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VENERDÌ 22 NOVEMBRE 2019 CORRIERE DELLE ALPI
REGIONE
la sanitÀ nel Veneto
Bandi d’assunzione ospedaliera si candidano 524 giovani medici Sono laureati abilitati, ancora privi di specializzazione, destinati a pronto soccorso medicina e geriatria. Zaia: «Una risposta incoraggiante, priorità assoluta alle cure» VENEZIA. Sono 301 i giovani
tro le specializzazioni, anzi, e ben venga l’aumento del numero delle borse di studio, per il quale ho già dato la disponibilità della Regione alle Università. Ma in questa fase emergenziale prima vengono le cure alla gente, poi tutto il resto. Nelle nostre intenzioni, dopo un periodo di ulteriore formazione, quanti supereranno il
medici laureati e abilitati, ma non specializzati, che hanno aderito al bando della Regione per l’assunzione nei reparti di Medicina e Geriatria degli ospedali veneti, afflitti da una accentuata scarsità di camici bianchi. Si aggiungono ai 223 dell’analogo bando riguardante i pronto soccorso, per un totale di 524 candidati all’ingresso nel sanità pubblica.
Ma Benazzato (Anaao) si oppone: «Operazione illegittima e rischiosa per loro e per i pazienti»
TERAPIA D’EMERGENZA
Ne dà notizia il governatore Luca Zaia, confermando la linea intrapresa ad agosto: «Andiamo avanti convinti perché abbiamo preso un impegno con la gente e abbiamo la volontà di risolvere i problemi. Dobbiamo fronteggiare una crisi grave: in Italia mancano 56 mila professionisti e nel Veneto 1300». I bandi però riguardano neolaureati che non hanno completato la formazione... «Questi 523 giovani sono medici veri e propri. Non abbiamo assolutamente nulla con-
U
Gli ospedali del Veneto soffrono la scarsità di medici specializzati
concorso, affiancheranno i colleghi strutturati per svolgere attività perfettamente in linea con la laurea e la preparazione conseguite». «I numeri di questi bandi sono estremamente significativi», fa eco l’assessore Manuela Lanzarin «e confermano come i giovani medici abbiano voglia di mettersi alla prova e ini-
lungo il 2020 alla scoperta della nostra regione. Paesaggi mozzafiato, proverbi della tradizione e barzellette in dialetto celebrano il Veneto e le sue unicità.
ziare un percorso lavorativo. Testimoniano anche che avevamo visto giusto nel battere questa strada innovativa. I primi corsi di formazione per 50 di questi giovani inizieranno il 18 dicembre». Data non casuale alla luce del pronunciamento del Tar, previsto ai primi di dicembre, sul ricorso contro la Regione presentato dai medici dell’ Anaao. IL BALLETTO DELLE CIFRE
Questi ultimi, per voce del segretario regionale Adriano Benazzato, ribadiscono la contrarietà all’iniziativa: «Anzitutto le cifre sbandierate sono infondate. Dalle nostre stime, confermate dal Mef, i medici ospedalieri mancanti non sono più di 8 mila su scala nazionale; d’altronde, attualmente siamo in 105 mila: se la metà fosse venuta meno, gli ospedali sarebbero chiusi da un pezzo». E nel merito dei bandi? «Per noi sono illegittimi e, con l’aumento previsto di borse di studio, al danno si aggiungerà la beffa. Capisco che i giovani laureati abbiano voglia di lavorare ma in assenza di specializzazione la legge vieta loro di svolgere la guardia medica in ospedale, possono operare solo in ambito territoriale. Privi di formazione adeguata, rappresentano un rischio per i pazienti e per se stessi», Alternative? «Le abbiamo indicate più volte. Ogni anno le nostre università sfornano 1326 specializzandi al quarto e quinto anno: si utilizzino loro anziché mandare i giovani allo sbaraglio». — Filippo Tosatto BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
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il programma lanzarin
Per gli anziani e i disabili c’è un fondo da 786 milioni VENEZIA. Priorità all’assistenza residenziale e semiresidenziale ad anziani e disabili, cioè ad accorciare le liste di attesa per l’inserimento in case di riposo, case famiglia e centri diurni. È l’indicazione-chiave del riparto del Fondo veneto per la non-autosufficienza approvato dalla Regione su proposta dell’assessore alla sanità e al sociale Manuela Lanzarin. Il Fondo ha una dotazione complessiva di 786,1 milioni di euro, oltre 22 in più rispetto allo scorso anno e privilegia le impegnative di residenzialità per gli anziani: 493,6 milioni di euro (pari al 62,8%), 13 mln in più dello scorso anno, sono dedicati, appunto, ai contributi per le rette nelle case di riposo. Per l’accoglienza residenziale delle persone disabili ci sono 161,7 mln quasi 10 in più rispetto allo scorso anno, ripartiti tra contributi alle rette per chi è assistito in case-famiglia o istituti (67,6 mln) e contributi per chi frequenta centro diurni educativi e occupazionali (94 milioni); infine, 108 mln in assegni di domiciliarità per chi è assistito a casa. —
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PRIMO PIANO
Venerdì 22 Novembre 2019 Corriere del Veneto
Politica I fronti aperti
«Liberiamo i sindaci», c’è la legge Fico: «Importante passo in avanti» Le richieste dei Comuni in una proposta bipartisan. Prime misure anticipate nel decreto fiscale La vicenda ● Si è conclusa la tre giorni dell’assemblea nazionale dell’Anci ● Un’edizione particolare in cui i temi contenuti nel manifesto dei sindaci lanciato dalle colonne del Corriere del Veneto ha tenuto banco a partire dalla
consegna del documento nelle mani di Sergio Mattarella ● 10 punti per restituire ai sindaci dignità e strumenti operativi per lavorare
VENEZIA Sono tutti d’accordo con i sindaci. Dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella al premier Giuseppe Conte, passando per i ministri, i sottosegretari, i deputati e i senatori che si sono alternati sul palco dell’assemblea nazionale dell’Anci ad Arezzo. E ora? E quindi? Che fine faranno le richieste - precise, chiarissime - avanzate dai primi cittadini italiani e di più, messe perfino nero su bianco da quelli del Veneto nel manifesto in dieci punti lanciato da queste colonne? La risposta l’ha data ieri il presidente della Camera Roberto Fico: «In parlamento,
nelle commissioni Bilancio e Affari Istituzionali, è in lavorazione una legge in supporto dei Comuni. Sarà un ulteriore passo avanti ed è proprio la legge che tutti i sindaci avevano elaborato». Fico si riferisce alla proposta di legge ribattezzata «Liberiamo i sindaci», presentata alla Camera da Roberto Pella, sindaco piemontese di Valdengo, vice presidente vicario di Anci nazionale, deputato di Forza Italia, indicata dai sindaci del Veneto al punto 6 del loro manifesto. È un progetto molto articolato, nato dalla riflessione interna all’associazione dei Comuni, già sottoscritto da 2.500 sindaci (tra cui tutti quelli dei Comuni capoluogo). Se mai venisse ap-
provata nella sua interezza risolverebbe sostanzialmente tutti i problemi che oggi affliggono la vita dei municipi. Ha il pregio dell’organicità mentre il governo pare orientato ad adottare piuttosto una variegata serie di interventi, sottoforma ora di emendamenti alla legge di Stabilità, ora di norme del Collegato, ora di decreti, ora di provvedimenti ancora da definirsi nei modi, nei tempi e nei contenuti. «È importantissimo che i Comuni, quindi i sindaci e i consigli comunali, siano aiutati a lavorare al meglio. Perché se i Comuni lavorano bene e possono erogare servizi di alta qualità sono le istituzioni più prossime ai cittadini. E i
● La nomina Umbria,Coletto entraingiunta Aveva giurato che sarebbe tornato a fare il geometra nella sua Verona, invece ieri sera il nome di Luca Coletto, già assessore veneto alla Sanità e poi sottosegretario alla Salute, è comparso nella giunta regionale umbra di Donatella Tesei, la nuova presidente alla guida di una coalizione di centro © RIPRODUZIONE RISERVATA destra.
cittadini, lavorando bene con i Comuni, si riappropriano delle istituzioni e della fiducia nelle istituzioni» ammonisce Fico, con ciò lasciando intendere di essere pronto a trovare una via celere per la discussione a Montecitorio. Ieri è scaduto il termine per la presentazione degli emendamenti, l'obiettivo è di approvare il testo nelle commissioni entro il 6 dicembre, prima dell’arrivo dello tsunami della manovra. «Anche il Presidente Mattarella, che ringrazio, ha ribadito convintamente dal palco di Arezzo l’urgenza e la necessità di approvare in tempi brevi la nostra proposta di legge - ricorda Pella -. Sia il premier Giuseppe Conte sia la viceministra all’Economia Laura Ca-
Primi cittadini La platea aretina della trentaseiesima assemblea nazionale dell’Anci. La chiusura ieri con Roberto Fico
stelli hanno anticipato che una parte delle proposte sarà già recepita dal Decreto Fiscale. Il resto dovrà trovare un rapido completamento del percorso parlamentare avviato. “Liberare” i sindaci dagli ostacoli che ne impediscono l’attività durante il loro mandato e li impegnano in compiti anacronistici significa migliorare la qualità di vita delle nostre comunità, produrre risparmi e impiegare risorse, umane e materiali, in progetti ambiziosi e di respiro per la crescita e lo sviluppo del Paese». Solo la parte dedicata alla semplificazione burocratica, secondo Anci, permetterebbe ai Comuni di risparmiare oltre 380 milioni l’anno. Scorrendo i 36 articoli, poi, tra una revisione del ruolo del sindaco ed un ridisegno dei compiti del consiglio comunale, l’assunzione dei segretari comunali e l’abolizione dei tetti di spesa, si ritrova la richiesta di potenziare gli strumenti a disposizione delle amministrazioni locali per la riscossione dei tributi: esattamente ciò che ha fatto il governo, introducendo nella manovra la possibilità di pignorare i conti correnti di chi non paga Imu e Tasi. Una misura che sta facendo discutere, con un attacco che - sorprendentemente - arriva dall’interno della stessa Anci: «Il blocco dei conti è roba da far impallidire lo sceriffo di Nottingham, il governo vuole costringere noi sindaci a fare il lavoro sporco» attacca la deputata della Lega Arianna Lazzarini, sindaco di Pozzonovo e neo consigliere nazionale Anci. E meno male che i Comuni dovevano portare avanti le loro battaglie uniti come la falange macedone... Ma. Bo. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Biennale, verso il rinnovo del Cda
Baratta, fronte per la proroga Zaia: «Mandato pieno». Scoglio M5s VENEZIA «Squadra vincente non si cambia». È
Paolo Baratta, classe 1939, una laurea in Ingegneria al Politecnico di Milano e una in Economia a Cambridge, è stato più volte ministro. Presidente della Biennale dal 1998 al 2001 e dal 2008 a oggi
la frase più ricorrente nei corridoi della politica lungo l’asse Venezia-Roma, quando si parla di prorogare Paolo Baratta come presidente della Biennale per un altro anno. E il governatore del Veneto Luca Zaia si spinge oltre: «Una proroga di un anno? Baratta va rinnovato per un altro mandato, punto. Ha il merito di aver nobilitato la Mostra del cinema, di averla resa popolare e di qualità e di averci collocato tra le più grandi mostre al mondo. Per capirci, ormai Cannes la guardiamo dallo specchietto retrovisore. La politica non c’entra. È un dato di fatto. Negli ultimi 7-8 anni abbiamo fatto l’en plein con i film passati a Venezia che hanno vinto un Oscar. Se Paolo se la sente ed è disponibile, andiamo con una nomina piena». Zaia è un fiume in piena: «Regola aurea del management aziendale è che quando un manager dà produzione e fatturato non si deve mai mettere in discussione, Paolo ha dimostrato di produrre, in qualità oltre che in quantità. E se dovessimo fare un concorso per titoli ed esami Baratta lo vincerebbe. Altro che
decrescita felice». L’ultima stoccata è per il M5s che resta isolato a chiedere un cambio al timone della corazzata veneziana. Certo, qualche difficoltà tecnica c’è. Il cda della Fondazione scade il 20 gennaio e per una proroga servirebbe un articolo ad esempio nell’imminente manovra di bilancio. Ma, dice un navigante di lungo corso delle istituzioni come Renato Brunetta: «Baratta è bravo e va confermato. Quanto al “come”, le vie del signore sono infinite e anche quelle delle modifiche statutarie percorribili se c’è la volontà politica». Del resto non è la prima volta. Nel 2015, per consentire un nuovo mandato, ci fu una sollevazione di popolo per Baratta che oggi, come allora, mantiene il profilo silenzioso del civil servant. Il Pd, alle prese con una non semplice convivenza di governo, spiega per bocca del deputato veneziano Nicola Pellicani: «Sarebbe molto positivo potesse continuare, ha fatto molto bene e ha rilanciato la Biennale facendola diventare il più grande appuntamento internazionale per le Arti, regalando alla città un turismo di qualità. Spero ci siano le
condizioni normative per consentirlo». Il fuori onda è chiaro: serve un accordo con gli alleati di governo. Uno scoglio non semplice da superare. «Mi preoccupa perché abbiamo sempre detto che i regolamenti vanno rispettati - ragiona la senatrice pentastellata veneziana e membro della Commissione cultura, Orietta Vanin - e che fosse giusto dare spazio anche ai giovani. Spero che questo diventi un argomento di confronto e discussione nelle due commissioni Cultura in parlamento». A favore senza se e senza ma la collega in commissione a Palazzo Madama, Daniela Sbrollini, di Italia Viva e la leghista, anche lei in commissione Cultura ma alla Camera, Angela Colmellere: «È importante, visto che la Biennale è di Venezia ed è a Venezia, che ci sia un raccordo con la Regione. Al M5s ricordo l’importanza di una fondazione come la Biennale, il loro ”largo ai giovani” lascia il tempo che trova. Serve una persona di uno spessore e con delle competenze altissime». Martina Zambon © RIPRODUZIONE RISERVATA
22-NOV-2019 Estratto da pag. 3 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
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VENERDÌ 22 NOVEMBRE 2019 CORRIERE DELLE ALPI
BELLUNO
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“White river”: stroncato un giro di spaccio le reaZioni
Il presidente Zaia chiede condanne esemplari CONEGLIANO. Il governato-
Cocaina, contanti, carte di credito e smartphone sequestrati dai carabinieri. A destra la conferenza stampa del maggiore Fabio Di Rezze e del luogotenente Valter Buso
Maxi operazione anti droga arresti fra Conegliano e Belluno Tre nigeriani sono finiti in manette. Centrotrenta i clienti accertati fra Veneto e Friuli Venezia Giulia Diego Bortolotto CONEGLIANO. Blitz notturno dei carabinieri fra Conegliano e Belluno, stroncato un giro di spaccio. Tre le persone finite in manette, una viveva nel capoluogo. Il Monticano era il “White river”, il “fiume bianco di droga”, il luogo dove gli spacciatori incontravano i loro clienti. Un fiume di cocaina e denaro scorreva fra tre nigeriani, i venditori, e almeno 130 persone di ogni ceto ed età, trevigiani, bellunesi e pordenonesi, gli acquirenti. Un giro d’affari da centinaia di migliaia di euro. Dallo studente all’imprenditore, dall’operaio all’idraulico, anche gli insospettabili andavano a rifornirsi dagli extracomunitari. I TRE SPACCIATORI
I carabinieri della stazione di
Conegliano hanno arrestato mercoledì sera tre nigeriani di 24, 27 e 29 anni, accusati di aver spacciato cocaina per almeno un anno in città. Sposati e con famiglia, due hanno dei precedenti, di cui uno legati alla droga, e due sono irregolari. L’operazione coordinata dal luogotenente Valter Buso, comandante della stazione dell’Arma di Conegliano, ha preso avvio a fine 2018, quando un venticinquenne dell’hinterland coneglianese era stato salvato da un tentato suicidio.
vane da quel losco giro. Sono stati avviati approfondimenti sul pusher e da lì è stato scoperto un vasto commercio illecito, che faceva riferimento al gruppo nigeriano. IL BLITZ
Sono stati effettuati apposta-
Mesi di pedinamenti e intercettazioni Poi i carabinieri hanno chiuso il cerchio
LE INDAGINI
Nella sua camera era stata trovata una striscia bianca di coca. «L’uso della sostanza stupefacente aveva ampliato un disagio personale», spiegano gli investigatori. La famiglia si era preoccupata per il figlio e i carabinieri avevano dato loro supporto per allontanare il gio-
menti, pedinamenti, servizi di controllo mirati, che hanno portato al blitz di mercoledì sera, su disposizione della magistratura. Sono stati rinvenuti in un’abitazione di uno degli arrestati 20 grammi di cocaina già divisa in dosi, 5 mila euro in contanti, sostanza da taglio
e bilancino di precisione. È stato il coronamento dell’operazione “White river”. I CLIENTI
La voce dello spaccio nigeriano sul Monticano a Conegliano si era diffusa tra gli “sniffatori” anche fuori dalla Marca. 60 euro per dose (c’era anche chi chiedeva lo sconto), il guadagno netto stimato era 10 mila euro al mese. Nei precedenti controlli erano stati sequestrati altri 60 grammi di polvere bianca e individuati 130 assuntori abitanti nelle province di Treviso, Belluno e Pordenone. «Persone di tutte le età, da studenti, a imprenditori all’operaio – spiegano gli inquirenti – che dopo il lavoro, la sera, prima di tornare a casa andavano a prendere la dose di cocaina». I pusher si muovevano a piedi e in bicicletta e cambiavano spesso numero di cellulare,
per cercare di sfuggire alle intercettazioni. Le rive del Monticano, lontano da telecamere e occhi indiscreti, erano la loro base operativa. Nel fascicolo d’indagine in capo al gip Bruno Casciarri sono finite diverse conversazioni. Una delle più curiose quella di un nuovo cliente che si era messo in contatto con il gruppo nigeriano, ma poi è andato a rifornirsi di stupefacenti da altri. I carabinieri hanno inoltre perquisito un negozio etnico. «Sottolineo l’impegno dei militari della stazione – ha affermato il comandante della compagnia carabinieri di Conegliano, il maggiore Fabio Di Rezze –, hanno dimostrato grande spirito di dovere». I tre fermati sono detenuti a Santa Bona, a disposizione dell’autorità giudiziaria. – BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
la patrona dei carabinieri
Virgo Fidelis, durante la messa ricordati i Caduti e gli orfani BELLUNO. Virgo Fidelis in memoria dei Caduti della battaglia di Cualqualber e degli orfani. Ieri i carabinieri hanno celebrato la loro santa patrona con una messa nella cripta del Duomo. È stata l’occasione anche per commemorare il 78° Anniversario dell’eroica difesa del caposaldo di Culqualber da parte del 1° Battaglione Carabinieri e Zaptiè mobilitato, che il 21 novembre
1941 si sacrificò in una delle ultime cruente battaglie in terra d’Africa. Per quel fatto d’armi, alla Bandiera dell’Arma fu conferita la seconda Medaglia d’oro al Valor Militare, con la seguente motivazione: “Glorioso veterano di cruenti cimenti bellici, destinato a rinforzare un caposaldo di vitale importanza, vi diventava artefice di epica resistenza. Apprestato salda-
mente a difesa l’impervio settore affidatogli, per tre mesi affrontava con indomito valore la violenta aggressività di preponderanti agguerrite forze, che conteneva e rintuzzava con audaci atti controffensivi, contribuendo decisamente alla vigorosa resistenza dell’intero caposaldo, ed infine, dopo aspre giornate di alterne vicende, a segnare, per l’ultima volta in terra d’Africa,
La messa per la celebrazione della Virgo Fidelis
la vittoria delle nostre armi”. “Delineatasi la crisi”, prosegue la motivazione, “deciso al sacrificio supremo, si saldava graniticamente
agli spalti difensivi e li contendeva al soverchiante avversario in sanguinosa, impari lotta corpo a corpo, nella quale Comandante e Carabinieri, fusi in un sol eroi-
re Luca Zaia chiede pene esemplari per quelli che definisce “seminatori di morte”. «Complimenti agli uomini dell'Arma che con un paziente lavoro d'indagine e di appostamenti hanno inferto un colpo letale alla rete dello spaccio – afferma il presidente del Veneto - arrestando tre spacciatori di cui due immigrati irregolari». Il blitz dei carabinieri di mercoledì sera è scattato su ordine di custodia cautelare emesso dalla Procura di Treviso. «Mi auguro – aggiunge il governatore - che gli ordini di custodia cautelare non siano vanificati da esiti processuali indulgenti, perché non va lasciato alcuno spazio a quelli che considero seminatori di morte. I nostri giovani, le nostre famiglie, non devono finire preda del più losco e squallido dei traffici, che fonda il proprio impero economico sull'asservimento chimico di vite umane». Ieri anche alla caserma Bonsignore di Conegliano si è celebrata la Vigor Fidelis, nel giorno della santa patrona dell'Arma. Il sindaco Fabio Chies e il presidente del consiglio Giovanni Bernardelli, presenti alla cerimonia, si sono complimentati con i militari per la brillante operazione antidroga. «La capacità e sensibilità dei carabinieri ha dato risposta anche a genitori preoccupati per il loro figli. Non solo fanno rispettare la legge, ma dimostrano anche di essere vicini ai cittadini - ha osservato il sindaco Chies - un plauso ai carabinieri va fatto non solo per queste grandi operazioni ma anche al presidio quotidiano. Non vogliamo che questi spacciatori stiano più sul nostro territorio». — Di.B.
co blocco, simbolo delle virtù italiche, immolavano la vita perpetuando le gloriose tradizioni dell’Arma”, si legge. Quei Caduti sono stati ricordati ieri durante la messa nella cripta del Duomo, insieme a tutti i carabinieri che, in pace e in guerra, hanno saputo tener fede al giuramento prestato fino all’estremo sacrificio. A tutti loro, e ai loro familiari, è stato reso onore durante la celebrazione in onore della santa patrona dell’Arma. Ieri, inoltre, si celebrava anche “Giornata dell’Orfano” ed anche a loro i carabinieri hanno rivolto un sentito pensiero nella giornata della Virgo Fidelis. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
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LETTERE E OPINIONI
LE LETTERE
VENERDÌ 22 NOVEMBRE 2019 CORRIERE DELLE ALPI
de competenza medica e trattata con ogni cura in un ambiente sereno e curato. Un grazie di cuore a tutti. Lucia Colussi
LA SEGNALAZIONE
Feltre Grazie al lavoro del centro Alzheimer Si sente parlare al giorno d’oggi sempre più frequentemente di un’Italia che non funziona, spesso nel settore della sanità. Se ne parliamo lo facciamo per lo più per lamentarci. Orbene, io vorrei dire due parole sul centro Alzheimer di Feltre (ove mia suocera è stata ricoverata per 2 mesi). Quando mia suocera entrò, era agitata confusa, così come questa malattia porta ad essere. In questa struttura Corona si sentì accolta e protetta ed è stata seguita in maniera eccellente con un personale preparato e paziente (cosa non facile). Chi vive con persone con questa malattia sa quanto sia faticoso convivere con essa .. eppure io in questo posto ho avuto l’impressione che lei da subito non sia mai stata considerata un numero o solo una paziente ma una persona.... Mi sembrava dunque opportuno e cosa giusta ringraziare tutto il personale, facendo conoscere pubblicamente la mia esperienza positiva. Quando le cose funzionano, a mio avviso si deve far conoscere il valido e tanto che c’è dietro. Loretta Andrighetti. Feltre
Mose e dintorni Le vere colpe dei disastri veneti Ormai siamo al delirio politico del centro destra e di tutta la stampa che ci va dietro. Con l’acqua alta a Venezia è andata in onda la spudoratezza dei leader, Salvini, Berlusconi e diciamolo pure del nostro Zaia che a parole sembra faccia tutto; invece i problemi quando piove vengono a galla nel vero senso della parola. Mi riferisco al Mose, a Venezia, lavori eterni, ancora da terminare e dove si sono viste tangenti volare di qua e di là con disinvoltura ineguagliabile. La Regione è da anni in mano al centrodestra, Lega e Forza Italia hanno governato e irrisolto problemi eterni, e dare la colpa agli altri sul Mose dove Galan e altri hanno banchettato è sembrato davvero il massimo del sciacallaggio politico, una vera vergogna e mancanza totale di dignità. Venezia sommersa, la montagna che crolla, esondazioni di qua e di là, paesi senza luce per giorni ogni volta che fa vento. Questo è il buon governo veneto, dove nessuno chiede le dimissioni di Zaia, compresa la stampa amica, la quale mette in evidenza la buca in strada a Roma chiedendo le dimissioni della sindaca Virginia Raggi e poi ti presenta i disastri idrogeologici del Veneto come fatalità. Salvini è riuscito a dare la colpa della mancata realizzazione del Mose all’ex ministro Toninelli, il quale non ha fatto nemmeno il tempo a sedersi da ministro che il governo è caduto. Questi sono i politici che hanno governato il Veneto e che vogliono governare l’Italia; tocchiamoci tutti e auguri. Diego De Toffol. Belluno
La cultura Politici, pensate meno alle elezioni
ripresa l'attività sportiva giovanile di nuoto dell'ondablu
Oltre 150 atleti si allenano a Pedavena e S. Giustina È ripresa l’attività sportiva giovanile dell’Ondablu, quest’anno tornata a pieno ritmo negli impianti storici di Pedavena e Santa Giustina. Il settore sportivo giovanile dell’Ondablu si presenta anche quest’anno agguerrito: in tutto gli atleti tesserati quest’anno dalla società nel settore agonistico giovanile sono 49: 23 in categoria (juniores, ragazzi, assoluti), 15 gli esordienti A e 11 gli esordienti B. Il settore agonistico è coordinato da Emanuela Bittante, mentre gli allenatori sono Andrea Rizzardini (responsabile settore Categoria) e Mara Grelloni (responsabile settore Esordienti) che si avvalgono del supporto dell’allenatrice Fiorella Da Canal. Compongono il settore sportivo giovanile anche un centinaio di atleti. I tecnici per il settore Propaganda sono Laura Pria con Lorena Maccagnan, (Pedavena), Myrene Funke, Caterina Cinel e Marco Zandomenego (Santa Giustina). I tecnici del settore Swim Teen sono Angelo Meletti, Jacopo Da Col, Davide Cossner, Paola Olivotto (Pedavena) e Daniela Boldo (Santa Giustina). L’intera attività del settore agonistico è possibile oltre all’impegno diretto di Ondablu grazie anche supporto degli sponsor Sportissimo, Tonin Gomme, Hyundai D’Incà di Feltre, Unifarco, Reale Mutua di Feltre, Dalla Rosa Mobili.
Auronzo Tutto invariato nel Giausiel Si ricorda, signor sindaco Tatiana Pais Becher, che in primavera avevo chiesto di poter pulire a spese mie il terreno di mia proprietà a Stabiziane, perché avevano depositato il materiale sceso con Vaia dal Giausiel a fianco la mia abitazione? Si ricorda che lei mi aveva detto sarebbe stato fato il lavoro anche perché erano già arrivati 150.000 euro? Ora a metà novembre del 2019 si è ripetuta la situazione, il Giausiel non è stato pulito e ovviamente due giorni di pioggia è uscito nuovamente bloccando la statale. Quanto tempo ci vorrà ancora perché venga pulito? Da ottobre dello scorso anno gli interventi sono stati molti, tutti i zone che necessitavano di tali interventi, ma sono stati fatti in zone che non vi erano ne abitazioni e tantomeno l’urgenza di intervenire, cosa che il Giausiel, ogni volta blocca la statale da Auronzo verso Misurina e Cortina. Massimo Vecellio. Auronzo
La rassegna Fallimento scolastico nessun accenno In riferimento alla rassegna “Voglio diventare grande”, organizzata dal Comune di Belluno con l’Ufficio scolastico territoriale, nella settimana in cui ricorre l’anniversario della Convenzione dei diritti dell’infanzia e della adolescenza, nessun accenno viene fatto sul fallimento scolastico. In una rassegna così prestigiosa, sarebbe importante programmare anche degli incontri con: insegnanti, genitori e studenti, proprio sui fallimenti scolastici, in quanto troppo sovente passiamo ad
altro come se non volessimo vederli, considerandoli privi di valore, disonorevoli. Il modello ideale della nostra scuola è quello dell’allievo completo, diligente, nella “norma”. Gli studenti abbastanza bravi in tutte le materie sono preferibili a quelli atipici, brillanti qui, ma deboli là. Che cosa occorre fare dunque, affinché nella vita scolastica possiamo riuscire ad essere promossi? Non avere punti deboli? Avere solo punti di forza? Essere bravi in ogni disciplina, senza sbagliare o accettare il fatto di essere unici, tanto nelle nostre abilità quanto nelle nostre debolezze? La nostra scuola tende a valorizzare soltanto gli allievi capaci, nella norma e quindi tende a incoraggiare il rispetto della regola più che l’audacia di diventare sé stessi. Tutto questo rischia di soffocare nelle nostre aule gli studenti più audaci e talentuosi i quali potranno esprimere il proprio potenziale solo in ambito lavorativo. Ma allora, mi chiedo, se la scuola non è più quella dell’uguaglianza, perché non potrebbe diventare quella della singolarità? Se non è più in grado di fornire a tutti le medesime conoscenze, non potrebbe mettere l’accento sui talenti dei singoli, sulla creatività, sull’iniziativa personale? Non essendo più la scuola della norma, non potrebbe incoraggiare quelli che osano? Invece di restare ancorati a un modello superato, potremmo prendere atto del cambiamento che stiamo vivendo e vedervi un’opportunità per rinnovare il nostro sistema educativo. Troppo spesso le conoscenze sono presentate, in ambito scolastico, come fini a sé stesse o semplici pretesti di valutazione. La nostra scuola riesce a fornire ai nostri studenti moltissime conoscenze ma le presenta sotto una luce troppo teorica, troppo scolastica, non abbastanza esistenziale. A mio avviso una conoscenza non ha valore in quan-
to tale, ma relativamente a ciò che potrà cambiare nella vita di una persona. Sarebbe bene rendersi conto di questa relazione vitale, strumentalmente al sapere. La domanda che dobbiamo porci quindi non è “che cosa so?” ma “che cosa farò di ciò che so”. Massimo Ferigutti. Belluno
Il lutto Saverio Donazzolo una grande persona Sono passati 50 anni da quando ho conosciuto Saverio Donazzolo. Andai a casa sua per proporgli una polizza di assicurazione e ci misi tutto il mio impegno per dimostrare che si trattava di una buona cosa. Per dirmi di no, la prese alla lontana, parlando di economia e di altro, così da farmi capire che non era solo un contadino che sapeva mungere le mucche della sua azienda che stava ampliando, ma molto di più. In seguito, lo ebbi ospite gradito nel mio locale assieme alla famiglia e quando divenne Presidente di Lattebusche, tornò, anche in occasioni particolari con ospiti “foresti” e ogni volta, al di là delle circostanze, trovavamo il momento di scambiarci le nostre opinioni. Partecipò alla nascita della cooperativa per lo sviluppo della Val Canzoi e in ogni occasione, cercò di essere utile. Negli ultimi anni, ci incontravamo al Bar Bianco, dove ci recavamo per l’ acquisto di prodotti di Lattebusche che lui aveva contribuito in modo determinante a far diventare grande. Sono sempre stato un tifoso della cooperativa e ricordo che quando entravo all’interno della “fabbrica”, (allora si poteva) in attesa di avere quanto ordinato, guardando l’ andirivieni dei collaboratori, ricavavo l’impressione che lavoravano volentieri, consci che con il loro impe-
gno contribuivano a fare il bene dell’azienda. A questo spirito di servizio, aveva certamente contribuito il Presidente che, anche dopo aver ricevuto onorificenze e altre cariche, sapeva mantenere con tutti un approccio semplice e positivo. L’ ho visto l’ ultima volta circa due mesi fa, nella stessa cucina delle prima volta e, raccontati un po’ i nostri acciacchi, parlammo tranquillamente una buona mezz’ora. Quando ci salutammo, mi feci l’idea che, rispettando i consigli dei medici, avremmo potuto incontrarci altre volte e sempre volentieri. Così non è stato; il destino ha voluto diversamente, ma sono convinto che tra le migliaia di persone che ha conosciuto e a cui ha dato amicizia, tutti lo ricorderanno con parole di stima simili a queste. In fondo, al di là dei successi, delle cariche e onorificenze, credo che per un uomo che ha vissuto per tanti anni in mezzo alla gente, sia importante il ricordo dell’amicizia, della cordialità che ha saputo infondere in ciascuno di noi. Lettera firmata
Soccorso Grazie ai volontari della Valle di Zoldo Con queste poche righe, desidero esprimere pubblicamente i miei sentiti ringraziamenti ai volontari del Soccorso Alpino della Valle di Zoldo e a quelli della Croce Verde di Zoldo che, a causa di un brutto infortunio accadutomi, sono intervenuti in mio soccorso. In questa occasione ho avuto modo di conoscere ed apprezzare la professionalità, l’efficienza e l’umanità con cui questi volontari operano. Un sentito ringraziamento ai medici, al personale infermieristico e a tutti gli operatori del reparto di Ortopedia dell’ Ospedale di Agordo, dove sono stata curata con gran-
Le scoperte della scienza, l’allunaggio, l’energia atomica se usata per il progresso, la chirurgia e la medicina sono i segni inconfutabili dell’evoluzione dei tempi. I terremoti, gli uragani (vedi Vaia) sono fenomeni imprevedibili, irreversibili e implacabili che dimostrano l’impotenza dell’uomo e il dominio della natura. Altra tragedia è il surriscaldamento e l’inquinamento dell’atmosfera, della terra e dei mari causati dal progresso. Sul bene e sul male domina la coscienza dei popoli e la potenza del denaro. Vorrei soffermarmi sulla cultura dei giorni nostri, dove il livellamento dell’istruzione comporta, dalla scuola primaria fino all’istruzione universitaria, il diritto alla promozione per quelli che la frequentano. Fatta salva l’eccellenza dei pochi, la mediocrità è inserita nella società e nelle sue istituzioni. Da giovane consideravo gli eletti del popolo personaggi che, pur nella diversità delle ideologie, avevano, nelle loro posizioni, importanti idee da proporre. Nella loro diversità erano, in un certo senso, (così pensavo e penso) dei leader, degli statisti formati da una lunga esperienza. Oggi giorno non capisco come i giovani capi popolo, segretari di partito o di movimenti, trascinino intere folle osannanti al loro seguito, chiedendo alla gente che li segue pieni poteri di triste memoria. La società, disorientata da slogan urlati e da facili promesse di compenso ai nulla tenenti, cancella a questi l’impegno e le motivazioni per la conquista di un onorato lavoro. Tutto questo senza riflettere sulle reali possibilità di una manovra che aumenta il debito pubblico della Nazione-Italia, che è il più alto di tutti gli Stati europei. Ma il popolo plaude al cambiamento, pur nell’indifferenza e nel disinteresse che inducono la metà degli Italiani a non partecipare al voto. La gente non ha più fiducia in una classe dirigente che ha dimostrato in larga parte di essere camaleontica “pro domo sua”. I popoli sono diversi, ma se uno Stato estero dà esempio di buon governo, perché non si potrebbero copiare le sue leggi? E qui ritorniamo alla scuola. Se le nostre istituzioni non promuoveranno il merito e la professionalità, che dopo si tradurranno e saranno esempio di produttività, l’Italia, con Roma “caput mundi”, diventerà la Cenerentola dell’Europa, se non lo è già. Ho letto, e condivido, che i governanti dovrebbero pensare meno agli esiti delle votazioni e interessarsi maggiormente al futuro delle nuove generazioni. Giovanni De Bettin . Costalissoio
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Primo Piano Le anime grilline
Venerdì 22 Novembre 2019 www.gazzettino.it
Luigi furioso: io lasciato solo E Grillo si precipita a Roma Il ministro ko: «Da Fico e Taverna nessun `Il segnale dell’affluenza bassissima (meno aiuto ma qui c’è in ballo anche il governo» di 30mila). L’ira di Beppe: così finisce male
` Roberto Fico è il capofila della “sinistra” del Movimento ma ora è deluso dall’alleanza dem
Gianluigi Paragone al Senato guida il manipolo dei nostalgici della Lega che potrebbero uscire
Carla Ruocco, presidente della commissione Finanze alla Camera, rappresenta i contiani doc
IL RETROSCENA ROMA È l’ora più buia di Luigi Di Maio. Appena il leader M5S legge i risultati di Rousseau si sfoga con i suoi collaboratori più stretti, una ridotta di fedelissimi che lo seguono come un’ombra. E’ appena uscito dal Cdm per andare in pasto alle telecamere e perde la pazienza: «Incredibile. Gli altri big del Movimento, da Taverna a Fico, mi hanno lasciato solo. Anche loro. Siccome era troppo impopolare dire quello che pensano tutti nessuno ha avuto il coraggio di uscire pubblicamente. Ma qui c’è in ballo anche il governo». Il ministro degli Esteri è solo. Dalla sua parte, ormai, ha solo un pugno di parlamentari che per stima e, forse calcolo utopistico, lo seguono con devozione cieca. L’altra notte infatti in un ristorante del centro storico si sono visti quasi esclusivamente deputati e senatori del Sud, novizi al primo mandato. Eppure era una festa organizzata dalla fidanzata di Di Maio, Virginia Saba per fare un po’ di relazioni. In altri tempi ci sarebbe stata la fila a un evento del genere, seppur conviviale. Questa volta, appunto, si contano pochi parlamentari (trenta su 300) nessun ministro. E sì che la decisione di mettere ai voti la linea sulle regionali era stata discussa in summit super segreto, lunedì sera in una
Il debutto Manifestazioni in tutt’Italia
Le sardine lanciano il loro manifesto «Per i populisti la festa è finita» Le sardine lanciano il loro primo manifesto politico nel segno dell’anti-populismo. E promettono ai «populisti» che «la festa è finita». Dalla pagina Facebook da cui tutto è partito mettono in calendario almeno altri dieci eventi e altrettante piazze, da Sorrento a Roma a Milano. casa privata nel cuore di Roma, con tutti i big inclusi Grillo e Casaleggio, in collegamento telefonico.
DIMENSIONI ENORMI La disfatta sul voto on line ha dimensioni enormi. Non solo per
il 70 a 30 finale, ma soprattutto per l’affluenza: meno di 30mila persone. Un quarto della platea. Un record negativo per una mossa giocata di tutta fretta mercoledì sera. Forse per anticipare un altro post, quello di Beppe Grillo.
In queste ore complicate Di Maio si aggrappa al Garante e al fondatore del Movimento rimarcando pubblicamente che la scelta di non presentarsi in Emilia Romagna (e Calabria) è stata benedetta anche da Beppe. Ieri lo ha citato tre volte. Ma nemmeno lui si è esposto. Forse lo farà oggi ma in senso opposto: l’”elevato” infatti è atteso nella Capitale. Balla un incontro con Di Maio che però – salvo stravolgimenti - deve poi partire per un tour in Sicilia tra i comuni colpiti dal maltempo. In questi giorni Grillo è stato invocato da tutto il Movimento, ma anche dal premier Giuseppe Conte e dai vertici del Pd. Un suo intervento in questa fase viene auspicato da tutti: per dare la linea ai pentastellati ormai senza bussola e mettere in salvo l’esperienza di governo. Ma soprattutto per ritornare in sella al M5S. Anche se gli uomini di Di Maio confidano: «Ci state chiedendo se Luigi si dimette da capo politico? Ma per favore: mai, non se ne parla». Beppe viene dipinto
DI MAIO ESCLUDE PASSI INDIETRO MA TRA I SENATORI MONTA LA FRONDA: MOLLI LA GUIDA DEL MOVIMENTO
stanco e infuriato, con la testa altrove, ma consapevole che «così finisce male». In Transatlantico ieri girava anche la voce (non confermata dai diretti interessati) di un contatto telefonico tra il Garante e Andrea Orlando, vicesegretario del Pd. Intorno a Di Maio si agitano insomma fantasmi e sospetti. Pesa la sfiducia piombata su Rousseau: un caso rarissimo nella storia del Movimento. In questi dieci anni era successo solo due volte che gli iscritti contraddicessero la linea politica: per mandare Beppe Grillo a colloquio da Matteo Renzi e sul reato d’immigrazione. Ma questa volta il «senso della catastrofe imminente» è chiaro a molti. Di Maio ormai è in partita: oggi sentirà i referenti locali di Emilia Romagna e Calabria, che lo hanno attaccato duramente in questi giorni, per far decollare la campagna elettorale. Una corsa che rischia di far deragliare il dem Stefano Bonaccini con ricadute pesanti sull’esecutivo. Ecco perché l’ansia del Pd si fa ancora più pressante. Gli occhi sono puntati su Grillo. Ma nelle retrovie anche i senatori si stanno organizzando. Martedì si metterà ai voti il nuovo statuto dei grillini a Palazzo Madama. Il gruppo diventerà “deliberante”: potrà muoversi in autonomia. E così continua a circolare la possibilità di un documento che sfiduci Di Maio come capo politico, senza intaccare il suo ruolo di ministro degli Esteri né la stabilità dell’esecutivo Conte. «O lascia lui o ci muoviamo noi – racconta un senatore che sta lavorando a questo documento così violento – Di Maio ormai è ingestibile. L’alto giorno ha detto basta con il politichese poi è uscito con un quesito su Rousseau che era una presa in giro nel confronto del nostro popolo. E infatti è stato punito». Simone Canettieri © RIPRODUZIONE RISERVATA
I dem veneti pronti al dialogo ma intanto iniziano a trattare con Verdi, Psi e Coalizione LE MANOVRE VENEZIA Quando il risultato dello spoglio di Rousseau è rimbalzato a Nordest, ieri sera il Partito Democratico era riunito Padova con Coalizione Civica, la forza guidata dal vicesindaco Arturo Lorenzoni. «Vorrà dire che ci confronteremo anche con il Movimento 5 Stelle», ha annunciato il segretario regionale Alessandro Bisato, apprendendo la vittoria del “no” alla pausa di riflessione e dunque preparandosi alla possibilità che i grillini decidano di partecipare pure alle elezioni del Veneto, oltre che a quelle dell’Emilia Romagna e della Calabria. Di sicuro sono iniziate le grandi manovre del centrosinistra in vista della sfida alla Lega di Luca Zaia: mercoledì a Mestre il direttivo dem ha incontrato anche i vertici di Verdi e Socialisti.
IL DOPPIO BINARIO Ai due appuntamenti ha partecipato una delegazione della segreteria veneta del Pd, di cui fa parte pure il capogruppo regionale Stefano Fracasso. «Abbiamo iniziato un ciclo di incontri uffi-
MERCOLEDÌ A MESTRE L’INCONTRO CON I DUE PARTITI DI SINISTRA, IERI A PADOVA CON LA FORZA CIVICA DI LORENZONI
ciali con le altre forze del centrosinistra – ha spiegato Bisato – seguendo uno schema molto largo, che parte da valori condivisi e che punta ad arrivare velocemente, cioè al massimo entro metà gennaio, alla scelta dell’uomo o della donna che ci rappresenterà. Ma prima del candidato, ci sono i programmi. Per questo ci siamo dati novembre per seguire un doppio binario: da una parte la raccolta delle istanze sollevate dalla nostra base, iniziativa che è puntualmente partita e che coinvolgerà decine di assemblee con iscritti e simpatizzanti attorno ai temi fondamentali della futura campagna e piattaforma per un Veneto diverso; dall’altra i colloqui della segreteria con i partiti costituiti e con le forze più civiche».
La collaborazione pare pressoché scontata con i Verdi e i Socialisti, benché questi ultimi siano attualmente in gruppo a livello parlamentare con i renziani di Italia Viva. Da costruire è invece il rapporto con Coalizione, il cui leader Lorenzoni è già stato indicato dai sussurri di Palazzo come possibile candidato governatore. «Di questo non abbiamo ancora parlato – ha precisato Bisato – perché abbiamo appena iniziato a ragionare di alcuni argomenti su cui abbiamo sicuramente dei punti di contatto: ambiente, sistema sociosanitario, trasporti». Probabilmente non è un caso che il Pd di Noale pubblicizzi in particolare proprio la presenza di Lorenzoni, giovedì 28 novembre, a una conferenza promossa insie-
PROTAGONISTI Da sinistra Stefano Fracasso, Arturo Lorenzoni e Alessandro Bisato. Sotto Luca Coletto
me ai Verdi sullo sviluppo urbano sostenibile.
L’IPOTESI GIALLOROSSA Ma in tutto questo, che ne sarà dell’ipotesi giallorossa? È vero che l’esito della votazione online sdogana la partecipazione del
L’ex sottosegretario leghista
Il veronese Coletto assessore alla Sanità in Umbria VENEZIA Da ieri sera è ufficiale: il veronese Luca Coletto è il nuovo assessore alla Sanità della Regione Umbria. Hanno dunque trovato conferma le indiscrezioni circolate nelle scorse settimane, secondo cui l’ex sottosegretario alla Salute sarebbe entrato nella Giunta della nuova governatrice di centrodestra Donatella Tesei. «In Veneto ha segnato un’epoca, sono felice per lui e per il futuro degli umbri», ha commentato il presidente veneto Luca Zaia. È proprio nella sua regione di
origine, infatti, che il geometra Coletto ha iniziato a maturare la sua esperienza. Dopo essere stato assessore comunale e provinciale a Verona fin dal 2004, infatti, nel 2010 il leghista era stato chiamato da Zaia come assessore esterno alla Sanità, incarico in cui era stato riconfermato nel 2015, quando era anche stato eletto consigliere regionale. Coletto si era poi dimesso alla fine del 2018, per entrare nel Governo gialloverde, dov’è rimasto fino alla caduta del Conte I. In seguito
alla vittoria del centrodestra alle Regionali umbre, però, il suo nome era tornato a circolare e lo stesso 58enne aveva dichiarato: «Ne sarei orgoglioso». Già coordinatore nazionale degli assessori regionali alla Sanità e presidente dell’Agenas, il veronese ha ora ottenuto un nutrito pacchetto di deleghe, sul modello del suo successore veneto Manuela Lanzarin: Tutela e promozione della salute, Programmazione e organizzazione sanitaria compresa la gestione del
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patrimonio immobiliare sanitario, Sicurezza dei luoghi di lavoro, Sicurezza alimentare, Politiche e programmi sociale (Welfare), Politiche Familiari per infanzia e per i giovani, Politiche immigrazione, Cooperazione, associazionismo e volontariato sociale, Politiche di parità di genere e antidiscriminazione. (a.pe.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
M5s alle Regionali di Emilia Romagna e Calabria, per decisione di attivisti come il consigliere regionale veneto Simone Scarabel, che su Facebook ha rivelato: «Ho votato NO come suggerito dagli amici emiliano romagnoli». Ma la corsa pentastellata sarà in autonomia. «Faremo una valutazione su questo risultato – ha commentato Bisato – ma la nostra interlocuzione è aperta a tutte le forze, ad eccezione ovviamente dei sovranisti di centrodestra. Quindi siamo aperti al dialogo anche con i Cinquestelle, se non altro perché siamo al governo insieme». Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA
IL SEGRETARIO BISATO: «CONFRONTO APERTO CON TUTTI, TRANNE CHE CON I SOVRANISTI» IL GRILLINO SCARABEL: «HO VOTATO NO»
22-NOV-2019 Estratto da pag. 17 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
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Salgareda Motta
Venerdì 22 Novembre 2019 www.gazzettino.it
Aiuti per i figli al nido solo se i genitori lavorano: è scontro ` Stanziati 40mila euro
ma l’opposizione attacca «Stranieri discriminati» MOTTA «Quella norma per l’assegnazione dei contributi discrimina tanti residenti». «Non è vero, punta ad agevolare il maggior numero di persone che magari potrebbero lavorare ma non possono». Il Comune approva il regolamento per l’assegnazione dei contributi ai privati per il pagamento delle rette degli asili nido, ma solo se entrambi lavorano e la minoranza insorge.
Nell’ultimo consiglio comunale, dibattito acceso durante la discussione dell’approvazione del regolamento per l’assegnazione dei contributi per aiutare le famiglie a onorare le rette degli asili nido. Sul tavolo l’amministrazione mette a disposizione 40mila euro. Saranno utilizzati come sostegno alle famiglie mottensi che hanno i loro figli nei tre asili comunali.
I PALETTI Nel presentare l’iniziativa l’assessore al bilancio Chiara Abbiatici ha sottolineato: «L’amministrazione attraverso questo regolamento stabilisce dei paletti ben precisi nei quali la Giunta si muoverà per elargi-
re le risorse. Nello specifico, entrambi i genitori devono risultare residenti e domiciliati a Motta ed entrambi devono essere occupati. La Giunta terrà in considerazione le fasce Isee delle famiglie richiedenti e di volta in volta deciderà lo stanziamento. L’obiettivo è favorire il maggior numero di persone. Infatti molte madri sono costrette a rinunciare al lavoro per prendersi cura dei figli».
LA CRITICA Ma qui è iniziato il dibattito. Il capogruppo di minoranza, Paolo Tolotto, puntualizza: «Non è che a Motta in tutte le famiglie entrambi i genitori lavorano. Riteniamo che questa postilla sia
discriminatoria nei confronti dei nuclei familiari in cui solo uno dei genitori lavora. A volte c’è chi deve seguire un parente oppure fa volontariato. O ancora per questioni culturali uno dei due deve occuparsi della casa. Secondo noi è necessario dare la possibilità a tutti di poter accedere al contributo. Anche alle famiglie di origine straniera, in cui il più delle volte solo un genitore lavora. Inoltre sono le famiglie con un solo genitore al lavoro che vanno aiutate. Pertanto ci pare una norma assurda».
TUTELA DEL LAVORO Il sindaco Alessandro Righi ha difeso la scelta: «Stiamo inve-
I CONTRIBUTI L’assessore Chiara Abbiatici illustra l’iniziativa
stendo molto per agevolare i nuclei familiari. Inoltre questa misura supporta le quelle famiglie che hanno reale necessità. Pensiamo soprattutto alle mamme che devono purtroppo spesso scegliere tra continuare la propria attività per pagare il nido o sacrificare il proprio lavoro e quindi la propria autonomia perché non possono permettersi l’asilo. Non sono casi infrequenti. Inoltre si tratta di un contributo che potrà, nel suo piccolo, creare un eventuale stimolo per i giovani in procinto di crearsi una famiglia, ma anche rendere Motta più attrattiva verso le nuove famiglie che vorranno in futuro trasferirsi qui». G.R.
L’ombra del boss agita Salgareda Il latitante mafioso Matteo Messina Denaro potrebbe aver ` «Lavoriamo per il territorio, basta poco per creare panico» trovato rifugio nel comune. Il sindaco: «Vogliamo i riscontri» Il vice: «La magistratura verifichi le rivelazioni del pentito» `
SALGAREDA «Si cerca di fare il massimo per il paese e poi un fatto come questo rovina tutto». C’è chi ci prova a scherzarci sopra, chi invece ci riflette e chi si preoccupa del fatto che proprio a Salgareda Matteo Messina Denaro, il boss dei boss, possa aver trovato rifugio. Il sindaco Andrea Favaretto, da due giorni ormai, deve tenera a bada la preoccupazione dei suoi cittadini. Non nasconde la sua incredulità ma sottolinea pure come queste notizie creino apprensione. È giunta come un fulmine a ciel sereno la rivelazione della presenza, nel 2014, del boss mafioso Matteo Messina Denaro, latitante da oltre 20 anni. Dopo Totò Riina, è lui l’attuale “capo dei capi”, uno dei latitanti più ricercati al mondo. Avrebbe soggiornato per un breve periodo a Salgareda, come rivelato da un pentito. Parole che hanno acceso un faro sul paese trevigiano. Dove, manco a dirlo, anche ieri non si parlava d’altro.
IL COMMENTO «Più che una cosa preoccupante, qui in paese la prendiamo per una curiosità», cerca di sdrammatizzare il sindaco Andrea Favaretto. Poi osserva: «Questo è un paese con meno di settemila abitanti, prevalentemente agricolo e con un’economia vitivinicola legata a vari piccoli produttori privati. Non riuscirei nemmeno a immaginare quali interessi potrebbe avere la malavita organizzata in un’area come questa». E invece proprio le dimensioni ridotte, la tranquillità, la lontananza da ogni tipo ribalta, sono le condizioni migliori per trovare rifugi sicuri, lontani da occhi indiscreti. Perfetti anche per un boss come Messina Denaro. A rivelare la presenza del latitante è stato il pentito di mafia Emanuele Merenda. Ha raccontato ai magistrati che ad ospitare il “capo dei capi” sarebbe stato un palermitano, Vincenzo Centineo, da una trentina d’anni residente a Salgareda e recentemente coinvolto nell’inchiesta sulla presenza dei clan Casalesi a Eraclea. «Sono dispiaciuto per il disagio che questa vicenda può arrecare - aggiunge Favaretto - ma per ora si tratta di una voce talmente labile che mi sembra nessuno in paese abbia davvero motivo di scomporsi». Sulla stessa lunghezza d’onda anche l’ex sindaco e vicesindaco Vito Messina: «Qua stiamo parlando di una questione che deve ancora essere pesata e verifica-
INCREDULITÀ A Campo di Pietra potrebbe aver trovato rifugio Matteo Messina Denaro, qui a destra. In alto il sindaco il Andrea Favaretto
ta dalla magistratura, per cui mi pare fuori luogo commentare qualcosa che ancora non conosciamo bene. Detto questo, si parla parecchio di questa storia in paese, è vero. Ma questa è una comunità che non c’entra proprio nulla con queste faccende. E lascerei prima lavorare gli inquirenti».
Panchina rossa e mostra per dire no alla violenza
I RISCONTRI E mentre il legale di Centineo, l’avvocato Guido Galletti, rispedisce al mittente le accuse precisando che il suo cliente non ha mai ospitato «ne favorito la latitanza di alcun boss» e definisce le dichiarazioni di Merenda «prive di alcun riscontro, data anche la recente pronuncia del Tribunale collegiale di Pordenone che lo ha di fatto ritenuto inattendibile», a Salgareda la preoccupazione resta. In tanti chiedono spiegazioni al sindaco e cercano di tornare con la mente indietro nel tempo alla ricerca di un qualche segnale o personaggio strano visto passare per il paese. Infine da Venezia arriva anche la voce del consigliere Pd Andrea Zanoni: «Non possiamo più considerarci una regione a rischio infiltrazioni mafiose. Perchè il Veneto è una regione già infiltrata. Zaia ne prenda atto e cerchi i fondi necessari». Gianandrea Rorato
MOTTA In occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, domenica in Piazza San Rocco verrà posizionata una panchina rossa con tante scarpe rosse. Inaugurazione alle 15.30. Alle 16 Roberto Robazza presenterà una dimostrazione di autodifesa. Alle 20.30 convegno a Palazzo Giacomini. Introdurranno la serata le consigliere comunali Claudia Lunardelli e Francesca Breda. Barbara Turcolin di Zona Franca, presenta un progetto per le scuole. Presenzieranno la scrittrice Francesca Iseppi, Simone Pradissitto e Costanza Gruber (ASD Tango Arrabal), Alice Barro, presidente di AiutoDonna di Oderzo. Esposte opere di Ivan Toninato e Mirella Buosi (Atelier dell’Artista). Ci saranno anche il sindaco Alessandro Righi e il presidente della Fondazione Giacomini Stefano Ervas.
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Belluno
Venerdì 22 Novembre 2019 www.gazzettino.it
Ostacoli al volo, si studia la legge: «Bisogna fare presto» L’appello di Soccorso alpino e Unione nazionale enti montani per accelerare la norma attesa da anni che salverebbe molte vite `
L’APPELLO BELLUNO Non c’è più tempo da
perdere. Sta cercando di farlo capire in tutte le sedi, il consigliere nazionale del Soccorso alpino, Fabio “Rufus” Bristot. Da anni si parla di una legge per gli ostacoli al volo, ma ad oggi, dopo 55 morti e 33 feriti solo negli ultimi decenni, non ce ne è ancora una, se non qualche pasticciata riga scritta una quindicina d’anni fa. Uno spiraglio era arrivato quando, questa primavera, è stato istituito un tavolo tecnico nella sede della Protezione civile a Roma, con tutti i soggetti chiamati a portare il loro contributo per una specifica quanto ormai necessaria norma. Al tavolo istituito per Decreto siede, infatti, anche il consigliere nazionale Cnsas, Bristot, con altri 15 soggetti istituzionali, tra rappresentanti di Enti dello Stato, Enac, Enav, Envs, Ministeri diversi ed altri. Già 4 sedute, l’ultima il 6 novembre scorso, ma la luce in fondo al tunnel sembra ancora molto lontana. Tanto che Rufus ha preso carta e penna e ha scritto alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per sollecitare la chiusura di questa fase interlocutoria. Ieri l’appello è arrivato anche con un comunicato congiunto fra Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleolgico e Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani, che hanno snocciolato dati e presentato la situazione.
LO SCONFORTO «È disarmante e alle volte triste - dice sconsolato il consigliere Cnsas - che fa pensare che razza di Paese strano sia l’Italia. Questa è una legge di civiltà e dignità per chi ogni giorno mette il loro sedere su questi elicotteri». La tragedia di Falco, l’elicottero del 118 che si schiantò il 22 agosto 2009 a Rio Gere con un bilancio di 4 morti, è una ferita ancora aperta per tutti i bellunesi. E Rufus confessa: «Sono per fortuna ancora coinvolto emotivamente e questo stato mi porta ad avere ancora energie ed essere fortemente propositivo per raggiungere l’obiettivo di una legge che non può aspettare altre vittime innocenti». «Vittime che erano persone impegnate in compiti di servizio istituzionali di soccor-
so», stigmatizza Marco Bussone, presidente nazionale Uncem. Il presidente del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, Maurizio Dellantonio, rimarca come «sia sempre più cogente arrivare al nocciolo vero del problema: avere una buona norma ed applicarla il giorno stesso».
LA LEGGE Per avere conferma basta dare un’occhiata agli archivi della
stampa locale. Si parlava di questa norma già 10 anni fa, con appelli anche del Governatore Zaia. In altre parti d’Italia addirittura a metà anni ’90. Nel 2014 il “Disegno di legge sugli ostacoli al volo”, primo firmatario l’onorevole Roger De Menech, poi ripresentato nel 2018. Poi la proposta dell’onorevole De Carlo e quella di D’Incà, oggi ministro. «Ho sentito il ministro D’Incà - dice Fabio Bristot - e si è dimostrato del tutto favorevole all’iniziativa che aveva già peraltro condiviso. Ha assicurato che darà una mano, per quanto di sua competenza. Aspettiamo ora che questo tavolo si sblocchi perché la sicurezza non ha colore politico. La sicurezza c’è o non c’è».
IL TAVOLO TECNICO
L’APPELLO del Cnsas, tramite Rufus
GIÀ 4 SEDUTE DEL TAVOLO TECNICO, MA ANCORA NULLA IL CONSIGLIERE RUFUS SCRIVE AL GOVERNO: «NON C’È PIÙ TEMPO»
È stato istituito con Decreto e si riunisce nella sede della Protezione civile a Roma. «È stato correttamente convocato - dice Rufus - con tutti i soggetti istituzionali, anche se manca, inspiegabilmente il 118, che fa la maggior parte delle missioni con elicottero e la pressoché totalità degli interventi sanitari». «Si tratta di accelerare togliendo senza indugio le foglioline di fico utilizzate sino adesso per coprire talune, piccole miserie - prosegue -. Ogni missione è lasciare una pistola carica puntata alla tempia del pilota di turno. D’altronde è conclamata la statistica europea e del nord America: tutti gli eventi tragici (90%) avvengono con gli ostacoli posti al di sotto dei 60 metri». Olivia Bonetti
LA LEGGE 4 sedute del tavolo per una norma contro gli ostacoli al volo attesa da anni, ma ancora nulla
“Zone speciali” in regione, «ma le Terre alte escluse» IL PROGETTO BELLUNO L’ultimo schiaffo ai so-
gni di rilancio del bellunese arriva dalle Zes, acronimo di Zona economica speciale che il Governo ha inserito nella finanziaria in fase di elaborazione per le aree di Venezia e del Polesine: il riconoscimento della status di Zes garantirà una serie di agevolazioni normative, economiche e procedurali in grado di favorire investimenti e rilanciare il sistema produttivo. Non l’ha presa benissimo Bortolo Mainardi, ex sindaco di Lorenzago e commissario straordinario per le grandi opere del nord est nei primi anni 2000, ma soprattutto profondo conoscitore delle difficoltà in cui da anni si dibatte il territorio bellunese.
sta esclusa la nostra provincia -denuncia Mainardi- che da anni è alle prese con una serie di problemi che ne mettono in forse la stessa sopravvivenza». Mainardi si chiede quali criteri siano stati seguiti per assegnare le Zes e se questi non siano applicabili anche per le Terre Alte. L’inesorabile processo di spopolamento che non si riesce ad arginare, una sanità sempre più in bilico, la crisi del settore del legno, la progressiva chiusura di aziende, l’emergenza ambientale sono solo alcuni degli elementi che continuano a drenare forze e risorse al tessuto produttivo provinciale. «Lancio un appello ai nostri parlamentari perchè inseriscano anche il Bellunese nelle aree a regime di Zes
AGEVOLATE SOLO VENEZIA E POLESINE, LA PROVINCIA RIMANE OUT
LA DISPARITÀ
LA FERITA già 55 morti, tra questi le 4 vite perse nella tragedia di Falco
«Sono rimasto molto sorpreso dal riconoscimento delle Zes per Venezia e Rovigo, non perchè non si tratti di aree da rilanciare, ma perchè è rima-
Bortolo Mainardi
-sottolinea Mainardi- è inspiegabile che i nostri territori siano rimasti tagliati fuori: se è un problema di criteri, allora i nostri rappresentanti a Roma si diano da fare per modificarli e renderli applicabili anche nel nostro contesto, favorendo l’avvio di start-up e l’insediamento di nuove imprese».
I VANTAGGI Per le Zes è previsto che i tempi massimi di alcune procedure siano ridotti, soprattutto per quanto riguarda la normativa ambientale (Via, Vas e Aia). Un altro importante strumento è dato dalla facoltà di istituire una zona franca dogananale. Anche Confartigianato aveva chiesto con una lettera ai parlamentari bellunesi pochi mesi fa il riconoscimento della Zes nel bellunese, ma non se ne fece nulla. Anzi, la Sovrintendenza ha imposto una serie di vincoli per Val d’Ansie e Comelcio che vanno nella direzione opposta. Altro che attrarre imprese e rilanciare l’economia. Giovanni Longhi
«La ginnastica è un farmaco: così curiamo le malattie» `Domani l’incontro
al San Martino per diffondere il progetto IL CONVEGNO BELLUNO Fare ginnastica per pre-
venire e curare le malattie. È il messaggio di fondo del convegno “La prescrizione dell’esercizio fisico”, che si terrà domani nella sala riunioni dell’ospedale San Martino di Belluno. Mens sana in corpore sano, dicevano i latini. E a distanza di tempo anche la scienza ha comprovato i benefici di un’attività fisica continuativa. L’esercizio fisico è difatti, come sostengono numerose ricerche scientifiche, un ele-
mento fondamentale per l’equilibrio psicofisico, ed inoltre diviene un supporto per il mantenimento di un elevata qualità di vita, prevenendo l’insorgenza di malattie croniche, in particolare in soggetti già predisposti a malattie metaboliche. In particolare, l’attività fisica verrà trattata e dosata, come un medicamento, prescritto dal medico di base e costruito intorno alle esigenze sanitarie e dunque al quadro clinico del paziente, indicando la tipologia di attività, l’intensità, la frequenza e la durata dell’esercizio.
IL “FARMACO” «L’esercizio si prescrive né più né meno come un farmaco» afferma il dottor Gianluca Rossi, medico di base e triatleta,
«come un qualsiasi medicamento ha una posologia, in termini di quantità e frequenza di somministrazione». Le tematiche legate alla salute e alla prevenzione vengono dunque riprese e convogliate all’interno del programma regionale “Prescrizione dell’esercizio fisico”, già in atto a partire dal 2014, come attuazione del Piano Nazionale Prevenzione, il cui obiettivo princi-
GIANLUCA ROSSI, MEDICO E TRIATLETA: «L’ESERCIZIO FISICO SI PRESCRIVE PROPRIO COME UNA MEDICINA»
pale era diffondere la pratica dell’esercizio fisico come apportatore di benefici.
IL PROGETTO
L’ESPERTO Gianluca Rossi, medico e affermato triatleta
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In Veneto uno dei traini della prevenzione e della prescrizione dell’attività fisica in condizioni di cronicità, in particolare per casi di disturbi cardio-vascolari, è rappresentato dalla Ulss 1, azienda sanitaria vapofila del territorio veneto, per quanto riguarda la prescrizione dell’esercizio fisico nelle situazioni di cronicità. Ma le radici del progetto di prevenzione affondano nell’attività svolta dal 2015 dalla Ulss 2, che fu la prima a partire con progetti di prevenzione molto mirati a pazienti cardiopatici. I malati venivano invogliati alla pratica dell’attività fi-
sica, considerata come uno strumento utile e di supporto per la propria condizione sanitaria. L’obiettivo a lungo termine delle aziende Ulss è costruire un network di personale sanitario: medici di medicina generale e specialisti coinvolti nella gestione dei pazienti. Il convegno “La prescrizione dell’esercizio fisico” è un esempio lampante di questa apertura al pubblico, nonché rappresenta una unica ed importante occasione di incontro e di dialogo. L’evento è rivolto in particolar modo ai medici di medicina generale, ma si punta a coinvolgere e attivare altre figure competenti come assistenti sanitari, laureati in scienze motorie, infermieri, dietisti e fisioterapisti. Gloria Vardanega
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Primo Piano
Venerdì 22 Novembre 2019 www.gazzettino.it
L’allarme droga L’OPERAZIONE CONEGLIANO È partita dal tentativo di suicidio di un 25enne l’ampia operazione antidroga dei carabinieri che hanno sgominato un grosso giro di spaccio di cocaina. Nel giorno della festa della loro patrona, la Virgo Fidelis, i carabinieri della stazione di Conegliano hanno concluso una maxi indagine che ha portato all’arresto di tre spacciatori con un giro d’affari di circa 150mila euro all’anno. Tra i clienti studenti, imprenditori e liberi professionisti delle province di Treviso, Belluno e Pordenone. 130 le persone segnalate in quanto assuntori. A finire in manette, in esecuzione di tre ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip del tribunale di Treviso Bruno Casciarri, tre cittadini nigeriani di 24, 27 e 29 anni, residenti in città, con regolare permesso di soggiorno, due con precedenti e due dei quali con famiglia. Gli uomini dell’Arma l’hanno chiamata operazione “White river” perché i pusher incontravano i clienti principalmente sulle rive del Monticano, spostandosi in bicicletta o a piedi. L’indagine, condotta dagli investigatori coneglianesi coordinati dal maresciallo Walter Buso, e dal pubblico ministero della Procura di Treviso, Paolo Fietta, nasce verso la fine dello scorso anno quando i militari intervennero per il tentativo di suicidio di un ragazzo di 25 anni, residente nel coneglianese.
GESTO DISPERATO Fortunatamente il giovane non riuscì nel suo intento e, seppure indirettamente, offrì lo spunto ai carabinieri per dare l’avvio alle indagini. Nel corso del sopralluogo furono rinvenuti infatti pochi grammi di cocaina di cui il 25enne faceva uso in quel periodo sofferente della sua vita. Mossi dal desiderio di dare almeno una risposta alla famiglia già provata dall’accaduto, i carabinieri avviarono l’indagine, partendo dalla ricerca di chi aveva ceduto la dose al ragazzo, attraverso il controllo dei tabulati telefonici. Da un numero di cellulare che il giovane aveva composto poche ore prima di tentare di togliersi la vita, è partita l’intera operazione. Quell’intuizione ha permesso di ricostruire la rete dello spaccio e di sgominare la banda di nigeriani. All’inizio con pedinamenti e osservazioni, per poi passare alle intercettazioni telefoniche e all’utilizzo di tecniche più sofisticate per individuare gli spacciatori e anche i clienti. Il quadro delle indagini si è chiuso mercoledì sera con le perquisizioni nelle abitazioni dei tre soggetti, che costituivano a tutti gli effetti un sodalizio criminale, e in un negozio etnico in cui
Cocaina, lo spaccio e il dramma: 3 arresti Il tentato suicidio di un 25enne ha portato alla luce il maxi traffico a Conegliano Studenti e professionisti tra i 130 consumatori da Treviso, Belluno e Pordenone
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no fermati. Sono state segnalate 130 persone in quanto assuntori della sostanza stupefacente. Un grosso giro di clienti, di diverse fasce d’età, composto da studenti, imprenditori e liberi professionisti di Conegliano e dintorni, e provenienti anche dalle vicine province di Pordenone e Belluno. Persone che staccavano dal lavoro e prima di tornare a casa la sera passavano dal pusher. Bastava un colpo di telefono per accordarsi. Telefonate esplicite, nelle quali non facevano nemmeno lo sforzo di parlare in codice. «Un anno di indagini per una stazione dei carabinieri vuol dire tanto lavoro – ha detto il comandante della compagnia Fabio Di Rezze – Gli uomini della stazione hanno lavorato con spirito del dovere, sacrificando anche parte del loro tempo libero. Per questo li ringrazio e mi complimento con loro per il risultato ottenuto». Elisa Giraud
erano soliti ritrovarsi. Locale che comunque è risultato estraneo alla vicenda.
IL SEQUESTRO Durante le perquisizioni sono stati sequestrati 20 grammi di sostanza stupefacente in dosi già pronte per lo smercio oltre a polvere da taglio, un bilancino, alcuni telefoni, carte di credito prepagate e 5mila euro in contanti frutto dell’attività di spaccio. Nel corso dei pedinamenti sono state invece sequestrate circa 60 dosi ai clienti che di volta in volta veniva-
GLI INCONTRI CON I PUSHER SULLE RIVE DEL MONTICANO UN GIRO D’AFFARI DA 150MILA EURO
Zaia applaude: «Adesso i giudici non siano indulgenti» REAZIONI TREVISO Anche dalla Regione arrivano i complimenti per l’operazione condotta dai carabinieri di Conegliano. Il governatore Luca Zaia sottolinea il grande lavoro d’indagine portato a termine e il risultato ottenuto: lo smantellamento di una capillare rete di spaccio diffusa nelle province di Treviso, Belluno e Pordenone. Zaia però pone anche una questione, non di poco conto: le pene per i tre spacciatori finiti in manette, dovranno essere severe.
LA SPERANZA «Mi auguro che ora gli ordini di custodia cautelare emessi dalla Procura di Treviso non siano vanificati da esiti proces-
suali indulgenti – sottolinea Zaia – perché non va lasciato spazio alcuno a quelli che considero “seminatori di morte”: i nostri giovani, le nostre famiglie, tutte le persone per bene non devono finire preda del più losco e squallido dei traffici, che fonda il proprio impero economico sull’asservimento chimico delle vite umane».
L’OPERAZIONE Il presidente d Zaia manifesta, insomma, pubblicamente il proprio sostegno e apprezzamento per l’operazione dei carabinieri. Evidenzia come, al termine di un’indagine complessa durata un anno, sia stato stroncato un rilevante traffico e spaccio di droga che aveva come epicentro Conegliano ma con conseguenze in un po’
tutta la Marca, il bellunese e il pordenonese. Una rete che riforniva clienti disposti anche a spendere cifre rilevati. Il governatore oltre a rimarcare con favore l’arresto di tre persone, tutte di nazionalità nigeriana, non ha dimenticato la segnalazione di 130 consumatori. «Ancora una volta - ha ribadito Zaia - complimenti agli uomini dell’Arma che con un paziente lavoro d’indagine e di apposta-
IL GOVERNATORE: «LE PENE PER GLI SPACCIATORI SIANO ESEMPLARI SONO SEMINATORI DI MORTE»
menti hanno inferto un colpo letale alla rete dello spaccio tra Conegliano e Belluno e Pordenone, arrestando tre spacciatori, di cui due immigrati irregolari».
L’OBIETTIVO
INFLESSIBILE Il presidente del Veneto Luca Zaia non usa mezzi termini contro gli spacciatori arrestati a Conegliano
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Il governatore tiene in grande considerazione la lotta allo spaccio di droga, fronte che impegna sempre di più le forze dell’ordine. In questo caso a essere smantellata è stata la rete della cocaina, droga particolarmente richiesta sul mercato e garanzia di alti ricavi. La pressione delle forze dell’ordine, oltre che sugli spacciatori, è anche sui clienti, che rischiano la segnalazione alla Prefettura con conseguenze inevitabili nella concessione di documenti e permessi.
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Primo Piano Le anime grilline
Venerdì 22 Novembre 2019 www.gazzettino.it
Luigi furioso: io lasciato solo E Grillo si precipita a Roma Il ministro ko: «Da Fico e Taverna nessun `Il segnale dell’affluenza bassissima (meno aiuto ma qui c’è in ballo anche il governo» di 30mila). L’ira di Beppe: così finisce male
` Roberto Fico è il capofila della “sinistra” del Movimento ma ora è deluso dall’alleanza dem
Gianluigi Paragone al Senato guida il manipolo dei nostalgici della Lega che potrebbero uscire
Carla Ruocco, presidente della commissione Finanze alla Camera, rappresenta i contiani doc
IL RETROSCENA ROMA È l’ora più buia di Luigi Di Maio. Appena il leader M5S legge i risultati di Rousseau si sfoga con i suoi collaboratori più stretti, una ridotta di fedelissimi che lo seguono come un’ombra. E’ appena uscito dal Cdm per andare in pasto alle telecamere e perde la pazienza: «Incredibile. Gli altri big del Movimento, da Taverna a Fico, mi hanno lasciato solo. Anche loro. Siccome era troppo impopolare dire quello che pensano tutti nessuno ha avuto il coraggio di uscire pubblicamente. Ma qui c’è in ballo anche il governo». Il ministro degli Esteri è solo. Dalla sua parte, ormai, ha solo un pugno di parlamentari che per stima e, forse calcolo utopistico, lo seguono con devozione cieca. L’altra notte infatti in un ristorante del centro storico si sono visti quasi esclusivamente deputati e senatori del Sud, novizi al primo mandato. Eppure era una festa organizzata dalla fidanzata di Di Maio, Virginia Saba per fare un po’ di relazioni. In altri tempi ci sarebbe stata la fila a un evento del genere, seppur conviviale. Questa volta, appunto, si contano pochi parlamentari (trenta su 300) nessun ministro. E sì che la decisione di mettere ai voti la linea sulle regionali era stata discussa in summit super segreto, lunedì sera in una
Il debutto Manifestazioni in tutt’Italia
Le sardine lanciano il loro manifesto «Per i populisti la festa è finita» Le sardine lanciano il loro primo manifesto politico nel segno dell’anti-populismo. E promettono ai «populisti» che «la festa è finita». Dalla pagina Facebook da cui tutto è partito mettono in calendario almeno altri dieci eventi e altrettante piazze, da Sorrento a Roma a Milano. casa privata nel cuore di Roma, con tutti i big inclusi Grillo e Casaleggio, in collegamento telefonico.
DIMENSIONI ENORMI La disfatta sul voto on line ha dimensioni enormi. Non solo per
il 70 a 30 finale, ma soprattutto per l’affluenza: meno di 30mila persone. Un quarto della platea. Un record negativo per una mossa giocata di tutta fretta mercoledì sera. Forse per anticipare un altro post, quello di Beppe Grillo.
In queste ore complicate Di Maio si aggrappa al Garante e al fondatore del Movimento rimarcando pubblicamente che la scelta di non presentarsi in Emilia Romagna (e Calabria) è stata benedetta anche da Beppe. Ieri lo ha citato tre volte. Ma nemmeno lui si è esposto. Forse lo farà oggi ma in senso opposto: l’”elevato” infatti è atteso nella Capitale. Balla un incontro con Di Maio che però – salvo stravolgimenti - deve poi partire per un tour in Sicilia tra i comuni colpiti dal maltempo. In questi giorni Grillo è stato invocato da tutto il Movimento, ma anche dal premier Giuseppe Conte e dai vertici del Pd. Un suo intervento in questa fase viene auspicato da tutti: per dare la linea ai pentastellati ormai senza bussola e mettere in salvo l’esperienza di governo. Ma soprattutto per ritornare in sella al M5S. Anche se gli uomini di Di Maio confidano: «Ci state chiedendo se Luigi si dimette da capo politico? Ma per favore: mai, non se ne parla». Beppe viene dipinto
DI MAIO ESCLUDE PASSI INDIETRO MA TRA I SENATORI MONTA LA FRONDA: MOLLI LA GUIDA DEL MOVIMENTO
stanco e infuriato, con la testa altrove, ma consapevole che «così finisce male». In Transatlantico ieri girava anche la voce (non confermata dai diretti interessati) di un contatto telefonico tra il Garante e Andrea Orlando, vicesegretario del Pd. Intorno a Di Maio si agitano insomma fantasmi e sospetti. Pesa la sfiducia piombata su Rousseau: un caso rarissimo nella storia del Movimento. In questi dieci anni era successo solo due volte che gli iscritti contraddicessero la linea politica: per mandare Beppe Grillo a colloquio da Matteo Renzi e sul reato d’immigrazione. Ma questa volta il «senso della catastrofe imminente» è chiaro a molti. Di Maio ormai è in partita: oggi sentirà i referenti locali di Emilia Romagna e Calabria, che lo hanno attaccato duramente in questi giorni, per far decollare la campagna elettorale. Una corsa che rischia di far deragliare il dem Stefano Bonaccini con ricadute pesanti sull’esecutivo. Ecco perché l’ansia del Pd si fa ancora più pressante. Gli occhi sono puntati su Grillo. Ma nelle retrovie anche i senatori si stanno organizzando. Martedì si metterà ai voti il nuovo statuto dei grillini a Palazzo Madama. Il gruppo diventerà “deliberante”: potrà muoversi in autonomia. E così continua a circolare la possibilità di un documento che sfiduci Di Maio come capo politico, senza intaccare il suo ruolo di ministro degli Esteri né la stabilità dell’esecutivo Conte. «O lascia lui o ci muoviamo noi – racconta un senatore che sta lavorando a questo documento così violento – Di Maio ormai è ingestibile. L’alto giorno ha detto basta con il politichese poi è uscito con un quesito su Rousseau che era una presa in giro nel confronto del nostro popolo. E infatti è stato punito». Simone Canettieri © RIPRODUZIONE RISERVATA
I dem veneti pronti al dialogo ma intanto iniziano a trattare con Verdi, Psi e Coalizione LE MANOVRE VENEZIA Quando il risultato dello spoglio di Rousseau è rimbalzato a Nordest, ieri sera il Partito Democratico era riunito Padova con Coalizione Civica, la forza guidata dal vicesindaco Arturo Lorenzoni. «Vorrà dire che ci confronteremo anche con il Movimento 5 Stelle», ha annunciato il segretario regionale Alessandro Bisato, apprendendo la vittoria del “no” alla pausa di riflessione e dunque preparandosi alla possibilità che i grillini decidano di partecipare pure alle elezioni del Veneto, oltre che a quelle dell’Emilia Romagna e della Calabria. Di sicuro sono iniziate le grandi manovre del centrosinistra in vista della sfida alla Lega di Luca Zaia: mercoledì a Mestre il direttivo dem ha incontrato anche i vertici di Verdi e Socialisti.
IL DOPPIO BINARIO Ai due appuntamenti ha partecipato una delegazione della segreteria veneta del Pd, di cui fa parte pure il capogruppo regionale Stefano Fracasso. «Abbiamo iniziato un ciclo di incontri uffi-
MERCOLEDÌ A MESTRE L’INCONTRO CON I DUE PARTITI DI SINISTRA, IERI A PADOVA CON LA FORZA CIVICA DI LORENZONI
ciali con le altre forze del centrosinistra – ha spiegato Bisato – seguendo uno schema molto largo, che parte da valori condivisi e che punta ad arrivare velocemente, cioè al massimo entro metà gennaio, alla scelta dell’uomo o della donna che ci rappresenterà. Ma prima del candidato, ci sono i programmi. Per questo ci siamo dati novembre per seguire un doppio binario: da una parte la raccolta delle istanze sollevate dalla nostra base, iniziativa che è puntualmente partita e che coinvolgerà decine di assemblee con iscritti e simpatizzanti attorno ai temi fondamentali della futura campagna e piattaforma per un Veneto diverso; dall’altra i colloqui della segreteria con i partiti costituiti e con le forze più civiche».
La collaborazione pare pressoché scontata con i Verdi e i Socialisti, benché questi ultimi siano attualmente in gruppo a livello parlamentare con i renziani di Italia Viva. Da costruire è invece il rapporto con Coalizione, il cui leader Lorenzoni è già stato indicato dai sussurri di Palazzo come possibile candidato governatore. «Di questo non abbiamo ancora parlato – ha precisato Bisato – perché abbiamo appena iniziato a ragionare di alcuni argomenti su cui abbiamo sicuramente dei punti di contatto: ambiente, sistema sociosanitario, trasporti». Probabilmente non è un caso che il Pd di Noale pubblicizzi in particolare proprio la presenza di Lorenzoni, giovedì 28 novembre, a una conferenza promossa insie-
PROTAGONISTI Da sinistra Stefano Fracasso, Arturo Lorenzoni e Alessandro Bisato. Sotto Luca Coletto
me ai Verdi sullo sviluppo urbano sostenibile.
L’IPOTESI GIALLOROSSA Ma in tutto questo, che ne sarà dell’ipotesi giallorossa? È vero che l’esito della votazione online sdogana la partecipazione del
L’ex sottosegretario leghista
Il veronese Coletto assessore alla Sanità in Umbria VENEZIA Da ieri sera è ufficiale: il veronese Luca Coletto è il nuovo assessore alla Sanità della Regione Umbria. Hanno dunque trovato conferma le indiscrezioni circolate nelle scorse settimane, secondo cui l’ex sottosegretario alla Salute sarebbe entrato nella Giunta della nuova governatrice di centrodestra Donatella Tesei. «In Veneto ha segnato un’epoca, sono felice per lui e per il futuro degli umbri», ha commentato il presidente veneto Luca Zaia. È proprio nella sua regione di
origine, infatti, che il geometra Coletto ha iniziato a maturare la sua esperienza. Dopo essere stato assessore comunale e provinciale a Verona fin dal 2004, infatti, nel 2010 il leghista era stato chiamato da Zaia come assessore esterno alla Sanità, incarico in cui era stato riconfermato nel 2015, quando era anche stato eletto consigliere regionale. Coletto si era poi dimesso alla fine del 2018, per entrare nel Governo gialloverde, dov’è rimasto fino alla caduta del Conte I. In seguito
alla vittoria del centrodestra alle Regionali umbre, però, il suo nome era tornato a circolare e lo stesso 58enne aveva dichiarato: «Ne sarei orgoglioso». Già coordinatore nazionale degli assessori regionali alla Sanità e presidente dell’Agenas, il veronese ha ora ottenuto un nutrito pacchetto di deleghe, sul modello del suo successore veneto Manuela Lanzarin: Tutela e promozione della salute, Programmazione e organizzazione sanitaria compresa la gestione del
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patrimonio immobiliare sanitario, Sicurezza dei luoghi di lavoro, Sicurezza alimentare, Politiche e programmi sociale (Welfare), Politiche Familiari per infanzia e per i giovani, Politiche immigrazione, Cooperazione, associazionismo e volontariato sociale, Politiche di parità di genere e antidiscriminazione. (a.pe.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
M5s alle Regionali di Emilia Romagna e Calabria, per decisione di attivisti come il consigliere regionale veneto Simone Scarabel, che su Facebook ha rivelato: «Ho votato NO come suggerito dagli amici emiliano romagnoli». Ma la corsa pentastellata sarà in autonomia. «Faremo una valutazione su questo risultato – ha commentato Bisato – ma la nostra interlocuzione è aperta a tutte le forze, ad eccezione ovviamente dei sovranisti di centrodestra. Quindi siamo aperti al dialogo anche con i Cinquestelle, se non altro perché siamo al governo insieme». Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA
IL SEGRETARIO BISATO: «CONFRONTO APERTO CON TUTTI, TRANNE CHE CON I SOVRANISTI» IL GRILLINO SCARABEL: «HO VOTATO NO»
L'ARENA
14 Cronaca
Venerdì 22 Novembre 2019
TRENIADALTA VELOCITÀ. IlCipeapprova il progettopreliminare dellalinea che arriva alla stazionedi PortaNuova
NOMINA. Veronese
TOPONOMASTICA
Tav,sì all’ingressoovest Epiùsoldi per le opere
Lega,Coletto assessore allaSanità dell’Umbria
ViaAlmirante accende ancora lapolemica
LucaColetto (Lega),58 anni
GiorgioAlmirante
Ora è ufficiale. Come da indiscrezioni dei giorni scorsi, il leghista veronese Luca Coletto è il nuovo assessore alla sanità della Regione Umbria, nella Giunta Lega-Forza Italia-Fratelli d’Italia e con due liste civiche guidata da Donatella Tesei, presidente, vincitrice delle recenti elezioni. Coletto, 58 anni, geometra, è stato dal 2010 al 2018 assessore regionale alla sanità del Veneto, nella Giunta Zaia, e per nove mesi anche sottosegretario alla salute nel Governo Conte 1, Lega-5 Stelle. È stato presidente dell’Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali. «Sono felice per l’amico Coletto, per la gente umbra e per il significato che ha la sua nomina per la storia della sanità veneta». Così il presidente del Veneto Luca Zaia (Lega) commenta la nomina. «Con l’esperienza che ha e con la passione che sa mettere saprà sicuramente far crescere la qualità dell’assistenza sanitaria in Umbria». • E.G.
«Le vie intitolate a due firmatari del Manifesto della razza sono state cancellate dalla toponomastica di Roma.Purtroppo, altro vento spira a Verona dove la commissione toponomastica ha approvato la intitolazione di una via ad Almirante. Spero dunque che, nonostante la decisione, Verona non avrà mai una via intitolata al capo fascista che aderì alla Repubblica di Salò». Così Francesca Businarolo, presidente della Commissione Giustizia della Camera e deputata M5S. «In questi giorni, mi sarebbe piaciuto vedere l'amministrazione in prima linea per un progetto che guarda al futuro», osserva invece Tommaso Ferrari, leader di Traguardi, «invece il dibattito è schiacciato sul nome di una via. E la via ad Almirante mostra il vuoto dell'attuale amministrazione veronese, incapace di allestire qualsiasi progetto ambiziosova avanti singhiozzando con iniziative "identitarie" screditanti ». •
Èiltratto cheriguardaiComunidiVeronaeSona DeBerti:«Grazieal ministroDeMicheliperaver accolto le richieste formulate dalla Regione Veneto» Enrico Giardini
Tav, alta velocità alta capacità ferroviaria: via libera del Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) al progetto preliminare dell’ingresso Ovest di Verona, sulla linea Torino-Venezia. È quanto emerso dalla seduta di Roma, a cui partecipato l’assessore regionale Elisa De Berti, veronese di Isola Rizza, su delega del presidente della Regione Luca Zaia. La Regione è chiamata ad esprimersi in sede Cipe per sancire dal punto di vista urbanistico ed edilizio l’intesa Stato-Regione sulla localizzazione dell’opera, condivisa dalla Regione con i Comuni interessati di Verona e Sona. «È l’ultimo tassello del complesso procedimento di approvazione del progetto finalizzato alla realizzazione di questa importante infrastrutture fortemente voluta dal nostro territorio, il cui iter era stato sospeso dopo la lunga pausa dovuta al completamento dell’analisi costi-benefici», dice l’assessore De Ber-
ti. Il Cipe ha accolto la richiesta formulata dalla Giunta regionale di aumentare di altri 2,45 milioni di euro le risorse da destinare a opere compensative per il territorio attraversato. Con l’aggiunta di tali risorse, non previste nel progetto originario, il nuovo quadro economico del progetto approvato porta le opere di ristoro socio ambientale da 4,92 a 7,37 milioni. «Esprimo, anche a nome della Giunta, il mio più vivo ringraziamento al ministro per le infrastrutture Paola De Micheli», aggiunge l’assessore, «per aver condiviso la necessità vitale di portare a termine il completamento del tracciato dell’Alta velocità a Nordest, nel rispetto delle esigenze dei singoli territori, e per aver accompagnato con le proprie strutture tecniche gli step finali dell’iter di valutazione e approvazione dell’innesto veronese». Il costo totale della porta ovest di Verona è di 376 milioni «ed è interamente finanziato». Il Nodo di Verona Ingresso Ovest della Tav è inserito nel progetto della nuova linea
L’assessoreElisaDeBerti
Untrenoperl’Alta velocitàin stazione
Ilministro Paola DeMicheli
che sarà costruita prevalentemente in affiancamento all’attuale tracciato Milano-Venezia, fino alla stazione di Verona Porta Nuova. L’opera interessa Verona e Sona e prevede l’infrastruttura di ingresso nel nodo scaligero della Brescia-Verona, con lo spostamento dei binari della linea storica per creare gli spazi necessari alla costruzione dei binari Tav. Quindi due nuovi binari Tav tra l’autostrada A22 e la radice ovest di Verona Porta Nuova; due nuovi binari concer-
nenti l’interconnessione merci di Verona, tra la A22 e l’innesto sulla linea del Brennero. E poi razionalizzare e potenziare la stazione di Verona Porta Nuova. Saranno poi costruiti una nuova sottostazione elettrica, con dismissione della attuale a Santa Lucia, nuovi tratti (elettrodotto) di linea primaria funzionali alla nuova sottostazione, adeguamenti e potenziamenti tecnologici per la gestione delle modifiche agli impianti di segnalamento esistenti e dei futuri nuovi impianti. • •
EDILIZIA. Il Comune non va al Consiglio di Stato contro la proprietà. Bertucco: «Colline a rischio»
SanRocchetto,scontro totale Progetto edilizio «San Rocchetto»: si alza lo scontro. L’Amministrazione comunale ha scelto di non ricorrere al Consiglio di Stato sulla scheda norma «San Rocchetto» (11 palazzine residenziali, da 5 piani, per 130 appartamenti, in zona eremo di San Rocchetto, sopra Quinzano riammessa dal Tar su ricorso della proprietà dopo che il Comune l’aveva stralciata dalla variante 23 al piano degli interventi. Ma la proprietà - le società Eureka srl, Pieve srl e Legnaghese srl, che fanno riferimento all’imprenditore
Alessandro Leardini - con i suoi legali ha scritto mercoledì una lettera all’Amministrazione, al presidente del Consiglio comunale, ai capigruppo e alla commissione urbanistica, nella quale ricorda all’Amministrazione che “ha l’obbligo giuridico di dare piena e completa esecuzione a tale giudicato”. In pratica: nell’ambito dell’approvazione della variante 23 in Consiglio, secondo i legali il Piano urbanistico attuativo derivante dalla scheda norma dev’essere approvato perché ai proponenti è stato riconosciuto
il pieno diritto di costruire. Va ricordato che nei giorni scorsi il sindaco Sboarina e l’assessore all’urbanistica ed edilizia privata Segala hanno fatto sapere che il Soprintendente per archeologia, belle arti e paesaggio ha “bocciato” il Pua San Rocchetto in quanto “non integrato” con il paesaggio circostante. E ha invitato i proponenti a rielaborarlo, secondo varie prescrizioni. Palazzo Barbieri ha dunque affermato che la palla passa al Consiglio comunale, approvando la variante 23. E sulla scheda la maggioranza
di Sboarina ha presentato un emendamento, elaborato da Matteo De Marzi, che reintroducendo la scheda nella 23 (atto dovuto, in seguito al ricorso vinto dalla proprietà) ha ridotto di metà la superficie edificabile, da 13mila e 6.500 metri quadri. Nella lettera i legali, peraltro, scrivono pure che le osservazioni e controdeduzioni della Soprintendenza “sono in corso di predisposizione” e che le valutazioni della Soprintendenza riguardano solo aspetti progettuali del Pua e non incidono sul fatto che sia pos-
IDUE MINISTRI. Domattinaa San Felice Extra sibile costruire. Sul caso interviene il consigliere di Verona e Sinistra in Comune Michele Bertucco, stigmatizzando il fatto che «l’Amministrazione ha lasciato passare i termini, scaduti l’altro ieri, per presentare controricorso al Consiglio di Stato. Sboarina e Segala rinunciano così a tutelare fino in fondo le colline, accontentandosi dell’emendamento che dimezza l’edificabile. In realtà il pronunciamento della Soprintendenza avrebbe rafforzato non di poco la posizione del Comune». Il quale, però, evidentemente considera il “male minore” dimezzare il Pua San Rocchetto ritenendo che ricorrendo al Consiglio di Stato perderebbe ancora. • E.G.
Infrastruttureeautonomia DeMichelieBocciaincittà Due ministri, sottosegretari, deputati, amministrato, sia del Pd che di Lega e Forza Italia. «Agenda Nord» è l’incontro seminariale, aperto a tutti, di domani, dalle 9.30, all’agriturismo Corte San Felice, a San Felice Extra, in via Belvedere 123/a. «Lavorare, Competere, Rappresentare e Decidere sono le parole d’ordine», dice Diego Zardini, deputato veronese del Pd. «Occasione per discutere della politica per il nord». Interverranno i ministri Paola De Micheli (infrastrutture) e Francesco Boccia (af-
fari regionali e autonomia), i viceministri Antonio Misiani e Matteo Mauri, il sottosegretario Achille Variati, l’assessore veneto Roberto Marcato, i sindaci di Bergamo e Brescia Giorgio Gori ed Emilio Del Bono, il presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini, il parlamentare di Forza Italia Renato Brunetta, del Andrea De Maria, la vicepresidente Debora Serracchiani, Zardini, Gianni Dal Moro, Paolo Calvano e Stefano Fracasso e Alessandro Bisato. Conclusioni di Maurizio Martina. • E.G.
22-NOV-2019 Estratto da pag. 12 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
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