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REGIONE
SABATO 2 NOVEMBRE 2019 CORRIERE DELLE ALPI
le grandi opere incompiute
Strada del mare Meolo-Jesolo dopo il Cipe si aprono le buste L’assessore De Berti: «Con la nomina del ministro De Micheli sono più serena A Roma non hanno più il freno a mano tirato come ai tempi del grillino Toninelli» VENEZIA. «La superstrada del Mare Meolo-Jesolo? La procedura si è sbloccata e da quando il ministro Paola De Micheli ha preso il posto di Danilo Toninelli sono più serena. A Roma non hanno più il freno a mano tirato sui progetti del Veneto. Quel ministro grillino è stato un incubo, ora la musica è cambiata. Stiamo modificando la convenzione e dopo il via libera del Cipe la giunta Zaia è pronta ad aprire le buste per assegnare i lavori per la Via del Mare». L’assessore Elisa De Berti raramente ama polemizzare e a chi le obietta che la Lega ha cancellato tutti i project delle Grandi Opere ereditati da Galan, risponde con gli interventi sbloccati dal Cipe. Siamo a pochi giorni dal “ribaltone” di Salvini al Papeete e i toni sono trionfalistici: avviate opere per 30 miliardi di euro, dice la nota del Conte1 con la Lega che canta vittoria. A scorrere quei fogli, risaltano le eterne incompiute d’Italia e anche
del Veneto: la Valsugana a Bassano, il primo lotto della tangenziale di Vicenza e il Bellunese, dalla galleria di Col Trondo agli interventi su Cortina, con la tangenziale e la viabilità per i mondiali di sci 2021. Poi si parla delle linee regionali dei treni da elettrificare e della terza corsia A4 Venezia-Trieste. Nell’ultimo ca-
Le richieste dei comuni del litorale Meolo vuole garanzie sugli attraversamenti
L’assessore Elisa De Berti con Silvano Vernizzi di Veneto Strade
poverso compare la superstrada “Via del Mare tra Jesolo e litorali” con il Cipe che conferma gli espropri, come primo atto concreto di riavvio dell’iter per realizzare la superstrada modello Pedemontana2. Lo stop è del 2015, legato all’ inchiesta della magistratura veneziana, un capitolo che
si è chiuso. «Ho già incontrato i sindaci di Meolo, San Donà, Roncade, Jesolo e Cavallino per valutare come procedere con il progetto, che risale a diversi anni fa. Il boom del turismo sul litorale è costante in tutto il Veneto orientale e la superstrada Meolo-Jesolo è assolutamente indispensabile. Abbiamo ripreso in mano il dossier, dopo lo stop imposto dalla magistratura», spiega ancora l’assessore Elisa De Berti. «A luglio è stato rinnovato il vincolo sugli espropri e ora auspico che si possa procedere in tempi rapidi con il rinnovo della convenzione, che era stata ricusata dalla Corte dei Conti. Ci saranno ulteriori incontri tecnici per affinare la procedura e dopo il via libera definitivo del Cipe ci sarà l’apertura delle buste con l’assegnazione dei lavori con una gara europea». Tutto facile? Il sindaco di Meolo Daniele Pavan, che guida una giunta di centrodestra, ha presentato le sue richieste: priorità alla sicurezza degli attraversamenti; spostare la barriera d’ingresso della superstrada dopo la rotatoria con la Triestina; progettare un collegamento ferroviario che dalla linea Trieste-Venezia a Meolo raggiunga il litorale con annesso scambio intermodale. Ci penserà Luca Zaia a trovare la quadra: la campagna elettorale è alle porte e arrivare a Jesolo da Treviso in 20 minuti invece di due ore vale più della riconferma. — Albino Salmaso BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
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se ne parla dal 2004
Una superstrada di 18 chilometri con il pedaggio Se ne parla dal 2004, quando fu inserita nel Prt: il progetto prevede una superstrada a pedaggio dal casello autostradale di Meolo-Roncade, sulla A4, fino alla rotatoria alle porte di Jesolo, dopo aver percorso la regionale 89 Treviso-Mare fino a Caposile. Un tratto lungo18,8 chilometri, con un investimento iniziale di 210 milioni che sarà lievitato. L’obiettivo è creare un collegamento veloce tra l’autostrada A4 e le località balneari di Jesolo, Cavallino ed Eraclea, intercettando il traffico turistico. Sono previsti sei caselli per l’ingresso alla superstrada mentre, per quanto riguarda il pedaggio, la proposta prevede l’esenzione per i residenti dei quattro comuni attraversati dalla superstrada, oltre a quelli di Fossalta di Piave, Eraclea e Cavallino. Sarà davvero così? Il comune di Meolo ha presentato ricorso al Tar e posto forti vincoli per salvare la viabilità locale. Il soggetto promotore porta la firma “La Strada del Mare Srl”, joint tra Adria Infrastrutture Spa, Strade del Mare Spa e Consorzio Via del Mare. Il concessionario sarà individuato con una gara europea per l’affidamento in project financing della progettazione, realizzazione e gestione dell’opera. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Il costituzionalista Mario Bertolissi ha pubblicato con Marsilio un libro che analizza le ragioni del confronto in corso fra il governo e le tre regioni leader in Italia per correggere tante storture
Autonomia, riforma necessaria per credere ancora nello Stato Mario Bertolissi durante una conferenza all’università di Padova
L’ANALISI
MARIANO MAUGERI uello che colpisce è il silenzio, l’indifferenza, l’inerzia. Come se una riforma fondamentale come quella sul regionalismo differenziato fosse una partita a quattro fra le tre regioni che ne hanno fatto richiesta e il governo. Fine delle trasmissioni. E invece no, alza la sua voce pacata Mario Bertolissi, professore di diritto Costituzionale al Bo (l’ateneo patavino) ed estensore di un libro denuncia (“Autonomia, Ragioni e prospettive di una riforma necessaria”, Marsilio editore) che è molto di più di un sasso nello stagno. Con una scrittura a tratti felpata, a tratti felina il professore friulano erede di quel maestro istriano della scuola giuspubblicistica che risponde al nome di Livio Paladin, sviluppa un ragionamento che si irradia attorno a un nucleo fondamentale: «È bene sapere che un rilevante debito pubblico, una reputazione ai minimi termini, una situazione della disoccupazione giovanile patologica, un prodotto interno lordo che arranca e una pub-
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blica amministrazione inefficiente sono fattori in grado di destabilizzare la democrazia». Bertolissi ci mette 20 pagine prima di vergare l’assunto senza il quale chiunque potrebbe sentirsi in diritto di pronunciare fesserie a piacere. Da appassionato professore patrocinante davanti dalla Consulta per conto della Regione Veneto di interminabili udienze (comprese quelle sull’autonomia e sul referendum), il costituzionalista padovano sale in cattedra e av-
Inefficienza, Pil debole e alta disoccupazione mettono in pericolo la stessa democrazia verte: badate bene, qui parliamo prima di tutto di rischi per la democrazia. Esempio: «Il problema non è tanto quello di premiare l’efficienza, ma di non consentire che persista un sistema che incoraggi l’inefficienza». Come dire: l’emergenza sono le Regioni che sgovernano nell’indifferenza generale. Senza che qualcuno – tranne la Corte dei conti a babbo mor-
to – abbia il coraggio di sanzionare e punire. Le cronache vanno in soccorso quotidianamente alla tesi del professore. In un giorno qualsiasi di metà settembre si scopre che i deputati (si sono autopremiati con questo appellativo, il che la dice lunga) dell’assemblea regionale siciliana non possono approvare nessuna legge di spesa fino all’inizio del 2020. Le casse sono vuote e il debito viaggia tra i 7 e gli 8 miliardi. Non va meglio in Campania, dove il governatore Vincenzo De Luca ironizza come un cabarettista consumato sulle vicende dell’universo mondo, rimuovendo il suo debito, il doppio di quello isolano, con l’aggravante dei conti tecnicamente in default del Comune di Napoli, il terzo d’Italia per numero di abitanti. Fino a quando gli italiani, la prima linea governativa e il Parlamento potranno infischiarsene? Perché il debito non nasconde la mala gestio, come la spazzatura che sommerge da anni la Sicilia, con le discariche in mano privata sature, percentuali ridicole di differenziata e neppure un termovalorizzatore. La monnezzopoli campana del 2008, una catastrofe che rimabalzò
la presentazione
Confronto di idee con un docente partenopeo e Zaia Lunedì 11 l’auditorium M9, al Museo del ’900 in via Pascoli 11 a Mestre, ospiterà la presentazione del libro di Mario Bertolissi “Autonomia, ragioni e prospettive”, edito da Marsilio. Con l’autore, professore di Diritto costituzionale all’Università di Padova, Alberto Lucarelli, docente di diritto Costituzionale all’Università Federico II di Napoli, e il presidente della Regione Veneto Luca Zaia. Modera l’incontro il giornalista Paolo Del Debbio.
su tutte le tivù del pianeta, non ha insegnato nulla. È qui che Bertolissi s’impunta: perché le tre regioni che vogliono essere più autonome (insieme rappresentano il 40% del Pil italiano) non possono reclutare i professori migliori e pagarli di più? Perché non aspirare a una sanità ancor più di qualità. E perché non trasferire le pratiche migliori nelle aree in ritardo di
sviluppo? Insomma, fateci sperimentare, innovare, ricercare. Altrimenti una democrazia prima appassisce, poi muore. La risposta non c’è. Il Parlamento tace. E il governo gialloverde ha spinto la decisione sempre più in là, fino a vanificarla. Il succo della vicenda è piuttosto disarmante, soprattutto per uno come Bertolissi che è stato ed è ancora il capo della delegazione trattante. Roma vuole tenersi ben stretta la sua egemonia. E astutamente si pone l’obiettivo di
Roma vuole conservare la propria egemonia e punta a vincere per sfinimento portare alla resa il Veneto e le altre due regioni del Nord per sfinimento. La solita miopia che in questo caso appare più simile all’ottusità. Tacciono anche il Quirinale e il suo inquilino, che prima di varcare il soglio laico della Repubblica rivestiva il ruolo di giudice della Consulta in forza del suo incarico di docente di diritto Parlamentare. Ecumenico Mattarella, quando
caldeggia una soluzione «praticabile e conveniente all’intera collettività». Eppure il 116 terzo comma è un articolo della Costituzione. Così come l’articolo 97 – totalmente disatteso come ripete più volte Bertolissi – secondo il quale “i pubblici uffici sono organizzati in modo da assicurarne l’imparzialità e il buon andamento dell’amministrazione”. Vuol dire che il 116 farà la stessa fine dell’articolo 1, 3, 4, 97, etc, etc, perché - come ci hanno insegnato i professori di diritto Costituzionale - bisogna distinguere tra Costituzione formale e materiale? I veneti in questa battaglia sono rimasti soli. I nemici da battere innumerevoli: ci sono i pavidi, gli oppositori a oltranza, quelli in malafede e chi vive qualsiasi cambiamento come un affronto. Il verbo innovare non fa parte del lessico tecnocratico. La sensazione è che si metta male. Bertolissi lo fa solo trasparire e forse per esorcizzarla riporta una battuta che auguriamoci non sia l’epitaffio dell’autonomia differenziata: «A Roma non è la politica a servirsi della burocrazia, ma la burocrazia a esprimersi come politica». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
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Treviso
Sabato 2 Novembre 2019 www.gazzettino.it
“Carta dell’accoglienza” per i turisti della Marca
IL LUTTO TREVISO Era uno degli ultimi gio-
catori del grande Treviso allenato da Nereo Rocco a cavallo degli anni ‘40 e ‘50. Giancarlo Zorzi, fondatore della storica azienda di rimorchi di via Postumia a Fiera, si è spento all’età di 88 anni. Da qualche tempo viveva assieme alla moglie Corinna, sua coetanea, nella residenza per anziani Casa Mia di Dosson di Casier. Alla fine della settimana scorsa le sue condizioni di salute, già precarie, sono precipitate. E lunedì il suo cuore ha smesso di battere.
LA NOVITÀ TREVISO Progetto “Porte dell’ac-
LA STORIA Nel corso della sua vita Zorzi è riuscito a distinguersi in diversi campi. Innanzitutto in quello sportivo. Nel 1949 è stato tra i protagonisti del trionfo del Treviso Calcio che vincendo il campionato di serie C dopo 25 anni di attesa ha strappato la promozione in serie B. L’anno successivo in panchina è arrivato Nereo Rocco, il paròn, rimasto al Treviso fino al 1953, che negli anni ‘60 costruì il proprio mito alla guida del Milan conquistando due Coppe dei Campioni e una Coppa Intercontinentale. Zorzi, nel suo ruolo di difensore, disputò campionati di ottimo livello sia in serie C che in serie B. Ma quello non era affatto il calcio dorato di oggi. Tanto che a un certo punto dovette scegliere cosa fare da grande.
LA SCELTA Messo da parte il sogno calcistico, divenne un imprenditore di grande successo, lasciando un segno profondo nel settore dei trasporti della Marca, e non solo. Suo padre aveva già avviato un’azienda di componenti per la produzione di pasta. Dopo la Prima guerra mondiale, l’attività fu riconvertita nell’allestimento di rimorchi con pez-
LA STORIA Il Treviso di Rocco, in piedi a destra: cerchiato di rosso un giovane Giancarlo Zorzi
Addio a Giancarlo Zorzi, una vita tra camion e calcio Negli anni ‘50 ha giocato nel Treviso del “Paron” Rocco è stato il fondatore dell’azienda leader nei trasporti pesanti
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zi ricavati da autocarri usati nel conflitto e poi abbandonati. Ma è stato proprio Giancarlo, dopo il 1950, a far emergere il marchio Zorzi, lanciando l’azienda ai massimi livelli nel settore dei veicoli per il trasporto industriale, la progettazione e la vendita di rimorchi, semirimorchi e veicoli industriali per trasporti speciali ed eccezionali.
CAMBIO AL VERTICE E’ rimasto alla guida della società fino a una ventina di anni fa. Poi ha ceduto tutto. Ma il
marchio Zorzi è ancora un tratto distintivo. Nel 2013 è infatti nata la Zorzi 2.0 Srl, sorta dall’incontro tra la stessa famiglia Zorzi e l’azienda Menci & C. Spa, leader nel settore dei semirimorchi e delle cisterne per trasporto di mangimi. La sede operativa è sempre nel quartier generale di via Postumia. Giancarlo lascia la moglie Corinna, a sua volta in condizioni di salute precarie.
IL RICORDO «Erano entrati assieme nella
residenza Casa Mia di Dosson perché erano molto legati e non volevano separarsi», ricordano dalla famiglia. Oltre alla moglie, Giancarlo lascia la figlia Carla con Bruno e l’adorata nipote Federica. Trent’anni fa aveva perso l’altro figlio, Gianni, in un incidente stradale. Il funerale verrà celebrato questa mattina, alle 10, nella chiesa parrocchiale di Sant’Ambrogio di Fiera. Poi il feretro proseguirà alla volta della tomba di famiglia nel cimitero di Silea. Mauro Favaro
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coglienza”: non ci sarà solo il restyling delle strutture ma una vera e propria “carta dell’accoglienza” che codifichi lo standard del benvenuto a turisti e viaggiatori. «Turisimo emozionale e soddisfazione individuale: questi sono gli obiettivi dell’offerta turistica - spiega l’assessore regionale Federico Caner - per questo abbiamo deciso di investire sulla crescita di questi servizi, potenziandoli dal punto di vista strutturale ma facendo anche investimenti sulla formazione del personale addetto. Attualmente gli Iat in Veneto sono 76 e ad essi si aggiungono numerosi info-point sparsi nel territorio». È nell’ambito di questa rigenerazione globale del servizio di informazione e accoglienza che Treviso è stato scelto come punto pilota per la sperimentazione del nuovo superIat, l’ufficio di accoglienza che farà scuola in tutta il Veneto. Un concept innovativo che metta insieme artigianato d’eccellenza e tecnologia, con la possibilità di prenotare - appena atterrati - visite guidate, degustazioni, spettacoli e cene non solo nella città d’arrivo ma in tutta la regione. Un progetto che segue le linee fondamentali messe in campo dal Presidente Zaia.
LE RISORSE Su Treviso il progetto vede un finanziamento per 50mila euro da parte della Regione, circa 40mila da parte dell’Ogd provinciale e di altre sostanze messe a disposizione dal Comune attraverso la tassa di soggiorno. Anche Alessandro
Martini, direttore di Fondazione Marca Trevigiana conferma la soddisfazione per il progetto: «È uno tra i primi interventi finanziati dalla Regione. Si tratta di costruire un hub di accoglienza nelle strutture di arrivo: con soddisfazione insieme a Venezia c’è anche l’aeroporto di Treviso. Ora si tratta di mettere in campo azioni strategiche per coordinare contenuti e immagini. Il turista che arriva a Treviso deve poter prenotare subito la sua esperienza sulle Dolomiti ad esempio o sulle Colline Unesco o, ancora, sul Garda. Il passo successivo sarà dare la possibilità al visitatore di effettuare direttamente l’acquisto di prodotti di qualità, sia nel settore alimentare sia prodotti d’artiginato». Il punto pilota di Treviso è destinato a fare scuola: il concept sarà pensato da uno studio di interior design di grande esperienza. E la comunicazione sarà riconoscibile e replicabile come modello per ogni info point sul territorio. Il progetto è dunque frutto della mediazione della camera di commercio e della Provincia, dell’intervento finanziario della Regione e della visione del comune di Treviso. «Deve tutto essere pensato da zero prosegue l’assessore comunale al Turismo Lavinia Colonna Preti - ma è una sfida importantissima e soprattutto segna il primo grande progetto dell’Odg». Il modello di accoglienza, dunque, va ripensato: da semplice formula informativa a modello di business: «Prima d Natale daremo avvio alla fase operativa - annuncia Colonna Preti - ed è un obiettivo auspicabile che il nuovo Iat sia pronto per l’estate 2020». Elena Filini
VII
Treviso
Sabato 2 Novembre 2019 www.gazzettino.it
Zaia alla Cgil: «Voglio quei nomi» ` Il governatore condanna i fatti: «Un’onta intollerabile Il presidente della Regione chiede al sindacato di segnalare gli enti pubblici che hanno discriminato le donne in gravidanza che non può essere spalmata su tutte le amministrazioni»
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IL CASO TREVISO Luca Zaia, presidente
della Regione Veneto, ha letto le notizie sui casi, denunciati dalla Cgil di Treviso, di lavoratrici “invitate” a rinunciare all’assunzione in una Pubblica amministrazione, dopo aver vinto un concorso, perché in attesa di un bambino. E non nasconde di esserne rimasto molto colpito (non a caso, il governatore definisce “inquietante” la vicenda e “ignominiose” queste pressioni). Proprio per questo sollecita a fare massima chiarezza: «Sono fatti di una tale gravità e inaccettabilità che non possono rimanere nell’indeterminatezza: gli autori di tali eventuali nefandezze devono rendere conto del loro operato di fronte all’amministrazione che rappresentano e di fronte alla legge».
LA RICHIESTA Il numero uno di Palazzo Balbi, dunque, si rivolge al sindacato: «La denuncia della Cgil è opportuna se non doverosa, ma deve andare oltre e
pertanto invito l’organizzazione a fornire ulteriori elementi per favorire l’individuazione di chi si è reso responsabile di questi comportamenti illegittimi. Lo chiedo come presidente della Regione, perché non può rimanere a mezz’aria e avvolta nelle genericità un’accusa che coinvolge, senza specificare quali, tutti gli enti pubblici veneti e le aziende pubbliche che da essi dipendono. Un fenomeno intollerabile, un’onta che non può essere indiscriminatamente spalmata su tutte le amministrazioni». Scontato il pugno duro contro gli eventuali responsabili di simili discriminazioni. Zaia assicura la massima disponibilità anche per una più ampia opera di sensibilizzazione culturale: «Alla Cgil dico che la mia porta è come sempre aperta per promuovere insieme un’azione finalizzata a combattere l’immoralità negli enti e a colpire chi pensa che la maternità possa essere preclusiva al lavoro, per di più con il metodo dell’avvertimento e del ricatto che evoca scenari mafiosi che vogliamo contrastare con tutte le nostre
forze e in ogni situazione». A maggior ragione nel settore pubblico, quello che, ribadisce il presidente, dovrebbe «dare il buon esempio». «Pertanto - rimarca - è inaccettabile che qualcuno all’interno di esso possa rendersi protagonista di simili episodi odiosi, inducendo a pensare che queste pratiche possano essere la normalità. La maternità va sostenuta e difesa e noi abbiamo il dovere di aiutare le donne che nel loro progetto di vita vogliono avere dei figli».
UN’ALTRA DENUNCIA Dalla Cgil arriva però un’altra testimonianza. Se la prima denuncia era stata avanzata dalla Fp (la categoria dei dipendenti pubblici), l’episodio coinvolge stavolta la Filt, l’organizzazione degli addetti dei trasporti. Al suo sportello, nei giorni scorsi si presenta una giovane donna: dopo aver vinto la selezione per un posto pubblico, aveva formalizzato le dimissioni volontarie dalla ditta privata in cui lavorava, ma ora vuole ritirarle (come consentito, entro un certo limite di tempo). Perché questo
L’invito
«Sistema immorale uniamo le forze» «Alla Cgil dico che la mia porta è come sempre aperta per promuovere insieme un’azione finalizzata a combattere l’immoralità negli enti». Zaia chiede al sindacato di intraprendere un’azione comune per « colpire chi pensa che la maternità possa essere preclusiva al lavoro, per di più con il metodo dell’avvertimento e del ricatto che evoca scenari mafiosi che vogliamo contrastare con tutte le nostre forze e in ogni situazione».
inusuale ritorno sui propri passi? «La ragazza - racconta la segretaria provinciale della Filt, Samantha Gallo -, ha l’appuntamento per assunzione, consegna documenti e visita medica, ma qualche giorno prima scopre di essere in gravidanza e quindi chiama per avvisare del suo stato (magari altre persone non lo avrebbero fatto). Al telefono risponde una donna, che le dice molto candidamente di revocare le dimissioni, rimanere per tutta la maternità col datore di lavoro privato e di tornare dopo da loro, mandando una mail in cui lei stessa dice che vuole aspettare». Nelle precedente azienda sarebbero lieti di riprenderla, ma gli operatori sindacali spiegano alla futura mamma che la richiesta giunta dall’ente è del tutto illegittima. La giovane, rinfrancata, con l’assistenza del sindacato, ora farà valere il proprio diritto. «In ufficio però é rimasto il rammarico di vedere che esistono ancora queste discriminazioni - commenta Gallo - ed in luoghi di lavoro pubblici che dovrebbero essere un esempio e non una vergogna». Mattia Zanardo
IL MALCOSTUME La Cgil ha denunciato i casi di donne invitate a rinunciare all’assunzione in una Pubblica amministrazione, dopo aver vinto un concorso, perché incinta
Un percorso formativo per dodici disoccupate IL CORSO TREVISO Formare figure in grado di effettuare ricerca dei dati e identificare informazioni utili alle richieste complesse provenienti dal management, facilitare l’analisi e il trattamento dei dati da comunicare attraverso report e visualizzazione ad hoc: sono queste le competenze che verranno sviluppate grazie al percorso formativo “Data Analyst” organizzato da “T2i trasferimento tecnologico e innovazione”, società consortile per l’innovazione partecipata dalle Camere di Commercio di Treviso-Belluno, Verona e VeneziaRovigo. Il progetto partirà questo mese e sarà rivolto a 12 donne disoccupate e residenti nel territorio della Regione Veneto. Il corso forma figure professionali in grado di gestire la pianificazione, implementazione e gestione dei dati aziendali e Business Intelligence con capacità di intravedere dei modelli ripetitivi all’interno di enormi quantità di dati eterogenei e di riuscire a comunicare efficacemente i risultati di quanto analizzato. Il corso 41 ore di formazione complessiva, suddivise in 30 ore di attività formativa e 11 ore di percorso individuale per l’orientamento. Le attività si terranno nella di Treviso di “T2i” in Piazza delle Istituzioni. Le candidate disoccupate devono essere in possesso della Did (Dichiarazione di immediata disponibilità rilasciata dal Centro per l’Impiego). Le partecipanti saranno tenute a dimostrare la sussistenza e permanenza della condizione di disoccupazione e sarà data priorità alle candidate disoccupate con età superiore o uguale a 30 anni. La partecipazione è completamente gratuita. La domanda di ammissione deve essere presentata entro martedì 5 iscrivendosi online su www.t2i.it e inviando i documenti richiesti via mail a formazione@t2i.it indicando nell’oggetto “Candidatura progetto Sfidare”: - curriculum vitae aggiornato (in qualsiasi formato) e allegando copia della Did rilasciata dal centro per l’impiego. (Info: www.t2i.it, 0422-1742100 o formazione@t2i.it).
I furti in tribunale poi la rapina la farmacia: maxi condanna LA SENTENZA TREVISO Era la “primula rossa”
del Tribunale, autore di una serie di furti tra cui quelli ai danni di tre cancellieri a cui aveva sottratto il portafogli e di un giudice civile, dal cui ufficio aveva portato via un telefono cellulare. Colpi messi a segno senza però sfuggire alle videocamere di sorveglianza le cui registrazioni hanno permesso di arrivare alla sua identificazione. Ma malgrado il gip avesse applicato nei suoi confronti la misura degli arresti domiciliari Federico Crocetti, 43enne originario di Terni e residente a Casier, era entrato nuovamente in azione sfruttando le ore di permesso che gli erano state concesse per poter andare a lavora-
re.
IL COLPO Questa volta l’obiettivo è stata la Farmacia del Sile di via Callalta a Lanzago di Silea. E come in precedenza anche in questo caso per incastrarlo sono stati decisivi i frame delle registrazioni delle telecamere presenti sul posto. Per quei fatti l’uomo, difeso dall’avvocato Salvatore Cianciafara del Foro di Treviso, è stato condannato in abbreviato a 5 anni e 4 mesi di reclusione. Sentenza in continuazione tra la rapina in farmacia e il furto del cellulare del giudice, mentre per aver “sfilato” i portafogli ai cancellieri del tribunale il ternano aveva già subito una condanna, sempre in abbreviato, ad un anno. Nel primo pomeriggio del 31 lu-
glio, intorno alle 14, Crocetti fece irruzione all’interno della Farmacia “del Sile” armato di un taglierino e con indosso un casco da scooter per non farsi riconoscere. Una volta dentro puntò la lama contro le due farmaciste presenti in quel momento per poi fuggire via con un bottino di circa 300 euro.
LE INDAGINI A distanza di circa sei mesi da quell’episodio gli agenti della squadra mobile di Treviso riuscirono però a dare un volto al bandito risalendo all’ex agente di commercio. Le prove che proprio lui fosse il rapinatore emersero in seguito ad un sopralluogo della Polizia mentre il 43enne si trovava agli arresti domiciliari per i furti in Tribunale. Nella sua
LE IMMAGINI della rapina ripresa dal circuito di videosorveglianza
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casa vennero infatti ritrovati il casco e le scarpe che corrispondevano a quello che il rapinatore della farmacia aveva utilizzato durante la sua scorribanda il pomeriggio del 31 luglio. Il quadro indiziario, composto dalle immagini delle telecamere di videosorveglianza della farmacia, dall’utilizzo di uno scooter molto particolare, l’Aprilia Habana di colore rosso, e da alcune testimonianze portarono al suo arresto e alla custodia cautelare in carcere malgrado il 43enne le avesse provate tutte per non farsi riconoscere, indossando casco, occhiali neri e una sciarpa e coprendo con del nastro adesivo alcuni segni distintivi presenti sulle sue scarpe e sul casco, oltre ad nascondere la targa della moto. Denis Barea
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Nordest
Sabato 2 Novembre 2019 www.gazzettino.it
confermato che gli uomini di questo mondo sono capaci non soltanto di esprimere grandi sacrifici, ma si distinguono pure per generosità e per altruismo».
LA STORIA VENEZIA «Cinquanta bambini non potranno usufruire per quest’anno della mensa scolastica gratis. Questo a causa di alcune persone che con il loro comportamento sciagurato, mi hanno costretto a fare un debito fuori bilancio di 25mila euro». Era il 13 settembre scorso quando Claudio Vittorino Gabrielli, sindaco di Villamarzana, Comune di circa un migliaio di abitanti in provincia di Rovigo, confessò la sua grande amarezza: non poter tener fede alla promessa di dare la pappa gratis ai cinquanta alunni della scuola primaria perché alcuni, non identificati, camionisti avevano abbandonato rifiuti speciali nell’area industriale del paese. E al sindaco non era rimasta altra scelta: usare i soldi accantonati per la mensa e dirottarli all’analisi e allo sgombero dei rifiuti. Un’operazioncina da 25mila euro. Più la rabbia. Adesso, a neanche due mesi di distanza, altri camionisti hanno deciso di porre rimedio a quel “fattaccio”: hanno promosso una colletta, hanno raccolto 10mila euro e la settimana prossima consegneranno i soldi al sindaco di Villamarzana. Perché? Per solidarietà, sicuramente. Ma anche per rettificare il messaggio che rischiava di disegnare i veicoli pesanti e chi li guida come “brutti, sporchi e cattivi”. Tra l’altro, lo stesso sindaco di Villamarzana è un ex camionista. E i colleghi non hanno voluto lasciarlo solo.
LE AZIENDE L’iniziativa è di una cinquantina di aziende di autotrasporto, tutte associate al gruppo Federtrasporti. «Ci è dispiaciuto per i bambini e per i loro genitori – spiega Claudio Villa, pre-
LA CERIMONIA
SOLIDARIETA’ Il sindaco di Villamarzana, Claudio Vittorino Gabrielli e, a lato, la sede bolognese di Federtrasporti i cui soci hanno fatto una colletta raccogliendo 10mila euro a favore della mensa scolastica del Comune polesano
La colletta dei camionisti per la mensa degli alunni Villamarzana, rifiuti abbandonati da 2 Tir `L’iniziativa di solidarietà di Federtrasporti Comune costretto a pulire: via i fondi scuola «Così dimostriamo che la categoria è sana»
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sidente del Gruppo Federtrasporti – che magari già confidavano sul taglio della spesa della mensa. Ma soprattutto ci è dispiaciuto che dietro questo gesto incivile ci fossero uomini alla guida di camion. Per porre ri-
medio alle conseguenze di tale indecoroso comportamento, ma soprattutto per evitare che tanti fanciulli e fanciulle potessero crescere guardando al veicolo pesante come a un mezzo negativo, come Federtrasporti
abbiamo voluto lanciare un messaggio inequivocabile: all’interno dell’autotrasporto ci sarà pure qualche singolo irresponsabile, ma il tessuto di fondo è composto da aziende che svolgono un lavoro utile
New York Roberto Ciambetti relatore a un seminario alle Nazioni Unite «Le città rimettano al centro le famiglie»
L’ASSEGNO SARÀ CONSEGNATO AL SINDACO MARTEDÌ A RIMINI DURANTE LA FIERA ECOMONDO
«Il tempo delle grandi speculazioni è finito. È giunto il tempo dell’etica anche nella gestione e organizzazione della città». È quanto affermato da Roberto Ciambetti, presidente del consiglio regionale del Veneto, alle Nazioni Unite a New York in occasione del seminario sulle “Città Inclusive”. «Negli anni a venire le città continueranno ad attrarre quote sempre più elevate di abitanti con l’abbandono delle campagne. Ma - ha sottolineato Ciambetti - le città reggeranno alla sfida del futuro solo se sapranno essere etiche rimettendo al centro delle politiche la famiglia».
LA MANOVRA VENEZIA Il Veneto ha tante eccellenze, ma anche tristi primati. Come quello di essere la Regione con il più alto numero di morti per droga. È per questo che, in vista della lunga sessione di bilancio che da lunedì impegnerà l’assemblea legislativa veneta, Massimo Giorgetti, capogruppo di Più Italia! - Amo il Veneto di cui fa parte anche l’assessore Elena Donazzan, entrambi aderenti a Fratelli d’Italia, ha presentato una proposta che farà discutere: il kit anti-droga nelle scuola.
LE PROPOSTE La sessione di bilancio inizierà con la presentazione del Defr, il Documento di economia e finanza regionale. Si tratta del documento guida della Regione, quello che contiene le scelte politiche dell’ente e individua gli ambiti di intervento. La definizione delle risorse sarà fatta poi con il bilancio, ma il Defr è importante per dire cosa si vuole fare l’anno prossimo. Giorgetti pur facendo parte della maggioranza, ha presentato una manovra emendativa che copre sei temi: contrasto alla droga, sport, Protezione civile, parcheggi, ambiente, cultura. «Per quanto riguarda il contrasto alla droga – ha detto Giorgetti – visti i dati in
per la collettività e sono animate da spirito positivo e solidale». «Ringrazio Federtrasporti – dice il sindaco Gabrielli – non soltanto per l’interessamento, ma anche perché mi hanno
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Troppi morti per overdose in Veneto «Facciamo i test antidroga a scuola» merito al continuo aumento di uso di sostanze stupefacenti e che vedono il Veneto tra le prime Regioni per morti di overdose, abbiamo voluto lavorare su due ambiti: quello preventivo, prevedendo di dotare gli istituti superiori del Veneto di un kit per effettuare test antidroga e quello repressivo
IL PACCHETTO DI MODIFICHE AL DEFR DEL GRUPPO DI GIORGETTI «SERVIRÀ IL CONSENSO DELLE FAMIGLIE»
prevedendo l’implementazione e l’addestramento di unità cinofile in grado di dare supporto alla polizia locale nelle operazioni antidroga». A sostenere i test antidroga è in particolare Donazzan, che da assessore all’Istruzione sa quanto sia importante agire sulla prevenzione. Per rendere operativi i test sarà però necessario il consenso informato delle famiglie.
LE GRANDI GUERRE Altro capitolo, lo sport. «Il Veneto è tra le prime regioni a sfornare campioni e atleti in varie discipline - ha detto Giorgetti - Chiediamo di promuovere gli interventi di messa in sicurezza e di
“FRATELLI” Elena Donazzan e Massimo Giorgetti
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Per raccontare questa vicenda, il cui sviluppo poggia su un trattamento poco ortodosso di rifiuti, è stato scelto come contesto quello di Ecomondo, il salone dedicato all’ambiente e ai rifiuti in programma a Rimini. Il presidente Villa ha invitato nello stand di Federtrasporti il sindaco di Villamarzana per consegnargli, martedì prossimo, i 10.000 euro frutto della colletta. E così, almeno uno dei due problemi, e cioè la mensa, è in parte risolto. «È la cosa che più mi fa male al cuore, essendo tra l’altro diventato nonno da qualche tempo - aveva detto all’epoca Gabrielli - Non mi piace affatto non essere in grado di mantenere la promessa fatta alle famiglie, solo perché qualcuno si diverte a compiere reati in macroarea. A mie spese ho deciso di acquistare un paio di telecamere per cercare di arginare tutti questi fenomeni di degrado pubblico. Altrimenti se ogni volta che qualcuno abbandona qualcosa o abbatte un palo della luce, devo fare un debito fuori bilancio, meglio che chiuda scuola e municipio».
OCCHIALI Al salone di Ecomondo Federtrasporti lancerà anche un’altra iniziativa a cavallo tra la solidarietà e il riutilizzo virtuoso dei materiali: nello stand è stato allestito un punto di raccolta di occhiali usati, di qualunque gradazione e per qualunque finalità, da vista come da sole, da consegnare poi ad Amoa, l’Associazione Medici Oculisti per l’Africa. «L’invito spiega Federtrasporti - è quello di non trasformare in rifiuto inutile un paio di occhiali che per qualcuno, magari a un’altra latitudine, può ancora esprimere un’utilità tangibile: restituire la vista e quindi la piena capacità lavorativa e relazionale a tante persone che spesso nel corso di una vita non hanno mai inforcato degli occhiali». Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA
adeguamento degli impianti esistenti su tutto il territorio regionale, non solo per gli atleti di oggi, ma soprattutto per quelli del futuro». Poi la Protezione Civile, con due emendamenti: salvaguardare, a seguito di calamità naturali, i mezzi danneggiati o usurati durante l’attività di soccorso; concorrere alla realizzazione e manutenzione delle sedi delle associazioni inserite nel Sistema regionale di Protezione civile. Per quanto riguarda la sanità, l’osservazione è che non basta avere ospedali di eccellenza: bisogna poterli raggiungere. E dunque servono parcheggi e servizi pubblici di trasporto. Sul fronte ambientale, si chiede la revisione del piano rifiuti per ridurre l’utilizzo e la produzione di plastica e incrementare la raccolta differenziata. E poi la cultura. «Vogliamo estendere - ha spiegato Giorgetti il recupero e la valorizzazione non solo delle aree legate alla Grande Guerra, ma anche quelle della Seconda Guerra Mondiale e della Guerra Fredda. Il nostro territorio è ricco di siti, costruzioni e musei che dobbiamo rigenerare». Un esempio? “West Star”, il bunker antiatomico segreto del Comando Forze Terrestri Alleate del Sud Europa che si trova ad Affi, in provincia di Verona, un sito scavato nella roccia di un monte che dovrebbe diventare il museo della Guerra Fredda. (al.va.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
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REGIONE
SABATO 2 NOVEMBRE 2019 IL MATTINO
bandi veneti contestati
Sanità, colossi contro Azienda Zero congela gli appalti miliardari La governance rinvia l’asta dei servizi energia e ristorazione dopo le contestazioni legali delle grandi imprese concorrenti
normativa italiana; non bastasse, sul versante della ristorazione collettiva è stata la ditta Dussmann Service a obiettare, lamentando stavolta l’assenza di limiti all’aggiudicazione dei lotti. Morale della favola? Azienda Zero ha rinviato di un mese la pubblicazione dei bandi, riservandosi di modificarli alla luce delle osservazioni pervenute; a suggerire la prudenza, è valso soprattutto il timore di contenziosi amministrativi che bloccherebbero, magari per un anno, l’iter concorsuale. LE GARE CENTRALIZZATE
Filippo Tosatto VENEZIA. Se la salute non ha
prezzo, gli appalti pubblici in sanità sprigionano cifre a nove zeri che accendono gli appetiti delle imprese concorrenti al punto da indurre Azienda Zero (la governance del comparto) a congelare i nuovi bandi di concorso nel timore di contenziosi legali dall’esito imprevedibile. Che succede? Ieri sono scaduti gli appalti quinquennali riguardanti i servizi di calore-raffreddamento (1, 5 miliardi di euro in sei lotti d’asta) e ristorazione (200 milioni) nel circuito ospedaliero; il primo, risalente alla stagione galaniana, detenuto fin qui da Siram e Gemmo; l’altro, affidato a più aziende, con Serenissima Ristorazione in posizione dominante e sullo sfon-
do una sentenza del Consiglio di Stato che ha annullato l’assegnazione della metà dei sei lotti in ballo. LIMITI AL SUBAPPALTO
La redazione dei nuovi bandi, previa consultazione dell’Authoriy Anticorruzione di Raffaele Cantone e interlocuzione con esperti di diritto amministrativo, aveva richiesto un anno e mezzo di lavoro allo staff della presidente Patrizia Simionato ma all’ultimo istante la procedura si è arrestata; i legali di un concorrente all’appalto (si tratterebbe di un colosso energetico francese) hanno contestato il previsto tetto del 30% nella concessione dei lavori in subappalto, sostenendo che il limite vìola la direttiva dell’Unione europea a tutela della libera concorrenza, prevalente sulla
il governatore
Ostracismo a donne incinte nel pubblico «Cgil faccia i nomi» «Ho letto con attenzione l’inquietante denuncia della Cgil che ha raccolto testimonianze di donne in gravidanza vincitrici di concorso pubblico alle quali sarebbe stato ignominiosamente suggerito di rinunciare all’assunzione», dichiara il governatore Luca Zaia «fatti di tale gravità non possono rimanere nell’indeterminatezza, gli autori devono renderne conto, perciò invito formalmente la Cgil a fornire ulteriori elementi per favorire l’individuazione di chi si è reso responsabile di questi atti illegittimi. Le mie porte sono sempre aperte».
Conseguenze concrete? Nessun rischio per pazienti e personale (i capitolati prevedono che riscaldamento, aria condizionata e pasti siano garantiti dal titolare dell’appalto finché non subentri materialmente un diverso vincitore), qualche danno semmai al bilancio della Regione, che aveva già contabilizzato i risparmi di spesa derivanti dal ribasso d’asta. In definitiva, le radici del contendere affondano nelle mutate condizioni di partenza. Un tempo ciascuna delle 21 Ulss bandiva la propria gara, circostanza che favoriva la partecipazione di un ampio ventaglio di soggetti; ora l’avvenuta centralizzazione in maxi appalti (che vietano il ricorso a project financing) moltiplica l’entità delle somme in gioco, esaspera la “resistenza” dei detentori e infiamma la sfida tra i pochi, famelici, colossi in campo. —
sisma all’aquila, sentenza d’appello
Pezzopane non diffamò Zaia perde la causa e dovrà pagare le spese L’AQUILA. La Corte d’Appello dell’Aquila ha respinto la richiesta di risarcimento danni di 440 mila euro avanzata dal governatore leghista del Veneto, Luca Zaia, all’epoca ministro dell’Agricoltura, nei confronti della deputata del Pd Stefania Pezzopane, allora presidente della Provincia dell’Aquila. La vicenda giudiziaria è nata nel post terremoto del 2009, quando Zaia querelò Pezzopane per le parole pronunciate nel corso della trasmissione “Chiambretti night”, circa una visita «lampo» del ministro ai terremotati di Onna, frazione aquilana tra i simboli del sisma con oltre trenta morti: «Non mi è piaciuto un ministro che è arrivato con l’elicottero, ha fatto un’intervista e poco dopo se n’è andato. Insomma, poteva almeno dare una guardatina». Zaia presentò querela penale e civile chiedendo un risarcimento, da destinare ai terremotati, di oltre 440 mila euro in relazione agli ascolti Auditel di quella trasmissione, uno per ogni spettatore. I giudici invece hanno
confermato il verdetto di primo grado di cinque anni fa, assolvendo la dem e condannando Zaia alle spese legali. «Per me è stata una persecuzione», afferma la parlamentare «ringrazio la giustizia che ha accertato la verità dei fatti. Zaia la settimana successiva intervenne via telefono allo show di Chiambretti ed ebbe modo di riferire pubblicamente la sua versione. Nonostante ciò, si è accanito per dieci anni contro di me. Una vicenda assurda che ora si è chiusa». Ben diversa la lettura dell’avvocato di Zaia, Pietro Calzavara: «Il tribunale, cito la sentenza, ha già stabilito in via definitiva che i fatti imputati dalla deputata Pezzopane “non corrispondono al vero” e che «il ministro non meritava le accuse di insensibilità rivolte», salvo escludere l’accoglimento della domanda risarcitoria»; precisato che è stato Zaia a fare Appello, il legale fa sapere che, «in assenza di scuse da parte della Pezzopane per l’errore commesso», ora il governatore sta valutando un ricorso in Cassazione. –
02-NOV-2019 Estratto da pag. 13 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
02-NOV-2019 Estratto da pag. 13 3043
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02-NOV-2019 Estratto da pag. 13 3043
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