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28-SET-2019 Estratto da pag. 7 3043
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28-SET-2019 Estratto da pag. 20 3043
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28-SET-2019 Estratto da pag. 5 3043
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ATTUALITÀ 11
Sabato 28 settembre 2019
IL CASO Nel Nord Est prove di dialogo tra enti locali, atenei e ordini professionali, anche se l’allarme sui dottori che mancano rimane: al bando per 80 specialisti hanno risposto solo 3 candidati
Sanità, il paradosso del Veneto Universitari e sindacati contro la Regione per la scelta di assumere 500 medici non specializzati Ma il piano locale viene recepito da altri governatori. Zaia: in corsia fino a 70 anni? Solo buon senso LUCA BORTOLI Padova
È
un paradosso quello della sanità nel Veneto. Mentre continuano, infatti, le proteste di tanti giovani universitari contro le carenze di medici e personale in corsia, la Conferenza delle Regioni ha recepito la linea volutra da Luca Zaia, tanto da inserire non solo la proposta di utilizzare camici bianchi non specializzati in corsia, ma
addirittura di aprire la porta ai 70enni che (a titolo volontario) vogliano continuare a prestare il loro servizio negli ospedali in difficoltà. Gli ultimi ad alzare le barricate sono stati gli universitari e gli specializzandi di Padova. «Netta contrarietà» alla decisione già presa dalla Regione di assumere 500 medici non specialisti nei pronto soccorso e nei reparti di medicina. «Siamo molto preoccupati di fronte alla prospettiva di vedere personale
precario e con pochissima formazione alle spalle mandato in corsia», spiega Mirko Claus, vicepresidente di Mespad, l’associazione degli specializzandi patavini, che segue da vicino la vicenda con i colleghi di Verona. Nel mirino ci sono anzitutto le sole 92 ore di preparazione teorica e parallela a quella universitaria, gestita dalla Fondazione di Sanità pubblica che dipende dalla Regione: «Si tratta di una scelta al ribasso sulla qualità dei servizi offerti ai pa-
zienti», conclude Claus, che di fatto si pone sulle posizioni degli Ordini provinciali: «La sanità veneta è un malato grave, ma questa è la cura sbagliata». Tutto nasce, però, dalla grave carenza di camici bianchi che affligge anche il Veneto. Sono 1.300 i medici che mancano all’appello, di cui 320 nei pronto soccorso e 253 tra anestesisti e rianimazioni; 180 tra internisti e geriatri, 80 pediatri e 70 ginecologi. Una situazione destinata ad aggravarsi: basti pen-
DOPO LA SCELTA DELL’AIFA
Adesso scatta la “psicosi” da ranitidina Farmacie e medici presi d’assalto IL FATTO
Le tre scelte che hanno fatto discutere Già a marzo il Veneto aveva deciso di “fare da sé” per risolvere l’emergenza dei medici negli ospedali, approvando una delibera per l’assunzione, a tempo determinato, di medici in pensione. Intanto l’Azienda sanitaria Trevigiana (Ulss 2) aveva deciso di far arrivare specializzandi all’ultimo anno direttamente dall’università rumena di Timisoara. Ad agosto le delibere con l’investimento di 25 milioni di euro per l’assunzione di 500 medici non specializzati.
Da Nord a Sud Italia, farmacisti e medici sono stati presi d’assalto nelle ultime ore dai cittadini alla ricerca di informazioni sui farmaci contaminati, a causa delle fake news girate dopo il ritiro e il blocco di alcuni prodotti, tra cui la ranitidina. «Purtroppo – ha spiegato Vittorio Contarina, presidente di Federfarma Roma – in questo Paese si crede più ai social o al web che al farmacista o al medico». Non troppo diversa la situazione negli studi dei medici, spiega Silvestro Scotti, segretario della Federazione italiana Medici di Medicina Generale (Fimmg): «Il nostro compito è mettere a punto a punto una terapia alternativa per chi assumeva farmaci con ranitidina, ma ci troviamo di fatto a doverli rassicurarli in generale sull’uso un pò di tutti i medicinali, anche a seguito della richiesta, da parte dell’Agenzia Europea dei Medicinali (Ema), di controlli su tutti i prodotti». Sulla precauzionalità delle misure adottate e sulla necessità di non affidarsi alle fake news è tornata anche l’Aifa (la lista ufficiale dei farmaci ritirati è disponibile sul sito www.aifa.gov.it).
L’emergenza dei camici bianchi Ecco tutti i numeri
1.300
I medici che mancano all’appello in Veneto (di cui 320 nei Pronto soccorso della regione)
3
I candidati che si sono presentati a luglio scorso al bando per spacialisti dell’urgenza: 80 i posti
320
I posti per medici non specialisti destinati al Pronto soccorso per cui si è appena aperto un bando
sare che il bando per 80 specialisti dell’urgenza dello scorso maggio ha visto presentarsi tre candidati. A luglio, su 90 posti gli idonei sono stati 22. Da qui la decisione della giunta Zaia di provare a tappare almeno i buchi nell’urgenza – largamente sguarnita nonostante la chiamata alle “armi” dei pensionati lanciato lo scorso marzo – e nelle medicine, con le due delibere di ferragosto. Per il governatore «si tratta di garantire il rispetto dei livelli minimi di assistenza di fronte a una situazione creata a livello nazionale che solo il governo potrà risolvere aumentando il numero di borse di specializzazione». D’altra parte, ripete Zaia, «il medico italiano dopo la laurea, l’abilitazione e la scuola di specialità obbligatoria inizia a lavorare almeno cinque anni dopo i suoi colleghi stranieri»: insomma, è necessario fluidificare l’ingresso dei laureati nella professione. Tornando sul personale medico impegnato fino a 70 anni, ieri il governatore ha ribadito che «quella di alzare l’età di servizio» è «una norma di buon senso». Intanto è uscito il bando di concorso per i 320 non specialisti destinati al pronto soccorso: c’è tempo fino al 13 ottobre per presentarsi, la precedenza verrà data a chi ha frequentato la scuola di specializzazione di Medicina generale e in subordine agli iscritti agli ordini veneti. Nel frattempo il lavoro del tavolo creato da Regione, Università e Ordini dei medici del Veneto dopo il muro contro muro agostano sta andando avanti sotto traccia. Una prima intesa per affrontare la carenza si è trovata la scorsa settimana: assumere specializzandi di quarto e quinto anni già presenti nelle graduatorie regionali e allargare anche agli ospedali del territorio (e non solo ai policlinici universitari di Padova e Verona) la possibilità di accogliere questi medici ancora in formazione. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Gli espianti degli ulivi non sono ancora cominciati. Altre 94 piante infette Bari
È
stato dimesso dall’ospedale di Pescara con una prognosi di dieci giorni l’ex sindaco di Farindola (Pescara), Massimiliano Giancaterino, che ieri mattina è stato aggredito dalla madre di una delle vittime della tragedia di Rigopiano. L’episodio è avvenuto al bar del tribunale di Pescara, durante una pausa della seconda udienza preliminare sul disastro dell’Hotel Rigopiano, dove il 18 gennaio 2017 perirono 29 persone sotto una slavina. L’ex primo cittadino, imputato nel procedimento, è stato aggredito alle spalle da Maria Perilli, madre di Stefano Feniello; Giancaterino è caduto a terra e ha riportato un trauma cranico non commotivo. La donna – tormentata dal dolore per la perdita del figlio e turbata perché, a suo dire, uno dei responsabili si trovava al bar «allegramente» a prendere un caffé – avrebbe sferrato anche calci e schiaffi mentre gridava: «Hai firmato tu la condanna a morte di mio figlio!». Immediato l’intervento delle forze dell’ordine, come del 118; i carabinieri hanno ascoltato le giustificazioni di Perilli, secondo la quale sarebbe stato l’ex sindaco «a firmare i primi documenti per l’ampliamento dell’albergo e dargli la possibilità di essere aperto anche in inverno», quindi hanno inviato una segnalazione alla procura. Il Comitato vittime di Rigopiano ha condannato il gesto. «Il far west e le vendette personali non ci appartengono». L’udienza prevista è stata sospesa e rinviata al 25 ottobre. Sono 24, più la società titolare dell’hotel, gli imputati che rischiano di finire a giudizio; tra gli altri l’ex prefetto Provolo, l’ex presidente della Provincia Di Marco e il sindaco di Farindola, Lacchetta. Sotto accusa anche le carenze nella gestione dell’emergenza, la mancata realizzazione della Carta valanghe e l’iter che consentì di procedere alla realizzazione del resort. Paolo Martocchia © RIPRODUZIONE RISERVATA
L’
Territorio e agricoltura rimangono in forte difficoltà, mentre le sperimentazioni a livello scientifico stanno inziando a dare i primi buoni risultati
avanzata della Xylella in Puglia non si ferma e sta virando verso la provincia jonica. Altri 94 nuovi ulivi sono risultati positivi in diversi Comuni delle provincie di Brindisi e Taranto (monitoraggio partito il 5 agosto scorso) con 2 nuovi alberi infetti a Fasano, 4 a Monteiasi, 25 a Carovigno, 23 a Ceglie Messapica, 6 a San Marzano di San Giuseppe, 15 a Montemesola, 15 nell’area dell’invaso Pappadai vicino Taranto e uno per parte a San Michele Salentino, Francavilla Fontana, San Vito dei Normanni e Ostuni. A questi bisogna aggiungere altri 59 intaccati dal batterio secondo i rilievi antecedenti il 5 agosto (46 a Carovigno, 4 a Ceglie Messapica, 1 a Montemesola, 7 a San Vito dei Normanni, 1 a Ostuni) per un totale di 1.038 piante contagiate tra il 2018 e il 2019. Nella zona di contenimento la cosiddetta "sputacchina" continua dunque ad infettare ulivi. I sindacati e le associazioni di categoria spingono per rendere esecutive le eradicazioni. «Il decreto d’urgenza dell’Osservatorio fitosanitario regionale per
abbattere i due ulivi di Fasano ha una tempistica che dovrebbe valere sempre e ovunque – sottolinea Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia –. Secondo i precedenti decreti, erano già 650 gli ulivi da espiantare nelle province di Brindisi e Taranto entro la fine di settembre per estinguere i focolai infetti e arginare la diffusione della batteriosi. Ma siamo già a fine mese e le operazioni non sono neanche cominciate. È necessario superare tutti gli ostacoli di natura burocratica per effettuare l’espianto delle piante malate e di quelle ospiti ricadenti nel raggio dei 100 metri, tenuto anche conto che in provincia di Lecce non si fanno monitoraggi dal 2015». Ma la speranza di ridare nuova linfa ad un territorio deturpato e ad un comparto agricolo messo in ginocchio, arriva soprattutto dalla sperimentazione e dalla ricerca. Reimpianti e innesti sono indispensabili ormai per far rifiorire l’olivicoltura del Salento devastata dalla Xylella. D’altronde, come ha sentenziato nel maggio scorso l’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, non esiste ancora una cu-
CASO LOGGIA P4
LA DECISIONE
Prescritto l’ex deputato Papa
Legge sui seggiolini “salva bebè” Via libera del Consiglio di Stato
L’
esistenza di una loggia massonica denominata P4 è un’ipotesi archiviata almeno dal 2011, anzi non è mai esistita. Lo sostiene l’avvocato Carlo Di Casola, che insieme a Giuseppe D’Alise difende l’ex parlamentare Pdl ed ex magistrato Alfonso Papa, commentando la sentenza con la quale giovedì la Corte d’appello di Napoli ha deciso di non procedere contro l’imputato a causa dell’intervenuta prescrizione. «La cosa più importante – sostiene il legale – è che l’ipotesi P4 è scomparsa per le stesse richieste del pm Woodcock, che condusse l’inchiesta ma che aveva già ottenuto l’archiviazione per l’aggravante della legge Anselmi» in materia di associazioni segrete. Papa «era imputato per 10 reati, per 5 dei quali è stato assolto con formula piena men-
tre per gli altri è stata dichiarata la prescrizione». Tra questi ultimi figurano anche due ipotesi di concussione e istigazione alla corruzione che, nella gravità ipotizzata dall’accusa, non risulterebbero ancora prescritte. «Per questo – spiega ancora Di Casola – in attesa delle motivazioni della sentenza immaginiamo che i giudici abbiano ridimensionato le accuse, per poi dichiararle prescritte». Papa, primo parlamentare per il quale la Camera aveva autorizzato la custodia in carcere, era stato condannato in primo grado a 4 anni e sei mesi per alcuni dei reati contestati e assolto per altri. L’indagine era nata nel 2010 e culminata nell’estate del 2011 con l’arresto di Papa e del faccendiere Luigi Bisignani, che poi aveva patteggiato. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Il Consiglio di Stato ha dato via libera al parere richiesto dal ministero delle Infrastrutture sul decreto che definisce le caratteristiche tecniche dei seggiolini antiabbandono introdotti con la legge 117 del 2018, sollevando però una serie di «osservazioni» al provvedimento. Nel parere, il Consiglio riconosce la correttezza di quanto fatto dal governo, che «ha dato puntuale applicazione alla disciplina europea» ma chiede di risolvere alcune lacune e incoerenze. Per quanto riguarda ad esempio la relazione sulle conseguenze che avrà la nuova regolamentazione, il Consiglio definisce «lacunosa» la parte in cui si affronta l’impatto economico che la disciplina stessa ha sugli operatori economici e sui consumatori. Così come è necessario che «siano rese coerenti» le disposizioni relative ai vari tipi di seggiolini antiabbandono. Altre rilevazioni vengono fatte sulla statura dei bambini coinvolti e sulle possibili sanzioni.
ra in grado di eliminare il temibile batterio che da quando si è manifestato per la prima volta in Puglia, a Gallipoli, nell’autunno del 2013 ha infettato e distrutto oltre 21 milioni di alberi. C’è una nuova frontiera della biodiversità olivicola che si è già messa in moto dando già alcuni risultati importanti e confortanti. Qualche settimana fa a Gagliano del Capo nell’azienda di Giovanni Melcarne è stato prodotto per la prima volta un olio d’oliva extravergine ottenuto dagli ulivi immunizzati grazie all’innesto nelle piante malate della varietà di leccino resistente alla cosiddetta "sputacchina". Una recente sperimentazione è stata realizzata grazie al progetto "Un Getsemani in Salento-Xylella quick tollerance test" che vede coinvolti l’azienda Forestaforte di Giovanni Melcarne, il Cnr-Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante, l’Università di Bari, il Crsfa (Centro di Ricerca, Sperimentazione e Formazione in Agricoltura "Basile Caramia") di Locorotondo. È un deciso passo avanti nella ricerca per avere ulivi resistenti alla Xylella, come si evince dai dati illustrati dalla Coldiretti Puglia. «Sono risultati molto incoraggianti sulla opportunità che il leccino, notoriamente non autocompatibile, possa essere impollinato con buona efficacia. In attesa di disporre di altre cultivar resistenti, questa sarebbe già una soluzione al problema dell’impollinazione del leccino stesso» ha dichiarato Donato Boscia, responsabile del Cnr-Ipsp di Bari. Finora sono oltre 15mila i semenzali spontanei "osservati speciali" già a frutto che hanno superato la fase giovanile e 440 cultivar (capaci di produrre olive in condizioni difficili) utilizzate nella sperimentazione con gli innesti. «Praticamente tutte le piante di leccino coltivate nelle aree infette del Salento sono innestate su semenzali provenienti prevalentemente dalla varietà sensibile ogliarola salentina – ha affermato Giovanni Melcarne, olivicoltore e frantoiano – quando tutte le piante di olivo esistenti nelle prime aree focolaio di Gallipoli e Comuni limitrofi sono state esposte a fortissima pressione d’inoculo per almeno un quinquennio. Alcuni sovrainnesti di leccino di svariati anni sopravvivono e resistono bene alla malattia seppur sovrainnestati su tronchi delle varietà sensibili locali. I tronchi evidentemente continuano a mantenere la funzionalità vascolare». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Corriere del Veneto Sabato 28 Settembre 2019
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Nevegal, stagione salva a metà
Niente soldi dalla Regione, ma la stagione invernale sul Nevegal è salva. Sarà però a scartamento ridotto, senza la sciovia delle Erte, la cui vita tecnica è finita quest’anno e per la quale non sono possibili proroghe. Nel consiglio comunale di ieri pomeriggio si è diradata gran parte della nebbia che aleggiava da mesi sul futuro del «Colle dei bellunesi». Il sindaco Jacopo Massaro ha fatto il punto della situazione. «Mi sono sentito stamattina (ieri, Ndr) con l’assessore regionale Caner — ha spiegato il primo cittadino — per capire se i 12 milioni di euro che sembravano essere a disposizione ci sono davvero. E Caner mi ha confermato che la notizia era frutto di un fraintendimento. I 12 milioni non ci sono, ma la Regione ha ribadito di essere pronta ad aiutare il rilancio del Nevegal intervenendo su eventuali precise richieste, come l’organizzazione di grandi eventi». Dopo la doccia fredda, Massaro ha però estratto dal cilindro la notizia che il «piano B», la nuova società mista pubblico-privato che dovrebbe gestire gli impianti al posto di «Alpe del Nevegal» (prossima alla chiusura) è a buon punto. «Ci sono imprenditori pronti a su-
Le controllate dagli enti locali
Zaia difende le società partecipate «Quelle sane, fornitrici di servizi» CORTINA D’AMPEZZO «In Veneto abbiamo società partecipate sane e che danno servizi, ma il legislatore ha tentato di farcele chiudere». Il presidente della Regione, Luca Zaia (nella foto), è intervenuto ieri a Cortina a un convegno sulle società partecipate dalle amministrazioni locali. E mentre dice sì alle Partecipate, ma solo se sane, se la prende con «la schizofrenia di chi sta a Roma», incapace di scindere tra buone e cattive società. Per Zaia «una Partecipata deve fare produzione. Se paga solo gli stipendi deve chiudere. Questa è la regola che abbiamo usato in Veneto. Avevamo 19 società società a partecipazione diretta, oggi ne abbiamo 13. Ne avevamo 23 a partecipazione indiretta, oggi sono 13. Abbiamo fatto una bella pulizia». Il governatore veneto se la prende
Autoinfintavendita,truffada15milaeuro Ieri denunciata la scomparsa di Mirella Viel (nella foto). La donna, 56enne residente a Belluno, si è allontanata a piedi dalla sua abitazione senza farvi ritorno. La Prefettura ha attivato il Piano provinciale per la ricerca delle persone scomparse. Chi avesse notizie deve contattare la Questura di Belluno al numero di emergenza 113. E poi truffa da 15.000 euro: la Squadra Mobile è riuscita a individuare e denunciare due rom, madre e figlio di 43 e 25 anni, residenti a Saletto di Vigodarzere (Padova) e già rinviati a giudizio con l’accusa di truffa aggravata in concorso. A fine 2018 ingannarono un 44enne di Sospirolo postando
con l’operato di altre zone d’Italia. «Se andiamo a vedere i bilanci, dovrebbero chiudere intere Regioni che non producono e usano il nostro residuo fiscale — ha concluso — Al presidente del Consiglio dico che, oltre ai 110 vergognosi miliardi di euro l’anno di evasione, abbiamo anche 200 miliardi di sprechi nella Pubblica amministrazione». (M.G.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
sul sito web Subito.it l’annuncio di ve n d i t a d i un’auto Audi A4. La vittima incontrò il figlio della donna, vide la macchina e diede un anticipo di 350 euro. Quando, alcuni giorni dopo, gli arrivarono anche i documenti col passaggio di proprietà dell’auto versò i restanti 14.650 euro sul conto della rom che fece poi perdere le sue tracce. L’uomo si rivolse alla Questura e si scoprì che l’auto era già stata esportata in Germania. Davide Piol © RIPRODUZIONE RISERVATA
Il processo
Minacce a dipendente «Coop» e poliziotti, danni: feltrino a giudizio BELLUNO Tre capi d’imputazione riuniti in uno, ma il processo rinviato per assenza dell’imputato. Denis Grando, 39enne feltrino in carcere a Vicenza, è alla sbarra per minaccia aggravata, danneggiamento e resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale. Ieri non era in aula perché nessuno l’aveva avvisato dell’udienza così il processo è slittato al 1 ottobre. Il 30 aprile 2016, secondo il Pm, minacciò con un coltello a serramanico una dipendente della «Coop» di Feltre che lo seguiva per accertarsi che non rubasse nulla. Un mese dopo, il 29 maggio, offese due assistenti capo della polizia di Stato che cercavano di farlo allontanare dalle pensiline della stazione ferroviaria dove bivaccava. «Se non aveste la divisa vi avrei già ammazzato di botte» avrebbe detto agli agenti. E poi la minaccia: «Vi butto sotto i binari». Infine qualche giorno dopo danneggiò la porta d’ingresso della stazione ferroviaria di Feltre col© RIPRODUZIONE RISERVATA pendola con un calcio. (D.P.)
043725271
Centraleidroelettrica aperta,corsaVajont eFerrariinpiazza
e amministratore delegato di «Unifarco», l’impresa farmaceutica di Santa Giustina che affiancherebbero alcuni soci attuali dell’«Alpe». Visti i tempi strettissimi, resta il nodo di chi gestirà quest’anno il Nevegal, assodato che l’«Alpe» si è resa disponibile a cedere gratuitamente la proprietà degli impianti e a trasferire il valore di questi ultimi e dei macchinari (si parla di circa 200 mila euro in totale) nel capitale sociale della nuova società. «La newco non dovrebbe essere per forza creata subito — ha precisato Massaro — e l’”Alpe” ha dato mandato agli amministratori di chiudere la società il 30 settembre se non dovessero esserci novità di rilievo. Che, sinceramente, mi pare ci siano». Ecco che la soluzione potrebbe essere già in casa: «Alpe del Nevegal» potrebbe proseguire, con l’ingresso dei nuovi soci, in attesa di organizzare la nuova realtà. Ma sarà in ogni caso una stagione in tono minore: senza l’impianto delle Erte, i ricavi saranno giocoforza più bassi. Il nodo da sciogliere è tutto qui, ammette Massaro: «I potenziali soci stanno valutando la formula migliore per entrare». Moreno Gioli © RIPRODUZIONE RISERVATA
Una donna scomparsa Le ricerche in corso BELLUNO
sindaco. Per ora stretto riserbo sull’identità di questi imprenditori, ma nell’aula consiliare giravano insistentemente i nomi di Ernesto Riva e Massimo Slaviero, presidente
bentrare e acquisire la maggioranza delle quote della nuova società, della quale farà parte il Comune di Belluno e, se lo riterrà fattibile, anche la Regione» ha annunciato il
FARMACIE Perale
Gli eventi del weekend
L’annunciodelsindacoieriinconsigliocomunale:nientescioviadelleErte NuovagestioneComune-privati.Giallosuisoci,forseipatrondi«Unifarco» BELLUNO
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BELLUNO Dopo oltre 10 anni dall’ultima apertura, domani la centrale idroelettrica di «Enel Greenpower» di Soverzene tornerà ad accogliere le visite del pubblico per la manifestazione «Centrali aperte». Le visite guidate (dalle 10 alle 17, ingresso libero) sveleranno un impianto oggetto di importanti lavori di rinnovamento tecnologico e di valorizzazione dell’affresco con dipinti allegorici di Walter Resentera, posizionato sulla volta della salamacchine. Ma ci saranno anche giochi per bambini, laboratori, eccellenze dell’artigianato e dell’enogastronomia locale. Sarà possibile visitare anche l’antico «Mulino dei Savi», risalente all’800. Stasera la sala conferenze Papa del Musal-Museo «Albino Lu- Luciani ciani» di Canale d’Agordo ospiterà la proiezione di un vi- Rapporto deo e una conferenza sul tema con «Giovanni Paolo I e papa Fran- l’attuale cesco. Il pastore veneto traccia pontefice, la strada sulla quale oggi cam- convegno mina il gesuita venuto “dalla fine del mondo”. L’attenzione ai poveri, il richiamo a Paolo VI e alla “Populorum Progressio”: i 33 giorni di Luciani indicano la Chiesa di Francesco». Parteciperà il giornalista Fabio Zavattaro. Oggi pomeriggio, invece, in piazza Duomo, per «Sport in piazza» sarà possibile ammirare la Ferrari 458 Spider sequestrata nel 2015 alla criminalità organizzata e dal 2017 assegnata alla polizia locale di Milano per progetti di educazione alla legalità. Domattina, infine, i 6.000 partecipanti alla «Camminata della memoria» apriranno le manifestazioni per il 56esimo anniversario della tragedia del Vajont. M. G. © RIPRODUZIONE RISERVATA
REGIONE ATTUALITÀ
Corriere del Veneto Sabato 28 Settembre 2019
Laureati in corsia, il ministro: «Soluzione più complicata» ● Giovedi la Conferenza dei presidenti delle Regioni ha approvato il documento redatto da Palazzo Balbi con le 16 proposte per rispondere alla carenza di 50mila medici in Italia, di cui 1300 in Veneto. ● Tra le istanze più importanti l’assunzione di non specialisti a tempo indeterminato e di specializzandi a orario parziale, la possibilità per gli ospedalieri di andare in pensione a 70 anni invece che a 65, la riforma dei concorsi e la riduzione da 6 a 5 anni del corso di laurea in Medicina
VENEZIA Marcano stretto il governo, le Regioni, decise a far diventare legge il documento con i 16 interventi per fronteggiare la carenza di medici elaborato dal Veneto e approvato giovedì da tutti i governatori. Il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, ha scritto una lettera al ministro della Salute, Roberto Speranza, nelle cui mani è stato consegnato il piano. «Auspico che le proposte regionali siano condivise dal governo e tradotte in normative straordinarie e urgenti per non mettere a rischio la tenuta del nostro sistema sanitario — scrive Bonaccini —. Con l’occasione rappresento la piena disponibilità delle Regioni a definire un serrato calendario dei lavori». Dal canto suo Speranza, intervistato dal Tg3 proprio sulla mancanza di 50mila camici bianchi negli ospedali italiani (1300 in Veneto), ha dichiarato: «Abbiamo bisogno di trovare soluzioni immediatamente, con le professioni e con le Regioni, partendo dal superamento di quei tetti alla spesa che in questi anni sono stati troppo rigidi e hanno bloccato l’accesso di nuove professionalità al sistema». Quanto al documento delle Regioni, che prevede l’assunzione di specializzandi e laureati abilitati ma senza specializzazione, il ministro della Salute ha detto: «Possiamo lavorare sull’idea degli specializzandi, l’altra
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Roberto Speranza Bisogna trovare soluzioni subito. Possiamo lavorare sull’idea degli specializzandi strada è molto più complicata. Quel che è certo è che dobbiamo dare una risposta, abbiamo bisogno di inserire nuovo personale nel Sistema sanitario nazionale». Ma al momento la precedenza va all’abolizione del superticket di 10 euro. «La nostra priorità è la lotta alle diseguaglianze — ha annunciato Speranza — dobbiamo dare una mano a chi è rimasto indietro in questi anni. Penso ad esempio alle tante persone che non si curano come dovrebbero per motivi economici. La Costituzione dice che la salute è un diritto fondamentale dell’individuo e togliere il superticket è un segnale che va in questa direzione, perché aiuta le
Il deputato leghista veronese
«Fine vita, l’etica si è ridotta a un comando»
«Questo presidente della Repubblica, lo posso dire? Mi fa schifo». Parole che avevano sollevato un immediato polverone quelle rivolte il 15 settembre scorso al Capo dello Stato Sergio Mattarella dal deputato veronese del Carroccio Vito Comencini durante l’Assemblea federale Lega dei Giovani a Pontida. «Mattarella mi fa schifo! È un presidente che se ne frega del 34 per cento degli italiani»,gridò Comencini dal palco. Frasi che difficilmente sarebbero potute cadere nel vuoto. Tanto che, dopo aver fatto il giro del web aizzando una bufera politica, risultano ora al centro di un’inchiesta giudiziaria. Ad adottare l’iniziativa è stato il capo della Procura scaligera: «Io stessa ho provveduto ad aprire nei confronti del parlamentare un fascicolo per vilipendio al Presidente della Repubblica -annuncia il procuratore di Verona, Angela Barbaglio -. Si trattava di un atto dovuto a seguito di un esposto e ho già trasmesso per competenza territoriale gli atti dell’indagine ai colleghi della Procura di Bergamo. Starà a loro decidere come procedere». Di fronte al polverone mediatico, Comencini reagì affermando che «se il presidente dirà di
❞ Comencini Il presidente della Repubblica Mattarella mi fa schifo
In fuga Dal 2005 al 2015 oltre 10mila medici hanno lasciato l’Italia per lavorare all’ estero. Dal Veneto se ne va un centinaio l’anno
Baretta, sottosegretario all’Economia: «L’emergenza medici c’è di sicuro e trascende la singola regione, è un problema nazionale. C’è bisogno di un piano straordinario del governo, stiamo facendo le necessarie valutazioni». Intanto i sindacati non nascondono la propria contrarietà a un piano che prevede anche di spostare l’età pensionabile degli ospedalieri da 65 a 70 anni. «Una follia — commenta Daniele Giordano, segretario regionale di Cgil FP — parliamo di professionisti sottoposti a un lavoro massacrante, giorno, notte e pure nei festivi. Noi siamo per aumentare le borse di studio per gli specializzandi. Se invece si vuole scardinare il sistema inserendo laureati con una formazione diversa e magari assunti a partita Iva, ci batteremo per impedirlo». In linea la Cimo, con il segretario Giovanni Leoni: «Con i 25 milioni stanziati dalla Regione, si possono immettere nelle Scuole di specialità altri mille iscritti, che si sommerebbero agli attuali tremila, tra Padova e Verona. Assumiamo quelli del quarto e quinto anno e facciamo spazio ai nuovi: la formazione deve restare in capo all’Università. I neolaureati — chiude Leoni — non sanno cosa li aspetta, non hanno i requisiti di base per garantire l’assistenza ai malati, perché devono formarsi». Michela Nicolussi Moro © RIPRODUZIONE RISERVATA
VENEZIA «Si è riconosciuta la possibilità di ricorrere a quella che, alla fine, è una morte a comando poiché di questo si tratta, al di là del fatto di rispettare un determinato protocollo. La nostra società ha ridotto l’etica a questo: rispettare determinate regole». Il patriarca ha commentato così la sentenza della Corte Costituzionale sul fine vita durante l’omelia pronunciata ieri mattina all’ospedale Fatebenefratelli di Venezia, sottolineando anche la netta posizione presa dei medici i quali «ora chiedono che sia un altro a decidere chi deve morire», riconoscendo così che i medici sono, invece, «chiamati a far di tutto per guarire le malattie ed accompagnare le persone in ogni momento». «Non so che pagina abbiamo scritto nella storia che riguarda le persone più fragili. Oggi gli altri, domani forse io ha commenta osservando gli ospiti dell’ospedale riabilitativo -. Quante volte un accompagna-mento congruo ci ha aiutato e ci ha dato forza e quante volte, l’abbandono ci ha gettato nella disperazione». Il patriarca ha richiamato l’intervento del Papa di pochi giorni fa all’incontro con la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri(«Si deve respingere
Studio della Cgil
«Insulti a Mattarella» Comencini indagato per vilipendio
VERONA
persone ad accedere meglio e in maniera più efficace ai servizi del nostro sistema sanitario». Va detto che il documento delle Regioni necessita di una copertura finanziaria non indifferente, se solo la giunta Zaia ha previsto 25 milioni di euro per l’assunzione di 500 non specialisti da impiegare nei Pronto Soccorso (320), nelle Medicine e nelle Geriatrie (180). Alla prima selezione lanciata il 15 settembre per i 320 del Pronto Soccorso hanno già risposto in 130 e c’è tempo fino al 3 ottobre. Il 15 del mese prossimo uscirà l’avviso di selezione per gli altri 180. Tornando alla copertura economica, ragiona Pierpaolo
GapgenderinVeneto, ledonneguadagnano il35%menodeimaschi
essersi sentito offeso o se qualcuno dimostrerà che l’ho insultato, sono disposto a chiedere scusa. Sono stati toni sbagliati ma ritengo legittimo poter esercitare il mio diritto di critica. Non era mia intenzione insultare Mattarella». Dalle parole pronunciate sul palco da Comencini lo stesso Matteo Salvini aveva preso le distanze: «Sono toni sbagliati - commentò il segretario leghista -. Sono convinto che si debba mantenere il rispetto, ma la maggioranza degli italiani si sente tradita e presa in giro». E se le frasi di Comencini su Mattarella sfociarono in uno sdegno bipartisan, chi non si limitò alle sole parole era stato Mao Valpiana, esponente del Movimento Nonviolento: «Ho depositato alla Procura di Verona una notizia di reato nei confronti di Comencini - spiegò Valpiana 24 ore dopo il raduno di Pontida -, il vilipendio del deputato ha una doppia aggravante». Ma cosa rischia Comencini? In base all’articolo 278 del codice penale «chiunque offende l’onore o il prestigio del Presidente della Repubblica è punito con la reclusione da 1 a 5 anni». Deciderà la magistratura. Laura Tedesco © RIPRODUZIONE RISERVATA
VENEZIA Il 35% di salario in me-
no. È quello percepito dalle lavoratrici, rispetto ai colleghi di sesso maschile, in Veneto. Lo raccontano i dati della Cgil regionale, presentati ieri a Mestre, all’Auditorium della Città metropolitana di Venezia, in un’assemblea con la partecipazione dell’ex segretario nazionale del sindacato, Susanna Camusso. La «discriminazione di genere» sul lavoro, in un contesto economico reattivo, emerge anche dalle assunzioni, secondo il sindacato, calcolate da gennaio a giugno 2019. Quelle a tempo indeterminato maschili sono state più di 40 mila. Quelle femminili hanno invece di poco superato le 22 mila. Guardando il lavoro part time, mentre 51.585 uomini sono entrati al lavoro con questa forma di contratto, 85.770 rapporti di questo tipo sono stati avviati nel caso delle donne. Segno, dice Cgil, che «in molti casi questo orario viene imposto e non scelto dalle lavoratrici». Non va meglio, racconta Cgil Veneto, neppure sul fronte delle opportunità di carriera, a parità di titolo di studio. Le donne laureate, entrate nel mercato del lavoro nel periodo indicato, sono poco più di 32 mila. I laureati, invece, solo 18 mila.
❞ Camusso Questione culturale, il lavoro delle donne è visto come residuale
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Il Patriarca
Speranza apre invece all’assunzione degli specializzandi. E le Regioni gli scrivono
La scheda
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Quelle diplomate sono il 44.2% contro il 29.3% dei colleghi maschi. Eppure, mentre il 27.5% dei lavoratori laureati di sesso maschile ottiene un contratto a tempo indeterminato, le laureate assunte stabilmente nell’occupazione scendono al 14.9%. Anche la quota delle occupate diplomate è più bassa, rispetto a quella dei diplomati: 10.3% contro 16.5%. «Avere una laurea non comporta per le donne - scrive Cgil - il fatto di trovare un lavoro più sicuro». Né laurearsi è per le donne una condizione che consente di vedere premiate le conoscenze raggiunte, dice il sindacato. Considerato infatti il totale delle lavoratrici assunte con titolo universitario, il 23% di loro si adatta a fare la cameriera, la commessa, l’operaia, mentre un 20% lavora come impiegata. «Una questione culturale - commenta Camusso - ma anche il prodotto di un modello economico fondato su una idea di lavoro povero. Il guadagno delle donne è visto come residuale e di supporto a quello del nucleo famigliare, non fondamentale per la sua emancipazione, per l’autodeterminazione e la realizzazione personale». Antonella Gasparini © RIPRODUZIONE RISERVATA
Patriarca Francesco Moraglia
la tentazione di usare la medicina per assecondare una possibile volontà di morte del malato, fornendo assistenza al suicidio o causandone direttamente la morte con l’eutanasia») ed ha così proseguito: «La vita non è un fatto confessionale, non è un problema della Chiesa o dei vescovi; è un problema dell’uomo, della nostra società e civiltà. La preoc-cupazione, ora, è per l’inevitabile spinta culturale implicita che può derivarne e può essere raccolta dalla nostra società, particolarmente dai malati e dai parenti dei malati. Si va verso una visione utilitaristica della vita». E ha invitato a porsi domande decisive per l’uomo: «La persona è ancora al centro? Oppure si pone una volontà e una decisione fragile di una persona provata e lasciata sola? Stupisce che la Corte Costituzionale non abbia menzionato l’obiezione di coscienza: perché qui non si dà spazio a questo diritto fondamentale dell’uomo?». © RIPRODUZIONE RISERVATA
SEDICO - BORGO VALBELLUNA - LIMANA
SABATO 28 SETTEMBRE 2019 CORRIERE DELLE ALPI
Il sindaco di Borgo Valbelluna confida nell’azione diplomatica del ministro D’Incà e dell’assessore regionale Donazzan
Cesa resta fiducioso sul destino dell’ex Acc «La fabbrica funziona, assurdo chiuderla» L’INTERVISTA
Francesco Saltini ul futuro della Wanbao Acc resto fiducioso. Non voglio credere alla chiusura di uno stabilimento che funziona, con anni di storia alle spalle e le sue alte professionalità». Il sindaco di Borgo Valbelluna, Stefano Cesa, guarda avanti. Sa che la situazione per lo stabilimento di Mel è delicata, ma confida ugualmente nel lavoro della diplomazia. Sindaco, tra un mese conosceremo il destino dell’ex Acc. Cosa può accadere da qui al 24 ottobre? «In un mese possono accadere tante cose, grazie anche all’azione diplomatica portata avanti da Governo e Regione. In questo tempo l’azienda potrà interrogarsi sulle prospettive che tale sito può realmente avere nel lungo e medio tempo e prendere la decisione che noi tutti ci auguriamo: andare avanti con gli in-
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vestimenti». Ma lei è convinto che la proprietà sia interessata a restare in Italia? «Wanbao era venuto in Italia per realizzare la sua piattaforma europea, pensata per servire i produttori di elettrodomestici nell’ambito della refrigerazione. Dico ciò, perché Wanbao è una delle poche realtà orientali che possa permettersi un simile presidio. Purtroppo non basta solo la posizione baricentrica, per realizzare un progetto servono idee e investimenti e purtroppo qualcosa non ha funzionato a dovere». C’è chi la pensa diversamente, ovvero che i cinesi fossero interessati soltanto ai clienti di Acc... «Sinceramente non riesco a pensare a una cosa del genere. Loro volevano conquistare una buona fetta del mercato europeo e questa piattaforma era strategica. Probabilmente hanno commesso degli errori di valutazione, che non hanno consentito loro di ottenere i risultati sperati». In molti, soprattutto tra i lavoratori, credono che la situazione sia compromes-
Stefano Cesa (a destra) assieme a Maurizio Castro, commissario straordinario dell’Acc
sa. «Capisco chi la pensa così, visto che arriviamo da 15 anni, se non di più, costellati di crisi aziendali che periodicamente scuotono i lavoratori. Ricordo i primi anni del mio mandato e le battaglie legate alle richieste, da parte dell’azienda, per una maggiore flessibilità e per l’aumento
dei turni. Obiettivo: produrre un maggior numero di compressori. Ora si è passati alla lotta per il mantenimento del lavoro. Non so se oggi la situazione sia peggiore rispetto a cinque anni fa, quando il rischio di chiusura era elevatissimo, posso dire che, stando ai numeri, il settore del freddo gode di buona sa-
lute a livello europeo. Capisco la preoccupazione di chi rischia di restare senza lavoro, ma le possibilità di trovare il bandolo della matassa ci sono». Abbiamo visto come sia difficile ricollocare i lavoratori che restano senza lavoro. In caso di chiusura, con altri 285 lavoratori a spas-
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so, per la Sinistra Piave si potrebbe parlare di vera e propria emergenza. «Sarebbe un dramma per tutta la provincia. Parliamo di 300 persone che si ritroverebbero senza lavoro, trecento famiglie in grave difficoltà. E a questo bisognerebbe aggiungere tutto l’indotto che ruota attorno a questa azienda». Chiudere l’Acc significherebbe perdere un altro elemento forte del settore manifatturiero bellunese... «Eh sì, per questo dico che è un peccato non essere riusciti in passato a riunire attorno al tavolo tutte le aziende bellunesi del settore del freddo. C’era la possibilità di creare, dall’Alpago al Feltrino, una sorta di distretto che avrebbe permesso alle aziende di operare in sinergia, mettendo insieme competenze e professionalità, laboratori e strumentazioni». Si parlava dell’importante azione diplomatica di Governo e Regione... «Bisogna dare merito a chi si sta impegnando per salvare il salvabile. Mi riferisco all’assessore regionale Elena Donazzan, da sempre al nostro fianco, e al ministro Federico D’Incà, che ha preso in mano la questione personalmente, con una serie di azioni di alta diplomazia. E non dimenticherei anche gli altri attori che si muovono nell’ombra. È grazie a tutti loro che possiamo ancora sperare in un futuro per lo stabilimento della Wanbao Acc». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
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SABATO 28 SETTEMBRE 2019 CORRIERE DELLE ALPI
CORTINA
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cortina: il convegno
Zaia: «Le partecipate? In Veneto sono sane ma hanno provato a farcele chiudere» Strenua la difesa del governatore: «Abbiamo dovuto ridurle ma Roma cerchi il malaffare nella gestione di certe Regioni» Alessandra Segafreddo CORTINA. Le società partecipa-
te degli Enti locali servono perché erogano servizi, ma vanno gestite in maniera cristallina, da professionisti seri; e serve una normativa chiara affinché le pubbliche amministrazioni possano continuare a garantire servizi ai cittadini. È quanto emerso ieri a Cortina dal convegno intitolato “Le società partecipate da Amministrazioni locali – problematiche attuali e prospettive future”, dedicato alla complessa disciplina dei rapporti che si instaurano tra enti e società partecipate. L’appuntamento era organizzato da Comune di Cortina, Ancrel Veneto, Camera di Commercio Treviso-Belluno Dolomiti, Unioncamere Veneto e Centro studi Bellunese, con il patrocinio della Regione Veneto, della Corte dei Conti, della Provincia di Belluno, dell’Ordine dei Commercialisti di Belluno, di Anci e Upi Veneto, del Bim Piave e dell’Università Mercatorum della Camere di Commercio italiane. Sul palco dell’Alexander Girardi, da mattina a sera, un susseguirsi di interventi sul tema. «Noi in Veneto abbiamo partecipate sane che danno servizi ai territori e a Roma si è cercato di farcele chiudere tutte»,
tà che andrebbero chiuse, ma anche Regioni. Per far fronte a gestioni scandalose si usa il residuo fiscale prodotto da territori virtuosi. Servono norme chiare: in primis dovrebbe essere un obbligo che nelle partecipate si debbano nominare professionisti che garantiscano la qualità, anche per evitare la coda di gente che chiede un posto. Le partecipate sono spesso state un cimitero di elefanti della politica, e questo ha danneggiato il sistema». Serve una legge chiara, come ribadiscono dalla Corte dei Conti. «La normativa è troppo lacunosa», ha sottolineato Gabriele Fava, componente del Consiglio di presidenza della Corte dei Conti, «ed è disorganica sulle partecipate. L’abuso passato che c’è stato dell’utilizzo delle società ha spinto il legislatore ad intervenire, ma è mancato un disegno coerente di lungo periodo». Il mondo delle partecipate è sotto accusa da anni, come ha ricordato il Prefetto di Belluno Francesco Esposito.
«Devono però produrre Quando servono solo a pagare degli stipendi allora vanno eliminate»
Un momento dell’intervento di Luca Zaia al convegno di Cortina
ha esordito il presidente della Regione, Luca Zaia, «è infatti passato l’adagio che, dove c’è una partecipata, ci sono malaffare e mala gestione: ma da noi non è così. Noi avevamo 19 società a partecipazione diretta e le abbiamo ridotte a 13 e 23 a partecipazione indiret-
ta e le abbiamo portate anch’esse a 13. Siamo partiti dal presupposto che le società devono avere un prodotto, se esistono solo per pagare stipendi si chiude. Serve però un percorso comune con lo Stato per poter gestire al meglio le partecipate. Non ci sono solo socie-
«Dagli anni’90», ha dichiarato, «c’è stato un proliferare di partecipate quasi incontrollato che ha determinato purtroppo anche alcune criticità. Talvolta infatti, gli enti hanno usato le partecipate in maniera distorta per aggirare i vincoli legislativi come il Patto di stabilità. Il legislatore ha quindi provato a porre rimedio e si è andati verso una riorganizzazione delle società. Il processo ora dovrà condurre ad avere un sistema di partecipazioni funzionale agli enti con flessibilità organizzativa. C’è già una proposta della Commissione antimafia che prevede la possibilità di verificare anche le partecipate, così come avviene per gli enti pubblici; e questo scongiura le infiltrazioni della criminalità che non qui, ma in Italia, ci sono state in varie società». – BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
serve al più presto la legge olimpica
Giochi 2026, a Verona il primo faccia a faccia con il neo ministro
Il governatore Zaia mentre ascolta uno degli interventi CORTINA. Ci sarà anche il neo ministro allo Sport Vincenzo Spadafora al prossimo incontro inerente le Olimpiadi Milano Cortina 2026, il 7 ottobre a Verona. Saranno presenti i presidenti di Veneto e Lombardia, Luca Zaia e Attilio Fontana, i sindaci di Cortina e Milano, Gianpietro Ghedina e Giuseppe Sala, il presidente del Coni Giovanni Malagò e i presidenti delle province di Trento e Bolzano Maurizio Fugatti e Arno Kompatscher. Sul tavolo numerosi argomenti: i principali l’individuazione dell’amministratore delegato del Comitato organizzatore dei Giochi e la legge olimpica che il Governo dovrà varare. All’incontro ci saranno anche i responsabili della società di “cacciatori di teste” scelta, che è la Spencer and Stuart, che ha il compito di individuare i nomi, minimo tre e massimo cinque, da sottoporre alla riunione per porre le basi per la scelta dell’Ad. «Siamo alla ricerca dell’amministratore delegato che guiderà il Comitato organizzatore dei Giochi», dichiara Zaia, «il “cacciatore di teste” è stato incaricato; chi ha ambizioni o vuole segnalare qualcuno lo segnali a Spencer and Stuart che sta raccogliendo i curricula; do-
gli altri interventi
Padrin: «Non dei poltronifici ma strumenti utili ai cittadini» Per la Pavanello (Anci Veneto) «la Corte dei Conti ci supporta ma noi non dobbiamo esitare nel prendere provvedimenti se vediamo cattive gestioni» CORTINA. Cortina sede di gran-
di dibattiti. «Qui non va dimenticata la centralità del Veneto e di Cortina che viene eletta come sede per parlare di un tema importantissimo con esponenti nazionali», ha
ricordato il governatore Zaia invitando il sindaco Gianpietro Ghedina a far sì che l'incontro che si è tenuto ieri all'Alexander Girardi sia il primo di un appuntamento annuale. «Per noi è un onore e un piacere ospitare questo convegno», ha detto Ghedina, «su un tema fondamentale. Noi avevamo due partecipate; chiusa la Gis, è rimasta la Servizi Ampezzo che svolge un
ruolo fondamentale per il Comune e la comunità. Cortina è al centro di tante attività, e diventa sempre più il fulcro nazionale non solo per gli eventi sportivi ma anche per i dibattiti su grandi temi». Sulle partecipate serve una legge chiara anche per Roberto Padrin, presidente della Provincia di Belluno. «Spesso le società sono state considerate dei poltronifici», ha ammesso, «ma da noi
Zaia con Angelo Buscema, presidente della Corte dei Conti
non è così, sono uno strumento importante per garantire servizi ai cittadini e per questo serve una stabilità nella norma». «La presenza della Corte dei Conti al convegno», ha aggiunto la presidente di Anci
Veneto, Maria Rosa Pavanello , «è un segnale importante, anche di grande attenzione e sensibilità, che testimonia la volontà di questa importante istituzione di accompagnare e supportare noi amministratori e non per forza punire
podiché la selezione dovrà essere seria. Standing internazionale, grandi relazioni, visione di processi industriali, esperienze in grandi strutture private e pubbliche sono la base del profilo. E ricordo che non avrà uno stipendio da grande amministratore delegato nel privato, perché noi non possiamo pagare molto. Per cui si va nella direzione di una persona che ci deve mettere impegno, deve crederci e deve amare questo mondo; una persona che deve guidare l’organizzazione fino al 2026». L’altro nodo da sciogliere il 7 ottobre è capire se sarà possibile approvare la legge olimpica, legge-quadro dell’evento, entro novembre come concordato con il Cio. Ad approvarla deve essere il Governo. Il neo ministro sarà a Verona e gli verranno chieste le tempistiche. È stato già concordato che la forma giuridica migliore per il Comitato organizzatore (Ocog) è quella della Fondazione di diritto privato: ci saranno poi il consiglio olimpico, che darà gli indirizzi; l’agenzia di progettazione, che si occuperà dei lavori; il Comitato organizzatore dei Giochi, che gestirà tutto il processo. — A.S. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
eventuali errori. Da parte nostra, però, non dobbiamo avere la paura di correggere con decisione le situazioni di cattiva gestione, anche a costo di scelte impopolari. La Regione qualche anno fa ha avviato uno studio approfondito delle proprie società partecipate con un preciso e dettagliato dossier voluto dal presidente Zaia che forniva il quadro su cui intervenire. Ecco, questo mi sembra un ottimo modus operandi. Nutro la speranza che la politica non entri nelle partecipate. Questo sarebbe un rischio ed un pericolo enorme che potrebbe inquinare e danneggiare non solo le nostre società virtuose, ma anche i cittadini». — A.S. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
BELLUNO
SABATO 28 SETTEMBRE 2019 CORRIERE DELLE ALPI
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un anno dopo l’uragano
Ricostruzione post Vaia: ancora 5 anni Il numero 1 di Veneto Strade, Silvano Vernizzi: «Concluse le procedure per affidare i lavori, i cantieri partiranno a giorni»
Francesco Dal Mas BELLUNO. Ancora cinque anni,
forse sei, per la ricostruzione dalla tempesta Vaia, di 11 mesi fa. Lo afferma l’ingegner Silvano Vernizzi, numero uno di Veneto Strade e soggetto attuatore per il ripristino della viabilità. Ci vorrà molto più tempo per la rigenerazione dei boschi – quelli, almeno, che si deciderà di re-impiantare –, ma il cronoprogramma della messa in sicurezza dei siti valanghivi, quindi delle strade e degli altri servizi dimostra quanto estesi siano stati i danni. Ma anticipando che sono state concluse con 4 giorni di anticipo tutte le procedure di affidamento dei lavori di Vaia affidate dal Commissario Delegato Luca Zaia a Veneto Strade per il 2019, Vernizzi prevede che ci saranno delle accelerazioni anche nella realizzazione delle opere. E assicura che queste non cementificheranno il territorio. «E che i versanti dolomitici non saranno tutti ingabbiati nelle rete di acciaio». La data della conclusione dei progetti era la fine di settembre. Voi siete arrivati con 4 giorni di anticipo. Ma la taske force di Villa Pat quali risultato vi ha dato? «Intanto mi lasci ringraziare questi ragazzi che sono già al lavoro per i prossimi impegni. Abbiamo progettato 169 interventi per un importo complessivo di 141 milioni di euro suddiviso in 81 gare di affidamento di lavori di ripristino stradale e di difesa delle valanghe dei centri abitati e 88 interventi di somma urgenza effettuati da inizio novembre 2018». Adesso inizierà ala lunga trafila per gli affidamenti. «No, perché entro la giornata di ieri abbiamo contrattualizzato gli interventi citati e quindi come richiesto dal Governo entro il termine perentorio del 30 settembre 2019». I lavori, dunque, quando partiranno? «A giorni. I cantieri rimarranno attivi anche nella stagione del maltempo, se le precipitazioni lo consentiranno. Solo motivi di sicurezza potranno frenarci». La sicurezza per i lavoratori delle imprese. «Per loro e per la sicurezza di chi abita o lavora sotto i siti valanghivi. Mi lasci aggiungere che Veneto Strade ha inoltre proceduto all’appalto di 22 interventi per conto di Soggetti Attuatori terzi come: la Forestale Est di Belluno, i Geni Civili di Treviso e Verona e la Direzione Boschiera di Venezia». Veneto strade lavora nel post Vaia da quando l’uragano era ancora in corso. «Siamo stati chiamati ad effettuare i lavori di somma urgenza, in collaborazione spesso con la Protezione civile. Con la somma urgenza abbiamo realizzato opere per circa 15 milioni di euro. Ben 160 per la precisione. Citavo prima i 141 milioni di appalti realizzati in 11 mesi; più di 72 milio-
ni per valanghe e frane, 65 circa per mettere in sicurezza la viabilità». Adesso quale è la scommessa? «Garantire la sicurezza dell’automobilista che transita per l’Agordina. Dei sassi sono caduti dai versanti ancora nei giorni scorsi. Abbiamo messo in cantiere 12 milioni di euro. Sono diversi i punti di quella strada dove intervenire. Non meno pesante è la viabilità in comune di Selva di Cadore, verso Alleghe». Quanto a frane sulle strade, da una settimana avete in corso il cantiere di Cibiana. «Due mesi di lavori. In questo come negli altri casi ci scusiamo per i disagi. Proprio adesso, purtroppo, inizieranno i lavori che richiederanno alle nostre genti un supplemento in più di pazienza per le numerose interruzioni del traffico. Ma sono sicuro che i bellunesi capiranno». Le valli dell’Agordino usciranno da questa campagna con i versanti retinati d’accia-
«Ora la scommessa sarà garantire la sicurezza sulla 203 dove cadono sassi» io? «Assolutamente no. Siamo d’accordo con i sindaci, e quindi con gli operatori turistici, per evitare ogni possibile impatto. Le protezioni dei versanti saranno studiate valle per valle, in modo che la messa in sicurezza non si trasformi in una devastazione in virtù dell’acciaio che installeremo. Considereremo i materiali da usare da sito in sito, privilegiando il legno». Purché non si ripeta lo scempio di molti anni fa tra Arabba e Livinallongo, con paravalanghe improponibili. «No, no. Tutto è stato organizzato ascoltando le comunità locali». Ci sono ancora tanti boschi da bonificare. Che cosa si aspetta? «Noi abbiamo la competenza sui siti valanghivi. Ci sono versanti dove i tronchi non verranno rimossi fino a che non saranno installate le protezioni. Le piante a terra hanno dimostrato, l’inverno scorso, di essere un valido sistema di protezione. Là dove possiamo togliere anticipatamente gli alberi, lo faremo. Ma prima dei progetti e dell’appalto dei lavori non potevamo muoverci». Siete riusciti a trovare tutte le imprese necessarie? «Sì, abbiamo fatto incetta soprattutto delle imprese della provincia di Belluno, che ora avranno lavoro per 5 o 6 anni. Tante gare, però, sono state vinte anche da ditte di tutta Italia, non dall’estero». Possiamo concludere che una volta partiti non vi fermerà nessuno? «Solo il maltempo potrebbe rallentarci». —
Qui sopra, una immagine del ripristino nel dopo Vaia al Mas di Sedico. A destra Silvano Vernizzi, ingegnere in forza a Veneto Strade
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REGIONE
SABATO 28 SETTEMBRE 2019 CORRIERE DELLE ALPI
Nella provincia-vetrina del Carroccio, i salviniani doc perdono terreno in favore dei fedelissimi del governatore
Treviso, Zaia riconquista l’armata leghista e ipoteca i posti chiave alle regionali 2020 IL RETROSCENA
eno male che è arrivato Zaia a mettere ordine, non se ne poteva più». Lo sfogo del veterano di mille battaglie, che pure Zaia boy non è, rende bene lo spirito della Lega trevigiana all’indomani del commissariamento. Gianangelo Bof è stato nominato dal segretario veneto Lorenzo Fontana (e dal direttorio che lo affianca, in cui siede il governatore) scompaginando previsioni e ambizioni. Soprattutto, per uno dei paradossi che solo la politica può offrire, è arrivata a certificare una mutazione del Carroccio della Marca tutta nel segno di Zaia e dei suoi, e non dell’apparato dei salviniani doc della prima ora.
«M
IL PESO DEL COMMISSARIO
E questo durerà per almeno un anno, un anno e mezzo, oltre le regionali dove già si sgomita (27 posti, con le nuove regole potrebbero far festa in 9 o 10). Con tutte le implicazioni del caso. «Si scrive Lega trevigiana, si legge Zaia-party», dico-
no i maligni. Provocazione, certo, ma con un elemento di verità: mai come ora gli uomini di partito, i sostenitori della Lega che viene prima di ogni personalità, non sono nei posti nevralgici del partito, e nemmeno nelle controllate e sulle poltrone “pesanti”. «E se il modello funziona, lo si può esportare», ammicca sornione un primo cittadino molto vicino al governatore. Ma è proprio l’entourage zaiano a smentire ogni tentazione di smarcamento. E se ci fosse un antico istinto bavarese?
L’EMERGENTE MARIO CONTE
DA MATTEO A LUCA
Nei posti chiave, adesso, si sono insediati gli esponenti di quel fronte degli amministratori che con l’apparato è entrato in conflitto (vedi il caso Serena a Villorba), o gli Zaia- boys clamorosamente esclusi un anno e mezzo fa alle politiche, dove lo stesso governatore riuscì forse a piazzare non più di uno o due candidati graditi; o ancora, sindaci ed ex, persino senza tessera ma di area, molto distanti dalle coordinate della struttura di partito.L’ex segretario OBUIJPOBM Toni Da Re è a Bruxellees, e Dimitri Coin, se-
Selfie leghista: il leader Matteo Salvini, il governatore veneto Luca Zaia e il commissario Lorenzo Fontana
convention a padova in ottobre
Ora Mirto lancia il Partito dei Veneti «Dal referendum nessun risultato» PADOVA. Giacomo Mirto, il
coordinatore del Partito dei Veneti annuncia la convention che si terrà al Palageox di
Padova sabato 19 ottobre,, e che segnerà la nascita del nuovo soggetto. All’evento, fa sapere Mirto, «hanno già aderito
8 sigle autonomiste e indipendentiste oltre a personalità della società civile, dal mondo imprenditoriale ed accademico». «A quasi due anni dal referendum autonomista», conclude «nessun risultato è stato ottenuto, è giunto il momento che i veneti si dotino di un partito in grado di difendere realmente i loro interessi». —
la sentenza della consulta sul fine vita
Moraglia condanna ogni suicidio assistito «Aperta la strada della morte a comando» L’omelia del Patriarca di Venezia «Il valore dell’esistenza non è problema della Chiesa o dei vescovi ma investe l’uomo la nostra società, l’intera civiltà» VENEZIA. «È stata aperta la strada alla morte a comando. Perché di questo si tratta, al di là del fatto di rispettare un determinato protocollo. La nostra società ha ridotto l’etica al rispettare determinate regole». Sono le parole, che non ammettono mediazione, adottate dal Patriarca Francesco Mo-
raglia nel commentare la recente, storica sentenza della Consulta sul fine vita. Una decisione che, seppure in attesa di un intervento legislativo, sancisce la non punibilità di chi agevola il suicidio in situazioni-limite in cui l’esistenza si è trasformata in agonia. Una decisione che ha incontrato la contrarietà della Chiesa, come dimostrato dall’omelia di Moraglia durante la messa all’Ospedale Fatebenefratelli di Venezia, in occasione dell’imminente festa di San Raffaele Arcangelo. «Questa
gretario provinciale fautore come nessun altro del “prima il partito” è parlamentare (oggi sposo) e siede nel cda di Ascopiave. Il commissariamento è stato un messaggio esplicito anche per alcuni veterani, come Luciano Dussin, segretario della più grande circoscrizione delle Marca, a Giampaolo Dozzo e all’altro Dussin, Guido. Lo storico leader Gianpaolo Gobbo è ora attivissimo in Fondazione Cassamarca, e resta un riferimento. Ma la scelta di Bof (amministratore di un piccolo comune), ribadisce, più ogni palmares politico o amministrativo - il marchio territoriale impresso al partito. Una filosofia molto cara a Zaia e ai suoi.
vicenda evidenzia tutta la fragilità della politica italiana», afferma Moraglia «i medici ora chiedono che sia un pubblico ufficiale a decidere chi deve morire. Ma gli stessi medici sarebbero chiamati a fare di tutto per guarire le malattie e accompagnare le persone in ogni momento». È quindi l’ottica cattolica dell’immutabilità terrena di quanto deciso da Dio, frutto dell’inesauribile “lotta” tra immanente e trascendente: «Si deve respingere la tentazione, indotta anche da muta-
menti legislativi, di usare la medicina per assecondare una possibile volontà di morte del malato, fornendo assistenza al suicidio o causandone direttamente la morte con l’eutanasia. La vita non è un fatto confessionale, non è un problema della Chiesa o dei vescovi; è un problema dell’uomo, della nostra società e civiltà. La preoccupazione, ora, è per l’inevitabile spinta culturale implicita che può derivare da tutto questo e può essere raccolta dalla nostra società, particolarmente dai ma-
Il Patriarca Francesco Moraglia
lati e dai parenti dei malati. Si va così verso una visione utilitaristica della vita». Si interroga il Patriarca: «La persona è ancora al centro? Oppure al centro di tutto si pone una volontà e una decisione fragile di una persona provata e lasciata sola? La strada che si seguirà ora sarà quella
Capoluogo e grandi centri? Niente da fare. Il vecchio apparato? Ha perso peso anche con la decadenza immediata del direttivo provinciale , dove i salviniani doc avevano la maggioranza. Sintomatico che il nuovo direttorio voluto da Bof veda i segretari di circoscrizioni affiancati ai sindaci. In lizza c’erano il segretario organizzativo uscente Bepi Paolin, ma anche Bepi Canova, uomo di punta del capoluogo, o l’emergente Pierpaolo Florian, profilo manageriale. Il governatore ha “parlato” a tutti. Sul piano politico, la figura emergente è Mario Conte: un anno e mezzo fa contava sul solo braccio destro Manera, ora ha truppe non solo nel capoluogo, e soprattutto la “benedizione” di Salvini, ratificata a Pontida. — Andrea Passerini
di enfatizzare e mettere in primo piano le sofferenze reali di persone che, certo, non possiamo dimenticare. Ma quanto ha investito il sistema sanitario nazionale sulle cure palliative e quanto ha investito per creare centri e reparti attrezzati per un degno accompagnamento e per questo tipo di patologie? ». Altro nodo, la non reversibilità delle malattie: «Facciamo attenzione quando parliamo di malattie inguaribili, perché si apre un ventaglio enorme di possibilità. Diventerà sempre più difficile dire di sì alla vita fragile». L’ultima battuta, il Patriarca la riserva all’obiezione di coscienza: «Stupisce che la Corte Costituzionale non l’abbia nemmeno menzionata. Perché non si dà spazio a questo diritto fondamentale dell’uomo? » . – Laura Berlinghieri
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Sabato 28 Settembre 2019 www.gazzettino.it
IL LOCALE La cultura sposa la buona tavola nel centro cittadino. Il Caffè Letterario Treccani di Padova, unico locale nel suo genere in Italia aperto da pochi mesi in via Umberto I vicino al ponte delle Torricelle, propone per l’autunno un ricco calendario di concerti, mostre e cene con noti volti della città. «Alla base della filosofia di questo nuovo bar-ristorante è il fooding – ha dichiarato ieri alla presentazione del cartellone il titolare Fabrizio Montellanico, romano ma ormai padovano d’adozione – sintesi di food e feeling, cibo e sentimento. Essendo responsabile dell’agenzia Treccani di Triveneto, Brescia e Mantova, che ha sede al primo piano dello stesso palazzo storico, ho deciso in accordo con la casa editrice di aprire qui perché la città del Santo rappresenta un polo culturale del Nord Italia. Il locale dispone di 35 posti a sedere con una decina di poltroncine per la lettura dei giornali e anche della nostra enciclopedia e un piccolo palco per incontri culturali». Il primo appuntamento in programma è la cena, aperta al pubblico e preparata dallo chef Pasquale Crocco, con il sindaco di Padova Sergio Giordani martedì alle 20.30 su prenotazione (35 euro bevande escluse); il prossimo vip a raccontarsi tra un piatto e l’altro sarà il rettore Rosario Rizzuto (5 novembre) a cui seguirà Moreno Morello, l’inviato di Striscia la Notizia (3 dicembre). Per le rassegne musicali del giovedì il direttore Alessandro Friso offre artisti di livello nazionale
Il Caffè di via Umberto I propone un ricco programma di cene, concerti e mostre
“Treccani”, il cibo sposa la cultura come il chitarrista e armonicista Marco Pandolfi (17 ottobre), Antonio Bertamini (31 ottobre), Gino Pirazzo (14 novembre), Gabriele Dodero (28 novembre) e il trio con lui alla batteria, Antonio Lombardi alla chitarra e Giulia Cocchiarella voce (12 dicembre). Passando al jazz il pianista padovano Giuliano Perin si esibirà al vibrafono (10 ottobre) seguito dagli SwingOut Set (24 ottobre, 21 novembre e 5 dicembre). Gran finale prenatalizio con un live jazz e blues (14 dicembre); tutte le serate sono su prenotazione con menù da 35 euro bevande escluse. Artisti in mostra in “Frammenti di chapeau”: da mercoledì 9 ottobre ogni 15 giorni un talento veneto esporrà le sue opere. Si parte con le creazioni minimaliste di Luca Pegoraro, continua Valentino Brugnotto con i colorati scorci padovani e chiude Alber-
`Primo appuntamento
con il sindaco Giordani e lo chef Crocco to Zampieri con i ritratti di personaggi e strumenti dello spettacolo. Giorgio Bellingardo dal 20 novembre mostrerà la sua arte del riciclo e infine il 4 dicembre esporrà l’economista votato alla pittura Marco Santori. Molte le presentazioni di volumi come “Il vento contro” di cui parlerà lo sciatore nautico cieco Daniele Cassioli. L’8 ottobre in collaborazione con Admo Padova l’attrice Renata Rebeschini leggerà le definizioni delle parole del dono come midollo, trapianto; l’11 ottobre l’imprenditrice digitale Cecilia Sardeo presenterà il testo “Insicure di successo”. Paolo Braghetto
ALTA PADOVANA 24 ore su 24: ARSEGO DI SAN GIORGIO DELLE PERTICHE - Alla Salute, via Roma 287, tel. 049 5742029; MASSANZAGO Pajetta dott. Mario, via Marconi 50, tel. 049 5797010; TAGGÍ DI SOTTO DI VILLAFRANCA PADOVANA - Comunale, via Ponterotto 46/50, tel. 049 9075088. `Aperte dalle 9 alle 22: CITTADELLA - ViaGaribaldi 29,tel. 049 5970600; PIONCA DI VIGONZA - Giacomazzi dott.Maurizio, viaMeucci 60,tel. 0498005333. `Aperte
Fiera del gusto
Caseus Veneti, oggi l’inaugurazione con il presidente Zaia Arriva Caseus Veneti. È in programma oggi e domani a Piazzola sul Brenta, nella splendida Villa Contarini di proprietà della Regione. E proprio il presidente del Veneto Luca Zaia non ha voluto mancare al taglio del nastro della quindicesima edizione. Si svolgerà alle 10,15 nella suggestiva sala delle Conchiglie. Un programma denso di iniziative. Tra queste, le caseificazioni in diretta, le “degustazioni al buio”, gli
abbinamenti vino-formaggio, le pizze con i Dop e i cooking show dove sette chef provenienti da diverse regioni reinterpreteranno le denominazioni venete. Ed ancora, lezioni di cucina con lo chef stellato italo-francese Michel Basaldella che presenta il suo nuovo concetto di “Riso alternative food” ricette di risotti con formaggi Dop del Veneto in collaborazione con l’istituto per l’enogastronomia Dieffe di Padova. Una fiera del
gusto che riunisce a Villa Contarini 115 tra produttori e casari, con 503 formaggi iscritti (erano 416 nel 2018), con 38 che verranno premiati. La due giorni è aperta gratuitamente al pubblico dalle 9 alle 19 con possibilità di acquistare i formaggi in concorso. In particolare nello spazio dedicato alle Forme di Solidarietà si sosterrà l’azione della Onlus Life Inside. M.C.
La vita invisibile di Eurídice Gusmão di Karim Aïnouz, 139’
PADOVA
CONSELVE
Nell’incipit, quasi l’ouverture di un melodramma musicale, si preannuncia la separazione delle due sorelle Gusmão. Eurídice e Guida si perdono nei boschi fuori città, si chiamano e non si trovano: di lì a poco si perderanno per sempre. Euridice, remissiva prima al padre padrone e poi al marito che non ama, condurrà la sua vita tra le mura domestiche; Guida, ribelle e sensuale, lascerà la casa paterna per un marinaio greco che, come vuole il luogo comune, ha una donna in ogni porto. Aïnouz sa governare la corrente emotiva senza sbavature tenendo un equilibrio esemplare tra le due vite. Melodramma da non perdere.
via Chiesa Nuova, 90 Tel. 049 8722711 «5 è IL NUMERO PERFETTO» di I.Tuveri : ore 21.00.
«DORA E LA CITTA’ PERDUTA» di J.Bobin : ore 15.15 - 16.15 - 17.25. «VIVERE» di F.Archibugi : ore 15.20 - 17.40 20.10 - 22.25. «C’ERA UNA VOLTA A HOLLYWOOD» di Q.Tarantino : ore 15.50 - 17.15 - 20.25 - 21.15 22.05. «MARTIN EDEN» di P.Marcello : ore 18.30 19.40. «BURNING â€Ì L’AMORE BRUCIA» di L.Chang-Dong : ore 19.00 - 22.15. «IT: CAPITOLO 2» di A.Muschietti : ore 21.45.
BASSA PADOVANA `Aperte 24 ore su 24: ESTE - Pedrazzoli,
via Cavour 17, tel. 0429 2578; PERNUMIA - Toniolo, via del Castello 12, tel. 0429 779330. `Aperta sabato e festivi: MONSELICE Ricciuti, via Garibaldi 108, tel. 0429 74400. `Aperte fino alle 21: PONSO - Ferrari, via Vittorio 36, tel. 0429 95039; VESCOVANA Rizzati, via Don Federico Dainese 8/A, tel. 0425 920008.
CAFFÈ La presentazione degli eventi autunnali
PORTELLO FUMETTI IN MOSTRA
MAFALDA SHOW DI AUTO SPORTIVE
“Fumetti in mostra” è il titolo dell’esposizione che si inaugura oggi alle 14, nella sede dell’associazione Fantalica, in via Gradenigo, al Portello. L’evento, realizzato nel contesto del festival Solidaria e in collaborazione col Centro servizio volontariato, è strutturato in due percorsi espositivi distinti. La mostra “Tre sogni” del fumettista Francesco Saresin, che propone piccoli esperimenti narrativi e formali attraverso diversi formati e tecniche, e la sezione “Adattare a fumetti”, che fa vedere tavole a fumetti realizzate dai partecipanti del laboratorio artistico di fumetto svolto dai soci di Fantalica, e tratte da racconti di autori come Edgar Allan Poe, Etgar Keret e Gianni Rodari. Sempre oggi, alle 18.30, nella sala teatro dell’associazione viene presentato il volume “Fuori dai margini”, (Ciesse edizioni): la prima antologia di autori vari uscita dai laboratori di scrittura creativa di “Lettera 22”, seguiti da tredici autori, quasi tutti esordienti, che si sono impegnati per declinare il tema dell’integrazione in forma di racconto.
“Mafalda Fashion Drink” in collaborazione con il team drift “Inversione A U”, dopo il successo della prima edizione, presenta il II Stance night, domani, dalle ore 18 alle 23, negli ampi parcheggi che circondano il Mafalda a Rubano (via Rossi). L’evento, gratuito, che prevede la partecipazione di circa 200 auto, storiche/younghtimer e moderne, tutte sportive, è sempre più richiesto dai giovani del territorio e dei Comuni vicini. Durante l’intera manifestazione sono assicurati musica e cibo.
«C’ERA UNA VOLTA A HOLLYWOOD» di Q.Tarantino : ore 21.30.
S. GIORGIO DELLE P.
PIOVE DI SACCO
Via Monte Grappa n. 2 CAP 35014 Tel. 049 5747073 «IL RE LEONE» di J.Favreau : ore 21.00.
VILLA FORTINI NOVECENTO A PONTEMANCO Oggi a Villa Fortini di Pontemanco di Due Carrare (ore 20,30) esibizione di Roberto Tombesi con le sue musiche per organetto alla mostra fotografica curata da Ida Fortini De Pirro dal titolo Novecento a Pontemanco (foto storiche tra fine ‘800 e prima metà del ‘900). Domani alle 17, Paolo Valandro (ricercatore storico) e Marco Salvo (bibliotecario) terranno una conferenza dal titolo “Dagli archivi comunali curiosità su Pontemanco dal 1880 alla prima metà del Novecento”.
Cinema&Recensioni
Martin Eden di Pietro Marcello, 129’ Da Oackland, dove avveniva l’azione del celebre romanzo di Jack London, a Napoli negli anni Sessanta. Martin, povero marinaio, viene accolto dalla famiglia borghese di Elena e se ne innamora. Per essere degno di lei “s’impara” e diventa scrittore. Da proletario con tendenze spenceriane di darwinismo sociale a ricco intellettuale insoddisfatto. Il riscatto sociale non paga. Rilettura intelligente e trasposizione con anacronismi voluti che offrono nuovi piani di interpretazione del testo di London. Luca Marinelli è un Martin Eden stralunato, arrabbiato e carico. A cura di Giuseppe Ghigi
`ESPERIA
`IL
LUX
via Cavallotti, 9 Tel. 049 715596 «I MIGLIORI ANNI DELLA NOSTRA VITA» di C.Lelouch : ore 17.30. «LA VITA INVISIBILE DI EURIDICE GUSMAO» di K.Ainouz : ore 19.15 - 21.45. `MULTISALA
PIO X MPX
Via Bonporti n. 22 Tel. 049 8774325 «SELFIE DI FAMIGLIA» di L.Azuelos : ore 20.15 - 22.15. «EFFETTO DOMINO» di A.Rossetto : ore 16.05 - 20.05 - 22.10. «SHAUN, VITA DA PECORA: FARMAGEDDON» di W.Becher : ore 16.10 - 18.15. «LOU VON SALOME’» di C.Kablitz-Post : ore 16.00 - 18.00 - 20.00. «ANTROPOCENE â€Ì L’EPOCA UMANA» di E.Pencier : ore 18.10 - 22.15. `MULTIASTRA
via T. Aspetti Tel. 199318009 «E POI C’E’ KATHERINE» di N.Ganatra : ore 15.30 - 17.50. «IL PIANETA IN MARE» di A.Segre : ore 15.30 - 20.00. «MIO FRATELLO RINCORRE I DINOSAURI» di S.Cipani : ore 15.45. «C’ERA UNA VOLTA A HOLLYWOOD» di Q.Tarantino : ore 17.20 - 20.30. «LA VITA INVISIBILE DI EURIDICE GUSMAO» di K.Ainouz : ore 17.25 - 20.15. `PORTO
ASTRA
via S. Maria Assunta, 20 Tel. 199318009 «IL RE LEONE» di J.Favreau : ore 14.40 17.05 - 19.30. «AD ASTRA» di J.Gray : ore 14.45 - 17.20 19.55 - 22.30. «YESTERDAY» di D.Boyle : ore 14.55 - 17.30 20.00 - 22.30. «ANGRY BIRDS 2 - NEMICI AMICI PER SEMPRE» di T.Orman : ore 15.00.
`REX
via S. Osvaldo, 2 Tel. 049 754116 «LA MAFIA NON E’ PIU’ QUELLA DI UNA VOLTA» di L.Volta : ore 19.00. «5 è IL NUMERO PERFETTO» di I.Tuveri : ore 21.15. `PICCOLO
TEATRO DON BOSCO
Via Asolo, 2 Tel. 0498827288 «MA COSA CI DICE IL CERVELLO» di R.Milani : ore 18.45 - 21.15.
ABANO TERME `MARCONI
via s. Pio X, 1 Tel. 049 8601661 «IL RE LEONE» di J.Favreau : ore 18.00. «THE RIDER» di C.Zhao : ore 21.00.
CAMPODARSEGO `AURORA
. 049 9200765 «MIO FRATELLO RINCORRE I DINOSAURI» di S.Cipani : ore 21.00.
CITTADELLA `MULTISALA
CINECENTRUM
Viale dell’Artigianato n. 4 Tel. 049 5973390 «IL RE LEONE» di J.Favreau : ore 15.00. «RAMBO: LAST BLOOD» di A.Grunberg : ore 17.30 - 19.45 - 22.00. «SHAUN, VITA DA PECORA: FARMAGEDDON» di W.Becher : ore 15.00 - 17.00. «C’ERA UNA VOLTA A HOLLYWOOD» di Q.Tarantino : ore 19.00 - 22.15.
`CINEMA
MARCONI
via Vittorio Emanuele II Tel. 049 9501065 «SHAUN, VITA DA PECORA: FARMAGEDDON» di W.Becher : ore 17.00 - 19.00. «C’ERA UNA VOLTA A HOLLYWOOD» di Q.Tarantino : ore 21.00.
DUE CARRARE `CINEPLEX
DREAM PARK
via A. De Curtis, 14 Tel. 049 9125999 «ANGRY BIRDS 2 - NEMICI AMICI PER SEMPRE» di T.Orman : ore 16.00. «AD ASTRA» di J.Gray : ore 16.00 - 18.00 20.25 - 22.50. «SHAUN, VITA DA PECORA: FARMAGEDDON» di W.Becher : ore 16.00 - 18.20. «DORA E LA CITTA’ PERDUTA» di J.Bobin : ore 16.10 - 18.15. «YESTERDAY» di D.Boyle : ore 16.15 - 18.20 20.30 - 22.40. «TUTTA UN’ALTRA VITA» di A.Pondi : ore 16.15 - 20.20 - 22.40. «VIVERE» di F.Archibugi : ore 16.20 - 18.30 20.40 - 22.30. «IL RE LEONE» di J.Favreau : ore 16.30 18.00 - 20.20 - 22.40. «C’ERA UNA VOLTA A HOLLYWOOD» di Q.Tarantino : ore 16.30 - 18.30 - 19.30 20.30 - 21.30 - 22.30. «RAMBO: LAST BLOOD» di A.Grunberg : ore 16.30 - 18.30 - 20.30 - 22.40. «IT: CAPITOLO 2» di A.Muschietti : ore 19.30 - 22.30.
ESTE `FARINELLI
via E. Zanchi 8 Tel. 0429 2173 «C’ERA UNA VOLTA A HOLLYWOOD» di Q.Tarantino : ore 21.00.
MONTAGNANA `BELLINI
via Berghetta 22 Tel. 0429 800700 «SHAUN, VITA DA PECORA: FARMAGEDDON» di W.Becher : ore 17.30.
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`MARCONI
via Gauslino, 7 Tel. 049 9700506 «MIO FRATELLO RINCORRE I DINOSAURI» di S.Cipani : ore 21.00. `POLITEAMA
via Cavour, 19 Tel. 049 9708356 «ANGRY BIRDS 2 - NEMICI AMICI PER SEMPRE» di T.Orman : ore 18.00. «C’ERA UNA VOLTA A HOLLYWOOD» di Q.Tarantino : ore 21.00.
LIMENA `THE
SPACE CINEMA CINECITY
via Breda, 15 15 Tel. 049 7663400 «SHAUN, VITA DA PECORA: FARMAGEDDON» di W.Becher : ore 15.20 - 15.50 - 16.20 18.40. «ANGRY BIRDS 2 - NEMICI AMICI PER SEMPRE» di T.Orman : ore 15.25 - 16.10. «IL RE LEONE» di J.Favreau : ore 15.30 17.45 - 18.40 - 00.40. «DORA E LA CITTA’ PERDUTA» di J.Bobin : ore 15.45 - 18.55. «YESTERDAY» di D.Boyle : ore 15.50 - 16.45 19.25 - 21.30 - 00.15. «VIVERE» di F.Archibugi : ore 16.20 - 18.15 21.40 - 00.20. «RAMBO: LAST BLOOD» di A.Grunberg : ore 16.30 - 19.00 - 21.30 - 22.10 - 00.05 - 00.35. «TUTTA UN’ALTRA VITA» di A.Pondi : ore 16.35 - 19.10 - 21.00 - 23.30 - 00.45. «AD ASTRA» di J.Gray : ore 16.50 - 19.40 21.30 - 22.30 - 00.25. «C’ERA UNA VOLTA A HOLLYWOOD» di Q.Tarantino : ore 17.00 - 17.30 - 18.00 - 18.35 - 20.30 - 21.00 - 21.30 - 22.05 - 23.55. «IT: CAPITOLO 2» di A.Muschietti : ore 18.20 - 21.05 - 23.20. «ATTACCO AL POTERE 3 - ANGEL HAS FALLEN» di R.Waugh : ore 20.30 - 22.00 00.20.
`CINEMA
TEATRO GIARDINO
VENEZIA MIRANO `CINEMA
TEATRO DI MIRANO
Via della Vittoria Tel. 041/430884 «C’ERA UNA VOLTA A HOLLYWOOD» di Q.Tarantino : ore 18.30 - 21.30. «DORA E LA CITTA’ PERDUTA» di J.Bobin : ore 16.30 - 17.30. «AD ASTRA» di J.Gray : ore 20.00 - 22.25. «YESTERDAY» di D.Boyle : ore 17.45 - 20.10 22.30.
TREVISO VICENZA TORRI DI QUARTESOLO `THE
SPACE CINEMA LE PIRAMIDI
via Brescia Tel. 0444268000 «TUTTA UN’ALTRA VITA» di A.Pondi : ore 14.40. «SHAUN, VITA DA PECORA: FARMAGEDDON» di W.Becher : ore 14.45 - 16.55. «ANGRY BIRDS 2 - NEMICI AMICI PER SEMPRE» di T.Orman : ore 14.50. «YESTERDAY» di D.Boyle : ore 15.00 - 17.45 20.30 - 23.55. «DORA E LA CITTA’ PERDUTA» di J.Bobin : ore 15.30 - 18.10. «VIVERE» di F.Archibugi : ore 15.30 - 18.50 22.20. «IL RE LEONE» di J.Favreau : ore 16.00 19.35. «C’ERA UNA VOLTA A HOLLYWOOD» di Q.Tarantino : ore 17.05 - 18.00 - 20.30 - 21.30 - 23.10. «AD ASTRA» di J.Gray : ore 20.40 - 23.30. «IT: CAPITOLO 2» di A.Muschietti : ore 21.30.
XV
Mestre
Sabato 28 Settembre 2019 www.gazzettino.it
Donne e lavoro, mal pagate e discriminate ECONOMIA MESTRE Sara si è laureata in let-
NUOVO VERTICE Il direttivo della Lega presentato ieri a Mestre. Al centro il commissario Andrea Tomaello
Referendum, Lega per il voto «Brugnaro? Ci sono differenze» Il commissario Tomaello presenta `Appello a recarsi comunque alle urne il direttivo esteso a tutta la provincia Frenata sul sostegno al sindaco uscente `
POLITICA MESTRE Al referendum sulla se-
parazione fra Mestre e Venezia la Lega inviterà tutti ad andare comunque a votare. Lo ha detto ieri al 9 Bistrot Andrea Tomaelli, nuovo commissario del direttorio di Venezia: «Anzi, da questo momento ci sarà per la Lega una sola casa, anzi una sola provincia che unirà Venezia con il Veneto orientale». L’anno scorso in questo territorio la Lega contava 2.500 iscritti, ma soltanto nell’ultimo weekend con la raccolta ai gazebo si sono registrate oltre 400 nuove adesioni. «Un dato confortante perché ci avvicina a Padova, Treviso e Vicenza – sottolinea Tomaello – che getta le basi per un movimento che può lavorare bene». Il direttorio, che conta per ora quattro persone, sarà presto al-
largato: lunedì a Marcon si terrà il primo incontro con tutti i segretari di sezione, i sindaci di Marcon, Musile, Spinea e Cona e gli altri undici sindaci eletti. Tomaello dice che ci sono due partite da giocare. Le elezioni a Venezia e negli altri Comuni e il referendum sulla separazione Mestre e Venezia. Su questi due punti il commissario è chiaro. «Il nostro obiettivo 2020 è avere una forte maggioranza della Lega nei comuni. Mi sono concentrato particolarmente su Vene-
«NESSUN ACCORDO PER LE COMUNALI SU ALCUNE COSE NON HA FATTO MALISSIMO, MA SI POTEVA FARE DI PIÙ»
zia perché era quella con più problemi, ma anche Portogruaro è importante. Il rapporto con il direttorio nazionale è molto stretto come lo è anche con Zaia, Marcato e Stefani. Ed ecco il parere sul referendum: «Chiederemo a tutti di andare comunque a votare. Ci siamo confrontati con gli iscritti e posso dire che molti voteranno sì, ma dobbiamo rispettare anche chi non la pensa così. Ma a differenza di Brugnaro, noi non politicizziamo il referendum sollecitando l’astensione. Ci piacerebbe entro fino ottobre organizzare un incontro in cui si confrontino i due comitati».
LA STOCCATA Poi una stoccata al sindaco: «Non c’è nessun accordo con Brugnaro, anzi ci sono differenze. Penso che su certe cose non ha fatto malissimo ma si poteva
fare molto di più. Avremo una posizione unica e faremo la nostra parte con lui o contro di lui. Sicurezza, commercio, turismo: pur non restando fermo, Brugnaro non ha fatto quello che avrebbe potuto e questo ha un suo peso. Comunque valuteremo dopo il primo dicembre. Se vincono i sì, forse dovremo esprimere due candidati». Assegnate anche le prime cariche: Alessio Zanchin, assessore a Santa Maria di Sala si occuperà dei giovani. Leonardo Righetto sarà coordinatore mentre Riccardo Brunello lavorerà con i segretari di sezione. Nel direttorio Fabiano Fattoretto per la Riviera del Brenta, Vittorino Maschietto vicesindaco di Musile, Gaetano Dori per Chioggia, Matia Cester reduce da due mandati in Veneto Orientale. Gian Nicola Pittalis © RIPRODUZIONE RISERVATA
Data e quesito, ora c’è l’ufficialità `Delibera della Regione:
confermato l’impegno a stanziare 700mila euro VERSO I SEGGI MESTRE Da ieri il referendum sul-
la separazione tra Venezia e Mestre ha tutti i crismi della formalità. È stata infatti pubblicata sul Bollettino ufficiale della Regione la delibera con cui la Giunta presieduta da Luca Zaia, su proposta del suo vice Gianluca Forcolin, ha indetto la consultazione per domenica 1° dicembre e ha approvato il quesito che sarà proposto ai votanti. Con lo stesso provvedimento è stato anche sancito l’impegno di Palazzo Balbi a sostenere la spesa che sarà rendicontata da Ca’ Farsetti: per ora la cifra non è stata indicata, ma al momento gli uffici regionali avrebbero preventivato un esborso di 700.000 euro, meno dunque del milione ipotizzato in questi giorni negli ambienti comunali.
IL CONTENUTO L’atto contenuto nel Bur svela
REFERENDUM Uno dei seggi allestiti nella consultazione di due anni fa
innanzi tutto la data in cui il governatore Zaia e i suoi assessori hanno approvato i passaggi tecnici necessari all’organizzazione del referendum, vale a dire lunedì 23 settembre, anche se la notizia è stata divulgata solo due giorni più tardi. Ad ogni modo la data cruciale è ovviamente quella del voto, appunto la prima domenica dicembre, quando i seggi saranno aperti «dalle ore
07.00 alle ore 23.00». La domanda che sarà posta «alla popolazione elettorale del Comune di Venezia» sarà esattamente questa: “È Lei favorevole alla suddivisione del Comune di Venezia nei due Comuni autonomi di Venezia e Mestre, come da progetto di legge di iniziativa popolare n. 8?”. Due, naturalmente, le caselle di risposta: “Sì” e “No”. Il quesito sarà scritto sulla
scheda, il cui modello verrà elaborato dalla Regione, attraverso la direzione Enti locali e Servizi elettorali guidata da Maurizio Gasparin, che ha già curato l’operazione referendaria del 2017 sull’autonomia del Veneto. In questo caso, però, sarà il Comune a gestire gli aspetti tecnici dell’organizzazione, a cominciare dalla stampa del materiale da distribuire ai seggi: si vocifera che sarà di colore giallo, ma allo stato non ci sono conferme. Certa è invece la puntualizzazione del Bur sul quorum: «La proposta sottoposta a referendum è approvata se ha partecipato alla votazione la maggioranza degli aventi diritto e se è stata raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi». Indubbio è pure il fatto che «le spese per lo svolgimento del referendum consultivo sono a carico della Regione», la quale rimborserà il Comune verosimilmente in due fasi, anticipo e saldo, contabilizzati in due annualità. Resta da capire l’importo, anche se sul Canal Grande si starebbero organizzando per trovare in bilancio circa 700.000 euro, più che un milione. A.Pe. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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tere e dopo aver tentato inutilmente di mettere a frutto i propri studi nel mercato del lavoro oggi lavora in un call center di una multinazionale, dove molte tra le sue colleghe si trovano nella medesima situazione. «E’ l’unico lavoro che ho trovato che mi garantisse un minimo di tutele – spiega Sara – Non è una bella situazione». Quella di Sara è una storia emblematica di una condizione lavorativa molto diffusa nel Veneto che ancora non riesce a valorizzare pienamente i propri talenti, specie se donne, se è vero che nel 2019 il 23% delle laureate assunte in Veneto si è dovuto adattare a fare la cameriera, la commessa o l’operaia. Di questo si è discusso ieri a Mestre all’auditorium della Città Metropolitana, in occasione dell’assemblea delle donne della Cgil Veneto, che è stata l’occasione per un confronto estremamente schietto sulla questione femminile in Veneto, che secondo la Cgil emerge più che nel resto d’Italia, malgrado le donne venete presentino un maggiore tasso di occupazione rispetto ad altre regioni ed il reddito medio sia superiore alla media del Paese. Cosa non funziona allora per le donne nel mercato del lavoro veneto? Anzitutto una differenza salariale molto elevata, il 35% in meno rispetto agli uomini a parità di mansione (frutto soprattutto di contratti penalizzanti e di più part time imposto) a cui, secondo i dati illustrati dalla Cgil regionale, si sommano una maggiore precarietà, ricattabilità e marginalità nel lavoro che spesso si riverberano negativamente sulla salute psico-fisica delle lavoratrici. In Veneto, nel settore privato, la percentuale di donne che percepisce una retribuzione oltre i 30.000 euro rappresenta solo il 10% dei dipendenti contro il 30% tra gli uomini e tra gennaio e giugno di quest’anno il 62,4% delle donne, volente o nolente, sono state assunte con un contratto part time mentre solo il 35% con un rapporto a tempo indeterminato e ciò nonostante le donne entrate nel mercato del lavoro siano mediamente più istruite dei maschi e possiedano un titolo di
studio più alto, con il 17,2 % di laureate contro il 7,5% degli uomini. Una condizione che alla lunga finisce per incidere negativamente anche sull’entità degli assegni pensionistici di cui godono le donne venete rispetto ai pensionati maschi, che percepiscono in media una pensione quasi doppia. Nel corso dell’assemblea diverse voci di delegate e sindacaliste hanno portato alla conoscenza di tutti l’esperienza concreta vissuta come donne lavoratrici, dalle molestie alla condizione salariale, dalle forme di discriminazione più sottili a quelle più esplicite, fino alla grande difficoltà nel conciliare il tempo del lavoro con quello della famiglia. «Nella nostra regione manca un sistema di servizi che, partendo dagli asili nido, dagli orari delle città, dalla assistenza agli anziani, consenta una conciliazione tra scelte lavorative e personali - spiega Tiziana Basso, segretaria regionale Cgil – per questo è necessario un cambiamento culturale profondo e l’assunzione di responsabilità delle istituzioni. Anche le imprese devono assumere la parità di genere come valore per la crescita e lo sviluppo». Paolo Guidone
UN CONVEGNO CGIL HA FATTO IL PUNTO SULLA QUESTIONE FEMMINILE. TANTE LAUREATE COSTRETTE AD UMILI IMPIEGHI
CONVEGNO Donne discriminate
Inps, da lunedì si prenota l’accesso per le pratiche SERVIZI PUBBLICI MESTRE All’Inps solo su preno-
tazione. Conclusa la sperimentazione della procedura nella sede di via Dante dell’istituto, a partire da lunedì prossimo, 1. ottobre, l’accesso agli sportelli di tutte le strutture della provincia di Venezia verrà regolato attraverso un sistema di prenotazione obbligatorio. Il nuovo servizio “PrenotaInps”, si legge in una nota dell’istituto, consentirà ai cittadini di prenotare non soltanto il giorno, ma anche l’orario per l’accesso allo sportello. In questo modo dovrebbero essere eliminati i tempi di attesa per l’utenza, come sperimentato
NUOVA PROCEDURA IN VIGORE SU TUTTO IL TERRITORIO PROVINCIALE PER ELIMINARE I TEMPI D’ATTESA
all’agenzia di Mestre, con conseguente risparmio di tempo per i cittadini. Per prenotare il servizio, si potrà utilizzare il telefono, l’app “Inps mobile”, oppure il sito internet dell’istituto cliccando sulla sezione “Sportelli di sede”. Per chi vorrà utilizzare il telefono, è attivo il contact center, raggiungibile attraverso il numero verde 803.164 (per chi chiama da telefono fisso), oppure attraverso il numero 06.164.164 (per chi chiama da cellulare). L’accesso su prenotazione riguarderà i servizi informativi tradizionali, erogati dagli sportelli di linea, quali i requisiti e le modalità di accesso alle prestazioni dell’Istituto, la verifica dello stato di una domanda di servizio in itinere, la gestione di eventi su prestazioni già in essere. L’accesso libero presso gli sportelli, senza prenotazione preventiva, verrà mantenuto solo per i servizi veloci e “a bassa complessità”, quali il rilascio del codice Pin per l’utilizzo dei servizi web, la consegna di documenti e la stampa della certificazione unica.
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Nordest
Sabato 28 Settembre 2019 www.gazzettino.it
La Consulta: «Sparare a orsi e lupi? Si può ma se c’è l’autonomia»
Fine vita, il Patriarca: «È la morte a comando»
Le motivazioni della Corte sull’ok alle leggi di Trento e Bolzano Il Veneto le aspettava per procedere ma il suo statuto è ordinario `
LA SENTENZA VENEZIA Un paio di settimane fa i due progetti di legge sui grandi carnivori presentati a Palazzo Ferro Fini erano stati accantonati. Seppur suscitando l’irritazione dell’alleato Sergio Berlato (Fratelli d’Italia), primo firmatario di una delle proposte, l’altro promotore Nicola Finco (Lega) aveva compattato maggioranza e opposizione nel rinvio dell’esame in commissione, in attesa di leggere per intero la sentenza con cui la Corte Costituzionale a metà luglio aveva respinto i ricorsi del Governo contro le norme varate dal Trentino e dall’Alto Adige sul contenimento di orsi e lupi, così da modulare iltesto secondoi princìpi fissati dalla Consulta. Ebbene, le motivazioni di quel verdetto sono state pubblicate ieri e rischiano però di deludere il centrodestra, dal momento che giustificano la legittimità dei provvedimenti con l’autonomia di Trento e Bolzano: quella cheil Veneto,com’è noto, non ha.
LE PROVINCE Come ricordano i giudici, le norme impugnate attribuiscono ai presidenti delle Province autonome di Trento e di Bolzano «la competenza ad autorizzare il prelievo, la cattura e l’uccisione dell’orso e del lupo, specie protette dalla normativa nazionale e sovranazionale, purché ciò avvenga a specifiche condizioni», cioè allo scopo di «dare attuazione alla normativa comunitaria in materia di conservazione degli habitat naturali e seminaturali e per proteggere la fauna e la flora selvatiche caratteristiche dell’alpicoltura e conservare i relativi habitat naturali, prevenire danni gravi, specificatamente alle colture, all’allevamento,ai boschi,al patrimonio ittico, alle acque ed alla proprietà, nell’interesse della sanità e della sicurezza pubblica o per altri motivi imperativi di rilevante interesse
pubblico, inclusi motivi di natura sociale o economica, o tali da comportare conseguenze positive di primaria importanza per l’ambiente». Le leggi del Trentino e dell’Alto Adige prevedono che i presidenti delle due Province autonome possano autorizzare la cattura e l’uccisione degli esemplari delle specie protette ursus arctos e canis lupus «previo parere dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) e sempre che non sussistano altre soluzioni valide e non venga messaa rischio la conservazione dellaspecie».
IL MINISTRO Nel fare ciò, però, secondo il Consiglio dei ministri (guidato da Giuseppe Conte, nel periodo gialloverde) i due enti «avrebbero ecceduto le rispettive competenze legislative statutarie e avrebbero invaso la sfera di competenza legislativa esclusiva dello Stato in materia di “tutela dell’ambiente, dell’ecosistema”, nell’esercizio della quale il legislatore nazionale ha attribuito il potere di deroga al Ministero dell’ambien-
te». Cioè al dicastero, tuttora retto da Sergio Costa (Movimento 5 Stelle), che non ha mai nascosto la sua contrarietà alle misure repressive nei confronti dei grandi carnivori e in particolare degli orsi, tanto da schierarsiapertamente a favoredel fuggiasco M49 (da lui non a caso ribattezzato “Papillon”) in occasione dei decreti di cattura emessi dai governatori Maurizio Fugatti e Arno Kompatscher.
IL VERDETTO
I GIUDICI Per la Corte Costituzionale, invece, il potere di Trento e Bolzano nel dare attuazione alla direttiva “Habitat” trova legittimazione nei rispettivi statuti speciali. «Nel loro insieme – scrivono i giudici – le competenze statutarie delle Province autonome assicurano la complessiva tutela del particolare ecosistema provinciale e, in considerazione delle particolari caratteristiche dell’habitat alpino, giustificano l’attribuzione della competenza all’esercizio della deroga all’autonomia provinciale, prevedendo un sostanziale bilanciamento, legittimamente ri-
M49 Un’immagine dell’orso in fuga, scattata da una fototrappola
messo dalle leggi provinciali impugnate ai Presidenti delle Province autonome, quali organi idonei alla valutazione della dimensione anche localistica degli interessi coinvolti». Di questi paletti il centrode-
stra veneto dovrà tener conto, nel riprendere in mano i propri progetti, ben consapevole che per ora l’autonomia regionaleè soloun sogno. AngelaPederiva
mondo, si celebrerà “l’Ora della Terra”, cioè l’evento che spinge a interrogarci sul nostro futuro e su quello del nostro pianeta». L’ordinanza riprende la mozione proposta dalla consigliera Bressan, approvata in consiglio comunale nei giorni scorsi. «Così - ha concluso ieri il sindaco Sboarina - diamo una risposta concreta ai ragazzi che proprio oggi sfilavano per la città». Massimo Rossignati © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Anche Verona si libera della plastica: solo piatti e posate biodegradabili di Confesercenti Verona Paolo Bissoli ed i consiglieri Paola Bressan e Roberto Simeoni hanno presentato l’ordinanza, firmata dal primo cittadino e che entrerà in vigore dal 28 marzo 2020, imponendo l’utilizzo di posate, piatti, cannucce e ogni altro tipo di contenitori per alimenti e bevande in materiale biodegradabile e compostabile in tutta la città. Ad essere coinvolti nell’impegno di sostenibilità saranno tutte le attività commerciali e artigianali del
settore alimentare, gli esercizi che somministrano bevande e alimenti, ma anche gli organizzatori di sagre, eventi e degustazioni realizzate su suolo pubblico. Una scelta “plastic free” che nel Veronese è già stata fatta alcuni mesi fa dal Comune di Bardolino, sul Lago di Garda. «La scelta di far entrare in vigore l’ordinanza il 28 marzo prossimo - ha detto l’assessore Segala - ha anche un importante valore simbolico. Quello infatti è il giorno in cui, in tutto il
I MEDICI Il Patriarca ha rimarcato la posizione presa dai medici, i quali «ora chiedono che sia un altro a decidere chi deve morire, che sia un pubblico ufficiale a dirlo», riconoscendo così che i medici sono, invece, «chiamati a far di tutto per guarire le malattie ed accompagnare le persone in ogni momento». Per Moraglia «la vita non è un fatto confessionale, non è un problema della Chiesa o dei Vescovi; è un problema dell’uomo, della nostra società e civiltà. La preoccupazione, ora, è per l’inevitabile spinta culturale implicita che può derivarne e può essere raccolta dalla nostra società, particolarmente dai malati e dai parenti dei malati. Si va così - ha concluso - verso una visione utilitaristica della vita».
©RIPRODUZIONERISERVATA
L’ordinanza del sindaco
VERONA Nel giorno di Greta Verona lancia la sua sfida “plastic free”. Proprio mentre in città sfilava il corteo degli studenti che, come in tutto il mondo, ieri hanno “scioperato dalla scuola per il clima” sullo stile della 16enne svedese Greta Thumberg, dall’amministrazione comunale scaligera arrivava una presa di posizione nettamente ambientalista: il sindaco Federico Sboarina, gli assessori all’ambiente Ilaria Segala e al commercio Nicolò Zavarise, il presidente
VENEZIA «Si è riconosciuta la possibilità di ricorrere a quella che, alla fine, è una morte a comando poiché di questo si tratta, al di là del fatto di rispettare un determinato protocollo». Lo ha detto il Patriarca di Venezia Francesco Moraglia, commentando la sentenza della Corte Costituzionale sul fine vita. Nel sottolineare che la decisione dei giudici evidenzia tutta «la fragilità della politica italiana», Moraglia ha rilevato che «la nostra società ha ridotto l’etica a questo: rispettare determinate regole».
Società partecipate, i paletti di Zaia «Se non rendono, bisogna chiuderle» IL DIBATTITO CORTINA D’AMPEZZO (BELLUNO) Le società partecipate vanno conservate e valorizzate se rendono, altrimenti è giusto chiuderle. Luca Zaia è stato categorico, nel suo intervento al ponderoso convegno “Le società partecipate da amministrazioni locali – problematiche attuali e prospettive future”, che ha richiamato a Cortina d’Ampezzo relatori di rilievo, introdotti dalla presentazione di Angelo Buscema, presidente della Corte dei conti.
IL GOVERNATORE A lui si è rivolto il governatore del Veneto, nel suo saluto: «Bentornato nella nostra regione. Sa che qui le porte sono sempre aperte, perché abbiamo un bel ricordo di lei, quando operò a Venezia». Sul tema del convegno, Zaia ha incalzato: «Noi abbiamo nel Veneto società partecipate sane, che danno servizi al territorio, ma il legislatore ha tentato, in tutte le maniere, di
farcele chiudere tutte. Chi fa le leggi, spesso è schizofrenico. Mi metto nei panni di chi ha buone società partecipate e vuole fare le cose per bene, ma si rende conto che a Roma, quando fanno le leggi, fanno qualcosa che non funziona. In Italia è passata la leggenda metropolitana che dove c’è una società partecipata pubblica, c’è malaffare: qui non funziona così. Noi avevamo 19 società a partecipazione diretta, oggi ne abbiamo 13; ne avevamo 23 a partecipazione indiretta, oggi sono 13. Abbiamo fatto una bella pulizia». Ha poi spiegato: «La partecipata deve fare produzione; se paga soltanto gli stipendi deve chiudere: abbiamo
usato questa regola». Zaia ha poi proposto un confronto con altre parti della Penisola: «Se vado a vedere le relazioni delle parifiche di bilancio, vedo che non si dovrebbero chiudere soltanto le partecipate, in certe zone d’Italia, ma le stesse Regioni. È scandaloso quanto accade, con soldi nostri. Ci sono Regioni che non producono e usano il nostro residuo fiscale». Zaia ha concluso: «Sì alle partecipate, ma che ci facciano vedere i bilanci, che facciano produzione, altrimenti vanno chiuse. Io dico no ai cimiteri degli elefanti, per trovare un posto ai politici di ritorno. Invece bisognerebbe nominare professionisti».
CONVEGNO A CORTINA CON I MAGISTRATI DELLA CORTE DEI CONTI PAVANELLO (ANCI): «LA POLITICA NON ENTRI NELLE REALTÀ VIRTUOSE»
I GRANDI EVENTI Il sindaco ampezzano Gianpietro Ghedina ha salutato gli intervenuti sottolineando la crescente attenzione per Cortina: «In vista dei Mondiali di sci 2021 e delle Olimpiadi invernali 2026 questo paese non è più soltanto un centro sportivo di prim’ordi-
ne, ma sta diventando un vero e proprio osservatorio, per tutta l’Italia». Maria Rosa Pavanello, presidente di Anci Veneto, ha chiuso così il suo intervento: «Le società partecipate sono un mondo complesso ed articolato, che tocca da vicino le comunità, perché erogano, in alcuni casi, servizi essenziali. In Veneto le partecipate, nella stragrande maggioranza, sono realtà virtuose e talvolta rappresentano veri propri gioielli di innovazione e gestione. L’attenzione, però, deve rimanere alta soprattutto perché questo universo è in una fase di profonda trasformazione». La presidente Pavanello ha aggiunto: «Nutro la speranza che la politica non entri nelle società partecipate. Sarebbe un rischio ed un pericolo enorme, che potrebbe inquinare e danneggiare non solo le nostre società virtuose, ma anche i cittadini».
I CONTROLLI Francesco Esposito, prefetto di Belluno, ha ammonito: «Le
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IL SINDACO L’intervento di Gianpietro Ghedina a Cortina (FACEBOOK)
società partecipate sono sotto osservazione da tempo, dalla proliferazione degli anni Novanta, quasi incontrollata, che ha determinato alcune criticità. Nate dall’esigenza di dare risposte migliori alle comunità, hanno operato talora in ambiti non coerenti con i fini degli enti che le istituivano, in maniera distorta, per aggirare le norme. Nelle prospettive future, dovrà esserci un sistema funzionale, per società partecipate flessibili, che raggiungano obiettivi precisi, in
determinati settori. Nei controlli, da parte delle prefetture, spesso si sono trovati nelle partecipate i presupposti per lo scioglimento delle amministrazioni, quando hanno aperto le porte a infiltrazioni o condizionamenti. Sovente proprio le partecipate gestiscono attività esposte a questi rischi, come accade ad esempio nel ciclo di trattamento dei rifiuti». Marco Dibona © RIPRODUZIONE RISERVATA
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SABATO 28 SETTEMBRE 2019 IL MATTINO
PADOVA
PadovaVia N. Tommaseo, 65/b Centralino049/80.83.411 Fax 049/80.70.067 Abbonamenti 800.860.356 Pubblicità 049/82.85.611
Giordani dopo la doccia fredda Rfi: «Nell’ultimo anno e mezzo con il governo giallo-verde qualcuno ha remato contro, ma non ci siamo fermati»
«Sviluppo ferroviario, soluzione entro l’anno Su Tav, Interporto e stazione partita aperta» L’INTERVISTA
«E
ntro l’anno, e insieme a tutto il sistema Padova, la partita dello sviluppo ferroviario sarà definita». Seduto al tavolo del suo studio a Palazzo Moroni, Sergio Giordani si dice sicuro. Scosta le tende e si affaccia: «Guardi, questa è Padova». Palazzo Bo si sta preparando per la Notte della ricerca e da via VIII Febbraio si alzano ancora le voci dei ragazzi che hanno sfilato per il clima. «Siamo poco orgogliosi di questa città». Sono state giornate di confronto intenso per il sindaco. Dopo la doccia fredda alle ambizioni di sviluppo per voce dell’amministratore delegato di Rete ferroviaria italiana Maurizio Gentile, però, Giordani non vede un territorio all’angolo. Anzi. Sindaco, cosa c’entra l’orgoglio? «In molti guardano a Padova come modello. E noi diciamo che Padova non è considerata: non è affatto così. E ci sono i fatti a dimostrarlo». La partita su alta velocità, riqualificazione della stazione e raddoppio del binario Interporto sembra dire il contrario... «Tram, bando periferie, bando impianti sportivi e ora, grazie anche alla Regione, nuovo ospedale. Vogliamo parlarne?». Focalizziamoci sullo sviluppo ferroviario. «Difendere sempre Padova e battersi per i suoi interessi lasciando perdere gli schiarimenti politici: a questa dottrina non sono mai venuto meno e anche nell’ultimo anno e mezzo non ho mai smesso di incalzare i più importanti interlocutori nazionali anche se devo ammettere che con il governo giallo-verde l’interlocuzione con i sindaci e con i territori a tratti è stata proibitiva o del tutto assente. Lasciando da parte Luca Zaia, con cui il discorso è diverso, devo dire che la Lega che sta a Roma per Padova non ha fatto nulla. Anzi ha lavorato per mettere i bastoni tra le ruote parlando male della città: al di là di un video sui social il nulla e anzi bastoni tra le ruote per motivi politici da ministro e sottosegretari. Poco male, non ci siamo certo fatti intimidire». Il risultato finale, però, è che il territorio non è certo in cima ai pensieri di Rfi. «Quello che posso dire è che in meno di un mese conto di vedere l’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato Gianfranco Battisti e il ministro delle Infrastrutture e dei
Un treno in arrivo alla stazione di Padova. Sotto il sindaco Sergio Giordani che assicura la definizione di una “cura” del ferro entro l’anno
trasporti Paola De Micheli che stimo e con cui c’è un ottimo rapporto. A loro dirò una cosa molto semplice: disponibile alla massima collaborazione, ma Padova è la capitale economica del Veneto quindi non accetteremo di essere trascurati e vogliamo vedere investi-
menti reali che la città merita e non possono essere dilazionati». Nel piano commerciale di Rfi non c’è nulla per Padova e nell’accordo di programma con Interporto non ci sono impegni per il raddoppio della linea merci.
Incontri «In meno di un mese vedrò l’a.d. di Ferrovie Battisti e il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Paola De Micheli»
Il piano «L’ingegner Gentile sa benissimo che il raddoppio serve Rete ferroviaria farà la sua parte Nessuno può cadere dalle nuvole»
«L’ingegner Gentile sa benissimo (il riferimento è al raddoppio del binario, OES) che quell’opera serve alla città ben al di là dei protocolli che pure non la escludevano. Parliamo di ordinaria amministrazione per mettere in sicurezza un sistema che oggi con un solo binario è passibile di alcuni problemi ma che cuba comunque 5.500 treni merci all’anno. Cosa capita se ci fosse uno svio? Blocchiamo tutto con danni enormi? Il doppio binario è necessario, perché così potremo anche fare le opere di mitigazione per i cittadini quali le barriere insonorizzanti e sviluppare importanti progettualità di trasporto persone oltre che merci». Quella prima intesa a cui si riferisce è del 1998. Nei successivi accordi sparisce e Verona, intanto, ha siglato un’intesa da 60 milioni per ampliare il suo terminal. «A Padova 21 milioni per ammodernare le infrastrutture ferroviarie logistiche e renderle conformi alle normative europee li abbiamo già spesi noi negli anni con i soldi della comunità economica padovana, ora Rfi deve fare la sua par-
te e sarei davvero sorpreso del contrario. Nessuno può cascare dalle nuvole». Al massimo si parla di “valutare” l’opportunità... «Il raddoppio del binario è già realizzato per metà, vedrete sarà completata anche se non prevista dall’accordo di programma». Sulla nuova stazione, chiusa la porta su San Lazzaro, si è a un punto morto? «Parliamo di una grande opportunità per tutta la città ma in particolare un passo concreto di definitiva rigenerazione per l’area che va dall’Arcella a piazza Mazzini, al Pp1. C’è un progetto marchiato Rfi ecco perché non ho mai smesso di crederci e lavorarci. Questi investimenti sono legati allo sblocco definitivo dei cantieri dell’alta velocità. Sono assolutamente convinto che l’investimento sia fattibile, strategico e incontri l’interesse di Fs unito a quello della città. Sarà certamente uno dei temi importanti del confronto che avrò a breve con Battisti». L’ottimismo non le manca. «Sono convinto di quello che dico, la soluzione sarà trovata entro l’anno». E per quanto riguarda l’alta velocità da Vicenza a Padova? «La cosa è finalmente ripartita, i sindaci del territorio interessati devono subito confrontarsi e produrre sinergie per togliere alibi alle lungaggini burocratiche. Sentirò il sindaco di Vicenza e nelle prossime settimane credo sia utile avviare un tavolo comune con tutti i Comuni che saranno attraversati per velocizzare le progettualità in capo a Rfi e in piena collaborazione con il Ministero. E conseguentemente sarà definita anche l’accessibilità da ovest a est delle merci su rotaia». Torna la gronda sud? «Troppo costosa e poi c’è la contrarietà di tre Comuni. La soluzione sarà diversa». Questo clima di sintonia istituzionale padovana non finisce per essere un feticcio che consegna il territorio all’immobilismo? «Non lo penso affatto. Io per far crescere il territorio o far risparmiare i padovani sono disposto a litigare». Da più parti – dalla Camera di commercio ai presidenti di Provincia e Interporto – è emersa la necessità di fare pressione in modo compatto tra enti. Condivide? «Padova sa muoversi insieme e portare a casa risultati. Sullo sviluppo ferroviario suggerirò un momento di confronto con enti e categorie: l’obiettivo è alla portata». — Matteo Marian
CITTADELLA - CAMPOSAMPIERO
SABATO 28 SETTEMBRE 2019 IL MATTINO
abitava a busa di vigonza
Cammino di Santiago fatale a un 77enne Muore nel sonno La moglie al mattino l’ha trovato esanime nel letto Luciano Piran era uno sportivo e appassionato marciatore
Giusy Andreoli VIGONZA. Era partito il 17 settembre con la moglie per realizzare un desiderio accarezzato da tempo: fare il cammino di Santiago, una delle mete di pellegrinaggio più frequentate al mondo. Ma Luciano Piran, 77 anni, non ce l’ha fatta a raggiungere la cattedrale di Santiago di Compostela dove, secondo la tradizione cristiana, sono conservate le spoglie mortali dell’apostolo Giacomo il Maggiore. Piran è morto ieri mattina a Sarria, in Spagna, a un centinaio di chilometri dalla meta. A trovarlo privo di vita la moglie 66enne Carla De Mori, che si era alzata prima. Quando alle 6. 30 è andata a chiamarlo perché dovevano prepararsi per proseguire il percorso lo ha trovato già freddo. La moglie ha subito chia-
Luciano Piran, 77 anni, in una foto di qualche giorno fa in Spagna
mato i soccorsi, ma non c’è stato niente da fare. La salma di Piran è stata accolta nell’ospedale di Sarria in attesa dell’autopsia per chiarire le cause del decesso, forse un arresto cardiaco. Una morte inspiegabile, quella di Piran. Non se ne fa una ragione la moglie Carla, che si è ritrovata sola, in un paese estero e con un dolore terribile da sopportare. E con tutte le pratiche burocratiche da evadere per il rientro in Italia. Sono stati subito avvisati i figli e i nipoti, increduli alla notizia. A 77 anni Luciano Piran era una persona atletica e sportiva, abituato alle camminate in montagna, entusiasta e mai stanco. Non soffriva di alcuna patologia né aveva manifestato alcun malessere. La sera prima aveva cenato regolarmente e si era sentito per telefono con alcuni parenti. Grande il cordoglio a Busa, dove Piran abitava e dove in tanti lo conoscono. «Persona splendida», lo ricordano commossi i nipoti Aldo e Barbara. Addetto commerciale della Esso in pensione, Piran era preciso e sapeva organizzarsi al meglio. Insieme alla moglie aveva programmato il pellegrinaggio studiando tutte le tappe, scegliendo gli alberghi dove pernottare, facendo anche l’assicurazione. Sarebbe stato un viaggio lungo, la coppia sarebbe dovuta rientrare il 7 ottobre. Della morte di Piran è stato avvisato anche padre Carlos, il parroco di Busa. Con tutta probabilità Piran verrà cremato e le ceneri rientreranno in patria mercoledì 2 ottobre. —
campodarsego
In auto contro un tir ferito un giornalista Traffico in tilt sulla 308 CAMPODARSEGO. Terribile schianto fra un’auto e un tir ieri mattina sulla Sr 308 del Santo, ferito Daniele Rea, cinquantaduenne, trevigiano ma residente a Venezia e giornalista nella redazione padovana del Corriere del Veneto: è ricoverato in terapia intensiva, la prognosi è riservata. Sotto sequestro i due mezzi. L’incidente è accaduto alle 11.30 nel territorio di Campodarsego. L’uomo, al volante di un’Opel Mokka, stava percorrendo la 308 da Padova a Castelfranco quando si è scontrato frontalmente con un tir della Lando Ipermercati. L’impatto è stato violentissimo e l’Opel è carambolata terminando la corsa capovolta nel fossato imprigionando il conducente nell’abitacolo. I primi a tentare di soccorrerlo sono stati gli automobilisti in transito. Qualcuno è pure sceso nel fosso trovando il cinquantaduenne privo di conoscenza. In pochi minuti sono arrivati un’ambulanza e l’elisoccorso del Suem 118, i vigili del fuoco e la polizia locale della Federazione del Camposampierese. Il ferito è stato estratto dall’auto e portato in ambulanza per essere stabilizzato
prima dell’elitrasporto all’ospedale di Padova. Dov’è stato accolto in Terapia intensiva. La cellula dell’auto, un piccolo suv, ha resistito all’impatto tanto che il giornalista non è in pericolo di vita: lamenta alcune fratture. In stato di choc il camionista, B.D., 56 anni, di Stra, dipendente della Lando. Nella drammaticità del fatto si è vissuto un momento di tensione quando i soccorritori hanno notato nella Opel un seggiolino. Si è temuto che ci fosse dentro un bambino. Il veicolo è stato sollevato dai mezzi dei pompieri per una verifica, fortunatamente senza esito. Tre le pattuglie del Camposampierese impegnate: due per la viabilità esterna (la tangenziale è stata chiusa al traffico, deviato sulla viabilità locale), la terza ha effettuato i rilievi e sottoposto il camionista ai test alcolemici e tossicologici, risultati negativi. La 308 è rimasta chiusa per oltre un’ora con i prevedibili disagi. Alle 13 è stata riaperta su una sola corsia, da Padova verso Castelfranco, in attesa che arrivasse un mezzo a portare via il tir danneggiato. — G.A.
trebaseleghe
vigonza
lettera del presidente bui
Vivevano nel degrado Soccorsi madre e figlio
Due tendopoli abusive sgomberate dai vigili
«Zaia, non chiudere il ponte di Perarolo»
TREBASELEGHE. Si è risolta con
VIGONZA. Blitz della polizia lo-
CURTAROLO. Emergenza pon-
l’intervento congiunto di carabinieri, Usl e Comune una situazione di degrado in cui si dibattono da tempo madre e figlio che vivono soli in un’abitazione diventata precaria dal punto di vista igienico e sanitario. Ieri pomeriggio i due, lei di 71 anni e lui di 48, sono stati prelevati e portati in ambulanza rispettivamente all’ospedale di Cittadella e a quello di Camposampiero. Una soluzione temporanea, ma è indubbio che madre e figlio abbiano bisogno di essere sistemati in una residenza protet-
ta. Anche se in passato pare non abbiano accettato le offerte di aiuto e sostegno che giungevano dagli enti preposti. Dal punto di vista sociale la situazione rientrerebbe nelle competenze dell’Usl in virtù delle deleghe che le sono affidate dalle municipalità dell’ex Usl 15. Ieri c’è stato anche l’intervento del sindaco Antonella Zoggia, accompagnata dai responsabili dell’ufficio tecnico comunale, per le necessarie operazioni di bonifica dell’immobile e assistenza alla famiglia. — G. A.
doppio centenario
cale ieri alle 7 sull’argine del Brenta, trovate due tendopoli abusive, identificati e sanzionati con 100 euro a testa per violazione del regolamento di polizia urbana i quattro cittadini dell’Est Europa che vi stazionavano. Il controllo è scattato a seguito di un monitoraggio delle sponde arginali. Gli agenti hanno trovato due distinti accampamenti, uno lato San Vito, l’altro lato Perarolo. Gli spazi arginali erano stati anche “arredati” con sedie e bancali che fungevano da tavolo da pranzo su
cui gli agenti hanno trovato ortaggi e bottiglie d’acqua. La sera gli abusivi accendevano anche un fuoco, c’erano le tracce. In tutto sono state smantellate 4 tende a Perarolo, 5 a San Vito. Sul posto è stata fatta intervenire Etra per la pulizia. «Da aprile 2018 le tende erano sparite» dice l’assessore alla Sicurezza Rosario Agricola «in questo periodo, grazie anche alle segnalazioni che ci sono pervenute, abbiamo tenuto sotto controllo i luoghi, intervenendo prima del loro insediamento». — G. A.
te di Curtarolo, il presidente della Provincia Fabio Bui scrive al governatore Luca Zaia: «Non possiamo permetterci un’ordinanza di chiusura, sarebbe un disastro per l’economia locale e per l’intera rete viaria del nord padovano. Fino al 2017 la gestione dell’opera era di competenza di Veneto Strade che ha ignorato lo stato di conservazione del manufatto. Con la limitazione del traffico in atto, sia gli amministratori locali che le categorie produttive coinvolte, hanno calcolato danni per
9 milioni di euro: sarebbero bastati a costruire due ponti». Bui chiede a Zaia di collaborare anche per riclassificare la Sp 47 Valsugana perché passi alla competenza statale e quindi ad Anas: «Ciò favorirebbe», argomenta, «la possibilità per la Provincia di realizzare gli interventi richiesti dai sindaci che lamentano la necessità di opere che mitighino i disagi creati dall’attraversamento di una via fondamentale per il traffico internazionale». La lettera è stata inviata anche al Prefetto. — S. B.
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Festa per Maria e Amabile sono le nonne dell’Alta
q u a l i t à g a r a n t i t a d a 4 0 a n n i d i e s p e r i e n z a n e l s e t t o re d e l l e c o s t r u z i o n i
CURTAROLO. Grande festa a Pieve di Curtarolo, oggi Maria Bilato (foto sopra) spegne 100 candeline. Nata il 28 settembre 1919 ha sempre vissuto nel comune dell’Alta Padovana, una breve esperienza come operaia in filanda a Piazzola, per poi dedicarsi a tempo pieno alla famiglia. Sposata a 20 anni con Amedeo Bellotto, ha dato alla luce 5 figli, Mario, Adriano, Mirella, Romeo e Ivano: oggi può contare 12 nipoti, 8 pronipoti e una trisnipote
“ Q u a r t i e re d e l s o l e ”
nata 2016. Sempre oggi, a Santa Giustina in Colle, anche Amabile Bernardi (foto sotto) compie 100 anni. Nata a Laghi di Cittadella e vedova di Angelo Scarpazza, ha sempre vissuto nella sua casa colonica di via Centoni a Fratte dove si è dedicata al lavoro nei campi per tutta la vita. Ultima in vita di sei sorelle e quattro fratelli, festeggerà in casa con i quattro figli, i parenti, il parroco don Domenico e il vicesindaco Raffaella Cagnin. —
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28-SET-2019 Estratto da pag. 10 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
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TREVISO
SABATO 28 SETTEMBRE 2019 LA TRIBUNA
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Il futuro del Carroccio
La festa della Lega dello scorso marzo organizzata a Prato della Fiera. Sopra i big veneti del Carroccio con il governatore Luca Zaia e il segretario federale Matteo Salvini. A destra il tendone con i militanti leghisti
Il commissario Bof e gli amministratori Così Zaia si è “preso” la Lega della Marca Il paradosso della rivoluzione salviniana: a Treviso e provincia l’apparato e i fedelissimi del leader sono adesso nell’angolo «Meno male che è arrivato Luca Zaia a mettere ordine, non se ne poteva più». Lo sfogo del veterano di mille battaglie, che pure Zaia-boy non è, rende bene lo spirito della Lega trevigiana all’indomani del commissariamento, che ha chiuso una fase di alta tensione interne, culminata nello scontro Conte-Marcon su Contarina, in un tasso di litigiosità interna mai visto prima. E pensare che la Lega domina la Marca come mai prima. Gianangelo Bof è stato nomi-
nato dal segretario veneto Lorenzo Fontana – e dal direttorio che lo affianca, in cui siede Zaia – scompaginando tutte le previsioni, e pure le ambizioni. Ma soprattutto, per uno di quei paradossi che solo la politica può offrire, è arrivata a certificare una mutazione del Carroccio della Marca tutta nel segno di Zaia & Co., e non dell’apparato dei salviniani doc della primissima ora. E questo durerà per almeno un anno e mezzo, oltre le regionali dove già si sgomita (27 po-
sti, potrebbero far festa in 9 o 10). Con tutte le implicazioni del caso. «Si scrive Lega trevigiana, si legge Zaia-party», dicono i maligni. Provocazione? Sicuro. Ma mai come ora gli uomini di partito non sono nei posti nevralgici del partito, e nemmeno nelle controllate e sulle poltrone “pesanti”. «E se il modello funziona, lo si può esportare», ammicca sornione un primo cittadino molto vicino al governatore. Ma è proprio l’entourage del governatore smentire ogni ten-
tazione di smarcamento. E se ci fosse un antico istinto bavarese? Nei posti chiave, adesso, si sono insediati gli esponenti di quel fronte degli amministratori con l’apparato spesso i conflitto (da Villorba a Paese, da Conegliano all’area del Montello). O gli Zaia-boys clamorosamente esclusi alle politiche 2018, dove lo stesso governatore riuscì a piazzare non più di uno o due candidati graditi; o ancora, sindaci ed ex, persino senza tessera, molto distanti dalle coordinate della struttura di partito. L’ex segretario OBUIJPOBM Toni Da Re è a Bruxellees, e Dimitri Coin, ex segretario provinciale primo fautore del “prima il partito”, è deputato (oggi sposo). Siede nel cda di Ascopiave, ma lì la svolta impressa dal presidente Nicola Cecconato, già pupillo del governatore ora diventato uomo di finanza tout court, ha portato a seppellire la strenua difesa della trevigianità, per le grandi nozze con Hera. E solo ora forse si recupera il disegno della superutility veneta cara a Da Re, ma con la corazzata Hera, e in competizione con i MVNCBSE teoricamente amici. Il commissariamento è stato un messaggio esplicito anche per alcuni veterani, come Luciano Dussin, segretario della più grande circoscrizione del-
la sCHeDa
Il nuovo direttorio formato da segretari e sindaci Il nuovo direttorio che farà da organismo consultivo al nuovo commissario Bof sarà composto dai 10 segretari circoscrizionali, da 10 sindaci scelti dalle medesime aree territoriali, più un rappresentante dei giovani (un tempo giovani padani, ora “nazionalizzati” anch’essi. I segretari sono Stefania Buran (Opitergino Mottense), Luciano Dusssin (Castellana), Luigi Moro (Montebelluna e Montebellunese), Stefano Bressan (Quartier del Piave), Ivano Colladon (Destra Piave), Cinzia Uliana (Vittorio e Vittoriese), Antonella De Giusti (Conegliano e Coneglianese), Ugolinon Parta (Sile Piave), Mauro Michielon (Treviso, commissario), Michela Maschietto (Mogliano). Un organismo di forte impronta territoriale. «Dovrà essere la nostra prima antenna», ha detto Bof annunciandolo. —
le Marca, a Giampaolo Dozzo e all’altro Dussin, Guido. Lo storico leader Gianpaolo Gobbo è ora attivissimo in Fondazione Cassamarca, e resta un riferimento Ma la scelta di Bofamministratore di un piccolo comune, ribadisce, prima di ogni palmares politico o di livello amministrativo - il marchio territoriale impresso al partito. Una filosofia molto cara a Zaia e ai suoi. Capoluogo e grandi centri? Lo “schiaffo” è giunto anche lì. Il vecchio apparato? Ha perso peso anche per la decadenza immediata del direttivo provinciale, dove i salviniani Dpcg avevano la maggioranza. Sintomatico che il nuovo direttorio voluto da Bof (vedi a fianco) allinei segretari di circoscrizioni ma anche sindaci. In lizza c’erano, per dire, ancjhe il segretario organizzativo uscente Bepi Paolin;: Bepi Canova, big del capoluogo; l’emergente Pierpaolo Florian. A tutti, nessuno escluso, il governatore ha “parlato”. Politicamente, la figura emergente è Mario Conte: all’inizio del 2018 aveva solo il fedelissimo Manera, ora ha truppe bel oltre il capoluogo. E soprattutto la “benedizione” di Salvini, ratificata a Pontida. Scenari e assetti nuovi, da qui, forse, al 2021. — Andrea Passerini
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PRIMO PIANO
SABATO 28 SETTEMBRE 2019 LA TRIBUNA
Fridays for future
Migliaia di studenti in corteo in tutta la provincia per il clima «Bisogna cambiare tutto». Stoccate all’aeroporto Canova TREVISO. Seimila studenti in
corteo a Treviso, oltre la metà a Castelfranco, migliaia anche a Vittorio Veneto e in altri Comuni della Marca: Fridays For Future è stato un successo di partecipazione anche in provincia di Treviso. L’epicentro, l’onda verde dei seimila studenti ieri mattina in marcia nel capoluogo per gridare l’allarme dell’emergenza climatica. Così sui passi tracciati dalla giovane attivista svedese Greta Thunberg, come un fiume in piena, i ragazzi si sono uniti al terzo “Global strike for future” che si è svolto in 180 piazze d’Italia coinvolgendo oltre un milione di partecipanti. Paralizzata per oltre due ore dalle 8 alle 10.30 la circolazione in centro (compresa quella dei treni). Mentre gli studenti armati di cartelli, in un tripudio di slogan e tanta fantasia, alla politica non le hanno mandate certo a dire: “What do we want? Che cosa vogliamo?”, hanno ripetuto come un mantra, scandito passo dopo passo durante la manifestazione. A rispondere ci pensa il cartello che ha aperto il corteo con su scritto: “Climate justice now”, Giustizia climatica adesso. Nella marea slogan è uno di questi a ricordare che “Di terra ce n’é una sola”. Mentre il fiume di studenti non smette di gridare a squarciagola in perfetto Inglese: “Nessuno ci può fermare, un altro mondo è possibile”. Così passo dopo passo si fa strada un’azione di disobbedienza civile: «Il nostro futuro
è più importante degli interessi economici di persone senza scrupoli. E noi ce lo vogliamo riprendere», dicono gli studenti mentre si stendono a terra. La resa dei conti con l’emergenza climatica non guarda poi così lontano. CA’ SUGANA DOVE SEI?
E nell’invito a cambiare rotta i giovani si rivolgono in primis all’amministrazione comunale della loro città. Dove ricordano che solo nel 2018 per più di 55 giorni è stato superato il limite delle Pm10, le polveri sottili: «Treviso non deve essere la città dei parcheggi e delle vetrine», dice Damiano Vincelli, del collettivo trevigiano di Fridays For Future, «Stiamo preparando una dichiarazione di emergenza climatica da portare a Ca’ Sugana. Chiediamo all’amministrazione Conte di rispettare
gli impegni che si è presa. Chiederemo anche come sono stati investiti i soldi pubblici per l’impegno ecologico». La lista delle magagne in città chiamate in causa è lunga: dalla necessità di potenziare il trasporto pubblico nell’arco della giornata alle zone a traffico limitato (Ztl) troppo scarse. Passando per il consumo del suolo fino a puntare il dito contro il traffico aereo dal Canova sopra Treviso che preoccupa per gli effetti inquinanti: «Paradossalmente il Comune ha vietato ai giovani di sostare sotto la Loggia dei Cavalieri», dice Vincelli, «ma non guarda agli aerei che ci passano sopra la testa e all’assenza di una adeguata mobilità pubblica». Strada facendo durante una tappa del corteo non manca di fare la sua apparizione un aereo di cartone: «Al Canova ci sono sempre più voli e
NELLE ALTRE CITTÀ
A Vittorio Veneto anche i giovani della Sinistra Piave hanno chiesto alla politica di mobilitarsi per l’ambiente. «Come lo volete il futuro, con la natura o contro la natura?», questo il refrain ieri in Piazza del Popolo a Vittorio Veneto. Il piazzale davanti al municipio si è presto riempito di colori, accompagnati da slogan e messaggi ambientalisti. Tanti i ragazzi arrivati dal Quartier del Piave e dal Coneglianese: «Serve maggiore informazione e consapevolezza», dice Marilena Nasisi di gioventù federalista europea che dal palco di piazza del Popolo ha voluto evidenziare il ruolo dell’Europa per l’ambiente. «Le emissioni continuano a diminuire anche per le rinnovabili. Sono state determinanti anche le conseguenze della crisi economica. Ora, nel momento di ripresa, c’è bisogno di un maggior impegno da parte degli Stati. I risultati, anche se non del tutto soddisfacenti, sono stati ottenuti grazie all’Unione Europea». Il discorso di Greta Thumberg all’Onu, letto sul palco vittoriese, ha creato un’onda emotiva. In piazza del Popolo erano tantissimi e determinati. «Vogliamo giustizia climatica. L’emergenza è troppo grande. Siamo giovani, siamo forti: cambiamo tutto prima che sia il cambiamento climatico a farlo». Questi i messaggi emersi dai ragazzi. Alle 11 il lungo corteo, al grido di “Se ci bloccano il futuro, blocchiamo la città», si è diretto in area Fenderl dove è stato piantato un albero. — Alessandra Vendrame e Francesca Gallo
growing projects
La grande guerra dei nostri ragazzi «Salviamo la terra Treviso ci stai?»
quasi sempre sorvolano il Parco del Sile. E l’aria diventa sempre più irrespirabile. Dobbiamo riportarla a livelli accettabili. Non siamo disposti a vivere con un filtro di plastica». Dalla gradinata di palazzo dei Trecento uno striscione ha trovato casa: #Dichiarazioneemergenzaclimatica. Ad essere tirati in ballo i big della politica internazionale da Trump a Bolsonaro. Ma i giovani in piazza non guardano poi così lontano. E nessuno è escluso: «Chiederemo al presidente della Regione Zaia di firmare una dichiarazione di impegno per prendersi cura dei problemi della crisi climatica globale».
TREVISO
SABATO 28 SETTEMBRE 2019 LA TRIBUNA
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Il costo delle infrastrutture
Marcon: verificherò l’appalto Zaia: problema da affrontare A Susegana rischiano le imprese subappaltatrici che attendono il compenso Ma la politica mette i paletti: «Un affare di Anas con i privati, possiamo far poco»
mo» segue Zaia, specificando però «che quel cantiere è un affare di Anas, che la Regione non ha avuto parola in materia e che purtroppo i guai finanziari si rifanno a rapporti tra privati». Ovvero a metodi di appalto, contratti e accordi di pagamento sui quali la Regione non ha voce in capitolo. Tutto va riportato ai termini contrattuali, e qui entra in gioco il presidente della provincia Stefano Marcon. IL PRESIDENTE MARCON
Dopo l’appello delle Cgil, che ieri aveva chiesta tutti gli amministratori che «erano corsi all’inaugurazione del ponte», di «non voltarsi dall’altra parte», arriva la risposta della politica che pur tra tanti “se e ma” annuncia l’intenzione di vederci chiaro anche e soprattutto perché il crac della Carena rischia di trascinare con sé aziende le aziende trevigiane grazie alle quali il ponte è stato riaperto. IL GOVERNATORE ZAIA
«Il problema di un veneto è il problema di tutti i veneti» dice il presidente della Regione Luca Zaia facendo riferimento proprio al fatto che i subappaltatori di Carena, cui Anas aveva affidato l’appalto, siano tutte aziende locali che oggi avanzano circa 2 milioni suddivisi tra “grandi” e terzisti per questi. «Quindi lo affronteremo per quanto possia-
A sinistra Luca Zaia, presidente del Veneto, e a destra Stefano Marcon, presidente della Provincia
«Forse quello che va fatto è una verifica puntuale delle procedure di subappalto, e di quelle relative ai pagamenti dalla committenza all’appaltatore» sottolinea il presidente della provincia che però ammette come la Provincia, sul tema, non abbia titolo di indagare. «Di certo non è tollerabile che una grande opera come il restauro del Ponte finisca in questo modo, con cantieri non finiti e aziende non pagate». Marcon sottolinea come «il fallimento della Carena non può essere l’ennesimo atto penalizzante le nostre aziende, a cui noi per primi abbiamo sempre chiesto puntualità e precisione nell’eseguire le opere, avendo sempre ottime risposte». «Ora sarebbe un paradosso che proprio chi ha lavorato bene paghi per averlo fatto». Lascia la palla in sospeso, in attesa di capire quale sarà la decisione del tribu-
nale fallimentare di Genova e magari del Governo, a cui Carena e sindacati hanno chiesto un aiuto. Il nodo da sciogliere sono infatti i milioni di “rivalse” che la società genovese di costruzioni sostiene di avanzare da Anas, il suo principale committente, per molti lavori eseguiti. Soldi non contabilizzati nei contratti di gara, ma emersi come costo man mano che le opere venivano eseguite: 4 milioni solo per Ponte della Priula. – F. D. W. la gara
Lavori da 11 Mln vinti (da terzi) con ribasso del 40% Anas è stata da sempre uno dei due principali committenti di Carena, l’altro è stato Autostrade. Il cantiere di Ponte della Priula (11 milioni), Carena l’ha vinto nel 2015 (l’anno dopo aver incassato l’ok del tribunale fallimentare al concordato) con un maxi sconto del 40%; ma a ben guardare non era la prima in lista: c’era chi aveva offerto il massimo ribasso (eliminato per prassi), ma c’erano due ditte che aveva offerto un prezzo migliore di Carena. Ma Anas ha preferito la ditta genovese, terza in classifica.