RASSEGNA STAMPA DEL 29 GIUGNO 2020

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VII

Belluno

Lunedì 29 Giugno 2020 www.gazzettino.it

I VARI FRONTI Giampaolo Bottacin insieme a Luca Zaia durante una delle conferenze stampa, con la moglie Angela Colmellere, con gli alpini di Belluno e lungo il Piave

Il personaggio

«Un valore aggiunto a fianco del fuoriclasse» Gianpaolo Bottacin, per 127 giorni l’ombra di Zaia nella gestione dell’emergenza Covid L’INTERVISTA

La replica

BELLUNO Quasi l’ombra di Luca Zaia. Per 127 giorni. Un bellunese, sempre presente, sta alla sinistra del governatore del Veneto nella diretta tivù in onda dall’Unità di crisi di Marghera. Ora che il peggio è passato con Gianpaolo Bottacin, assessore regionale alla Protezione civile, si tirano le somme, con qualche curiosità personale. Come quella della “dieta” nell’emergenza H24. «Sono ingrassato di ben 5 chili. Arrivava di tutto, come le cioccolate donate da Mirko Della Vecchia, il cuoco artigiano di Limana. O come lo spiedo della Pro loco di Pieve di Soligo. Ognuno di noi portava qualcosa di tipico del suo territorio, dagli asparagi della Lanzarin alle soppresse di Zaia. Io ho portato una forma di formaggio Piave 24 mesi, finita in tempo zero». È vero che Zaia la definisce assessore dei giostrai? «Da varie settimane, nell’Unità di crisi, riceviamo delegazioni, dai taxisti alle parrucchiere. Sono venuti anche i giostrai, con le loro esigenze, con il problema di ricominciare a lavorare. E noi li abbiamo fatti lavorare. Ora continuano a invitarmi ai loro talk show. Perché, anche se rappresentano una categoria spesso vista con diffidenza, in realtà hanno sindacati e molti canali comunicativi. Ecco che Zaia quando c’è qualcosa che riguarda i giostrai mi indica e dice “xe roba sua”». Torniamo al lockdown. Come tene-

«Vaia, liquidazione danni la Baldin si informi» Bottacin è intervenuto ieri anche sulle affermazioni della consigliera regionale Erika Baldin (5Stelle) sui tempi di liquidazione dei danni causati dalla tempesta Vaia per alcune precisazioni. «Capisco che le normative sulla Protezione Civile siano piuttosto complesse, ma se la consigliera Baldin approfondisse un pochettino di più, eviterebbe qualche figuraccia – sottolinea - la Baldin attacca il commissario Zaia, reo di non aver ancora liquidato i danni patiti dai privati a seguito degli eventi alluvionali del novembre 2019. E tutto ciò nonostante Zaia abbia, secondo la Baldin, a disposizione i 40 milioni stanziati dal governo a gennaio. La Baldin ignora che per poter gestire quei soldi è necessaria un’ordinanza attuativa del Capo Dipartimento della Protezione Civile – spiega Bottacin tale ordinanza però è stata emessa da Borrelli solo il 16 maggio del 2020. Essa prevede che il commissario Zaia raccolga le istanze entro 90 giorni e le mandi a Roma per approvazione. E infatti tale attività è stata già avviata». © riproduzione riservata

«Quando ci sono problemi mi vuole vicino per me è una gratificazione importante» va i contatti con Belluno? «Ogni mattina si faceva, già dal 22 febbraio, una videoconferenza con i direttori generali delle Ulss. Ora è a giorni alterni. Gli interlocutori principali sono stati Adriano Rasi Caldogno e Raffaele Zanella. Mi sono confrontato di frequente, in videoconferenze, anche con le province e quindi con Roberto Padrin. E con il volontariato che si è speso molto». Mettendosi in gioco, non solo a livello sanitario. «Come è accaduto a due volontari della Protezione civile Ana. Stavano trasportando un carico di mascherine alle case di riposo. Per un guasto tecnico sono stati coinvolti in uno spettacolare incidente stradale, un momento che mi ha segnato». Cosa le resterà come ricordo dell’emergenza a Belluno? «Il primo caso bellunese di Covid-19: un agordino che aveva lavorato nel Lodigiano. Inoltre il senso di impotenza per i ricoveri dalle case di riposo di Pedavena, di Borgo Valbelluna, del mio Alpago. E le telefonate sia con i sindaci preoccupati che con le categorie economiche. Ansie, paure. Ma anche la soddisfazione di essere riusciti a ottenere qualche risultato. Da non dimenticare, per l’orgoglio di essere bellunesi, che la terapia più efficace, quella del plasma, è seguita da Giustina De Silvestro, primario del Servizio trasfusionale a Padova. Una bellunese». Dal 22 febbraio lei è a fianco di Zaia.

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L’ASSESSORE REGIONALE ALLA PROTEZIONE CIVILE «LE PREVISIONI FACEVANO TREMARE I POLSI, ABBIAMO SUBITO CREATO LETTI IN TERAPIA INTENSIVA»

ASSESSORE Gianpaolo Bottacin

«ABBIAMO CREATO UNA SQUADRA AFFIATATA, SONO ORGOGLIOSO DI TUTTO IL PERSONALE E DI PROFESSIONISTI COME GIUSTINA DE SILVESTRO»

Perché, visto che si tratta di questione sanitaria? «Due i motivi. Il primo è che il coronavirus è una vera e propria emergenza e quando ci sono emergenze scende sempre in campo la Protezione civile. E poi il presidente non perde mai l’occasione di ricordare che sono “l’assessore delle sfighe” e, quindi, quando ci sono problemi grossi mi chiama. In verità per me si tratta di una gratificazione importante. E poi, evidentemente, si fida». Più di cento giorni senza tregua. Qual è stato il momento peggiore? «Quando ci siamo trovati di fronte a un nemico subdolo e sconosciuto su cui il mondo scientifico non riusciva a dare informazioni univoche. E, poi, quando siamo partiti col modello matematico previsionale che ho seguito personalmente fin dall’inizio. In meno di 4 settimane prevedeva oltre 1000 persone in terapia intensiva con una ulteriore crescita esponenziale. E il grave è che nei primi giorni i dati reali erano allineati con questo modello. Da far tremare i polsi». Può sintetizzare cosa avete fatto? «I posti letto totali di terapia intensiva in Veneto erano meno di 500 per rispetto del decreto ministeriale che fissa i posti letto per abitante. Subito si sono quasi raddoppiati i posti, creandone in semintensiva, incrementando i letti in malattie infettive e nei reparti collegati a questa patologia. Pure dedicando 11 ospedali del Veneto solo a pazienti Covid, fino anche alla riapertura in 5 giorni di 5 ospedali dismessi». Bel botto, 5 ospedali... «Uno dei miracoli della Protezione civile del Veneto. Si pensi solo al ripristino degli impianti elettrici, termici, di gas. E a tutto ciò che serviva per rendere operativo l’ospedale». Non è un caso che il presidente della Repubblica Mattarella, nel marzo 2019, abbia affermato, in relazione a Vaia, che la Protezione civile del Veneto aveva dato una lezione al Paese. «Io da bellunese sono orgoglioso di rappresentare questo mondo. Sta di fatto che le guerre si vincono con i reggimenti d’assalto: in questo caso il mondo sanitario e la Protezione civile». Come è andata la collaborazione con Zaia? «Se stai con un fuoriclasse impari un sacco di cose. Ma credo di essere stato, per il fuoriclasse, un valore aggiunto, trasferendo competenze tecniche, visto che sono un tecnico». Daniela De Donà © riproduzione riservata


V

Primo Piano

Lunedì 29 Giugno 2020 www.gazzettino.it

Ancora paura a Bovolenta: 52 attendono l’esito del test Venerdì erano riprese le visite dei parenti alla Sereni Orizzonti, ma sabato è morta una donna positiva al virus, così è scattata nuovamente la chiusura `

LO SCENARIO

lante, le paure ma anche le speranze e i ringraziamenti nelle lettere rivolte a papa Francesco che il parroco don Lorenzo Trevisan ha consegnato direttamente nelle mani del santo padre durante l’udienza privata di sabato scorso.

E per il futuro? La Scarmignan guarda avanti, al progetto di ampliamento della struttura che a inizio marzo era pronto per l’appalto dei lavori. «Erano previsti 100 posti totali, adesso dobbiamo apportare delle modifiche alla luce delle nuove esigenze di distanziamento – spiega la Meneghetti –. Faremo meno ma la nuova struttura sarà a misura di persona. E se in autunno ci sarà una nuova ondata, ci faremo trovare preparati». Maria Elena Pattaro © RIPRODUZIONE RISERVATA

Alla Casa di riposo di Noventa Padovana, seppur contingentate e con tutte le precauzioni del caso, le visite sono riprese regolarmente, ma in prospettiva Cacciatori ha concluso: «Abbiamo visto, purtroppo, che in altre nazioni alcuni focolai sono già ripartiti e que-

sto ci deve far tenere alta la tensione. Nostro obiettivo è quello di garantire a tutti i nostri ospiti e di conseguenza alle loro famiglie la migliore qualità della vita possibile tuttavia, se serviranno nuovamente delle limitazioni, agiremo secondo scienza e coscienza per salvare la pelle di chi qua vive e di chi nella nostra struttura lavora con grande passione ed amore». L’emergenza Coronavirus, per ovvi motivi, non è ancora rientrata. Il personale sanitario che lavora all’interno della struttura è in contatto diretto quotidiano con la dirigenza. Si lavora con grande sinergia per non trascurare alcun dettaglio. La ricerca della perfezione, la voglia e il dovere di garantire la salute di tutti implica uno sforzo importante, ma a cui ormai il gruppo di lavoro dell’ente di Noventa Padovana è abituato, tanto da far diventare la Casa di riposo alle porte del comune di Padova il fiore all’occhiello del settore su scala regionale. Cesare Arcolni © RIPRODUZIONE RISERVATA

PADOVA Ore di attesa e apprensione alla “Sereni Orizzonti”, la casa di riposo di Bovolenta dove i 52 ospiti presenti sono stati sottoposti a tampone per verificare eventuale positività al Coronavirus. L’allarme è scattato nella notte tra venerdì e sabato, a seguito del ricovero di un’ospite che presentava tracce di positività dopo il “tampone veloce” effettuato appena arrivato con un’ambulanza del 118 al pronto soccorso di Schiavonia. Nel corso della notte le condizioni della donna, di 87 anni, si sono aggravate fino al sopraggiungere della morte nelle prime ore della giornata di sabato. Subito attivata la task force del Dipartimento di prevenzione dell’Ulss 6 Euganea, che prevede, in casi di possibile ma non acclarata positività al virus l’effettuazione immediata dei tamponi a tutti gli ospiti della Residenza sanitaria assistenziale. I tamponi di massa sono stati completati sabato. Gli esiti si avranno probabilmente già domani e, nonostante i medici di Schiavonia non abbiano imputato al Covid le cause del decesso dell’anziana ottantasettenne, la direzione della “Sereni Orizzonti” di Bovolenta ha immediatamente bloccato l’accesso dei parenti degli ospiti finché non saranno comunicati i risultati dei test effettuati ieri mattina. L’auspicio è che si tratti di un “falso positivo”, come già avvenuto una quindicina di giorni fa nella stessa struttura di Bovolenta, dove dopo una serie di test sierologici erano state riscontrate tracce di positività in più di qualche degente della casa di riposo. Tracce però escluse dopo l’effettuazione di ulteriori test. Se a Bovolenta il personale è di nuovo col fiato sospeso e prova a scacciare i fantasmi di pochi mesi fa, le altre strutture

L’INTERVENTO PADOVA La Protezione Civile che tanto si è prodigata nel periodo più difficile dell’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia da Covid 19 permane in allerta 24 ore su 24 ma, finalmente rallentando un po’ il ritmo e dando un po’ di respiro ai volontari. «Ad oggi abbiamo avuto ordini di servizio per smantellare i presidi di fronte agli ospedali spiega il consigliere provinciale delegato Vincenzo Gottardo sabato, un centinaio gli uomini impegnati, è stato completato lo smantellamento delle tende innalzate di fronte all’ospedale di Schiavonia, da oggi attendiamo di togliere le tende di fronte ai nosocomi di Cittadella e Camposampiero e poi toccherà alle 14 tende installate all’ospedale di Padova. Le persone accolte nelle tende avevano trovato subito risposte, un’attività che ha permesso di mettere in sicurezza l’ospedale che ha continuato a lavorare a pieno regime e i suoi operatori e ha visto impegnati complessivamente circa 1600 volontari».

BOVOLENTA La sede della Sereni Orizzonti a Bovolenta dove sono avvenuti decessi per coronavirus

stanno cercando lentamente di tornare alla normalità. La scorsa settimana sul tema è intervenuto il governatore Zaia. «Se le strutture hanno qualche dubbio, che ci chiamino. Ma il mio appello è forte: aprite le case di riposo» sono le parole del presidente del Veneto, annunciando un’altra ordinanza e nuove linee guida con indicazioni validate dal Comitato tecnico scientifico. Ci sono precise regole per i nuovi ricoveri: se l’anziano arriva da casa sarà sottoposto a tampone e dovrà stare in isola-

mento per 14 giorni; se arriva dal pronto soccorso non ci sarà bisogno della quarantena; se è stato ricoverato in ospedale, dovrà stare 14 giorni isolato in un ospedale di comunità. Le visite dei familiari dovranno essere prenotate, non più di due parenti per volta e per non più di 30 minuti. Prova a lasciarsi alle spalle gli ultimi difficili mesi il presidente dell’Altavita Ira, Fabio Incastrini, che conta 370 ospiti in via Beato Pellegrino, 50 al Piaggi di piazza Mazzini e 80 a Selvazzano. «L’accesso ai familia-

«Smantelliamo le tende ma resta alta l’attenzione» CONSIGLIERE Vincenzo Gottardo, responsabile della Protezione civile per la provincia padovana

GOTTARDO, RESPONSABILE DELLA PROTEZIONE CIVILE: «IN CASO DI NECESSITÀ SIAMO PRONTI A PARTIRE IN OGNI MOMENTO, SPERIAMO NON SUCCEDA»

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Naturalmente questo non significa che l’emergenza sia finita. «La fase emergenziale è ancora aperta e la reperibilità degli uomini della Protezione Civile è ancora sulle 24 ore come è aperta la sala operativa che coordina le operazioni - puntualizza il consigliere - in caso

ri è consentito e vengono sfruttate della sale polivalenti, senza così entrare nelle residenze. Seguiamo rigidi protocolli di sicurezza e da tempo non abbiamo più contagiati. Abbiamo creato un calendario per le visite, privilegiando gli incontri all’aperto, ed è un rischio calcolato. Essere isolati per lungo tempo, senza le visite dei familiari, rischiava di avere conseguenze negative sugli anziani dal punto di vista psicologico». Nicola Benvenuti Gabriele Pipia © RIPRODUZIONE RISERVATA

di emergenza siamo pronti a partire in qualunque momento anche se ci auguriamo che non ve ne sia la necessità. In questo periodo abbiamo anche svolto molti altri servizi come, ad esempio, la sorveglianza ai mercati che continuiamo a svolgere anche se con l’impiego di un numero di volontari, stesso servizio che svolgiamo ai Distretti Sanitari. Non siamo mai invece stati destinati a servizi nelle residenza per anziani». Sempre al lavoro anche il magazzino di via Cave. «Il magazzino della Protezione Civile continua a ricevere materiale, anche se il lavoro è rallentato prima si trattava di forniture settimanali passata ora ad uno ogni 3 - chiude Gottardo - ma dopo l’ultima grande consegna ossia le 50.000 mascherine con le quali abbiamo rifornito le scuole superiori per gli esami di maturità, ora non si distribuisce più al pubblico. I carichi vengono destinati ai 13 Distretti della Protezione Civile affinché facciano magazzino. In questo modo si arriva preparati ad un’altra possibile emergenza». Luisa Morbiato © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Primo Piano

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Emergenza virus

Folla nelle spiagge e mini-focolai Covid non si ferma A Feltre controlli all’Eurobrico `In Veneto i morti saliti a 2.008 Ieri scoperto un sesto contagiato Nel Paese ieri sono stati 22 i decessi `

IL BOLLETTINO VENEZIA Preoccupazione in tutta Italia dove, dopo i dati incoraggiati di sabato, con 8 vittime e 174 nuovi contagiati, sono risaliti i numeri del coronavirus nelle ultime 24 ore: i morti sono stati 22, mentre 174 i nuovi casi. Sabato questi ultimi erano stati 175, ma con il doppio dei tamponi effettuati (61.351 contro 37.346). Crescono, intanto, le adesioni alla campagna internazionale lanciata per chiedere che il vaccino per il Covid-19 venga dichiarato bene universale, esente da qualsiasi diritto di brevetto di proprietà. Sul fronte focolai, situazione stabile a Bologna, Fiumicino e Mondragone. E, in Veneto, occhi puntati su Feltre. La domenica col solleone ha spinto gli italiani verso il mare. Spiagge affollate un po’ ovunque

e tre locali sanzionati dalla polizia a Rimini per assembramenti in pista e camerieri senza mascherine. Restano basse, tuttavia, le irregolarità riscontrate dalle forze dell’ordine: sabato su 68mila persone controllate ne sono state sanzionate 50, mentre su quasi 12mila esercizi commerciali monitorati, le chiusure sono state disposte per 12. Complessivamente, sono saliti a 240.310 i casi di Covid-19 in Italia, mentre le vittime hanno toccato quota 34.738. In Lombardia si registra il 39% dei contagiati (93.761) e quasi metà dei morti (16.639). Nella regione, nelle ultime 24 ore i decessi sono stati 13. Le altre morti sono avvenute in Piemonte (5) e una ciascuno in Emilia Romagna, Veneto, Liguria e Abruzzo. Si mantengono sotto i 100 i pazienti in terapia intensiva (98, uno in più rispetto a sabato), mentre i ricoverati con

sintomi sono 1.160 (-100), 15.423 le persone in isolamento domiciliare (-56) e 16.681 gli attualmente positivi (-155).

VENETO Occhi puntati sul mini focolaio di Feltre che ha comportato la chiusura, da sabato, del negozio specializzato in bricolage, ferramenta e giardinaggio Eurobrico e che adesso potrebbe interessare anche un supermercato. Scoperti i primi due casi positivi - entrambi dipendenti amministrativi dell’Eurobrico - è stata accertata, attraverso il cosiddetto “contact tracing”, la positività di altre tre persone, pare tutte nell’ambito familiare. E ieri se ne è aggiunta una quarta, portando il totale dei casi del mini focolaio di Feltre a sei. Tra l’altro uno dei quattro contagiati lavora in un supermercato: sarà da capire se anche qui saranno estesi gli accerta-

CONTROLLI All’Eurobrico di Feltre due dipendenti hanno contagiato altre tre persone

menti clinici. L’Eurobrico, intanto, resterà chiuso anche oggi per i controlli dello Spisal, ma pare che non ci sia pericolo per i clienti dal momento che i dipendenti risultati positivi lavorano in uffici non in contatto con il pubblico. Il dato certo è che in Veneto si continua a morire di coronavirus. Ieri un’altra vittima. Dall’inizio dell’emergenza sanitaria i morti in Veneto, tra ospedali e case di riposo, sono stati 2.008. E se tra sabato sera e ieri mattina i casi “attualmente positivi” erano scesi da 471 a 460, nel pomerig-

IL NEGOZIO DI BRICOLAGE NELLA CITTADINA BELLUNESE RESTERÀ CHIUSO ANCHE OGGI

IL PROFESSORE iao! Sono Andrea Crisanti, direttore di microbiologia e virologia dell’Università di Padova. AMA». Cioè: «Ask Me Anything», fatemi qualsiasi domanda. E così lo scienziato che si definisce orgogliosamente «a-social» è sbarcato su Reddit («Mio figlio ha organizzato tutto, io non sapevo cosa fosse»), diventando il protagonista di un dibattito che in queste ore guida la classifica di rilevanza insieme a quello alimentato da Bending Spoons, la società veneto-milanese che ha progettato e sviluppato Immuni. Un’app verso cui il professore nutre un certo scetticismo.

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L’APPLICAZIONE Lo spirito del forum prevede di rispondere a qualunque curiosità degli utenti. Pizza preferita? «Bufalina!». Colazione? «Pastarelle in centro a Padova con un bel caffè». Posto prediletto per i bigoli sui Colli? «Non so ancora, sto esplorando!». Sull’applicazione promossa dal Governo, finora scaricata solo da 8 italiani su 100, Crisanti si è invece già fatto un’opinione: «Immuni è potenzialmente una buona idea. Sono tuttavia perplesso del fatto che sia stato detto che sia necessaria una adesione di almeno il 60% per farla funzionare. Se si ottenesse questo livello di adesione, l’app sarebbe in grado di traccia-

Gli editori: «Bene i giornali nei bar» ROMA «I giornali, anche negli esercizi pubblici, sono garanzia di informazione di qualità per i cittadini e presidio contro le fake news. Soddisfazione per la delibera del presidente della Regione Veneto che ha permesso il ritorno dei quotidiani, possibilmente in più copie, a disposizione dei clienti e dell’utenza nei bar, nei ristoranti, negozi, esercizi commerciali, nei centri di servizi e nei circoli ricreativi». Ha così commentato il presidente della Fieg Andrea Riffeser Monti la nuova ordinanza di Zaia sull’emergenza Covid. «La disposizione emanata in Veneto - ha aggiunto - riconosce una delle funzioni fondamentali della stampa di qualità che è quella di costituire un prezioso ed insostituibile collante della comunità. È importante ora consentire a tutta la stampa, sia quotidiana sia periodica, la presenza negli esercizi pubblici in tutto il territorio nazionale». © RIPRODUZIONE RISERVATA

MICROBIOLOGIA E VIROLOGIA Andrea Crisanti dirige l’unità operativa all’Azienda Ospedaliera di Padova

Crisanti sbarca sui social: «Immuni? Traccia al massimo il 9% dei positivi» re solo il 36% dei contatti tra le persone. Se poi si considera che i positivi individuati con l’approccio attuale sono una frazione del totale, questo valore deve essere ulteriormente diviso, per un fattore che si stima intorno a 4. In

IL DOCENTE DI PADOVA: «FATEMI QUALSIASI DOMANDA». DALLA PIZZA PREFERITA AI FOCOLAI D’AUTUNNO RAFFICA DI COMMENTI

queste condizioni l’app sarebbe in grado di tracciare i contatti di solo il 9% dei positivi. Lascio a voi giudicarne l’utilità. Inoltre ho delle perplessità sul fatto il gestore e lo sviluppatore siano la stessa entità. Sebbene i codici siano open source, la maggior parte delle persone non sono in grado di verificare se in corso d’opera siano state apportate modifiche e il loro effetto sulla operatività del sistema». Sul tema va però registrata la puntualizzazione della squadra di Bending Spoons, tratta sempre da Reddit: «Se anche l’app finisse per salvare una sola vita, probabilmente ne sarebbe valsa la pena. E se tutti attendono

a scaricarla per vedere se si diffonde abbastanza, entriamo in un circolo vizioso. Visto che l’app è gratis e che tutela molto bene la privacy, mi sento di invitare tutti a scaricarla in serenità».

LA COMUNITÀ SCIENTIFICA Incalzato dai “redditor”, Crisanti parla anche di Luca Zaia, dopo le tensioni delle ultime settimane: «Il rapporto con il governatore è stato durante la fase cruciale dell’epidemia improntato da uno spirito di collaborazione genuinamente indirizzata al bene pubblico. Il governatore ha avuto il merito di ascoltare la scienza e modificare la sua opi-

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nione rispetto a questa pandemia definita inizialmente da lui “mediatica”». Proprio il presidente della Regione ha però sfidato gli scienziati a metterci la faccia e la firma, viste le tante divisioni sui temi di sanità pubblica. «Il dibattito all’interno della comunità

«ZAIA HA AVUTO IL MERITO DI ASCOLTARE LA SCIENZA E CAMBIARE LA SUA OPINIONE SULLA PANDEMIA DEFINITA “MEDIATICA”»

gio di ieri è stata accertata una nuova positività (appunto nel Bellunese), tanto che il totale è stato aggiornato a 461 casi per un dato complessivo, dall’inizio dell’emergenza sanitaria, di 19.276. I ricoverati in terapia intensiva, invece, sono sempre 11 di cui uno solo positivo al Covid.

FRIULI VENEZIA GIULIA Un nuovo positivo, ma fortunatamente nessun decesso, in Friuli Venezia Giulia. Nella regione nessun paziente è in cura in terapia intensiva, mentre i ricoverati in altri reparti sono 12. Analizzando i dati complessivi dall’inizio dell’epidemia le persone risultate positive al virus sono 3.308: 1.393 a Trieste, 997 a Udine, 702 a Pordenone e 216 a Gorizia. I totalmente guariti invece sono 2.861 (5 più di sabato), i clinicamente guariti 64 e le persone in isolamento domiciliare 26. Al.Va. © RIPRODUZIONE RISERVATA

scientifica – riflette il docente – è un elemento estremamente positivo, che permette da una parte di avanzare la conoscenza scientifica, e dall’altra di filtrare ipotesi o interpretazioni dei dati errate. Purtroppo questo dibattito è in parte avvenuto attraverso i media, generando confusione e smarrimento nel pubblico».

LA NUOVA ONDATA Inevitabilmente molti gli chiedono cosa succederà in autunno. «In genere – premette Crisanti – è difficile fare previsioni. Sulla base di quello che stiamo già osservando in Europa, la seconda ondata sarà caratterizzata da numerosi focolai sparsi in diverse regioni dell’Italia. Se verranno identificati e bloccati tempestivamente sarà possibile evitare una vera e propria diffusione come abbiamo già sperimentato questo inverno». E il Veneto ce la farà? «Ha aumentato drammaticamente (notevolmente, ndr.) la capacita di fare tamponi e in questo momento è impegnato nei controlli dei operatori sanitari e le persone a rischio. Credo che il Veneto sia pronto ad isolare ed eliminare prontamente focolai se questi si manifestassero». Quando avverrà, dunque, lo stop a mascherine e distanze? «Quando saremo in grado di controllare completamente il virus, o alternativamente se e quando avremo il vaccino». Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Treviso

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In mille in corriera a Jesolo: «Zero controlli» Corse prese d’assalto, fioccano le proteste: «Distanze non ` Colladon (Mom): «Abbiamo messo più mezzi ma gestiremo rispettate e nessuno ha rilevato la temperatura di chi saliva» meglio i flussi, investiremo 700mila euro per i termoscanner» `

IL CASO TREVISO Letteralmente prese d’assalto. Sabato mattina, e in misura minore anche domenica, le corriere della Mom dirette a Jesolo e verso le località della costa hanno fatto il pieno di passeggeri: più di mille persone hanno scelto il mezzo pubblico per andare al mare. Il rovescio della medaglia è però rappresentato da alcuni disagi dovuti alla massa di gente a caccia di un posto. Una lettera di protesta recita: «Scrivo per segnalare che questa mattina (sabato ndr) la corsa della corriera Mom delle 7.30 da Treviso a Jesolo era esageratamente sovraffollata. Tutti I posti erano occupati, il corridoio pieno di gente in piedi, talmente tante persone in attesa che è stata predisposta un’altra corsa per la stessa destinazione. Sono veramente amareggiata e sorpresa che a nessuna delle persone salite a bordo sia stata misurata la temperatura corporea, sono esterrefatta dalla distanza minima non rispettata in alcun modo. Capisco che l’ordinanza regionale consenta, da oggi, di occupare tutti I posti a sedere in un autobus, ma non capi-

«SABATO ALLE 7,30 C’ERA TROPPA GENTE» LA DIFESA: «LAVORIAMO PER LIMITARE I DISAGI CHIEDIAMO A TUTTI UN PO’ DI PAZIENZA»

sco il sovraffollamento ne’ la mancanza assoluta di controlli sui viaggiatori. Non stupiamoci poi se il coronavirus riprende a circolare liberamente, come un passeggero Mom».

non succeda più ma chiedo a tutti un po’ di pazienza».

LO SCENARIO Il provvedimento che autorizza le società di trasporto pubblico a riempire i mezzi per l’intera capienza, composta sia dai posti a sedere che da quelli in piedi, rappresenta la via d’uscita da una situazione che rischiava di diventare molto pericolosa: la Mom è arrivata a perdere un milione di euro al mese. Adesso però l’orizzonte si fa più roseo. «Possiamo ricominciare a lavorare a pieno ritmo, come prima che scoppiasse la pandemia - osserva Colladon - e di questo devo

GLI ESPERIMENTI Giacomo Colladon, presidente della Mom, le critiche se le aspetta sempre. E accoglie quella del passeggero infuriato allargando le braccia: «Stiamo sperimentando la misurazione della temperatura, investimento per cui la Mom andrà a spendere dai 700mila agli 800mila euro per attrezzare i propri mezzi - spiega - sabato il servizio di collegamento verso il mare è andato benissimo, ma dobbiamo gestire bene la situazione. Quasi mille passeggeri sono tanti. Abbiamo messo varie corse bis per aumentare il servizio, per evitare di ammassare la gente». Ma qualcuno non ha gradito ugualmente: «Mi dispiace, abbiamo fatto di tutto. Ma bisogna anche pazientare un po’, invece noto una spiccata tendenza a lamentarsi subito. Il servizio è appena partito, l’ordinanza della Regione che ci consente di viaggiare con la piena capienza è entrata in vigore sabato. Sapremo migliorare e faremo tutto il possibile ma le situazioni di sovraffollamento non sono la regola nelle nostre corse. Anzi: non lo sono praticamente mai al contrario di quanto accade da altre parti. Metteremo più mezzi, stiamo affrontando un periodo molto complesso. Qualche inconveniente, in questa fase, può anche accadere. Provvederemo perché

ringraziare il governatore Zaia e l’assessore De Berti che, sul tema, è sempre stata molto sensibile. Zaia è stato il primo ad autorizzare non solo di poter utilizzare tutti i posti a sedere dei mezzi, ma anche quelli in piedi. L’Emilia, per esempio, questo non lo ha ancora fatto». La prossima sfida per la Mom resta il trasporto scolastico e la certezza di poter far viaggiare i mezzi a pieno carico risolve gran parte dei problemi. Intanto resta la sfida di rendere sempre più convenienti e confortevoli le corriere dirette verso le spiagge. Paolo Calia © RIPRODUZIONE RISERVATA

Lo studio

La droga arriva dal lato oscuro del Web

AFFOLLATA La spiaggia di Jesolo presa d’assalto da pendolari: tanti i trevigiani arrivati con la corriera di linea della Mom

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In occasione della giornata mondiale contro l’abuso e il traffico illecito di sostanze stupefacenti, lo scorso 26 giugno, il Ceis di Treviso ha fatto il punto della situazione. «Da qualche anno – spiega Luca Sartorato, presidente del CEIS Treviso - cerchiamo di dare un significato anche territoriale al 26 giugno inviando una lettera di sensibilizzazione sui temi delle dipendenze ai sindaci della nostra provincia». Il lockdown ha evidenziato il problema del traffico sommerso di droghe: « Già nel 2019 secondo l’Osservatorio Europeo sulle Droghe e le Dipendenze (EMCDDA) le sostanze acquistate nel dark web

sono aumentate in maniera considerevole e l’Istituto Italiano di Sanità ipotizza che anche durante la quarantena siano state vendute mascherando gli ordini come profumatori ambientali, sali da bagno, prodotti fitosanitari. Destano in questo campo particolare preoccupazione i fentanili, oppioidi sintetici con una potenza da cento a mille volte superiore rispetto a quella dell’eroina. Durante il lockdown gli accessi ai servizi sono stati in linea, addirittura diminuiti in aprile, ma vedremo presto il contraccolpo. Forse a settembre riusciremo a capire di più le dimensioni di ciò che abbiamo affrontato»


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Primo Piano

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La svolta A sinistra la villa sull’Appia in cui ha vissuto Franco Zeffirelli. Sotto, una foto del regista con Silvio Berlusconi A destra, palazzo Grazioli

LA STORIA ROMA Non è una fine, è un nuovo inizio. Almeno così lo vede Berlusconi. E nella risistemazione personale e politica di tutto - «Il Covid è uno spartiacque», ripete lui - rientra, nell’ottica del Cavaliere, la scelta di eliminare certe spese. E alcuni doppioni. Ovvero - come si sta chiedendo l’ex premier in questi giorni - ha ancora senso stare in affitto a Palazzo Grazioli, ormai non usato quasi più, quando s’è liberata la bella villa tra Appia Antica e Appia Pignatelli dove abitava e dove è morto lo scorso anno Franco Zeffirelli? Il maestro grande amico di Silvio - e infatti la dimora era piena di immagini dell’ex premier anche in formato matrioska e pure in compagnia di Dudù, mentre si chiama Dolly il Jack Russel che fu adorato da Zaffirelli - non stava neppure in affitto. Nel 2001, il Cavaliere comprò quella bella casa dove viveva scespirianamente Zeffirelli, soprannominato non a caso Scespirelli, la pagò 3 miliardi e 775 milioni di lire e la prestò per sempre al grande regista ed ex parlamentare forzista che ha sempre ripetuto: «Silvio è la persona più generosa al mondo». Certo, il luogo è decentrato ma la bellezza della dimora in un grande comprensorio che risale agli anni ‘30 è assoluta e soprattutto saranno sempre più sporadiche, come dicono i suoi, le visite dell’ex premier a Roma. Dopo l’estate dovrebbe cominciare il trasloco da Palazzo Grazioli, che di affitto costa 40mila euro al mese, e entro la fine dell’anno si chiuderà la lunga storia, dal ‘96, che lega il Cavaliere e la politica italiana dall’inizio della Seconda Repubblica a questo edificio. La cui grandezza è stata nell’ossimoro: un edificio monarchico e anarchico, esattamente come il Cavaliere. Ora ci sono soltanto quattro segretarie, un autista, alcuni uffici (quello di Valentino Valentini, quello di Sestino Giacomoni, la cosiddetta zona Letta), le stan-

LA STRATEGIA ROMA I big mettono le mani avanti: «Le elezioni regionali non sono mai state il piatto forte della casa». Ma nel M5S, in queste ore tra gli strappi di Renzi e gli appelli all’unità di Nicola Zingaretti, gira un numeretto magico: 10%. Cioè raggiungere almeno la «soglia psicologica» della doppia cifra nelle sei Regioni che il 20 settembre andranno al voto. Altrimenti il big bang è dietro l’angolo. Le premesse non sono delle migliori, e lo sa anche Vito Crimi, che da reggente si è trovato il destino del Movimento sulle spalle fino ai prossimi Stati generali, previsti dopo le elezioni. Al momento, l’unico posto dove il M5S può tentare di mettere un piede sulla vittoria, per nulla scontata, è la Liguria. Anche se il tira e mol-

L’addio a palazzo Grazioli per Silvio una villa sull’Appia A settembre al via il trasloco, si chiude un’era `Per i suoi soggiorni romani Berlusconi Dalle visite di Putin con Dudù alle cene tricolori potrebbe usare la dimora che prestò a Zeffirelli `

Due delle ragazze invitate alle “cene eleganti” di palazzo Grazioli nel 2011 si fanno i selfie nei bagni della residenza

Manifestazione di sostegno nel 2013 nel giorno della decadenza da senatore Nel 2008 Berlusconi a una festa con Sabina Began e George Clooney (foto Vanity Fair)

ze a disposizione di Confalonieri e Paolo Berlusconi quando pernottano a Roma, le sale riunioni, la sala da pranzo (soprannominata «lo scannatoio» considerando le litigate tra maggiorenti forzisti che lì si sono svolte sulle candidature), la cucina dove troneggiava il cuoco Michele (per i pranzi e cene tricolori che facevano dire a Bossi: «Qui si mangia poco e male») e i salotti, i salottini, i corridoi damascati del piano nobile in cui Putin lanciava la pallina a Dudù e tutto il resto. Compresi i divanetti in cui s’addormentava Paolo Bonaiuti quando Silvio lavorava fino alle 3 del mattino. O la grande stanza con la tivvù in cui si vedevano le partite ma anche dove capitava che il sovrano desse da mangiare al cagnolino reale e qui ha sempre troneggiato tutto l’anno, insieme a un plastico del Colosseo, l’albero di Natale alto oltre due metri e forte della preziosità di essere Swarowski.

OCCHIO A TATARELLA Naturalmente in tutte queste stanze oltre a decidersi le liste elettorali e a stabilire chi comandava - una volta due super-big azzurri s’accapigliarono a colpi di dossier giudiziari e Verdini li dovette dividere: «Ma proprio qui dentro si fa il peggior giustizialismo? Ma siete impazziti?!» - si

Regionali, M5s a rischio flop L’obiettivo salvezza è al 10% la dei dem sul giornalista de Il Fatto Ferruccio Sansa e l’autocandidatura del docente Fausto Massardo non aiuta a chiudere una trattativa dalla quale anche Beppe Grillo si tiene alla larga. Soprattutto da quando la prediletta Alice Salvatore, capogruppo M5S uscente, ha deciso di salutare tutti per mettersi in proprio: correrà con la lista “Buonsenso”. Quello che, secondo il Pd, manca al M5S in queste regionali. Dove, ha fatto capire Nicola Zingaretti, si rischia solo di fare un enorme favore a Matteo Salvini e al centrodestra, con rischi annessi per la tenuta del governo. Ecco, prendiamo la Puglia. Michele Emiliano, sostenuto dal Pd anche se non ne

fa più parte, è accusato di essere troppo grillino dai renziani, che infatti corrono da soli con il sottosegretario Ivan Scalfarotto.

I FRONTI Ma i pentastellati non ne voglio sapere di appoggiare l’ex magistrato. «Assolutamente no», dice Barbara Lezzi, già donna forte del movimento. Andiamo in Campania. «Contro De Luca non vinceremmo nemmeno se candidassimo Diego Armando Maradona», dice il senatore pentastellato Emanuele Dessì. Invece ci sarà per la seconda volta Valeria Ciarambino, quotata da un sondaggio Ipsos «al 13%». Fin qui le sfide di cui si può parlare, ma ci sono

quelle da scrollata di spalle: il Veneto, la Toscana e le Marche. Nella terra del doge Zaia, «la prova di testimonianza dei grillini» ha il nome e cognome di Enrico Cappelletti. Nella patria del Giglio magico, invece, c’è Irene Galletti. La doppia cifra da queste parti sembra un sogno. Stesso discorso

TRA CANDIDATI DI BANDIERA DEBOLI E VETI INCROCIATI, VERSO LA RESA DEI CONTI INTERNA A SETTEMBRE

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I MEETING

Gli incontri internazionali nella residenza romana. Un pranzo con il Ppe Manfred Weber e, sopra, con Putin e Dudù (foto dal settimanale Chi)

nelle Marche, con Mario Mercorelli. Ma cosa potrebbe accadere la notte del 21 settembre davanti a una vittoria del centrodestra per 4-2 e con il M5S alle prese con percentuali poco lusinghiere? Si spianerà la strada alla rifondazione grillina voluta da Di Battista oppure i vertici partoriranno un direttorio ultra-conservativo? «In questo momento storico parlare di leader è come voler a tutti i costi costruire una casa partendo dal tetto invece che dalle fondamenta», dice il deputato M5s e presidente della Commissione politiche Ue Sergio Battelli. Nel frattempo, però, il gioco dei veti e della mancate alleanze gonfia le vele del centrodestra che punta alla spallata di settembre, complice il possibile autunno caldo del Paese in crisi. Simone Canettieri © RIPRODUZIONE RISERVATA

svolgevano feste e divertimenti. Come quando, per restare nella sfera politica, si affollarono di bella gente questi saloni, con i palloncini che volavano, per esempio per celebrare la vittoria del 2008. E chi non ricorda il vecchio parlamentino forzista nel palazzo? E l’ammezzato in cui si sfornava il Mattinale? E l’ansia bonaria di Berlusconi quando Tatarella andava in bagno: «Lo lascia sempre in disordine»? E la spending review della Pascale contro i leggendari fagiolini («Troppo carestosi!», esclamava in slang napoletano) a 80 euro al chilo? Ma questi sono i fasti di un tempo. Quando in piena notte se Silvio leggeva sui giornali freschi di stampa qualcosa che non gli garbava, chiamava l’Ansa. Gli passavano i dimafoni e lui: «Sono Silvio Berlusconi». E loro, per nulla colpiti dal calibro dell’interlocutore: «Va bene, titolo?». Ora è tutto un po’ crepuscolare. E siccome Silvio non viene quasi più, il partito lavora nella sede di Piazza in Lucina. Nel sintonizzarsi sul “nuovo”, nell’esigenza di andare all’essenziale, che riguarda anche un tipo sensibile come Berlusconi agli stati d’animo collettivi, rinunciare a Palazzo Grazioli è nelle cose. E come molti strappi sentimentali può fungere anche questo come una spinta verso il futuro. Tra Arcore, la villa di Marina in Provenza dove Silvio si trova benissimo e la voglia di frequentare Bruxelles come padre nobile del popolarismo europeista, per Berlusconi Palazzo Grazioli è una spesa non più essenziale come un tempo. E la ex villa di Zeffirelli, svuotatadi tutti i cimeli che sono andati nella Fondazione intitolata al maestro, è un posto magico dove recarsi quando serve, anche per lavorare con più concentrazione. Mario Ajello

ESTRATTO BANDO DI GARA Servizi a rete Srl, Contrà Ped. San Biagio 72 – 36100 Vicenza IT. telefono 0444/394787, email aimvicenza@legalmai.it, indirizzo internet www.serviziaretesrl.it; rende noto che è stata indetta una gara a procedura aperta per la manutenzione straordinaria del centro satellite “Cavalieri Vittorio Veneto” di via Cav. Di Vittorio Veneto a Vicenza – CIG 83368244CD. L’importo complessivo a base d’asta è pari a € 441.025,29, di cui € 7.981,60+IVA per oneri della sicurezza non soggetti a ribasso. La procedura è gestita integralmente con modalità telematica, con accesso elettronico, gratuito e diretto alle informazioni e documenti di gara: http://portalegare.aimvicenza.it/portale/. Termine ricevimento offerte: 16/07/2020 ora: 16:00. Presentazione GUUE: 11/06/2020. Pubblicazione GURI: 19/06/2020 cod. TX20BFM13269 Il Responsabile del Procedimento: dott.ing. Roberto Bottin

Rubrica di Gare, Aste, Appalti e Sentenze


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Sport

Lunedì 29 Giugno 2020 www.gazzettino.it

GIOVANNI E’ GIA’ UNA FRECCIA Il sedicenne degli Arcieri Ciliensi ha conquistato il tricolore nella categoria Ragazzi e vari titoli regionali `

«Giocavo a volley e durante un torneo c’era un’esibizione dimostrativa di tiro con l’arco, è stato amore a prima vista» `

TIRO CON L’ARCO Titolo italiano 2018 di arco olimpico nella categoria Ragazzi, bronzo tricolore a squadre 2016 – 2017 – 2018, campione regionale in carica Allievi indoor ed outdoor. Giovanni Menegaldo è molto più di un promessa del tiro con l’arco regionale. Atleta sedicenne in forza agli Arcieri Ciliensi, ha iniziato la sua avventura nel 2015 con gli Arcieri San Donà, trasferendosi l’anno successivo a Mestre, alla corte degli Arcieri del Doge, sodalizio con il quale nel 2016 e 2017 ha vinto due medaglie di bronzo tricolori a squadre, prima di trovare definitivamente sistemazione a Ceggia. TALENTO Titolo italiano 2018 di arco olimpico tra i Ragazzi, bronzo tricolore a squadre 2016 – 2017 – 2018 per Giovanni Menegaldo, 16 anni

PASSIONE Una passione che in Giovanni è nata quasi per caso, ma quando la scintilla si è accesa, quello con l’arco è stato amore a prima vista. “Giocavo a pallavolo con le giovanili del Cessalto – ha spiegato il giovane arciere – sino a quando, a margine di un torneo disputato sulle rive del Lago di Santa Croce, ho avuto modo di provare la disciplina del tiro con l’arco in un’area

«A CEGGIA HO COMPIUTO UN GRANDE SALTO DI QUALITÀ CHE MI HA PROIETTATO SUL TETTO D’ITALIA»

Il titolo italiano è stato un ulteriore input nel tuo processo di crescita. “Indubbiamente.

Maerne, rimane in piena attività la sezione femminile Se la formazione maschile rinuncerà alla ad iscriversi al campionato di Prima categoria, rimane in attività regolarmente la sezione femminile del calcio Maerne. Tra l’altro si tratta di una realtà di assoluto prestigio perché parteciperà al prossimo campionato di Eccellenza e vanta un settore giovanile di assoluto livello con tre squadre di bambine e

ragazze che parteciperanno ai campionati di categoria ed è stata ammessa al prestigioso Torneo Internazionale Danone Cup ( con la presenza di tutte le maggiori squadre femminili nazionali, quali Inter, Juve, Milan, Verona, Udinese, Roma, Napoli solo per citarne alcune), oltre ad essere affiliati al società femminile del Cittadella. Il responsabile

ATLETICA Successo di partecipazione, entusiasmo. Gli ingredienti vincenti che hanno caratterizzato la manifestazione allestita da Biotekna Marcon. La società di Boschiero, unitamente alla romana Kronos, hanno dato vita ad una staffetta virtuale, con 100 atleti, 50 per ogni team, i quali, ciascuno nel proprio territorio, hanno percorso una frazione di 5 chilometri. Insomma coprendo la distanza, appunto virtuale, da Piazzale Roma di Venezia a Piazza Venezia di Roma. In concreto 500 chilometri coperti da 100 runners nel tempo totale di 42 ore 04’38”. In un messaggio augurale il governatore Zaia ha espresso il proprio plauso all’intraprendente idea, lodando altresì l’iniziativa di raccogliere fondi da devolvere alla Regione Veneto per l’emergenza Covid-19.

OLTRE CENTO ATLETI HANNO PARTECIPATO ALLA MANIFESTAZIONE CHE ERA STATA ORGANIZZATA DA BIOTEKNA MARCON

TITOLO

Calcio

e principale sponsor del settore femminile Italo Maggiolo assicura che l’attività proseguirà normalmente ed anche il presidente Paolo Anoè ha garantito il massimo appoggio alla sezione femminile. La società, tornando al settore maschile ha ringraziato i tifosi e precisato. “Nonostante l’amore e la

Venezia-Roma, staffetta virtuale

Questo il mezzo centinaio di marconensi impegnati, con re-

adiacente, dove era in corso un’esibizione dimostrativa libera a tutti. Mi è bastato scoccare quattro frecce, per capire che quello era il mio sport”. Allora è iniziata la ricerca di una compagnia di arcieri. “Esatto. Mi sono informato ed ho finito per approdare in quel di San Donà, ma l’anno successivo mi sono trasferito a Mestre, dove ho avuto modo di compiere notevoli passi in avanti dal punto di vista tecnico, vincendo anche le mie prime medaglie tricolori a squadre. Poi, ho incontrato il mio attuale allenatore Gianfranco Fornasier. E’ stato grazie a lui se nel 2018 sono arrivato a Ceggia, potendo così compiere, grazie a suoi consigli, il definitivo salto di qualità che mi ha proiettato sul tetto d’Italia della categoria Ragazzi”.

LA SFIDA Tra i vari partecipanti spicca la prestazione di Matteo Gobbo

lativo riscontro crono: Igor Biasuzzi 22.35; Marco Franz 21.50; Chiara Daneluzzi 21.48; Andrea Scarpa 18.44; Livio Martinovich 18.48; Giuliano Uggeri 22.30; Silvio Dus 22.23; Andrea Busetto 26.28; Franco Furlanetto 20.07; Lisa Sant 28.53; Mariagrazia Sportiello 29.20; Mariella Saccora 21.35;

Massimiliano Bedendi 21.43; Daniele Morbio 23.26; Roberto Genovese 23.30; Filippo Rappazzo 22.04; Claudio Canton 26.43; Patricia Salazar 30.28; Marco Guerra 22.32; Oscar Zanini 24.03; Luciana Francescato 24.58; Valentina Andrioletti 28.25; Roberto Buoso 28.41; Sergio Favaro 20.04; Giulia Ve-

dovato 28.25; Barbara Re 27.36; Francesca Lotto 26.30; Erika Brandolisio 24.38; Tommaso Torriero 23.55; Stefania Costa 30.04; Enrico Trevisan 21.23; Paolo Dichiara 24.43; Paolo Trentin 24.50; Angelo Ragazzo 21.58; Kiran De Grandis 22.24; Cristina Zacco 28.32; Daniele Baschiera 23.47; Daniele Sperti 24.29; Francesco Favaretto 23.48; Franco Sciacca 24.45; Flavio Vona 21.50; Francesco Petrunelli 17.14; Luca Del Prete 26.26; Pietro Potente 23.05; Katia Menegaldo 27.49; Tommaso Adragna 27.31; Marco Lorenzetto 25.04; Fausto Vanzella 36.06; Luca Pulone 36.06; Matteo Gobbo 15.35; Robert Kirui 17.50; Jacopo Penzo 32.55; Luca Pilon 22.53; Massimo Negretto 27.23; Giovani Netti 24.57; Alberto Furlan 39.51. Concorrenti Biotekna 56 con un riscontro totale di 23.08.00. Mentre per Kronos hanno corso 55 staffettisti, tempo totale 25.15.12. Migliori crono della giornata da stradisti di lunga militanza, con personali d’interesse. Sono il 45.nne Matteo Gobbo: 15.35 (personali: 10 km strada: 32.07; 3000: 9.17.67; mezza maratona: 1.10.47) e Mariella Saccora,classe 1970, tempo 21.35 (PB: 10 km strada: 43.52; mezza maratona 1.27.56). Francesco Marcuglia © RIPRODUZIONE RISERVATA

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passione che ha sempre messo in campo in questi ultimi anni, a seguito delle notevoli difficoltà si vede costretta a fare un passo indietro, motivo per cui nella prossima stagione la Prima Squadra e Juniores non saranno iscritte ai rispettivi campionati di appartenenza” . L. Per. © RIPRODUZIONE RISERVATA

E’ stata un’affermazione importante che mi ha fatto capire in maniera chiara ed inequivocabile quale debba essere il mio percorso, le mie potenzialità. Non lo considero sicuramente un momento di appagamento, bensì guardo avanti e penso a migliorarmi il più possibile. Ben sapendo che per ogni traguardo servono tanti sacrifici, tante ore di allenamento sempre con il massimo impegno. Come del resto sto facendo anche in questo periodo di grande incertezza per l’emergenza Coronavirus”. Competizioni sospese a tutto agosto. Questa stagione è ormai da mettersi definitivamente alle spalle. “A questo punto penso proprio di sì. Ed è davvero un peccato, perché se dopo il lockdown ormai mi sto allenando a pieno regime, l’assenza di competizioni agonistiche incomincia a farsi sentire. Manca quel brivido, manca quell’adrenalina che solo le gare sanno dare. Soprattutto, manca il confronto con i più forti, in quanto è guardando come tirano loro, che puoi carpire qualche dettaglio che ti può far migliorare ulteriormente”. Andrea Ruzza © RIPRODUZIONE RISERVATA

«HO RIPRESO AD ALLENARMI MA LA MANCANZA DI COMPETIZIONI COMINCIA A PESARMI»

Riccardo Chiarini si impone al campionati E-Bike di Carpi MTB Buone notizie per i corridori della Scuderia Torpado-Sudtirol-Blacks di Cavarzere grazie a Riccardo Chiarini che si è affermato nella prima prova del Campionato Italiano per E-Bike svoltasi nel Crossodromo di Carpi, in provincia di Modena, e organizzata dalla Fmi. L’atleta del presidente e team manager, Sandro Lazzarini, in sella alla Torpado Xanto N, Full E-Bike motorizzata Shimano E-8000, ha preceduto il campione del mondo in carica della specialità E-X Bike, Roberto Fabbri. Il successo di Riccardo Chiarini è andato ad aggiungersi a quello ottenuto nei giorni scorsi dall’altra portacolori della scuderia veneziana, Katazina Sosna, che si era affermata nella gara su strada a Ploksciai (Lituania) in occasione del Sakiai Grand Prix 2020. Chiarini, che è nato a Faenza il 20 febbraio 1984 ed è veneziano di adozione, è stato per otto anni ciclista su strada e quindi professionista dal 2011 al 2013 all’Androni di Gianni Savio. Si dedica alla specialità Marathon e segue il mountain-bike da quando è approdato alla Scuderia Torpado difendendo i suoi colori nel 2014, 2015, 2016 e dal 2018 fino ad ora; mentre nel 2017 era passato al Team Nob-Selle Italia in attesa che il club veneziano dedicasse le proprie attenzioni anche al settore marathon. Tra i successi più importanti del biker la vittoria nella 6. tappa del-

la CapeEpic del 2014, nella Marathon Iblei del 2018 e quella nella 13. Etna Marathon del 2019; mentre nel 2016 aveva vinto le medaglie d’argento nella Kronplatzking e Tremalzo Bike. Tra le vittorie nelle gare su strada di Riccardo spicca, tra le altre, quella nel prestigioso Trofeo Matteotti del 2010. I prossimi appuntamenti del Campionato Italiano di E-Bike sono stati programmati per il 4 luglio a Verola Nuova; il 27 luglio a Carpi; il 30 agosto a Bovolenta; il 19 ottobre a Boves e l’8 novembre a Milano. E’ iniziata dune veramente alla grande la stagione 2020 per i biker del Team Torpado-Sudtirol di Cavarzere. L’ultima “perla” della serie è arrivata dalla vittoria ottenuta da Peeter Pruus nella prima prova dell’Hosqvarna Cup Xco svoltasi in casa, in Estonia. Il successo di Pruus è andato ad aggiungersi a quelli ottenuti nei giorni scorsi da Riccardo Chiarini nella prima prova del Campionato Italiano E-Bike svoltasi a Carpi e da Katazina Sosna al Sakiai Gran Prix 2020 in Lituania. L’inizio di stagione per Cavarzere era stato caratterizzato dall’inaspettato “botto” realizzato ad Hatta, negli Emirati Arabi, nella prima edizione della Hero Dubai, tappa di apertura del neonato circuito Hero World Series programmata sulla distanza di 60 km con un dislivello di 1600 metri, dove gli stessi Sosna e Pruus avevano conquistato l’argento. © RIPRODUZIONE RISERVATA


LUNEDÌ 29 GIUGNO 2020 IL MATTINO

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PROVINCIA

Il caso

Vo’, conto salato per l’emergenza covid Il prefetto: pronti a intervenire se serve Da ripianare 50 mila euro di spese straordinarie sostenute. Il Comune di Ponte San Nicolò lancia una gara di solidarietà do al caso di Vo’ il prefetto lascia la porta aperta: «Se il sindaco lo riterrà opportuno avremo senz’altro modo di confrontarci e di capire se ci sono le condizioni per intervenire e in quale modo. Avremo sicuramente l’occasione di parlarci se ve ne sarà la necessità».

Nicola Stievano / VO’

Il coronavirus presenta il conto a Vo’, ed è un conto salato per il piccolo comune dei Colli Euganei, quattro mesi fa catapultato in prima linea allo scoppio della pandemia. Alcune decine di migliaia di euro per le spese sostenute nel corso dell’emergenza, a partire dai 15 giorni di isolamento come “zona rossa”. Una somma importante che pesa sulle casse comunali dell’ente pubblico, alle prese come gli altri Comuni con minori entrate a fronte di uscite straordinarie e del tutto impreviste. Cinquantamila euro, più o meno, che il Comune dovrà in qualche modo recuperare, anche se il sindaco, Giuliano Martini, una volta che la voce ha iniziato a girare, non gradisce troppo clamore, sceglie la linea del silenzio e non avanza, almeno pubblicamente, lamentele né altre rivendicazioni o richieste di aiuto. Non a caso il prefetto di Padova Renato Franceschelli fa sapere di avere appreso la notizia solo ieri dalla stampa e di non avere sul tavolo, al momento, nessuna comunicazione da parte dell’amministrazione di Vo’. NESSUN ATTO UFFICIALE

«A oggi non mi risulta che il sindaco abbia presentato una richiesta in questo senso», afferma Franceschelli, «e quindi non ho idea nello specifico della natura di queste spese. Tutti i Comuni si trovano in una situazione di

IL SINDACO

I posti di blocco a Vo’ nelle due settimane di “zona rossa”. Sopra il sindaco Giuliano Martini, sotto il prefetto Renato Franceschelli

disagio finanziario in questo periodo e molti si sono trovati a sostenere dei costi imprevisti e straordinari che si ripercuotono sul bilancio». Sulla possibilità di recuperare qualche risorsa aggiuntiva proprio per aiutare Vo’ e gli altri Comuni che si trovano in difficoltà Franceschelli si dice pronto a valutare la situazione. «Naturalmente attendo di capire meglio i dettagli della questione e di verificare se queste spese posso-

no essere riconducibili a qualche forma di rimborso da parte del Dipartimento nazionale di Protezione Civile». CONFRONTO CONTINUO

Il prefetto, fin dal primo giorno dell’emergenza, ha coordinato con il suo staff la gestione della “zona rossa” di Vo’ e del lungo lockdown in tutta la provincia con le restrizioni e le deroghe delle prime settimane, seguite dal-

le progressive riaperture attraverso le linee guida, in un continuo dialogo con i sindaci, le forze dell’ordine, le organizzazioni professionali, i sindacati e tutte le istruzioni. Un periodo di lavoro intenso, segnato dalla necessità di trovare delle risposte rapide. Tutto questo ha comportato un esborso di denaro, a partire dai Comuni che certo non disponevano di risorse e che anzi si trovavano con i bilanci già blindati. «Le

difficoltà finanziarie di questi mesi non sono una novità», aggiunge Franceschelli, «e le cronache hanno già riportato più volte il disagio in cui versano i nostri amministratori locali, a partire dalla città di Padova, dai Comuni del bacino termale, solo per citarne alcuni. In periodi di emergenza tutti si trovano a dover affrontare delle spese straordinarie mentre, di contro, le entrate e gli introiti sono in sensibile calo». Tornan-

il paese simbolo

Dall’incubo “zona rossa” alla rinascita con Mattarella Il 21 febbraio registrava la prima vittima italiana da coronavirus Tre campagne di tamponi per uno studio scientifico VO’

Fine febbraio: l’inizio di un incubo. Vo’ sale, suo malgrado, agli onori della cronaca nazionale e mondiale per il primo morto da covid-19. È il 21 febbraio e all’ospedale di Schiavonia si spegne Adriano Trevisan, pensionato di 77 anni. È il papà dell’ex sindaca Vanessa. Gioviale, in paese è per tutti “el Moro” per la sua carnagione scura. Con lui si è ammalato Renato Turetta, 67 anni, che morirà una ventina di giorni dopo: il 10 marzo. Amici,

giocavano spesso a carte nello stesso bar. Su Vo’ si addensano fittissime le nubi del coronavirus. Il paese si ferma. Subito viene blindato l’ospedale di Schiavonia: inizia la giostra di mascherine, guanti e tamponi a tappeto. Da Roma arriva l’ordine che non ammette repliche. Reca la firma del premier Conte: Vo’, assieme alla lombarda Codogno, viene dichiarato “zona rossa”. Da qui non si entra né si esce per 14 giorni. Una misura adottata per contenere la diffusione del terribile virus. È il 24 febbraio. Vengono mandati anche i militari a presidiare i dieci varchi di accesso al paese. Garantiti i rifornimenti di generi di prima necessità, assicurati i servizi. Per il resto nessuno sconfinamento è concesso. Qualcu-

no in paese mugugna, annuncia sit-in di protesta. I più capiscono la situazione e il paese si riscopre solidale. Tanti piccoli, grandi gesti attenuano l’isolamento che non è certo una passeggiata. Intanto iniziano le campagne di tamponi. La prima subito dopo la morte di Trevisan per fotografare la situazione sanitaria. Alla chiamata rispondono 2.800 dei 3.300 abitanti. Il 29 febbraio a Vo’ giungono in visita ufficiale il prefetto Renato Franceschelli e il questore Paolo Fassari. Intanto tre giovani medici si fanno avanti per garantire le prestazioni di medicina di base in sostituzione dei colleghi positivi al covid: sono Paolo Simionato, Luca Sostini e Maria Teresa Gallea, che il 2 giugno riceveranno dal presidente

Il primo giorno senza mascherina dopo quasi 4 mesi

Mattarella l’onorificenza di cavaliere al merito della Repubblica. Sono i primi a offrirsi. Prendono servizio dal primo marzo. Qualche giorni dopo, il 6, parte la seconda campagna di tamponi, rivolta a tutta la popolazione su base volontaria. Anche in questo caso la

risposta è di massa: si presentano in 2.400. Il 13 marzo la terza vittima vadense da covid: è Andreina Santimaria, 83 anni. Il primo maggio in accordo con l’Università di Padova nuovo giro di tamponi a sostegno di uno studio scientifico che ha valore mondiale. Vo’

Interpellato, il sindaco di Vo’, Giuliano Martini, non ha la minima intenzione di tornare pubblicamente sull’argomento e non nasconde la sua irritazione per come siano state diffuse le notizie che riguardano il piccolo comune da quattro mesi sotto i riflettori per tutto ciò che in qualche modo è legato al coronavirus e ai suoi effetti. «Non mi chieda nulla», replica al telefono, «su questa faccenda non voglio dire altro, perché poi sono sicuro che le mie parole saranno travisate e distorte, come è già successo, quindi non ho nient’altro da aggiungere su questa faccenda e sulle spese che abbiamo sostenuto. È un dato di fatto sul quale non voglio dire altro, non c’è alcun intento polemico da parte mia, io non accuso nessuno. Non voglio dire nulla sull’argomento». Ma quanto uscito, intanto, ha dato vita persino a una piccola gara di solidarietà aperta dal Comune di Ponte San Nicolò, che ha donato mille euro a favore di Vo’, invitando i colleghi a fare altrettanto. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

non si sottrae: 2.738 accettano di partecipare allo screening. Il governatore Luca Zaia propone per il paese e i suoi abitanti il massimo encomio veneto: il Leone d’Oro. E chiede anche al presidente della Repubblica di riconoscere il valore dimostrato dalla gente di Vo’. Il 24 maggio il vescovo Claudio Cipolla sceglie il paese simbolo della lotta alla pandemia per il ritorno dei fedeli alla messa domenicale. Celebra a Vo’. Il 15 giugno la quarta vittima vadense del virus: è Francesca Gomiero, 52 anni. Il paese, forse prima del resto d’Italia, dopo quasi quattro mesi intravvede comunque la luce. Ma la battaglia, soprattutto nelle prime due settimane di isolamento, è stata durissima. Ne è consapevole Sergio Mattarella che annuncia la volontà di essere a Vo’ per la ripresa della scuole: visita ufficiale nel primo giorno di ritorno sui banchi. Un segnale di attenzione verso una comunità che ha sofferto, ha saputo reagire e ha dato tanto alla ricerca scientifica . — A.D.M.


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