21-GIU-2020 Estratto da pag. 16
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 16
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 17
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 17
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 18
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 18
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 16
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 1
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 1
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 18
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 1
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 1
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 31
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 16
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 16
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 21
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 1
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 1
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 29
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 29
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 8
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 29
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 29
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 29
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 29
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 7
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-GIU-2020 Estratto da pag. 20
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 6
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 6
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 1
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 1
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 1
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 9
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 9
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 9
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 14
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 14
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 15
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 17
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 17
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 13
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 13
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 13
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 13
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 15
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 15
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 2
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 2
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 16
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 16
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 15
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 2
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 3
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 3
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 14
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 14
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 6
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 6
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 5
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 5
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 13
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 10
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 10
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 10
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 1
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 5
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 5
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 5
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 7
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 7
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 15
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 15
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 4
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 4
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 3
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 3
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 3
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-GIU-2020 Estratto da pag. 27
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-GIU-2020 Estratto da pag. 27
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-GIU-2020 Estratto da pag. 27
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-GIU-2020 Estratto da pag. 27
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-GIU-2020 Estratto da pag. 8
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-GIU-2020 Estratto da pag. 8
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-GIU-2020 Estratto da pag. 8
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-GIU-2020 Estratto da pag. 8
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-GIU-2020 Estratto da pag. 8
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-GIU-2020 Estratto da pag. 8
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-GIU-2020 Estratto da pag. 30
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-GIU-2020 Estratto da pag. 30
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-GIU-2020 Estratto da pag. 30
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-GIU-2020 Estratto da pag. 30
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-GIU-2020 Estratto da pag. 30
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
17-GIU-2020 Estratto da pag. 30
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 27
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 1
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 36
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 13
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 13
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 12
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 11
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 11
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 7
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 7
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 7
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 36
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 12
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 12
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 11
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 11
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 9
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 9
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 1
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 13
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 16
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 9
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 13
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 13
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 27
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 27
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 1
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 1
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 6
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 17
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 41
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
21-GIU-2020 Estratto da pag. 41
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
13
Corriere del Veneto Domenica 21 Giugno 2020
VE
Venezia&Mestre
NUMERI UTILI CentroStorico MalmoccoAlberoni Pellestrina
venezia@corriereveneto.it
0412385648 0412385668 0412385653
Burano MuraroS.Erasmo CavallinoTreporti Ca’Savio
0412385659 0412385661 0412385678
MestreeMarghera FavaroVeneto MarconQuarto d’Altino
0412385631 0412385639 0412385642
FARMACIE Baldisserotto S.Francesco Ca'Bianca
0415224109 0415286936 0415267251
Le autostrade del mare a Fusina. E’ il progetto contestato
Separazione, la Regione contro il ricorso sul quorum
L
© RIPRODUZIONE RISERVATA
0415231677 0415220840 0415420288 041987178
Terminal
Referendum
a Regione si costituisce al Tar contro il ricorso sul quinto referendum per la divisione di Venezia e Mestre proposto da Marco Sitran. L’udienza si terrà a dicembre e deciderà se il quorum era dovuto o meno. Secondo la giunta, che ha indetto la consultazione, era necessario; così, di fronte all’esito delle urne, il 28 gennaio il Consiglio regionale aveva deliberato «il non passaggio agli articoli della proposta di legge in oggetto», vale a dire la separazione di Venezia e Mestre poiché a fronte di 207.432 elettori, alle urne si erano presentati solo 44.888 e il numero degli astensionisti (162.544) era stato nettamente superiore. Sitran aveva depositato al Tar il ricorso prima ancora del voto e contestava la decisione di considerare valido il risultato solo se la metà più uno degli aventi diritto si fosse espresso con un «Sì» o un «No» sulla divisione del capoluogo. Il mese scorso ha depositato dei motivi aggiunti, chiedendo di annullare l’esito e anche la delibera di Palazzo Ferro Fini che non ha separato Venezia e Mestre perché solo il 22% della popolazione si è mostrata interessata alla questione. Fosse stato anche l’1 per cento, secondo l’avvocato autonomista veneziano, la cosa doveva procedere perché la maggioranza dei voti non è dovuta in un referendum consultivo e, volendo, la Regione avrebbe potuto procedere alla divisione. L’Ufficio di presidenza di palazzo Ferro Fini presieduto da Roberto Ciambetti (Lega), e composto dai vice Massimo Giorgetti (Più Italia) e Bruno Pigozzo (Pd) e dai segretari Antonio Guadagnini (Partito dei Veneti) e Simone Scarabel (5S) invece ritiene che al legislatore regionale non è vietato dall’articolo 133 della Costituzione disporre un quorum per tutti i referendum e, anzi, prevedere un numero minimo di partecipanti al voto è essenziale per decidere: «Una bassa percentuale di votanti non merita di essere presa in considerazione come utile e significativa al fine di procedere ad una modifica di circoscrizioni comunali», dice, spiegando che in definitiva è un’assicurazione che le decisioni del Consiglio Regionale siano prese su una base di ragionevolezza, senza andare contro la volontà della maggioranza dei cittadini. Per questo ha dato mandato all’avvocatura di costituirsi in giudizio ed esporre le ragioni del Consiglio davanti al Tar. * (mo. zi.)
Castegnaro AllaFede Patelli Dosson
Porto,aperturadelgoverno «Noalcommissario» Tempienavi,idubbidiGiri Spessotto: mossa politica. La Uil boccia i conti: bisogna scavare
La vicenda
● Giovedì il comitato di gestione ha bocciato il bilancio 2019 del Porto, solo il presidente Pino Musolino (nella foto) ha votato in modo favorevole ●I rappresentanti di Regione e Città metropolitana hanno votato no scatenando la polemica che ha coinvolto anche la politica
«Il presidente Pino Musolino ha dimostrato ottime qualità manageriali e bloccarne l’attività sarebbe un atto irresponsabile e incomprensibile». L’apertura al presidente dell’Autorità di sistema portuale arriva da quel ministero delle Infrastrutture che ne avrà in mano le sorti, se entro il 30 giugno il bilancio dell’ente non verrà approvato. Il sottosegretario Salvatore Margiotta parla di «azione di palazzo strumentale» e «assurdi tatticismi politici»: «Escludo che si possa pensare di commissariare un porto come Venezia e un presidente che ha lavorato bene». Giovedì il comitato di gestione ha bocciato il bilancio 2019: solo Musolino ha votato sì, mentre si sono opposti Fabrizio Giri e Maria Rosaria Campitelli, rappresentanti di Città metropolitana e Regione. Il presidente del Porto prima ha detto che il termine non è perentorio, poi ha auspicato di ricucire con i due enti, ma il tempo stringe. Non aiuta lo scontro pesante con i due «ribelli», che l’hanno ac-
cusato anche di aver «strumentalizzato» la situazione dei 160 lavoratori delle Clp di Venezia e Chioggia, dicendo che lo stop al bilancio bloccava anche l’integrazione salariale prevista dal decreto «Rilancia Italia», così come la ri-
VENEZIA
duzione dei canoni per le imprese. Una bugia, per Giri e Campitelli, secondo i quali basterebbe una variazione sul bilancio 2020. Ma dal Porto spiegano che senza consuntivo approvato non è possibile. Il tema dello scontro – al-
La consulente
«Quel riequilibrio era l’unica soluzione o sarebbero stati spesi molti più soldi»
«Q
uesta rinegoziazione era l’unica possibile o il danno per il bilancio pubblico sarebbe stato maggiore. Senza un accordo il concessionario aveva la possibilità di recedere e il Porto avrebbe dovuto pagare molti più soldi». Veronica Vecchi, docente alla Bocconi, è l’esperta di project financing che ha aiutato La Regione a risolvere la «grana» Pedemontana ed è stata consulente dell’Autorità portuale per il terminal di Fusina. «Il problema era simile - spiega Entrambi i piani economico finanziari (Pef, ndr) venivano da un
mondo diverso, con previsioni di traffico pre-crisi. Si è cercato di rimetterci mano e farli funzionare». Vecchi sottolinea che i 9 milioni dati alla società di gestione sono vincolati ai lavori, mentre il Pef precedente prevedeva che il Porto la «risarcisse» a fondo perduto. Il nuovo atto aggiuntivo ha poi spostato il rischio di minori traffici sui privati e quasi dimezzato il rendimento dal 9 al 6 per cento. «In altri casi di questo tipo non c’è stata riduzione - conclude - Questa soluzione ha avuto il supporto delle istutizioni». (a. zo.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
meno quello esplicito visto che secondo gli oppositori del sindaco di Venezia Luigi Brugnaro sarebbe lui (e secondariamente nel governatore Luca Zaia) il «mandante» di questo attacco a Musolino – è il terminal di Fusina e quell ’a c c o r d o c o n l a Ve n i c e Ro.Port.Mos. (gruppo Mantovani), che prevede 9 milioni di euro in più ai privati per finire la seconda darsena e un allungamento della concessione dal 2052 al 2062, a fronte però di uno spostamento dei rischi sui privati. «L’atto è già stato approvato il 20 gennaio», ripete il presidente. Quel giorno però Campitelli era assente, mentre Giri votò contro. E a verbale fece mettere tutti i suoi dubbi: da un lato quelli di metodo, in quanto contestò a Musolino di aver firmato da solo l’accordo, senza coinvolgere il comitato, dall’altro quelli di merito. Intanto sui tempi, perché nell’accordo si diceva che per non perdere i fondi Ue i lavori dovevano finire al 31 marzo 2020, appena due mesi dopo. «Ignoro totalmente a che punto sia il concessionario in merito a questa scadenza così ravvicinata e importante», aveva detto Giri. Aveva poi messo in dubbio l’importo dei lavori eseguiti (si parlava di 80 milioni) e aveva criticato la cancellazione del riferimento alla crocieristica, per la quale Fusina era un’opzione. «Non si è mai affrontata la proposta di project financing di Vtp», aveva rilevato. Per lui inoltre si sarebbero dovute valutare meglio altre ipotesi alternative, compresa la revoca. Di «mossa politica» parla anche la deputata Arianna Spessotto (M5s), che pure in passato aveva già chiesto il commissariamento di Musolino. Mentre Umberto Zerbini della Uil è stato l’unico a bocciare il bilancio nell’organismo di partenariato. «Il Porto fa utili perché non si scava, se non si trovano i siti di conferimento la colpa non è mia - ha detto - Il presidente va spesso in missione all’estero, con i relativi costi, ma in termini di traffico i risultati sono zero». Alberto Zorzi © RIPRODUZIONE RISERVATA
Mose, ripartono i lavori delle porte di Malamocco
Accordo con Cimolai, risparmiati 15 milioni. Ma a Chioggia ci sono ancora le palancole E’ una delle parti più contestate del Mose, tanto che più volte il presidente del Porto di Venezia Pino Musolino ha parlato di «653 milioni buttati via perché non servirà mai»: sarebbe infatti troppo piccola per le navi di ultima generazione e anche disallineata, rendendo complesso l’ingresso. Ma dato che la conca di navigazione alla bocca di porto di Malamocco c’è, ora va completata, dopo che nel 2015 una mareggiata aveva danneggiato la porta lato mare. Il sistema di scorrimento avveniristico (il cosiddetto «hydro-foot», che la spostava facendola levitare su getti d’aria) si era dimostrato troppo delicato di fronte alle onVENEZIA
date: proprio per questo si è deciso di realizzare una nuova porta, che poggerà su dei più semplici, ma più sicuri, carrelli. Nel contempo si è anche deciso di rinforzare l’altra porta, quella lato laguna, che comunque è meno esposta alle mareggiate. I lavori erano fermi da tre anni per un contenzioso con l’impresa Cimolai di Pordenone, a cui era stato affidato il lavoro. Il commissario del Cvn che si occupa della parte tecnica, Francesco Ossola, aveva infatti affidato un progetto alla ditta belga Sbe, che però la Cimolai riteneva di difficile realizzazione. Le modifiche proposte avevano fatto aumentare i costi dai 30 milioni
previsti per l’intera operazione (compresa la rimozione della porta danneggiata) ad addirittura 45 milioni. Ora, grazie alla mediazione dell’altro commissario Giuseppe Fiengo, la situazione si è sbloccata e il costo resta quel-
Nel mirino La conca di navigazione della bocca di porto di Malamocco. Una mareggiata l’aveva danneggiata
lo di partenza, che comunque è uno dei principali aumenti legati alle criticità. E sarà anche oggetto di un futuro contenzioso per capire chi abbia sbagliato, se il progettista o la ditta esecutrice della porta (la veronese Cordioli, fallita).
Si tratta di un passaggio importante, visto che, al di là della sua utilizzabilità, è importante che la conca abbia delle porte salde: in caso di condizioni meteo difficili, altrimenti, potrebbe essere una sorta di «falla» nel sistema. La conca doveva servire per far passare le navi con il Mose chiuso, aprendo la prima porta, chiudendola e poi aprendo la seconda. C’è una piccola conca anche a Chioggia, che però non ha ancora le porte, ma è chiusa con un palancolato. Anche in questo caso è urgente realizzarle, perché in caso di chiusura del Mose i pescherecci ora non potrebbero passare. (a. zo.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
21-GIU-2020
7279
da pag. 19 foglio 1 / 2 Superficie: 35 %
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI RASSEGNA PREFETTURA
www.datastampa.it
Dir. Resp.: Alessandro Russello Tiratura: 0 - Diffusione: 4263 - Lettori: 21000: da enti certificatori o autocertificati
21-GIU-2020
7279
da pag. 19 foglio 2 / 2 Superficie: 35 %
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI RASSEGNA PREFETTURA
www.datastampa.it
Dir. Resp.: Alessandro Russello Tiratura: 0 - Diffusione: 4263 - Lettori: 21000: da enti certificatori o autocertificati
2 VE
PRIMO PIANO
Domenica 21 Giugno 2020 Corriere del Veneto
Primo piano L’emergenza sanitaria
L’EPIDEMIA
Il coordinatore delle microbiologie Rigoli e lo studio su 60mila tamponi: servono 36 cicli contro i 12 di prima
Viruspiùdebole,c’èunaprova «Lotrovanosolotestpotenziati» ❞
Rigoli Non penso che a ottobre il virus si ripresenterà con la stessa virulenza, sono i dati a dircelo. Perché si è indebolito? Non lo sappiamo, forse è mutato per non uccidere il suo ospite
❞
Zaia Lunedì arriveranno le nuove linee guida sui trasporti e, se il comitato tecnico scientifico ci darà il via libera, anche quelle per l’accesso alle case di riposo
VENEZIA Provate ad immaginare che il virus sia un suono. Un suono può essere forte da spaccare i timpani oppure debolissimo, quasi impercettibile. Per riuscire ad ascoltarlo, in questo secondo caso, si deve agire sulla manopola del volume, alzando. Ecco, nei laboratori di Microbiologia, con il coronavirus, si fa più o meno la stessa cosa. All’inizio dell’epidemia il Covid-19 aveva una carica virale fortissima e, semplificando, possiamo dire che balzava subito all’occhio dello scienziato. «Oggi, invece, sono necessari anche 35 cicli di amplificazione per riuscire ad intercettarlo, il che significa che è diventato debolissimo, si sta spegnendo. Una buona notizia, davvero molto positiva» sorride Roberto Rigoli, direttore della Microbiologia di Treviso e coordinatore delle quattordici Microbiologie del Veneto, che ieri, dop o a ve r l o a n t i c i p a t o a l Corriere del Veneto, ha presentato al fianco del governatore Luca Zaia uno studio su 60 mila tamponi, «un report importante, con dati succulenti per la ricerca internazionale». Stando alle parole di Rigoli si sarebbe dunque giunti esattamente allo scenario che Giorgio Palù, virologo di fama dell’università di Padova, ipotizzò il 22 febbraio scorso, quando si registrarono i primi due casi a Vo’ Euganeo e il virus ancora non era dilagato: «Delle due, l’una - disse Palù al Corriere del Veneto - o il coronavirus si estinguerà come la Sars, grazie alla quarantena e all’isolamento, oppure diventerà endogeno all’uomo, finendo per tramutarsi, come gli altri coronavirus, in un banale raffreddore». Ma se così è, ha ancora senso dargli la caccia con tanta pervicacia, alzando il volume fino al punto di far sembrare un sussurro un concerto metal? «È la do-
La storia
PADOVA «Si è lasciata morire e nessuno se ne è reso conto: le nostre telefonate sono rimaste inascoltate, la struttura non l’ha salvata». Il dolore è ancora forte. E le parole di Matteo Anselmi sono un atto d’accusa. Perché la mamma, Anna Ferrarese Anselmi, 85 anni, padovana, ricoverata all’Oic Santa Chiara di Padova, è morta il 4 giugno durante il lockdown, senza che la famiglia potesse vederla. Molto conosciuta in Italia e all’estero, Anna Anselmi è stata una nota designer negli anni Settanta e Ottanta, famosi e iconici alcuni suoi pezzi di arredamento, tra cui il tavolo Pupil, la scrivania Teens, la sedia pieghevole Etoi-
Intanto è quasi pronto un esame rapido per distinguerlo in autunno dalla normale influenza manda che ci siamo posti conferma Rigoli - io credo che la scienza ad un tratto debba fermarsi e interrogarsi: i dati che stiamo comunicando sono utili o non sono utili ai cittadini?». Per essere ancora più precisi: ha senso indicare come «positivo», accrescendo così le statistiche su cui la politica poi prende le sue decisioni, un soggetto che ospita un virus talmente debole che per vederlo è stato necessario
ingrandirlo 35 volte, quando a marzo ne erano sufficienti 12? Si attende risposta dal ministero della Salute, nel frattempo, «la mia risposta è no - dice Rigoli -, perché un virus simile non è pericoloso e il soggetto che lo ospita non è contagioso. Questo ci spinge a distinguere con maggior precisione tra “positivi” e “falsi positivi” e credo dovrà portare ad una revisione dell’indice di contagio Rt». Uno dei para-
La mappa del virus 12 (12)
2.002 (2.001)
in Terapia intensiva Totale vittime
574
(19.236)
(578)
225 (224)
Ricoverati
Casi confermati per provincia
572
88 4 Comune di V0’
1.423 (1.423)
299 3.856 Padova
Totale deceduti
298 2.680 Venezia
443 35 Rovigo
«Sola in Casa di riposo Anna si è lasciata morire» L’Oic: «Fatto il possibile» le, lo specchio Yucca. Molte sue opere sono ancora esposte alla Triennale di Milano. Anna era da tempo all’Oic. Con il lockdown, per le disposizioni sanitarie di sicurezza a causa del coronavirus, nessuno della famiglia è più potuto entrare nella struttura a farle visita, nemmeno l’affezionata badante che le dava da mangiare. E la situazione di Anna Anselmi è peggiorata rapidamente. Secondo la famiglia, l’anziana non è stata adeguatamente assistita al-
Designer Anna Anselmi in una foto di gioventù, nel periodo d’oro della professione
Guariti
Ricoverati deceduti
324 2.667 Treviso
343
2.856 5.119 Vicenza Verona
16.663 (16.656)
Attualmente positivi
Positivi al Covid-19
Fonte: Regione Veneto. Dati del 20/6 ore 17
● Roberto Rigoli, 63 anni, dirige il laboratorio di Microbiologia dell’Usl di Treviso, coordina nell’emergenza Covid le 14 Microbiologie del Veneto ed è il vice presidente nazionale della Società Italiana di Microbiologia
metri, per intendersi, su cui si basa il governo per stabilire se si debba richiudere tutto oppure no. I numeri: sui 60 mila tamponi presi in considerazione, solo 210 sono risultati positivi; di questi, soltanto 11 avevano una carica virale tale da permetterne il riconoscimento con meno di 27 amplificazioni, la soglia di pericolosità indicata da Rigoli; di questi 11, 4 erano asintomatici e 7 presentavano sintomi lievissimi. E un esempio pratico: «Il focolaio alla caserma Serena di Treviso, tra i migranti. Se fosse scoppiato a marzo, sarebbe stata una bomba viste le condizioni particolari di quel luogo. Oggi abbiamo due positivi che sono stati male sì e no un giorno». Che il virus sia ormai debolissimo, per il direttore della Microbiologia è un fatto acclarato. Il perché abbia perso forza, però, ancora non è stato
Tra parentesi i dati registrati venerdì 19 giugno
19.239
I FOCOLAI
Chi è
l’Oic. «Contestiamo come è stata gestita la situazione negli ultimi mesi - dice il figlio Matteo Anselmi - . Non si sono dati da fare come avrebbero dovuto, non si sono accorti che si stava lasciando morire. Mia madre non aveva nessuna patologia terminale, solo ha iniziato a rifiutare il cibo per il dolore di non vedere nessuno della famiglia. In una situazione così drammatica e visto che né lei né noi avevamo il Covid-19, avrebbero dovuto lasciarcela incon-
1.184 Belluno 112
322 15
Fuori regione
24
Assegnazioni in corso L’Ego - Hub
trare. Inoltre, dopo un ricovero che dall’Oic è stato fatto d’urgenza in Pronto Soccorso all’ospedale di Padova, non ci hanno nemmeno avvertiti quando la mamma è rientrata all’Oic. Insomma, ogni comunicazione è stata difficile e poco chiara. E lei si è lasciata morire perché non poteva vedere i suoi cari». Adesso la famiglia, che ha chiesto all’Oic e al Pronto Soccorso di Padova tutta la documentazione clinica per ricostruire i fatti, si rivolgerà a un medico legale. «Vogliamo giustizia dicono - . Mia mamma è stata abbandonata, glielo dobbiamo». E puntano il dito su chi, secondo loro, aveva la responsabilità di mamma Anna: «I nostri interlocutori erano il direttore del Santa Chiara Alberto Fantuzzo, il medico Maria Licursi, la psicologa Alessandra Cantarella», sottolinea Matteo Ansel-
compreso: «Procediamo per tentativi e tutte le ipotesi formulate finora, come quella legata al caldo, sono state smentite, basti pensare che l’epidemia sta dilagando in Arabia dove ci sono 40 gradi. Probabilmente il virus è mutato per garantirsi la sopravvivenza: se uccide il suo ospite, infatti, muore con lui, il che non ha senso in Natura. Anche per questo, sempre rifacendomi ai dati, dubito che il coronavirus possa tornare in autunno con la stessa virulenza che abbiamo conosciuto nei mesi scorsi». Il che, ovviamente, non significa abbassare la guardia: «Abbiamo stabilizzato la situazione e se arriva qualcuno con l’infezione gli “saltiamo addosso”. Se uno ha una sintomatologia, immediatamente ci deve essere la macchina accesa che dall’Usl parte, va a casa della persona ricoverata, fa i tamponi a tutti e li isola. Questo è il nostro approccio, mantenere ciò che abbiamo conquistato». E la ricerca prosegue: sempre le Microbiologie coordinate da Rigoli stanno infatti provando nuovi test rapidi per la diagnostica e la prossima settimana, in particolare, inizierà la sperimentazione su due sistemi multiplex che dovrebbero consentire di distinguere tra il coronavirus e gli altri virus influenzali, il che sarebbe fondamentale per evitare che in autunno gli ospedali siano presi d’assalto da pazienti terrorizzati all’idea di aver contratto il Covid. Ieri, intanto si sono registrati 4 positivi ed un morto in più. Capitolo linee guida: chiarito da Zaia che «i balli di coppia, dal liscio al latino-americano, sono consentiti, purché tra congiunti», per lunedì sono attese nuove regole per il trasporto pubblico locale e per l’accesso alla case di riposo. Marco Bonet © RIPRODUZIONE RISERVATA
mi. L’Oic respinge ogni accusa, sostenendo di avere assistito Anna Anselmi sempre nel modo migliore, fino all’ultimo. «Siamo dispiaciuti per la perdita della signora Ferrarese, nostra ospite da tempo replica la direzione del Santa Chiara Oic - l’abbiamo seguita con affetto in un percorso personalizzato di recupero.In questo momento ci sentiamo di sottolineare che ci siamo trovati a gestire una difficile situazione, conciliando l’equilibrio tra la sicurezza e la protezione verso i nostri ospiti con il mantenimento della relazione familiare, gestita anche con le nuove tecnologie. Comprendiamo lo stato emotivo dei familiari e condividiamo il loro dolore per la perdita». F.Vis. © RIPRODUZIONE RISERVATA
11
REGIONE
DOMENICA 21 GIUGNO 2020 CORRIERE DELLE ALPI
Coronavirus: il fronte sanitario
Rigoli: «Su 60 mila esami, 210 positivi e solo 11 contagiosi Il virus è mutato, circola sempre meno e si sta spegnendo» Filippo Tosatto / VENEZIA
Il Covid-19 è mutato, si è diradato e ha smarrito la sua carica infettiva. Non sono valutazioni astratte, è il primo esito dello studio avviato sui 60 mila tamponi eseguiti in Veneto a partire da giugno e illustrato dal primario di Treviso Roberto Rigoli, coordinatore delle 14 Microbiologie del Veneto impegnate nel contrasto alla pandemia che ha mietuto oltre duemila vittime. «Nell’esame di questi test nasofaringei abbiamo amplificato la ricerca, raddoppiando ogni volta l’ipotetica presenza del virus. Risultato? Abbiamo trovato 210 positivi, di questi 199 a ciclo alto, ossia che si positivizzano tardi e quasi sicuramente non sono infettanti, e soltanto 11 a ciclo basso, dei quali 4 asintomatici e 7 sintomatici. Di questi sette, solamente 3 dal punto di vista microbiologico sono preoccupanti. Si tratta quindi di una percentuale minimale rispetto al recente passato, tanto che iniziamo a chiederci se non siano falsi positivi». Diagnosi provvisoria? «Si può guardare alla situazione con più ottimismo, è un segnale che il coronavirus si sta spegnendo, ora la sua virulenza è molto attenuata». LA VIRULENZA È CROLLATA
Ospite di turno al briefing del governatore Luca Zaia, lo scienziato entra nel dettaglio della ricerca, condotta con i colleghi degli ospedali hub di Mestre, Vicenza e Ve-
rona e condivisa con la virologa Maria Rosaria Capobianchi, direttrice di laboratorio allo “Spallanzani” a capo del team che ha isolato il virus. «Estendendo sempre più il raggio dei tamponi (nel Veneto ha superato quota 871 mila OES) ci imbattiamo in pezzi di Covid lasciati in giro, scovati dalla ricerca molecolare ma non più contagiosi. Mi spiego: avevamo alcuni pazienti positivi a marzo-aprile, poi risultati negativi e quindi ripositivizzati ma con una carica talmente bassa da risultare dubbia, limitata nella sua efficacia a poco più di 24 ore». Come si spiega? «In letteratura risulta che il virus invade le cellule bronchiali e si moltiplica, ha una replicazione diversa dal microbo: entra nella cellula e le “ordina” di produrre sequenze. Con la guarigione dell’ospite, questi pezzi scartati permangono ma l’agente infettivo non è più vivo. Sorprendente, sì, lo stiamo imparando sul campo: non avevamo mai studiato i virus respiratori con queste modalità né abbiamo mai fatto tamponi ogni venti giorni nel corso delle normali influenze». GUARDIE DEL CORPO IN AUTUNNO
Ma che significa tutto ciò in prospettiva? È lecito dichiarare il cessato allarme o vale il richiamo di Andrea Crisanti al rischio di un colpo di coda autunnale? «Non sono un indovino, preferisco parlare attraverso i fatti», la replica di Rigoli, stakanovista della
REPORT DEL 20.06 ORE 17
TOTALE CASI con tampone positivo CASI SARS-CoV-2 POSITIVI dato Raggruppamenti sulla base del domicilio cumulativo del soggetto positivo SARS-CoV-2
Padova (escluso domiciliati Vo')
dati cumulativi ∆ Totale casi positivi
Casi attualmente positivi
Deceduti in ospedale + extraospedale
Negativizzati virologici
3.856
0
48
299
3.509
88
0
0
4
84
Treviso
2.667
+1
130
324
2.213
Venezia
2.680
0
70
298
2.312
102
Verona
5.119
+1
79
572
4.468
263
Vicenza
2.856
0
63
343
2.450
50
Belluno
1.184
+1
35
112
1.037
53
Rovigo
443
0
8
35
.400
62
Domicilio fuori Veneto
322
+3
118
15
189
Assegnazione in corso
24
-2
23
0
1
19.239
+4
574
2.002
16.663
Cluster domiciliati Comune di Vò
TOTALE REGIONE VENETO
CASI RICOVERATI IN OSPEDALI PER ACUTI TOTALE RICOVERATI POSITIVI
Pazienti positivi in AREA NON CRITICA
29 (-1)
Pazienti positivi in TERAPIA INTENSIVA
1 (=)
TOTALE RICOVERATI NEGATIVIZZATI
196
11
TOTALE RICOVERATI
225
12
(POSITIVI + NEGATIVIZZATI)
nota della regione
Il ballo in coppia è permesso solo tra congiunti Buone notizie per gli amanti del liscio, del tango e in generale dei balli latinoamericani: il ballo di coppia è consentito, pur se limitato ai «congiunti». Lo fa sapere il governatore Luca Zaia che ha richiesto un parere in merito al dipartimento prevenzione della sanità. Restano le regole vigenti: si balla soltanto all’aperto, a volto scoperto e con distanziamento tra i “non congiunti” (ma chi lo accerterà?), la mascherina di indossa fuori dalla pista nei luoghi chiusi.
provetta al punto che un apparecchio del suo reparto ha preso fuoco per eccesso di lavoro; «Il Covid-19 è mutante ma per l’80% la sua sequenza genetica coincide con quella della Sars che è arrivata, ha fatto danni ed è sparita. Speriamo si comporti in modo analogo. D’ora in poi, noi microbiologi dovremo fare le guardie del corpo: abbiamo stabilizzato la situazione e se arriva qualcuno con l’infezione dobbiamo “saltargli addosso”: in presenza di sintomatologia, dev’esserci la macchina accesa che dall’Ulss parte, va a casa della persona ricoverata, fa i tamponi a tutti e li isola. Questo è il nostro approccio, mantenere ciò che abbiamo conquistato». È tutto? Quasi. «I nuovi focolai cinesi? Non disponiamo di informa-
zioni sufficienti e non è detto che l’elevata temperatura ci aiuti; in autunno comunque ci varremo di esami a risposta rapida, stiamo anche mettendo a punto un test multiplo... », si sbilancia prima di essere bonariamente silenziato da Zaia che, accorto regista del talk show quotidiano in onda da Marghera, riserva la novità al palinsesto di una prossima puntata. ZAIA: UNA SCOPERTA MADE IN VENETO
«Questa è una scoperta made in Veneto e non è irrilevante», il commento del governatore «è evidente che se avrà piena validazione scientifica a conclusione degli accertamenti in corso, ci consentirà di allentare ulteriormente le restrizioni. La mascherina? Teniamola in tasca in caso di bisogno, nei
3.541
229
896 decessi dal 21.2
(+1)
1.423 (=)
luoghi affollati garantisce protezione, è anche un fatto di igiene e di rispetto». Un pensiero ad Alex Zanardi («L’ultima volta l’ho incontrato alla consegna delle Stelle al merito sportivo al Coni, è un combattente dal sorriso irresistibile, speriamo vinca anche questa battaglia») e l’immancabile battuta sul voto regionale: «Per noi, l’unica domenica utile è il 20 settembre ma siamo davanti ad un Governo che ha cambiato idea quattro volte e a tutt’oggi non ha sciolto il nodo elezioni. Potrei convocarle il 20 settembre, certo, ma se poi Roma indice l’election day di comunali e referendum costituzionale in una data diversa, il Veneto sprecherebbe 14 milioni di euro: vogliamo evitarlo. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
FABIO BORDIGNON
L’anti-materia M5S ha creato il bipolarismo a metà
I
Dimessi dal 21.2
137
Il microbiologo Roberto Rigoli
IL COMMENTO
l Conte 2 nasce da un incontro di opposti. Partito e anti-partito. Sistema e anti-sistema. Materia e anti-materia. A qualche mese (e una pandemia) di distanza, l’unione Pd-5s governa con il favore dell’opinione pubblica. Di più: sembra avere generato una riconfigurazione in chiave bi-polare dello spazio politico. Non è ancora chiaro, tuttavia, quale sia la vera natura dell’informe amalgama giallorosso. La storia di Pd e 5s mesco-
Soggetti in Isolamento Domiciliare (Dato del 01.06 Ore 20.00)
CROMASIA
Il microbiologo: «I tamponi rivelano che il Covid ha perso la carica infettiva»
la, del resto, attrazione e repulsione: fondate – entrambe – sull’idea che esista uno spazio comune, nel quale però, alla fine, “ne resterà soltanto uno”. Per questa ragione Grillo non può diventare segretario del Pd, nel 2009. E Bersani non può governare con i voti grillini, nel 2013. I 5s scelgono di essere l’anti-materia da cui prende forma una nuova dimensione: oltre destra e sinistra, ormai schiacciate l’una sull’altra, come PdL e Pd-meno-L.
Il voto 2018 certifica l’esistenza di un nuovo asse, sul quale si incrociano i due populismi italiani. L’anti-sistema si fa sistema, e per 14 mesi inghiotte tutto: maggioranza e opposizione. Nel polo pentaleghista, tuttavia, a brillare è sempre più e poi solo la stella del Capitano, che attira, consuma e infine respinge le 5 stelle nell’orbita del Pd. Il big bang dell’estate 2019 – si sa – trae origine dal Papeete. L’anti-salvinismo è la forza che produce il nuovo
ordine, facendo coincidere due mondi che sembravano irriducibili. È il ritorno al bipolarismo: diverso però da quello del passato. Solo la ricomposta galassia di centro-destra ha caratteristiche note. Difficile scorgere nell’attuale polo di governo quel campo progressista immaginato da chi vede il M5s come costola della sinistra. Ma il Conte 2 non è nemmeno la terra promessa di Grillo e Casaleggio. Gaia può attendere. Quel che conta è
l’occasione storica di gestire il potere: qui e ora. Il Fondatore sceglie allora Conte: l’alieno che arriva dal nulla, ma potrebbe benissimo provenire dal Pd. E completa il movimento verso le istituzioni e verso l’Europa. Il pianeta dem non è stato conquistato né inglobato. Il contatto con la materia ha, piuttosto, accelerato il processo di normalizzazione dell’anti-materia. La polvere di stelle si mescola ai tanti frammenti democratici: particelle in eterna agita-
zione, indisponibili alla fusione ma già indistinguibili l’una dall’altra. Che fine ha fatto l’anti-materia? Lo shock esterno del Covid l’ha compressa. L’ha spinta (con Di Battista) ai confini del M5s, della maggioranza, del sistema politico. Se ne trovano tracce consistenti nel centro-destra di Meloni e Salvini, mentre FI è soggetta a gravitazioni di segno opposto. Si tratta di un equilibrio necessariamente instabile. Gli esiti della pandemia potrebbero presto portare la temperatura dell’universo politico a un nuovo punto di ebollizione. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
21
DOMENICA 21 GIUGNO 2020 CORRIERE DELLE ALPI
BELLUNO
E mail belluno@corrierealpi.it Belluno Piazza Martiri, 26/b Centralino 0437/957.711 Fax 0437/957.750 Abbonamenti 800.860.356 Pubblicità 0437/942.967
dialogo aperto
Polo del latte veneto, Lattebusche capofila per tutelare la genuinità del prodotto L’iniziativa coinvolge anche le coop Soligo e Latterie Vicentine e ha il favore della Regione: «Sistema unico di promozione» Francesco Dal Mas CESIOMAGGIORE
Il “Polo del latte veneto” per tutelare genuinità e tipicità, contrastando l’assalto dei grandi gruppi privati, soprattutto francesi. «Ne parlavamo già prima della pandemia – ammette Lorenzo Brugnera, presidente della Latteria Soligo, che ieri ha tenuto l’assemblea -. Il Covid, con la crisi che ha aperto nel settore, ci ha dato ancora maggiore spinta. Non ci è permesso, a noi cooperative, restare quelli che siamo». Le cooperative sono, appunto, la Soligo, di Farra di Soligo, la Lattebusche di Cesiomaggiore e le Latterie Vicentine di Bressanvido (Vicenza). Garantiscono un fatturato annuo di circa 260 milioni di euro. La realtà più grande è quella di Busche. Lavorano nell’insieme più di 3 milioni di quintali di latte, il 35% circa di quello veneto. L’Italia produce 110 milioni di quintali di latte, il 10% arriva appunto dalle stalle venete. Bastano questi dati per certificare l’opportunità di fare massa critica. Quando? Il più presto possibile, a sentire la Regione, dal presidente Luca Zaia all’assessore Giuseppe Pan. Una interlocuzione, tra Belluno, Treviso e Vicenza è in corso da tempo. «Sarebbe già di un’importanza strategica – ammette l’assessore Pan – arrivare ad un sistema unico di promozione dell’offerta veneta». Altrimenti? «Accade quanto abbiamo registrato nel corso del recente lockdown, quando nella grande distribuzio-
ne abbiamo registrato l’invasione di prodotti che non erano all’altezza». «Sì, basta con questo mercato sleale – protesta Augusto Guerriero, presidente di LatteBusche. – È una vergogna quello che abbiamo trovato in tanti scaffali: prodotti, soprattutto freschi, confezionati con chissà quale latte, arrivato da chissà dove. E chissà a quale prezzo». Guerriero ammette chiaro e tondo che “il mio sogno” è la costituzione del Polo del latte. L’argomento sarà affrontato nell’assemblea dei
giori produttori. Mette a disposizione 10,2 milioni di agevolazioni pubbliche per lo sviluppo dalla società cooperativa Lattebusche e della Latteria di Soligo. Si tratta di un progetto quadriennale che investe nella riqualificazione di quattro dei cinque stabilimenti di Lattebusche (Busche, Sandrigo, Carmignano e Chioggia) e nel potenziamento della centrale di Farra di Soligo della Latteria di Soligo, nonché nella sede logistica di san Donà di Piave. La Latteria di Soligo avvie-
L’obiettivo: contrastare l’assalto dei grandi gruppi privati soprattutto francesi
Augusto Guerriero «Basta al mercato sleale Dobbiamo convincere i nostri allevatori»
soci in programma il 10 luglio. Quindi l’aggregazione delle tre centrali cooperative. «Sì, ne abbiamo parlato – afferma con cautela – ma il percorso decisionale è ancora lungo. Ed elaborato. Dobbiamo anzitutto convincere i nostri allevatori che da soli non si va da nessuna parte». Il presidente di LatteBusche addita come modello la fusione Luxottica. Quando Leonardo Del Vecchio ha verificato come poteva meglio competere sul mercato, ricorda Guerriero, si è alleato con Essilor. «E oggi la corazzata dell’occhiale è diventata invincibile», chiosa. Sarà immaginabile anche una corazzata veneta del latte? «Decideranno gli interlocutori come procedere, una volta compiuto il passo
rà, inoltre, un percorso di ricerca volto ad aumentare la qualità e la conservabilità dei formaggi freschi, riutilizzando e valorizzando il siero che deriva dalla lavorazione dei formaggi. Il programma di investimenti rafforzerà la produttività delle due latterie e creerà 34 nuovi posti di lavoro. Il piano di investimenti prevede, nel dettaglio che la cooperativa Lattebusche (che conta circa 380 soci e gestisce 5 stabilimenti e 8 spazi aziendali) investa 15,5 milioni (di cui 6, 2 coperti da agevolazioni) nella sede di Busche realizzando un nuovo edificio direzionale, un magazzino per lo stoccaggio, spostando il depuratore all’esterno e installando nuovi impianti e macchinari». —
Formaggio Piave in vendita nel bar Bianco di Lattebusche
dell’offerta comune – risponde Pan -, ma l’itinerario pare ormai inevitabile». Ecco il problema: gli allevatori non sono tutti convinti della necessaria alleanza. Brugnera lo sa bene e alla domanda sui rapporti con la cooperative di Busche risponde: «Perché mi vuol far parlare dell’amante?». Ecco, dunque, l’amante c’è. Ed esiste
da almeno un anno. Anzi, un anno e mezzo. È ancora nel gennaio 2019, infatti, che Lattebusche e Latteria di Soligo, hanno firmato per dare il via ad un piano industriale da 25 milioni di euro, imbastito insieme con il Ministero dello sviluppo economico, la Regione Veneto e Invitalia. E che purtroppo non si è realiz-
zato perché inciampato in una incomprensibile burocrazia. «Manca la firma, a Roma, di un direttore generale, ma speriamo che arrivi nelle prossime settimane», sospira Guerriero. «Siamo stufi di aspettare». Il piano punta a recuperare ulteriore efficienza e sostenibilità e a competere, sul fronte della qualità con i mag-
© RIPRODUZIONE RISERVATA
9
Primo Piano
Domenica 21 Giugno 2020 www.gazzettino.it
La Fase 2 a Nordest LA RICERCA
«Il virus c’è ma non fa più paura: ora test multipli sulle influenze»
VENEZIA Non solo tamponi, non solo test seriologici, non solo kit rapidi. Il Veneto è pronto a testare un nuovo tipo di esame per dire se i pazienti che presentano sintomi - dalla febbre ai problemi respiratori - sono malati di coronavirus o di una normale influenza. Si tratta dei cosiddetti esami “multiplex” capaci di individuare contemporaneamente più virus. In questo modo, se il ` prossimo autunno - come tutti danno praticamente per certo - il coronavirus si ripresenterà, si sarà in grado di intervenire tempestivamente sin dalla diagnosi. A dare l’annuncio è stato ieri il Le nuove linee primario di microbiologia a Treviso, Roberto Rigoli, coordinatore delle 14 microbiologie del Veneto, invitato dal governatore Luca Zaia all’Unità di crisi della Protezione civile di Marghera. «Ci stiamo preparando per ottoVENEZIA Tango, salsa, valzer, bre-novembre, come dice il premazurche: dalla Regione sidente Zaia, con l’artiglieria peVeneto è arrivato il via libera sante - ha detto Rigoli - Stiamo ai balli di coppia. Il tema è rafforzando le microbiologie e affrontato nella sezione testando nuovi sistemi rapidi “Chiarimenti sui quesiti più per la diagnostica. Addirittura la frequenti relativi alle prossima settimana faremo dei ordinanze regionali” del sito test su sistemi chiamati “multiistituzionale di Palazzo Balbi plex” per individuare contempo(www.regione.veneto.it). Alla raneamente il Covid e tutte le indomanda: “è possibile il ballo fluenze». Sul progetto Zaia ha vodi coppia tra conviventi?”, è luto mantenere il riserbo, prefestata data la seguente rendo dare spazio a un’altra ririsposta: “Sì, nelle strutture in cerca compiuta in Veneto seconcui è ripresa l’attività di ballo do la quale il coronavirus adesso a seguito dell’ordinanza n. 59, fa meno paura: «Non è più “cattiil ballo con contatto è vo” come prima», ha detto Rigopossibile, secondo le li, portando come esempio il fatto che chi si contagia non finisce più in terapia intensiva, ma può cavarsela in uno o due giorni. tamponi 210 sono positivi, in mezzo ci sono anche alcuni ripoIL SEGNALE sitivizzati, di questi 199 sono non «Oggi vediamo le cose molto infettanti quasi certamente, e sopiù in positivo, e c’è un segnale lo 11 positivi infettanti come a iniche il virus si sta spegnendo», ha zio epidemia. Solamente tre casi detto Rigoli illustrando i risultati sintomatici sono preoccupanti preliminari dell’analisi su 60 mi- dal punto vista microbiologico; la tamponi coronavirus eseguiti tutti i sette sintomatici sono legin Veneto dall’inizio di giugno, geri, nessuno è ricoverato in condotta da quattro laboratori pneumologia né in rianimaziosui 14 in regione: «Dei 60 mila ne. Di questi iniziamo a porci il problema se siano positivi o falsi positivi». Previsioni per il futuro? «Non lo so - ha detto Rigoli - Posso dire sono che ci sono tre possibilità: uno, torna virulento come prima, ma questo mi pare abbastanza difficile; due, torna, come è successo per l’H1N1 e altri virus che sono diventati “buoni” e fanno parte dei virus influenzali che
Il Veneto pronto a testare nuovi sistemi rapidi `Contagi stabili in Italia, allarme in America Latina per la diagnostica. Serviranno per l’autunno Nello staff di Trump trovate sei persone positive Il governatore
Tango e salsa si ballano in coppia ma soltanto tra conviventi
IL PRIMARIO RIGOLI: «SPERO CHE IL COVID SIA COME LA SARS CHE TRA IL 2003 E IL 2004 È SCOMPARSA»
Zaia: «Elezioni spero nella prima data possibile del 20 settembre»
indicazioni generali, tra conviventi. Il requisito della convivenza è richiamato con idonea cartellonistica e il rispetto dello stesso è affidato alla responsabilità degli interessati”. Altro chiarimento sulla pulizia delle strade che non deve più avvenire con uso di sostanze disinfettanti o con prodotti particolari: “Alla luce dell’evoluzione dell’entità del contagio e dell’ultima versione del documento ISS (1.4.2020), può essere attuata la normale forma di lavaggio”. © RIPRODUZIONE RISERVATA
I numeri
49.000
I morti in Brasile dove i contagi sono più di un milione.
tornano ogni anno; tre, potrebbe non tornare e seguire la strada della Sars che tra il 2003 e il 2004 ha fatto quello che doveva fare e poi è scomparsa. Mi auguro che sia la terza ipotesi, anche perché questo virus ha una sequenza molto simile alla Sars».
IL BOLLETTINO
49
I decessi da coronavirus ieri in Italia di cui 23 in Lombardia.
2002
Le vittime in Veneto. La cifra comprende anche il decesso registrato ieri. Nelle ultime 24 ore un morto anche in Friuli Venezia Giulia.
In Veneto ieri un altro morto, per un totale di 2.002 vittime dall’inizio della pandemia. 896 le persone in isolamento (-19), 574 quelle attualmente positive (-4), 12 i pazienti in rianimazione, di cui uno solo Covid. In Friuli Venezia Giulia ieri si sono registrati un nuovo decesso (344 in totale) e un nuovo caso di infezione (in tutto 3.304). In Italia sono stati superati i 3 milioni di casi testati con il tam-
pone per il coronavirus. Ieri 49 morti (totale 34.610) di cui 23 in Lombardia. In 11 regioni non ci sono state vittime. Il livello del contagio è stabile: 262 nuovi casi, per il 62% in Lombardia. E mentre la Cnn ha reso noto che 6 persone dello staff di Trump che stavano lavorando al suo comizio a Tulsa sono risultate positive al coronavirus, allarmano i dati dell’America Latina: il Brasile ha superato nelle ultime 24 ore il milione di contagi, accompagnati da quasi 49.000 morti. La pandemia continua in espansione in tutta l’America del Sud, dove i contagiati sono saliti a 1.945.206 (+73.234) e i morti a 90.701 (+1.878). Al.Va. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Il colloquio Giorgio Palù
C
latina che significa veleno, non ha perso virulenza, ma è meno presente, si diffonde meno e quindi contagia di meno e causa forme più lievi di malattia. Insomma, fa meno bua». Questo non significa che il virus non ci sia o sia innocuo: «Non possiamo dire che il veleno abbia perso la capacità di avvelenare, ma, come ha detto il professor Alberto Zangrillo, è cambiata la manifestazione clinica». E cioè non solo la curva sta scendendo, ma non ci sono neanche più casi gravi tali da comportare ricoveri in terapia intensiva. La prospettiva, ricorda il professor Palù, arriva dalla storia: «Ogni epidemia, come inizia, finisce». E com’è che potrà finire? Palù, tra i più illustri virologi italiani, dice che l’epidemia si sta spegnendo e vien da chiedersi che tipo di casi siano quei pochi positivi che vengono ri-
© RIPRODUZIONE RISERVATA
L’inchiesta
«I tamponi? Ormai hanno poco valore epidemiologico» ita Paracelso, il medico svizzero vissuto a cavallo tra il XV e il XVI secolo: “Omnia venenum sunt: nec sine veneno quicquam existit. Dosis sola facit, ut venenum non fit”. Tutto è veleno e nulla esiste senza veleno, solo la dose fa in modo che il veleno non faccia effetto. Giorgio Palù, past president della Società europea di virologia, professore emerito di Microbiologia dell’Università di Padova, professore di neuroscienze a Philadelphia, non sopporta più i discorsi sui tamponi né «le cassandre» che predicono 10 milioni di infetti e 150mila ricoverati in rianimazione. E non c’è neanche bisogno di chiedergli se condivide l’opinione secondo cui questo coronavirus che ha messo in ginocchio il mondo si è indebolito: «Ormai sono dati pubblici, concordati tra virologi veri: il virus, parola
Sulla data delle elezioni «per onestà dico che auspichiamo il 20 settembre. Se il Governo ce le convocano il 15 dicembre, noi convochiamo comunque le elezioni il 20 settembre. Ma sarebbero per i cittadini tre domeniche di voto». Lo ha detto il presidente del Veneto Luca Zaia a proposito dell’approvazione, da parte del Senato, del decreto che accorpa in un’unica tornata elettorale comunali, regionali, suppletive e referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari rinviando il voto in autunno. «Siamo davanti a un governo che prometteva il 6 luglio - ha proseguito Zaia poi con le Regioni abbiamo proposto e negoziato di far partire la “finestra” elettorale dal 6 luglio, con sessione estiva, poi il 26 luglio, alla fine ci hanno portato al 6 settembre, poi il 15 e poi il 20 settembre. A tutt’oggi il governo non ha fissato la data delle elezioni. Potrei convocare le elezioni al 20 settembre. Ma se il governo mi convoca l’election day al 27, in Veneto si sprecherebbero 14 milioni di euro, contando che ci sarà anche il referendum che interessa tutti i cittadini e tutti i Comuni». `VENEZIA
scontrati: «Hanno una bassissima carica virale». E qui torna in ballo Paracelso: il veleno c’è ancora, ma è meno velenoso, «fa meno bua». Il Covid-19, come è VIROLOGO Il professor Giorgio avvenuto per tutti i virus, è arri- Palù, professore emerito di vato attualmente in una fase in Microbiologia a Padova cui la possibilità di essere contagioso è scarsa. Certo, sottolinea l’illustre esperto, molto dipende anche dall’estate, dalle temperature che si stanno alzando. E Pechino, allora? Pechino, risponde il professor Palù, è una metropoli di 20 milioni, è alla nostra stessa latitudine, ma non è dato a sapere chi abbia (ri)portato lì il virus. Una cosa, però, è certa: «Le epidemie, i virus, hanno un solo modo di estinguersi: o non trovando nessuno da contagiare o trovando uomini protetti». Precedenti ce ne sono - ricorda l’esperto: il vaiolo, la polio 2. Sul fronte animale, la peste bovina: «Estinta
IL VELENO C’È ANCORA MA ADESSO FA MENO “BUA” L’EPIDEMIA SI STA SPEGNENDO: LA DOSE VIRALE È MOLTO BASSA
77eb1810-81bf-4c2f-8f4b-5185095de094
perché tutti i bovini sono stati vaccinati». Per gli uomini, l’obiettivo è l’immunità di gregge, ma bisogna raggiungere percentuali alte. Per il Covid-19, la soglia da superare è il 70% a livello globale. E sempre volendo fare dei raffronti, va ricordato che la Sars aveva una mortalità del 10% mentre quella del Covid-19 è al 14% in Italia, al 5% negli Usa, al 2% in Corea. Si può essere ottimisti? «La situazione è chiara - riassume il professor Palù - Tutte le epidemie si spengono, questa in corso si sta spegnendo, la dose virale è molto bassa, il virus muore o ammazzando l’ospite o trovando una popolazione totalmente protetta con l’immunità di gregge che impedisce la trasmissione». In sintesi: «È ora di smetterla con questa storia dei tamponi, i tamponi non sono né terapeutici né prevengono l’infezione da coronavirus e ora sono positivi 1 su 20mila casi e quindi hanno anche poco valore diagnostico ed epidemiologico in assenza di focolai». Ma in autunno come andrà? «Non lo sappiamo, ma è prevedibile che possa ripresentarsi». Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA
Crisanti consulente dei pm di Bergamo BERGAMO Sarà il virologo Andrea Crisanti (foto), direttore del laboratorio di Microbiologia e virologia di Padova, uno dei consulenti che faranno parte del pool incaricato dalla Procura di Bergamo nell’inchiesta per epidemia colposa sulla mancata zona rossa nei comuni di Alzano Lombardo e Nembro, a inizio marzo, e sulle eventuali negligenze all’ospedale di Alzano. «È la prima volta che vengo chiamato a svolgere un ruolo così delicato e sono molto contento di collaborare con la Procura di Bergamo - ha confermato Crisanti a Tpi.it -. Ce la metterò tutta per aiutare i pm ad arrivare alla verità». © RIPRODUZIONE RISERVATA
10
Attualità
PORTO MESTRE Dopo la bocciatura del Bilancio consuntivo da parte dei rappresentanti di Regione e Città metropolitana di Venezia nel Comitato di gestione portuale, se si escludono i messaggi di solidarietà giunti da varie parti della società civile e della politica, a favore del presidente dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico settentrionale (Adspmas) Pino Musolino c’è stata una sola vera presa di posizione di sostanza: quella del sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti, Salvatore Margiotta, che ieri lo ha difeso a spada tratta: «Escludo che si possa anche solo pensare di commissariare un porto rilevante come Venezia, e un presidente che ha lavorato bene, per assurdi tatticismi politici».
Domenica 21 Giugno 2020 www.gazzettino.it
Porto di Venezia, incombe l’ombra del Commissario Telefonata del ministro De Micheli a Zaia, `Nuovi rilievi dei rappresentanti di Regione al posto di Musolino spunta Zeno D’Agostino e Città Metropolitana ai bilanci dell’Autorità `
I numeri
VENEZIA Il passaggio di una grande nave da crociera. Sotto accusa da parte di Regione e Città Metropolinata la gestione dei finanziamenti al terminal di Fusina
LE CONSULTAZIONI Tatticismi o no, se ha preso posizione solo Margiotta (esponente del Pd originario di Potenza), che pure è sottosegretario al Ministero che conta in questo frangente, è un po’ poco per dire che il commissariamento non ci sarà. Il ministro Paola De Micheli non ha proferito verbo. E invece il ministero dei Trasporti è intervenuto subito per difendere il presidente dell’Autorità portuale di Trieste, Zeno D’Agostino, che nei giorni scorsi l’Autorità nazionale anticorruzione ha dichiarato decaduto per inconferibilità dell’incarico: il Ministero ha annunciato che impugnerà al Tar del Lazio la sentenza dell’Anac, affiancando D’Agostino.
LA BOCCIATURA DEL CONSUNTIVO NON BLOCCHEREBBE L’EROGAZIONE DELLE INDENNITÁ AI LAVORATORI IL CASO ROMA Nella corsa per il decollo della Nuova Alitalia ci mancava anche la disorganizzazione sulla pianificazione dei voli. In pratica, il team guidato dal direttore generale Giancarlo Zeni ha venduto biglietti per voli che sono stati cancellati pochi giorni dopo la prenotazione. Un disastro per una compagnia che punta al rilancio in grande stile e che vede in queste ore il call center preso d’assalto dai viaggiatori imbufaliti. I biglietti cancellati, a causa dell’emergenza Covid, sarebbero già migliaia perché la gestione Zeni ha inspiegabilmente evitato di
In realtà, pare, il ministro De Micheli si è interessato anche alla questione veneziana, discutendone al telefono con il governatore Luca Zaia e il sindaco Luigi Brugnaro i quali le hanno ribadito di aver lasciato piena libertà d’azione ai propri rappresentanti al Porto, Zaia aveva anche aggiunto «se i bilanci sono buoni si approvano» facendo intendere che, evidentemente, Maria Rosaria Campitelli (che, con Fabrizio Giri per la Città Metropolitana, siede in Comitato di gestione portuale) aveva le sue buone ragioni nel votare contro il Bilancio.
L’ipotesi emersa sarebbe quella di un commissariamento per 6 mesi al massimo (che il ministro potrebbe affidare, sentendo Zaia, proprio a Zeno D’Agostino, almeno secondo voci romane), così da dare continuità alle attività dei due scali di Venezia e di Chioggia: in tal modo, dopo le elezioni amministrative Paola De Micheli concorderà con il governatore veneto il nome del nuovo presidente. Intanto sui botta e risposta tra i due rappresentanti di Regione e Comune e il presidente Musolino, si aggiunge un’altra puntata
dopo che ieri sono apparse su Il Gazzettino le nuove dichiarazioni del presidente dell’Adspmas. Nuovi documenti che aprono prospettive diverse sulle dichiarazioni di Musolino. Il presidente, in primo luogo, aveva detto che la questione del Terminal delle autostrade del mare di Fusi-
21.175 I lavoratori che gravitano sugli scali di Venezia e Chioggia
6,6
I miliardi di euro valore della produzione sviluppato dalle aziende
na, costruito da Ve.Ro.Port.Mos. del Gruppo Mantovani per le navi traghetto, non c’entrerebbe nulla tecnicamente con la votazione negativa del Bilancio consuntivo, e inoltre che la bocciatura bloccherebbe le erogazioni a sostegno dei lavoratori portuali in cassa integrazione e la riduzio-
ne dei canoni di concessione ai terminal e agli altri operatori. Musolino infine aveva sostenuto che è un controsenso bocciare un bilancio che è stato, invece, approvato a pieni voti dal Collegio dei Revisori dei conti e dai Ministeri competenti. Riguardo al riequilibrio del Pef, il Piano economico per Fusina, le dichiarazioni di voto di Campitelli e Giri, in realtà, dicono che c’è un contrasto tra il Rendiconto generale per l’esercizio finanziario 2019, nel quale appaiono 7 milioni di euro da pagare (dei 9 assegnati a Ve.Ro.Port.Mos.), e la delibera di riaccertamento dei residui, “nella quale non si evidenzia né un residuo iniziale passivo né uno finale passivo come dovrebbe, pertanto si evidenzia una palese difformità tra documenti costituenti la complessiva documentazione del Rendiconto generale per l’esercizio finanziario 2019”.
I DOCUMENTI Inoltre il decreto 34/2020 Rilancio Italia citato da Musolino per affermare che verranno bloccate le erogazioni ai lavoratori e le riduzioni dei canoni, non evidenzia legami con la mancata approvazione del Bilancio e quindi, in base all’articolo 199, sembra che l’Autorità possa dare i “60 euro ad ogni dipendente relativamente a ciascuna minore giornata di lavoro”, e possa pure procedere con la riduzione dei canoni. Quanto all’approvazione del Bilancio a pieni voti, infine, quest’ultimo consuntivo ha ottenuto l’ok del Collegio dei Revisori dei conti e dei Ministeri, come anche quello del 2017 (quando Musolino fu nominato al Porto) effettivamente venne approvato all’unanimità, ma quello del 2018 (quando, a luglio, sorse la questione Fusina), da approvare entro aprile 2019, venne approvato con il solo voto favorevole del presidente (assente Campitelli, astenuto Giri, mentre il comandante della Capitaneria non vota il Bilancio). Elisio Trevisan © RIPRODUZIONE RISERVATA
Alitalia, scoppia il caso biglietti venduti per voli poi cancellati avvertire la clientela che la maggior parte delle destinazioni servite non sono al momento raggiungibili. E questo per le ben note restrizioni legate alla quarentena e al dilagare del virus in tutto il mondo. Così nei mesi di aprile, maggio e giugno il vettore, sbagliando i calcoli, ha continuato ad accettare le richieste, scommettendo sulla riapertura. In al-
TRIBUNALE ORDINARIO DI VENEZIA Notifica per pubblici proclami
Estratto convocazione mediazione obbligatoria e atto di citazione per usucapione La Sig.ra Antonella De Faveri, nata a San Donà di Piave (Ve) il 18.1.1964, C.F. DFVNNL64A58H823P, rappresentata e difesa dall’Avv. Ketty Gaiotto, C.F. GTTKTY66A61H823D, ketty.gaiotto@venezia.pecavvocati.it, con studio in San Donà di Piave (Ve), Via Don Bosco 15, visto il decreto di autorizzazione alla notifica per pubblici proclami del Presidente del Tribunale di Venezia del 12.6/15.6.2020 (R.G. n. 1527/20 V.G.), convoca gli eredi ed aventi causa tutti di Dalla Mora Carlotta , nata a Noventa di Piave (Ve) il 28.11.1895 e deceduta in Musile di Piave (Ve) il 5.12.1955, dinanzi alla Camera Arbitrale di Venezia, Sede di San Donà di Piave (Ve), Viale Libertà, 12, Mediatore Dott.ssa Marinello, al primo incontro nella procedura di mediazione obbligatoria n. 222/2020 per il giorno 12.10.2020, ad ore 15.15, con invito a prendere visione del regolamento, a compilare il modulo di adesione disponibile sul sito www.cameraarbitralevenezia.it e a contattare la segreteria per tutti gli adempimenti al n. 041.0992374; in caso di mancato accordo, cita i medesimi eredi ed aventi causa di Dalla Mora Carlotta a comparire avanti il Tribunale Ordinario di Venezia, S. Polo, 119, all’udienza del 14 gennaio 2021, ore 9.00 e ss., invitandoli a costituirsi in giudizio ex art. 166 cpc nel termine di 20 giorni prima dell’udienza, con avvertimento che la costituzione oltre il suddetto termine implicherà le preclusioni e le decadenze di cui agli artt. 38 e 167 cpc, per sentire accogliere le seguenti conclusioni - Accertato e dichiarato che la Sig.ra Antonella De Faveri possiede da oltre vent’anni in modo pacifico, pubblico, continuato e non interrotto, gli immobili di Musile di Piave (Ve), Via Verona 5, già censiti al Foglio 5, Mappale 61 del C.T. e C.F. del medesimo Comune, nonché tutti gli immobili attualmente insistenti sul Mappale 61 del Foglio 5 e così identificati: Musile di Piave, Via Verona 5 - Catasto Fabbricati - Foglio 5, Particella 61, Sub 5, 6 e 7; Catasto Terreni - Foglio 5, Particelle 570 e 571, dichiarare che la medesima ha usucapito la piena proprietà dei predetti immobili ex art. 1158 cc.. Ordinarsi al Conservatore dei RR.II. di Venezia la trascrizione della sentenza, con esonero dello stesso da ogni responsabilità. Compensi e spese di lite rifusi, in caso di opposizione”. San Donà di Piave - Venezia, 16 giugno 2020 avv. Ketty Gaiotto
tre parole, nonostante l’allarme lanciato dai sindacati interni, la pianificazione messa a punto a settembre scorso è rimasta inalterata. Con conseguenze gravi sia sul fronte dei costi, che su quello dell’immagine. Alitalia dovrà infatti rimborsare con un voucher (dopo aver incassato i pagamenti dei passeggeri) tutti i voli cancellati in extremis e caricare di super lavoro gli uffici interni, chiamati a gestire il dissenso, tanto per usare un eufemismo, di migliaia di passeggeri. Quello che colpisce di più i sindacati è che questa strategia del “lasciar andare” viene portata avanti anche ora, alla vigilia cioè della nomina di un nuovo Ad e del varo della Newco. Una iniziativa singolare che rischia, tra l’altro, di pesare sui conti, vista la mole di rimborsi che si sta accumulando. Di fatto sarebbe stato più logico, in attesa del cambio al vertice, adottare una politica più attenta. Anche perché in questi giorni sempre Zeni ha inspiegabilmente incontrato i vertici delle piccole compagnie italiane per discutere di slot, accordi commerciali, code sharing. Una serie di iniziative che non rientrano nel perimetro dell’amministrazione straordinaria e che potrebbero indebolire ulteriormente la posizione del vettore e pregiudicare il piano industriale che il nuovo Ad deve mettere a punto. Ma se per la poltrona di presidente si parla ormai insistentemente della ex numero
uno di Enav Roberta Neri, per il posto più ambito di Ad non c’è ancora la fumata bianca. Per la verità Fabio Lazzerini, manager interno, gode della fiducia di una parte consistente del governo.
LE NOMINE Dalla ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli a quella del ministro dello Sviluppo Stefano Patuanelli, e in queste ore anche Roberto Gualtieri avrebbe dato l’ok. Ma sullo sfondo resta in piedi anche la candidatura di Joerg Eberhart, oggi ceo di Air Dolomiti (gruppo Lufthansa) e manager vicino al capo di Lufthansa Carsten Spohr, che potrebbe traghettare Alitalia proprio in braccio ai tedeschi. Fuori gioco invece, salvo clamorosi ripescaggi, l’ex Fca Alfredo Altavilla e Roberto Scaramella che dal ruolo attuale di advisor, ambirebbe a trasformarsi in capo azienda. Tutto ciò in attesa della firma del decreto del ministero dell’Economia che darà il via alla nuova compagnia di bandiera. I tempi anche qui sono incerti e non è escluso che tutto il
LA GESTIONE ZENI STA FACENDO INFURIARE I PASSEGGERI MIGLIAIA LE RICHIESTE DI RIMBORSO, CALL CENTER INTASATO
6e9a994c-e900-4cfe-a66a-c4bf3c84b99a
ALITALIA Venduti migliaia di biglietti per voli cancellati
dossier possa slittare a luglio. Il Mise vorrebbe chiudere prima, ben consapevole del fatto che è necessario attrezzarsi rapidamente in vista della ripartenza del settore. Le prossime ore saranno decisive per capire se basterà questo atto ufficiale del ministero guidato da Roberto Gualtieri, oppure se servirà un consiglio dei ministri. Bruxelles aspetta anche di capire se ci sia effettiva discontinuità tra le due Alitalia, quella in amministrazione straordinaria e quella di nuova costituzione. Il governo, in attesa che il premier
Conte sciolga il toto-nomine, potrebbe già inviare una sorta di piano industriale alla Commissione Ue. Le linee guida della De Micheli sono tracciate: si punta una compagnia impegnata sul medio-lungo raggio con 105 aerei e pareggio di bilancio al terzo anno sui cinque di piano. Rimane in discussione la presenza o meno delle attività di handling all’interno del perimetro della Newco. Da qui il nodo esuberi che non sarà inferiore ai 2 mila. Umberto Mancini © RIPRODUZIONE RISERVATA
18
VENEZIA
DOMENICA 21 GIUGNO 2020 LA NUOVA
Lo scontro in laguna
Delrio: più rispetto per i presidenti È un tiro al piccione mediatico e politico L’ex ministro, “padre” della riforma portuale, interviene sui porti di Venezia e Trieste. «Centralità del governo» Francesco Ferrari
«Credo che i presidenti meritino più rispetto, per il ruolo che ricoprono e il lavoro che svolgono. Questo tiro al piccione mediatico e politico lo trovo invece disdicevole per un Paese serio». Graziano Delrio, “padre” della legge di riforma portuale, non appartiene certo alla scuola politica di chi usa alzare i toni. Ma di fronte alle notizie che arrivano da Trieste (dove il presidente Zeno D’Agostino è stato destituito dall’Anac) e Venezia (dove il porto rischia di essere commissariato dopo che Regione e Città metropolitana hanno bocciato il bilancio) si concede uno strappo alla regola della pacatezza. Mettendo da parte le polemiche interne al Pd, Delrio torna a indossare per un giorno i panni da ministro dei Trasporti: difende la riforma del 2016 («di più non si poteva fare») ma ricorda che quel testo deve essere «implementato nel tempo» se si vuole «davvero far funzionare i porti». I recenti casi di Trieste e Venezia hanno riacceso un faro sulla difficoltà di gestione dei porti italiani. Crede che lo spirito della sua riforma, frutto di un percorso decisamente complicato, sia stato in qualche modo tradito in questi anni? «Non parlerei di tradimento. Il tema è più complesso, riguarda l’architettura costitu-
zionale del Paese. Piaccia o no, portualità e infrastrutture strategiche, anche di rilevanza nazionale, furono incluse nel 2001 nel nuovo Titolo V tra le materie di competenza concorrente Stato-Regioni-enti locali. Come si ricorderà, già una mia prima proposta del 2015 che prevedeva solo otto Autorità di sistema portuali e un più snello e centrale modello di governance, fu impugnata da alcune Regioni e cassata dalla Consulta. Qualsiasi ulteriore riforma, è la mia idea, dovrebbe ripartire da una serena valutazione del Titolo V. Peraltro, a 20 anni dalla sua entrata in vigore mi parrebbe anche doverosa…». Uno degli obiettivi della riforma era rendere più autorevoli e indipendenti i presidenti. Nei fatti, oggi si stanno dimostrando più vulnerabili e in molti casi più soggetti a interferenze politiche. Che cosa si è sbagliato, se è sufficiente bocciare un bilancio (come a Venezia) per commissariare un porto? «Nella legge 84/94 il presidente era sostanzialmente mediatore tra interessi locali. Al ministro arrivava una terna di nomi per ogni porto (indicata da Regione, Provincia, Comune, Camera di commercio) e tra questi lo stesso ministro sceglieva. Tornando alla sua domanda: con la nuova legge si è inteso rafforzare il legame presidente-governo, prevedendo che sia il
ministro a scegliere il presidente, offrendo poi il suo candidato al concerto della Regione. Nell’attuale assetto costituzionale è il massimo che si poteva e che si possa fare. Il senso era, ed è: il presidente rappresenta e attua, nel suo scalo, la politica portuale nazionale, dentro un quadro di coordinamento dell’intero sistema portuale garantito dalla Conferenza nazionale». In questo contesto l’ambiguità della natura giuridica dei porti non semplifica la situazione. «Il tema non mi ha mai appassionato molto. Esistono pubbliche amministrazioni che funzionano e imprese private che non funzionano, e viceversa. Io credo nel modello che abbiamo. I porti sono linee di confine dello Stato: custodiscono i depositi energetici costieri strategici e in molti casi anche le basi militari. Dai porti dipende l’approvvigionamento di materie prime, funzione commerciale vitale di interesse generale per un Paese che non ne ha. A me pare giusto che tutto ciò sia sotto l’egida di una pubblica amministrazione centrale dello Stato. Tra l’altro non capisco la Spa pubblica, fermo restando l’attuale Titolo V, quale vantaggio avrebbe rispetto ai problemi principali che i porti vivono: escavi, dragaggi, tempi delle opere pubbliche, approvazione dei piani generali... Una Spa pubblica non godrebbe
I poteri dell’Autorità portuale sulle aree di Marghera e le grandi navi I presidenti Costa, Zacchello e Boniciolli. Nel 1993 l’assassinio Di Ciò
Gli scenari del “dopo Musolino” Sul porto gli occhi della politica LO SCENARIO
randi manovre sul fronte del Porto. È la lettura che nel centrosinistra si fa della bocciatura del bilancio presentato da Pino Musolino. Manovre per piazzare le forze in vista della scadenza del
G
suo mandato, attesa per il 2021. Gli scenari adesso sono aperti. L’articolo 7 della legge di riforma dei porti prevede che in caso di mancata approvazione dei bilanci nei termini, il Ministero possa disporre la revoca del mandato del presidente del Comitato di gestione. E la nomina di un commissario che non potrà comun-
que rimanere in carica più di sei mesi. Chiaro che le manovre sono già iniziate. Sulla riconferma di Musolino la Regione di Luca Zaia non si è mai espressa. Anche nelle ultime vicende è evidente il distacco che il presidente leghista vuole mantenere. Più esplicita la posizione del sindaco Luigi Bru-
Graziano Delrio, capogruppo del Pd alla Camera ed ex ministro ai Trasporti e alle Infrastrutture
di extraterritorialità giuridica o amministrativa. Né potrebbe ignorare leggi ambientali, urbanistiche o il Codice degli appalti, essendo la maggioranza eventualmente comunque posseduta da Regioni o Comuni. Mi pare una discussione un po’ ideologica, quella sulla natura giuridica delle Authority». Allora come si può intervenire oggi per dare continuità alla sua riforma? «Non me la sento di dare consigli ai miei successori. Come diceva De André: i consigli li si inizia a dare quando non si può più dare cattivo esempio. Scherzi a parte, mi auguro solo che la portualità resti sempre centrale nell’agenda politica del governo. Da essa passano molte delle chance di ripresa. Io continuo a valutare come buona la riforma dei porti: dota il governo di strumenti di coordinamento e programmazione di strategie e investimenti, e che consente alle Adsp di ragionare e operare su sistemi logistici di area vasta. Quello che Zeno D’Agostino stava realizzando a Trieste – tra porto, retroporto, interporti e punto franco – ne è l’esempio. Nella stes-
sa logica varammo, insieme al ministro De Vincenti, le Zes e le Zls. Certo, poi la legge rappresenta il frame, la direzione di marcia, mette a disposizione una “cassetta degli attrezzi”. Giorno dopo giorno, dando continuità, e con la rigorosa e silente buona amministrazione quotidiana, le leggi si applicano e implementano». Cosa pensa, nel caso specifico, del rapporto fra Anac e Adsp? «Non conosco i singoli casi, non posso esprimermi. Noto solo come non ci sia un solo presidente accusato di rilievi penali o dolosi. Noto anche che questi presidenti hanno gestito una stagione complessa: l’entrata in vigore della riforma, l’accorpamento delle vecchie Autorità portuali, tre diversi governi in 3 anni, ora la crisi Covid con un pesante impatto su traffici e bilanci degli enti. Tutto in un quadro amministrativo e normativo caotico e spesso contraddittorio, stratificato negli ultimi 25 anni. Meritano più rispetto, per il ruolo che ricoprono e per il lavoro che svolgono. Questo tiro al piccione mediatico e politico lo trovo, invece,
disdicevole per un Paese serio. Dobbiamo tutti dare una mano affinché questi hub logistici, decisivi per il Paese, possano funzionare al meglio nell’interesse dell’economia nazionale». Partendo dalla sua riforma? «La riforma dei porti, come l’intero Piano strategico nazionale della portualità e della logistica e come Connettere l’Italia, sono stati frutto di un gran lavoro, peraltro in raccordo costante con organizzazioni di categoria e sindacati. Attrarre investimenti e semplificare le procedure erano i due principali obiettivi. Sono certo ancora oggi che il Dlgs ne agevoli il perseguimento e che abbia già conseguito molti risultati: penso alla cessata proliferazione di progetti e finanziamenti per improbabili nuovi terminal contenitori. Ma abbiamo anche avviato il rilancio dei porti di Taranto e Gioia Tauro, incardinato il Progetto hub Ravenna, accelerato i lavori a Vado, approvato un piano per le crociere a Venezia e istituito il “Sudoco” che ancora aspetta i provvedimenti attuativi». —
gnaro. In un primo momento in sintonia con Musolino, soprattutto sul tema delle grandi navi. Poi i dissensi. Per via della politica. Ma anche dei caratteri conflittuali dei due. Adesso Brugnaro, che si ricandida in settembre per un secondo mandato, ovviamente punta gli occhi sul Porto. Prima industria della città e luogo strategico per molte scelte che interessano Venezia. Già nel 2016, all’epoca della nomina del nuovo presidente, lui aveva proposto senza successo una proroga per Paolo Costa, il predecessore di Musolino. Adesso i giochi potrebbero aprirsi in anticipo. Un ruolo determinante nella nomina del nuovo presidente dell’Autorità di sistema portuale, che spetta al ministro
delle infrastrutture Paola De Micheli, lo ricopre la Regione. Che deve dare il suo parere vincolante. Nomine che da quando è stata varata la riforma dei porti, poi aggiornata da Delrio, non sono mai state indolori. Prima di Costa, voluto da Silvio Berlusconi e dal Pd contro il parere del sindaco Cacciari, che gli avrebbe preferito il suo fedelissimo Enrico Mingardi, a governare il porto veneziano era stato l’imprenditore Giancarlo Zacchello. Prima ancora il triestino Claudio Boniciolli. Il Porto veneziano è sempre stato teatro di eventi intensi, anche drammatici. Come quella mattina del 9 settembre 1993, quando l’allora “Provveditore al porto” Ales-
sandro Di Ciò, esponente democristiano di rilievo, era stato assassinato nel suo studio delle Zattere dal direttore Sandro Travagnin. Tragedia arrivata al culmine di una stagione di veleni e di polemiche. Con la riforma dei porti il presidente ha acquisito nuovi poteri e competenze. E una capacità di spesa notevole. Investimenti da decine milioni di euro per rifare le banchine e costruire infrastrutture, per scavare i canali di accesso a Marghera e le aree portuali da reinvestire. E adesso i traghetti e le ipotesi sulle grandi navi. Insomma, un posto di potere. Che fa gola alla politica. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA
A.V. © RIPRODUZIONE RISERVATA
30 Provincia
L'ARENA
Domenica 21 Giugno 2020
SOAVE. Una storiacommovente chesi èconclusa conlaragazzina cheha regalatouna palla artigianalealcane eche l’animale mordicchiavaquando sisono collegati
La pet therapy vale anche a distanza EmmaeScott, ilsuoamicoquattrozampe,nonostanteillockdown hanno continuato a vedersi. Facendole raggiungere i risultati sperati Soave
Nientestopnemmeno perlapsicomotricità
CamillaPelosato conla sua«banda»di animali perla pettherapy Paola Dalli Cani
Una palla di carta per Scott, l'amico a quattrozampe che nemmeno durante l'isolamento si è scordato di lei: è il dono che Emma, una ragazzina che ha concluso la seconda media alla Benedetto Dal Bene di Soave, ha fatto «magicamente» arrivare a quell' amico peloso che da novembre a fine maggio le ha insegnato come gestire le proprie emozioni, saper aspettare, accorgersi e tener conto anche delle esigenze degli altri. Già perché Emma e Scott, che si erano conosciuti a scuola a novembre quando era partito un progetto di pet therapy cofinanziato dal Consiglio di istituto e dall'Avis di Soave, hanno continuato a incontrarsi anche quando è scattata la chiusura delle scuole. Merito di Lucilla Panno, la sua insegnante di sostegno, merito di Camilla Pelosato (coadiutrice animale della Onlus La città degli asini) e
ÈstataCamilla Pelosato,della onlusCittàdegli asini,alanciare l’idea:eraconvinta chefunzionasse
merito della mamma di Emma: tre figure femminili che si sono messe in gioco, hanno costruito ponti e relazioni che hanno consentito a Emma, seppure attraverso il monitor di un computer, di non interrompere se non una volta il percorso educativo pensato per lei. «Dopo i primi dieci incontri che costituiscono il numero standard avevamo visto che Emma rispondeva bene e ne abbiamo previsti allora altri cinque perché le basi del rapporto con Scott c'erano. Dopo il primo incontro del secondo ciclo», racconta Pelosato, «c'è stato il lockdown. È bastato saltare un solo incontro per far emergere in Emma il bisogno di questa relazione speciale: in un primo tempo ho esaudito le sue richieste facendole arrivare foto di Scott, ma sembrava riduttivo. Ho lanciato l'idea, Lucilla ha fatto da tramite con la famiglia e grazie alla mamma Emma ha potuto rivedere Scott». La prima volta, nel racconto della mamma, è stata un'emozione irripetibile: «Emma nelle settimane mi diceva due parole, venerdì Scott, e basta questo a spiegare quanto questo appuntamento fosse importante per lei. In quel primo collegamento con casa di Camilla ho visto le mani di Emma accarezzare lo schermo non ap-
Psicomotricitàper i 43 piccolissimialunni dellascuola dell'infanziaRaggio disoledi CazzanodiTramigna, didattica attraversoil giocoper i 400 bambinidellaprimariaIppolito Nievoeper quelladiCazzano, sportellodi ascoltoesportello Helpper iragazzi condisabilità peri 240 allievidella secondariadiprimogrado: «Abbiamosceltodirimodulare senzarinunciare a nulla», spiegaladirigente scolastica RosaliaNigro, «l'obiettivo principaleèstato non rompere ilegami ele relazioni, di continuarea essereinclusivi». Quellidel lockdownsono stati i mesiincui i docenti deitre ordinidiscuola hannodeciso di mettercila faccia edi sperimentare,ela pettherapy adistanza èsoloun esempio. «Telefono,chat,skype, whatsappeinfinela piattaformaGoogle cheha standardizzatotutto: ci siamo messiingioco tutti,docenti e famiglie,per poter garantireai bambinieairagazzi routinee relazioni»,aggiungela dirigente.Con lo sportelloHelp, seppurea distanza,sono stati
agganciatituttii ragazzicon disabilità,ilprogetto «Affettuosamente»èdiventatoil puntodiascolto primaindividuale, poiallargato alle famiglieeinfine apiccoli gruppi. Ancora,graziealla tecnologiaai bambiniinuscita dallaprimaria sonostati presentatialcuni docenti della secondariadiprimogrado pronti adaccoglierli(anche colsupporto diunapsicologa) eviaweb siè fattoil girodel mondo siagrazie allacondivisione chei docenti hannofatto delleloroesperienze conl'Erasmus plussia graziead Angie,studentessa cilena,cheha proseguitoa far lezionediinglese (colprogettoEdu-change) viapc. Ininglesesi ècontinuatoa cantare,esattamentecome si facevainclasse, anche se ognuno dacasasua egraziealla sceltadi affidareconsegne con autovalutazionei ragazzihanno imparatochenellavita i compiti nonsifanno per i professori, ma perse stessi. «Lefamigliesono stateilvero epropriotramite di questaesperienzache, pur non potendomairimpiazzare la didatticainpresenza», conclude Nigro,«ci hasicuramente arricchitotutti». P.D.C.
pena ha visto Scott». Tutto il percorso di Educazione assistita con gli animali (Eaa) è ripreso esattamente dove si era fermato con Camilla a proporre stimoli ad Emma, Emma ad agire di conseguenza e Camilla a «prestare» mani e braccia alla ragazzina per fare lei ciò che la piccola avrebbe fatto. L'intervento pensato per Emma dall'equipe che era composta dalla sua insegnante, da Camilla ma anche da Sabrina Valentino (pedagogista responsabile e referente di progetto), ha dunque potuto arrivare a conclusione perché ad Emma è stato comunque messo a disposizione quello spazio esclusivo di relazione ma anche accudimento che ha trasformato Scott nel mediatore del suo approccio col mondo. «È stata una esperienza straordinaria per-
ché ho visto Emma in un frangente per me inedito di cui facevano parte anche la calma, il calibrare i tempi, la tranquillità impensabili per una ragazzina che ha sempre fatto fatica a gestire emozioni, impulsività, iperattività. Poi», racconta la mamma, «questa videoterapia è stata anche una pet therapy diffusa perché Emma ha conosciuto anche gli altri animali con cui vive Camilla». Sono diventati protagonisti, così, anche il gatto Cesare col suo collega Salvo e la gatta Evita ma pure Lilo e Ada che con Scott compongono il trio canino di casa Pelosato. Così le settimane sono passate e per l'ultimo incontro il compito reciproco era di provvedere a un dono: Camilla ha realizzato un collage con la propria foto assieme a Scott ma pure al quintetto a quattrozampe “aggre-
Ilcocker Scott conla palladi carta cheEmma gli ha inviatocomedonoal terminedellapettherapy
gatosi” alla terapia. Emma, dal canto suo, ha preparato una grossa palla di carta resa assolutamente compatta dal nastro adesivo. All'ultimo collegamento da casa, Emma, che ha appeso la foto sul suo letto, ha visto comparire sul monitor Scott con, tra le zampe, il dono che lei gli aveva preparato. Uno scambio “magico” (e una consegna tra il papà di Emma e Camilla quando è stato possibile uscire nuovamente di casa) che per Emma è stato la dimostrazione che un legame resiste anche se non ci si incontra. L'augurio, comunque, è che l'esperienza possa riprendere a scuola anche il prossimo anno scolastico con il naso di Emma incollato alla finestra in attesa dell'arrivo di Scott per nascondergli le crocchette sotto i coni che lei stessa ha costruito, preparargli l'acqua, chiamare per nome i suoi giochi e i colori che hanno, accarezzarlo. Tra una decina di giorni il percorso proseguirà al Boschetto, con Camilla, Scott, un pony, un asino e un coniglio ma pure negli spazi di «Continuando a crescere», a Pescantina, salendo a cavallo. «Emma non ha mai mollato”, dice la sua mamma, «ma devo solo dire grazie all'istituto comprensivo e alla Città degli asini se questo rapporto è riuscito ad abbattere barriere». •
Monteforte:casa diriposo
«Zaia,procedurasnella peritamponidichientra» Nuoviingressinellacase di riposo,«serve unaprocedura peri tamponi dichi è domiciliato».La richiesta arriva daCarloBergamasco, presidentedellaFondazione DonMozzatti d'Apriliche gestiscela RsadiMonteforte d'Alponeedil Centroservizi SanCamillo deLellis diBolcadi Vestenanova.Solo daqualche giornol'Ulss 9hainiziatoa rilasciarele impegnativeper i nuoviingressi,«ben vengano, unottimo segnalediripartenza emiauguro si possaaccelerare ilpiù possibile». Nelcaso dellaFondazione montefortianacisono 13 posti cheattendono diessere occupati,quellilasciati liberida altrettantiospitideceduti per causenaturali: per la Fondazioneil dato sitraduce in mancatiintroitiper circa 40 milaeuro.«Per potergarantire glistandard diassistenza, e coprireanche le spese supplementarisostenute per fronteggiarel'emergenza Covid-19,leentrate sono fondamentali:ancheper questo»,spiega, «ben prima chelaRegioneVeneto
diramassele propri lineeguida avevamoelaborato unprotocollo peri nuovi ingressiche sièrivelato ancorapiùrestrittivo. Lanostra proceduraprevede l'esecuzione deltampone primadell'ingresso, l'isolamentoinstanza singolaper 14giorni,la ripetizionedel tamponeesolo allora l'inserimentoinstruttura. Per noi cheabbiamotutte stanze doppie questacosapresuppone uno sforzoorganizzativonotevole, ma nell'interessedituttigli anziani siamoprontia sostenerlo.Il problemapiùserio, però», evidenziaBergamasco, «oggiè quellodeitamponi pre-ingresso cheèrichiesto datuttele Ipab.Di fatto,però,c'è unproblema enormeper gli anziani deiqualisi chiedel'inserimento mache vivonoin famiglia:nonesiste una procedurastandard,le case di riposononpossono provvedere perchédifattoquell'anziano nonè unloroospite esebbenemolte famigliesianodisponibili a sostenerei costidiuntampone a pagamentonon èpoi così sempliceprovvedere». Diqui l'appelloalla Regioneunito alle speranzein vistadelle lineeguida annunciateper domani . P.D.C.
Primo Piano 9
L'ARENA
Domenica 21 Giugno 2020
IlVenetoelaripartenza
La Regione ha chiarito che «nelle strutture in cui è ripresa l’attività il ballo con contatto è possibile, secondo le indicazioni generali, tra conviventi»: vanno affissi avvisi e la responsabilità del rispettodellanormaèaffidata agli interessati.
LAREGIONE CHIARISCE
Rispettoa11.900nuovi tamponi positivosolo lo0,03%
Balli di coppia sì, però solotraconviventi
LA SCOPERTA DELLE MICROBIOLOGIE VENETE. Il governatore Zaia e il primario di Treviso: «Siamo all’inizio della ricerca, lo Spallanzani ci ha dato l’ok, i dati parlano chiaro»
Rigoli: «Virus indebolito, si sta spegnendo» Giugno,tamponipositivinon«veri» Morti:2.002 «Su60milatestsolo210infezioni efattesoltantodi“pezzi”diCovid Tornanoa Vannoripensateleclassificazioni» calareiveneti Piero Erle
INVIATO A VENEZIA
Dal primo giugno il Veneto non ha avuto di fatto più positivi “veri” al coronavirus, capaci di infettare. Non solo: i cosiddetti “re-infetti”, che tanto avevano spaventato anche i medici, in realtà non lo sono affatto, perché quello che ha trovato il tampone è probabilmente solo un pezzo di “cadavere di virus” risalito dai polmoni fino alla gola. «È una scoperta di grande rilievo ed è tutta veneta», rimarca il governatore Luca Zaia introducendo nuovamente al suo fianco il primario trevigiano Roberto Rigoli. Una scoperta, per capirsi, che potrebbe rivoluzionare presto il calcolo dell’attuale indice di trasmissione “Rt” del virus. «Una scoperta - aggiunge Zaia - che dice una cosa semplice: non ha più senso parlare di “quanti” tamponi positivi vengono trovati, ma occorre capire la “qualità” di positività». Perché il Covid ora potrebbe essere mutato e non più infettante. IDATI. «I numeri che abbiamo
messo assieme non sono ancora stati divulgati, ma c’è una ricerca che abbiamo deciso di fare: capire bene se un dato che raccogliamo (il numero di positivi al virus) è utile, o diventa fuorviante», precisa Rigoli, primario di microbiologia a Treviso e vicepresidente dell’Associazione nazionale microbiologi, coordinatore delle 14 microbiologie venete. Ha lavorato alla ricerca coi primari Giuliana Lo Cascio di Verona, Mario Rassu di Vicenza e Claudio Scarparo di Venezia-Mestre. La scoperta è questa. Con il metodo “Pcr real time”, in sostanza, i ricercatori amplificano più e più volte il Dna del campione e quindi anche l’Rna del virus, se c’è. Perché se cerchi un ago in un pagliaio, il trucco è “amplificare” la paglia fino a dimensioni tali da poter “vedere” se c’è l’ago: e lo vedi quando, grazie all’uso di fluorofori, compare una fluoroscenza. «Se esce tanta luce subito, dopo pochi giri di amplificazione, vuol dire che c’è tanto virus. Se ne esce poca e dopo tantissimi giri, vuol dire che ce n’è molto meno», spiega Rigoli. Con una complicazione in più: il Covid-19 è un virus fatto da tre diverse parti, per cui a volte la luce del fluoro indica che ne sono state trovate solo una o due. «Perché è come una fabbrica: il virus entra nella cellula e impone alla cellula di produrre parti di virus che poi saranno as-
Sirisolveanche ilmisterodelle re-infezioni:la macchinatrova solo“resti”di infettantemorto
semblate a quelle prodotte da altre cellule e così si ricrea il virus stesso». Ebbene, andando a rivedere i 60 mila tamponi fatti da inizio giugno Rigoli e gli altri - «adesso al lavoro parteciperanno tutte le 14 microbiologie del Veneto» - si sono accorti che erano emersi solo 210 positivi. Ma si sono accorti che in 199 casi il virus era stato scoperto dopo 30-35 cicli di “amplificazioni”, «quindi quasi certamente non sono infettanti». Degli 11 casi più “carichi”, quando cioè il virus era emerso prima di 25-27 giri, soltanto tre erano “a luce forte”, ma avevano pochi sintomi e nessuno è stato ricoverato. Morale: «Su 60 mila casi abbiamo pochissimi positivi, e il dubbio su cui ora lavoreremo è che si tratti di “falsi” positivi, cioè non capaci di infettare: con il Ministero, si potrebbe arrivare a stabilire che sopra un certo numero di “amplificazioni”, o se c’è solo un “pezzo” di virus, il tampone va giudicato negativo». RICERCA. Insomma, il virus
potrebbe non essere più quello forte di febbraio e aprile. E ciò spiega anche la paura sorta per i “ri-positivizzati”: in realtà i tamponi hanno trovato in quei casi solo “pezzi” di virus, incapaci di cioè di infettare ancora e probabilmente riemersi in gola perché i polmoni guariti tendono a eliminare le cellule morte. Quindi erano falsi positivi. La scoperta è fatta ed è di rilevanza nazionale. E Rigoli ha già avviato un dialogo con la virologa Maria Rosaria Capobianchi, direttore all’istituto Spallanzani: l’interesse c’è e potrebbe portare a una svolta nelle stesse direttive generali dei virologi per la. E a Pavia il prof. Fausto Baldanti sta verificando con altrettante colture cellulari che questi virus trovati adesso hanno pochissimo potere di infettare cellule. «A questo punto dobbiamo andare a vedere se esistono positivi reali o no. Perché è lampante che il virus è meno virulento e circola meno». Sarà da vedere se questo si tradurrà in nuove “linee guida” meno vincolanti. Ma Rigoli, da uomo di scienza, non vuole dire nulla di più perché non ha certezze. Non accetta di dire che il virus è sicuramente sconfitto. Non fa nessuna previsione certa per l’autunno, anche se è possibile che il virus possa diventare un tipo “influenzale” come l’H1n1 dell’aviaria, o che sparisca come fece la Sars. Rigoli non dice che è il caldo a indebolire il Covid, visti i casi in Arabia. E rispetto al rischio che arrivino in Veneto stranieri con un virus più carico rimarca: «Noi con la Regione stiamo rafforzando le microbiologie: saremo le guardie del corpo pronte a “saltare addosso” subito a nuovi positivi e ai loro contatti. Non abbassiamo la guardia». • © RIPRODUZIONERISERVATA
inisolamento Unavittima
Un solo decesso, in una casa di riposo del Padovano. Sale così a 2002 il conto dei lutti per l’epidemia in Veneto, in una giornata in cui improvvisamente bisogna guardare con occhio diverso al conteggio dei nuovi contagi effettuato in questo ultimo mese, dato che il sospetto ufficializzato dalla Regione è che il virus sia mutato perché risulta molto più debole o addirittura “mutilato” nei tamponi. In ogni caso ieri il conto degli infetti è salito di altre quattro persone (è lo 0,03% dei quasi 12 mila tamponi portati a risultato nelle ultime 24 ore) e ha coinvolto le province di Treviso, Verona e Belluno. Il totale da inizio epidemia è di 19.239 veneti infettati. MENO “ISOLATI”. Era da tre
giorni che risaliva (di 120 unità in tutto) il numero di persone messe in isolamento in quanto “contatti” di nuovi infetti. Ora però, complice anche la positiva risoluzione delle infezioni nella caserma Serena di Treviso che ospita migranti stranieri (alla fine solo due infetti, e per di più senza sintomi da ricovero) ieri il conteggio per fortuna ha ricominciato a scendere: adesso sono costretti a restare a casa 896. In realtà c’è stato un leggero aumento di casi di quarantena nel Padovano (+6), ma è stato ampiamente compensato da cali nel Trevigiano, nel Veneziano, nel Veronese e nel Polesine. In parallelo ieri in Veneto è leggermente sceso ancora il numero di “attualmente positivi”: 574, con la sola provincia di Treviso che supera le 100 unità (e ci sono però 118 persone che sono qui ma non risultano con domicilio in Veneto). UN RICOVERO IN PIÙ. Picco-
lissimo segnale di allerta, il conteggio dei ricoveri nei reparti medici ieri è salito di una unità (nelle terapie intensive ci sono sempre 12 persone “Covid”, di cui una sola ancora positiva): è a 225 persone, con però solo 29 attualmente positivi al virus, dei quali due sono “nuovi ingressi” negli ospedali di Villafranca Veronese e di Belluno. I dimessi dai nosocomi intanto solo saliti a 3541 (ieri però solo +1). OFFERTE. La Regione ha ri-
cevuto quasi 58 milioni di euro in offerte per l’emergenza, grazie a un esercito di 39.093 donatori. • P.E. © RIPRODUZIONERISERVATA
Ilgovernatore Luca Zaiae ildirettore Roberto Rigolidellamicrobiologia diTreviso (vicepresidentenazionale deimicrobiologi)
ILFUTURO.Arriva martedìin Consiglioil pianourbanistico:l’ultimoè statovotato28 anni fa
EilVeneto dopola pandemia èsenzavincolipaesaggistici
Fracasso,Pd:«Sarà battaglia. Anche ilministero ha scritto due volte»
Ptrc farà decadere tutte le tutele che erano state prorogate fino ad oggi per salvaguardia. Vuol dire che le norme tecniche che oggi hanno valenza di legge non avranno più forza e dunque in molte aree di pregio ambientale diventerà lecito fare interventi impattanti, riducendo le tutele ai minimi termini. In queste aree di interesse archeologico e ambientale, per esempio, sarà possibile cacciare, usare mezzi motorizzati o eseguire tagli boschivi al di fuori dei piani della Forestale».
opere strategiche come il Porto offshore - Alto Adriatico a Venezia, la Linea sublagunare, l’Idrovia Padova - Venezia e la rete Metromare da Venezia fino al Friuli Venezia Giulia. Ma sono assenti nel piano dei trasporti. Di più. Nel piano strategico del turismo è fondamentale il ruolo paesaggistico-culturale, il turismo green e slow che qui però non solo vengono trascurati, ma direttamente abbattuti». Stesso problema per l’autostrada del mare Porto Levante - Chioggia - Venezia, come ricorda Graziano Azzalin, vicepresidente della commissione Agricoltura: «Il compito principale di chi programma è dare una prospettiva. Nel Ptrc è presente questa infrastruttura fondamentale per l’economia e per l’ambiente. Invece nel Piano trasporti queste indicazioni non ci sono». Zanoni lo dice: «Questa - conclude - sarà ricordata come la legislatura record dei piani che non pianificano: il piani cave, aria, energia, casa e ora il Ptrc che è la ciliegina, marcia, sulla torta».
LE ALTRE CARENZE. In questo
EMENDAMENTI PRONTI. Frac-
Cristina Giacomuzzo
Il Covid-19 ha portato al prolungamento della legislatura guidata dal governatore Luca Zaia e con questa alla possibilità, del tutto inaspettata a inizio gennaio, di far approdare in aula uno dei grandi temi incompiuti: il Piano territoriale regionale di coordinamento (Ptrc) in pratica, il grande piano urbanistico della Regione. A gennaio perché il provvedimento era appena approdato in Commissione e, nell’ottica di dover tornare alle urne a fine maggio, la maggioranza era praticamente certa di doverlo lasciare in eredità ai futuri eletti. Invece no. È stato licenziato e approderà in consiglio martedì e mercoledì per il voto finale. Si tratta di uno strumento quadro che serve aggiornare: l’ultimo era stato approvato ben 28 anni fa. Ma il problema è che all’appello manca un tassello importante della legge urbanistica: il Piano paesaggistico con vincoli e tutele per le aree di pregio di cui proprio non c’è traccia. Ed è per questo che in aula sarà battaglia. LE LETTERE DEL MINISTERO.
L’ha annunciata il capogruppo del Pd, il vicentino Stefano Fracasso: «Dopo 11 anni di gestazione e 4 milioni 832 mila euro spesi, il Veneto
Unmomento deilavoriin aulaalFerro FiniaVenezia
non si merita un piano così denuncia -. È un piano monco perché tutta la parte della tutela paesaggistica manca. Di più. È una stortura perché apre le porte alla deregulation». Il vicepresidente del consiglio regionale, il dem Bruno Pigozzo, svela poi un retroscena: «La Regione ha pensato in maniera unilaterale di fermare il confronto con il ministero dei Beni culturali sull’aspetto dei vincoli paesaggistici. La cosa non è piaciuta e il ministero lo scrive chiaramente in due distinte note, una di marzo e l’altra l’11 giugno. È venuta meno la leale collaborazione istituzionale. La risposta? La maggioranza di Zaia ha intenzione di far approvare in aula un ordine del giorno in cui impegna la giunta a procedere con il piano paesaggistico. Una assurdità perché votato il
“
Dopo11anni diitere5milioni ilVenetonon simeritaunpiano senzatutele STEFANOFRACASSO CAPOGRUPPOPD INREGIONE
senso Andrea Zanoni parla di «piano dei gamberi» perché di fatto, a suo dire, si torna indietro. «E dopo l’ok a questo provvedimento sarà una giungla. Non solo. È clamoroso che per i cambiamenti climatici si faccia riferimento a un Rapporto ambientale che è datato: è quello del 2013. Insomma, è come se il tornado del Brenta del 2015, l’uragano Vaia del 2018 e l’“acqua granda” del 2019 non ci fossero mai state». E ancora. Francesca Zottis mette in evidenza le discrepanze tra questo piano e quello dei trasporti: «Qui sono inserite
casso quindi chiude: «Il Ptrc dovrebbe servire ai sindaci per far rispettare delle indicazioni di tutela del paesaggio della famosa “Land of Venice”. E invece sono lasciati senza armi. Peggio. Si consente ai grandi consumatori di suolo di procedere senza ostacoli. Questo piano per noi va rimandato dritto in commissione in attesa della parte paesaggistica. In ogni caso, faremo di tutto in aula durante il dibattito per raddrizzare le storture: oltre 40 gli emendamenti presentati per modificare il piano». • © RIPRODUZIONERISERVATA
ANNO 155. NUMERO 170. www.larena.it
DOMENICA 21 GIUGNO 2020 ¤ 1,40
STELLADELLAGRANDEINTER
(Veronae provinciaarichiesta conGente¤ 2,00)
PRIMASCHEDAIL25GIUGNO
AddioaCorso,campione egentiluomo•>
Votalagelateriapreferita Corsa al via con L’Arena•>
PAG49
PAG19
LARIPARTENZAA VERONA. Dopo l’emergenza dovutaallockdown primisegnali diripresa.Mai disoccupatisono17mila in più
Ipostidilavorotornanoacrescere Zaiaannuncia:«IlCoronavirussistaspegnendo.Su60milatamponisolo210positivimaconunacaricadebolissima»
Lagrande lezionediAlex di FERDINANDO CAMON
y(7HB5J1*LQRKKR( +"!"!]!$!=
Poste Italiane S.p.A. - Sped. in a.p. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Verona
A
lex Zanardi è il vero emblema dello sport inteso come lotta contro i limiti umani: ha scavalcato questi limiti più volte, e in più sport. È l’«atleta che non si fa rottamare». Nel 2001 su un circuito in Germania la sua vettura s’intraversò e rimase inchiodata sul posto, la vettura che lo seguiva non riuscì ad evitarlo, tranciando la macchina e tutto quello che c’era dentro, cioè le gambe del pilota. Da allora era «un uomo senza gambe». Se si fosse rassegnato a guardare lo sport, senza praticarlo, nessuno di noi avrebbe osato dire che era vile, che s’arrendeva facilmente. In realtà tutti noi avevamo pensato che quello era un incidente definitivo, che mette fine all’attività sportiva di un atleta, che un uomo cui il destino ha tagliato le gambe può fare altre cose, ma con lo sport ha chiuso. Invece Alex, e qui sta la sua grandezza come atleta e come uomo, s’è costruito il passaggio a uno sport completamente diverso, senza volante, senza motori, senza aiuto meccanico, uno sport in cui lui col suo corpo sarebbe stato il motore, e le sue braccia i pistoni: la bicicletta a mano, la handbike. S’è riplasmato da zero. S’è rifatti i muscoli delle braccia poderosi. S’è allenato come un pazzo. Ha cominciato a vincere, lui e la sua bicicletta a mano sembravano un’unica macchina, correva sorridendo, mandava messaggi d’incoraggiamento a chi pativa incidenti paralizzanti: non era soltanto un rinato ma uno che faceva rinascere gli altri. Ci ha insegnato che la parola «rottamare» è un insulto. L’uomo non si rottama, nessun uomo. Chi è stato stroncato da uno sport, si sposta e vince in un altro sport. Lui e Bebe Vio non sono due da consolare, ma due consolatori. Non ci è chiaro come adesso sia incappato in quest’altro terribile incidente: con molta probabilità, l’organizzazione avrebbe dovuto bloccare il traffico e non l’ha fatto. Dovevamo proteggerlo e non l’abbiamo fatto. Eravamo in debito con lui. Il debito cresce.
I dati parlano chiaro: il virus come lo abbiamo conosciuto fino ad ora si è indebolito, si sta spegnendo. Lo dice lo studio portato avanti dai microbiologi e lo sottolinea il presidente Luca Zaia: «I positivi non sono più in grado di infettare, è una scoperta di grande rilievo ed è tutta veneta». Da giugno si è notato che il Covid-19 che viene individua-
to non ha la forza che aveva in precedenza, se ne trovano dei «pezzi», ma la struttura di contagiosità si è molto ridimensionata. Una buona notizia, che si aggiunge a quella relativa al lavoro: da maggio gli occupati sono tornati a crescere dopo il periodo nero dell’emergenza, nel corso del quale si sono persi quasi 17mila posti. > PAG9-11
•
Ilcomandante dellaPolstrada diVerona Girolamo Lacquaniti èpreoccupato perilripetersi degliincidenti: troppiguidano dopoaver bevutoalcolici
LAPOLIZIA
Lacquanitilancia l’allarme:«Troppi ubriachialvolante sullenostrestrade»
•
> VACCARI PAG17
SERIE A. Nella sfida con il Cagliari, in un Bentegodi deserto, la squadra di Juric centra la vittoria
GAZZO. Sono gravi
Schianto moto-bici dueferiti Uno schianto terribile, fra una moto e una bicicletta, e due feriti ricoverati in gravi condizioni a Borgo Trento: è il pesante bilancio dell’incidente stradale avvenuto nel tardo pomeriggio di ieri a Gazzo. Il motociclista, un 43enne, alla guida di una Harley Davidson, è finito contro il guard-rail mentre il ciclista è caduto e ha battuto la testa sull’asfalto. > MIRANDOLA PAG37
•
DiCarmine-show,l’Hellasvola
GRINTAEGIOCO. L’Hellas ripartenel migliore deimodi nelcampionato di serie A:vince ilrecupero conilCagliarie continuaacullare ilsognodi un posto inEuropa.La squadradi Juricdominalaprimamezz’ora, impone ilsuogioco eva duevolte in reteconDi Carmine.Dopo ilrosso aBorinii ragazzidi Zenga riesconoad accorciareledistanze. Nellaripresa vienefuori ilcaratteredei gialloblù,che controllanole sfuriatedei sardi,rischianoin unpaio dioccasioni masonobravia gestirelapartitafino altriplice fischiofinale. IlVeronanon sembraquindiaver patitopiù di tanto icentogiornidi stop peril Coronaviruse martedìèatteso dinuovoalBentegodi per lasupersfidaconil Napoli,fresco vincitoredella Coppa Italia. > PAG42-43-45
•
VERONARACCONTA ¬ Alessandro Mazzucco
«Trapiantavo cuori, oggi aiuto 3 milioni di persone» di STEFANO LORENZETTO
D
opo quasi mezzo secolo trascorso con la mascherina calata su naso e bocca, nei giorni del coronavirus il cardiochirurgo Alessandro Mazzucco può, da presidente della Fondazione Cariverona, prendersi la libertà di parlare senza bavagli con il cronista e di consentire all’interlocutore di fare altrettanto. Nel Palazzo Pellegrini di via Achille Forti gli spazi per mantenere le distanze di sicurezza non mancano di certo. La sede dell’ente più importante di Verona – primo azionista italiano di Unicredit, al quinto posto nella classifica delle 88 fondazioni bancarie d’Italia e
nel ristrettissimo gruppo delle dieci con un patrimonio a nove zeri – sembra più che altro un museo. E non solo per le dimensioni. In ogni salone, in ogni corridoio, in ogni ufficio t’imbatti in artisti che dal passato remoto (Jacopo Bassano, Bernardo Bellotto, Gaspare Vanvitelli, Abraham Brueghel, Jacopo Palma il Giovane, Felice Brusasorzi, Paolo Farinati) ti accompagnano fino al secolo scorso (Beppe Ciardi, Giacomo Balla, Umberto Boccioni, Mario Sironi, Filippo De Pisis, Giorgio Morandi, Renato Guttuso, Gino Severini, Giacomo Manzù, Ardengo Soffici, Alberto Savinio, Angelo Dall’Oca Bianca, Emilio Vedova). In tutto 952fra dipinti e sculture. Dal 14 novembre di 35 anni fa, quando a Padova entrò in sala operatoria con Vincenzo Gallucci per eseguire su Ilario Lazzari il primo trapianto di cuore in Italia, sono pochi i rischi che riescono a impensierire Mazzucco. (...) > PAG23
•
L’INTERVENTO
Nelbuio dellasofferenza dapandemia
•
> GIUSEPPEZENTI VESCOVO DIVERONA
PAG26