RASSEGNA STAMPA DEL 22 SETTEMBRE 2019

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REGIONE

DOMENICA 22 SETTEMBRE 2019 CORRIERE DELLE ALPI

Il debutto del Governo al Nord

I ministri del M5S tendono la mano agli industriali «Basta con le liti» A Valdagno affollata assemblea degli imprenditori vicentini D’Incà: «Sì all’autonomia». Patuanelli: «Il futuro è green» dall'inviato a Valdagno Albino Salmaso Il Veneto di Zaia che sogna l’autonomia e attende la Pedemontana senza il casello sulla A4 a Montecchio, “annusa” il nuovo governo “tre volte di sinistra” per dirla con un Berlusconi desaparecido. E impara in fretta il nuovo must imposto da Bruxelles: il “green deal” dell’economia. Vale a dire: la conversione ecologica dell’industria, per abbattere la CO2 ed eliminare la plastica. L’esatto contrario di quello che vogliono l’America di

La platea non boccia i segnali di pace portati da Roma ma Zaia vince il duello degli applausi Trump e la Cina di Jin Ping. Stefano Patuanelli che ha ereditato da Di Maio la poltrona del Mise, fa professione di realismo di fronte ai 1500 imprenditori di Confindustria Vicenza e nella “fossa dei leoni” perde la gara dell’applauso con il governatore del Veneto che gioca in casa, con la claque che lo sostiene nel santuario liberal dei Marzotto. Ma il ministro esce a testa alta e gli imprenditori lo promuovono perché alla “fiera delle promesse” ha preferito gettare le basi della collaborazione. «Sono stanco di parlare di promesse, voglio rilanciare il

dialogo con i corpi intermedi e le associazioni di categoria: le imprese che creano lavorano e i sindacati. Basta con gli errori degli ultimi 14 mesi, dobbiamo girare pagina. Il futuro si chiama blockchain, è già qui e ci impone di gestire le crisi delle grandi aziende come la Whirpool e la formazione tecnologica dei dipendenti» dice il ministro dello Sviluppo economico. Che poi apre il vero fronte: la svolta green, con la revisione degli incentivi previsti da industria 4.0 e benedetti come una manna fatta piovere dal cielo da Carlo Calenda, leader solitario di Siamo Europei, in cerca di un partito nel Grande Centro presidiato da Renzi e Forza Italia. «Vi parlo della plastica, la vera emergenza del pianeta: nel Pacifico c’è un’ isola grande come la Francia che va eliminata. Penso a chi produce il monouso: chi paga la conversione ecologica? Non possiamo far chiudere le aziende, dobbiamo creare una rete per passare alla fase bio, compatibile con l’ambiente. La sostenibilità diventa la questione decisiva, motore vero dello sviluppo: se volete, cari imprenditori, ci sono delle praterie per crescere. Ecco perché vi chiedo di ritarare i contributi di Industria 4.0, molti settori hanno esaurito la loro spinta propulsiva». Patuanelli arriva con Federico D’Incà, ministro dei rapporti con il Parlamento e il gruppo dei consiglieri regio-

l’autostrada

La Pedemontana il fuori programma del governatore

Nessuna domanda sulla Pedemontana, il programma non lo prevede e Luca Zaia lascia di stucco Francesca Baraghini di Sky Tg24 e Fabio Tamburini, direttore del Sole 24,che hanno moderato il ping pong con Luciano Vescovi. Dal fondo sala parte un applauso, la claque urla “Pedemontana-Pedemontana” e Zaia racconta che tra qualche mese aprirà il secondo tratto sempre tra Schio e Thiene. Poi bisognerà portare un po’ di pazienza perché entro il 2020 non sarà certamente possibile concludere la galleria di Malo e quindi ci si dovrà arrangiare sulle vecchie strade dissestate. Tutto a posto? Manca anche il casello sulla A4 Padova Brescia di Montecchio, che arriverà forse tra 3 o 4 anni. Ma Zaia non lo dice.

Vescovi, leader degli industriali berici, spara sulla coalizione Lega-M5S Zoppas e Pedrollo: rinnovare gli incentivi di Industria 4.0, pronti al dialogo

«Voto 4 al governo Conte-Salvini A quello nuovo un 6 sulla fiducia» GLI INDUSTRIALI

I

l ministro Patuanelli? Promosso con un 6 “politico” di fiducia. Chissà riesca davvero a realizzare la svolta green dell’industria. Luciano Vescovi sorride, ha appena liquidato con un 4 inesorabile il governo Lega-5 Stelle, finito ko per

l’autogol di Salvini: «Di Maio ci ha deluso, ha pensato solo a distribuire il reddito». Da dove ripartire? Il leader degli industriali di Vicenza fa gli auguri ad Achille Variati, sottosegretario agli Interni ed ex sindaco della città, poi torna alla carica. «Se vogliamo far ripartire lo sviluppo, qualche idea ce l’ho. Via il reddito di cittadinanza, via

quota 100 e gli 80 euro di Renzi. Stop all’assunzione dei navigator e stop ai contributi alle aziende. Dobbiamo puntare sui giovani e per evitare che fuggano all’estero non c’è che una strada: aumentare i loro stipendi. Con coraggio», spiega Vescovi. «Non sarà facile». Dove trovare i soldi? Pagano le aziende? Luca Zaia una risposta

nali Berti, Baldin e Brusco che gli sminano la strada dell’autonomia, una delle “bombe” che ha fatto cadere il governo Conte1 e messo in crisi il feeling tra Salvini e Di Maio. D’Incà si ferma a parlare con Giovanni Favrin, presidente del gruppo Marzotto, poi lancia un segnale di dialogo a Luca Zaia, leader della Lega. «Basta con le liti, invito il presidente del Veneto a collaborare perché è nel suo inte-

resse chiudere il negoziato. Questo governo concederà l’autonomia a Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna trovando quel giusto compromesso perché il Paese resti unito e si alleggerisca il clima di tensione alimentato in questi mesi. Ho fiducia nel ministro Francesco Boccia che domani incontrerà Zaia a Venezia: ci sono le basi per riaprire subito il dialogo». Mezz’ora dopo, dal palco, si

sente un’altra musica nel faccia a faccia tra Luca Zaia e Luciano Vescovi. «Sull’autonomia l’ex ministro Erika Stefani ha fatto un grande, immenso e perfetto lavoro. Noi siamo pronti, Napolitano dice si tratta di una vera assunzione di responsabilità. Dateci le 23 materie previste dalla Costituzione e applicheremo lo stesso modello di efficienza della sanità», dice il presidente della Regione.

ce l’ha: tagliare le tasse e mettere mano agli sprechi, sono 200 miliardi, una montagna. Peccato che nei 14 mesi di governo con i grillini la Lega non ne abbia mai parlato, taglia corto il ministro D’Incà. Fine del botta e risposta. Confindustria Vicenza, un colosso in Italia, ha scelto l’orizzonte del 2039 per programmare il futuro, quando il 25-30% della popolazione sarà over 65 e il digitale avrà completato l’ultima tappa della rivoluzione digitale. Nando Pagnoncelli racconta l’importanza di radici solide con i territori e dice che l’Italia ha un abisso nel rapporto tra percezione e realtà. Siamo un popolo di visionari pessimisti. Se gli immigrati reali sono il 7% della popola-

zione, dalla percezione dei sondaggi emerge che siamo al 25%, un’invasione. E non sappiamo che l’Italia ha il record mondiale dei siti Unesco o delle produzioni agricole biologiche. Insomma, meno fake sul web, più giornali, libri e giovani laureati per vincere la sfida mondiale. E le priorità del nuovo governo per arrivare al 2039 con il “patriottismo dolce”? Roberto Zuccato, past president di Confindustria veneta, non ha dubbi: «Tagliare il cuneo fiscale e fermare l’aumento dell’Iva. In questa fase di recessione bisogna dare incentivi a chi lavora, a chi paga l’85 per cento delle tasse. Se vogliamo far ripartire l’Italia va aumentato il reddito a chi lo può spendere».

Seduto accanto a lui c’è anche Giulio Pedrollo, vicepresidente nazionale di Confindustria nella squadra di Boccia a Roma, che prima della


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Il debutto del Governo al Nord favrin (marzotto)

i risparmiatori traditi

«L’Italia è ferma Si deve partire dal lavoro»

E Baretta sulle banche apre al ristoro del 100% «Ma servirà l’arbitro» Roberta Paolini

Antonio Favrin VALDAGNO. Le radici del mi-

Da sinitra Giulio Pedrollo, Matteo Zoppas, Luca Zaia, Stefano Patuanelli, Federico D’Inca, Achille Variati in prima fila

Il vero j’accuse al centralismo romano lo recita il leader degli industriali di Vicenza. «L’autonomia è il tema dei veneti che odiano lo Stato perché preleva l’Imu e porta tutta a Roma. Il referendum rappresenta lo sfogo verso uno Stato che gestisce l’ordine pubblico ma in cambio ci dà burocrazia e vessazioni. Le 23 materie sono ridondanti, autostrade e reti energetiche non servono. Ma un punto è irrinunciabile:

kermesse ha avuto un faccia a faccia con Patuanelli. «L’impatto è positivo, gli ho chiesto di attivare una cabina di regia per affrontare due que-

l’ autonomia nella scuola per eliminare la burocrazia delle università e premiare i migliori che scappano all’estero». E Patuanelli? Tende la mano a Zaia. Ammette che il Veneto è schiacciato dalla “specialità” di Friuli, Trento e Bolzano ma «pure noi a Trieste soffriamo il dumping di Croazia e Slovenia. Il dialogo va ripreso». Con quali tempi? La prima risposta domani a Venezia. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

racolo della manifattura italiana vanno cercate a Valdagno e Luciano Vescovi ha scelto la Marzotto per annodare i fili con il governo gialloverde. Sul palco ricavato nel capannone con i telai in mostra, sale Antonio Favrin, leader del gruppo. «Siamo nati nel 1836, prima del regno d’Italia, e oggi produciamo filati in 18 attività sparse nel mondo. La nostra forza sta nell’export, che vale il 90 per cento dei 478 milioni di fatturato aggregato, con 4.271 dipendenti, di cui 1750 in Italia. Abbiamo attraversato periodi drammatici, dalle due guerre alle rivoluzioni tecnologiche. La nostra è una storia di successo per la capacità di aprirsi al mondo e creare valore aggiunto. L’immigrazione dell’Africa fa paura? In quel continente abbiamo un’azienda in Tunisia e siamo pronti a investire in 4 nuove attività nel bacino del Mediterraneo. Abbiamo inteso il lavoro non come sfruttamento e alienazione marxista, ma come libertà di realizzare i sogni con attenzione al sociale. L’Italia è drammaticamente ferma e sta subendo i contraccolpi della rivoluzione digitale: se vuole risollevare la testa deve ritrovare la centralità del lavoro, come la questione centrale di tutti i governi. Lo dice la Costituzione». — Al.Sal. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

A sinistra Luciano Vescovi, sopra Zoppas e a dx Roberto Zuccato

MESTRE. Pierpaolo Baretta apre ad un innalzamento dell’indennizzo per i truffati dalle banche. Promette che ne parlerà a Villarosa e di rivedersi nelle prossime settimane, dopo che le associazioni avranno riflettuto, per riprendere il dialogo. Il sottosegretario all’Economia parla, senza insistere, sul termine di truffati, cioè quelli che a causa della vendita fraudolenta delle azioni si sono ritrovati con un pugno di mosche in mano. Mette le mani avvisando: «attenzione a non andarsi a infilare in una strada dove dopo si ricomincia tutto daccapo». E a margine dell’incontro si augura: «che i pagamenti del Fir arrivino il più presto possibile». Il sottosegretario al Mef in quota Pd, si ricorderà, è il padre del primo fondo di ristoro dedicato agli ex soci delle banche venete. Allora la dotazione trovata, 100 milioni, pur con la promessa di essere innalzata, era molto più bassa, il Fir è di 1,5 miliardi, e il meccanismo di rimborso era molto diverso da quello poi approvato dal successivo esecutivo Lega-M5S. L’INCONTRO

Baretta, con la crisi di Governo tornato a vestire i panni del sottosegretario e sempre dello stesso dicastero, ieri si è recato a Mestre per un incontro organizzato da Franco Conte, presidente del Codacons Veneto. Il suo impegno formale è stato quello di portare le istanze emerse durante la riunione informale con alcune associazioni, tra cui oltre a Codacons anche Adusbef e Comitato Ristoro 100%, all’attenzione del nuovo esecutivo Cinquestelle-Pd. «Ho sempre dato atto al

stioni: la crisi dell’automotive e il rinnovo degli incentivi di Industria 4.0. Presenteremo un dossier con le nostre proposte per non subire i colpi della recessione che sta creando problemi alla Germania. La vera sfida si gioca sul rinnovo degli incentivi di Industria 4.0, che vanno prorogati per tre anni, altrimenti a fine 2019 le aziende smettono di investire. Lo stop and go è deleterio». E le infrastrutture?«Non è la mia delega, ma è evidente che vanno realizzate. Un passo avanti con la Tav Brescia-Verona? Lo aspettiamo a braccia aperte». La sintesi finale spetta a Matteo Zoppas, leader di Confindustria veneta, che ammette: «La congiuntura

Pierpaolo Baretta

precedente governo di aver aumentato e sensibilmente le risorse». Aggiunge che ci sono stati dei risparmi, dal Reddito di Cittadinanza e da Quota 100, per i quali erano stati allocate più risorse di quelle effettivamente impiegate e inoltre che il Fir, non è detto venga impiegato nella sua totalità. Su questo ieri è stato lo stesso Conte del Codacons a spiegare che il fon-

«Non ho le deleghe ne parlerò anche con Villarosa, meglio non cambiare la legge» do, secondo le loro proiezioni, dovrebbe avanzare una dotazione che sta tra i 700 e i 750 milioni. In sintesi: qualche soldo in più per immaginare di riuscire a coprire il 100% dell’importo perso c’è. SERVE L’ARBITRO

Ma dice Baretta bisogna avere la consapevolezza che per farlo bisogna intervenire a livello legislativo. «La vera questione – spiega ancora il

internazionale non è favorevole, siamo in una fase di stagnazione e quindi basta con i proclami che poi restano sulla carta». L’impegno numero uno?«Il taglio del cuneo fiscale da solo non basta, il governo dovrà mettere benzina nel motore dell’industria italiana e il Veneto come sempre indica la strada. Proprio per questo condivido l’appello di Messina, ceo di Banca Intesa, che ha invitato al dialogo tra governo e regioni del Nord. Se ci fermiamo noi addio sviluppo». E il giudizio su Patuanelli? «Il ministro ha scelto un nuovo modo di porsi rispetto al recente passato: finalmente ci ha ascoltato. Sono fiducioso sulla svolta: se ci sarà un

sottosegretario – sono i criteri, c’è una linea che dice nessun criterio e decide un arbitro. Un’altra che afferma nessun arbitro e tre criteri, tra cui il 30% portato avanti soprattutto da Bitonci. In questo modo si è dato un poco a tutti, si è scelta la strada di redistribuire in modo che tutti gli azionisti avessero qualcosa». Il problema del misseling, cioè della vendita fraudolenta, incardina una logica differente, che stabilisce che chi è stato truffato abbia, gli altri no. «Io non so se avrò una responsabilità su questa questione, ma quello che vi dovete chiedere – dice parlando ai presenti – è arrivati a questo punto: riapriamo le pratiche o acceleriamo con i pagamenti con le condizioni attuali». Il rischio sottolinea Baretta che passi altro tempo e «abbiamo aspettato tutti troppo». Ma sottolinea che se si dovesse decidere di riaprire il dossier del Fir deve essere una riflessione in primo luogo dei risparmiatori. «Tra me e Villarosa non troverete spiragli, ci chiuderemo tutti in una stanza e cercheremo una soluzione. E se è possibile introdurre e in che misura un arbitro». Ma questa, avverte, non è la mia posizione «io avrò la posizione del Governo». Sul tavolo la discussione verrà aperta per capire «è possibile fare un mix tra i criteri del Fir e l’arbitro? È possibile introdurre l’arbitro senza rifare la legge? Questa è la domanda». Baretta si congeda con una serie di impegni, «parlerò con Villarosa nei prossimi giorni per capire quali sono le strade». Ma con un caveat, la legge è stata così concepita per non introdurre il misseling, «per ottenere il 100% serve un arbitro. Ci rivediamo con me o con chi seguirà il dossier». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

ascolto delle nostre istanze come quelle di altre categorie, faremo grandi passi avanti nell’interesse del Paese. Certo, ad avviare il dialogo con il governo sarà il nostro presidente Vincenzo Boccia». E la svolta green, con l’addio alla plastica come vuole l’Europa, per passare dal petrolio e carbone alle fibre biologiche? «Ci vuole cautela», ribatte Matteo Zoppas. Insomma, bisogna scindere la plastica monouso da quella biodegradabile Pet nel rispetto delle direttive Ue. «Ma senza mandare a rotoli un settore di eccellenza dell’industria italiana». — Albino Salmaso BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI


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DOMENICA 22 SETTEMBRE 2019 CORRIERE DELLE ALPI

BELLUNO

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La lotta all’inquinamento sulle Dolomiti protocollo d’intesa tra bolzano e “Veneto strade!

Telecamere sui passi per verificare i flussi e “consigliare” le misure contro lo smog In totale saranno 24 (sei nel Bellunese) e progetto spalmato su otto anni; 168mila euro la spesa della Provincia autonoma Francesco Dal Mas LIVINALLONGO. Per la prima

volta sulle Dolomiti le telecamere sorvegliano le strade dei passi. E non solo quelle. Cattureranno i passaggio automobilistici fornendo ai pubblici amministratori i dati necessari per decidere quali misure intraprendere se l’afflusso sarà “massificante”. Un protocollo d’intesa è stato sottoscritto dal vicepresidente della Provincia di Bolzano, Daniel Alfreider, incaricato della mobilità, e da Silvano Vernizzi di “Veneto Strade”. A giorni arriveranno sei telecamere nel territorio del Comune di Livinallongo – informa il sindaco Leandro Grones – due saranno installate a metà strada del Pordoi, per riprendere le auto in salita e in discesa; altre due verso il passo Campolongo, subito dopo Arabba, e le ultime due tra la stessa Arabba e Pieve di Livinallongo, all’altezza della latteria. Gli occhi elettronici saranno 24 e monitoreranno, attraverso un software apposito, i flussi anche lungo il Sella ed il Gardena, nonché l’anello stradale su cui sboccano le statali 242 della Val Gardena, 244 della Val Badia, 48 della Val di Fassa e la strada regionale 48 che transita appunto per Arabba. «Le telecamere saranno in grado di suddividere i mezzi in quattro categorie (moto, autobus, camion, auto, OES) e», spiega Grones, «anche di

leggere le targhe, per determinare con precisione il numero di passaggi e la provenienza dei veicoli, garantendo comunque l’anonimato agli automobilisti». Il progetto costa 168 mila euro e se ne fanno carico Bolzano e Trento. Il monitoraggio continuerà per 8 anni, ma le prime misure, sulla base dell’esame dei dati, potrebbero scattare già la prossima estate. «Dopo tante polemiche sulle diverse modalità di chiusura dei passi, è arrivato finalmente il momento di condividere una strategia», riconosce il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, «per questo abbiamo accettato l’installazione anche sul nostro territorio. Avremo modo di verificare in quale misura si pone il problema dei flussi ritenuti eccessivi e, in base alle risultanze, decideremo insieme come meglio intervenire. Magari senza ricorrere a provvedimenti draconiani che rischiano, come è già successo, di lasciare pesanti strascichi». In effetti c’è chi continua a telefonare agli albergatori dei passi – come è accaduto ad Osvaldo Finazzer del Pordoi – se i valichi sono ancora chiusi. Zaia conviene che, in ogni caso, qualche alleggerimento serve («purché sia condiviso») contro l’inquinamento da decibel e da smog. Pesantissimo è il rumore delle moto. Il presidente coglie la circostanza della firma del protocollo per ribadire gli ot-

il Questionario

Chiusura sì o no? Alla gente fodoma 1200 schede

Il passo Sella è uno di quelli dove saranno installate le telecamere di sorveglianza

timi rapporti che esistono tra Bolzano, Trento e Venezia, nonostante qualche incidente di percorso. «Se fossimo in guerra, o anche solo in armistizio, non

avremmo firmato un bel niente. Così procedendo, invece», conclude Zaia, « riusciremo a conservare le nostre montagne come monumento del mondo in tutta la loro autenti-

cità». «Le telecamere», precisa infine il sindaco Grones, «non servono comunque per sanzionare chi pigia sull’acceleratore». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

Le telecamere sono state precedute da un questionario che può essere compilato in forma anonima su tutti i nodi del traffico. È stato distribuito all’inizio del mese ai residenti dei comuni dei passi del Sella. In Fodom ne sono stati distribuiti 1200, perché alcuni hanno raggiunto anche i bambini. La scadenza è a fine mese. Attraverso il sondaggio si vuole capire se i residenti di ogni età soffrono di traffico ritenuto eccessivo, sia nel cuore dell’estate e sia per buona parte della stagione sciistica. Gli amministratori pubblici intendono anche capire quali sono gli orientamenti dei concittadini rispetto alle proposte avanzate in questi ultimi anni sul contenimento del flusso veicolare ed il conseguente inquinamento. Il questionario si pone in particolare l’obiettivo di comprendere quali siano i comportamenti ai piedi dei passi, in sostanza nei centri abitati, prima ancora che lungo la salita e la discesa. Una lamentela corrente è ad esempio quella che i turisti di passaggio non si fermano nei paesi per salire direttamente in quota.


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Nordest

Domenica 22 Settembre 2019 www.gazzettino.it

L’intervista Erika Stefani L’ex ministro: dalla maestra comunista alla Lega, il rapporto con il papà morto nel deserto, l’impossibilità di avere figli e l’aneurisma. «Appena guarita ho comprato la Suzuki. Amo il pericolo ma non vado più in pista, e basta arrampicate» una fortuna fra colore e taglio». La prima cosa che ha fatto appena uscita dall’ospedale? «Sono andata a comprarmi una Suzuki GSXR, una super sport. E sono riuscita anche a fare un incidente. La passione per le moto ce l’ho nel sangue, a sei anni mio papà mi ha messo su una motocross, adesso ho due Suzuki, sempre il GSXR di quando sono uscita dall’ospedale e anche un 1000». Ha perso suo padre Giovanni pochi mesi fa, un incidente in Algeria. «Stava disputando una gara nel deserto, ma non in moto, era su un quad. Sembra sia stato un errore umano o un effetto ottico, non ha visto il taglio della duna, ha fatto un volo di tre, quattro piani. Mia mamma l’aveva accompagnato alla sua prima gara in Algeria tanto tempo fa ed era con lui adesso, a quella che sarebbe stata la sua ultima competizione».

DONNE&DONNE

Ha preso molto da suo padre. «Caratterialmente uguali, spavaldi, votati a fare cose pericolose, anche se io ho smesso con l’arrampicata libera e con la pista in moto. Sono iperattiva, quasi come lui. In moto ho sfidato una marea di gente. In realtà sono un maschiaccio. Fino ai vent’anni giravo col chiodo con le frange e gli anfibi».

«Sono un maschiaccio anzi una motociclista» ice di essere «un maschiacchio». Di essersi vestita, quand’era ministro agli Affari regionali, spesso e volentieri con lo stesso vestitino nero perché con il nero è tutto più semplice: «Gli abbinamenti non li so fare». Non si è mai sposata, è fidanzata da qualche anno. Confida: «Ma non posso avere figli, non ho avuto la fortuna di diventare mamma». 48 anni compiuti lo scorso 18 luglio, vicentina cresciuta a Trissino («Sono nata nel nobile ospedale di Valdagno, ma i miei genitori erano di Recoaro Terme»), Erika Stefani è arrivata in Parlamento nel 2013 e nel 2018, rieletta, è entrata nel primo Governo Conte, con l’incarico di seguire soprattutto il progetto dell’autonomia. Adesso che il governo gialloverde è caduto, è tornata al Senato e al suo studio di avvocato.

D

Senatrice Stefani, è appena iniziato il nuovo anno scolastico. Lo ricorda il suo primo giorno di scuola? «E come no. Avevo una maestra comunista! Era un’insegnante spettacolare, l’ho sempre vista sorridere. Io avevo il grembiule nero e il fiocco, mi pare rosa. Solo alle elementari, però». VICENTINA Erika Stefani un anno fa al momento del giuramento a Palazzo Chigi e, a destra, in sella alla sua amata moto

L’avrebbe voluto anche alle medie? «Io ho vissuto il tempo dei “paninari”, chi aveva i soldi esibiva le felpe delle Best Company, gli altri erano additati come poveracci. Con il grembiule non ci sarebbero state differenze di censo». È vero che suo padre le insegnò sin da piccola a preparare gli insaccati? «Mio papà aveva un macelleria

prima a Recoaro, poi a Trissino, la mamma ha sempre lavorato in negozio con lui, poi hanno aperto un negozio di alimentari con la macelleria dentro. Mio papà mi portava in macello a far su salsicce e cotechini, che tutto sommato sono facili. Le soppresse no, quelle sono per i più esperti». Quando dava una mano ai suoi? «Appena ho potuto avere il libretto sanitario, tutte le estati le passavo al banco della gastronomia a tagliare affettati e formaggi. Mio fratello, invece, al banco della macelleria». Per caso è diventata vegana? «Scherziamo? Il mio piatto preferito è la costata». Come si è avvicinata alla Lega? «Grazie a mio papà. È stato un li-

IL LOOK Erika Stefani, 48 anni, leghista, senatrice, è stata fino a poche settimane fa ministro agli Affari regionali e all’Autonomia. Biondissima, rivela: «Macché, sono tintissima, dopo essere stata rasata a zero per l’operazione i capelli crescevano bianchi»

ghista della primissima ora, mi portava con sé fin da piccola. Ricordo il “mio” primo comizio, parlava Franco Rocchetta a Valdagno. Eravamo ai tempi della Liga Veneta, frequentare quegli ambienti aveva un certo che di carbonaro». Il suo debutto in politica? «Durante gli studi universitari mi ero trasferita a Padova, quando sono tornata a casa mio papà mi ha detto: “Fai qualcosa per il paese. Sport, volontariato, impegno civico, quello che vuoi ma aiuta il tuo paese”. Così ho cominciato a dare una mano alla sezione della Lega, nel 1995 ho aiutato a scrivere il programma per le Comunali ma abbiamo perso, nel 1999 sono stata eletta consigliere con una civica perché la Lega non si era presentata. E nel 2009 sono diventa-

«LA PARTE PIÙ POSITIVA È STATO IL CONFRONTO CON I PRESIDENTI DI REGIONE. UN ONORE LAVORARE ACCANTO AL GOVERNATORE ZAIA»

ta assessore all’Urbanistica e vicesindaco». Poi il grande salto, nel 2013 eletta al Senato. «Con quello che mi era successo l’anno prima, un’altra magari avrebbe fatto un ex voto e sarebbe andata in convento. E io invece sono diventata senatore leghista». 2012, l’anno in cui ha avuto un aneurisma cerebrale. «Ero appena uscita dal mio studio di avvocato a Cornedo Vicentino. Era sera e avevo deciso di andare in palestra, saranno state le 20, forse le 21. Se fossi andata a casa - all’epoca vivevo da sola mi avrebbero trovato il giorno dopo morta. Comunque, ero in palestra e mi sono accasciata. A distanza di anni, non so ancora chi sia stato a dare l’allarme. Quella è stata la prima di tre fortune. Le altre due: essere portata subito a Vicenza dove c’è un ottimo reparto di Neurochirurgia ed essere operata per non so quante ore di notte da un grande luminare, il dottor Volpin. Dopo l’intervento per quattro giorni sono stata in coma farmacologico. Mi sono svegliata quando ho sentito la voce di mio papà. Ho aperto gli occhi e ho chiesto: “Cos’ho combinato?”. Ero convinta di aver fatto un incidente stradale». Cosa le è rimasto di quella vicenda? «Una cicatrice sul cranio lunga così, ho ancora un buco. E ho dovuto farmi bionda, io che ero mora, perché per operarmi mi hanno rasato a zero e quando i capelli hanno ripreso a crescere dallo shock sono diventati bianchi. Adesso sono bionda di necessità, tintissima. Se penso che poco prima di avere l’aneurisma ero stata dal parrucchiere, avevo speso

«IN UNA RIUNIONE SULL’AUTONOMIA BUFFAGNI MI HA RISO IN FACCIA. COL M5S NON SI POTEVA PIÙ ANDARE AVANTI» 3499590a-a279-4df3-8d6c-e4ce2ba99f1e

Da ministro ha cambiato completamente stile. «Al lavoro come in aula ho sempre lo stesso stile, abiti neri, semplici. Tanto che c’è chi mi chiede: ma sei sempre vestita uguali? È che odio fare gli abbinamenti, col nero è più semplice». Capitolo autonomia, cosa le ha fatto più piacere del suo lavoro da ministro? «Avere avuto un contatto con i governatori di Regione, figure notevoli, non chiacchierano, amministrano. E aver avuto la possibilità di lavorare con il presidente Luca Zaia, un grande uomo, di cui ho una stima enorme». Il dispiacere? «La resistenza passiva degli esponenti del M5s. Almeno avessimo litigato, ci sarebbe stato un confronto. È stato frustrante. La Lezzi era il megafono del M5s». Salvini ha sbagliato i tempi nell’aprire la crisi? «Noi ministri non riuscivamo più a lavorare. In una riunione sull’autonomia Buffagni mi ha riso in faccia. Il contesto era ormai insostenibile, che la crisi fosse stata a luglio o ad agosto non cambiava l’esito, era assurdo andare avanti, l’autonomia non ce l’avrebbero mai data». E il nuovo ministro Boccia la darà? «Vediamo come andrà domani l’incontro con Zaia, ma ho letto le dichiarazioni di Boccia, temo che non siamo sul binario corretto». Senatrice, qual è il suo luogo elettivo? «Ovunque se sono in buona compagnia». Un aggettivo per descrivere il suo compagno. «Fortunato. Perché sta con me». L’ultimo libro letto. «Il memoriale della Repubblica di Gotor». Un capo di abbigliamento che non indosserebbe mai. «Mah, noi donne sappiamo indossare anche capi improbabili». Il regalo più costoso ricevuto. «La prima moto, regalatami dal mio babbo». Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA


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San Donà

IL SINDACO CERESER «Si tratta dell’ultima edizione nei vecchi spazi espositivi poiché oltre due terzi dell’area non è più proprietà del Comune»

di Piave

Domenica 22 Settembre 2019 www.gazzettino.it

mestrecronaca@gazzettino.it

Fiera, stand quasi esauriti e apertura verso le spiagge Conto alla rovescia per l’attesa Campionaria `Il presidente di Ascom Angelo Faloppa: in programma dal 5 a 7 ottobre in via Pralungo «La novità riguarda uno spazio al turismo»

Il “Carnevale dei ragazzi” diventa internazionale `Comune capofila

di un progetto con Istria e Dalmazia

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SAN DONÀ Tutto pronto per l’edizione 2019 della fiera Campionaria che si terrà da sabato 5 a lunedì 7 ottobre in via Pralungo. Ascom-Confcommercio, che dal 2015 gestisce i padiglioni, conferma che gli spazi espositivi sono quasi tutti occupati. Sono confermati i settori relativi all’agroalimentare, automobili e veicoli industriali, prodotti tipici, artigianato e casa, panificatori.

ULTIMI STAND «Sono ancora disponibili solo pochi stand - spiega il presidente di Ascom Angelo Faloppa - La novità riguarda uno spazio che sarà dedicato al turismo del territorio, soprattutto legato alle spiagge». Lo scorso anno l’associazione dei commercianti aveva indicato oltre 90mila presenze nel capannoni fieristici, sempre ad ingresso gratuito. Per Faloppa «un’affluenza favorevole agli esercenti che possono sviluppare e creare contatti con potenziali clienti». Tra le conferme anche gli stand dedicati al festival del cinema per ragazzi Giffoni e quello dedicato all’alternanza scuola-lavoro, in particolare le discipline meccaniche, presente nelle ultime sei edizioni. L’iniziativa “Dove ci sono scuole e azienda c’è lavoro” è promossa, infatti, dall’autofficina di Paolo Ave di Torre di Mosto, che ha coinvolto l’istituto superiore Scarpa-Mattei e il riparatore New Motospazio di San Donà. Una ventina gli studenti impegnati durante la fiera su una moto e un’auto modello 525 diesel Bmw come simulatore didattico. «Un dato molto positivo che gli stand siano quasi esauriti – commenta il sindaco Andrea Cereser – Uno spazio del Comune sarà dedica-

ULTIMO ANNO La Campionaria sarà ospitata per l’ultima volta nei padiglioni di via Pralungo

to allo sviluppo urbano e all’area pedonale. Si tratta dell’ultima edizione che si svolgerà nei vecchi spazi espositivi poiché oltre due terzi dell’area non è più proprietà del Comune: il 40% appartiene ai proprietari di Confrutta e altri 40% sono di Cantine Vivo». La sede della fiera del futuro, infatti, sarà proprio l’attuale sede di Confrutta.

PIAZZA INDIPENDENZA Altra novità in centro città

QUEST’ANNO SARÀ POSSIBILE METTERE LE BANCARELLE IN ALCUNI PUNTI DEL CENTRO ANCHE NELLA GIORNATA DI SABATO

La madrina

Apertura con Sevmi Al taglio del nastro della campionaria, nella mattinata di sabato 5 ottobre, sono attesi il presidente della Regione Luca Zaia, spesso presente alla kermesse, e come madrina Sevmi Fernando, 20enne nata a Camposampiero da genitori dello Sri Lanka, terza classificata assoluta a Miss Italia e vincitrice della fascia nazionale “Miss Sorriso”.

concerne il comparto agricolo che da viale Libertà sarà trasferito in piazza Indipendenza nel cortile interno del palazzo del Consorzio di Bonifica. Nella passata edizione la stima del Comune era di circa 300mila persone giunte in città nei tre giorni delle fiere, con 400 banchetti in centro e molte le feste organizzate, soprattutto da bar e ristoranti che hanno fatto il pieno con un impulso positivo per tutta la città. Ma quest’anno sarà possibile posizionare le bancarelle in alcuni punti del centro anche nella giornata di sabato, come proposto dal consigliere comunale di minoranza Costante Marigonda (Lega) che nei mesi scorsi ha presentato un’interrogazione in merito a cui il Comune ha detto sì. Davide De Bortoli © RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna d’attualità il progetto del polo scolastico TORRE DI MOSTO Mentre sta partendo in questo giorni una importante stagione di lavori pubblici è in arrivo una rivoluzione nel campo delle strutture scolastiche. Torna d’attualità il progetto di realizzare un polo scolastico presso la scuola media Leopardi (foto) accorpando la scuole elementari Emanuele Filiberto di Savoia, chiudendo la scuola materna di Staffolo che sarebbe spostata nello stabile dell’Emanuele Filberto che diventerebbe il polo scolastico della prima infanzia con l’accorpamento del nuovo asilo nido. Come noto dall’inizio di quest’anno scolastico, le attività scolastiche delle elementari, per consentire i lavori di adeguamento sismico son state trasferi-

IL COMUNE PENSA A CHIUDERE LA STAFFOLO A BREVE I LAVORI PER IL RESTAURO DEL PONTE DI BOCCAFOSSA

te in parte (le due classi prime e le due classi seconde) in quattro aule dell’oratorio “Papa Luciani”, mentre le terze, le quarte e le quinte hanno trovato posto alle media Leopardi. «Mentre andranno comunque avanti i lavori di adeguamento sismico delle stabile della scuola elementare Emanuele Filiberto – spiega il sindaco Giannino Geretto - in parte con risorse regionali, circa 382 mila euro, che la precedente amministrazione aveva ottenuto e destinato al miglioramento sismico della materna di Staffolo e che la nostra giunta ho avuto il permesso regionale di trasferire, stiamo valutando la possibilità di chiudere a Staffolo e creare i due poli scolastici in centro». Tra qualche giorno, inizieranno i lavori di restauro del ponte di Boccafossa il cui appalto è sta-

to assegnato con un ribasso d’asta del 18% su una base di 265mila euro. Partono per fine mese anche i lavoro di sostituzione dei 1200 punti luce dell’illuminazione pubblica comunale con lampade a led: dopo essere stati costretti a rescindere il contratto di noleggio operativo con l’impresa che aveva vinto inizialmente la gara d’appalto si è passati alla seconda in graduatoria la ditta Ranzato di Padova. Partono anche i lavori, per 140mila euro, per rinnovare i 4 pontili sulla fiume Livenza e il canale Brian: oltre al restauro dei pontili di Boccafossa, Riva Grande e retro Municipio sulla Livenza, la novità riguarda la realizzazione, sul canale Brian, di un nuovo pontile con attracco a Boccafossa, davanti al bar Migotto. Maurizio Marcon

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CEGGIA Il “Carnevale dei ragazzi” di Ceggia sempre più internazionale. Con un incontro convocato dal sindaco Mirko Marin in municipio ha preso il via la seconda fase del progetto “Carnevale nell’Istro-veneto”: cultura, tradizioni, animazione del territorio”. Il progetto transfrontaliero è un’iniziativa con capofila il Comune di Ceggia, sostenuta dalla Regione Veneto nel programma 2019 di interventi a salvaguardia e valorizzazione del patrimonio culturale di origine veneta in Istria e Dalmazia. Partner principale è l’associazione Carnevale Ciliense, rappresentata dal presidente Gianfranco Moro, dal consigliere Luca Ferro e dal consulente Ivan Orlando. La “cordata” degli enti promotori comprende la Comunità degli Italiani di Fiume e l’Ente per il Turismo di Buie, con i quali è già stata stabilita una fitta rete di relazioni estesa ad altri soggetti istituzionali transfrontalieri. Gli obiettivi del progetto si possono ricollegare a tre finalità: conservare e valorizzare le tradizioni del carnevale che risalgono

all’epoca della Serenissima; accentuare l’interazione transfrontaliera fra i soggetti attivi nell’organizzazione di eventi carnevaleschi; favorire la formazione di giovani artigiani e di professionisti della creatività che possano mettere a frutto conoscenze e tecniche peculiari dell’inventiva carnevalesca nella loro vita lavorativa. «Si tratta di un modo concreto di incentivare anche la crescita economica e sociale - spiega Ivan Orlando -. Il Carnevale di Ceggia è riconosciuto quale motore di aggregazione fra le generazioni, con i bambini e i ragazzi di un un’intera città che si lasciano affascinare dalla manualità della fabbricazione di maschere e addobbi, per arrivare infine a scoprire i segreti della progettazione e della realizzazione dei grandi carri allegorici». Maurizio Marcon

CARRI Il carnevale di Ceggia

La profumeria compie 65 anni La titolare: «Siamo ancora qui» SAN DONÁ Stesso posto, stessa via, stesso nome e, soprattutto, la stessa titolare: la signora Adriana. Sono passati 65 anni, ma è come se il tempo si fosse fermato in quello spicchio di via XIII Martiri. La Profumeria Paris fa questo effetto quando si entra: l’idea di una vera profumeria parigina apparsa magicamente in pieno centro cittadino. «Quando abbiamo aperto, qua in centro c’erano negozi grandi firme ed eravamo in quattro profumerie», ricorda la signora Adriana. Sua l’idea di aprire questa attività nel 1954. «Rispetto ad allora, è cambiato che abbiamo avuto la concorrenza della grande distribuzione; da parte nostra ci siamo specializzati proponendo dei prodotti unici, praticamente impossibile da trovare altrove. Questo ci ha differenziato». Adriana PerissinotDAL 1954 Adriana Perissinotto (a destra) con la nipote Francesca. Sotto, una foto d’epoca della profumeria

to da queste parti è una sorta di istituzione: 81 anni ed una grinta da fare invidia, è una di quelle commercianti che da sempre si battono per il bene del centro, anche organizzando iniziative, come “Ziogando intea strada”, con i giochi di una volta che si tiene tradizionalmente la domenica prima della Fiera del Rosario. «Da allora non ho mai avuto un solo pentimento: non mi è mai venuto in mente di chiudere e non mi sono mai stancata - riprende Adriana Perissinotto -. Stare dietro al bancone ti permette di stare sempre a contatto con la gente, di parlare, di confrontarsi; cosa che ora è sempre più difficile riscontrare tra le persone. Poi, ho avuto la fortuna della salute e questo aiuta». E ieri Adriana, che gestisce il negozio con la preziosa collaborazione della nipote Francesca, ha festeggiato con un brindisi assieme ai clienti. (f.cib.)


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Nordest

IL MINISTRO: FAREMO I CONTI IL PROSSIMO ANNO Stefano Patuanelli: «Non voglio fare promesse ma nel nostro futuro c’è ambiente, lavoro e impresa. Così il nostro Paese può decollare»

Domenica 22 Settembre 2019 www.gazzettino.it

Autonomia, disgelo D’Incà: «Ce la faremo» Vicenza, apertura del ministro 5stelle davanti agli industriali `Zaia domani a Venezia incontra il ministro pd Boccia: «Si parte da quanto è stato fatto, troveremo un compromesso» «Gli consegno la proposta, i compiti a casa li abbiamo fatti» `

L’ASSEMBLEA VALDAGNO Quasi 1.500 persone, per una delle assemblee di Confindustria Vicenza più affollate di sempre, in quello che ha rappresentato un evento storico anche dal punto di vista politico, con il battesimo sul campo di due nuovi ministri del Governo Conte bis, entrambi nordestini, quello per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà, bellunese, e quello dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli, triestino, entrambi alla loro prima uscita ufficiale dopo il giuramento a Montecitorio. L’evento annuale degli imprenditori berici, dal titolo “Chi nasce oggi che Paese troverà tra vent’anni?” e ospitato negli stabilimenti dello storico quartier generale della Marzotto Spa di Valdagno, è destinato ad essere ricordato per il triplo incrocio industria-politica-Governo. In prima fila, in platea, anche un altro rappresentante del Conte bis, l’ex sindaco di Vicenza Achille Variati, nominato la settimana scorsa Sottosegretario al Ministero dell’Interno, a cui si aggiunge un simbolico passaggio di consegne che di fatto non c’è stato, probabilmente i loro sguardi non si sono neanche incrociati - tra D’Incà e l’ex ministro agli Affari Regionali, Erika Stefani. Il neo ministro bellunese ha subito assicurato: «Si riparte da quanto fatto in passato e dall’incontro di lunedì (domani per chi legge, ndr.) a Venezia tra il ministro Boccia e il presidente del Veneto Zaia. Con il primo ho parlato più volte e credo che questo governo riuscirà a portare a casa l’Autonomia per il Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, trovando quel giusto compromesso in modo tale che il Paese resti unito e si alleggerisca quel clima di tensione che fino ad oggi si è registrato».

IL GOVERNATORE Qualche minuto dopo, Luca Zaia, subito informato dell’apertura del ministro D’Incà, ha gonfiato il petto: «Io sono l’unico

fatto che oggi l’autonomia è centrale sull’agenda di Governo. Abbiamo fatto passi da gigante, ma ora basta compiti per casa, li abbiamo già fatti tutti». Poi, anche da parte sua, l’appuntamento di domani a Venezia, con una postilla: «Siamo assolutamente pronti - ha assicurato Zaia - per ricevere il ministro Boccia che avrà modo di conoscere dal vivo e da vicino la commissione trattante che sono gli estensori della legge, tra cui autorevoli accademici. Nell’occasione consegnerò ufficialmente la bozza nelle sue mani, in modo che stavolta non ci siano dubbi o si raccontino favole metropolitane».

Il presidente

Vescovi: «Voto 4 al vecchio governo»

L’ERRORE DI SALVINI ` Metà settembre, tempo di

ripresa delle scuole. E tempo di primi voti, espressi nell’assemblea di ieri, dal Governatore Luca Zaia e dal presidente di Confindustria Vicenza, Luciano Vescovi, nel ruolo di “docenti” durante il focus sul palco. «Al Governo precedente giallo-verde - le parole di Vescovi - il mio voto è 4, perché non ha rispettato le nostre attese e ha bloccato le opere». Immediata la risposta di Zaia: «A questo punto io sono costretto a dire 8, così la somma fa 12, il voto finale è 6 e la media è sufficiente. Poi considerando come è finita verrebbe voglia di dare zero, se fosse possibile un voto ancora più basso». Ad entrambi è stato poi chiesto di dare già un voto al nuovo Governo. «Non è possibile, quello che ha appena iniziato non può essere giudicato», ha tagliato corto Vescovi, mentre Zaia ha usata l’arma del sarcasmo: «Spero di poter dare al nuovo governo in un prossimo futuro un bel 10, perché significherebbe che ha raccolto e accettato tutte le nostre proposte». Ma era evidente l’espressione scettica del suo volto. L.P. © RIPRODUZIONE RISERVATA

che dice che alla fine l’autonomia la portiamo a casa. Non ci siamo riusciti con il Governo Renzi e con il Conte 1, vediamo se ce la faremo con il Conte bis, altrimenti prima o poi arriverà qualcuno. Si prenda atto che siamo partiti da una situazione di pura utopia rispetto alla celebrazione del referendum sino al

Così negli ultimi 20 anni Pil italiano: confronto tra aree geografiche 2000-2018 var. %

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A VALDAGNO AFFLUENZA RECORD ALL’ASSEMBLEA DI CONFINDUSTRIA CON I MEMBRI VENETI DEL CONTE-BIS

NORD SUL PALCO Il ministro per i rapporti col Parlamento Federico D’Incà, bellunese, e il governatore Luca Zaia

«Italia, vent’anni di crescita zero» Ricetta Cgia: 5 idee per il governo L’ANALISI VENEZIA Negli ultimi 20 anni il Pil dell’Italia è cresciuto mediamente dello 0,2% ogni anno. Praticamente, niente: anche se al Nord il dato medio è esattamente il doppio: 0,4%. Un dato riconducibile, in particolare, agli effetti negativi provocati dalla grande crisi iniziata nel 2008. Nonostante sia trascorso oltre un decennio da questo evento, assieme alla Grecia siamo l’unico Paese dell’area dell’euro a non aver ancora recuperato la situazione ante-crisi. Rispetto a dodici anni fa, infatti, dobbiamo recuperare an-

cora 4,2 punti percentuali di Pil, ma anche 19,2 punti di investimenti, 5,9 punti di reddito disponibile delle famiglie e 1,4 punti percentuali di consumi delle famiglie. Lo sottolinea la Cgia di Mestre, rilevando che queste difficoltà continuano a perdurare, nonostante gli occupati sono cresciuti dell’1,6%. Nonostante questo aspetto positivo, il monte orario e il livello medio delle retribuzioni sono diminuite, a causa di un deciso incremento della precarietà, mentre la disoccupazione è aumentata dell’81% (il tasso medio annuo era al 6 e ora si aggira attorno al 10%).

var. % media annua

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© RIPRODUZIONE RISERVATA

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+3,8 +0,2 ITALIA Fonte: Cgia Mestre

L’unico segnale veramente positivo giunge dalle esportazioni: rispetto al 2007 sono salite del 17,5%, interessando, principalmente, le regioni del Centronord.

la Cgia, il taglio del cuneo fiscale, l’eliminazione dell’Irap per le micro e piccole imprese e dello split payment, il reverse charge nell’edilizia e la riduzione progressiva degli acconti Irpef, Ires, Irap e Inps. Il secondo intervento dovrebbe puntare a favorire l’accesso al credito, visto che dal

LE PROPOSTE Per rilanciare la crescita dell’Italia la Cgia di Mestre propone al nuovo governo cinque interventi mirati in particolar modo sulle esigenze delle Pmi. Il primo è la forte riduzione delle tasse e la semplificazione del sistema tributario, con uno choc fiscale che riduca, in 3 anni, la pressione fiscale di almeno 5 punti percentuali. Fra le misure possibili, spiega

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CENTRO

Nella grande area adibita ad auditorium, dopo i saluti del presidente degli industriali berici Luciano Vescovi e del padrone di casa, Antonio Favrin, alla guida del gruppo Marzotto, il dibattito sul palco: a partire dall’agenda che attende il nuovo governo, dalla stessa autonomia al rilancio economico, dal fisco alla difesa dell’ambiente, dalla formazione alle infrastrutture. In mezzo anche un focus di approfondimento con il governatore veneto che ha usato la carota ma anche il bastone: «Un errore quello di Salvini di staccare la spina al Governo precedente?», gli è stato chiesto. «Il suo errore è stato quello di non farlo prima. Oltre che la spina, Salvini avrebbe dovuto staccare anche la centralina elettrica a il palo della luce». Poi a chiudere l’intervento dal palco del ministro allo sviluppo economico Patuanelli: «Non posso e non voglio fare promesse, sono al lavoro da pochi giorni. Verrò qui con i fatti all’assemblea del prossimo anno e allora potrò dire quanto è stato realizzato. Se riusciamo a parlare di futuro sostenibile, in quel futuro c’è tanto: ambiente, lavoro, impresa. E allora, assieme a queste cose possiamo inventare lo sviluppo economico del nostro Paese, che può davvero decollare». Luca Pozza

CGIA Paolo Zabeo

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INSIEME ALLA GRECIA SIAMO L’UNICO PAESE CHE NON HA ANCORA RECUPERATO LA PERDITA SUBÌTA CON LA GRANDE CRISI

2011 ad oggi gli impieghi alle imprese sono diminuiti del 27 per cento. La Cgia propone quindi di tornare ad investire, visto che rispetto al 2007 (anno pre-crisi) in Italia gli investimenti sono crollati di quasi 20 punti percentuali. Il quarto punto per il rilancio della nostra economia dovrebbe essere poi l’incentivazione degli interventi per il lavoro e la formazione, soprattutto quella «professionalizzante in un’ottica di filiera che metta a regime il sistema duale (alternanza scuola/lavoro e apprendistato), aiutando economicamente gli istituti tecnici e professionali di frontiera». Infine la Cgia invita a sostenere l’impresa 4.0, con una attenzione anche alle micro imprese e a quelle artigiane. © RIPRODUZIONE RISERVATA


III

Primo Piano

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Grandi navi a Marghera? Primi “no” pentastellati Il sottosegretario Baretta rilancia `Il deputato Maniero: «Non se ne parla» l’indicazione uscita dal Comitatone La consigliera regionale Baldin: «Idee vecchie» `

IL NODO POLITICO

neria di Porto di impedire alle navi di lasciare le banchine. Durante il passaggio di fronte a San Marco la grande nave è stata travolta dal temporale e, complice il forte vento, ha sbandato puntando la prua verso riva Sette Martiri e i Giardini. A bloccare lo schianto che sembrava inevitabile, ci hanno pen-

INTANTO IERI GIORNATA DI GRANDE TRAFFICO IN MARITTIMA SETTE CROCIERE ALLE BANCHINE

sato i tre rimorchiatori, tirando il grattacielo galleggiante verso dritta. Decisiva la richiesta del comandante della Deliziosa di aumentare la velocità, superando anche il limite di 8 nodi imposto dalla stessa Capitaneria per l’attraversamento di Venezia, come prevenzione dopo l’incidente della Msc Opera. Con una velocità superiore - anche senza l’intervento di altri due rimorchiatori, come chiesto in un primo momento - la Deliziosa è diventata più governabile ed è riuscita a rimettersi in traiettoria. Intanto ieri è stata un’altra giornata di passione con sette crociere arrivate in città. Nicola Munaro © RIPRODUZIONE RISERVATA

MESTRE Ha scelto Mira per dire che il lavoro dell’ex ministro dei Trasporti Danilo Toninelli va praticamente cancellato. Proprio il paese che adesso è governato dal Pd ma che è stato uno dei primi successi del Movimento 5 Stelle con il sindaco Alvise Maniero. Non è l’unico punto di attrito tra il giallo e il rosso del nuovo Governo ma è certamente un argomento che rischia di far diventare incandescente il gialloverde. Pierpaolo Baretta, già sottosegretario all’Economia col governo Renzi ed ora tornato al suo posto col Governo Conte, ha detto che la soluzione per le grandi navi da crociera c’è già da novembre del 2017 ed è quella che allora scelse il Comitatone per Venezia, al quale anche lui aveva partecipato.

BARRICATE «Se ce lo portano in Aula io come Veneto non lo voto di sicuro» sbotta il parlamentare grillino Alvise Maniero che già nei giorni scorsi aveva annusato l’aria e aveva messo le mani avanti con un post su facebook nel quale, citando i due ultimi incidenti di giugno e luglio quando una nave an-

dò a sbattere contro la banchina di San Basilio e una ha rischiato di andare a finire contro Riva Sette Martiri, ha scritto «c’è chi rilancia spingendo per mandare questi Leviatani da oltre 90.000 tonnellate a Marghera, transitando non più davanti a Piazza San Marco, ma ad una raffineria. Sperano sia più robusta in caso di impatto, immagino». Per il sottosegretario all’Economia non solo la soluzione da perseguire è la sponda nord del canale industriale Nord a Porto Marghera, a ridosso di Pilkington, Bioraffineria Eni, Fincantieri e Vega parco scientifico, ma è anche quella del Governo, e l’altra sera in Consiglio comunale a Mira ha aggiunto che le grandi navi andranno a Marghera e anche oltre, fino alla Marittima (e quindi scavando il canale Vittorio Emanuele III) e che l’importante è fare presto, aprendo quindi anche a soluzioni provvisorie come Fusina o il terminal Tiv di Marghera analizzate anche da Toninelli. Anche perché le compagnie delle crociere sono in fibrillazione e dopo otto anni di inutile attesa di una soluzione definitiva per togliere le navi dal bacino di San Marco e dal canale della Giudecca, si attrezzano per ogni evenienza, come hanno fatto Costa e Aida del gruppo Carnival che (lo abbiamo anticipato ieri) hanno pre-

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notato l’intera stagione 2020 anche a Trieste e Verona, oltre che a Venezia. «Le soluzioni come questa, prospettate anche dal sindaco di Venezia Brugnaro e dal governatore del Veneto Zaia, sono di vecchio stampo e alla lunga non portano benefici a Venezia» ribatte la consigliera regionale dei 5 Stelle Erika Baldin che, da chioggiotta, difende la soluzione del porto clodiense: «Si può fare subito il cold ironing, ossia alimentare a energia elettrica le navi in banchina invece che con gli inquinanti generatori di bordo, è vicina a Venezia e raggiungibile con una ferrovia adeguata e con mezzi acquei non inquinanti e moderni».

APPELLO AL VICEMINISTRO E non solo difende Chioggia ma si affida al nuovo viceministro ai Trasporti, il grillino Giancarlo Cancelleri, che per il Movimento non sarà il viceministro ma il ministro dei 5 Stelle: «Ci ha detto di voler fare un incontro a

L’EX SINDACO DI MIRA: «E’ STATO DIMOSTRATO CON DOCUMENTI ALLA MANO, PORTARLE LI’ SAREBBE UNA VERA SCIOCCHEZZA»

breve con tutti i regionali d’Italia e noi gli esporremo le nostre idee sulle prospettive del territorio. Oggi Venezia è assediata dai turisti, bisogna scaricare la pressione e trovare soluzioni che magari si vedono come lontane ma in realtà non lo sono, e magari tutelano l’interesse collettivo e non di qualche privato, che è quello che fino ad oggi ha mosso i progetti sono in campo». Chiaro il messaggio: il nuovo ministro dei Trasporti, Paola De Micheli, è del Pd e se il Pd va avanti sulla strada di Marghera, i grillini veneziani si aspettano che Cancelleri sia una diga. «Oltretutto, lo abbiamo dimostrato con documenti alla mano, non solo portare le navi da crociera a Marghera è una sciocchezza, perché su penalizzerebbero i traffici del porto commerciale, ma è anche pericolosa - aggiunge Maniero -: non ci sono spazi di curvature per far girare quei colossi e ci sono impianti pericolosi troppo vicini. Per noi la soluzione è prendere due piccioni con una fava: riqualificare il turismo e abbattere l’impatto dei flussi su Venezia puntando tutto sulle navi piccole da 40 mila tonnellate, i mega yacht che rendono 4 volte di più delle grandi navi e non sbarcano 17 mila viaggiatori in una città da 50 mila abitanti». Elisio Trevisan © RIPRODUZIONE RISERVATA


Economia 9

IL GIORNALE DI VICENZA

Domenica 22 Settembre 2019

«L’Italia èferma»

«Abbiamopersolacentralità dellavoro,chec’è nellastessa Costituzione:varecuperata» ANTONIOFAVRIN PRESIDENTE“MARZOTTO”

Lasfida trapartiti

«Maicomeinquestomomento siamonoiilpartitoadatto perrappresentareleimprese» PIERANTONIOZANETTIN DEPUTATOFORZAITALIA

Lenuove leve

«Piùgiovanicisono,piùc’è possibilitàditrovare eccellenzeperquestoPaese» NANDOPAGNONCELLI AMM.DELEGATOIPSOSITALIA

ILMINISTRO DELLOSVILUPPO ECONOMICO. Dialogo apertocongli Industriali, chegradiscono ericambianoil creditoperl’esponente grillino

«Senza di voi non varerò leggi» Patuanellirovesciaillinguaggio di Di Maio: «Ho bisogno dei “corpi intermedi”pernonfarenorme senzasapernel’impattoreale» Piero Erle

VALDAGNO

obiettivo se non riuscire a comunicare il mondo dell’impresa ai ragazzi e il tema di questa assemblea è la sintesi di questo. Lo facciamo con la sinergia delle famiglie, tutti assieme per i nostri giovani». E la premiazione ha anche offerto l’assist a Vescovi per ricordare gli imprenditori scomparsi quest’anno e in particolare il primo a ricevere questo riconoscimento, Gian Carlo Ferretto, mancato il 16 agosto a 85 anni, dopo una vita di lavoro e associazione: presidente di Confindustria vicentina e veneta, vicepresidente di Federmeccanica e primo presidente del gruppo Giovani imprenditori, che ha contribuito a fondare, e di cui il 24 giugno aveva festeggiato i 60 anni in occasione dell’assemblea, alla quale non aveva voluto mancare, anche se già malato. Ma se l’assemblea è il momento in cui le aziende si confrontano, è anche quello in cui vengono riconosciuti i traguardi raggiunti, come i 50 anni di iscrizione a Confindustria Vicenza. A salire sul palco, per festeggiare le loro “nozze d’oro” associative con una targa consegnata da Luciano Vescovi, quest’anno sono state nove realtà, trasversali sia per settore di appartenenza che per provenienza: A. Zaccaria di Torri di Quartesolo, rappresentata da Andrea Zaccaria; Bottega Veneta di Vicenza, con Giuseppe De Mori; Costruzioni Buzzaccaro di Schio, con Marco Larese; Magnabosco di Zugliano, per la quale ha ritirato il premio il fondatore Giuseppe Magnabosco; Ronda di Zanè, con Silvano Guarda; Sla Società lavorazione acciai di Zanè, con Bruno Gavasso; Salin di Longare, con Gianni Salin, Siggi Group di Schio con Lelio Luigi Marta e Villa degli Olmi con Camilla Cielo. • © RIPRODUZIONERISERVATA

«È finita la polemica con gli imprenditori?», chiede a bruciapelo un giornalista al ministro grillino Stefano Patuanelli che cerca di sfilarsi dall’ultimo assalto di domande a fine Assemblea. È l’una e mezza, i 1500 invitati sono già diretti al buffet allestito nel grande capannone industriale della Marzotto, il vociare festoso post-evento sta prendendo il sopravvento. Pochi minuti prima, sempre ai giornalisti, Patuanelli ha risposto sinceramente: «Ho avvertito poca fiducia in cosa può fare questo Governo, ma vogliamo conquistarcela, con i fatti. Parlare non serve». Ma allora, ministro, è finita la polemica con gli imprenditori? Patuanelli resta lì per un secondo, guarda i “padroni di casa” che ha di fronte. Ed è il presidente di Confindustria Vicenza, il sorridente Luciano Vescovi che ha voluto anche ringraziare esplicitamente al microfono Patuanelli per l’intervento, a dare la svolta: «L’abbiamo dimenticata». E quando Patuanelli a modo suo cerca di prendere le distanze da quelle parole dette da Di Maio contro gli imprenditori, sempre Vescovi dà l’assist a lui e la botta a Di Maio: «È stata un’ingenuità di esordio del suo predecessore». E non finisce lì: escono a fianco con l’industriale veronese Giulio Pedrollo, che di Confindustria è vicepresidente nazionale alle Politiche industriali. Una nuova stagione è aperta. IL DIALOGO RIAPERTO. I gior-

nalisti e forse anche gli imprenditori in platea, chiaro, si aspettavano ben di più dal nuovo ministro: volevano sentire che piani ha il governo per le imprese. Lui però, 45enne triestino, prima che da ministro si presenta come padre di famiglia, ingegnere che conosce il lavoro («mi hanno commosso le parole appassionate di Antonio Favrin») e anche il peso della burocrazia statale. E da ingegnere che ha un nuovo “incarico” mette le mani avanti: «Piuttosto che dirvi cosa penso di fare in futuro, preferisco tornare qui tra un anno e farmi giudicare da voi su quello che abbiamo fatto davvero». E poi si rivolge prima di tutto proprio a chi li rappresenta, gli imprenditori: Confindustria. Rovescia il cliché renziano-dimaiano-salvi-

Gliincentivi 4.0?Vatenutociò chefunzionama aprendoaltrevie perneo-tecnologie STEFANOPATUANELLI MINISTROSVILUPPO ECONOMICO

niano della “democrazia diretta” che si rivolge solo agli elettori, e spiega esplicitamente che per prima cosa intende rovesciare il metodo e coinvolgere i “corpi intermedi” della società per far sintesi su quello che serve al Paese. È appunto la mission di Confindustria, e così il ministro si mette sulla stessa lunghezza d’onda dell’associazione di categoria. «Quando facciamo un provvedimento scandisce Patuanelli - dobbiamo essere consapevoli con precisione di tutti i impatti che ha, se no facciamo danni. E quindi voglio interloquire con Confindustria per capire insieme cosa dobbiamo fare come governo per i settori produttivi del Paese. La mia porta è sempre aperta per voi, come per i sindacati: solo assieme troviamo le soluzioni giuste». Si prende i suoi applausi, Patuanelli, e non è certo scontato per un ministro grillino. «Abbiamo trovato una nuova modalità di porsi rispetto al recente passato; è una persona che ci ha ascoltato», dirà poco dopo di lui Matteo Zoppas, presidente di Confindustria Veneto. POLITICA INDUSTRIALE E AMBIENTE. Patuanelli, quindi, di

ricette già fatte non ne dà: vuole prima un confronto con gli Industriali per deciderle. Ma indicazioni ne escono. Cita tra le urgenze di oggi la nuova tecnologia «che arriva», l’intelligenza artificiale, l’uso delle block-chain nelle aziende, i nuovi lavori che oggi non esistono e arriveranno presto, la riforma degli istituti tecnici. Ma esprime ancora moderazione: «Non posso imporre novità che vanno a danneggiare industrie esistenti oggi, ad esempio per togliere la plastica monouso. Devo avviare una riforma graduale con misure che portano quelle stesse aziende a produrre il monouso sì, ma con materiale riciclabile. Quali? Le decideremo assieme». E allarga all’ambiente: «Può diventare un tema economico importante, passando dalla protezione ambientale allo “sviluppo ambientale”. Ci sono praterie a disposizione: anche su questo apro un confronto con voi. Sono davvero convinto che si deve uscire dal sistema di “protezione dell’ambiente” e trasformarlo in una risorsa per il Paese: la genialità dell’imprenditoria italiana farà la differenza, dimostrerà che l’ambiente può diventare partner delle imprese». Una novità fa capolino: sì agli incentivi dell’Industria 4.0, ma rivisti. «Hanno funzionato, ma dico che l’impianto va ritarato da un set ampio a interventi più robusti e incidenti, non al ribasso ma confermando quello che funziona e trovando nuovi strumenti». • © RIPRODUZIONERISERVATA

Ilministro alloSviluppo economicoStefano Patuanelliaccoltoa Valdagnodal presidenteLuciano Vescovidi Confindustria

I GRILLINI DEL GOVERNO. Il ministro bellunese: «Qui da Vicenza parte una nuova fase di dialogo»

«Zaiasi rassicuri:ilVeneto dovràavere un’autonomia»

D’Incà: «Col ministro Boccia abbiamo parlato, serve un compromesso» schiacciato tra la mia regione, il Friuli Venezia Giulia, e il Trentino AA che sono autonome, così come la mia regione è schiacciata dalla concorrenza “sleale” di Slovenia e Austria, con dumping fiscali insostenibili. Per cui l’autonomia deve esserci: assicuro che da parte mia c’è l’impegno a metterci immediatamente attorno a un tavolo per arrivare al risultato».

VALDAGNO

«Vogliamo calendarizzare il taglio dei parlamentari già a partire dalla settimana prossima con la conferenza dei capigruppo alla Camera. Nelle prossime settimane deve avvenire il taglio dei parlamentari che è un passaggio obbligato». Lo conferma Federico d’Incà, ministro dei Rapporti con il Parlamento, all’ingresso dell’Assemblea di Confindustria. Il tema è delicatissimo, perché il taglio dei parlamentari implica il cambio della legge elettorale, tanto che come noto la Lega sta per alzare una barriera che è la proposta di referendum per eliminare la quota proporzionale di eletti al Parlamento per passare a un maggioritario puro. D’Incà sul tema resta generico, spiegando che il tema della riforma elettorale «è al centro del dialogo nel governo: il Paese potrà vedere nelle prossime settimane le risposte che si daranno come maggioranza per dare una giusta rappresentatività dei territori dopo il taglio dei parlamentari». L’AUTONOMIA. L’altro grande

tema per D’Incà, unico ministro veneto, è quello dell’autonomia: domani a Venezia arriva il ministro agli Affari regionali Francesco Boccia. «Si riparte - spiega D’Incà - dalla verifica di quanto fatto nel passato e dall’incontro tra Zaia e Boccia. Io col ministro ho parlato più volte e credo che

IL NORD E IL GOVERNO. Anche

Strettadi manotra ministroFederico D’Incàe presidente Luca Zaia

il Veneto riuscirà a portare a casa l’autonomia, così come la Lombardia e l’Emilia Romagna, trovando quel giusto compromesso perché il Paese resti unito e si alleggerisca il clima di tensione che ha segnato un tema che è un grande snodo per il nostro Paese in tema di costi e fabbisogni standard, per affrontare la spesa pubblica in un altro modo». Anche Zaia, ieri protagonista dell’Assemblea, si prepara al confronto: «Domani siamo pronti a ricevere il ministro Boccia, che avrà modo di conoscere la delegazione trattante per capire che la nostra proposta è stesa da auto-

revoli e preparatissimi accademici. E poi intendo consegnare ufficialmente la nostra bozza d’intesa perché non ci siano dubbi sul fatto che il ministro l’abbia in mano: sono anni che si trascinano leggende metropolitane, gliela consegnerò ufficialmente. Va mantenuta la parola data per 2,3 milioni di veneti che hanno votato “sì” all’autonomia. La nostra proposta è in linea con la Costituzione: la solidarietà nazionale è un prerequisito, se no non si parlerebbe nemmeno di autonomia». Lo stesso Patuanelli, dal microfono, apre a Zaia: «Mi rendo conto che il Veneto è

per D’Incà, come per Patuanelli, l’accoglienza di Confindustria è stata cordiale. «Con Patuanelli e Fraccaro teniamo alle esigenze del Nordest e del Nord intero: siamo qui per ascoltare e creare un rapporto tra l’impresa, che è la spina dorsale del Paese, e questo Governo che deve attuare un cambiamento epocale di cui il Paese ha bisogno. Partendo dalle tematiche ambientali: serve un cambio mirato anche alle nuove di tecnologie, anche per far restare qui i nostri giovani. Stiamo lavorando alla Legge di bilancio: dentro abbiamo la possibilità di poter sfruttare al meglio i prossimi investimenti di 150 miliardi in 10 anni». Un anno fa il presidente nazionale Boccia disse “noi ci fidiamo della Lega”... «C’è un nuovo dialogo, credo che Vescovi come gli altri presidenti possono guardare a questo governo con serenità e ottimismo. Oggi con Patuanelli qui a Vicenza inizia un importantissimo dialogo» • P.E. © RIPRODUZIONERISERVATA


8 Economia

IL GIORNALE DI VICENZA

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AssembleadiConfindustria «Italia2039: chepaese troveremo tra 20anni?»

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L’ASSISEHAVISTOPARTECIPAZIONE IN MASSA DI INDUSTRIALI E AUTORITÀ

TRAILPUBBLICOCHEHA AFFOLLATOILCAPANNONE DELLAMARZOTTOINCENTRO AVALDAGNOANCHEALCUNE CENTINAIADISTUDENTI

ILCONFRONTO. Ilpresidente degliindustrialivicentini sposa lapropostadiCarlo Bonomi

Vescovi: «Paghiamo stipendid’ingresso piùaltiaigiovani» Laprovocazione: «Via redditodicittadinanza,quota 100e 80euro» Zaia:«Sull’autonomiaaspetto proposteserieda questo governo» Marino Smiderle VALDAGNO

Qui dove pulsa il cuore della manifattura vicentina dai tempi della battaglia di Alamo (rivoluzione texana, correva l’anno 1836), vent’anni sono un battito di ciglia. E quando Luciano Vescovi chiede al migliaio e passa di imprenditori riuniti alla Marzotto di Valdagno che Paese troverà tra vent’anni chi nasce oggi, beh, spremendo quei muri intrisi di storia è facile che salti fuori una risposta. Intrisi di storia e di olio di gomito, di sudore, di rischio ma anche di programmazione e di immaginazione. Antonio Favrin, che di mareggiate ne ha domate parecchie fa capire bene dove siamo. Non tanto, o non solo, agli associati di Confindustria Vicenza terribilmente felici di andare a braccetto con la storia, ma soprattutto ai politici presenti in sala macchine, ministri del Movimento 5 stelle in testa. I governi passano, anche quando sembra che sia la fine del mondo, le imprese vere restano, a prescindere. Stefano Patuanelli e Federico D’Incà, per la prima volta su questi schermi e su questi stabilimenti, annotano. Può essere che serva in una delle prossime riunioni del Consigli dei ministri. IL CONFRONTO. Ma Vescovi

sceglie di partire dal confronto col governatore di casa, quel Luca Zaia che da qualche settimana si ritrova a indossare, per la scelta di Matteo Salvini di uscire dal governo gialloverde («Ha fatto bene, io ho condiviso la mossa», sottolinea il presidente del Veneto), la casacca della squadra di opposizione. Il direttore del Sole 24 Ore, Fabio Tamburini, e Francesca Baraghini, di SkyTg24, sparano la stessa domanda ai due e ne esce un frizzante bignami della situazione politico-economica del momento, con soluzioni a fronte. La freccia più acuminata

la scaglia Vescovi quando gli viene chiesto se i navigator debbano essere assunti. Alla parola navigator le sinapsi del presidente degli industriali vicentini si comprimono per poi far esplodere un giudizio bipartisan, anzi, tripartisan, visto che adesso pure Matteo Renzi dal nucleo centrista del Pd ha estratto materia prima per far nascere Italia Viva: «Macché navigator sbotta facendo riferimenti non lusinghieri all’attività non memorabile, secondo Confindustria, del predecessore di Patuanelli, quel Gigi Di Maio che queste assemblee le ha spesso schifate -, non ne voglio sapere di altre assunzioni. Ma dico di più: via il reddito di cittadinanza, via quota 100 e via pure gli 80 euro regalo in busta paga. Basta assistenzialismo». Un colpo a Di Maio, uno a Salvini e un altro, appunto, a Renzi. Zaia qui fa più il democristiano: «Direi che la pubblica amministrazione non ha bisogno di assumere altri dipendenti». VOTI A PERDERE. Poco da di-

re, il nuovo governo di sinistra, dopo le acrobazie di quel-

lo di destra di cui mantiene il “domatore” Giuseppi (ormai l’errore del tweet di Trump gli ha cambiato l’anagrafe) Conte attira molto interesse in platea. Così come desta molta curiosità il nuovo azionista di riferimento, Matteo Renzi. Voti? «Al governo gialloverde do 4 - sentenzia duro Vescovi -. La politica economica parla da sé: sono stati adottati provvedimenti che riteniamo nocivi e confidiamo che vengano rivisti. Al nuovo che avanza non è giusto dare un voto, valuteremo quello che farà anche se mi è piaciuto l’atteggiamento nei confronti dell’Europa, così come sono lieto di vedere che il ministro dello sviluppo economico abbia accettato il nostro invito, spero che sia l’inizio di una collaborazione. E poi confido che finalmente si cominci ad agire sul cuneo fiscale: sarebbe una mossa determinante in grado di fare la differenza». Zaia dribbla da par suo e attribuisce addirittura un 8 al governo gialloverde. «Ma solo perché - spiega - il mio 8 aggiunto al 4 di Vescovi permette di farlo uscire con la media del 6. Certo, se guardiamo a quel che abbiamo portato a casa noi, non c’è molto da stare allegri. È il motivo per cui mi auguro un giorno di poter dare 10 a questo nuovo governo. Vorrà dire che avremo ottenuto quello che già ci aspettavamo dal precedente». AUTONOMIA. Zaia fa riferimento, in particolare, all’autonomia. In sala c’è Erika Stefani, ormai ex ministro vicentino che ha lasciato tutto il suo lavoro nelle mani di Francesco Boccia. «Non è che il nuovo ministro sia partito benissimo - sbotta Vescovi -. Il referendum in Veneto è stato il modo per esprimere un disagio nei confronti della gestione della

cosa pubblica. Magari le 23 materie saranno troppe, ma se dovessi scegliere da cosa partire io indicherei la scuola». «Il discorso delle 23 materie - ribatte Zaia - rientra semplicemente nelle opzioni che ci dà la Costituzione. Qualcuno mi ha chiesto su cosa sarei disposto a cedere ma io giro la palla al governo: facciano loro una proposta seria, magari partendo dall’eccellente lavoro fatto da Erika Stefani». Vescovi non prende le parti di alcun partito ma riconosce, dati alla mano, che «se non fosse stato per la Lega, Tav e Pedemontana sarebbero rimaste nel libro dei sogni». E qui diventa molto interessante la presenza del ministro Patuanelli, il cui movimento su questo punto aveva una posizione diametralmente opposta. Si potrà «collaborare»? Zaia annuncia la data di fine lavori per la Pedemontana, «dicembre 2020». E detta una sorta di ricetta contabile su come reperire le risorse che mancano allo Stato. «Si parla spesso dei 110 miliardi di evasione fiscale - afferma il governatore - e si dimentica che ci sono anche 200 miliardi in capo agli sprechi della pubblica amministrazione. E poi scopriamo che l’ex ministro Lezzi sa che c’è una regione che non è stata capace di spendere 180 milioni di euro di fondi europei ma non vuole rivelare di chi si stratta. Siamo la repubblica delle banane». INFRASTRUTTURE.

LA PROPOSTA. È un’assem-

blea che guarda al lungo periodo, tra vent’anni, e quindi Vescovi lancia una proposta tagliata come in sartoria sui giovani. «Ci associamo all’idea di Carlo Bonomi, presidente di Assolombarda - conclude - facciamo un grande patto tra imprese, sindacati e governo in cui introduciamo una finestra agevolata per l’assunzione dei giovani. Non possiamo continuare a farli entrare in azienda con il minimo contrattuale, dobbiamo pagarli di più, valorizzando le loro competenze. Altrimenti, le eccellenze continueranno ad andare all’estero». I muri della Marzotto paiono sorridere. Un “padrone” che propone di aumentare gli stipendi dei giovani. Roba da approvare con un battito di ciglia. • © RIPRODUZIONERISERVATA

Leautorità e l’assembleadegliindustrialiierialla Marzotto, FOTOSERVIZIODONOVAN CISCATOEANTONIO TROGU

IRICONOSCIMENTI ASSEGNATI. Sorpresa ecommossa Lara Bisin

“Scorzato”,premiata la commissione Scuola Sulpalcoanchemolte industrie iscritteda 50anni Maria Elena Bonacini VALDAGNO

Un premio all’esperienza e alla perseveranza e uno invece al futuro. L’assemblea di Confindustria è stata anche l’occasione per assegnare la quinta edizione del premio “Egidio Scorzato”, destinato a un imprenditore vicentino che abbia evidenziato meriti e valori indiscussi a vantaggio della propria impresa e della società vicentina in generale. Questa volta, però, come sottolineato dal presidente Luciano Vescovi, non è stata scelta una sola persona, ma tante: la commissione “Scuola” di Confindustria Vicenza, «per il costante e appassionato impegno profuso da oltre 20 anni nella promozione tra le nuove generazioni di una conoscenza approfondita e aggiornata del sistema produttivo vicentino, delle sue dinamiche, e per aver contribuito ad avvicinare sempre più il mondo della scuola e del lavoro», recita la motivazione. Visibilmente sorpresa e commossa la coordinatrice Lara Bisin - in rappresentanza di tutti i colleghi - alla quale il premio è stato consegnato dalla vicepresidente Barbara Beltrame Giacomello, titolare della delega all’Education e all’università. «È un onore ricevere questo premio - commenta - che è per tutto il gruppo e per quello che cerchiamo di fare: diffondere la cultura d’impresa con la passione che ci viene dal cuore. Non abbiamo altro

BarbaraBeltramee LaraBisincon il“premioScorzato”

FotodigrupposulpalcodellaMarzottoperleindustriepremiateper 50annid’iscrizioneaConfindustriaVicenza(eperilpremioScorzato)


PORTOGRUARO - CAORLE - BIBIONE

DOMENICA 22 SETTEMBRE 2019 LA NUOVA

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portogruaro

La festa dei lagunari oggi la grande sfilata fra le strade della città Ieri posata una stele in ricordo dei caduti durante le missioni Da questa mattina limitazioni al traffico in centro storico PORTOGRUARO. Entrano nel vi-

vo le cerimonie del Raduno nazionale dei Lagunari. Oggi la giornata conclusiva, con la grande sfilata dei militari, delle sezioni dell’Alta e degli altri reparti d’armi in congedo, come autieri, artiglieri, fanti e alpini. Le cerimonie cominciano alle 9 con l’alzabandiera, poi la sfilata per il centro storico dopo i discorsi in piazza della Repubblica scatta alle 11 45 per concludersi alle 12.30 circa con il passaggio della Stecca da Portogruaro a Verona, sede dell’adunata 2020. L’anno scorso Portogruaro ospitò il raduno nazionale degli Autieri, cui presero parte almeno 2.000 persone. Oggi se ne attendono almeno 5.000. Il raduno nazionale dell’Alta (acronimo che sta per Associazione nazionale lagunari truppe anfibie) è stato salutato da uno speciale annullo postale. Si vede il

simbolo, il leone di San Marco, inserito in piazza della Repubblica: sullo sfondo il municipio rinascimentale con le guglie di Portogruaro. E proprio la casa comunale è stata il punto di raccordo per le cerimonie di ieri. Infatti all’alzabandiera c’erano la sindaca Maria Teresa Senatore e le più importanti autorità civili e comunali. Mezz’ora dopo ci si è spostati sul retro del Comune, in piazzetta della Pescheria, dove si è potuto assistere allo sbarco dei lagunari ai mulini sul Lemene. Sulla piazzetta la commozione ha preso il sopravvento quando è stato scoperto il monumento ai caduti lagunari. Una delegazione composta dai genitori di Matteo Vanzan e dai parenti di Massimo Ficucello, entrambi caduti in Iraq, hanno posizionato una corona d’alloro. «Marco è sempre con noi» ha raccontato il padre En-

portogruaro

Comune, scoppia la pace tra Lega e la sindaca «Ricucito lo strappo» PORTOGRUARO. Scoppia una nuova luna di miele tra la Lega e la sindaca Maria Teresa Senatore, sancita non solo da quanto espresso in consiglio comunale venerdì notte, ma anche dal lavoro che, sottotraccia, stanno compiendo la deputata portogruarese della Lega Ketty Foglini e il consigliere regionale di centrodestra, e pupillo di Luca Zaia, Fabiano Barbisan. A questo punto è possibile che la sindaca uscente si pos-

sa ripresentare nel 2020 alle elezioni amministrative con lo schema di alleanza presente in consiglio comunale attualmente, ovvero appoggiata da “Noi siamo Portogruaro”, dalla Lega e da Forza Italia. A cui potrebbero aggiungersi nuove liste civiche. Fino a 2 mesi fa tutto questo sembrava improbabile. Poi, dopo il voto in consiglio del 3 agosto, con il quale la Lega bocciava la trasformazione del campo del prete di Lison in una pista di atleti-

turismo fluviale

Sei nuovi pontili sul Piave per barche e house boat ERACLEA. Turismo fluviale,

al via la costruzione di sei nuovi pontili sul Piave. I nuovi attracchi saranno realizzati a San Donà, Jesolo, Fossalta, Noventa, Musile ed Eraclea. I pontili consentiranno l’attracco di house-boat, imbarcazioni di media lunghezza e canoe. Il progetto è promosso dal Consorzio Bim Basso Piave. In questi giorni ai frequentatori delle rive del fiume non è sfuggita la presenza di per-

sonale specializzato, che sta effettuato la bonifica bellica. Si tratta di un’indagine propedeutica fondamentale, per accertare che nelle aree di cantiere non siano presenti ordigni bellici inesplosi. Di tanto in tanto, infatti, lungo l’alveo del Piave continuano ad affiorare vecchie bombe della Grande Guerra. Ultimata la bonifica, la ditta aggiudicataria dell’appal-

zo «queste cerimonie ci rendono orgogliosi. Peccato che lo Stato, ancora non c’è». Il riferimento è alla delicata questione dei risarcimenti per la morte del 23enne di Camponogara. I lagunari hanno poi partecipato alla messa officiata nel vicino duomo di Sant’Andrea dal vescovo della diocesi di Concordia Pordenone, monsignor Giuseppe Pellegrini. È stata annullata, nel pomeriggio, l’esibizione dei lagunari allo stadio Mecchia. Si sarebbero dovuti calare dagli elicotteri. In piazza Marconi al Villaggio del lagunare ieri sera era in programma la festa “La Notte dei Leoni”, per mangiare e bere in attesa dell’adunata, con musica e allegria. Diverse persone hanno visitato la mostra sulla storia lagunare allestita ai Mulini. Per quanto riguarda il traffico dalle 6 di oggi alle

ca leggera, qualcosa è davvero cambiato. E il primo passo indietro lo ha fatto proprio la sindaca Senatore, quando durante l’inaugurazione del sottopasso di via Villastorta, qualche settimana dopo il consiglio funesto del 3 agosto, definì i consiglieri della Lega «brave persone, che lavorano per il bene della città». Ed era stata appena pugnalata, politicamente. Venerdì notte, invece, è stato approvato il Dup, con importanti finanziamenti alla Fondazione Santa Cecilia e al Polo Universitario Campus, ed è stata respinta la mozione sullo spostamento del progetto del palasport con i voti determinanti della Lega. «Qualcosa è cambiato per davvero» ha riferito la deputata del Carroccio Fogliani

to avrà a disposizione poco più di sei mesi per ultimare i lavori. I pontili saranno posti in collegamento diretto con i centri urbani. Ma non è l’unico progetto sui cui sta lavorando in questi giorni il Bim. Il consorzio, guidato dal presidente Valerio Busato, realizzerà una nuova scala arginale per raggiungere il parco fluviale di San Donà. Sostituirà quella esistente, vecchia e ormai non troppo sicura, soprattutto per gli anziani. La nuova scala, che sarà più ampia, consentirà da via Lungopiave Superiore di scendere nella golena. I lavori, dal costo di 27 mila euro, saranno conclusi entro un paio di mesi. — G. Mo.

La cerimonia per la posa delle stele in ricordo dei lagunari caduti durante le missioni

15.30 sarà vietato transitare in piazza San Tommaso dei Battuti; Borgo San Giovanni, corso Martiri, piazza della Repubblica, i campielli; le vie Garibaldi, Abbazia, Seminario, padre Bernardino, Cavour, Rastrello, Spalti, Borgo San Nicolò, e Borgo Sant’Agnese tra la torre e la rotatoria sulla Triestina. In piazza Tarantino possono sostare solo gli autobus in arrivo all’alba. In piazza Castello non si può parcheggiare. — Rosario Padovano BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

«si respira un’aria diversa e lo spirito di collaborazione non manca. Resto molto fiduciosa». Anche Barbisan crede in un ricompattamento definitivo dell’alleanza di centrodestra. «Sono convinto che il tempo aiuti a superare le divisioni» ha detto il consigliere regionale «sarebbe stato un suicidio sfiduciare la sindaca a pochi mesi dalle elezioni. Ora si lavora per il bene della città». Intanto sulla sponda delle minoranze restano le divisioni. Almeno un paio di gruppi di Centrosinistra stanno lavorando per presentare i rispettivi candidati sindaci. Senza trascurare una possibile alleanza con il Movimento 5 Stelle e la nascita anche in città di Italia Viva di Matteo Renzi. — R.P.

bibione

Decalogo infrastrutture Gli albergatori chiedono treni, caselli e ciclabili BIBIONE. Un vero e proprio de-

calogo, in cui c’è un progetto ambiziosissimo: i treni a Bibione, per favorire l’arrivo dei turisti. A pochi giorni dalla dura presa di posizione sul secondo ingresso a Bibione (“se si fa senza viabilità alternativa non va bene”) gli albergatori dell’Aba tornano sull’argomento delle infrastrutture stradali e lanciano le loro proposte. Sono ben dieci. A sorpresa il sindaco di San Michele Bibione, Pasqualino Codognotto, raccoglie il guanto della sfida. «Sediamoci attorno a un tavolo» ha detto ieri». Silvio Scolaro, presidente dell’Aba, da tempo stava lavorando al dossier sulle strade. Assieme al fidato Orlando Mason ha messo a punto una lista precisa e ricca di spunti. «Il dossier strade» ha riferito Scolaro «è già sul tavolo dell’assessore regionale ai lavori pubblici Elisa De Berti. Sono punti di interesse strategico per la località». Ecco i dettagli. Gli albergatori bibionesi propongono il completamento della terza corsia anche nel sublotto Por-

bibione

Spiagge senza fumo tossicità quasi azzerata BIBIONE. Entro il primo semestre del 2020 verrà aperto l’ambulatorio dello Iov a Portogruaro, dopo l’approvazione delle schede ospedaliere atteso in Consiglio regionale entro il 30 settembre; e ancora verrà potenziato il Centro disturbi alimentari “Casa delle farfalle” di Portogruaro, con i lavori di ampliamento che cominceranno entro Natale. Queste sono le grandi novità annunciate dalla Regione Veneto e dall’Usl 10

Veneto orientale ieri mattina a Bibione, in occasione della giornata finale di “Farfalle al mare”, la mini vacanza alla residenza Santo Stefano di via delle Colonie, organizzata per permettere alle giovani pazienti della “Casa delle farfalle” di curarsi sulla spiaggia di Bibione. A confermare il proposito di aprire l’ambulatorio Iov sono stati l’assessore alla sanità regionale, Manuela Lanzarin, e il direttore generale

togruaro – San Donà e la creazione del casello di Bibione ad Alvisopoli di Fossalta; il raddoppio della Triestina tra Portogruaro e San Michele, la realizzazione della rotatoria all’incrocio tra la regionale 74 e la Triestina; il raddoppio della regionale 74 che conduce a Bibione, la realizzazione del secondo accesso a Bibione con bretella verso la rotatoria di Fossalta e l’eventuale uscita autostradale ad Alvisopoli; e ancora la realizzazione della metropolitana di superficie tra aeroporto di Venezia e Bibione via Portogruaro; nuovi collegamenti acquei tra Venezia e Bibione; il potenziamento dei trasporti pubblici gli aeroporti di Treviso e Venezia, garantire il servizio Tav a livello trasversale da Torino a Venezia e fino a Trieste; e infine favorire il completamento della rete ciclabile per collegare anche con il sistema bici barca Bibione a Caorle, Eraclea Mare, Jesolo, Cavallino, Lido di Venezia, Chioggia Sottomarina e Rosolina. — R.P.

dell’Usl 4 Carlo Bramezza. «Prima approviamo le nuove schede ospedaliere e poi possiamo partire» ha spiegato Lanzarin «offriremo servizi nuovi». Carlo Bramezza ha annunciato l’apertura «entro i primi 6 mesi». Ma non è tutto. Lo stesso Bramezza ha annunciato il via libera sull’ampliamento della “Casa delle farfalle”. “Investiremo poco più di 900mila euro, i lavori scatteranno entro la fine dell’anno». Il sindaco di San Michele Bibione, Pasqualino Codognotto, ha tracciato un breve bilancio dell’ordinanza che vieta il fumo su tutto il litorale. «Le sostanze tossiche sul litorale si sono azzerate» ha evidenziato. — Rosario Padovano


CONEGLIANO

DOMENICA 22 SETTEMBRE 2019 LA TRIBUNA

aNcOra FurTi a bibaNO

Due banditi incappucciati nel vigneto l’assessore e i vicini all’inseguimento Per la terza notte di fila i ladri si sono accaniti sulla frazione, nel mirino era finita anche casa Zaia Paolo Attemandi: «Ormai si dorme con un occhio aperto. C’è molta preoccupazione in paese»

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stessa, il controllo del vicinato si è attivato per intralciare i ladri, che nelle scorse notti avevano scassinato l’abitazione della famiglia di genitori del governatore Luca Zaia e avevano rubato nella casa dello zio Domenico Zaia. A lanciare l’allarme per primo nella notte di venerdì è stato Gary Peruzzetto che, avvertendo dei rumori ed i cani abbaiare, si è affacciato dalla finestra di casa. «HO DATO L’ALLARME»

qui, perché continuano a battere sempre qui. C’è qualcosa di anomalo perché accade sempre nello stesso periodo, c’è chi forse è venuto a fare la “vendemmia notturna”» ironizza l’assessore. «Se vendemmi di giorno sicuramente non ha voglia di uscire di notte, però magari su dieci, otto vendemmiano e due invece fanno il “turno al rovescio” - continua Attemandi - non siamo razzisti e non vogliamo puntare il dito contro nessuno, lasciamo indagare le forze dell’ordine».

Diego Bortolotto GODEGA. Non c’è pace per Bibano e anche l’assessore Paolo Attemandi nella notte tra venerdì e sabato è andato a caccia della coppia di ladri che sta imperversando in paese. Nella stessa nottata si sono verificati altri furti e tentativi di intrusioni in casa a Bibano di Sotto. È ormai la terza notte da incubo nella frazione e la pazienza dei residenti ha oltrepassato il limite. NOTTE DA INCUBO

«Mi ha allertato un vicino, io stavo ritornando a casa ero con un amico – racconta l’assessore all’agricoltura abbiamo chiamato i carabinieri che sono arrivati in cinque minuti. Abbiamo fatto il giro dei campi, controllato in strada. Successivamente i ladri si sono spostati e tentato dei furti da un’altra parte, a Bibano di Sotto».

«NON SI DORME PIÙ»

Gary Peruzzetto indica il vigneto in cui ha visto i due banditi all’una di notte

L’abitazione della famiglia Attemandi si trova nel pieno centro di Bibano, lungo via Marconi. Era da poco passata l’una di notte. La coppia di malviventi si è

quindi diretta tra via Bibano di Sotto e via Stort, dove tra le 3 e le 4 ci sono stati dei furti e sono suonati alcuni allarmi. «Quanto sta accadendo sta creando malumore,

incertezza e preoccupazione – evidenzia l’assessore, che condivide il pensiero di molti bibanesi in questi giorni - c’è da pensare che siano attualmente “residenti”

A Bibano non si dorme più. «Non so cosa pensano di trovare questi delinquenti – aggiunge Attemandi - in casa non si tiene più nulla di valore, più che altro ci sono la rabbia e la paura per la violazione della propria casa. Si dorme ormai con un occhio aperto». L’assessore ha allertato altri abitanti la notte

«Aprendo il balcone mi sono trovato davanti due individui incappucciati nel vigneto dell’assessore Attemandi – racconta Peruzzetto - istintivamente ho urlato loro: “Cosa fate qui!”. Però mi trovavo nella camera al secondo piano, non ho avuto il tempo di scendere e bloccarli». «Ho trovato strano che, essendo i due ladri nascosti tra i filari, non siano tornati indietro per fuggire attraverso i campi – spiega Peruzzetto - invece hanno iniziato a correre in direzione di un passaggio che è stato realizzato da poco, come se conoscessero bene il posto. Persone che non conoscono il posto avrebbero preso l’altra direzione di fuga». Le forze dell’ordine hanno richiesto un potenziamento delle pattuglie per sorvegliare il territorio di Godega che in questi giorni sembra finito nel mirino di una banda di ladri notturni. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

saNTa maria di FeleTTO

cOdOGNè

Tampona un’auto in moto grave idraulico di vent’anni

Rimprovera tre cacciatori uno lo minaccia e aggredisce L’episodio ieri mattina vicino allo stadio di Codognè Fabio Moras già in passato aveva denunciato spari vicini alla sua abitazione CODOGNE’. Cerca di intercet-

L’auto tamponata e la Kawasaki Ninja volata a bordo strada dopo lo schianto SAN PIETRO DI FELETTO. Tenta

una frenata disperata, ma finisce contro l’auto che lo precede e nella carambola il suo corpo rimane sotto il veicolo. Un ventenne di Santa Maria di Feletto è stato ricoverato in elisoccorso all’ospedale Ca’ Foncello, in seguito ad un incidente che si è verificato ieri poco prima di mezzogiorno a pochi passi dalla sua casa. Il ragazzo, di professione idraulico, era in sella alla sua Kawasaki Ninja. Stava percorrendo la strada che da Santa Maria conduce verso San Michele, in un tratto di pieno rettilineo, all’inizio di via Lu-

ciani. La parte anteriore della moto è andato a sbattere contro la ruota posteriore sinistra di una Fiat Punto che si trovava sulla stessa corsia. Sull’asfalto è rimasta una striscia nera di una decina di metri, lasciata dallo pneumatico della Ninja. La vettura si è girata di 180 gradi, finendo sull’altra carreggiata all’altezza dell’incrocio con via Montegrappa. Il corpo del giovane è finito sotto, mentre la moto è stata sbalzata dalla parte opposta contro una staccionata. Per liberarlo e aiutare il personale del 118 è sopraggiunta una

squadra dei vigili del fuoco. Il motociclista era cosciente e voleva uscire da solo da sotto la macchina. È stato trasportato con l’elisoccorso a Treviso con un politrauma. È grave ma non è comunque in pericolo di vita. A stabilire l’esatta dinamica sarà la polizia locale del Coneglianese, che ha eseguito prolungati accertamenti e ascoltato i testimoni. La provinciale è rimasta chiusa al traffico per oltre un’ora, molti automobilisti hanno fatto marcia indietro e scelto percorsi alternativi. — Di.B. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

tare i cacciatori che hanno sparato pallini fino al tetto della sua casa e viene aggredito e minacciato di morte da tre doppiette sessantenni. «Uno mi ha messo le mani al collo e voleva spaccarmi la testa con il calcio del fucile, un altro mi ha avvertito che dovevo andare via se tenevo alla mia famiglia», racconta Fabio Moras, che con la moglie ed i due figli abita in una casa vicino al campo sportivo di Codognè. Ieri mattina verso le 9 la moglie ha avvertito gli spari dei cacciatori a poca distanza e i pallini che hanno raggiunto l’abitazione. La storia qui si ripete: già due anni fa la casa della famiglia Moras era stata centrata da una rosa di pallini, conficcatisi negli infissi anche ad altezza uomo e vicino alla finestra della camera dei bimbi. «Ero sul divano con i miei figli – racconta il codognese sono uscito perché i tre cacciatori si trovavano nel campo a 50 metri da casa mia. Il primo che ho incontrato mi ha fatto vedere il caricatore con tutte le pallottole non usate e mi ha detto che era-

Fabio Moras e i pallini conficcati sulla porta di casa

no in tre, ma non era stato lui a sparare». La situazione si è surriscaldata quando sono arrivati altri due cacciatori ed è incominciata una discussione che è degenerata. «Uno mi ha detto “Te spacche el cranio”, alzando il fucile, i due amici hanno cercato di fermarlo ed è caduto – racconta Fabio Moras quando si è rialzato mi ha messo le mani al collo dicendo che mi avrebbe ammazzato perché aveva fatto karate». L’uomo ha allertato i carabinieri e il guardiacaccia di zona, annotando il numero di targa delle auto dei cac-

ciatori che si sono rapidamente dileguati. «Non sono persone di Codognè, non li conosco – aggiunge Moras se si scusavano magari non ci sarebbero stati problemi, invece mi hanno aggredito con la bava alla bocca, urlavano come dei pazzi, erano de tutto fuori controllo. È gente che va fermata perché pericolosa». Il problema degli spari a distanza inferiore dalle case rispetto a quella consentita è purtroppo diffuso. E i controlli del tutto insufficienti. — Di.B. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI


8 Economia

L'ARENA

Domenica 22 Settembre 2019

AZIENDE. Ceduta la società a Volkswagen, la famiglia nel 2014 ha aperto a Colognola ai Colli. Fatturato sale a 30 milioni ASSEMBLEA. Ilministrodagli industriali

LaGiugiarorilanciadaVerona eora«riveste»imegapalazzi Daldesigndiauto aprogettazionee realizzazione difacciatead altovalore architettonico.Tra ilavori: ildistrettofinanziario aRiadche ospiterà ilG20 Francesca Lorandi

«Qui, a Verona, abbiamo trovato grandi competenze. Contiamo su un team che ha cultura e conoscenza, fondamentali per realizzare progetti grandi e sofisticati e per raggiungere numeri importanti». I numeri di cui parla Alberto Fumagalli, amministratore delegato della Giugiaro Architettura & Structures di Colognola ai Colli sono i 30 milioni di fatturato con cui la società prevede di chiudere l’anno, in crescita rispetto ai 25 dello scorso anno, e un portafoglio ordini di 100 milioni che conta progetti in Arabia, negli Stati Uniti e in Europa. Il tutto a cinque anni dalla nascita dell’azienda. Che, com’è evidente dal nome che porta, ha un legame

L’adFumagalli: «Puntiamoad ungirod’affari di40milioni,poici saràunaltropiano Sivedrànel2021»

molto stretto con la Giugiaro del settore automotive. Dopo aver ceduto l’Italdesign, la società fondata da Giorgetto Giugiaro, alla Volkswagen, la famiglia ha mantenuto un’azienda nel comparto, la Gfg che si occupa di servizi per l’automotive, di disegno, costruzioni prototipali e show car. Ha poi «diversificato», dedicandosi all’architettura e creando altre due aziende, la Giugiaro Architettura, specializzata nel design e nella progettazione architettonica e, appunto, la Giugiaro Architettura & Structures, di cui Fabrizio, figlio di Giorgetto, è azionista unico. Nata nel 2014, questa società si è specializzata nella progettazione e costruzione di involucri, cioè le facciate e gli elementi esterni, di edifici e infrastrutture di prestigio. «Una nicchia», la definisce Fumagalli, «complessa e delicata, nella quale i competitor non sono molti: lavorare con i progetti realizzati da architetti di fama internazionale non è facile, significa supportare l’opera attraverso l’ingegneria. E per farlo serve personale molto qualificato». Deriva anche da questa con-

sapevolezza, la decisione di chiudere uno stabilimento produttivo in Romania, risultato di un’acquisizione, e di trasferirsi a Verona, dove l’azienda ha avviato anche una collaborazione con l’università per il master in Project Management. «Questo è il cuore di un’area industriale che va da Milano a Padova», spiega Fumagalli, «e che ospita aziende di grande competenza. È un distretto che ha generato anche cultura e conoscenze fondamentali per realizzare edifici dall’architettura complessa e posizionarci così in una nicchiain cui il made in Italy ha un’alta reputazione in tutto il mondo». E fin dalla nascita la Giugiaro Architettura & Structures ha puntato all’estero, Usa, Arabia Saudita, Svizzera e Montecarlo, «mercati grandi, complessi, dove c’è parecchio lavoro e l’architettura e il design hanno un ruolo importante», afferma Fumagalli. L’azienda proprio in questi giorni sta realizzando a Riad il distretto finanziario King Abdullah che ospiterà il G20 del 2020 e, sempre, in Arabia Saudita, è coinvolta nel progetto di Neom, la nuova

VINO. Lacantina diPedemonte cambiastrategia suimercatiesteri

Facciate deldistrettofinanziario diKing Abdullaha Riad

città iper-tecnologica da 500 miliardi di dollari, non lontano dal nuovo palazzo reale nel cui cantiere, terminato pochi mesi fa, lavoravano anche professionisti partiti da Colognola ai Colli. Il portafoglio ordini è fitto, «ma lo stabilimento», spiega l’ad, «con i suoi spazi e i 60 dipendenti che conta oggi, ha un limite da rispettare per mantenere il livello di qualità che i nostri clienti si aspettano da noi. Il fatturato potrà assestarsi a 40 milioni, non oltre. Una eventuale ulteriore crescita dovrà rientrare in un nuovo progetto: si deciderà nel 2021. Per ora dobbiamo pensare al consolidamento, lavorando al meglio». •

Lascheda INUMERI. LaGiugiaro Architettura& Structures nascenel2014. Lasedelegalee il quartiergenerale si trovanoColognola aiColli. Eccoinumeri: -dipendenti: 67 -tecnici:27 -addettiproduzione:36 -stabilimento: 8.600mq -uffici: 1.500 mq -officina:7.000 mq -stoccaggio:3.600 mq -capacitaannua stimata diproduzionefacciate a cellule:60.000mq

Patuanelli:incentivi 4.0daconfermare mavanno ritarati AVicenza provadidisgelo tra governoegli imprenditori veneti «L’impianto di 4.0 ha funzionato bene e anzi gli vanno dati anche altri strumenti. Ma dico che bisogna ritararlo e passare da un set di interventi molto ampio ad uno un po’ più strutturato, più piccolo ma più “incidente“». Lo ha precisato ieri, a margine dell’assemblea di Confindustria Vicenza, nella sede della Marzotto, il ministro per lo Sviluppo Economico Stefano Patuanelli. «Credo che vada verificato quello che c’è ancora di 4.0 - ha spiegato - che può essere utilizzato perché serve come motore e traino e quello che invece ha finito il suo moto propulsivo. Non c’è - ha poi sottolineato - una volontà di rivedere al ribasso gli incentivi ma c’è la volontà di capire quello che ha funzionato e vedere se ci possono essere altri strumenti». Parole che hanno in parte, ma non del tutto, sciolto le riserve del pubblico di imprenditori di Vicenza che si aspettavano molto di più in termini di piani e contenuti strategici. Patuanelli sembra aver preso tempo: «Ho avvertito poca fiducia in questo Governo, ma faremo di tutto per conquistarcela», ha detto. Il presidente degli industriali vicentini, Luciano Vescovi, dopo aver chiesto di togliere

INCONTRO. Martedìalla Camera di Commerciocon «IlSole24 Ore»

«l’assistenzialismo» della quota 100 e degli 80 euro ha fatto una proposta: «Ci associamo all’idea di Carlo Bonomi, presidente di Assolombarda - ha detto - facciamo un grande patto tra imprese, sindacati e governo in cui introduciamo una finestra agevolata per l’assunzione dei giovani. Non possiamo continuare a farli entrare in azienda con il minimo contrattuale, dobbiamo pagarli di più, valorizzando le loro competenze. Altrimenti, le eccellenze continueranno ad andare all’estero». Il presidente del Veneto, Luca Zaia, sull’autonomia si aspetta «proposte serie da questo governo». A fine assemblea Vescovi, nonostante i suoi toni critici su alcune tematiche del governo, si è avviato alla pausa post-evento assieme al ministro e all’industriale veronese Giulio Pedrollo, che di Confindustria è vicepresidente nazionale alle Politiche industriali. Una nuova stagione è aperta?. Forse se Patuanelli ha serie intenzioni di conquistare la fiducia degli imprenditori del Veneto e italiani, un consiglio lo potrebbe aver raccolto dagli imprenditori vicentini e veronesi. • R.ECO. © RIPRODUZIONERISERVATA

ASSICURAZIONI

TedeschipuntasuUsa AgliInnovationDays Cattolica inGiappone Mondiali «Distribuzione diretta» le eccellenze e il futuro peri dirugby Pioggia di premi di Wine Spectator, Parker e Falstaff Impreseaconfrontosulle sfidedell’innovazione Camilla Madinelli

Wine Spectator, Robert Parker Wine Advocate e Falstaff premiano i vini della cantina Fratelli Tedeschi di Pedemonte, in Valpolicella, che da poco ha pure avviato la distribuzione diretta sul mercato americano. Le tre testate internazionali hanno assegnato punteggi eccellenti all’Amarone dell’azienda vinicola, ma anche alle tipologie Valpolicella e Valpolicella Ripasso. Wine Spectator premia l’Amarone della Valpolicella Classico Capitel Monte Olmi Riserva 2012 con un punteggio di 92/100, mentre per l’annata 2015 l’Amarone della Valpolicella Marne 180 ottiene 91/100. Sempre la rivista americana attribuisce 90/100 a tre vini: l’annata 2015 del Valpolicella Superiore Maternigo e del Valpolicella Classico Superiore La Fabriseria e il Capitel San Rocco del 2016. Wine Advocate, invece, dà 96 punti all’Amarone della Valpolicella Classico Riserva La Fabriseria 2011, 95 all’Amarone della Valpolicella Capitel Monte Olmi Classico Riserva 2012, 94 all’Amarone della Valpolicella Marne 180 del 2015; il Valpolicella Clas-

Dasinistra: AntoniettaTedeschie i fratelliRiccardoe Sabrina

sico Superiore La Fabriseria 2015 ottiene 92 punti, 90 invece per il Valpolicella Superiore Maternigo 2015 e il Valpolicella Ripasso Capitel San Rocco 2016. Spostandoci in Europa, Falstaff attribuisce 94 punti all’annata 2017 del Capitel San Rocco Valpolicella Ripasso Superiore Doc e al Fabriseria Valpolicella Classico Superiore Doc 2016, 92 punti al Valpolicella Superiore Maternigo annata 2016 e 90 al Valpolicella Superiore Capitel Nicalò 2017, portando ai vertici delle classifiche della rivista l’azienda e la Valpolicella. Infine, Tedeschi accelera sui mercati internazionali e in particolare negli Stati Uni-

ti, dove è al debutto nella distribuzione diretta. «Gli Stati Uniti si confermano il mercato cruciale per il vino italiano e il nostro obiettivo è crescere anche in questa direzione», spiega Riccardo Tedeschi. «Da pochi mesi abbiamo avviato l’importazione diretta e i primi riscontri sono molto promettenti», continua. «Il consumatore statunitense sceglie sempre più vini di qualità che riflettano una identità del territorio, valori su cui la nostra azienda investe da sempre. Il rapporto diretto con il distributore ci impegna in prima linea, ma ci consente di creare un punto d’incontro più incisivo su un mercato così strategico». •

Fa tappa a Verona «Innovation Days – Le eccellenze del territori», il roadshow organizzato dal Gruppo Sole 24 Ore con l’obiettivo di raccontare il territorio e le sue eccellenze nella ricerca, nei servizi, nella meccanica, nella manifattura e nell’agroalimentare: imprese che hanno saputo puntare sull’innovazione e che si pongono come protagoniste del cambiamento nel Paese. Martedì 24 settembre alla Camera di Commercio, dalle 9 si alterneranno le esperienze di molti imprenditori veronesi, che racconteranno in che modo si stanno preparando alle sfide del futuro. Un’occasione anche per raccogliere idee, intuizioni, buone prassi replicabili. La mattinata inizierà con i saluti istituzionali di Fabio Tamburini, direttore de «Il Sole 24 Ore», del vice presidente della Camera di Commercio di Verona Paolo Tosi, del presidente di Confindustria Verona Michele Bauli, del sindaco Federico Sboarina e del presidente del Veneto Luca Zaia. Sui nuovi saperi interverranno il vicepresidente di Speedhub Giorgio Adami e i rettori delle università di Venezia Ca’ Foscari, di Padova e di Verona Michele Bugliesi, Rosario Rizzuto e

MicheleBauli (Confindustria)

FilippoGirardi(Midac)

Nicola Sartor. Sandro Boscaini, presidente di Masi, racconterà la sua esperienza nei mercati globali, sullo stesso tema anche Diego Cattoni, ad di Autobrennero, il direttore delle relazioni istituzionali di Coca Cola Hbc Italia Giangiacomo Pierini e Gian Luca Rana, amministratore delegato del Pastificio Rana. A discutere di innovazione che crea lavoro saranno l’ad di Diamante Valentina Garonzi, quello di Midac Filippo Girardi, l’ad del Gruppo Giordano, Bruno Giordano, ed Emanuela Lucchini, presidente di Ici Caldaie. A seguire, Roberto Collavizza, responsabile vendite Nordest di Tim, Giuliano Di Bernardo, presidente e ad di Rekeep, il direttore generale di

Cattolica Assicurazioni Valter Trevisani, il ceo di Wavemaker Italia Luca Vergani e Alberto Viano, ad di LeasePlan si confronteranno sui servizi del futuro. Della capacità di un’impresa di reinventarsi e ripartire parleranno Erasmo D’Onofrio, ad della Cooperativa Fonderie Dante e Marcello Sorrentino, ad di Fincantieri Infrastructure. Infine le strade dell’innovazione che riguardano prodotto, processo e mercato, con Denise Archiutti, consigliere di amministrazione di Veneta Cucine, Annalisa Botter, consigliere delegato di Botter, il ceo di Giada Franco Catania, quello di Officina Stellare Giovanni Dal Lago e l’ad di Molino Rossetto Chiara Rossetto. • F.L.

La Camera di Commercio Italiana in Giappone (ICCJ) dedica al rugby un imperdibile appuntamento e presenta Cattolica Assicurazioni Piazza Italia. Dieci giornate di eventi con epicentro a Osaka e nelle città di Ueda, Toyota e Fukuoka, un palinsesto ricco di ospiti e attività, per seguire la Nazionale nelle quattro tappe della fase a gironi della Coppa del Mondo. Oltre 60 i marchi dell’eccellenza italiana presenti, da Maserati a Peroni, la Regione Marche, unica regione italiana ospite dell’iniziativa, Confagricoltura e il Consorzio del Prosecco. A Osaka, che ospita il festival Cattolica Assicurazioni Piazza Italia fino al 23 settembre al Grand Front, sarà possibile incontrare i giocatori azzurri e verranno proiettate le partite live. Tante le personalità del mondo della moda, del life-style, della musica, dell’arte e della cultura presenti. Anche il cibo sarà protagonista con masterclass di vino e di prodotti agroalimentari, cooking show e degustazioni. Emanuela Vecchiet, direttore Comunicazione e relazioni istituzionali di Cattolica Assicurazioni afferma: «Siamo davvero onorati di essere al fianco della Federazione Rugby in occasione di questo torneo mondiale, il primo per Cattolica». •


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