sul pieno carico, mentre i ministeri coinvolti potrebbero ammettere una deroga per i pendolari. È la mediazione abbozzata nel vertice di ieri, quand’è stato concordato di arrivare a una decisione subito dopo Ferragosto, in modo da dare il tempo alle aziende del settore di attrezzarsi, in vista dell’inizio dell’anno scolastico.

I SOLDI Ha assicurato il ministro Paola De Micheli (Trasporti), a margine delle tappe venete fra Padova e Verona: «Ce la metteremo tutta per arrivare preparati a settembre. Il Governo si muoverà per perseguire la massima garanzia di protezione della salute, sia per gli studenti che per i lavoratori che tornano a scuola». Per il 2020 il decreto Agosto mette a disposizione 700 milioni, di cui 400 per le Regioni e 300 per i Comuni. «Ma anche con i soldi sul tavolo, non avremo subito i nuovi mezzi per garantire una capienza limitata al 50%», ha obiettato il governatore Luca Zaia, secondo cui bisogna «evitare di fare i fondamentalisti, puntando di meno sul di-

IERI ALTRI 47 CONTAGI, APPELLO AI GIOVANI IN VISTA DI FERRAGOSTO: «USATE LA MASCHERINA ANCHE IN VACANZA»

L’INAUGURAZIONE FOSSALTA DI PORTOGRUARO (VE) La fabbrica di mascherine è tutta veneta. È stata inaugurata ieri a Fossalta di Portogruaro, nella sede della “Chiros”, alla presenza in video conferenza dell’amministratore delegato di Invitalia e Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19, Domenico Arcuri, l’amministratore delegato di Ima Bologna, Alberto Vacchi, della vice presidente di Confindustria, Maria Cristina Piovesana, e del presidente di Confindustria Alto Adriatico, Michelangelo Agrusti, la nuova macchina che produce le mascherine di tipo Ffp2. «Sono dispositivi medico chirurgici di tipo 2 spiega Ciro Astarita, patron della Chiors, azienda che fino a

stanziamento sociale e di più sull’obbligo di mascherina». Non a caso il Veneto ha proposto di allargare il varco normativo ammesso per i passeggeri conviventi. «Così come è consentito ai colleghi di lavorare a stretto contatto purché indossino la protezione – ha premesso Zaia – chiediamo non solo di permettere loro di sedere vicini pure sull’autobus, ma anche di considerare l’insieme dei pendolari che prendono tutti i giorni lo stesso mezzo alla stessa ora come una comunità dal punto di vista sanitario. Ho trovato disponibilità a valutare questi aspetti e ho mostrato a mia volta un approccio costruttivo. Per ora la nostra ordinanza resta in piedi, ma siamo pronti a modificarla con correttivi di buon senso, validati dal Comitato tecnico scientifico nazionale che ne decreta la sosteni-

bilità sanitaria. Diversamente temo che dovremmo affrontare dei seri problemi di ordine giuridico, se finissimo per lasciare a terra gli studenti, magari nell’età della scuola dell’obbligo: sono in ballo diritti e responsabilità». Resta però da capire come gestire i controlli sui viaggiatori: per lo stesso Zaia, «l’autocertificazione sarebbe un’autocomplicazione».

A PADOVA Il presidente leghista Luca Zaia e il ministro dem Paola De Micheli ieri erano a Palazzo Moroni

LA RAPIDITÀ

NUOVETECNICHE)

Anche per questo le parti si sono riaggiornate, promettendosi reciprocamente rapidità. Ha evidenziato il ministro Francesco Boccia (Affari Regionali): «La leale collaborazione con Regioni ed enti locali ha sempre funzionato, ci siamo tenuti per mano nei momenti più critici e trovato soluzioni. Non ha senso oggi andare in ordine sparso, lo

(foto ROBERTO SILVINO /

ha ricordato anche il presidente Zaia. Chiedo alle Regioni di preparare un documento condiviso». Ha confermato Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia Romagna e presidente della Conferenza delle Regioni: «Ho chiesto ai ministri di arrivare ad una decisione condivisa all’inizio della prossima settimana.

Dobbiamo fare presto e per questo abbiamo dato la nostra massima disponibilità sin dalle prossime ore».

I RAGAZZI Presente al confronto anche il ministro Roberto Speranza (Salute), dal quale Zaia ha ottenuto rassicurazioni sull’imminente

Scuola, più fondi alla Calabria che al Veneto `Bufera sul decreto

che assegna le risorse agli uffici regionali LA POLEMICA VENEZIA Polverone sul decreto del 5 agosto 2020 emanato dal Miur di concerto con il ministero delle Finanze e che prevede la ripartizione tra Regioni delle risorse per la ripresa dell’attività didattica in presenza nel rispetto delle misure anti-Covid. Il perché sta tutto in un esempio: al Veneto, regione con tanti studenti e tra le più colpite dal contagio, van-

no poco più di 54 milioni di euro, mentre alla Calabria che ha un minor numero di iscritti e anche meno diffusione del virus sono stati assegnati più di 79 milioni, all’incirca la stessa cifra data anche alla Puglia. L’inghippo però sta a monte del criterio di assegnazione. Il decreto sancisce infatti all’articolo 1 che le risorse sono ripartite “per il 50% sulla base del numero degli alunni presenti al sistema informativo del ministero per l’anno scolastico 2020-2021 e per il rimanente 50% sulla base delle richieste avanzate dagli uffici scolastici regionali”. A creare la differenza tra Regioni sono proprio le richieste di fabbisogno: per-

ché l’Ufficio scolastico regionale del Veneto ha presentato un’incidenza del fabbisogno pari a 4,6%, un terzo rispetto al 14,5% avanzato dalla Calabria. Ricordiamo che il decreto distribuisce la dotazione organica aggiuntiva sia per il personale docente (40mila unità in più), sia per gli Ata (10 mila unità in più tra collaboratori scolastici e personale di segreteria) stanziando 900 milioni di euro. «Emerge chiara la dinamica per la quale ci sono stati Uffici scolasti regionali più realisti del re che hanno chiesto, ma non troppo - denuncia il sindacato Gilda in una nota - e altri che si sono allargati ed hanno avuto quanto

chiesto senza limitazioni». In questa prospettiva Veneto, Lombardia e Emilia Romagna, le tre regioni che hanno pagato un prezzo più alto al Covid-19 e che hanno un’incidenza alunni pari al 31% sono meno finanziate rispetto a regioni sfiorate dal virus e in ogni caso con un minor numero di iscritti. Per scoprirlo basta leggere la tabella contenuta nel decreto che mette in fila tutte le Regioni italiane con tanto di incidenza alunni, incidenza fabbisogno e risorse aggiuntive assegnate per l’anno scolastico 2020-21. r.ian. © RIPRODUZIONE RISERVATA

validazione dei tamponi rapidi, così da incrementare la capacità diagnostica del Veneto, arrivata finora a 1.317.402 analisi di laboratorio. Secondo l’ultimo bollettino, i 47 nuovi casi portano il totale dei contagi a 20.715. Le persone in isolamento domiciliare restano stabili (5.342), così come la conta delle vittime (2.083), mentre aumentano leggermente i ricoveri (116 in area non critica e 10 in Terapia Intensiva). «Questi numeri – ha osservato il presidente della Regione – ci dicono che il sistema di sanità pubblica funziona, ma che il virus c’è ancora, con un abbassamento notevole dell’età media. Visto che siamo nella settimana di Ferragosto, rivolgo un appello ai giovani, attratti dalle grandi aggregazioni che sono un elemento di rischio. Non mi permetto di dire che non devono andare in Croazia, a Malta, in Grecia o in Spagna. Ma se ci vanno, facciano attenzione agli assembramenti e indossino la mascherina. Diversi contagiati ci dicono: “Ma lì non la usava nessuno”. Ecco, non si facciano ingannare dalle immagini di tranquillità e prestino ancora più attenzione. Se prima su 10 contagiati, 9 erano adulti, adesso la proporzione si è rovesciata: 8 sono ragazzi». Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA

La Chiros di Fossalta produrrà 8 milioni di mascherine al mese marzo produceva esclusivamente capispalla in pelle per le migliori griffe della moda -. Abbiamo accolto le sollecitazioni di Governo e Regione per una riconversione produttiva che potesse dare una risposta alla scarsità di dispositivi di protezione. Di certo non è stato facile arrivare a produrre, soprattutto perché nel mercato non c’è nessuna macchina in grado di realizzare le mascherine con questa automazione». Già a maggio Astarita aveva investito 400mila euro per importare dalla Cina un primo macchinario, in tempo di piena emergenza. «Mi ero già informato con la Ima Group di Bologna per ac-

quistare un’altra macchina che però non sarebbe stata disponibile fino a ora - spiega ancora Astarita -. Con questa nuova attrezzatura siamo in grado di produrre complessivamente 8 milioni di mascherine al mese in due torni da 8 ore».

INVESTIMENTI Un ulteriore investimento per l’imprenditore di Fossalta da 1,2 milioni di euro che permetterà alla Protezione civile di entrare in possesso dei dispositivi in tempi rapidissimi. Mascherine destinate a ospedali e ambulatori, alle aziende e in distribuzione anche in farmacia al prezzo indicato dal commis-

sario di 50 centesimi alla vendita. «Sono riconoscente per lo sforzo fatto - ha detto il commissario Arcuri -. Oggi c’è la celebrazione per la messa in funzione di una filiera italiana che ci rende tutti orgogliosi di essere nuovamente comunità. Il 18 marzo eravamo il secondo Paese al mondo per contagiati da Covid-19 e per i decessi. Oggi siamo passati al sedicesimo facendo squadra. In poco più di 100 giorni siamo passati dalla ricerca spasmodica di mascherine e ventilatori alla produzione per il fabbisogno italiano». «È fondamentale fare impresa e fare squadra per essere vincenti - ha ricordato Maria Cri-

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AUTOMAZIONE Il macchinario inauguarato a Fossalta di Portogruaro

ACQUISTATO UN NUOVO IL MACCHINARIO PER LE FFP2 IL COMMISSARIO ARCURI: «PASSO PER L’AUTOSUFFICIENZA»

stina Piovesana -. Questa è la nostra differenza, essere imprenditori che sanno lavorare assieme, se poi abbiamo uno Stato amico, che sappia valorizzare i nostri sforzi, non ce n’è per nessuno». Marco Corazza © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Treviso

Martedì 11 Agosto 2020 www.gazzettino.it

Discoteche pronte al Ferragosto: «Cautela ma non ci fermiamo» Venerandi: «Tutti al mare, l’afflusso sarà gestibile. In strada la gente si ammassa, invece dai locali non sono partiti focolai»

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LE ASPETTATIVE TREVISO Le presenze attese sem-

brano più che gestibili, la situazione dei contagi pare sotto controllo e un’intera stagione persa alimenta la fame di ripresa, pur nella massima prudenza. Queste le motivazioni che animano i gestori delle discoteche trevigiane a pochi giorni dal Ferragosto. E se diversi locali sono chiusi per ferie, i simboli della movida guardano invece con speranza all’appuntamento di mezza estate. Lo conferma Giannino Venerandi, patron dell’Odissea di Spresiano e della Casa di caccia di Monastier nonché vicepresidente di Silb Fipe (Associazione imprese di intrattenimento da ballo e spettacolo)

mo rinunciare sono però i nostri tradizionali fuochi d’artificio del 15 agosto: lo spettacolo sarà ridotto, ma non vogliamo privare il pubblico di questo storico spettacolo».

L’ATTESA DI RISPOSTE I rappresentanti di Silb han-

CONTROLLI RIGOROSI «Seguiamo il programma settimanale, con l’Odissea che sarà aperta venerdì e sabato e la Casa di caccia per tutto il weekend –spiega il titolare–. Viene da sé che restano in vigore le norme anti contagio anche per Ferragosto, quando tuttavia non ci aspettiamo grandissimi afflussi. Molti sono in vacanza lontano dalla città, perciò l’affluenza è già da sé ridotta». Se però tanti giovani puntano sui locali nelle zone di villeggiatura, i gestori delle discoteche trevigiane non abbassano la guardia. «Le regole restano e non si transigono –aggiunge Venerandi–. Da noi, pur non essendo obbligatorio, a tutti viene misurata la temperatura per entrare. Al chiuso la mascherina è obbligatoria mentre all’aperto, come nelle apposite piste dell’Odissea, la si può sfilare ma solo se si mantengono i due metri quadrati di spazio attorno a ogni persona. Ovunque ci sono cartelli informativi e disinfettanti e regolarmente interrompiamo la musica per lanciare gli avvisi sulla sicurezza. Quasi tutti sono collaborativi ma, nei rari contrari, facciamo intervenire il servizio d’ordine. Insomma, la cautela è massima. Una cosa a cui non voglia-

GIANNINO VENERANDI di Silb Fipe

IL PATRON DELL’ODISSEA: «IL MURETTO? UN CASO SPIACEVOLE MA ANCHE UN TEST IMPORTANTE. ATTENZIONE MASSIMA»

no recentemente incontrato il governatore Zaia per capire come affrontare alla stagione autunno-inverno, la cui preparazione richiede di muoversi in anticipo ed è fondamentale per la ripresa del settore. «Bisogna organizzarsi per tempo, non si può improvvisare –aggiunge Venerandi–. Abbiamo presentato dei suggerimenti e ora attendiamo delle direttive nazionali e regionali». Altro tema di discussione è stato il “Muretto affaire” con il caso scoppiato quando nella discoteca di Jesolo sono stati trovati centinaia di giovani ammassati e senza protezioni. Scena peraltro ripetutasi anche questo fine settimana, con il locale segnalato alla Prefettura. «È stato un caso spiacevole –prosegue– ma anche uno “stress test” importante. Se, incrociando le dita, dopo quell’episodio non sono esplosi focolai, è una conferma del trend che non ha visto alcun contagio partire dalle discoteche. In Veneto siamo fin troppo fiscali, mentre quasi ovunque piazze, strade e spazi liberi vedono costanti assembramenti, tanto al mare come nelle città. Se i luoghi pubblici fossero così pericolosi, saremmo già tornati alla situazione di marzo». Serena De Salvador © RIPRODUZIONE RISERVATA

POTENZIATI I controlli della polizia locale sul rispetto delle misure di contenimento anti Covid

Marijuana in Pescheria ventenne finisce nei guai I CONTROLLI TREVISO Un 25enne pizzicato

ubriaco al volante, un ventenne trovato in possesso di marijuana e cocaina mentre passeggiava in Pescheria, ma titolari dei locali ed avventori rispettosi delle norme anti contagio anche durante l’orario aperitivo e il fine settimana. È l’esito dei controlli del fine settimana effettuati dagli agenti della polizia locale di Treviso, impegnati in una serie di servizi anche in borghese tra le vie del centro storico.

IL DISPOSITIVO

L’ODISSEA Lo storico club di Spresiano sarà aperto a Ferragosto

Nella notte fra sabato e domenica sono state impiegate tre pattuglie con servizi di prevenzione e repressione per chi guida in stato di ebbrezza. A finire nelle maglie dei controlli un ragazzo di 25 anni di Ponzano che è stato fermato e sottoposto all’alcoltest. «Le analisi non hanno lasciato dubbi spiega in una nota il comando di via Castello d’Amore -: il gio-

vane guidava con quasi un grammo di alcol nel sangue (0,98 g/litro) per cui è scattato il ritiro di patente finalizzata alla sua sospensione da 6 a 12 mesi e la denuncia all’autorità giudiziaria».

AGENTI IN BORGHESE Nei luoghi tipici della “movida” gli agenti di via Castello d’Amore hanno effettuato alcuni controlli in Pescheria dove era presente un gruppo di dieci ragazzi, dai 18 ai 25 anni provenienti da paesi dell’hinterland: a carico di un ventenne è scattata una segnalazione alla Prefettura per il possesso di una modica quantità di marijuana, circa 1 grammo e mez-

IN TASCA ALCUNE DOSI DI CANNABIS TROVATA A TERRA ANCHE COCAINA DENUNCIATO 25ENNE UBRIACO AL VOLANTE

zo, mentre sono stati sequestrati 4 grammi di cocaina, rinvenuti a terra.

ASSEMBRAMENTI Per quanto riguarda i controlli anti-Covid sono stati sette i locali ispezionati da personale in borghese della polizia locale trevigiana, sia in centro che in periferia, risultati tutti in regola: «Questo dimostra il pieno rispetto delle regole sia da parte degli avventori che dei titolari di bar e ristoranti», sottolinea il comandante della polizia locale Andrea Gallo. Nonostante le vacanze e i tanti trevigiani in vacanza, i servizi predisposti dai vigili proseguiranno anche nei prossimi giorni, in particolare nel week end. «I controlli saranno potenziati anche nel prossimo fine settimana - conferma Gallo -, soprattutto nella notte che precede il ferragosto: tre pattuglie saranno operative di notte sempre per la prevenzione di comportamenti illeciti alla guida». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Lascia il lavoro durante la pandemia: «Torno a dipingere» LA PASSIONE

LA STORIA TREVISO Dalle forbici per capelli e le acconciature al pennello e le tele per tornare al primo grande amore di sempre, quello per l’arte, messo da parte da ragazza per combattere una lunga battaglia, oggi vinta, contro l’anoressia. Dopo dieci anni al lavoro come parrucchiera in un salone in città, la passione per le forme e i colori è tornata a bussare con decisione alla sua porta. Da qui la scelta, stavolta di giovane donna, di voltare pagina con il lavoro di parrucchiera e di seguire la strada dell’arte. Per farla diventare stavolta una professione. Agnese Cornelia Dall’Armellina, 26 anni, ha così portato per la prima volta allo scoperto le sue tele con una mostra in città che dallo scorso 25 giugno ha trovato posto tra le pareti del ristorante Michi, in via Campana.

di tirare di nuovo fuori le tele e ricominciare a dipingere. L’arte è libertà nella sua più forte forma di espressione. Priva di muri e costrizioni».

«Da ragazza avevo iniziato a studiare all’Istituto d’arte di Vittorio Veneto – racconta la giovane artista trevigiana –. Ma poi per i problemi legati alla malattia ho interrotto gli studi. Iniziando a lavorare come parrucchiera. Poi dallo scorso novembre la decisone di lasciare il lavoro e di riprendere la strada interrotta con l’arte. E ancora l’arrivo dell’emergenza Coronavirus, terribile eppure feconda. Durante le lunghe giornate e le notti a casa ho trovato la forza

RACCONTI SU TELA Una decina le tele, realizzate con colore acrilico, che si sono accomodate in tutta la loro bellezza cromatica tra i tavolini del ristorante in città. Filo conduttore della creatività della giovane artista il tema della natura, raccontato anche attraverso le forme astratte: «In questo momento così critico la natura e il notro pianeta hanno bisogno di colore bellezza», dice Agnese. Questa settimana a far visita alla mostra ha fatto capolino anche l’assessore alla cultura del Comune di Treviso, Lavinia Colonna Preti: «Ha apprezzato molto l’idea che entrando in un ristorante si possano incontrare anche le tele di una mostra», dice Agnese.

AGNESE HA LASCIATO IL SALONE DA PARRUCCHIERA PER DEDICARSI ALL’ARTE: LE SUE TELE AL RISTORANTE “MICHI” 3f559a73-92e2-4dab-ac08-9ff4d3f0e5d5

Un viaggio in cui l’astratto si trasforma in paesaggio che si può fare non solo in una galleria d’arte ma perché no anche semplicemente seduti al tavolo di un ristorante: «La natura non è solo quella che è visibile agli occhi ma comprende anche gli intimi disegni dell’animo», è la frase che Agnese ha preso in prestito da un artista del calibro di Edvar Munch come biglietto da visita della sua mostra. «I paesaggi dipinto sono intimi disegni di un’artista che ci lascia entrare nella sua anima - , aggiunge la giovane innamorata dell’arte che ha saputo trasformare il suo talento artistico anche in cura -. Sempre con la pittura ho cercato di guarire anche il disagio della malattia. L’arte non solo distrae dai pensieri negativi, ma è capace di curare con il bello». Alessandra Vendrame © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Rovigo

Martedì 11 Agosto 2020 www.gazzettino.it

Giordani con Zaia, Corazzari nel “listone” di Salvini L’avvocato ed ex vicesindaco dell’Amministrazione Piva punta alla Regione con un posto nella squadra del governatore

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VERSO LE ELEZIONI ROVIGO Regionali 2020, comin-

cia a diradarsi la nebbia nel centrodestra. A poco più di una settimana dalla presentazione delle liste per le elezioni, il polo che sostiene il governatore uscente Luca Zaia si appresta a scrivere sul foglio della “bella copia” i nomi dei candidati al Consiglio, dopo settimane passate a progettare liste di candidati in grado di accontentare i due schieramenti interni: quello del segretario federale Matteo Salvini e quello di Zaia. Ieri sera a Padova la Lega ha definito le rose di cinque nomi per la lista del Carroccio e quella del candidato presidente, la civica che i sondaggi attualmente danno per la maggiore. Quella stessa civica che sta preoccupando Salvini e il segretario regionale Lorenzo Fontana, terrorizzati dall’idea di essere messi in ombra dal “Doge trevigiano” e di perdere peso politico in una regione così importante nello scacchiere politico nazionale.

EX ASSESSORI CON SALVINI Il diktat lanciato da Fontana appena un paio di giorni fa è che gli assessori regionali uscenti finiscano nel listino della Lega per Salvini, cercando di bilanciare il peso del nome di Zaia in una competizione elettorale caratterizzata dalla grande visibilità ottenuta dal governatore durante il lockdown. Cristiano Corazzari, ex sindaco di Stienta e assessore regionale uscente a Cultura e Sport, sembra quindi destinato a essere candidato nella lista “di partito” e non sotto l’insegna del suo presidente, come era avvenuto cinque anni fa quando aveva ottenuto 1.235 preferenze. Indiscrezione che era nell’aria già da tempo: “radio scarpa”, quell’insieme di informazioni non ufficiali che si propagano con il passaparola in modo informale, da qualche giorno lo dava infatti in lista Lega insieme a Michele Aretusini, compagno di banco e capogruppo a

palazzo Nodari. L’assessore alla Cultura quest’anno dovrà quindi sobbarcarsi l’onere e l’onore di trainare il Carroccio polesano con l’obiettivo di evitare una débacle che sarebbe traumatica dopo avere già perso il comune capoluogo appena 14 mesi fa.

LISTA ZAIA Per quanto riguarda la civica di Zaia, quindi, ci sarà più spazio per componenti che con l’attuale Lega non hanno trovato molto posto negli ultimi tempi. Come Monica Giordani, uno dei nomi più “quotati” in questo momento. Noto avvocato ed ex vicesindaco di Rovigo ai tempi dell’Amministrazione di Bruno Piva, Giordani cinque anni fa aveva corso proprio con la stessa lista civica, ottenendo 142 voti.

GLI AZZURRI

CAMMINO IN SALITA PER L’ASSESSORE REGIONALE USCENTE, CHE DOVRÀ VEDERSELA CON LA CONCORRENZA INTERNA AL PARTITO

Anche Fratelli d’Italia e Forza Italia hanno avuto il loro bel daffare in queste ultime settimane, impegnati in interminabili riunioni per capire come comporre la squadra e cercare di ottenere il terzo gradino del podio all’interno della coalizione. FI e Fd’I sono due partiti che in Polesine non hanno un rapporto così splendido: un po’ di attrito scorre visto che numerosi azzurri negli ultimi mesi sono passati tra le fila di Giorgia Meloni, come Nello Piscopo, Giacomo Sguotti e, soprattutto, Cristina Folchini, candidata alle Europee 2019 con Forza Italia e ora indicata da molti come aspirante consigliere regionale per Fd’I. In lista insieme a lei ci saranno anche Valeria Mantovan (485 presenze nel 2015), assessore a Porto Viro e consigliere provinciale di minoranza, e si sussurra anche di Daniele Ceccarello (516 preferenze nel 2015), responsabile provinciale. Per FI, che da quest’anno ha aggiunto nel simbolo la parola “autonomia” per strizzare l’occhio ad una certa fetta di elettorato, sempre più accreditata Layla Marangoni, ma si fa il nome anche di Luigia Modonesi, oltre a quello del vicecoordinatore provinciale Andrea Bimbatti. © RIPRODUZIONE RISERVATA

IN SALITA Cristiano Corazzari tenta di riconquistare la Regione

EX ASSESSORE Monica Giordani, avvocato, è stata assessore nella Giunta del sindaco Bruno Piva

Pari opportunità e inclusione finiscono nel grande schermo PARI OPPORTUNITÀ ROVIGO CineSet dà spazio alle

Pari Opportunità. La rassegna di cinema sotto le stelle, promossa dall’Amministrazione comunale con Asm set, prosegue il 13 agosto alle 21 nei giardini delle Due Torri con una serata dedicata alle Pari Opportunità. Nell’ambito del calendario che vede in programmazione “The Help”, verrà trasmesso anche il cortometraggio “Ti aspetto sulla luna”, realizzato dal gruppo C.A.S.E. con l’associazione Idem. Come spiega l’assessore alle Pari Opportunità Erika Alberghini, «si tratta di una tappa del percorso che C.A.S.E. sta promuovendo sul tema dell’inclusione». «Il cortometraggio – osserva il regista Andrea Zanforlin - racconta, attraverso una favola, un cammino che stiamo facendo insieme a un gruppo di sette persone, alcune con disabilità. All’interno ci sono le emo-

PRESENTAZIONE L’assessore Alberghini, il regista e la commissione

zioni che vengono trasformate sulla luna e trasportate sulla terra, vere ed autentiche. Il filo comune è l’ascolto».

LA COMMISSIONE «Quella di giovedì sarà una serata in cui siamo ospitati e ospitiamo – aggiunge Alessandra Tozzi, presidente della Commissione Pari Opportunità - La commissione ha

scelto di proiettare il film “The help”, che tratta le pari opportunità non solo sull’aspetto femminile ma anche razziale. Nella lotta alla discriminazione rientrava perfettamente il progetto “Ti aspetto sulla luna”, che parla del rischio della discriminazione nella disabilità». A.Luc. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Cantieri aperti in città, pausa prevista solo a Ferragosto LAVORI PUBBLICI ROVIGO In piena attività i cantie-

ri per rimettere a nuovo le strade cittadine. Si interromperanno solo per la paura ferragostana alla fine di questa settimana, ma dagli uffici di Palazzo Nodari l’ordine alle ditte incaricate è di fare tutto e di più perché sia percepito un cambiamento effettivo nella gestione della manutenzione stradale. Proseguono i lavori di sistemazione e messa in sicurezza dei marciapiedi di corso del Popolo, partiti nei giorni scorsi. Il tratto in questione è quello che va dallo sbocco in largo Salvo D’Acquisto fino all’incrocio con vicolo Crocco. Nel mentre, è stata completata la prima parte di asfaltature su viale della Pace, viale Tre Martiri e via Mazzini.

Manca solo viale Porta Adige, che sarà sistemata dopo ferragosto, a partire dal 24 di questo mese, nel tratto fra la rotatoria con via Lina Merlin e il centro commerciali Alìper. Da tale data riprenderanno anche le asfaltature nei quartieri Commenda e San Pio X, in particolare in via Amendola. I tecnici del settore Lavori pubblici precisano che l’intervento su via Peschiera, non era programmato, ma vista la situazione di degrado, grazie al materiale avanzato da via Curtatone, hanno pensato di chiudere un po’ di buche, con un primo passaggio. La via in questione, appena possibile, sarà oggetto di un apposito intervento.

MAXI-APPALTO Lo scorso mese è stato poi approvato un accordo-quadro

MAXI-PIANO Il Comune ha predisposto un piano per le asfaltature cittadine che prevede un investimento da oltre 2 milioni di euro

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biennale da 1,2 milioni di euro per le asfaltature, per cui all’occorrenza si attingerà da questo “tesoretto” per far fare nel giro di qualche giorno i lavori necessari, senza più ricorrere a gare e all’avvio di iter burocratici infiniti per far partire i lavori. All’occorrenza, inoltre, basterà rifornire di denaro il capitolo in questione e gli interventi saranno sempre più rapidi e frequenti, senza perdere circa tre mesi in tempi tecnici per le gare di affidamento. A queste risorse, infine, si aggiungono altri 500 mila euro, messi già da parte nei giorni scorsi. L’Ufficio Lavori Pubblici, sta predisponendo il progetto con le indicazioni per le nuove asfaltature, che prenderanno il via a settembre. Poi arriveranno altri 500mila euro, derivanti dalle sanzioni inflitte dalla Polizia

Locale, che per legge vanno usate solamente per lavori infrastrutturali, non per colmare altre voci di bilancio. Saranno soldi indirizzati a lavori “straordinari”, di massima urgenza e probabilmente verrà convocata una riunione della terza commissione consiliare per decidere su quali arterie intervenire, anche se gli uffici dei Lavori Pubblici hanno pronto da mesi un elenco di strade, catalogate per urgenza. Tra queste, ad esempio, ci sono via Gorizia, via Marconi e via Oberdan. Per tappare le buche, quindi per interventi minori e ordinari, si ricorrerà invece ad altri 172mila euro. Per la sistemazione della segnaletica (orizzontale e verticale) sono disponibili altri 77mila euro. Alberto Lucchin © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Primo Piano

Martedì 11 Agosto 2020 www.gazzettino.it

La bufera a Nordest

I tre leghisti veneti: «Bonus Covid chiesto a nostra insaputa»

I POLITICI SOTTO ACCUSA Sopra a sinistra il vicepresidente della giunta regionale, Gianluca Forcolin; a destra Alessandro Montagnoli; a lato Riccardo Barbisan

Le domande per gli aiuti presentate `Nel mirino era finito anche Corsi, da Forcolin, Barbisan e Montagnoli ma lui taglia corto: «Non ho partita Iva» `

IL CASO VENEZIA Come Claudio Scajola, l’ex ministro che “a sua insaputa” si era ritrovato proprietario di una casa vicino al Colosseo. Ed ecco, adesso, alcuni consiglieri regionali veneti della Lega che, a loro insaputa, si sono ritrovati in conto corrente il bonus per l’emergenza Covid. Il veneziano Gianluca Forcolin, vicepresidente della Regione: «Sono stati i miei soci». Il trevigiano Riccardo Barbisan, vice capogruppo del Carroccio: «È stato il commercialista». Il veronese Alessandro Montagnoli, presidente della Prima commissione Affari istituzionali: «È stata mia moglie». Gente che prende all’incirca 8.000 euro netti al mese per l’incarico in Regione e che, in più, a Roma ne ha chiesti, direttamente o indirettamente, altri 600 per l’emergenza sanitaria. Hanno commesso un reato? La risposta è: no, non c’è reato se una partita Iva, bloccata dal lockdown che ha messo in ginocchio l’Italia intera, si è avvalsa di questo contributo previsto dai decreti Cura Italia e Rilancio voluti dal governo giallorosso di Giuseppe Conte. Tutto legittimo. Ma è ”etico”? Da un lavoratore autonomo che fa anche politica e che dalla politica porta a casa un signor stipendio, è normale aspettarsi che prenda pure il bo-

IN DUE CASI I SOLDI RICEVUTI SAREBBERO STATI DEVOLUTI IN BENEFICENZA LA VICENDA UDINE «Non ho fatto niente di illegittimo e non ho niente di cui vergognarmi». Risponde così al cronista Franco Mattiussi, 62 anni, vicecapogruppo regionale di Fi nonché imprenditore, che con un lungo post su Facebook si è auto-segnalato, perché anche lui ha chiesto e ottenuto il bonus Inps per due volte. E, ribadisce, non se ne vergogna affatto, anche se «come consigliere regionale percepisco 6.500 euro lordi al mese più l’indennità di 3.500 euro, che fanno un accredito mensile di 7.500 euro netti. Ma è per il mio ruolo politico, che è una cosa ben distinta dal lavoro autonomo».

SUI SOCIAL E lo ha scritto su Fb: i politici «che hanno richiesto il bonus Inps non hanno rubato nulla. Nulla. Hanno esercitato un loro diritto. Hanno, in un certo senso, profittato di una norma che lo consentiva. L’avere partita Iva presuppone l’esistenza di un lavoro autonomo parallelo alla figura politica ricoperta. Due dimensioni da tenere distanti e separate». E ha ammes-

nus statale?

LA CHAT Lo scandalo, in Veneto, scoppia nel pomeriggio di domenica 9 agosto, quando nelle chat dei consiglieri e assessori regionali della Lega piomba la domanda del governatore Luca Zaia: c’è qualcuno di voi che ha chiesto il bonus? E che l’ha avuto? A qualcuno la domanda fa tremare i polsi. Perché a Palazzo Ferro Fini, sede del consiglio regionale, raccontano che l’argomento fosse stato a suo tempo accennato: “Tu che fai, lo chiedi il bonus?”, “Ma scherzi? E se si viene a sapere?”, “E chi vuoi che lo scopra?”. Il pomeriggio di domenica il caso divampa dalle spiagge ai rifugi di montagna, mentre il segre-

09/08/2020

tario nathional della Liga Veneta Lorenzo Fontana detta alle agenzie di stampa una nota più infuocata del meteo: «Se dovesse emergere che eletti hanno fatto richiesta all’Inps del bonus da 600 euro al mese per le partite Iva, quei nomi non finiranno tra i candidati nelle liste della Lega in Veneto e verranno immediatamente sospesi dal movimento». Nelle chat leghiste cosa rispondono i consiglieri e gli assessori? Ieri Il Gazzettino li ha interpellati tutti e 28, uno ad uno, da Luca Zaia («Non ho chiesto né percepito niente, non ho neanche fatto domanda per il crac di Veneto Banca e della Popolare di Vicenza») all’ultimo degli iscritti, il “cimbro” Stefano Valdegamberi («Se ho chiesto il bonus?

Front End Clienti - Lista Movimenti

DETTAGLI SINGOLO MOVIMENTO IT32W0307502200CC8500561930 - BARBISAN RICCARDO Data movimento

05/05/2020

Data valuta

05/05/2020

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05/05/2020

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BIC: BITAITRRXXX CRO: 01000/03203/0100053077413205480323503235IT O/C INPS-IT-ROMA-via Ciro il Grande 21 NOTE: EURO 600,00PER INDENNIT ART.27 DL 18 2020 P.IVA COCOCO DI 0 GIO. . .

Causale

BONIFICO

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600,00

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7.599,90

09/08/2020

Front End Clienti - Lista Movimenti

DETTAGLI SINGOLO MOVIMENTO IT32W0307502200CC8500561930 - BARBISAN RICCARDO Data movimento

06/05/2020

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06/05/2020

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06/05/2020

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BONIFICO DA VOI DISPOSTO CRO 58267907605 A FAVORE DI comune di Treviso C. BENEF. IT46O0306912117100000046176 NOTE: Treviso solidale art.66 DL 18/2020

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I DOCUMENTI I bonifici esibiti a difesa da Riccardo Barbisan

No»), compresi quelli finiti nel Gruppo Misto come Fabiano Barbisan («No, neanche con altre ditte») e tutti gli assessori esterni, da Federico Caner a Elisa De Berti («No»).

La rivincita di M5s e Pd: «Pensare che ci criticavano»

LE CONFESSIONI C’erano quattro indiziati. Alla fine i richiedenti o percettori del bonus statale sono rimasti tre. Il vicepresidente della giunta regionale e assessore al Bilancio Gianluca Forcolin, veneziano di Musile di Piave, al suo primo mandato in Regione, professione commercialista: «Non ho ricevuto alcun bonus dal Governo». Ma la domanda era stata fatta? Sì. Dice Forcolin: «Ho fatto fare una verifica con i soci del mio studio - siamo tre tributaristi di cui uno, io, molto part-time - e mi confermano questo: in quel periodo difficile di chiusura a causa del Covid con i dipendenti in cassa integrazione è stato chiesto l’aiuto agli enti competenti, ma non è stato dato seguito e quindi nessun aiuto è arrivato né al sottoscritto né allo studio». Il secondo è Riccardo Barbisan, di Treviso, città dove è anche consigliere comunale, un lavoro nel campo comunitario per bandi su ricerca di fondi per le piccole e medie imprese: «È stato il mio commercialista a chiedere il contributo Covid. Io non ne sapevo niente. Me ne sono accorto il 5 maggio quando dall’Inps mi è arrivato un bonifico di 600 euro. Ho chiesto lumi alla banca, poi al commercialista. Il giorno dopo, 6 maggio, ho disposto un bonifico di analogo importo, 600 euro, al Comune di Treviso per i poveri. Non mi sento in colpa, perché è un bonus che non ho chiesto io, non l’ho né voluto né tenuto, l’ho devoluto per fare del bene. Se

qualcuno si è offeso mi scuso, ma non c’è stato dolo». E mostra le ricevute dei due bonifici in entrata e in uscita. Il terzo indiziato era il veronese Enrico Corsi: «No, non ho partita Iva». Da ultimo Alessandro Montagnoli, professione consulente finanziario, anche lui come Forcolin e Barbisan jr al primo mandato in Regione: «Il bonus l’ha richiesto mia moglie con l’obiettivo di destinarlo all’emergenza Covid, come poi è stato fatto. Sono stati dati contributi agli alpini, alla Regione, all’acquisto di camici e materiali per un importo superiore a quello dell’Inps, mostrerò le pezze giustificative». E adesso che ne sarà di loro? Saranno ricandidati? Per 600 euro una tantum rischiano di perdere 8.000 euro netti al mese. Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL PANICO NELLA CHAT DEI CONSIGLIERI DOPO LA RICHIESTA DI SPIEGAZIONI DEL GOVERNATORE

Friuli, vicecapogruppo Fi si autosegnala «L’ho usato per le bollette dell’azienda» so: «Io personalmente, ho effettuato la richiesta e ho ottenuto il bonus che ho potuto “immettere” nelle casse aziendali. Utilizzando quei soldi anche per far quadrare conti che comunque dovevano essere saldati. Perché nonostante tutto fosse fermo, bollette e tratte continuavano ad arrivare».

GLI ALBERGHI Mattiussi, ex vicepresidente (e a lungo assessore) dell’allora Provincia di Udine, è da sempre impegnato nelle attività della famiglia. CONSIGLIERE FI Franco Mattiussi

LA REGIONE GUIDATA DA FEDRIGA AVEVA MESSO A DISPOSIZIONE ANCHE RISORSE PROPRIE: TRA I BENEFICIARI RENZO TONDO E TIZIANO CENTIS

Ad Aquileia gestisce dal 1990 l’Hotel ristorante Patriarchi e a Villa Vicentina “Ai Cjastinars”, dal 2011 l’hotel Aquila Nera ad Aquileia e dal 2017 il Bar Cjapitul. «Ho una società in cui partecipo - spiega Mattiussi - e avevo diritto a percepire quei 600 euro dell’Inps. Non ho fatto nulla di illecito. Io non vi-

vo di politica, vivo della mia impresa e faccio anche politica. Visto che è venuto fuori tutto questo cancan, ho preferito auto-dichiararmi». E lo ripete: «Ho esercitato un diritto. Sono un cittadino italiano, pago le tasse, do da lavorare a 35 persone, compresi i miei familiari. Ho percepito due volte i 600 euro: una prima volta li ho chiesti, la seconda sono arrivati senza che li chiedessi». Con il lockdown, spiega, «ho perso circa 500mila euro di fatturato. Di norma facevamo 2 milioni l’anno». Ma quei 600 euro erano pensati per chi ha situazioni meno floride. «Se c’è una questione di opportunità? Può darsi se uno ragiona in questi termini, ma io non sono di quell’avviso», dice Mattiussi. Come imprenditore, ha pure «fatto domanda per i contributi regionali a fondo perduto» a sostegno delle imprese colpite dalla crisi covid: li ha ottenuti. Fra i beneficiari di tali contri-

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buti regionali figura anche l’albergo Al Benvenuto di Tondo Renzo e C. Sas, che, come risulta dal secondo elenco dei beneficiari, ha ottenuto 4mila euro: Tondo è l’ex presidente della Regione, ora deputato del Misto. Anche Tiziano Centis, capogruppo dei Cittadini in Regione, ammette di aver «ritenuto non solo opportuno ma doveroso fare ricorso alle provvidenze previste dalla legislazione nazionale e regionale» (la Ok capelli di lui e lei di San Vito è nell’elenco con un contributo regionale di 1.400 euro), in quanto «titolare di un’impresa artigiana, con due dipendenti». L’impresa, spiega, «ha dovuto sospendere l’attività per un lungo periodo a causa dell’emergenza determinata dal Covid 19». «I fondi ottenuti non sono confluiti nel mio conto personale ma in quello dell’impresa». Camilla De Mori © RIPRODUZIONERISERVATA

LE REAZIONI VENEZIA Il caso bonus nelle file della Lega ha il sapore della rivincita per le forze di opposizione. A cominciare dal Movimento 5 Stelle, ex alleato al Governo e strenuo avversario in Regione.

I PENTASTELLATI Così i pentastellati chiedono al presidente Luca Zaia e al suo partito di ufficializzare i nomi dei percettori: «Magari scopriremo che sono gli stessi che si sono anche intascati le indennità di trasferta durante l’emergenza Covid. Magari ancora scopriremo che sono tra quelli che, facendo da megafono al loro capo Salvini, hanno tuonato contro i presunti ritardi del governo negli aiuti ai lavoratori autonomi», affermano Jacopo Berti, Simone Scarabel, Manuel Brusco ed Erika Baldin. Quest’ultima ironizza: «Bizzarro che i richiedenti il bonus, in Veneto, trovino posto tra le fila di chi criticava le misure emergenziali del governo durante l’emergenza Covid. Di giorno, nella Lega, giù strali in abbondanza, di notte davanti al sito Inps per fare domanda del bonus. Se fosse tutto vero, una contraddizione colossale, impossibile da giustificare».

I DEM Stefano Fracasso, capogruppo del Partito Democratico, esclude casi simili fra i suoi: «Non mi risultano proprio. In ogni caso, non ho nessun problema di privacy: vengano svelati i nomi, tanto sono già pubbliche le nostre dichiarazioni del redditi, le nostre situazioni patrimoniali, le nostre presenze». Duro il giudizio del dem Graziano Azzalin nei confronti di quanti hanno incassato i 600 euro: «Se la politica, oggi, non gode della stima e della fiducia di un tempo, qualsiasi sia il colore politico, è perché a praticarla ci sono persone così, di cui non abbiamo bisogno». (a.pe.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

BALDIN: «DI GIORNO STRALI, DI NOTTE FACEVANO DOMANDA» AZZALIN: «NON C’È BISOGNO IN POLITICA DI PERSONE COSÌ»


II

Primo Piano

Martedì 11 Agosto 2020 www.gazzettino.it

Regionali, il colpo di scena

Barbisan e il bonus Covid: «Mai chiesto l’ho dato ai poveri» Il contributo alle partite iva richiesto ` Il consigliere: «Appena ho visto il denaro dal commercialista: «Io non lo sapevo» ho disposto un bonifico al fondo comunale» `

IL CASO TREVISO «Posso anche non fare più il consigliere regionale, ma non posso accettare che mi si dia del ladro». Riccardo Barbisan, trevigiano, consigliere regionale e comunale a Treviso per la Lega, è finito nel polverone dei contributi Covid: nel suo conto, lo scorso maggio, sono arrivati i famosi 600 euro dell’Inps destinati alle partite iva in difficoltà per l’emergenza covid. In banca, in verità, i 600 euro ci sono rimasti meno di 24 ore. «Non li avevo richiesti, è stato il mio commercialista a chiedere il contributo senza interpellarmi. E appena ho capito di che cosa si trattava li ho dati in beneficenza: li ho devoluti - spiega Barbisan mostrando i due bonifici di entrata e uscita -, al fondo istituito dal Comune di Treviso per aiutare cittadini e imprese in difficoltà a causa del coronavirus. Non mi sento in imbarazzo, ho agito in buona fede e ho restituito quanto ricevuto alla comunità».

IL BONIFICO Il bonus, percepito legittimamente anche da alcuni parlamentari ma diventato nel giro di poche ore motivo di imbarazzo se non di vere e proprie purghe preannunciate o ancora in corso, è arrivato a Barbisan lo scorso 5 maggio. Il consigliere, oltre all’attività politica, è un libero professionista con partita iva da circa 7 anni, iscritto alla gestione separata e attivo nell’ambito della ricer-

LA DISTINTA del bonifico effettuato da Barbisan al fondo comunale

ca di fondi comunitari a favore delle piccole medie imprese. «Non ho fatto alcuna richiesta di contributo- ribadisce Barbisan -. Il 5 maggio mi sono accorto del bonifico, e ho subito chiamato la banca, che mi ha riferito di contattare l’Inps, da cui proveniva il denaro. A quel punto ho sentito il mio commercialista, che di sua iniziativa ne aveva fatto richiesta. Gli ho detto di non farlo mai più e, unica cosa che potevo fare, ho disposto a mia volta un bonifico dello stesso importo, il 6 maggio, al fondo istituito dal comune». «È proprio così - conferma anche il commercialista del consigliere, il dottor Marco Bosco -, è stata una nostra iniziativa ma così abbiamo fatto per almeno un altro centinaio di nostri clienti. Noi applichiamo le norme, e fac-

ciamo il nostro dovere. Il bonus è stato percepito anche da persone che non ne avevano bisogno? Certamente si, perchè ci sono anche soggetti che hanno redditi che derivano da immobili, consigli di amministrazione o altro ancora, che di fatto non avevano stretta necessità, ma non c’è un tetto specifico riguardo al reddito. Tanti nostri clienti però ne avevano bisogno come esigenza quotidiana, per andare avanti. Noi ne abbiamo fatto richiesta in automatico per tutti i soggetti che ne avevano diritto, dispiace doverci scusare, cosa che ho fatto per Barbisan, per aver fatto il nostro lavoro, ma il problema, in questo caso, è la norma forse non del tutto equa, ma questo non vuol dire che si deve criminalizzare le persone».

L’IMBARAZZO A testimoniare la buona fede di Barbisan, oltre alle sue dichiarazioni alle conferme del commercialista, ci sono anche le distinte dei versamenti. Ma questo potrebbe comunque non bastare. Perchè, di certo, la situazione ha creato un certo imbarazzo, e

IL PAGAMENTO disposto dall’Inps su richiesta del commercialista

«NON HO COLPE, PREFERIREI PERDERE IL POSTO IN REGIONE CHE FARE LA FIGURA DEL LADRO»

NELLA BUFERA Il consigliere del Carroccio Riccardo Barbisan

proprio nel giorno delle iscrizioni alle liste per le candidature in Regione. «Le regionali? Il partito farà le sue valutazioni - afferma Barbisan -, ma io sono in totale buona fede: non ho chiesto quel denaro e, appena me lo sono trovato nel conto, l’ho devoluto in beneficenza. Mi sarei sentito in imbarazzo se me li fossi tenuti, ma quando ho visto quel denaro non ci ho pensato un attimo. So bene quanto sia stata e sia ancora drammatica la situazione per tante famiglie e per tante imprese, e di certo chi è in una situazione privilegiata non deve e non può approfittarsene». Il sindacato di Treviso Mario Conte, al quale è stato chiesto un commento sulla vicenda, ha preferito per il momento non esporsi, forse in attesa che il partito faccia le sue

considerazioni in merito a una vicenda, quella dei bonus percepiti dai politici, diventata un caso a livello nazionale. «Io penso di aver agito in modo corretto - conclude Riccardo Barbisan -, ma se qualcuno si è sentito offeso non posso che chiedere scusa. Di certo non c’è stato dolo e non mi sento di assumermi alcuna colpa. E alla fin fine, nel mio piccolo, so che quei soldi, una volta devoluti al fondo del comune, sono di sicuro finiti a persone che ne hanno davvero bisogno. Perchè lo dico? Perchè evidentemente la normativa che ha permesso di beneficiare del bonus anche a chi non ne dovrebbe avere diritto è del tutto inadeguata. Il mio ne è un esempio lampante». Alberto Beltrame

I CANDIDATI dopo la firma ieri pomeriggio nella sede provinciale della Lega al K3 di Villorba (Cossu / Nuove Tecncihe)

genza del Comune di Treviso. E’ tutto dimostrabile» spiega ancora Barbisan. A questo punto si attende il segnale politico. La Lega in Veneto ha dato un mandato chiaro: non si devono ricandidare gli amministratori che hanno percepito il bonus,scelta considerata altamente inopportuna. «Non conosco quali saranno le decisioni del partito. Ma lo sapremo tra il 20 e il 21 agosto. Per quel che mi riguarda, ho spiegato la mia posizione». (EF)

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In bilico la candidatura in Regione Bof: «Io gli credo, ha donato i soldi» LA RICOSTRUZIONE TREVISO La password, la chiavetta, il commercialista che agisce in autonomia. Ma quei soldi, entrati sul conto corrente ai primi di maggio, quasi simultaneamente sono stati girati sul conto anticovid del Comune di Treviso. Inopportuno senza dubbio. Ma con la condizionale.

IL SEGRETARIO Così il commissario Gianangelo Bof cerca di ricostruire la vicenda del Bonus di 600 euro accreditati sul conto del consigliere Riccardo Barbisan. E di converso, con il morale sotto i tacchi, l’espressione tesa Riccardo Barbisan consigliere regionale uscente e attuale consigliere comunale a Treviso, cerca di raccontare la sua verità sul bonus di 600 euro. Percepiti a fronte di uno stipendio mensile di 8000 euro come consigliere regionale. A fare la fine del furbetto però Barbisan non ci sta. «Ho subito

IL COMMISSARIO provinciale della Lega Gianangelo Bof

«DOVRÀ PREPARARE UNA MEMORIA E ALLEGARE I BONIFICI A RIPROVA DELLA SUA BUONA FEDE»

girato quei soldi in beneficenzachiarisce- sono tranquillo». E il segretario provinciale Gianangelo Bof gli crede. «Riccardo Barbisan è persona degna della massima stima- conferma Bof- ha portato pezze giustificative di tutto ciò che dice. Il suo commercialista ha ammesso di possedere chiavetta e password del suo conto e come in altre situazioni, di regolarsi in autonomia». Quando si sarebbe accorto dell’accredito in conto dei soldi, Barbisan ha dato subito mandato che fossero girati sul cono del Comune per l’emergenza Covid. «Di fatto dunque quei soldi sono rimasti in suo possesso per pochissimo. E sono finiti in un altro fondo pubblico che si è occupato si sostenere le situazioni più difficoltose». Ieri Barbisan è arrivato al K3 e ha atteso il suo turno. Voglia di parlare pochissima, sguardo basso. «Era veramente prostrato» ha confermato Bof.

LA CANDIDATURA

Stando alle dichiarazioni rese nei giorni scorsi dal presidente Zaia, la sua candidatura alle regionali è attualmente in bilico. Zaia aveva infatti ribadito che chi tra i consiglieri e gli assessori in quota Lega avesse chiesto e percepito il bonus da 600 euro sarebbe automaticamente stato espulso. Ma il caso di Barbisan potrebbe fare storia a sè. «Intanto abbiamo chiesto al consigliere di preparare una memoria e di allegare i bonifici che abbiamo già visionato a riprova della sua buona fede. Poi valuteremo il da farsi, sentendo il parere del presidente» conclude Bof. E tuttavia pare che Zaia ieri fosse davvero adirato. «Io sono una partita Iva sono iscritto alla gestione separata, non vivo solo di politica- si giustifica Barbisan-ripeto, il mio commercialista ha agito in autonomia. Devo anche dire che non ho trovato il Presidente arrabbiatissimo, ma disposto ad ascoltarmi, tanto più quando ha saputo che l’intera cifra era andata stata girata al fondo emer-

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LA DIFESA: «NON CONOSCO LE DECISIONI DEL PARTITO MA IO HO DETTO LA VERITA’»

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Nordest

Martedì 11 Agosto 2020 www.gazzettino.it

Muretto, nuovo blitz Ressa e irregolarità: ora rischia lo stop A due settimane dalle polemiche per la serata d’apertura, altro giro di controlli: il prefetto potrebbe chiudere il locale

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IL CASO JESOLO Ancora il Muretto, ancora una polemica sulle feste e il rischio assembramenti in discoteca. Lo storico locale jesolano, a distanza di un paio di settimane dal ciclone scatenato per la serata d’apertura, si ritrova sul groppone un’altra segnalazione in prefettura per violazione alle norme anti covid. Questa volta, se le argomentazioni dei carabinieri dovessero convincere il prefetto Vittorio Zappalorto, il rischio è quello di una chiusura coatta fino a fine stagione: una condanna pesantissima per un settore che ha vissuto mesi di entrate azzerate, per poi riemergere dal baratro con una lentissima e frenata ripresa. Tutto nasce dal controllo dei carabinieri, sabato sera: i militari hanno passato al setaccio conti e contratti di lavoro dei dipendenti. Tutto regolare, tutto a posto, tranne il fatto che i registri non erano stati aggiornati di recente (certificazioni varie). Una infrazione che ha portato a multe per oltre cinquemila euro. Stando al rapporto dei carabinieri di San Donà, inoltre, all’interno al momento del controllo ci sarebbero stati oltre 1.800 clienti, per la maggior parte «sprovvisti di mascherine» e che non stavano «rispettando il distanziamento sociale, incuranti delle misure di contenimento dell’emergenza epidemiologica da Covid-19». I militari hanno scelto di non far chiudere subito il locale per questioni di ordine pubblico: far uscire in strada 1.800 persone contemporaneamente avrebbe potuto mettere a rischio la loro sicurezza. Quindi la scelta, ora spetterà al prefetto. «Sto valutando il verbale dei carabinieri - commenta Zappalorto - al momento non ho preso alcuna decisione. Se vi saranno delle violazioni interverremo». I gestori protestano e contestano l’ispezione dei carabinieri: secondo i loro conti, i partecipanti alla serata erano meno della metà, 819. Per questo motivo la proprietà è decisa a prose-

guire per la propria strada, confermando inoltre la festa di Ferragosto. Sempre che non arrivi prima la scure della prefettura.

IL PRECEDENTE La nuova querelle arriva quando le polemiche su quella serata di fine luglio non si erano

SECONDO I CARABINIERI I CLIENTI ERANO 1.800, IN GRAN PARTE SENZA MASCHERINA. MA I TITOLARI NEGANO: ERANO IN TUTTO 819

ancora calmate. Il dj Marco Carola alla consolle, una muraglia umana di ragazzi ammassati fino all’alba: quel video era rimbalzato da un cellulare all’altro, fino a finire tra le mani del prefetto e del questore Maurizio Masciopinto. Quest’ultimo era stato molto duro sulle conseguenze che avrebbero avuto quei comportamenti: «Un evento organizzato in rapporto fiduciario tra Comune e gestore aveva spiegato - ma è evidente che la fiducia è stata mal riposta. Hanno avuto una prima chance, non ce ne saranno altre. Noi non daremo nessun parere favorevole a ulteriori manifestazioni analoghe». A quella bufera, però, non era seguito nessun provvedimento restrittivo. E neppure la Regione si era fatta sentire, nonostante lo stesso prefetto avesse riferito di un colloquio con un presidente Luca Zaia particolarmente adirato per l’accaduto. L’ente, infatti, avrebbe potuto sanzionare il locale per l’ordinanza regionale sul distanziamento se ci fosse stato un verbale ufficiale a conferma delle violazioni. Questa volta però il documento dei carabinieri c’è e la stangata potrebbe arrivare. Davide Tamiello

LA NOTTE DELLA RESSA Tre immagini della serata d’apertura del Muretto a Jesolo sabato 25 luglio

Il colloquio Il gestore del locale

«A Ferragosto la festa si fa abbiamo l’ok del Comune»

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LA DISCOTECA JESOLO «Abbiamo fatto tutto quello che dovevamo fare per far rispettare il distanziamento e l’uso delle mascherine, ma soprattutto al nostro interno avevamo solo 819 persone, meno delle metà di quello che qualcuno dice». Parole e musica, in questo caso, di Marco Più, uno dei soci della storica discoteca il Muretto di Jesolo, locale notturno tra i più importanti del Nordest. Ma dopo l’evento di sabato scorso, rigorosamente all’aperto, il locale è finito nuovamente al centro delle polemiche per numero di persone presenti all’evento e rispetto delle norme anti-covid. Ma questa volta i gestori, con Tito Pinton impegnato nell’avventura in Romagna dove da quest’anno sta rilanciando uno storico locale, sono pronti a dare battaglia per difendere lavo-

ro e reputazione. Per questo, per oggi, direttamente nel locale di via Roma destra hanno organizzato una conferenza stampa. Marco, cosa intendete chiarire? «Prima di tutto che sabato non c’erano 1.800 clienti ma 819, meno della metà, non sappiamo come possa essere uscita quella cifra». Non sono pochi per un locale come il vostro? «No, e vista la situazione va bene così, non è questo il problema». Come avete garantito il rispetto delle norme anti-covid? «Prima di tutto l’evento, diviso

«REGOLE RISPETTATE. LA MULTA? NON SO NIENTE» Marco Più socio Muretto

in due parti, è stato organizzato interamente all’esterno tra parcheggio e giardino. La sicurezza è stata rigorosa e ha invitato tutti a indossare la mascherina e a rispettare le distanze. Abbiamo avuto la massima attenzione. Durante la serata ci sono stati dei controlli, il nostro personale è risultato tutto in regola». Eppure ci sarebbe un verbale con sanzioni per 5 mila euro… «Non sappiamo per cosa, del resto per il momento non ci è stato notificato ancora nulla…». Farete la festa di Ferragosto? «Certo, abbiamo ricevuto e superato il sopralluogo della commissione pubblico-spettacolo del Comune che ci ha dato il via libera. Noi vogliamo semplicemente fare il nostro lavoro». Vi sentiti presi di mira? «Diciamo che il Muretto capta una grande attenzione…». Giuseppe Babbo © RIPRODUZIONE RISERVATA

Turista 45enne annega alle Maldive: Tentano di truffare i preti proponendo era in vacanza con la moglie e i figli ristrutturazioni con il super ecobonus Pordenone

LA TRAGEDIA AVIANO (PN) Va in vacanze alle Maldive con la famiglia e muore in mare. Un uomo di Aviano in provincia di Pordenone, Alessandro Rosignoli (nella foto con la moglie), 45 anni, è morto annegato mentre faceva il bagno non lontano dal proprio resort nella stessa giornata in cui era arrivato. Ancora da chiarire le cause del decesso, ma non si esclude che all’origine della sciagura possa esserci stato un malore, considerate le comprovate capacità di nuotatore dell’uomo. A dare l’annuncio

TRAGEDIA Alessandro Rosignoli

del dramma è stata la moglie, Chiara Piatti, attraverso un commovente messaggio sui social. “È l’ultima foto di migliaia scattate insieme - scrive la consorte, riferendosi all’istantanea che ha pubblicato annunciando la morte del martito in cui si vede la coppia all’aeroporto, pochi istanti prima della partenza del volo -: sei mancato da poche ore e ancora siamo qui a chiederci se sia vero o se ci sveglieremo da questo orrendo incubo. È giusto che i nostri amici sappiano che questo sorriso e le solite battute non li vedranno e sentiranno più». Il messaggio si conclude con un saluto da parte dei figli

(da quanto si è appreso soltanto due erano in vacanza con i genitori e hanno assistito alla tragedia): “Ciao papá, ci manchi da morire”. La notizia è stata accolta ad Aviano con grande dolore: la coppia aveva numerosi amici e ha sempre cercato di allargare gli orizzonti della famiglia con esperienze arricchenti sotto il profilo umano e sociale. Alessandro Rosignoli era originario del mantovano ma da tempo si era trasferito ad Aviano. Lavorava come responsabile della produzione di una società a Spilimbergo che gestisce tutti i pasti della locale casa di riposo. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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PORDENONE (p.p.s.) Ristrutturazioni fasulle, con diversi parroci della Diocesi di Concordia-Pordenone scelti come vittime. Per avvicinarli viene ipotizzato un intervento edilizio gratuito, in particolare di copertura dei tetti di chiese e canoniche, collegato al super ecobonus che con il Decreto rilancio prevede il 110% di sgravio fiscale. Nessuno finora è caduto nella rete, da quanto si è saputo, ma i tentativi sono stati molteplici. «Non so se la mia esperienza si lega a questa “campagna” di truffe oppure no, ma di certo era un imbroglio confida un sacerdote -. Da me si sono presentati in due. Erano ben

vestiti e avevano una cartelletta piena di moduli. Mentre leggevo, uno dei due mi ha chiesto se poteva accedere ai servizi igienici della canonica. A quel punto ho capito tutto e li ho messi velocemente alla porta». Nei mesi scorsi, sempre ai danni dei preti pordenonesi, erano state tentate altre “strategie” truffaldine. Per esempio c’è stato il caso dei falsi doratori e argentieri, interessati invece a mettere le mani sugli arredi sacri di maggior valore. Così don Simone Toffolon, l’incaricato della cura dei beni ecclesiastici, ha diffuso una nota agli oltre 250 parroci: «Rifiutate ogni proposta».

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II

Primo Piano

Martedì 11 Agosto 2020 www.gazzettino.it

Rivoluzione nei trasporti LA FIRMA PADOVA Una cosa è sicura. L’Alta Velocità in arrivo da Milano cambierà il volto di Padova. La firma di ieri mattina in Comune fra il ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli, i vertici di Rfi, Fs e Sistemi Urbani, il presidente Zaia e il sindaco Giordani ha santificato un accordo di programma da quasi 3 miliardi di euro di investimento per la tratta da Vienza, rifare da zero lo scalo e rigenerare tutto il territorio circostante. Fra otto anni, dicono i tecnici, nell’avveniristica stazione di Padova i treni entreranno a piano terra e i viaggiatori scenderanno da una piastra sopralevata dove fino a poco prima avranno bevuto un caffè. Per permettere il passaggio dei convogli alcuni binari potrebbero essere addirittura interrati. «Un progetto di rilevanza nazionale» quello su Padova, l’ha definito Paola De Micheli. Perchè, come hanno sottolineato l’ad di Rfi Maurizio Gentile e l’ad di Fs Sistemi Urbani, Umberto Lebruto, con l’ad del Gruppo Fsi, Gianfranco Battisti, l’unicità del progetto su Padova è il suo valore urbanistico. la “stazione a ponte” non solo ricucirà il centro all’Arcella. Sarà rivisto tutto il sistema dell’intermodalità con tram e stazione delle corriere, e il vecchio Borgomagno sarà abbattuto per un nuovo cavalcavia.

I BENEFICI Padova come simbolo di un nuovo approccio all’alta velocità e alla gestione delle stazioni ferroviarie: «La stazione non è più solo luogo di transito e sta diventando luogo di vita» ha sottolineato il ministro. Lo confermano i dati dei vertici di Ferrovie. «Abbiamo calcolato che in otto anni i passeggeri in arrivo allo scalo passeranno da 13,5 a 18 milioni». E il ministro: «L’Alta velocità porterà un aumento del pil sul territorio del 3,5 per cento. Investiamo pesantemente perchè Padova è una delle prime dieci stazioni d’Italia». Non che Ferrovie non abbia il suo

Stazione per l’ospedale e linea per l’interporto In otto anni con l’alta velocità si passerà da 13 a 18 milioni di passeggeri, il nuovo scalo legato a una grande opera di ricucitura fra centro e Arcella tornaconto. Nelle aree limitrofe alla stazione dalla parte della chiesa della Pace per intenderci possiede aree che intende valorizzare. Lo ha accennato Battisti parlando della valorizzazione turistica (un albergo in sostanza) e di un possibile studentato.

INTERPORTO E OSPEDALE

to questo ovvero l’indignazione per la strozzatura dle traffico merci verso l’interporto. In uscita dalla stazione si va a un solo binario. Ora il nostro interporto e fra i primi in Europa e diventerà il retroporto di Trieste quando sbarcheranno i cinesi. la battaglia iniziale fu condotta per il raddoppio della linea. Ieri Ferro-

vie ha dato anche qualcosa di più. Gentile ha dichiarato che è allo studio addirittura la separazion del traffico merci prima della stazione per evitare interferenze con i passeggeri e inoltre nascerà una linea dedicata da Interporto verso Bologna. Attenzione, non è la riedizione della gronda sud.

I TEMPI Ne sapremo di più quando finalmente sarò redatto il masterplan cioé il piano complessivo, possibile da oggi. Gentile: «Il gruppo di lavoro,già creato, nei primi 120 giorni proporrà alcune soluzioni che rispondano al progetto finale, poi in 60 giorni verrà scelta quella che risponde

Ci sono infine due aspetti che possono sembrare di secondo piano ma non lo sono. Il primo è stato l’accenno proprio dell’amministratore delegato, Gentile, alla stazione di S. Lazzaro. Per la prima volta abbiano la certezza che sarà fatta. La stazione era un’eredità mai riscossa del tentato sistema metropolitano ferroviario (Sfmr) che doveva collegare in velocità Padova Treviso e Venezia. In quell’area oggi (siamo sulla linea dei binari Pd-Ve) nascerà il nuovo policlinico di Padova est. Insomma abbiamo già la stazione. Il secondo punto riguarda la scintilla che fece scoppiare tut-

INVESTIMENTO VICINO AI TRE MILIARDI, IL MINISTRO DE MICHELI: «SARÁ UN INTERVENTO URBANISTICO E SOCIALE DI VALENZA NAZIONALE»

meglio ai requisiti di base e da quel momento ci saranno 180 giorni per elaborare il progetto di fattibilità tecnica. In un anno da oggi avremo il quadro complessivo dell’assetto futuro del Nodo di Padova” L’occasione è unica perchè oltre al piano triennale di investimenti la ministra De Micheli ha confermato che saranno impiegate anche le risorse del “recovery fund” europeo.

IL BOULEVARD È una delle fisse del sindaco Giordani che chiude: «Avremo uno studio sulle modalità per ricucire l’Arcella a Padova, creando una stazione “bifronte” che scavalca i binari. Un boulevard, che collega il quartiere a nord della città, abitato da 40mila persone, al centro, passando sopra la stazione , coinvolgendo l’area del Pp1, scavalcando via Trieste e collegandosi al futuro Parco Tito Livio». Mauro Giacon © RIPRODUZIONE RISERVATA

LA FIRMA Al tavolo il ministro De Micheli, il presidente Zaia, il sindaco Giordani e i vertici delle Ferrovie

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L’AD DI RFI, GENTILE: «POSSIBILE TUNNEL PER ALCUNI BINARI ALLA FINE DELL’OPERA UN AUMENTO DEL PIL DEL 3,5 PER CENTO»


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Nordest

LA CLASSIFICA DEI PAPERONI Leonardo Del Vecchio è il 56. uomo più ricco al mondo (patrimonio di 20,4 miliardi di dollari) e il secondo italiano dopo Giovanni Ferrero

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Verona-Padova, l’alta velocità si muove `Il governatore Zaia fa i conti: «Finalmente, ma mancano Il ministro De Micheli firma con la Regione e i Comuni accordo di programma e contratto per il primo lotto di lavori ancora 4,7 miliardi. È finita la stagione dei perditempo»

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TRASPORTI

Olimpiadi 2026

PADOVA Per una volta non è una questione di soldi. Quelli ci sono, tra piani triennali e “recovery fund”, ha assicurato ieri a Padova e a Verona il ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli. Ma bisogna fare presto. Perché il Nordest dell’Alta velocità ha bisogno come il pane. «E anche l’idea di un Commissario è del tutto logica, anzi lo prevede la legge». Tav commissariata, dunque ma a fin di bene. Il ministro, accompagnata dai vertici delle Ferrovie è arrivata a Padova per firmare l’accordo di programma con la Regione e il Comune per il nuovo scalo. In otto anni e quasi 3 miliardi di investimento la nuova stazione vedrà i passeggeri scendere ai treni su scale mobili da una sopraelevata. L’amministratore delegato di Rfi Maurizio Gentile e l’ad di Fs Sistemi urbani, Umberto Lebruto e del Gruppo Fsi, Gianfranco Battisti hanno spiegato il progetto. Alcuni binari saranno interrati e il popoloso quartiere Arcella, 50 mila abitanti, sarà collegato alla città grazie alla piastra-ponte. Sull’area antistante lo scalo di proprietà di Fs potranno nascere un albergo e uno studentato e una nuova linea per le merci collegherà all’interporto senza interferire con i passeggeri.

Milano-Cortina, a settembre nasce la società

LA TAPPA SCALIGERA Subito dopo, a Verona, il ministro ha firmato il contratto di avvio lavori per la realizzazione della nuova linea dell’alta velocità Verona-Vicenza, circa 44 chilometri suddivisi in due lotti costruttivi. Il primo, per 984 milioni di euro, è interamente finanziato. Il secondo ancora no. Comunque

TRA OTTO ANNI NELLA CITTÀ DEL SANTO STAZIONE AVVENIRISTICA: AI TRENI SU SCALE MOBILI DA UNA SOPRAELEVATA

PADOVA La firma dell’accordo di programma tra Zaia, il ministro De Micheli, il sindaco Giordani

entro il 2027 si stima che il collegamento Verona - Vicenza sarà concluso. A proposito di soldi il presidente della Regione Veneto, accompagnato dall’assessore ai trasporti Elisa De Berti, ha subito fatto i conti: «È finanziata l’opera da Brescia a Verona con 2,4 miliardi. Sul tratto Verona-Vicenza mancano 1,7 miliardi. C’è il Vicenza-Pa-

dova tutto da finanziare, abbiamo le tratte Verona est e ovest finanziate e i nodi ferroviari di Vicenza e Padova ancora da coprire. Morale: ci mancano 4,7 miliardi». Ritardi? «Beh abbiamo avuto anche dei perditempo che dicevano che l’alta velocità non serviva. Meno male che quella stagione è finita». In effetti l’approccio del mini-

stro De Micheli è totalmente pragmatico: «Serve un’accelerazione di tutti i sistemi ferroviari. Senza investimenti rischiamo di non recuperare deficit strutturali, e dobbiamo migliorare la circolazione delle merci e delle persone perché porta ricchezza e qualità di vita. Padova ad esempio aumenterà il volume passeggeri da 13 milioni a 18 milioni e il pil sul

(M.G.) «Sul tema delle Olimpiadi il governo non vuole perdere neanche un minuto - ha detto il ministro Paola De Micheli Abbiamo definito insieme alle regioni coinvolte, Veneto, Lombardia, Provincia autonoma di Trento e di Bolzano tutte le opere. Ora stiamo raccogliendo gli ultimi pareri, quindi potrò finalmente firmare il decreto ministeriale che consentirà di ufficializzare il piano interamente coperto con risorse pubbliche, attraverso un Accordo di programma con Anas e Rfi, più 1 miliardo che il governo ha deciso di destinare nel suo bilancio. A settembre ci sarà un’integrazione delle attività relative alle opere in discussione con la Regione e con la Fondazione olimpica, e verrà costituita la società Milano-Cortina 2026, a cui saranno attribuiti poteri commissariali».

L’ente per la Laguna e il Mose

«La nuova Autorità non è una mossa centralistica» (M.G.) Nel decreto “Agosto” arrivano l’Autorità per la Laguna e il Mose. Addio al Consorzio Venezia nuova. Una rivoluzione. «L’Autorità si riappropria dei poteri del Magistrato alle Acque - dice il ministro Paola De Micheli - Ha due compiti: la Laguna e la gestione del Mose. Per quest’ultimo potrà costituire una società in house, quindi

cento per cento partecipata dall’Autorità che avrà compiti di gestione manutenzione e organizzazione di queste attività». «Nella stessa norma - ha continuato il ministro - ci sarà il rifinanziamento per la parte finale del completamento del Mose, che oggi è operativo in caso di acqua alta ma che ha bisogno di altre opere di

completamento». «La presenza dentro l’Autorità dei rappresentanti degli enti locali è assolutamente garantita, e nelle prossime ore - ha concluso - verrà applicato il Decreto seguendo questo criterio di rappresentanza e tutti saranno autorevolmente rappresentati. Non abbiano nessuna intenzione di fare una operazione centralizzata».

territorio del 3,5%. Ma la stazione è luogo di vita per cui è fondamentale la rigenerazione urbana accanto allo scalo. Padova da questo punto di vista sarà un esempio nazionale perchè tutta la zona antistante e retrostante la stazione sarà rinnovata». Da oggi parte un gruppo di lavoro di Rfi che nel giro di un anno progetterà il masterplan di tutta l’area.

LE SFIDE Ma Zaia ha invitato il ministro a volare ancora più in alto. «Sta facendo un ottimo lavoro. Se gli altri parlavano della variante di Cortina noi invece ora la facciamo. Da lei ci aspettiamo un sacco di cose. Finire l’Alta velocità e far parlare delle Olimpiadi per generazioni dopo che abbiamo perso un sacco di tempo con i perditempo. Esempio: a Padova nascerà un policlinico internazionale ci vuole una stazione che funzioni». Parlando di velocità, la risposta è stata fulminea. «Quello che approviamo è un’attività che cambia il volto di Padova ma allo stesso tempo serve ed è utile a tutto il Nordest e a tutto il Paese per fare un grande salto di qualità nei trasporti sia passeggeri che merci. Le stazioni per me sono luoghi di vita. Se ci mettiamo anche le Olimpiadi parliamo di un disegno strategico per tutto il Nordest soprattutto per la competitività delle aziende». La Tav veneta secondo il decreto semplificazioni avrà un commissario: che cosa significa? «Abbiamo fatto un’operazione che riprende la norma originaria di commissariamento ma che dà al commissario gli stessi poteri dell’articolo 9 del decreto semplificazioni. Gli diamo poteri che incrociano il meglio di Genova e il meglio di Expo». Mauro Giacon © RIPRODUZIONE RISERVATA

LA TITOLARE DELLE INFRASTRUTTURE: «LA TAV VENETA AVRÀ UN COMMISSARIO, LO PREVEDE IL DECRETO SEMPLIFICAZIONI»

Crociere, sblocco a metà: forse a settembre torna la Costa TURISMO MESTRE Mentre Msc, la compagnia crocieristica fondata da Diego Aponte e da qualche anno a capitale interamente svizzero che serve ogni angolo del mondo, per l’Italia ha deciso di ripartire con sei porti, Genova, Trieste, Civitavecchia, Napoli, Bari e Palermo, escludendo quindi Venezia almeno fino al 21 ottobre, a Venezia ieri il Comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico ha detto che le navi potranno entrare in laguna ma non dove dovranno ormeggiare. Lo stabilirà di volta in volta, ad ogni richiesta di una

compagnia, e potrà consentire l’approdo alla storica stazione Marittima, attrezzata di tutto punto anche per le sanificazioni contro il Covid, oppure a Porto Marghera, ad uno dei terminal commerciali che trattano anche carbone e altre rinfuse varie. Non

IL COMITATO PER L’ORDINE E LA SICUREZZA: LE NAVI POTRANNO ENTRARE IN LAGUNA MA L’ORMEGGIO SARÀ DECISO DI VOLTA IN VOLTA

il massimo per la sicurezza dei passeggeri e degli equipaggi ma il ministero dei Trasporti ha chiesto alla Prefettura di individuare degli approdi alternativi alla Marittima per evitare il transito delle navi bianche per il bacino di San Marco, imposizione già prevista dal decreto Clini-Passera del 2012 ma mai applicata perché in questi otto anni nessun Governo è stato in grado di trovare un’alternativa a quel percorso. Il prefetto ha tenuta aperta l’ipotesi Marghera perché il ministero dei Trasporti gli aveva detto di indicare soluzioni alternative al passaggio per il bacino di San Marco; la Capitaneria di por-

CROCIERE Passi avanti verso un graduale ritorno a Venezia. Ieri la protesta dei portuali senza lavoro

to non ha espresso un parere definitivo; tutti gli altri, operatori, istituzioni e Autorità portuale sono per la Marittima e per il transito davanti a San Marco. Non in spregio al decreto Clini-Passera ma semplicemente perché pensare di far attraccare le navi bianche alle banchine dei terminal commerciali di Marghera, in que-

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sta fase di Covid ancora presente, non è il massimo per la sicurezza. Se ci si aggiunge che per quest’anno le navi da crociera saranno davvero poche, forse con qualche nave Costa da settembre e altre unità più piccole, gli operatori portuali hanno sostenuto che sia meglio continuare ad utilizzare la Marittima, che è perfetta-

mente attrezzata anche per garantire la sanificazione, e nel frattempo i tecnici avranno il tempo di studiare la soluzione definitiva per evitare il bacino di San Marco, sperando che sia la volta buona e che non si perdano, invece, altri anni oltre agli otto già buttati al vento. (e.t.) © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Primo Piano

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La bufera a Nordest

GLI ASSESSORI IN CORSA Gianpaolo Bottacin Il bellunese Gianpaolo Bottacin (Protezione Civile e Ambiente) era stato eletto nella lista Zaia Presidente, ma questa volta correrà con il simbolo della Lega come tutti gli assessori uscenti della giunta Zaia.

Zaia: «Clima pesante, fuori i nomi» Liste aperte in attesa della verità I candidati ritirano il modulo di accettazione `Il governatore: «Ognuno dica se ha incassato» ma la firma avverrà solo dopo il chiarimento I colleghi: «Ciascuno risponde delle sue azioni» `

Manuela Lanzarin Anche la vicentina Manuela Lanzarin (Sanità e Sociale) ha trascorso la decima legislatura fra i banchi zaiani, ma il 20 e 21 settembre sarà nella lista leghista: è passata la linea del leader Matteo Salvini.

Giuseppe Pan Il padovano Giuseppe Pan (Agricoltura e Caccia) sta completando il mandato da assessore esterno, ma alle Regionali 2020 dovrà misurarsi con l’esito delle urne.

Elisa De Berti La veronese Elisa De Berti (Trasporti e Infrastrutture) cinque anni fa non era stata eletta ed era poi stata inserita in Giunta. Ora sarà candidata nella lista della Lega insieme agli uscenti di Palazzo Balbi.

TREVISO Nome, cognome, provincia e cellulare. No, non il numero: l’addetta all’ingresso del K3 chiede proprio l’apparecchio («spento, grazie») ai candidati che entrano nella storica sede della Lega, alle porte di Treviso, per ritirare il modulo di accettazione della candidatura alle Regionali. Meglio evitare distrazioni, e soprattutto registrazioni, nel giorno più lungo dallo scandalo dei diamanti.

problema della propaganda personale e del bonus Covid». Per sanare l’affissione dei manifesti individuali, malgrado il divieto deliberato dal direttorio, sarà sufficiente pagare una sanzione economica. Ma per la richiesta (e magari pure l’incasso) dell’indennizzo, pensato per i lavoratori autonomi messi in ginocchio dal lockdown e non certo per politici che percepiscono ottomila euro netti al mese, i vertici del partito non faranno sconti: sospensione a tempo indeterminato ed esclusione dalle liste.

LE DELEGAZIONI

IL “ME TOO”

Una dopo l’altra, le delegazioni provinciali arrivano a scaglioni, per scongiurare assembramenti. Nell’ordine: Verona, Vicenza, Padova, Rovigo, Belluno, Venezia, Treviso. Per ciascuna, un incontro separato con il governatore Luca Zaia, il segretario politico Lorenzo Fontana, il presidente Massimo Bitonci, il responsabile organizzativo Giuseppe Paolin. Vengono affrontate le questioni burocratiche, da sbrigare entro domani: la consegna del certificato di iscrizione alle liste elettorali, l’autenticazione della firma, il contributo per la partecipazione (10.000 euro per gli uscenti e 3.000 per i nuovi). Tocca invece a Fontana dire quello che tutti non avrebbero mai pensato di ascoltare, ora che i sondaggi davano Zaia abbondantemente sopra il 70%: «Affronteremo con i singoli interessati il

Zaia lo conferma in diretta televisiva e social: «Il sentiment è pesante. I cittadini dicono: fuori i nomi. Ecco, penso che debbano essere ascoltati, sennò ne viene meno tutta la credibilità della classe dirigente. Ognuno avrà la sua giustificazione e io non esprimo giudizi, mi fermo molto prima: chiedo a ciascuno di dire o sì o no». Il governatore l’ha domandato ai suoi, mandando ancora domenica alla chat zaian-leghista su WhatsApp l’articolo di Re-

LA GIORNATA

AL K3 Luca Zaia ieri a Villorba (GIULIO COSSU / NUOVETECNICHE)

ALL’INGRESSO IN SEDE VENGONO TRATTENUTI I CELLULARI DI TUTTI PER EVITARE REGISTRAZIONI NEL GIORNO PIÙ LUNGO

I CONSIGLIERI IN LIZZA Roberto Ciambetti Al vicentino Roberto Ciambetti, presidente del Consiglio regionale, è stato chiesto il “sacrificio” di rinunciare al posto nella lista della Lega e di correre sotto l’insegna di Zaia Presidente.

Maurizio Colman

L’ALLEANZA Mariangelo Foggiato e Roberto Marcato: i venetisti entreranno nella lista Veneto Autonomia per Zaia

L’intervista Lorenzo Fontana

«Condotta immorale non ci sono scuse» orenzo Fontana (in foto) l’aveva già detto domenica sera: «Quei nomi non finiranno tra i candidati nelle liste della Lega in Veneto e verranno immediatamente sospesi dal movimento». Ma ieri pomeriggio, arrivando al K3 per incontrare i candidati, il segretario della Liga Veneta è stato ancora più netto. «Non possiamo accettare comportamenti immorali da parte dei nostri iscritti», ha tuonato.

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Anche se il bonus è stato percepito legalmente? «È vero, non c’è nessun reato. Ma è una questione morale ed etica, per cui interveniamo indipendentemente da quello che dice la legge». Inizialmente si era parlato addirittu-

ra di espulsione. «Per decretare quella era necessario riunire il direttorio e non c’erano i tempi tecnici. Ma la sospensione a tempo indeterminato è già una sanzione molto pesante e pure la mancata candidatura è uno smacco notevole». Quando scatteranno i provvedimenti? «Non siamo giacobini da ghigliottina in piazza. Convocheremo gli interessati, li ascolteremo e faremo le nostre valutazioni. Ma in tempi brevi». Cosa dirà a chi sostiene di aver ricevuto l’indennizzo a sua insaputa?

«Che non mi interessa. Non capisco niente delle cose da commercialisti, ma non esiste una scusa del genere. Una domanda va compilata, presentata, firmata... Cosa dico adesso alla mia barista?». A chi? «Questa mattina sono andato a bere il caffè al bar sotto casa e mi sono sentito male in un giorno così. Quella ragazza lavora da quando aveva 17 anni e per tre mesi è rimasta senza stipendio. Il bonus doveva andare a persone come lei, non a politici che percepiscono migliaia di euro. La gente ci vota perché si fida di noi, la credibilità è una fonte di marketing primario». Vale anche per i consiglieri comunali? «Per loro no, soprattutto poi se di piccoli centri, dove incassano solo il gettone di presenza. Ma per i consiglieri regionali e i parlamentari non c’è nessuna giustificazione». A.Pe. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Il vicentino Maurizio Colman è sceso ieri in maglietta e pantaloncini dalla Val Badia, dove si trovava in ferie, con il cambio appresso per partecipare all’incontro sulle candidature.

Stefano Valdegamberi Il veronese Stefano Valdegamberi, neo-tesserato della Lega, potrebbe tornare nella lista Zaia Presidente come nel 2015, salvo poi passare nel gruppo Misto dove ha attivato la componente cimbra.

Alberto Villanova Il trevigiano Alberto Villanova, presidente uscente della commissione Cultura, era entrato in Consiglio regionale con Zaia Presidente e dovrebbe restare in quella formazione anche questa volta.

pubblica che dava conto dello scandalo a livello parlamentare e invitando gli eventuali beneficiari in ambito regionale a farsi avanti. Ma lo stesso appello, «con il cuore in mano», viene rivolto anche alle altre forze politiche a Palazzo Ferro Fini: «Ciascuno faccia chiarezza, a cominciare da me, che ho rifiutato persino il rimborso per il crac delle ex Popolari. Se vogliamo, ci mettiamo poco a fare un “me too” al contrario, un “anch’io” di trasparenza. Se invece cominciamo a trincerarci dietro la privacy, non ne veniamo più fuori, lasciando il sospetto strisciante nella comunità e scatenando una caccia all’untore poco edificante».

LA RESPONSABILITÀ Le ore passano e i nomi circolano. Fra i primi ad arrivare c’è il veronese Enrico Corsi, doppio indiziato per i poster e i 600 euro: dice che non ha la partita Iva, per cui potrebbe cavarsela con la multa per la propaganda. Il conterraneo Alessandro Montagnoli tira dritto, scuro in volto. Non sorride nemmeno Riccardo Barbisan, in largo anticipo rispetto alla convocazione dei trevigiani. Il veneziano Gianluca Forcolin non arriva proprio. I colleghi sono increduli e seccati. Il consigliere Maurizio Colman, sceso in maglietta e pantaloncini dalla Val Badia, ci spera ancora: «Voglio confidare nel fatto che sia stato un errore». L’assessore Elisa De Berti ha già smesso: «Ognuno risponderà delle proprie azioni, la responsabilità è individuale». Il capogruppo Nicola Finco allarga le braccia: «Deciderà il presidente Zaia, ma il suo messaggio mi sembra abbastanza chiaro». L’assessore Roberto Marcato non si dà pace: «Non ce lo meritiamo proprio noi, che di queste cose abbiamo sempre fatto una questione identitaria...».

I VENETISTI In altri tempi, non sarebbe certo rimasta sullo sfondo la definizione delle liste. Invece sfilano quasi nell’anonimato i candidati della Liga Veneta per Salvini Premier e di Zaia Presidente. La compagine degli amministratori locali sarà chiusa in un secondo momento, ora che è stato chiuso l’accordo politico con gli ex big leghisti Mariangelo Foggiato e Fabrizio Comencini, per far entrare anche un drappello di venetisti sotto il simbolo di Veneto Autonomia: un po’ come nel 2015, solo che allora l’operazione si chiamava Indipendenza Noi Veneto e la compagine venne poi estromessa dalle elezioni. Ma in una giornata così, anche questo è appena un dettaglio. La sostanza è che i candidati se ne vanno con il modulo in mano, perché nessuno firma niente: prima il partito vuole fare chiarezza. E non basta la battuta del neo-acquisto Stefano Valdegamberi («Quale bonus? Bebè?») per stemperare un’amarezza infinita. Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA

LA VICENDA FA PASSARE IN SECONDO PIANO L’ALLEANZA CON GLI EX LEGHISTI FOGGIATO E COMENCINI SULLE CANDIDATURE


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Primo Piano

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L’IPOTESI In uno degli studi per il policlinico a S.Lazzaro si vede chiaramente il posizionamento della piastra della nuova stazione

I COMMENTI PADOVA «Quello che approviamo oggi è un progetto che cambia il volto di Padova ma allo stesso tempo serve a tutto il nord est e a tutto il Paese per fare un grande salto di qualità nei trasporti sia passeggeri che merci». È un omaggio in grande stile alla città quello del ministro Paola De Micheli, perchè la eleva a punto di riferimento della strategia nazionale. Ma visto che la politica ormai si fa per segni ottici immediati la foto di giornata è il saluto fra il sindaco e Zaia, che ormai sembrano aver fatto fronte comune, sul piano delle cose da fare ovviamente, non su quello politico. Così Zaia non ha dimenticato di dire nel suo intervento che la nuova stazione servirà anche «quella piccola cosa che stiamo facendo, il nuovo policlinico internazionale». Circa 700 milioni di euro. Su terreni che il sindaco ha messo a disposizione a Padova est fregandosene se li aveva individuati Bitonci e ottenendo come contropartita il Giustinianeo come nuovo.

Zaia: «No perditempo» Giordani: «Cambiare Padova è il mio scopo» Il Comune si occuperà di progettare e gestire la manutenzione del Borgomagno, con un fondo finanziato da Rfi per 1,8 milioni

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ZAIA E GIORDANI IL MINISTRO Paola De Micheli nella sala Giunta di palazzo Moroni

Le frasi celebri

Il ministro: «Zaia, lei è un vero cavaliere» E Giordani? «Sarò inesorabile, come lui» Memorabile la giornata e anche le battute. Come quando la ministra ha duettato con il presidente della Regione Zaia per averle riconosciuto la bravura come donna-ministro. «Non è abituale, una mosca bianca». E lui: «Io lo faccio sempre». Per vedere un leghista e una piddina cinguettare ce ne vuole, specie sotto elezioni. Ma il top è stato quando il ministro ha ringraziato Giordani: «che con la sua presenza fisica al

ministero e i suoi contatti ha dimostrato la determinazione che ci vuole. Dunque nel portare avanti la Tav Veneta e il nodo di Padova sarò inesorabile, come Giordani». Un modo elegante per definire la pressione che il sindaco le ha fatto per firmare l’accordo e che invece più prosaicamente il primo cittadino ci ha riassunto così: «Una volta che ho il loro numero di telefono sono morti». M.G.

Così quando Zaia afferma: «Basta con i perditempo e con gli studi, facciamo» alludendo all’ex ministro Toninelli «che negava la necessità della Tav» sposa in pieno il pragmatismo giordaniano. «Non mi importa nulla delle sigle politiche, io non sono un politico, cambiare il volto di questa città è il solo scopo che ho. Fa parte dei miei sogni far bella Padova e con i soldi dell’Europa possiamo fare anche l’ospedale». «Questo è governare ed amministrare, adesso servono le risorse per andare avanti e il masterplan che uscirà da questo Protocollo è esattamente quello che ci serve» chiude Zaia. L’addendum dedica anche un apposito capitolo alla manutenzione del Cavalcavia Borgomagno in cui si stabilisce che diversamente da quanto stabilito in passato, sarà il Comune a

IL DETTAGLIO Il ministro e il sindaco studiano l’impatto del progetto

progettare e realizzare i lavori necessari. Per la progettazione e i lavori relativi al Cavalcavia Borgomagno è previsto un investimento di 1,8 milioni di euro e il Comune si impegna a completare la progettazione in 120 giorni a partire da oggi. In attesa del nuovo ponte.

I TECNICI Gianfranco Battisti Ad del Gruppo Fs: «Rfi si occuperà degli aspetti legati all’infrastruttura ferroviaria propedeutica alla nuova linea ad alta velocità che permetterà anche la separazione e razionalizzazione dei flussi tra passeggeri e merci. Fs Sistemi urbani invece si concentrerà sul tema della riqualificazione urbana, un tema sul quale lavo-

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riamo con grande impegno perché intorno alle stazioni noi, come Gruppo, stiamo rivedendo la strategia di integrazione degli ambiti ferroviari all’interno delle città. Qui tutta l’area ex ferroviaria circostante può essere riqualificata pensando anche funzioni legate al turismo e alle esigenze delle decine di migliaia di studenti dell’ Università».

LE PREVISIONI DEI VERTICI FERROVIE: UN ANNO PER LA PROGETTAZIONE E SETTE ANNI PER VEDERE L’OPERA

Maurizio Gentile ad di Rete Ferroviaria Italiana prosegue: «L’alta velocità arriverà a Padova da Vicenza sul lato sud della stazione, per poi congiungersi con la già esistente linea AV verso Venezia, sul lato nord. Questo comporterà necessariamente la costruzione di una stazione ponte che colleghi l’attuale fabbricato viaggiatori con i binari dell’alta velocità a nord. È possibile che il fascio dei binari dell’alta velocità che oggi arriva sul lato sud debba essere collegato a quelli del lato nord verso Venezia con un tunnel sotterraneo di 900 metri. Nel progetto è compresa anche la fermata di S. Lazzaro e il contributo di Rfi alla manutenzione approfondita del cavalcavia di Borgomagno».

IL MINISTRO Paola De Micheli: «La mia idea è che le stazioni sono luoghi di vita e non solo di transito. Più sono belle e vivaci e più diventano porta di accesso affascinante alla città. C’è un’idea determinante, per Italia veloce, di intermodalità non solo delle merci ma anche dei passeggeri, che garantirà non solo una migliore qualità della vita a bordo del trasporto, ma garantirà anche un effetto di ricchezza derivata – uno studio la quantifica in oltre il 3,5% che è la ricchezza generata dal passaggio dell’alta velocità e dalla presenza delle sue nuove stazioni». M.G. © RIPRODUZIONE RISERVATA


IL GIORNALE DI VICENZA

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PADOVA.PositividopoilviaggioaCorfù

VENETO

L’UlssdiPadovacomunicachesonosalitia9,su13partecipanti,igiovanicontagiati alterminediunagitadimaturitàall’isoladiPag,inCroazia.Aquestivannoaggiuntiun caso«secondario»epoialtri5postivialrientrodaunviaggiodaCofrùedaMalta

Telefono 0444.396.311 | E-mail: veneto@ilgiornaledivicenza.it

APPELLODEL GOVERNATORE. Con l’avvicinarsi delle festedi Ferragosto il presidente del Venetoricorda che ilvirus c’è ancora: sono i comportamenti a fare la differenza

Zaia: «I giovani ora sono i più colpiti» «Nuovicontagi: il rapporto anziani-adulti siè invertito inpochimesi». Forseuna nuova ordinanzasultrasportopubblico Cristina Giacomuzzo

«L’età dei contagiati si abbassa». Il presidente del Veneto, Luca Zaia, dati alla mano, lancia l’appello ai giovani: «Attenzione. In questa settimana di Ferragosto - quella delle feste dell’acqua, delle notti in spiaggia, del divertimento e dell’euforia - non va dimenticato che il virus c’è ancora. Ai ragazzi dico di non abbassare la guardia. Gli assembramenti restano un rischio. Serve rinunciare alla festa in spiaggia con gli amici? O alla vacanza all’estero? No, non mi permetterei. E non sto neppure dicendo di non andare in Croazia, in Spagna, in Romania o a Malta - continua - Dico solo che è giusto sapere dove si rischia di più. E allora la mascherina va usata anche se là l’ambiente dà tranquillità. E, infatti, cosa dicono i ragazzi tornati dall’isola della Croazia o dalla Grecia? Tutti la stessa cosa: là nessuno portava la mascherina». FATTORE ETÀ. Dall’unità di

crisi della protezione civile, dove ieri è tornato, il governatore si rivolge ai giovani veneti: «Il virus c’è e l’età media di chi è rimasto contagiato si è abbassata dai 70 ai 40 anni. Adulti e anziani, però, si mettono in sicurezza e fanno maggiore attenzione. E infatti, dati 10 nuovi contagi, qualche mese fa 9 erano adulti-anziani e uno solo giovane; oggi il rapporto si è praticamente capovolto». Se dunque il sistema dei cerchi concentrici rappresenta una garanzia perché individua i focolai e mette in isolamento le persone potenzialmente a rischio di trasmettere il Covid, non va dimenticato che in questa fase non è la malattia in sé a fare danni, ma i comportamenti delle persone. TESTRAPIDO. Zaia ha ricorda-

to poi che poco prima si era tenuta la conferenza Stato-Regioni in videoconferenza. E lì c’erano, tra gli altri, il ministro alla sanità, Roberto Speranza. Al quale Zaia è tornato a chiedere se c’erano novità sui test rapidi, quelli che il Veneto sta utilizzando in quantità (vedi a lato) sotto la direzione di Roberto Rigoli, alla guida delle Microbiologie del Veneto. «Speranza - riporta Zaia - ha annunciato che a breve sarà completata la validazione e con questa saranno pronti i protocolli per definirne l’uso, per esempio, negli aeroporti,

«Suitestrapidi ilministro Speranza annunciaabreve lavalidazione Saràrivoluzione»

nelle scuole, negli ambienti di lavoro. Si tratta di un test che è destinato a rivoluzionare il modo di difenderci dal virus». Una opportunità in cui il Veneto ha creduto fin da subito, testandoli e confrontando i risultati con quelli dei tamponi. «Quando abbiamo iniziato a farlo c’era solo una ditta coreana che li produceva. Ora sono 11 - continua Zaia - Entro fine mese, secondo quanto mi dice Speranza, il numero di aziende che proporranno test sempre più performanti è destinato a crescere ancora».

Bollettino Positivi, costante trend dicrescita I tamponi eseguiti in Veneto dall’inizio dell’emergenza sono arrivati a quota 1.317.402. Il dato l’ha fornito il governatore del Veneto, Luca Zaia, ieri mattina dalla sede della Protezione civile. «Ma a questi vanno aggiunti i test rapidi: ne abbiamo fatti un milione e 200 mila». Si tratta di un kit che è in grado di dare

NODO TRASPORTO PUBBLICO.

Zaia poi arriva al nodo ancora irrisolto e al motivo della riunione della Conferenza Stato - Regioni. E cioè il Dpcm sul trasporto pubblico che, per quanto di competenza nazionale, cioè per esempio i treni come le Frecce o gli aerei, restano a mezzo carico per consentire il distanziamento delle persone. Una cosa che per Zaia, come noto, non sta in piedi. Per questo il Veneto, con altre Regioni, aveva scelto - e ne aveva facoltà - di tornare al carico di omologazione dei mezzi. Ma il fatto che ci siano distinzioni così nette non va bene, soprattutto in vista dell’avvio della scuola. Per Zaia se non si pone rimedio, sarà un grande caos a settembre quando riapriranno le scuole. «C’è ancora tempo per correggere il tiro - spiega il presidente -. Credo si possa trovare un accordo di buonsenso fra tutte le parti, validata dal Comitato tecnico scientifico nazionale». Tre i punti che il governatore ha fatto presente in Conferenza Stato- Regioni e che si augura che vengano presi in considerazione per una valutazione. Uno. Se due dipendenti possono stare fianco a fianco al lavoro, portando la mascherina, perché gli stessi non possono stare vicino in autobus o in treno? Due. I pendolari per Zaia vanno considerati una sorta di «comunità», dal punto di vista epidemiologico perché «sono sempre gli stessi e sono abitudinari». Tre. «Il ricambio d'aria nei mezzi di trasporto: un aereo ha più ricambi d'aria quindi può avere maggiore capienza, secondo quanto dicono. Ma chi dice che il ricambio d'aria dell'aereo sia più veloce del mio respiro? Questi i tre punti che ho chiesto al governo che prenda in considerazione, perché il caos trasporti avrebbe conseguenze drammatiche. Cosa potrebbe succedere per esempio se un minore non potesse salire sull’autobus perché già carico? Lo si lascia per strada? Si deve insistere sull’uso della mascherina a bordo non sulla capienza del mezzo». Zaia resta in attesa e non esclude nuove ordinanze in questa direzione. • © RIPRODUZIONERISERVATA

Feriee feste inspiaggia altempo delCovid:sì, macon attenzione. Il governatoreZaia si rivolge aigiovani in particolarechiedendo attenzione

FOCUS. Ilcommissarioall’avviodellasupermacchinaChiroscherealizza10milionidipezziamese

Arcuri:«Perlescuole pronte oltre11 milionidimascherine Sanitariointerapia intensiva

risposte valide, anche se non certificate, in poco tempo: quelli che si stanno testando in Veneto in sette minuti. Ma il mercato internazionale offre nuovi prototipi che sono in grado di fornire l’esito in tempi ancora più ridotti: tre minuti. In ogni caso, questi rappresentano per Zaia «una vera e propria avanguardia - dice - perché potranno essere usati negli screening veloci anche negli aeroporti, per esempio. Intanto, qui in Veneto li stiamo testando massicciamente per verificarne l’affidabilità, in doppio insieme ai tamponi, per valutare la situazione nell’ex Caserma di Casieri (Treviso) dove sono stati registrati 257 positivi». Ma veniamo al bollettino. A distanza di un giorno il report dell’Azienza Zero fotografa un costante graduale aumento dei casi positivi: + 35 arrivando a ieri sera a 1249 casi. A Vicenza si è a quota 97, più uno da domenica. Il numero totale dei veneti che sono in isolamento fiduciario continua sullo stesso trend, superando quota 5.300 persone. Nella giornata di ieri non si registrano ulteriori vittime. Il numero totale è fermo a quota 2083. Per quanto riguarda il numero dei pazienti ricoverati in area non critica sono 116, + 5 rispetto al giorno precedente, con un negativizzato in più salendo così a quota 84. I pazienti in terapia intensiva salgono di una unità a quota 10, sempre con 3 negativizzati. • © RIPRODUZIONERISERVATA

Ilmaterialedistribuitodal 14settembre: «Orasiamoautosufficienti» Cristina Giacomuzzo INVIATA A FOSSALTA DI PORTOGRUARO

Riesce a produrre 400 mascherine chirurgiche di tipo Ffp2 a minuto in un ciclo completamente protetto e sterile: dal taglio del tessuto, rigorosamente Made in Italy, alla cucitura dell’elastico, poi l’inserimento del nasello, fino alle scatole. Ed ecco, pronta per la vendita, la confezione di cartone. «Macchine così, operative, al momento, in Italia non ce ne sono», dichiara orgoglioso il titolare dell’azienda di abbigliamento Chiros di Fossalta di Portogruaro, Ciro Astarita. La sua è in funzione da pochissimo, cinque giorni appena, acquistata da una ditta italiana, Ima Group di Bologna. E ieri, nello stabilimento che si trova nella zona industriale di Fossalta, si è tenuta l’inaugurazione con Maria Cristina Piovesana, vice Presidenza di Confindustria, e Michelangelo Agrusti, presidente di Confindustria Alto Adriatico. E, in videconferenza, il commissario straordinario per l’emergenza Covid, Domenico Arcuri. «È stato lui a chiedermi, in piena emergenza - ricorda Astarita - di aiutarlo nella produzione di mascherine. E così abbiamo iniziato la riconversione prima con un macchinario compra-

Lafasefinale diproduzione dimascherine:qui sonoconfezionate

to dalla Cina. E ora con questo nuovo impianto riusciamo a produrre mascherine certificate. Ne produrremo 10 milioni al mese. Di questi, sei milioni, fino a gennaio, andranno alla Protezione civile. Il resto sul mercato. E abbiamo già assunto quattro dipendenti in più». È anche grazie a questo approvvigionamento che Arcuri ha sottolineato come siano lontani i giorni di inferno «quando le mascherine erano un miraggio e il rischio di comprare intere casse di dispositivi da chissà dove e di trovarle vuote (cosa peraltro

Amarzo eravamoilsecondo Paesepermorti econtagi.Oggi siamoal16°posto

DOMENICOARCURI COMMISSARIO EMERGENZA COVID19

accaduta, ndr), era reale». Incubi che ora non si ripresenteranno, neppure se il virus in autunno dovesse tornare cattivo come lo era stato a primavera, quando è scoppiata l’epidemia. «Ma ora l’Italia è autosufficiente. A cinque mesi dall’inizio della pandemia, abbiamo la capacità produttiva per soddisfare gli operatori sanitari e i cittadini», assicura Arcuri. Di più. «Dal 14 settembre saremo in grado di distribuire 11 milioni di mascherine nelle 43mila scuole». L’altra novità che spiega Arcuri riguarda il Piano di potenziamento degli ospedali italiani. Si tratta di un piano che per il Veneto è già stato presentato dal governatore Zaia e vale molto in termini di investimenti. «Una settimana fa - continua Arcuri - il Ministero della Salute mi ha trasmesso i piani regionali. Siamo subito partiti con una richiesta di manifestazione di interesse alle aziende che

producono attrezzature che si concluderà la settimana prossima. Poi scatterà quella per le aziende che eseguono opere civili». E intanto? Arcuri non ha dubbi: «Questa emergenza è lungi dall'essersi conclusa, ma è fondamentale ricordare che quando diventai commissario, il 18 marzo, eravamo il secondo paese al mondo per numero di contagiati e decessi. Ora siamo scesi al 16esimo posto. Questo è stato possibile perché siamo riusciti ad imparare molto nella fase di emergenza. E cioè che il virus va intercettato subito. Che va bloccato prima che devasti il corpo. E ancora. Che serve contenere i focolai. Siamo orgogliosi degli sforzi che sono stati messi in campo da tutti gli italiani». Come è accaduto con Chiros, l’azienda di Fossalta che si è reinventata, aiutando l’Italia e mantenendo l' occupazione. «Qui - continua Arcuri - è stata portata a termine una operazione industriale straordinaria nell’equivalente di tempo che in Italia occorre per farsi dare una autorizzazione per tinteggiare una facciata. Grazie alla capacità produttiva e alle conoscenze delle nostre imprese, in questi mesi siamo riusciti a realizzare i dpi necessari e anche le apparecchiature di terapia intensiva. Ora abbiamo in magazzino alcune migliaia di ventilatori che non distribuiamo perché non servono. Temiamo possano servire a partire dall'autunno. In ogni caso serviranno per la rete rinnovata degli ospedali, non solo per l’emergenza, ma per migliorare l'intera efficacia delle strutture sanitarie». • © RIPRODUZIONERISERVATA


MARTEDĂŒ 11 AGOSTO 2020 IL MATTINO

PRIMO PIANO

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Le grandi opere in Veneto tutti i numeri

Il patto tra Rfi e Webuild per realizzare i 4 binari

i cantieri pronti a decollare

LINEA AV/AC VERONA - PADOVA F I R M ATO C O N T R AT TO P E R AV V I O L AV O R I P R I M O LOT TO F U N Z I O N A L E V E R O N A- B I V I O V I C E N Z A Valore totale investimento Valore contatto Iricav due Primo Lotto Funzionale primo lotto funzionale

Il progetto fa parte del Corridoio Mediterraneo che attraversa il Nord Italia da Ovest a Est, da Torino a Trieste passando da Milano, Verona, Venezia

2,7 mld â‚Ź

Nuovi posti di lavoro previsti - diretti e indiretti -

2,47 mld â‚Ź

4.000

VERONA 10 AGOSTO

La firma sul contratto vale 2,7 miliardi di euro per completare l’alta velocitĂ sulla linea Verona-bivio di Vicenza. Il primo lotto funzionale, commissionato da Rfi (Gruppo Fs Italiane), sarĂ realizzato dal consorzio Iricav due costituito per l’83% dal Gruppo Webuild (45,44% Webuild e 37,49% Astaldi) e per il 17% da Hitachi Rail Sts. La consegna dei lavori è prevista in 80 mesi (entro il 2027) per un tracciato di 44,2 chilometri e attraverserĂ 13 comuni. Si tratta del quadruplicamento della linea esistente Milano-Venezia. ÂŤA pochi giorni dalla consegna del Ponte di Genova, siamo molto soddisfatti di avviare un nuovo progetto strategico, questa volta per la mobilitĂ del Veneto, che segue nel giro di poche settimane l’avvio dei lavori per la strada statale Jonica in Calabria e i lavori del Nodo Ferroviario di Genova. L’Italia, da Sud a Nord, sta ripartendo, e lo sta facendo dalle infrastrutture, dal lavoro e dal territorio: siamo orgogliosi di poter mettere al servizio le nostre competenze per questo progetto di rilancio del Paese in cui abbiamo le nostre radiciÂť, ha dichiarato a Verona Pietro Salini, ad di Webuild. Il gruppo occupa complessivamente in Italia circa 11 mila persone tra diretti e indiretti, che diventeranno oltre 15 mila nel 2022. L’investimento per l’intera tratta Verona-Padova stimato in 4,8 miliardi rappresenta un collegamento di grande importanza del corridoio 5 Lisbona-Kiev. — Š RIPRODUZIONE RISERVATA

Firma contratto Primo Lotto

Primo Lotto Verona - Bivio Vicenza 44,2 km

76,5 km

Secondo Lotto Attraversamento Vicenza 6,2 km

Terzo Lotto Vicenza - Padova 26,1 km

TS

MI TO

Lunghezza della Linea Verona - Padova

VR

VE

Verona

Padova

Corridoio Mediterraneo

Vicenza

A4

Il Primo Lotto attraverserĂ 13 Comuni

A4

di cui

6 in provincia di Verona 7 in provincia di Vicenza quadruplicando la linea esistente

Adige

CONTRAENTE GENERALE

CONSORZIO IRICAV DUE Webuild Group

Hitachi Rail STS

82,93%

17,05%

di cui Astaldi

Fintecna

37,49%

CARATTERISTICHE DEL PRIMO LOTTO Di 44,2 km

33 km Rilevati

6,8 km Viadotti

2,3 km Trincee

2,1 km Gallerie

0,01%

Lamaro Appalti 0,01% Agosto 2020

La Tav corre verso Vicenza Il traguardo? Fra 80 mesi Via libera ai cantieri da Verona ad Altavilla, un appalto da 2,7 miliardi di euro Albino Salmaso / INVIATO A VERONA

Dopo trent’anni di risse ideologiche e di stop and go al rallenty, il cambio di velocità è radicale: finalmente c’è un ministro che vuole realizzare le infrastrutture che il Veneto attende. Senza le procedure straordinarie del nuovo ponte di Genova, ma con un commissario ad hoc per la Tav che arriverĂ a settembre. Lo dicono il sindaco di Verona, Federico Sboarina, e quello di Vicenza, Francesco Rucco che hanno riconosciuto a Paola De Micheli di aver impresso una svolta storica alla lista delle eterne incompiute. Mose di Venezia e Tav, finalmen-

te si gira pagina. Un dialogo istituzionale che supera i conflitti di partito: la “signora ministroâ€?, come ama farsi chiamare, nel giro di un’ora ha spiegato la strategia del governo Conte e firmato il protocollo che sblocca un appalto da 2,7 miliardi di euro. A settembre si passa dalle parole ai fatti, con la Salini-Webuild che aprirĂ i cantieri sulla tratta Verona-Vicenza, 44 chilometri dalla cittĂ scaligera fino ad Altavilla. Finalmente si passa da 2 a 4 binari. Che si tratti di un passo obbligato lo conferma Elisa De Berti, assessora della giunta Zaia: ÂŤLa linea Milano-Venezia è satura, basta un leggero ritardo di una “Frecciaâ€? per creare disagi su tutto il siste-

ma dei treni regionali. Va in tilt anche il trasporto merci con gli interporti di Verona e Padova che sono i terminali dell’apertura del Veneto ai mercati internazionali. Ho un solo appello da fare: avanti tutta, senza perdere tempoÂť, conclude l’avvocato De Berti. Ma c’è un mistero che la politica italiana non sa chiarire: la Tav Milano-Bologna di 214 chilometri è stata completata in 9 anni, dal 1997 al 2008 e in 50 minuti si passa dalle maestositĂ del Duomo alle Torri degli Asinelli. La Tav Milano-Brescia nasce nel 1991 e forse verrĂ completata entro il 2030. Sui quattro binari si corre fino a Brescia e poi da Padova a Mestre: 90

km su 270. In mezzo c’è il vuoto, che sta per essere colmato. Manca ancora il progetto esecutivo della Vicenza-Padova e con grande onestĂ intellettuale Maurizio Gentile, ad di Rfi, spiega che ci vorranno 80 mesi per completare i cantieri. Sei-sette anni. Se ne riparla nel 2027-28, difficilmente si taglierĂ il traguardo per le Olimpiadi di MilanoCortina del 2026. Eppure c’è grande ottimismo, in prefettura a Verona. Dopo il lockdown l’Italia ha ingranato la quarta per ripartire con la ripresa a “Vâ€? e le infrastrutture giocano un ruolo decisivo. Pietro Salini, ad di Webuild, parla di una iniezione da 10 miliardi. La sfida da vincere riguarda Verona, cro-

cevia dei due grandi assi europei: il Lisbona-Kiev e quello che dalla Scandinavia scende fino alla Sicilia. In mezzo c’è il tunnel del Brennero che procede senza i veti della Val di Susa. La Torino-Lione resta materia esplosiva ma l’Europa ha trovato le risorse per completare l’alta velocitĂ , spiega Gentili. Poi parla lei, la “signora ministroâ€? e con orgoglio racconta che per realizzare le grandi opere ci vuole solo la volontĂ politica di passare dalle parole ai fatti. ÂŤAbbiamo deciso di accelerare le procedure al Cipe perchĂŠ le infrastrutture sono la prioritĂ di questo governo. In 40 giorni abbiamo sbloccato lavori per 10 miliardi. Basta volerlo, si può fare tuttoÂť dice Paola De Micheli. Che poi ammette: ÂŤSia chiaro, anche in Veneto il governo vuole realizzare quell’Italia veloce saldamente legata all’Europa. Al Nord vanno completate le infrastrutture

La ministra De Micheli promette: ÂŤA settembre verrĂ nominato il commissario TavÂť al servizio delle imprese che esportano, mentre al Sud bisogna superare la profonda diseguaglianza sociale che si è scavata nel corso di 70 anni. Ecco perchĂŠ non c’è solo la Verona-Vicenza-Padova ma anche la dorsale adriatica e poi la Sicilia, mentre il ponte sullo lo stretto di Messina rimane un rebusÂť. E a chi le chiede se tutte le grandi opere debbano essere realizzate con la procedura straordinaria del ponte di Genova per bruciare le tappe, Paola De Micheli ribatte: ÂŤNel Mediterraneo nel 2019 transitavano 450 miliardi di merci e i nostri porti sull’Adriatico e sul Tirreno se li devono acchiappare tutti. Il modello Genova? I grandi ritardi sono legati alle autorizzazioni e ai cantieri, la fase di gara non crea mai problemi. La Tav è commissariata per legge e nel decreto semplificazioni abbiamo trasferito la parte migliore del modello Genova e parte del modello Expo di Milano. A settembre verrĂ scelto il commissario della TavÂť. — Š RIPRODUZIONE RISERVATA

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MARTEDÌ 11 AGOSTO 2020 LA NUOVA

PRIMO PIANO

Verso le elezioni regionali

Furbetti bonus Inps, tre casi in Veneto Sono Forcolin, Barbisan e Montagnoli Il vicepresidente: chiesto, non è arrivato. Il consigliere di Treviso l’ha poi versato al fondo Covid, quello di Verona nei guai per la moglie Andrea Passerini / TREVISO

Il bonus Inps travolge la giunta Zaia e la maggioranza in Regione, a 40 giorni dal voto, nel giorno in cui al K3 di Fontane, alle porte di Treviso, il governatore con il commissario regionale Lorenzo Fontana e il presidente Massimo Bitonci vara le tre liste per le Regionali, la corazzata una e trina del più vasto centrodestra. Tre big leghisti finiscono nel ciclone. Nientemeno che il numero due di Zaia, il vicegovernatore Gianluca Forcolin di Musile di Piave; il consigliere veronese uscente, già deputato, Alessandro Montagnoli; il consigliere trevigiano Riccardo Barbisan, pure capogruppo del Carroccio a Treviso. Tre domande, tre copioni diversi. Ma altrettante “bufere” politiche per Zaia e la Lega che temevano di dover fronteggiare il caso di un parlamentare veneto e invece si sono ritrovati con tre boomerang assolutamente inattesi. Come finirà? Fra un paio di giorni il verdetto finale: saranno Zaia e Salvini a decidere se inserire o meno in lista i tre big del Carroccio. Forcolin, commercialista e tributarista, ha fatto domanda con i contitolari dello studio di San Donà, senza percepire il bonus: istanza bocciata dall’ Inps. Montagnoli non ha avanzato domanda, ma l’ha fatto la moglie. Ottenendolo. Barbisan giura di aver ricevuto il bonus “a sua insaputa”, il 5 maggio, su iniziativa di default del suo commercialista, e di aver devoluto il giorno dopo la somma di 600 euro al fondo solidale del comune di Treviso per la famiglie in difficoltà. Esibendo i bonifici in entrata e in uscita dal suo conto. Ora devono sperare in una

grazia, ahiloro, improbabile allo stato. Zaia, furente, è fautore della linea dura. E il partito era in subbuglio già quando era esploso il caso in Parlamento. Ieri tensione alle stelle al K3. La si tagliava con il coltello. E all’ingresso un draconiano filtro imponeva di spegnere i telefonini. «Voglio proprio vederli in faccia», aveva tuonato in rete Roberto Marcato, “ariete”: forse non pensava di avere casi così vicini, a chilometri zero. O quasi. Ecco le difese dei tre, tutti a colloquio ieri con

Zaia e i vertici della (ex) Liga oggi salvinizzata. Il vicegovernatore Forcolin, che ha la delega al Bilan-

Barbisan scarica sul suo commercialista e mostra il versamento a fini benefici cio, si puntella al fatto di non avere percepito il bonus. Basterà? È associato del noto studio “Forcolin-Loverre-Cadamuro” di San Donà, in corso

Trentin. «Lo studio ha presentato domanda in piena emergenza Covid», aggiunge, «Eravamo a mezzo servizio e con 7 dipendenti in cassa integrazione. È stata fatta la domanda, ma non è arrivato alcun bonus: nessuno lo ha ricevuto nello studio». Barbisan, 35 anni di cui 21 da leghista (tessera presa a 14 anni), è avvocato e consulente aziendale. «Il 5 maggio vedo un bonifico sul conto, mi dicono che arriva dall’Inps, contatto il commercialista e scopro che aveva inoltrato di default la doman-

da per tutte le sue partite Iva». Il commercialista conferma di aver mandato avanti la pratica. «A quel punto non ho

Forcolin si difende: «Avevamo 7 dipendenti in cassa integrazione La crisi era evidente» avuto dubbi», riprende Barbisan, «il giorno dopo, 6 maggio, ho devoluto l’importo al conto del Comune di Treviso per la famiglie in difficoltà.

«Nessuno invochi la privacy Chi ha preso i soldi lo dica» «Nessuno osi nascondersi dietro la privacy. Si dica chiaramente se si ha intascato il bonus oppure no». Da Marghera, durante l’incontro con la stampa, il presidente della Regione Luca Zaia aveva lanciato in mattinata l’idea di un “#metoo al contrario” così l’aveva definita lui stesso - sui 600 euro per le partite Iva e autonomi, dopo lo

scandalo dei sei deputati svelato da Repubblica. #Metoo è stato l’hashtag della campagna lanciata dalle donne dello spettacolo per denunciare le molestie sessuali subite. #Metoo al contrario, per Zaia, significa che ogni consigliere regionale, ogni candidato alle prossime elezioni regionali deve dire se ha ricevuto o meno i soldi del bonus. Così chi non parla ha evidentemente qualcosa da na-

scondere. «Io ho già chiesto ai consiglieri di darmi un ragguaglio e speriamo di chiudere il tutto entro la giornata» aveva detto Zaia «Per quanto riguarda il mio partito, il segretario è stato chiaro parlando di sospensione. L’appello che faccio a tutte le forze politiche, con il cuore in mano, è quello di non trincerarci dietro alla privacy altrimenti non ne usciamo e tra la gente resterebbe il sospetto. Chiedo che tutti

(HA COLLABORATO GIOVANNI CAGNASSI) © RIPRODUZIONE RISERVATA

chiariscano la loro posizione e mi rivolgo a tutto il consiglio regionale. Facciamo un #metoo al contrario in cui ognuno chiarisce la sua posizione». Un giornalista gli domanda: troppo debole la sanzione annunciata da Salvini - la sospensione dal partito - per chi sarà scoperto “con le mani nel sacco”? «Sono stato chiaro su questo» la risposta di Zaia « io posso parlare delle candidature, per il resto non sono un giudice. Non esprimo giudizi, ognuno avrà avuto le sue motivazioni. Mi fermo prima:ci si dica sì o no». Ed effettivamente, in quelle stesse ore, la Lega stava chiedendo conto a ognuno dei propri dirigenti, eletti e candidati. —

l’appello del governatore

VENEZIA

Non ho trattenuto un euro, se questo è essere un “mostro” non ci sto, credo di aver fatto la cosa giusta, come Robin Hood, dando i soldi a chi ne aveva bisogno». Lapidario Montagnoli, quando esce dal K3: «Mai avanzato alcuna domanda di bonus, non c’è alcun caso. E invoco la privacy, c’è di mezzo un mio congiunto». Emergerà ben presto come sia stata la moglie ad avanzare la richiesta. —

E.P.

Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia

© RIPRODUZIONE RISERVATA



MARTEDÌ 11 AGOSTO 2020 LA NUOVA

REGIONE

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Coronavirus: trasporto e aziende

Distanziati sui bus, a piedi 7 mila studenti Preoccupazione di Actv e Atvo se il premier Conte alla riapertura delle scuole imporrà una capienza massima del 60% Laura Berlinghieri / VENEZIA

Sintetizzando, si potrebbe dire che il futuro di qualche decina di migliaia di studenti veneziani è legato all’esito del “braccio di ferro” tra Conte e Zaia sul nodo trasporti. Il primo ha appena firmato un nuovo Dpcm, ripristinando la regola del distanziamento interpersonale di un metro sugli autobus, con un riempimento che non dovrà mai superare il 60% della capienza massima. Mentre il governatore veneto, per ora, tira dritto per la sua strada, confermando la possibilità dei mezzi di viaggiare a pieno regime. Poco male, ora. Sarà ben diverso dal 14 settembre, al rientro dei ragazzi a scuola. Perché, se il premier dovesse fare la voce grossa imponendosi sul governatore del Veneto, l’esito sarebbe un grattacapo dalla soluzione praticamente impossibile. Tradotto, se Conte dovesse avere ragione su Zaia, riducendo del 40% la capienza massima degli autobus, solo a Venezia rimarrebbero “a piedi” circa 7 mila degli oltre 15 mila studenti che frequentano le scuole tra terraferma e città d’acqua. Una cifra che sarebbe ulteriormente amplificata inprovincia, dove vivono i ragazzi che, più di tutti, sono abituati ad andare e tornare da scuola con i mezzi pubblici. Una prima riunione tra Città metropolitana, Actv, Atvo, uffici scolastici regionale e provinciale, e dirigenti scolastici, ha avuto luogo a fine maggio. In quell’occasione le due aziende di trasporto hanno fornito ai presidi un indirizzo mail per comunicare gli orari di inizio e di conclusione delle lezioni dei rispettivi plessi. Già, perché un’altra questione riguarda l’ipotesi di ingresso scaglionato a scuola, per evitare gli assembramenti. «Se

Si studia come affrontare il problema della sicurezza tra i giovani si parla di una differenza di 10 o 15 minuti, possiamo ragionare insieme, ma non possiamo pensare di predisporre una linea e un autista dedicati alle singole scuole. La stagione invernale è lunga e non ci sono i soldi per programmi del genere. Confidiamo nella collaborazione dei dirigenti», spiega Fabio Turchetto, presidente di Atvo. Ma qualsiasi ragionamento, in questa fase, è superfluo, perché tutto dipende dall’esito della “partita” tra Stato e Regione. Anche per questo, giovedì, l’ennesimo tavolo regio-

nale sui trasporti, alla presenza della direttrice dell’Ufficio scolastico regionale, Carmela Palumbo, si è concluso con un nulla di fatto e un nuovo appuntamento a data da destinarsi. «Ci aggiorneremo a fine mese, tutto dipende da cosa sarà deciso a Roma», conferma Saverio Centenaro, consigliere delegato metropolitano.

«Il crollo del turismo ha già creato grosse difficoltà, così rischiamo il collasso» In ogni caso, a quella data bisognerà farsi trovare pronti. Per questo le parti stanno già studiando un ventaglio di soluzioni, pronte all’uso appena ottenuto il “via libera”. «L’importante è che i dirigenti non ragionino ognuno per sé, ma trovino soluzioni comuni» l’invito di Actv. Che prosegue con Centenaro: «Stiamo pensando a dei punti di raccolta per gli studenti in luoghi alternativi alle fermate attuali». A Padova, ad esempio, questi punti di raccolta corrispondono a quattro tra i poli scolastici principali della città, affinché i ragazzi non si ammassino sotto le pensiline aspettando l’autobus. «Ma cosa cambia se poi, a scuola, si ritrovano con altre mille persone?», si interroga Turchetto. Per Atvo la situazione è probabilmente più delicata di quella di Actv: «Viviamo soprattutto di turismo, che in questi mesi è crollato. Il ripristino della capienza ridotta ci taglierebbe le gambe». Il ritorno a scuola è visto quindi come la prima boccata d’ossigeno per le due società. Parlando di Actv, delle sue 5.600 corse giornaliere, nei feriali, 500 sono dedicate agli studenti. Dopo Ferragosto ci sarà un nuovo tavolo e la speranza delle due aziende è che Roma non punti i piedi. Se invece Conte dovesse bloccare Zaia, allora sarà necessario farsi venire una buona idea, che non dovrà coinvolgere i soli autobus di trasporto urbano ed extraurbano, ma anche gli scuolabus. «Implementare la flotta? È impossibile», taglia corto Turchetto. «Intanto per mancanza di tempo: tra l’ordine e il recapito sono necessari tra i sei e gli otto mesi. E poi si tratta di servizi che derivano da gare, per le quali è stabilito a monte un numero ben preciso di chilometri da percorrere e di mezzi a disposizione. Qualsiasi servizio in più è un “extra”». E quindi servirebbe un nuovo bando. Già, ma con quali tempi? E, soprattutto, chi paga? — © RIPRODUZIONE RISERVATA

fossalta di portogruaro

Chiros fa 400 mascherine al minuto Arcuri: «Ecco l’eccellenza italiana» Rosario Padovano FOSSALTA DI PORTOGRUARO

Un nuovo macchinario in grado di produrre 400 mascherine al minuto è stato presentato nella sede della Chiros, fabbriaca dell’imprenditore di origini napoletane Ciro Astarita, già presidente della Julia calcio di Concordia Sagittaria. La Chiros da marzo ha riconvertito la sua produzione, specializzandosi nel confezionamento di mascherine. La nuova macchina, che ha un valore superiore ai 200 mila euro ed è realizzata dalla Ima, azienda di Ozzano dell’Emilia, è arrivata solo quattro giorni fa nella sede della Chiros in via del Lavoro a Villanova di Fossalta, ed è stata “svelata” nel corso di un incontro organizzata ieri da Confindustria Alto Adriatico, a cui Chiros è associata, rappresentata dal presidente Michelangelo Agrusti. Tra gli altri c’era Cristina Piovesana, presidente di Confindustria Treviso-Padova. «Crediamo nelle istituzioni», ha esordito, «ma abbiamo bisogno di uno Stato che valorizzi il nostro lavoro». In videoconferenza si è collegato l’Ad di Invitalia e commissario straordinario per l'emergenza Covid-19, Domenico Arcuri, che si è soffermato mezz’ora con i presenti, illustrando lo stato dell’arte dell’emergenza Covid in Ita-

Ciro Astarita, a destra, all’incontro con Maria Cristina Piovesana

lia. Un discorso improntato sull’ottimismo. «L’emergenza è lungi dall’essersi conclusa, ma al momento l’Italia è autosufficiente nel fabbisogno di mascherine rivolte a operatori sanitari e non. Da settembre, 11 milioni di mascherine al giorno verranno fornite a tutte le scuole del territorio nazionale». È possibile che una gran parte di questi supporti venga fornita proprio da Chiros, visto che c’è un accordo affinché l’azienda di Astarita distribuisca sei milioni di mascherine al mese, per un totale di 30 milioni entro la fine di gennaio. Chiros è in grado di realizzare almeno 10 milioni di mascherine ogni 30 giorni, per cui almeno il 60%, in questa fase, verrà consegnata agli italiani. Le ricadute so-

no già positive a livello occupazionale. Chiros ha assunto nei giorni scorsi 4 nuovi dipendenti. Arcuri si è detto fiducioso per l’Italia, mentre altrove la morsa del Covid-19 sembra prefigurare la temuta “seconda ondata”. «I contagi sono clamorosamente inferiori nel nostro Paese rispetto agli altri Paesi europei ed extra europei, grazie allo sforzo straordinario degli italiani. Non producevamo né mascherine né ventilatori, oggi invece è l’esatto contrario. Il 18 marzo eravamo il secondo Paese al mondo per numero di contagiati e di morti, oggi siamo al 16° posto. E possiamo contare su 10 mila posti letto, anche se a inizio emergenza la Germania ne aveva già disponi-

bili 30 mila». Ciro Astarita ha già fissati i prossimi obiettivi. «Da fine marzo abbiamo prodotto le mascherine, inizialmente con un macchinario proveniente dall’estero. Ma volevamo una macchina italiana e quella di Ima era la migliore. Dobbiamo tutelare la nostra azienda, e quindi rendere il territorio autosufficiente nella produzione. Si sta creando una filiera che prima non esisteva». Chiros manterrà una parte della produzione dedicata al settore tradizionale, quello delle pelli, collaborando con aziende storiche delle piazze produttive più importanti, Arzignano e Solofra. Per Ima, Industria Macchine Automatiche Spa, c’era il d.g dei Sistemi Industriali, Massimo Marchesani. «Da metà marzo siamo partiti sfruttando le nostre conoscenze. Abbiamo coinvolto il settore “Ricerca e sviluppo”, quello legato ai software e i fornitori. Abbiamo dimostrato che se gli italiani fanno rete non ce n’è per nessuno». A procurare la carta, consegnando le bobine in Tnt – tessuto non tessuto – è la Ahlstrom di Torino, mentre gli elastici sono di una ditta ungherese. Dalla bobina il rotolo viene steso fino a quando non avviene la cucitura degli elastici. Il prodotto esce già confezionato e pronto per essere immesso sul mercato. — © RIPRODUZIONE RISERVATA


MARTEDÌ 11 AGOSTO 2020 LA NUOVA

VENEZIA

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Grandi opere

Mose, enti locali coinvolti nella gestione La conferma della ministra De Micheli: l’Autorità nazionale costituirà una “società in house” con compiti operativi «Avete visto, stiamo per completare la rivoluzione. Il Mose funziona», dice Paola De Micheli in visita a Padova e a Verona. La svolta a Palazzo Chigi è arrivata venerdì sera, con il decreto che ha fatto nascere l’Autorità per il governo della laguna di Venezia. Materia che Luca Zaia voleva tutta per sé, come parte integrante dell’intesa sull’autonomia differenziata, da tre anni al centro del negoziato con Roma. Niente da fare. Quando calerà il sipario sul Consorzio Venezia Nuova, la governance verrà trasferita all’Authority della laguna e si tratta di capire quali ruoli verranno assegnati al comune di Venezia e alla Regione. La parola d’ordine è una sola: vietato brindare prima di aver tagliato il traguardo. Il Mose è un oggetto misterioso che ha dato solo grattacapi nell’arco di trent’anni, ma le due prove generali di sollevamento delle paratoie hanno dato esito positivo. Un mese dopo la visita in laguna con il premier Conte e il ministro D’Incà, Paola De Micheli torna in Veneto per parlare di Tav, eterna incompiuta dal 1991. Ma non si sottrae alla sfida della laguna di Venezia, anche se sul tavolo del suo ministero è arrivato addirittura il progetto di un tunnel sotto lo stretto di Messina. Questo eviterebbe i problemi di rischio sismico e vulcanico del ponte che Berlusconi aveva inserito nel programma di governo nel 2008, con tanto di affidamento a un consorzio legato alle Coop. Se ne parla da vent’anni e il premier Conte intende riaprire il dossier presentando il progetto a Bruxelles con le risorse del Recovery Fund. Ora tutto è fermo, ma l’idea di un tunnel tra Reggio Calabria e Messina affascina, alla pari di quello della Manica tra Calais e Dover. Sfida vinta ai tempi di Mitterand, uno dei padri dell’Europa unita. Venezia è universale e l’analisi si sposta quindi sul Mose, con la De Micheli che an-

nuncia sorridente: «Nessuno aveva messo nel conto che il Mose potesse entrare i funzione dopo 30 anni di disastri, tutti erano pronti a decretarne il fallimento. Invece ce la stiano facendo: le due prove generali hanno dato esito positivo. Ricordate: quando una donna prende un impegno lo rispetta sempre. Tenetelo bene a mente», dice prima di congedarsi.

«Sarà previsto il rifinanziamento per completare la parte finale dell’opera» Il messaggio politico è chiaro: «L’autorità che si riappropria dei poteri del Magistrato alle Acque, avrà due compiti: la laguna in quanto tale e la gestione del Mose. L’Autorità potrà poi costituire una società in house, che avrà compiti operativi di gestione e manutenzione del Mose. Nella stessa norma ci sarà il rifinanziamento per la parte finale del completamento del Mose che oggi è operativo ma che ha bisogno di una serie di opere di completamento e la messa in liquidazione del Consorzio Venezia Nuova. Un percorso che durerà nel tempo. La presenza dei rappresentanti degli enti locali all’interno dell’Autorità è assolutamente garantita, e nelle prossime ore verrà pubblicato il Decreto. E tutti saranno autorevolmente rappresentati perché non vogliamo fare un’operazione centralizzata» conclude la ministra. L’ultimo capitolo è legato ai fondi per il funzionamento vero e proprio del Mose. Non solo da ottobre 2020, ma da fine 2021 quando i cantieri dovranno essere consegnati. Si tratta di garantire almeno 100 milioni l’anno. Paola De Micheli sorride e fa capire: ma secondo voi l’Europa non ci dà una mano per salvare Venezia? — © RIPRODUZIONE RISERVATA

l’appello

«Consorzio, Thetis e Comar 250 posti di lavoro da salvare» La Cisl veneziana chiede al governo di coinvolgere i sindacati nella nuova governance per la salvaguardia di Venezia e della laguna

«La costituzione della nuova Autorità per Venezia deve coinvolgere anche le organizzazioni sindacali dei lavoratori per tutelare l’occupazione e la professionalità acquisiti dai lavoratori del Mose». A chiederlo è il segretario generale della Cisl veneziana, Paolo Bizzotto, che lancia un appello direttamente al Governo e in particolare al ministro

Il professor Luigi D’Alpaos, docente di Idraulica e Idrodinamica al Bo interviene sul tema dopo il voto in Parlamento: «È fondamentale»

«Idrovia, opera da completare anche per mitigare l’erosione» L’INCOMPIUTA

«È

un’opera da completare perché ha un valore ambientale non indifferente e, se gestita in maniera opportuna, potrebbe avere un ruolo per mitigare anche i processi ero-

sivi in laguna. È fondamentale anche dal punto di vista trasportistico e chi dice il contrario parla solo per muovere la lingua». La voce è quella autorevole di Luigi D’Alpaos, professore emerito di Idraulica e Idrodinamica del Bo. L’opera di cui si parla è l’idrovia Venezia-Padova, il canale scolmatore e navigabile, già costrui-

to nella sua parte iniziale e finale (il 60% dell’opera), che si snoda dall’interporto di Padova fino alla laguna di Venezia, permettendo (in caso di piena) di divergere una parte delle acque del fiume Brenta verso la laguna. Fu D’Alpaos a realizzare nel 2006 la simulazione che prevedeva cosa sarebbe accadu-

delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli. «Per la Cisl di Venezia e le sue federazioni di categorie dei lavoratori chimici edili e meccanici (Femca, Filca e Fim) già dai primi segnali di richiesta di riduzione degli occupati nella realizzazione del Mose» dice Bizzotto «si era individuata la soluzione per il mantenimento dell’occupazione di tutte e tre le aziende del Consorzio Venezia Nuova, Thetis e Comar nella salvaguardia della laguna e nella gestione e manutenzione del Mose». «Le competenze acquisite da questi lavoratori non

to se si fosse verificata un’alluvione, paragonabile poi a quella effettivamente avvenuta 4 anni dopo. Ancora oggi è tra i massimi esperti di idraulica in Europa, e su quell’opera ha ancora una clausola di supervisione per la Regione. L’ipotesi di completarla lo entusiasma e non condivide i dubbi sulla capacità trasportistica: «È un argomento complicato, che lo diventa di più quando intervengono personaggi che non hanno alcuna competenza», attacca. «Vorrei sapere chi ha stabilito che non si può più trasportare? È l’economia a dirci se può avere valore trasportistico e non un sindaco o il rappresentante di un ente portuale. Se l’idrovia venisse concepita nella quinta classe di navigazio-

potevano essere disperse con la fine dell’opera» aggiunge il segretario generale della Cisl veneziana «bene quindi che il nuovo soggetto proposto dal Governo, l’Autorità per Venezia, agisca per salvaguardare tutti 250 lavoratori e la loro professionalità ancora utile per la difesa di Venezia». La Cisl veneziana chiede quindi al Governo che le organizzazioni sindacali dei lavoratori «siano coinvolti nella governance di una grande e complessa opera come il Mose e possano, dunque, partecipare a pieno titolo ai futuri progetti per la salvaguardia

ne (passaggi di navi lunghe da 95 a 185 metri e in grado di trasportare fino a 3000 tonnellate di merci, OES) potrebbe tranquillamente esistere. Ma fino a quando si parlerà a vanvera si faranno solo azioni di retroguardia. Purtroppo chi ha il compito di prendere queste decisioni non conosce la materia. Meno male che almeno è stata stralciata l’ipotesi drammatica della camionabile». D’Alpaos difende invece il fine ambientale dell’opera: «L’idrovia serve per la difesa dalle piene ed è un’opera decisamente notevole dal punto di vista ambientale. Non mi stupisce che in parlamento ci sia stato un voto plebiscitario. Ora però è fondamentale che si parta veramente e si trovino le risorse». —

della laguna e del suo ambiente, visto quanto hanno contribuito professionalmente finora e senza nessun coinvolgimento nelle altre vicende dello scandalo del Mose». Il mese scorso, durante le prove del Mose a cui ha partecipato anche il premier, Giuseppe Conte, il segretario della Cisl, insieme a quelli della Cgil (Ugo Agiollo) e della Cgil (Gerardo Colamarco) avevano ricordato al Governo i problemi da risolvere per la salvaguardia di Venezia sono anche il il pagamento degli stipendi dei 250 dipendenti del Consorzio Venezia Nuova e delle sue società controllate, Thetis e Comar, nonchè «la necessità di garantire il futuro occupazionale di tutti i lavoratori che sono attualmente impegnati, con la loro professionalità acquisita in anni di lavoro, nelle di completamento e avviamento dell’opera delle dighe mobili». —

SAVE S.p.A. ESTRATTO AVVISO DI AGGIUDICAZIONE (D.Lgs. n. 50/2016)

La società SAVE S.p.A., con sede legale in Viale Galileo Galilei, 30/1, Tessera Venezia, in nome e per conto proprio e in nome e per conto delle società AER TRE S.p.A., Marco Polo Park S.r.l. e Aeroporto Valerio Catullo di Verona Villafranca S.p.A., rende noto l’esito della seguente gara: appalto per la fornitura di energia elettrica presso l’Aeroporto di Tessera Venezia, presso l’Aeroporto di Treviso, presso l’Aeroporto di Verona e presso l’Aeroporto Brescia. CIG 8249731562 condizioni economiche: F1: 54,90 Euro/MWh; F2: 53,80 Euro/MWh; F3: 44,25 Euro/MWh. Criteri di aggiudicazione: prezzo più basso con ricorso all’asta elettronica. Numero di offerte ricevute: 3. Appalto aggiudicato in data 29.05.2020 alla società Global Power S.p.A. con sede in Corso Porta Nuova 127 CAP 37133 Verona (VR). SAVE S.p.A.


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MARTEDÌ 11 AGOSTO 2020 LA TRIBUNA

VITTORIO VENETO

la petizione

Ferrovie, Anas, Regione: appello per riaprire la stazione di Nove Nasce un “comitato” spontaneo di residenti e trova sponda nel Comune di Vittorio «Si approfitti dei lavori di elettrificazione per riqualificare l’intera zona del lago Morto» di Nove di Vittorio Veneto, nell’immediato, almeno per il percorso che va dalla stazione ferroviaria all’ingresso pedonale del lago». Il riempimento potrebbe essere fatto provvisoriamente, anche con dei semplici inerti rullati e compattati, propongono i residenti. Come non bastasse, le firme raggiungeran-

VITTORIO VENETO

Tutti al lago Morto, in questi giorni: per la spiaggia, i prati verdi, i sentieri ce lo circumnavigano, passando anche per i Laghetti Blu. I villeggianti arrivano a migliaia. Ecco perché i residenti hanno avviato una raccolta di firme che saranno recapitate all’amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, Gianfranco Battisti, affinchè "la stazione di Nove di Vittorio Veneto venga riaperta come stazione non presidiata e che venga inserita nel percorso di metropolitana di superfice in programmazione tra Conegliano e Vittorio Veneto, almeno durante il periodo primaverile-estivo». La sottoscrizione sarà inviata anche all’amministratore delegato e direttore generale di Anas, Massimo Simonini, perché «sia resa percorribile pedonalmente la banchina della statale Alemagna, nel tratto che attraversa l’abitato

Spiaggia e prati d’estate presi d’assalto dai turisti pendolari Problemi di viabilità

I lavori in corso alla stazione di Nove in Val Lapisina

comitato sanità alta marca

È polemica sui prelievi «Punti periferici chiusi troppi disagi ai cittadini» VITTORIO VENETO

È polemica sulla prenotazione dei prelievi del sangue e sulla chiusura dei punti periferici. L’affondo arriva dal Comitato Sanità Alta Marca Trevigiana. «A partire dallo scoppio dell'epidemia del Covid», denuncia, «l'Usl 2 prevede che l'esecuzione dei prelievi venga fatta esclusivamente su prenotazione, online o telefonando al call center del Cup. Contemporaneamente la dirigenza ha

deciso di chiudere, fino a data da destinarsi, tutti i punti prelievi periferici, come Cison, Follina, Miane, Pieve di Soligo, Refrontolo, Sernaglia, Tarzo e Corbanese. Una decisione molto grave, visto che in alcuni centri l'affluenza giornaliera superava i 20 accessi». Il comitato sottolinea i non pochi disagi ai cittadini, specialmente nelle fasce più fragili della popolazione, che sono quelle che hanno più bisogno di salute e con

maggiori difficoltà a spostarsi. Inoltre, il collegamento telefonico con il Cup risulta difficoltoso per le lunghissime attese. «Oltre a questo», riferisce il comitato, «gli utenti segnalano che continua la pratica per cui l'operatore non fissa subito l'appuntamento, ma avvisa l'interessato che verrà richiamato quando ci sarà posto. In questo modo la sua richiesta “galleggia” anche a lungo senza alcun riscontro». Il risultato è che l’utente spesso rinuncia ad effettuare i controlli o si rivolge ai privati. «Riteniamo che la Regione debba potenziare», è l’auspicio dell’organismo, «con uno sforzo finanziario eccezionale anche questo servizio, sia in termini di organizzazione che di personale». — FRANCESCA GALLO

no il presidente della Regione Veneto Luca Zaia e il sindaco di Vittorio Veneto, Antonio Miatto, affinchè possano contribuire, per quanto di competenza, a riqualificare l’area. A partire dai parcheggi. Nella premessa i promotori, alcuni cittadini del posto, evidenziano che il lago Morto negli ultimi anni è diventato una meta

C’è anche un sacrario sul Col Visentin, la montagna che domina Vittorio Veneto. Dopo lunghi anni di mancata manutenzione, gli alpini dell’Ana lo hanno riportato a dignità. Hanno provveduto all’imbiancatura, alla sistemazione del selciato, alla rimessa a nuovo dell’altare e al taglio dell’erba. Il sacrario del Col Visentin ha ora un aspetto degno di ciò che rappresenta. Il sacrario, che sorge accanto al rifugio, è stato voluto dal comandante colonnello Antonio Norcen per ri-

Schianto contro il muro ferito grave un 38enne CORDIGNANO

La Bmw finita fuori strada

Le piscine di Vittorio Veneto

Restyling alle piscine per quasi mezzo milione VITTORIO VENETO

ha trasportato d'urgenza il conducente ferito all’ospedale di Conegliano. Gravi le condizioni del 38enne, residente a San Fior, che non è però in pericolo di vita. L'automobile pare viaggiasse a velocità sostenuta al momento dell'impatto. Il conducente è rimasto incastrato tra le lamiere dell'abitacolo fino all'arrivo dei vigili del fuoco che, coadiuvati dai primi soccorritorim hanno estratto il ferito dall’abitacolo. Resta da chiarire se l'uscita di strada sia dovuta a un improvviso colpo di sonno o a una distrazione fatale del guidatore che gli ha fatto perdere il controllo del mezzo. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

F. D. M.

FRANCESCO DAL MAS © RIPRODUZIONE RISERVATA

Gli alpini danno nuova vita al sacrario del Col Visentin VITTORIO VENETO

consiglio comunale

La riqualificazione delle piscine, annunciata ancora dalla giunta Tonon, si farà con la giunta Miatto, con i 456 mila euro in arrivo dal governo per le piste di atletica, già realizzate. Lo ha annunciato il sindaco Antonio Miatto in consiglio comunale. L’impianto natatorio ha necessità dell’adeguamento antisismico e di interventi alle vetrate e all’arredo esterno. La tempistica del cantiere sarà concordata dall’amministrazione con la società Nottoli Nuoto. Il sindaco ha poi annunciato in assemblea municipale che la Provincia di Treviso ha dirottato sulla rotatoria tra via Pinto e via Bressana i 200 mila euro della rotonda a Longhere. Per l’impianto serviranno altri 270 mila euro, che la giunta Miatto ha comunque assicurato. Non si farà, invece, la rotonda a Costa, davanti all’ospedale. Per mettere in sicurezza l’ingresso al nosocomio, i tecnici municipali hanno proposto di rialzare per un tratto il manto stradale di una trentina di centimetri e istituire un'area a 30 chilometri orari, lungo il tratto di via Forlanini che va dalla pasticceria alla grande rotonda già esistente. Il consiglio comunale ha quindi registrato un vivacissimo confronto sul traforo. L’ex sindaco Roberto Tonon ha chiesto quando sarà finalmente aperto e se l’uscita (o l’ingresso sud) resterà quello di via Carso. Ha reagito con vigore l’ex sindaco Gianantonio Da Re, sostenendo che la responsabilità del ritardo non è dell’amministrazione comunale, ma dell’Anas, per l’inconcludenza sulle rotatorie proposte a suo tempo dal Comune. Nei giorni scorsi i vertici Anas, invece, avevano parlato di problemi interni alla città. Tonon ha ricordato a questo punto che la proposta della Lega di uscire con la bretella del traforo in via Virgilio, quando ancora non c’era l’ipotesi alternativa di via Carso, è stata stoppata dal Tar, oltre che dalla ferma opposizione di alcuni residenti. Il presidente del consiglio, Paolo Santantonio, ha faticato non poco a calmare gli animi. —

il restauro

cordignano

Incidente, ieri notte in via Monte Grappa a Cordignano: poco prima delle 4 una Bmw 318 nera guidata da Carlo Z., 38 anni di Vittorio Veneto, ha perso il controllo dell’auto finendo fuori strada e andando a schiantarsi contro il muro di una fabbrica dismessa. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco e l'ambulanza del Suem 118 che

turistica per molte persone e famiglie che provengono, non solo dal Vittoriese, ma anche dal basso Trevigiano e da parte del Pordenonese e del Bellunese, con la presenza di un chiosco ristorazione e attrezzature ricreative. Per accedere alla spiaggia c’è una stradina di tre metri di carreggiata, che si imbocca qualche centinaio di metri prima e si insinua tra ferrovia, case, aree verdi private, insufficiente per essere praticata da un flusso di richiamo turistico. Si tratta di una strada regolata a senso unico, che molte volte non è transitabile neanche dai mezzi di soccorso, causa le auto in sosta, che non trovano posto nel piccolo parcheggio del lago fatto per contenere solo qualche decina di veicoli. Con interventi di pochissimo impegno economico - scrivono i residenti - si getterebbero le basi di una sicura rinascita economica di tutto il territorio in chiave ecosostenibile, con un innalzamento della qualità della vita delle persone di un vasto territorio, come già si è realizzato nel vicino lago di Santa Croce in provincia di Belluno. L’iniziativa ha colto di sorpresa il Comune ed il consiglio di quartiere, che comunque non sono contrari. Alla stazione di Nove sono in corso importanti lavori per l'elettrificazione e si vorrebbe approfittare di questa attività perchè le Ferrovie la riconsegnassero nelle migliori condizioni di agibilità. —

cordare i “suoi” montagnini caduti nella campagna d’Africa del 1936 e appartenenti al 5° Reggimento Artiglieria alpina della Divisione Pusteria e al Gruppo “Val Piave” del 3° Artiglieria alpina. Fu inaugurato nel Ferragosto del 1946 e in seguito affidato alle cure della Sezione Alpini di Belluno. Siamo a quota 1760 metri: la cima del Visentin, dove si trova anche un ponte Rai, è meta di escursioni dal versante vittoriese e da quello bellunese, ma soprattutto tappa importante del cicloturismo. — F. D. M.


Martedì 11 Agosto 2020

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VENETO

Redazione: piazza Garibaldi, 17 - Rovigo Tel. 0425.200.282 Fax 0425.422584 e-mail: cronaca.ro@lavoce-nuova.it

FERROVIE Siglato il contratto per la realizzazione della linea Verona-Vicenza

Partono i lavori per l’Alta velocità VENEZIA - Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo FS Italiane) ha siglato l’accordo che affida al General Contractor Iricav Due – consorzio costituito per circa l’83% dal Gruppo Webuild, (Webuild e Astaldi) e per il 17% da Hitachi Rail STS, con quote minori di Lamaro Appalti e Fintecna – il primo lotto funzionale del nuovo tracciato ferroviario, per un investimento di oltre 2,7 miliardi di euro. Il progetto rappresenta la prima fase realizzativa dei tre lotti funzionali della linea AV/AC Verona – Padova e il proseguimento della Brescia – Verona, in corso di realizzazione. In particolare, il tratto compreso tra Verona e bivio Vi-

Progetto al via Alta Velocità

cenza, che si estenderà per circa 44 chilometri in territorio veneto, è suddiviso in due lotti costruttivi. Il primo, del valore di 984 milioni di euro, è interamente finanziato e comprende la realizzazione di opere civili, sovrastruttura ferroviaria e impianti tecnologici propedeutici all’attivazione delle deviazioni della linea convenzionale Milano-Venezia; il secondo, del valore di oltre 1,7 miliardi di euro da finanziare, prevede il completamento delle opere civili, la realizzazione dell’armamento e degli impianti tecnologici. La durata stimata dei lavori è di 6 anni e 8 mesi.

Il nuovo tracciato, la cui attivazione è prevista entro il 2027, collegherà le aree urbane di Verona e Vicenza, contribuendo ulteriormente al potenziamento del sistema ferroviario nazionale. La nuova infrastruttura favorirà la mobilità sostenibile promuovendo sempre più l’utilizzo del treno, a vantaggio anche dello shift modale da gomma a ferro nel settore merci, con benefici in termini di impatto ambientale e tasso di incidentalità associata alla mobilità stradale. La nuova linea consentirà inoltre di incrementare l’offerta di trasporto alta velocità lungo la direttrice Milano – Venezia. © RIPRODUZIONE RISERVATA

MOBILITÀ L’obiettivo è evitare il caos che potrebbe avere una ricaduta su 2,5 milioni di utenti

Zaia: “Trasporti? Serve buonsenso”

Il governatore: “Approccio costruttivo, anche avendo i soldi non potremmo garantire servizi alternativi” VENEZIA - “Il mio approccio è assolutamente costruttivo. Il caos nei trasporti avrebbe una ricaduta traumatica. Oggi noi, se avessimo anche i soldi pronti sopra il tavolo, non saremmo in grado di garantire i trasporti alternativi per la decurtazione che c'è stata nella capacità di trasporto”. Lo ha detto ieri il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, in conferenza stampa dalla sede della Protezione civile di Marghera. “Avremmo, secondo me, anche un problema giuridico non irrilevante nel momento in cui tu arrivi, devi caricare, sei già al pieno secondo le nuove regole e magari devi lasciare degli studenti, dei minori a terra. Se sono della scuola d'obbligo - ha sottolineato - c'è un problema ancora. Poi c'è un problema di responsabilità, perché un minore che resta a terra ha bisogno comunque di un'attività di tutoraggio. Chi avvisa i genitori? Io penso che dobbiamo usare buonsenso su questo tema. Le mie osservazioni sono state percepite al tavolo” con i ministri Paola De Micheli (Trasporti), Francesco Boccia (Affari regionali) e Roberto Speranza (Salute). “Abbiamo parlato - ha aggiunto Zaia - di risorse. Sembra che ci sia la responsabilità a ragionarci. Se tu mi metti un mi-

In breve Escursionista infortunato

Uomo soccorso sul Monte Baldo n VERONA - L’elicottero di Verona emergenza è intervenuto ieri sul Monte Baldo, dove, scendendo dal Rifugio Telegrafo verso Novezzina, un escursionista era inciampato ruzzolando fuori sentiero e riportando escoriazioni sul braccio. L’uomo, subito aiutato dai presenti, che non era in grado di rientrare autonomamente, è stato recuperato con un verricello e trasportato fino al punto del rendez vous con l’ambulanza diretta poi all’ospedale. Una squadra del Soccorso alpino di Verona era partita da Rivoli per eventuale supporto, mentre una seconda era pronta a muoversi da Verona. Presidente della Regione Veneto Luca Zaia liardo sopra il tavolo oggi, il 14 settembre non riusciamo a trovare la fila di autobus che garantiscono a tutti il servizio con le limitazioni. I treni non è che me li posso inventare, non ci sono. Dopodiché possiamo pagare dei costi accessori, ma manca di fatto la possibilità di essere performanti con questi numeri. Ci sono 2,5 milioni di persone” che rischiano di restare a piedi, ha sot-

tolineato Zaia. “Io porto avanti questa sfida: se è vero che il 13 aprile 2020 il Governo ha firmato il protocollo per la sicurezza dei lavoratori rispetto al virus, e due lavoratori possono lavorare fianco a fianco indossando la mascherina. Se gli stessi lavoratori vanno in autobus invece devono stare distanziati: questo va risolto” ha quindi aggiunto Zaia, aggiungendo poi che “la co-

munità dei pendolari regionali è abitudinaria, i pendolari sono in percentuale molto alta sempre gli stessi con orari di routine. Quindi per me questa è una comunità e l'aspetto comunitario deve essere valutato”. Per Zaia, quindi, che fa sempre lo stesso tragitto con le stesse persone è comparabile a una comunità dal punto di vista epidemiologico. © RIPRODUZIONE RISERVATA

VENEZIA Taccheggi in centro per oltre 300 euro: un arresto e una denuncia

Madre e figlia sorprese a rubare VENEZIA - Le ripetute segnalazioni da parte dei cittadini hanno avuto un esito positivo. Nella giornata di sabato, infatti, il Comando della Polizia locale ha organizzato un servizio per contrastare il fenomeno dei borseggi e dei taccheggi nel centro storico di Venezia. Una pattuglia in borghese ha intercettato due donne che, uscite da un negozio in Campo della Guerra, si stavano dirigendo verso le Mercerie dell’Orologio con atteggiamenti sospetti. Dopo un breve pedinamento le due donne sono state viste entrare in un negozio, sottrarre da un espositore un paio di ciabatte e uscire velocemente in direzione dell’imbarcadero della linea 2

di Rialto. Alla fermata del vaporetto sono state fermate dagli agenti, che le hanno trovate in possesso di profumi, portafogli, completi intimi e altri oggetti sottratti in diversi negozi lungo Strada Nova, per un totale di circa 300 euro. Le due donne, rispettivamente di 46 e 17 anni, madre e figlia di etnia sinti, sono residenti in terraferma. La madre, visti i diversi precedenti a suo nome, è stata arrestata, mentre la figlia è stata denunciata a piede libero, in quanto al primo reato. Ieri mattina si è svolto il processo per direttissima in Tribunale a Venezia. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il meteo delle prossime ore

Temporali di calore sulle Dolomiti n VENEZIA - Una circolazione anticiclonica associata ad un promontorio sul Mediterraneo centrale, che si estende dal Nord Africa al Mare del Nord, sta interessando il Veneto con un aumento delle temperature e del tasso di umidità, che potrebbero favorire lo sviluppo di temporali di calore, specialmente sulle zone montane. Oggi si potranno verificare dei fenomeni temporaleschi, anche intensi, sulle Prealpi e sulle zone pedemontane. Il centro funzionale della Protezione Civile del Veneto ha dichiarato lo stato di attenzione, fino alla mezzanotte di mercoledì 12 agosto, per criticità idrogeologica, in riferimento ai bacini dell’Alto Piave, Piave Pedemontano, Alto Brenta-Bacchiglione-Alpone, Adige-Garda e Monti Lessini.

Per manutenzione

Raccordo Venezia chiuso nella notte n VENEZIA - Per lavori di manutenzione della segnaletica orizzontale, dalle ore 20.30 alle ore 6 di martedì 11 e mercoledì 12 agosto verrà effettuata la chiusura del Raccordo da Venezia verso la Tangenziale di Mestre, nel tratto compreso tra lo svincolo Carbonifera est e la rotatoria Marghera (in direzione Milano con provenienza Venezia). Contro i borseggi Polizia locale a Venezia


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L'ARENA Martedì 11 Agosto 2020

VERONA Telefono 045.9600.111 Fax 045.9600.120 | E-mail: cronaca@larena.it

ILCASO. L’exdeputato econsigliere regionaleconfessa diaver beneficiatodell’aiuto economicodel governo perlepartiteIva danneggiatedallacrisi del Coronavirus

«Ilbonus?Presoedatoinbeneficenza» IlleghistaMontagnoli:«A farnerichiesta,inbuona fede, era stata mia moglie. Poi ho devoluto l’importo per l’emergenza Covid». Ora rischia la candidatura Enrico Santi

«Sì, il bonus di 600 euro l’ho ricevuto, ma a fare la richiesta era stata mia moglie, in assoluta buonafede... Quei soldi, però, non me li sono tenuti in tasca. Li ho dati subito in beneficenza per l’emergenza coronavirus». Alessandro Montagnoli, consigliere regionale della Lega Nord, confessa così di aver beneficiato, in qualità di consulente finanziario, dell’aiuto governativo alle partite Iva in difficoltà economica per l’emergenza Covid-19. Ma fa sapere di sentirsi a posto con la coscienza anche se, probabilmente, ciò gli costerà la ricandidatura. «Mi dispiace moltissimo per la mia famiglia, per mia moglie soprattutto che si vede coinvolta da questa bufera», aggiunge sulla strada di ritorno da Treviso, dove il governatore Luca Zaia ha incontrato i suoi amministratori regionali uscenti. «Al presidente», assicura, «ho spiegato tutto, gli ho detto che quei soldi, e altri ancora, li ho devolu-

ti in beneficenza». Quando? «Subito, in quei giorni», giura il consigliere regionale, «non adesso che è scoppiato il caso e non solo i 600 euro, di più, e non ho mai voluto farlo sapere...». Basteranno queste spiegazioni a placare l’irritazione, per usare un eufemismo, di Zaia? Le liste elettorali fino a ieri erano praticamente pronte, con gli uscenti sicuri ricandidati nella Lega o nella Lista Zaia. «Ne ho parlato direttamente con il presidente, gli ho spiegato tutto», ripete, «cosa deciderà adesso non lo so... Ad ogni modo ho devoluto una somma ben maggiore di quella cifra». Oltre a Montagnoli sarebbero coinvolti altri due esponenti, non veronesi, della Lega. Si parla addirittura di un assessore regionale. Ma per ora non ci sono conferme. Montagnoli fa sapere di non aver ancora discusso della faccenda con Lorenzo Fontana. L’ex ministro, braccio destro di Matteo Salvini a livello nazionale, è segretario regionale del partito. Ma

quello che aveva detto la sera prima, per l’esponente leghista della Bassa veronese, suona già come una condanna. «Se dovesse emergere», aveva tuonato Fontana, «che eletti hanno fatto richiesta all'Inps del bonus da 600 euro al mese per le partite Iva, quei nomi non finiranno tra i candidati nelle liste della Lega in Veneto e verranno immediatamente sospesi dal movimento». Alessandro Montagnoli è uno degli esponenti più in vista della Lega - ora senza più il Nord - scaligera. Dal 2004 al 2014 è stato sindaco di Oppeano, roccaforte leghista dove il Senatur era di casa, da un ventennio. Alle elezioni politiche del 2008 fu eletto deputato. Nel 2015 entrò in Consiglio regionale. A Venezia ha ricoperto l’incarico di segretario della Commissione politiche del territorio, infrastrutture trasporti e lavori pubblici, politiche dell’ambiente, difesa del suolo e attività estrattive, politiche forestali e dell’energia. L’indiscrezione che tra gli

amministratori regionali di tutta Italia coinvolti nello scandalo dei «furbetti del bonus per le partite Iva» c’erano anche consiglieri regionali veneti della Lega aveva cominciato a circolare dalla mattinata di ieri. Si parlava di due o tre amministratori che pur prendendo uno stipendio di circa 8mila euro al mese, netti, dalla Regione Veneto avevano pure fatto richiesta all’Inps del bonus previsto dai decreti Cura Italia e Rilancio (600 euro poi diventati 1.000) per sostenere il reddito di autonomi e partite Iva in difficoltà durante la crisi del coronavirus. A far esplodere lo scandalo del bonus era stata la notizia che cinque deputati, ancora senza nome, ma si sa che tre sono della Lega, uno del Movimento 5 stelle e uno di Italia Viva, avevano chiesto all’Inps l’aiuto economico. «In Urss sarebbero finiti diritti in Siberia» twitta Marco Rizzo, segretario del Partito Comunista, interpretando i sentimenti di molti. Tra questi parlamentari ancora senza nome gira voce che ci sia un leghista veneto. In un partito alle prese con le candidature alle elezioni del 20 e 21 settembre le fibrillazioni non mancano. E i giochi potrebbero riaprirsi. •

AlessandroMontagnoli,consigliere regionaledellaLega Nord, confessa:«Ho ricevuto il bonus»

LEREAZIONI. Duro il commentosulla questione bonusdel presidenteregionalee delcommissario dellaLigaVeneto

Zaia eFontanasicuri: «Sospensione» «Quei nomi non finiranno di certo nellelistedelpartito inVeneto» «Il sentiment è pesante, i cittadini dicono fuori i nomi . E penso che i cittadini debbono essere ascoltati». Così il presidente del Veneto, Luca Zaia dopo la vicenda che ha coinvolto parlamentari e amministratori regionali e comunali, protagonisti della richiesta del bonus di 600 euro riservato ai lavoratori autonomi e partite Iva per la crisi. «È fondamentale chiarire la vicenda, perchè viene meno la credibilità di tutta la classe

dirigente», continua Zaia, «se iniziamo a trincerarsi dietro alla privacy non ne veniamo più fuori. E resta questo sospetto strisciante tra tutta la comunità, e mi metto nei panni dei cittadini che potrebbero avere il sospetto quando si trovano davanti un amministratore. Non vorrei che con la scusa della privacy qualcuno scappa anche dalla “conta”. Non esprimo giudizi perchè ognuno avrà la sua giustificazione le sue

motivazioni». Zaia fa sapere di aver «già chiesto ai consiglieri veneti di darmi un ragguaglio. Nel mio partito il segretario è stato chiaro indicando la sospensione, e visto il fronte delle candidature, vuol dire perdere quel treno». «Al momento non abbiamo alcun riscontro, ma se dovesse emergere che eletti hanno fatto richiesta all’Inps del bonus, quei nomi non finiranno tra i candidati nelle liste della Lega in Veneto e verranno sospesi dal movimento», dichiara il deputato e commissario della Liga Veneta Lorenzo Fontana. •

LorenzoFontana e LucaZaia

ENTI. Altradiffidadi Crocee SardosAlbertini

«Agsm, stop alle offerte SolofusioneconAim» Ancora tensioni su Agsm, dopo le dimissioni del presidente Daniele Finocchiaro. Gli ex presidenti Michele Croce e Gian Paolo Sardos Albertini, avvocati, già attivi contro l’aggregazione con A2A Milano, tornano all’attacco con una nuova diffida nei confronti dell’azienda di servizi, del Consiglio comunale e della Giunta. Nella quale chiedono di «sospendere qualsiasi analisi o verifica delle offerte presentate da Hera, Dolomiti Energia, Alperia e Iren, dato che il Cda di Agsm ha deli-

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berato esclusivamente il processo di aggregazione con Aim Vicenza e rinviato qualsiasi ulteriore decisione in merito alla scelta di un socio privato a un momento successivo e, soprattutto, da ricercarsi con procedura a evidenza pubblica, come previsto dall’articolo 17, comma 1, del decreto legislativo n. 175/2016». In pratica, dicono Croce e Sardos Albertini, si deve procedere soltanto, secondo loro, con l’aggregazione di Agsm Verona con Aim Vicenza. •


Cronaca 17

L'ARENA Martedì 11 Agosto 2020

VERSOLE ELEZIONI. A BorgoTrento, laprimauscita pubblica dellalista chefa partedella coalizionedi centrosinistra

PRIMIDELLACLASSE. Oggil’ultima puntata

«Nonpoterpiùpartorire incittà èuno scandalo»

Scuola,sono 8.000 le«pagelled’oro» consegnatenel2020

IlVenetoche Vogliamo sostiene lacandidatura apresidente di Lorenzoni: «La sanità pubblica cisalvadalCovid, varafforzata» «Non è una battaglia facile ma ne vale la pena per costruire una politica alternativa a quella della Lega, a partire dalla tutela della sanità pubblica e territoriale. Basta con la sanità-azienda che ha trasformato i pazienti in clienti e che riduce sempre più i servizi». Arturo Lorenzoni, candidato presidente alla Regione Veneto per il centrosinistra, ieri, davanti all’ospedale di Borgo Trento, ha presenziato alla prima uscita pubblica delle candidate e dei candidati de Il Veneto che vogliamo, una delle cinque liste che lo affiancheranno nella sfida al presidente uscente Luca Zaia. «Il luogo scelto», sottolineano i presenti, «non è casuale perché all’ospedale di Borgo Trento si continua a non nascere dopo i casi di citrobacter e ciò è inaccettabile in una città di 300mila abitanti. E la nostra denuncia si estende a un sistema sanitario che anni di amministrazioni regionali di destra hanno indebolito e privatizzato a danno di una

sanità pubblica che ha salvato la regione dal Covid-19». La lista veronese de Il Veneto che Vogliamo è formata da Francesca Bragaja, (Verona), sindacalista, femminista, impegnata a difesa dei diritti, della Terra e dei territori, Riccardo Anoardo (Fumane), consigliere comunale, imprenditore e ambientalista, Jessica Cugini (Verona), giornalista del Piccolo Missionario e Nigrizia, Michele Bertucco (Verona), impiegato, consigliere comunale, già presidente Legambiente Veneto e Legambiente Verona, Barbara Gelmetti (Costermano), consigliera comunale, impiegata in un’azienda di informatica; Vasco Carradore (San Bonifacio), già consigliere comunale, pensionato, esperto di questioni legate alla Tav tra Verona e Vicenza, Donatella Ramorino (Legnago), insegnante, già assessora all’urbanistica, mobilità, politiche del territorio, sociale e salute, Carlo Piazza (San Martino Buon Albergo), medico psichiatra psicoterapeu-

Icandidati veroneside Il Veneto cheVogliamo conArturo Lorenzoni,al centro FOTO MARCHIORI

ta, già primario ospedaliero, attivista contro le discriminazioni sociali, Laura Tarantino (Villafranca), assistente direzione commerciale e marketing. Tra i punti principali del programma della lista cui aderiscono anche Sinistra Italiana, Articolo 21 e Possibile, ci sono anche i temi ambientali. «È mancata una seria programmazione e ne sono una prova lo stato dell’aria e dell’acqua e il consumo di un suolo sempre più cementificato e impoverito e la nostra proposta è quella di un risa-

namento che includa anche una mobilità sostenibile e un’economia verde a salvaguardia dei vari ecosistemi». Quanto alle politiche familiari, i nove candidati propongono «un’attenzione alle figure di cura e ai servizi per anziani e disabili, l’istituzione di fondi e luoghi capaci di rispondere a fragilità sociali, violenze sulle donne, mancanza di politiche abitative e di sostegno economico». Una politica regionale seria, aggiungono, «deve ripartire dalla scuola, dagli spazi e dagli strumenti dedicati a es-

sa, garantendo il diritto di accesso e combattendo l’abbandono scolastico, favorendo la formazione culturale di chi vi lavora. Perché la cultura, in quest’ultimo ventennio di mala politica, è stata il vero fantasma nelle istituzioni regionali». «In questa lista», conclude Lorenzoni, ci sono competenze, professionalità, ma anche impegno nel volontariato e nell’associazionismo, sensibilità che nella gestione della Regione rappresentano una marcia in più». • E.S. © RIPRODUZIONERISERVATA

Levalutazioni riguardano52 istituti.Prestol’elenco dei«100» Si è conclusa l’edizione 2020 delle «Pagelle d’oro». Ultimi voti e ultime soddisfazioni, per allievi e relative famiglie, al termine di una lunga carrellata iniziata lo scorso 26 giugno, ma soprattutto dopo un anno quanto mai inedito per gli effetti dell’emergenza Covid. Ma lo spirito è rimasto lo stesso: segnalare i risultati scolastici dei migliori allievi di ogni classe delle scuole superiori di Verona e provincia. Per questo sono state pubblicate quasi 1.400 tabelle con nomi e valutazioni dei cinque migliori allievi di ciascuna classe dei 52 istituti scolastici. Quest’anno il lavoro è stato indubbiamente più difficile del solito: la nuova normativa sulla privacy e le segreterie didattiche ancora a mezzo servizio e comprensibilmente più lente nella trasmissione dei dati hanno reso più complesso il lavoro. Per la classificazione degli allievi di ogni classe sono stati processate le valutazioni di oltre 30mila studenti: sono stati quindi pubblicati i nomi e le pagelle di quasi 8 mila fra allievi e allieve (che ancora una volta sono risultate nettamente prevalenti con una percentuale attorno al 67%). Va ricordato inoltre che la

classificazione dei singoli allievi è stata effettuata sulla base della media delle valutazioni che compare sui tabelloni di fine anno e che ogni allievo conosce. È un dato che comprende anche il voto di condotta, non visibile però sulle tabelle che abbiamo pubblicato. Non si è tenuto conto, infine, delle pagelle degli allievi con media inferiore a 7. Qualche errore, una decina circa, è stato commesso e non solo da noi. In più qualche classe non è stata comunicata ma è stata prontamente recuperata grazie alle vostre segnalazioni. Eventuali imprecisioni non ancora corrette verranno certamente pubblicate entro breve tempo attraverso la ripubblicazione della tabella di classe. Un ringraziamento va alle segreterie degli istituti scolastici e ai loro dirigenti, mai come oggi sotto pressione alla vigilia del nuovo anno scolastico, per aver messo a disposizione le valutazioni che hanno dato vita al progetto. La pubblicazione avrà nei prossimi giorni un’appendice finale con l'elenco dei «100» e dei «100 e lode» dei recenti esami di Stato. L’appuntamento, per chi farà parte dei migliori, è all’estate del 2021. • Al. Az.


11-AGO-2020 Estratto da pag. 2

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


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