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Ricordi
from Tempo lontano
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Acqua
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Magari era solo una mia impressione, ma nell’alto vicentino non c’era carenza d’acqua. Non ci sono grossi fiumi: escluso il Brenta che diventa presto padovano, le sponde degli altri fiumi non distano tra loro più di un tiro di sasso, compresi Bacchiglione e Retrone nonostante l’accrescitivo del nome.
Nel paese dei miei nonni tutte le case avevano una pompa a mano per tirar su l’acqua da falde non molto profonde. Dicevano che era acqua de l’Astego (Astico) che in pianura era sì piuttosto largo ma quasi sempre asciutto. Lo si guadava verso Montecchio Precalcino e Lupiola, rispettivamente a monte e a valle del ponte per Vicenza. Quel ponte era stato distrutto verso la fine della guerra e per qualche tempo anche li si passava sul greto del torrente.
L'Astico era quasi sempre senza acqua, ma quella che aveva più a monte in qualche posto doveva pur essere finita ed era quella che usciva dalle pompe a mano. Poi c’erano fossi con acqua e marsoni un po’ dovunque e qualche corso d'acqua era detto Asteghe·o, piccolo Astico. A circa metà strada verso Vicenza ricordo un grosso tubo metallico dal quale usciva abbondante acqua freschissima e d’estate lì c’era una me·onara.
Abbondante acqua usciva anche dalla fontana al centro di Lupia, tra Astico e Tesina. D’altronde è zona di risorgive e un po’ ovunque c’erano fontanelle. A proposito di acqua si citava un detto: “Valdagno, Recoaro e Schio orinal de Dio”, per dire che in quei posti pioveva sempre o quasi.